Luca Aquino, Petra

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Luca Aquino, Petra
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Luca Aquino, Petra
Sara Rella 09/12/2015
Il trombettista beneventano ha appena concluso la registrazione di un nuovo
album nel sito archeologico di Petra
Il trombettista beneventano Luca Aquinostupisce ancora una volta con le
sue esplorazioni sonore. L’eco della sua ultima impresa ci arriva dalla
Giordania dove ha appena concluso la registrazione di un album la cui data
di pubblicazione non è ancora nota ma già molto attesa. La registrazione è
avvenuta nel sito archeologico di Petra ed è stata annunciata tramite una
conferenza stampa tenutasi al Jordan National Museum Of Fine Arts di
Amman. L’iniziativa è stata promossa all’interno della Campagna
mondiale #UNITE4HERITAGE, lanciata lo scorso aprile in Siria e Iraq per la
protezione del patrimonio culturale dai crimini legati al terrorismo. Creare
musica e bellezza in uno dei luoghi simbolo del patrimonio artistico
mondiale, nella culla del Medio Oriente, è indubbiamente una risposta
radicale e lungimirante ai drammatici avvenimenti che continuano a
sconvolgere il desiderio di vita e di espressione di molte città nel mondo.
L’idea di registrare un album nel sito archeologico di Petra è frutto della
creatività del musicista beneventano, un’intuizione che ha incontrato
l’apppoggio e il sostegno di partner prestigiosi quali la Jordanian National
Orchestra Association, L’Unesco Amman Office, la Talal Abu-Ghazaleh
Organization (nota in Italia con la Abu Ghazaleh Intellectual Property,
leader mondiale nel settore) e il Petra Developement and Tourism Authority.
«La prima volta che ho suonato in Giordania risale a quattro anni fa e, rapito
dai suoni e colori di Petra, espressi il desiderio di realizzare una
registrazione nel sito archeologico, considerato una delle sette meraviglie del
mondo contemporaneo. Ora ci siamo riusciti, grazie ad un gruppo affiatato e
a forti passioni condivise da persone caparbie, rapite da sogni e ambizioni.
Sono molto contento anche dell’esito della registrazione che, francamente, in
questa occasione sarebbe potuta diventare secondaria. Il messagio è ampio»
afferma Aquino. Petraè un progetto audace e di autentico spirito
internazionale, in continuità con la ricerca musicale di Aquino, che ha
riunito nelle musiche a sua firma e arrangiate dal flautista Sergio Casale uno
staff tecnico e musicisti provenienti da otto Paesi diversi. Con lui ci sono il
fisarmonicista italiano Carmine Ioanna e il quintetto della Jordanian
National Orchestra: la violinista tedesca Anna Maria Matuszczak, il
percussionista di New Orleans Bradley Broomfield, il contrabbassista siriano
Bassem Al Jaber, l’oboista rumeno Laurentiu Baciu e il violista Armeno
Vardan Petrosyan. La storyline del progetto, che accompagnerà la
pubblicazione dell’album, sarà narrata dalle immagini del videoartista
italiano Gianpaolo De Siena e del fotografo giordano Nadir Daoud.
Photo NADIR DAOUD
Sara Rella
http://insideart.eu/2015/12/09/luca-aquino-petra/
INTERVISTE
Una session in Giordania
Parla Luca Aquino
A novembre 2015 Luca Aquino ha partecipato a nuova registrazione in Giordania, nel
sito archeologico di Petra, in collaborazione con la Jordanian National Orchestra, il Petra
Development and Tourism Authority e la Talal Abu-Ghazaleh Organization. L’evento è
stato promosso dalla campagna dell’Unesco #Unit4Heritage, iniziativa di
sensibilizzazione internazionale per la salvaguardia del patrimonio culturale dai crimini
di tipo terroristico, lanciata lo scorso aprile in Iraq e Siria. Alla fisarmonica Carmine
Ioanna, al flauto e arrangiamenti Sergio Casale insieme all’oboista rumeno Laurentiu
Baciu, al contrabbassista siriano Basem Aljaber, al violista armeno Vartan Petrosyan, a
Brad Broomfield, percussionista di New Orleans, e alla violinista tedesca Anna
Matuszczak.
di Luciano Vanni
Innanzitutto, raccontaci come nasce l’idea di questa tua residenza in Giordania.
La prima volta che ho suonato in Giordania risale al 2011, invitato dall’associazione
Dante Alighieri per un piccolo tour. Dormimmo nel deserto di Wadi Rum, ospitati dalla
locale comunità beduina, nelle loro tende, per poi visitare il sito archeologico di Petra e il
mar Morto. È stata un’esperienza indimenticabile. Sono poi ritornato ad Amman un anno
fa, col bassista Faraci e il batterista Gianluca Brugnano e, dopo aver condiviso con la
Jordanian National Orchestra il mio sogno di registrare un album a Petra, nel cassetto da
cinque anni, è nata la decisione di sposare una causa importante, promossa dalla
campagna dell’Unesco #Unite4Heritage, iniziativa di sensibilizzazione internazionale per
la salvaguardia del patrimonio culturale dai crimini di tipo terroristico. Fondamentale, per
la registrazione, la collaborazione con partner quali Unesco Amman, il Petra
Development and Tourism Authority e un immenso Talal-Abu Ghazaleh che sostiene
l’orchestra nazionale giordana con amore e forza. Un personaggio unico, illuminato,
brillante, una vera autorità nell’ambito della proprietà intellettuale e con una passione
viscerale per la musica e l’arte.
