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LA DIDATTICA DELL’ESKIMO: ESERCIZI PREPARATORI
A cura di:
Alessio Cortesi
INDICE
Summary
0)
Premessa
1)
Scelta del percorso di apprendimento: il ruolo dell’istruttore
2)
Esercizi a secco
3)
Esercizi in acqua
Pag. 1
Pag. 1
Pag. 2
Pag. 3
Pag. 4
SUMMARY
-
Definire con precisione la tipologia di eskimo che si intende insegnare, suddividere la
manovra in fasi successive ben distinte
Consolidare nell’allievo l’apprendimento di un movimento prima di passare al successivo
Esercitare l’intera manovra a secco, prima di farla eseguire in acqua
Creare nell’allievo familiarità con il ribaltamento e l’uso del bacino
Passare attraverso una corretta esecuzione dell’appoggio alto
0) PREMESSA
Obiettivo del presente documento è approfondire il ruolo dell’istruttore nella didattica dell’eskimo,
con particolare riferimento a:
- la scelta del percorso di apprendimento rivolto all’allievo
- gli esercizi preparatori di tecnica consigliati per rendere più efficace l’apprendimento.
Questo documento non è pertanto un testo completo sull’eskimo e le sue metodologie di
insegnamento, né si vuole sostituire ad altri lavori già disponibili sull’argomento, ma è focalizzato
su alcuni aspetti che ho soggettivamente ritenuto particolari e utili, avendoli ricavati direttamente
dall’esperienza in campo durante lo svolgimento di corsi di eskimo.
Eventuali osservazioni avanzate nel presente lavoro non hanno pertanto alcuna pretesa di verità e
non sono né vogliono essere una critica a quanto scritto o eseguito da altri.
Per agevolare la comprensione di quanto segue, si assumono le seguenti ipotesi di lavoro:
- l’eskimo è effettuato utilizzando un kayak (e non una canadese), quindi in posizione seduta
e con pagaia a doppia pala
- la pagaia viene impugnata normalmente, con le mani alla stessa distanza dalle pale (non
“pala lunga”)
- l’allievo esegue il movimento partendo da una posizione “in avanti” (testa e busto piegati
verso la punta del kayak) e uscendo da destra (capovolgimento con la mano destra avanti)
- le lezioni seguite dall’allievo hanno l’obiettivo di fargli apprendere e consolidare un eskimo
in acqua piatta (dove cioè non sia rilevante la componente “fluviale” legata a corrente,
presenza di rocce/ostacoli, differenza tra acqua bianca e verde)
- nel testo non vi sono particolari cenni agli esercizi in acqua finalizzati a creare la giusta
acquaticità dell’allievo (wet exit/entry, recupero di punta, rovesciamenti in appoggio a bordo
vasca/istruttore), i quali sono comunque fondamentali e propedeutici agli esercizi in acqua
di seguito trattati.
La didattica dell’eskimo: esercizi preparatori – Pagina 1 di 6
1) SCELTA DEL PERCORSO DI APPRENDIMENTO: IL RUOLO DELL’ISTRUTTORE
Nelle primissime fasi del processo di apprendimento dell’eskimo, all’istruttore competono le
seguenti azioni:
- 1.1.
valutazione dell’allievo
- 1.2.
[in funzione di 1.1] identificazione del tipo (variante) di eskimo oggetto
dell’apprendimento
- 1.3.
[in funzione di 1.1 + 1.2] definizione delle fasi dell’apprendimento e relativi
metodi/strumenti
Durante la fase di valutazione dell’allievo, è necessario analizzare tra gli altri i seguenti aspetti:
- conoscenze ed esperienza canoistica generale dell’allievo, per definire se egli sia in grado
di elaborare le informazioni che riceverà, essendo dotato/non dotato delle conoscenze
propedeutiche all’eskimo (ad es., sensibilità/manipolazione della pagaia, movimento dei
fianchi/bacino, appoggio alto, …)
- esperienza specifica per l’eskimo – l’istruttore deve valutare attentamente eventuali “cattive
abitudini” dell’allievo relative a precedenti tentativi di apprendere/consolidare l’eskimo
- forma fisica – gli esercizi di riscaldamento a secco (mobilizzazione muscolo-scheletrica,
stretching, esercizi propriocettivi) consentono anche di osservare lo stato fisico e
l’allenamento dell’allievo
- stato mentale – l’aspetto è normalmente quello decisivo, soprattutto operando con adulti
non particolarmente atletici/sportivi.
