L`apiario urbano di Idrija
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L`apiario urbano di Idrija
L'apiario urbano di Idrija una perla Il rinnovamento dell'apiario urbano Dopo tanti anni di degrado, le conseguenze sull’apparenza dell’apiario erano più che evidenti. Nel 2013, il Comune di Idrija insieme alla Società apistica di Idrija, ICRA d.o.o. Idrija e numerosi altri partner ha intrapreso il rinnovamento di questo apiario davvero eccezionale, cercando di preservare IL MAGGIOR NUMERO POSSIBILE DEGLI ELEMENTI ORIGINALI, come la costruzione in legno, le finestre e la porta, per mantenere l’autenticità di questa perla dell’architettura apistica. Visto il cattivo stato delle arnie e delle panjske končnice originali, alcune arnie dell’apiario sono state sostituite con ARNIE NUOVE, DIPINTE CON MOTIVI LOCALI dal pittore Danilo Jereb di Idrija. Gli apicoltori locali hanno riintrodotto LE FAMIGLIE DI API nelle arnie nonché risvegliato alcuni eventi apistici per richiamare questo meraviglioso posto in vita. tra gli apiari urbani L’apiario urbano di Idrija – ESEGUITO, ELABORATO E DIPINTO CON STRAORDINARIA MAESTRIA – è un esemplare davvero eccezionale tra gli apiari urbani nonché una vera e propria perla dell’apicoltura slovena del Novecento. È situato a ridosso della Chiesa di Santa Trinità, costruita nel posto dove nel 1490, come narra la leggenda, l’ormai famoso škafar, un fabbricatore di mastelli, scoprì il mercurio elementare in un ruscello. I proprietari e mantenitori dell'apiario Pubblicazione: ICRA d.o.o. Idrija • Editore: Špela Rudolf • Traduttore: Jaka Čibej • Fonte di foto: Robert Zabukovec, Miha Rupnik, Klemen Majnik, Franci Dežela, Cveto Koder, archivio personale di Peter Lapajne, A.Furlan, arhivio di Scuola di merletto d’Idrija • Design: Studio Koder d.o.o., NataŠa JesenŠek Koder • Stampa: Tiskarna DTP d.o.o. • Tiratura: 1000 • Posto e data di pubblicazione: Idrija, settembre 2014 La pubblicazione è disponibile anche in versione elettronica su Internet: www.icra.si, www.enjoytour.eu Il responsabile del contenuto è ICRA d.o.o. Idrija. Partner del progetto: (LP) Kmetijsko gozdarska zbornica Slovenije, Kmetijsko gozdarski zavod Nova Gorica • Provincia di Gorizia • Provincia di Udine • Občina Idrija • Idrijsko-Cerkljanska razvojna agencija d.o.o. Idrija • ARIES Azienda Speciale della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Trieste • Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia • INFORMEST Centro di Servizi e Documentazione per la Cooperazione Economica Internazionale • Deželna kmečka zveza • Občina Kobarid • Občina Ajdovščina Projekt “ENJOY TOUR – Dober tek na čezmejnih poteh okusov” je sofinanciran v okviru Programa čezmejnega sodelovanja Slovenija – Italija 2007 – 2013 iz sredstev Evropskega sklada za regionalni razvoj in nacionalnih sredstev. Progetto “ENJOY TOUR – Buon appetito sulle strade del gusto transfrontaliere” finanziato nell’ambito del Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia – Slovenia 2007 – 2013, dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dai fondi nazionali. Ministero dell'Economia e delle Finanze L’apiario urbano di Idrija fu costruito nel 1925 su richiesta di PAVEL LAPAJNE, UN NOTO MERCANTE DI MERLETTI. Gli antenati dei Lapajne erano sempre stati proprietari di alcuni apiari più piccoli in cui producevano miele per se stessi. Quest’amore per l’apicoltura fu condivisa da Pavel, che, da mercante benestante, decise di costruire un apiario più moderno e di maggiori dimensioni in posizione solatia dietro la casa familiare a Idrija. I Lapajne rimasero proprietari dell’apiario fino alla fine della seconda guerra mondiale, quando lo stabile venne nazionalizzato per poi cambiare proprietari diverse volte. Dalla costruzione fino al 1979, l’apiario e le famiglie di api erano gestiti da Julij Lapajne, un parente di Pavel. Dopo la sua morte fu succeduto dal suo figlio Peter Lapajne, che intraprese la gestione dell’apiario fino al 1981. D’allora in poi quest’esemplare eccezionale del patrimonio edilizio apistico sloveno rimase abbandonato alle ingiurie del tempo. La costruzione dell'apiario urbano L A ogni lato, l’apiario disponeva di due file (2x6) di arnie di modello Alberti-Žnideršič (chiamate anche semplicemente arnie AŽ) e di una