Quali emozioni hai vissuto fin dal tuo arrivo in questo paese?
A parte i suoni della natura, il canto umano secondo me più affascinante è quello dei
muezzin dai minareti. Quando l’ascolto resto sempre folgorato, come fosse la prima
volta. La Giordania è un paese affascinante con i suoi deserti, altopiani e il fiume
Giordano. È un territorio caratterizzato da una profonda storia, da Alessandro Magno ai
Nabatei, dalla dominazione romana, dai Bizantini, dal lungo periodo islamico fino
all’apertura del paese verso l’Occidente con l’indimenticato Re Hussein. L’accoglienza
della popolazione è la prima cosa che noti e apprezzi. Parlano e studiano correntemente
inglese, insegnato nelle scuole, sia pubbliche sia private, e la loro cucina propone piatti
tipici da leccarsi i baffi. Dal punto di vista musicale non vanta la tradizione del Libano o
dell’Egitto ma i canti tradizionali beduini hanno un fascino tutto loro.
E Petra?
Un sito fiabesco, incantevole, magico e inafferrabile. Un monumento unico, con le sue
facciate intagliate nella roccia. Quando arrivi al Tesoro del Faraone, dopo un sentiero
ricavato in una lunga e profonda fessura di rocce alte e imponenti, resti senza fiato tant’è
la maestosità del monumento e la forte connessione della mano dell’uomo con la natura. I
colori creano un inebriante gioco cromatico. Rosa, viola, rosso, giallo, nero sfumato; ti
ritrovi con l’immaginazione a Pantelleria, subito dopo a Pompei e poi tra i fiordi
norvegesi. Ancora mi risulta difficile realizzare che quei luoghi abbiano ospitato la mia
musica. Sono curioso di ascoltarne l’esito, ora è ancora in fase missaggio.
Raccontaci di questa nuova session discografica: dove e come l’hai registrata?
Registrare un album tra i riverberi e i colori del sito archeologico di Petra, dichiarato
patrimonio dell’Unesco e considerato una delle sette meraviglie del mondo moderno, è
stato cogliere un’occasione rara e resa ancor più magica dall’eterogeneità di un ampio e
ambizioso progetto, condiviso con musicisti e operatori di diverse nazionalità. Uno staff
giordano, inglese e italiano, con musicisti provenienti dalla Siria, Romania, Armenia,
Stati Uniti d’America, Germania, Polonia e Italia. Un melting pot di idee, esperienze,
umori, stili musicali, arti e culture. Un messaggio forte e senza veli.
A fianco a te un ensemble straordinariamente ricco sul fronte timbrico. Mai, come
in questa occasione, hai lavorato con un assetto simile. Ce ne parli?
Le mie musiche sono state arrangiate, per l’occasione, dal flautista Sergio Casale. Sergio
spazia dalla musica classica, al jazz e conosce bene il mondo dell’elettronica. Chi meglio
di lui avrebbe potuto sposare questo mio importante progetto, vista anche una profonda
amicizia che ci lega da anni. L’ensemble ha come ospite il fisarmonicista Carmine Ioanna
ed è composto dall’oboista Laurentiu Baciu, dal contrabbassista Basem Aljaber, dal
violista Vartan Petrosyan, dal percussionista di New Orleans Brad Broomfield e dalla
violinista Anna Matuszczak. L’oboista è un personaggio da fumetto, un poeta visionario
che racconta barzellette in perfetto italiano.
Se non sbaglio è la prima volta che registri, da leader, in versione esclusivamente
acustica.
La prima volta che ho lasciato a casa i miei pedali elettronici, per un album a mio nome,
risale a tre anni fa con “aQustico”.
Che tipo di musica hai inciso?
Le musiche e i suoni di questa registrazione ripercorrono le idee del mio album in solo
tromba del 2010, “Icaro Solo”, ma con sfumature differenti. Ho seguito un approccio
forse meno onirico ma sicuramente più tondo e chiaro.
Quando, e per quale etichetta, uscirà la musica prodotta?
Ancora non ho pensato all’etichetta che pubblicherà l’album. I diritti relativi alla vendita
vorrei andassero al Petra Development and Tourism Authority e a sotegno della
Jordanian National Orchestra. Il mio sogno è organizzare la prima presentazione nel
campo profughi al confine con la Siria. C’è tempo comunque per la data di
pubblicazione, anche perché il mio attuale progetto “OverDOORS” è un fiume in piena.
