Il sentimento della pietà ne

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Il sentimento della pietà ne
Il sentimento della pietà ne “Lo Hobbit” e ne “Il Signore degli Anelli”
Noemi Bartalesi della Classe II B dell’Istituto Comprensivo Statale Tavarnelle Val di Pesa
(FI)
Il sentimento della pietà compare più volte sia ne “Lo Hobbit” che ne “Il Signore degli
Anelli”.
Bilbo Baggins lo prova per la prima volta di fronte a Gollum quando, dopo avergli tolto
l’anello, lo lascia solo e disperato nell’interno della montagna rinunciando a colpirlo.
Bilbo è misericordioso nei confronti di questa spregevole creatura che in quel momento
avrebbe potuto facilmente uccidere; un sentimento di pietà però gli ferma la mano:
“Doveva pugnalare quel pazzo, cavargli gli occhi, ucciderlo. Voleva ucciderlo. No, non era
un combattimento leale. Egli era invisibile adesso. Gollum non aveva ancora realmente
minacciato di ucciderlo, o cercato di farlo. Ed era infelice, solo e perduto. Un’improvvisa
comprensione, una pietà mista a orrore, sgorgò nel cuore di Bilbo: rapida come un baleno
gli si levò davanti la visione di infiniti, identici giorni, senza una luce o speranza di
miglioramento: pietra dura, pesce freddo, strisciare e sussurrare. Tutti questi pensieri gli
passarono davanti in una frazione di secondo. Egli tremò.”
Queste parole mi hanno colpito molto, perché spiegano in modo assolutamente umano e
diretto questo sentimento che sarà fondamentale per la positiva conclusione dell’impresa
di Frodo.
All’inizio de “Il Signore degli anelli 2” Gandalf interviene su questo tema parlando con
Frodo che chiede perché Bilbo non abbia dato la morte a quella vile e ignobile creatura
quando ne aveva avuto l’occasione.
Le parole di Mithrandir sono decise ed invitano Lo Hobbit a delle considerazioni meno
superficiali e istintive:
“Se la merita! E come! Molti tra i vivi meritano la morte. E parecchi che sono morti
avrebbero meritato la vita. Sei forse tu in grado di dargliela? E allora non essere troppo
generoso nel distribuire la morte nei tuoi giudizi: sappi che nemmeno i più saggi possono
vedere tutte le conseguenze. Ho poca speranza che Gollum riesca…a guarire prima di
morire. Ma c’è una possibilità. … Il cuore mi dice che prima della fine di questa storia
l’aspetta un’ultima parte da recitare … , e quando l’ora giungerà, la pietà di Bilbo potrebbe
cambiar eil corso di molti destini e soprattutto del tuo.”.
In questo passo del romanzo Gandalf dà un giudizio preciso sulla questione: l’uomo non è
padrone della vita, perché questa è un dono e allora non può essere padrone neanche
della morte.
L’uomo (o Hobbit che sia) è chiamato alla pietà, alla misericordia e ad evitare la violenza,
quando questo è possibile.
Lo stregone è certo, nella sua saggezza, che la pietà porti delle conseguenze positive non
solo sul futuro svolgimento dei fatti, ma anche sulla persona che compie tale gesto.
Sempre parlando a Frodo, riguardo a Bilbo, spiega: “Fu la pietà a fermargli la mano. Pietà
e misericordia: egli non volle colpire senza necessità. E fu ben ricompensato di questo suo
gesto. … Stai pur certo che se è stato grandemente risparmiato dal Male, riuscendo infine
a scappare e a trarsi in salvo è proprio perché all’inizio del suo possesso dell’Anello vi è
stato un atto di pietà.”.
In questi brani Gandalf dà una lezione di vita a Frodo facendogli capire che la scelta del
Bene ha sempre conseguenze positive: realizza la persona e la rende più libera.
Verso la metà de “Le due Torri”, Frodo e Sam incontrano Gollum mentre stanno cercando
da soli la strada per giungere al Monte Fato. Sam propone di legarlo per impedirgli di
nuocere; Gollum prega di non farlo piagnucolando e Frodo prende le sue difese
discostandosi dall’amico: “No. … Una tale azione non ci è permessa così come stanno le
cose. Povero disgraziato! Non ci ha fatto alcun male.”.
Frodo in quel momento si ricorda ciò che Gandalf gli ha insegnato un po’ di tempo prima e,
deciso, risponde a Sam: “Non toccherò questo essere. Infatti, ora che lo vedo, mi fa pietà.”
Lo stesso Sam che disprezza Gollum per quasi tutto il percorso, quando se lo trova
davanti sulla salita del Monte Fato, prova per lui un sentimento di pietà, nonostante fosse
stato appena aggredito.
“Non poteva colpire quella cosa distesa nella sabbia, disperata, distrutta, miserevole.
Lui stesso aveva portato l’Anello, solo per poco tempo, ma poteva vagamente immaginare
l’agonia della mente e del corpo di Gollum, incatenato all’Anello, dominato, incapace di
ritrovare nella vita mai più pace o sollievo.”.
Poco dopo i due Hobbit saranno ricompensati per questi due loro gesti di pietà: infatti
sull’orlo dell’abisso infuocato dentro l’Orodruin, è Gollum che pone fine all’incertezza di
Frodo precipitando con il suo tesoro nella lava bollente.
In seguito c’è un altro punto del libro in cui viene descritta la compassione di Gandalf e dei
quattro Hobbit per Saruman quando si incontrano ai piedi delle Montagne Nebbiose.
Lo stregone malvagio ormai privo di poteri, è ridotto ad essere un vecchio curvo su di un
bastone, vestito di stracci, seguito alle calcagna da un altro mendico, Vermilinguo. Gandalf
dà un’ultima possibilità a Saruman e al suo servitore di essere aiutati e di ritornare dalla
parte del Bene, ma la proposta non viene accolta.
“I due esseri miserevoli passarono improvvisamente accanto agli Hobbit: Saruman si
fermò e li guardò con astio. Ma gli Hobbit lo osservarono pieni di pietà.”.
Quando Frodo con i suoi amici torna a Casa Baggins, una sorpresa lo aspetta: Saruman e
Vermilinguo, per vendicarsi, si sono insediati nella sua dimora ed hanno creato scompiglio
in tutta la Contea.
Frodo difende Saruman dagli abitanti di Hobbiville che vorrebbero ucciderlo: “Non voglio
che venga ucciso. E’ inutile pagare vendetta con vendetta: non risolverà nulla.”.
Poco più avanti lo stregone tira fuori una lama e rapido colpisce Frodo. Sam estrae la
spada, ma Frodo lo ferma: “Non ucciderlo neppure adesso. Non mi ha ferito. E comunque
non desidero che venga ucciso mentre si trova in questo suo malvagio stato
d’animo..voglio risparmiarlo, nella speranza che un giorno guarisca.”.
E’ chiaro che la scelta di usare la misericordia, invece che cedere alla vendetta, non è
legata ad un guadagno, ad una riconoscenza da ottenere in cambio, ma è una scelta di
fondo, valida sempre.
Frodo alla fine dell’opera non è lo stesso che all’inizio si augurava la morte di Gollum.
Ha fatto suo l’insegnamento di Gandalf.
E’ lui ora ad essere deciso, certo nel rifiuto della violenza e nel desiderio che l’altro cambi,
qualunque cosa abbia fatto o tentato di fare.
Possiamo dire che il tema della pietà è sempre legato a quello della speranza.