fila di modello KRANJIČ. Ogni arnia aveva il proprio schedario, nel quale Julij Lapajne scriveva tutte le informazioni importanti, come il nascimento dell’ape regina, i periodi della sciamatura e le comparse di malattie. Poiché i proprietari dell’apiario erano dei veri amanti delle Dolomiti, il lato sinistro dell’apiario mostrava le immagini che raffiguravano il centro sciistico di Cortina d’Ampezzo. Il lato destro, invece, era dipinto da NIKOLAJ PIRNAT, un noto pittore di Idrija e parente dei Lapajne, con numerose IMMAGINI RITRATTE DALLA TRADIZIONE POPOLARE (le celebri panjske končnice) che raffiguravano gli animali e il lavoro dell’apicoltore. In un libro tedesco sull’apicoltura pubblicato nel 1910, PAVEL LAPAJNE trovò una fotografia di un apiario da cui, nel 1925, il falegname Jože Kenda trasse ispirazione per costruire l’apiario urbano di Idrija, ottenendo così il titolo di maestro falegname. Gli apiari del tempo di solito furono piccole e semplici costruzioni in legno con tetti di paglia, dove c’era posto per alcune arnie e l’attrezzatura apistica. Costruendo l’apiario urbano di Idrija, però, LA FAMIGLIA BENESTANTE dei Lapajne potette usare MATERIALE PIÙ COSTOSO E DI ALTA QUALITÀ, che al tempo nel territorio sloveno fu più eccezione che regola. Si gettarono le fondamenta di calcestruzzo per supportare la costruzione in legno, mentre il tetto a due falde in parte a mansarda fu coperto dalla copertura in lamiera, con una grondaia che condusse via l’acqua piovana in un canale di scolo. 1 2 3 4 I dintorni dell'apiario 1 4 La fotografia alla quale si ispirò il piano della costruzione dell’apiario urbano L’apiario urbano dopo la costruzione nel 1925 Peter e Pavel Lapajne (i figli di Julij Lapajne, il mantenitore dell’apiario) Da destra a sinistra: Amalija Lapajne (moglie del proprietario), Pavel Lapajne (proprietario), la cognata di Pavel, Srečko (fratello del proprietario), Nikolaj Pirnat (nipote del proprietario e noto pittore di Idrija), il fratello di Amalija, e Julij Lapajne (mantenitore dell’apiario). 5 La panjska končnica dell’apiario urbano ancora preservata 6 Julij Lapajne, il mantenitore dell’apiario Intorno all’apiario, i Lapajne sistematicamente impiantarono numerose PIANTE MELLIFERE come i ciliegi, i noccioli, i pecci, gli abeti e le acace. La pergola a ridosso dell’apiario fu piena di rose e piante rampicanti mediterranee, mentre di fronte all’apiario vi erano due panche con due arnie di paglia. L' 2 La vita delle api interno dell'apiario L’interno dell’apiario fu diviso in TRE PARTI. La parte centrale era destinata al lavoro e allo svago degli apicoltori, con una grande tavola, un divano, delle sedie di bambù e i muri abbelliti da quadri. Le altre due camere erano destinate alle api e alla più moderna attrezzatura apisti- ca, portata a Idrija dal proprietario dai suoi numerosi viaggi all’estero. L’apiario fu spesso UN LUOGO D’INCONTRO PER GLI APICOLTORI LOCALI. Le feste e le domeniche, invece, era riservato per signori distinti e affluenti di Idrija, che giocavano a giochi da tavolo e FACEVANO AFFARI. Prima della seconda guerra mondiale, l’apiario disponeva di fino a 30 arnie dell’ape carnica. Durante la burrasca della guerra, il proprietario Pavel Lapajne morì, mentre il mantenitore Julij Lapajne fu costretto a svolgere il servizio militare. Per questo motivo erano gli impiegati dell’impresa familiare a provvedere alla sopravvivenza del piccolo numero di famiglie di api che c’era rimasto. JULIJ LAPAJNE tornó a Idrija dopo la guerra e gestiva l’apiario di 7–10 arnie fino alla sua morte. Comprava le api regine prima presso gli apicoltori locali e poi nei centri apistici. Tutto il PRÒPOLI e il MIELE prodotto (più spesso miele misto, a volte D’ACACIA o DI TIGLIO) veniva usato dai Lapajne stessi. Le api a volte erano molestate da varie malattie e parassiti che i mantenitori sterminavano da soli secondo le istruzioni tratte dai libri di apicoltura. Nel caso della mancanza di pascolo, le arnie furono invase e predate da altri insetti, il che l’apicoltore cercava di prevenire chiudendo gli sportelli delle arnie. Ogni autunno, l’apicoltore lasciava nelle arnie un po’ di MIELE DI GRANO SARACENO, con il quale le api potevano sopravvivere all’inverno fino al primo pascolo primaverile. 3 5 6