È stato girato anche un docufilm: ce ne parli?
Il video è stato girato nei giorni trascorsi tra Amman e Petra dal video artista Gianpaolo
De Siena e sarà proposto insieme alla pubblicazione dell’album.
© Nadir Daoud
Tags:Carmine IoannaGiordaniaJazzitJazzit.itJordanian National OrchestraLuca
AquinoPetraSergio CasaleTalal-Abu GhazalehUnesco
LucaAquino, Unesco e la nuova registrazione nel sito archeologico di Petra
Scritto il 5 dicembre 2015 - 10:38
Luca Aquino ritorna al suo viaggio, quello della scoperta e delle esplorazioni sonore, con
un messaggio forte e attuale, libero da barriere e confini.
“Registrare un album in Giordania, tra i riverberi e i colori del sito archeologico di
Petra, dichiarato patrimonio dell’Unesco e considerato uno delle cosiddette sette
meraviglie del mondo moderno, è un’occasione rara e resa ancor più magica
dall’eterogeneità di un ampio e ambizioso progetto, condiviso con musicisti e operatori
di diverse nazionalità”. Il trombettista beneventano Luca Aquino, durante la conferenza
stampa di presentazione del progetto “Petra”, tenutasi martedì in Giordania, nel museo di
arte contemporanea di Amman, esprime così il suo entusiasmo per la nuova registrazione
discografica, appena realizzata tra le rocce del sito archeologico di Petra, in
collaborazione con la Jordanian National Orchestra, il Petra Development and Tourism
Authority, Talal-Abu Ghazaleh Organization. L’iniziativa è promossa dalla campagna
dell’Unesco #Unit4heritage, iniziativa di sensibilizzazione internazionale per la
salvaguardia del patrimonio culturale dai crimini di tipo terroristico, lanciata lo scorso
aprile in Iraq e Siria. Le musiche di Luca Aquino, arrangiate per l’occasione dal flautista
Sergio Casale, sono state registrate dal fisarmonicista Carmine Ioanna, insieme
all’oboeista rumeno Laurentiu Baciu, al contrabbassista siriano Basem Aljaber, al violista
armeno Vartan Petrosyan, a Brad Broomfield, percussionista di New Orleans, e alla
violinista tedesca Anna Matuszczak.
Dopo i successi di OverDOORS, una nuova registrazione, la cui data di pubblicazione è
ancora da stabilire, e un video racconto, girato ad Amman e a Petra dal videomaker
Gianpaolo De Siena.
Foto di Nadir Daoud
http://www.oggibenevento.it/luca-aquino-unesco-e-la-nuova-registrazione-nel-sitoarcheologico-di-petra%E2%80%8F/
ILVAGLIO.IT
LucaAquino registra a Petra in Giordania per la campagna Unesco a difesa dei siti archeologici dal
terrorismo
05 DICEMBRE 2015 - SOLIDARIETÀ
Il noto musicista beneventano Luca Aquino è da poco ritornato dalla Giordania
paese nel quale ha registrato il suo ultimo lavoro. Tra i più apprezzati jazzisti
non solo italiani, nella sua città d'origine ha realizzato, com'è noto, nello scorso
luglio la seconda edizione del festival Riverberi. "Registrare un album in
Giordania - ha dichiarato Aquino al rientro in Italia -, tra i riverberi e i colori del
sito archeologico di Petra, dichiarato patrimonio dell'Unesco e considerato uno
delle cosiddette sette meraviglie del mondo moderno, è stato cogliere
un'occasione rara e resa ancor più magica dall'eterogeneità di un ampio e
ambizioso progetto, condiviso con musicisti e operatori di diverse nazionalità".
Aquino, durante la conferenza stampa di presentazione del progetto "Petra",
tenutasi in Giordania, nel museo di arte contemporanea di Amman, si è detto
soddisfatto per la nuova registrazione discografica, appena realizzata tra le rocce
del sito archeologico di Petra, in collaborazione con la Jordanian National
Orchestra, il Petra Development and Tourism Authority, Talal-Abu Ghazaleh
Organization. L'iniziativa è promossa dalla campagna dell'Unesco
#Unit4heritage, iniziativa di sensibilizzazione internazionale per la salvaguardia
del patrimonio culturale dai crimini di tipo terroristico, lanciata lo scorso aprile
in Iraq e Siria. Le musiche di Luca Aquino, arrangiate per l'occasione dal
flautista Sergio Casale, sono state registrate dal fisarmonicista Carmine Ioanna,
insieme all'oboista rumeno Laurentiu Baciu, al contrabbassista siriano Basem
Aljaber, al violista armeno Vartan Petrosyan, a Brad Broomfield, percussionista
di New Orleans, e alla violinista tedesca Anna Matuszczak. La data di
pubblicazione di quanto registrato è ancora da stabilire, che conterrà anche un
video racconto, girato ad Amman e a Petra dal videomaker Gianpaolo De Siena.
http://www.jazzit.it/9036-2/