In esito alla valutazione dell’allievo, l’istruttore provvede ad identificare il tipo di eskimo su cui
verterà l’apprendimento; in genere, la variante più rapida da apprendere è quella dell’eskimo “a C”
(sweep roll), rispetto all’eskimo “a L” (C-to-C/brace roll):
- nello sweep roll [in cui la pala destra, dopo il ribaltamento, lavora sull’acqua fin dall’inizio della
spazzata che prosegue fino alla coda del kayak] il movimento è più progressivo, la torsione del
busto ha efficacia maggiore ed è più facile compensare la scarsa mobilità del bacino.
- nel C-to-C roll [in cui la pagaia, dopo il ribaltamento, viene inizialmente portata in posizione
perpendicolare al fianco della barca praticamente fuori dall’acqua e solo raggiunta tale posizione
lavora] il movimento è più esplosivo e richiede un efficace colpo d’anca
La fase di scelta dell’eskimo è in genere sottovalutata, quasi che l’eskimo e il suo insegnamento
siano uguali per tutti, in realtà molto spesso si osservano allievi che, una volta in acqua, eseguono
l’eskimo con movimenti spontanei abbastanza efficaci ma diversi da quelli indicati dall’istruttore: in
questo caso, è necessaria una correzione e l’istruttore deve scegliere se correggere l’allievo
(riportandolo ai propri insegnamenti) ovvero correggere se stesso modificando la variante di
eskimo inizialmente scelta.
Al proposito, si osserva che:
- le reali differenze tra le diverse varianti di eskimo “in avanti” sono minime, pertanto gli
esercizi preparatori saranno in gran parte gli stessi
- se l’istruttore ha un unico allievo, è bene condividere la scelta con l’allievo, il quale
andrebbe persuaso che quanto individuato dall’istruttore è l’opzione migliore anche perché
tiene conto di quanto valutato in 1.1
- se l’istruttore si rivolge a più allievi, la prima parte del corso si concentrerà sugli aspetti
comuni e solo successivamente, a secco e in acqua, si formeranno gruppi differenziati
- è comunque basilare che l’istruttore abbia le idee chiare, evitando di mischiare tecniche
differenti (sia pur di poco)
Identificato il tipo di eskimo, l’istruttore predisporrà un programma articolato definendone le fasi e
gli esercizi/strumenti, partendo dalla fase a secco e successivamente passando al lavoro in acqua.
Per tutte le fasi e i relativi movimenti, è fondamentale applicare puntualmente e scrupolosamente
quanto segue:
- ciascun movimento va congruamente ripetuto per facilitarne l’apprendimento e il
consolidamento
- non passare a movimento successivo senza che sia consolidato quello precedente
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-
continuare la ripetizione dei movimenti in successione finchè l’intero processo è
consolidato.
2) ESERCIZI A SECCO
L’importanza degli esercizi a secco è legata alla necessità di abituare l’allievo ai movimenti che
eseguirà in acqua, più che alle condizioni in cui si troverà.
Proprio perché tali condizioni (sensazione di intrappolamento in barca, posizione a testa in giù,
impossibilità di respirare, mancanza di punti d’appoggio) sono almeno inizialmente avverse e
vanno invece rese abituali e familiari, è fondamentale che alla fase in acqua l’allievo arrivi avendo
l’adeguata conoscenza dei movimenti da eseguire e della loro successione.
Tale conoscenza passa attraverso una loro ripetizione a secco corretta e costante, anche al fine di:
- abituare l’allievo a riconoscere gli stimoli neurosensoriali che precedono/seguono ciascun
movimento
- permettergli di eseguire e ripetere i movimenti in modo quasi istintivo
- fargli riconoscere e correggere i movimenti errati.
E’ pertanto fondamentale dedicare tempo e applicazione agli esercizi a secco, spesso trascurati e
che invece rivestono un ruolo chiave per almeno i seguenti aspetti:
- non è difficile verificare come, durante un corso di eskimo, si tenda a portare gli allievi in
acqua e a fare eseguire la manovra completa troppo presto, senza dare il tempo di
assimilare i movimenti, creando in tal modo una duplice difficoltà in quanto, come già detto,
le “avverse” condizioni di capovolgimento in acqua si sommano all’inadeguata padronanza
del gesto tecnico
- gli esercizi a secco consentono di separare la manovra in fasi distinte e di eseguire il gesto
tecnico in tutta tranquillità, in situazione ottimale di comunicazione tra istruttore e allievo
L’uso della pagaia a secco è utile per il riscaldamento degli arti superiori e dei muscoli del torso,
(più direttamente impegnati nell’eskimo), e serve all’istruttore per verificare eventuali deficit tecnici
dell’allievo che possono incidere negativamente sulla riuscita della manovra, ad es.:
- Posizione delle mani sul manico e simmetria dell’impugnatura
- Impugnatura palmare (presa troppo stretta sul manico)
- Movimento dei polsi
- Eccessiva apertura dell’articolazione della spalla (gomiti alti ed esterni)
Ad esempio, fare pagaiare l’allievo stando in piedi è utile in quanto:
- l’istruttore, stando di fronte, valuta l’adeguatezza del movimento - di norma un movimento
armonico e senza grossi difetti rivela una buona tecnica, fondamentale per l’eskimo
- è molto importante per osservare la posizione e il comportamento delle mani – ad es. uno
degli ostacoli principali all’eskimo è tirare la pagaia verso il basso verticalizzandola anziché
tenerla orizzontale in superficie, cosa che di norma dipende da una impugnatura molto
serrata e dall’uso eccessivo del braccio destro
Abbinando l’uso di kayak e pagaia a secco è possibile effettuare la simulazione della manovra
completa, dalla posizione di partenza a quella di uscita, prestando la massima attenzione ai
particolari e chiedendo all’allievo di ripetere più volte ogni movimento separatamente, prima di
passare alla manovra completa.
Obiettivo primario dell’esercizio è rendere il più possibile naturale la manovra, abituando l’allievo a
“sentire” il movimento del corpo: in tal modo, una volta in acqua, la manovra sarà eseguita in modo
spontaneo e, cosa più importante, esattamente nello stesso modo (ovviamente partendo da una
posizione ruotata di 180° lungo l’asse longitudinale del kayak).
L’esercizio consente inoltre di superare le difficoltà legate alla visualizzazione dell’eskimo da parte
dell’allievo, il quale in genere fatica a tradurre le indicazioni dell’istruttore in immagini da poter
seguire: abituando l’allievo a ripetere il movimento a secco, si sostituisce l’aspetto visivo-visuale
con quello propriocettivo, ben più importante del primo in situazione di eskimo reale.
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Durante tale esercizio l’istruttore curerà in particolare i seguenti aspetti:
[Posizione di partenza]
- Il polso è del tutto “decelerato” (gesto di “chiudere il gas” della motocicletta)
- pagaia orizzontale appoggiata sul pavimento,
- testa e tronco il più possibile in avanti e ruotati verso sinistra
[appoggio progressivo]
- rotazione del tronco in senso orario
- mantenimento della pagaia in posizione parallela alle spalle per tutto il movimento
- progressiva “accelerazione” del polso durante la rotazione
- braccio sinistro aderente a fianco sinistro con gomito basso
E’ opportuno consolidare l’esercizio attraverso numerose ripetizioni.
3) ESERCIZI IN ACQUA
Una volta acquisiti i movimenti da parte dell’allievo, occorre portare in acqua quanto appreso,
previa acquisizione della giusta familiarità con l’acqua e la posizione di ribaltamento da cui origina
l’eskimo.
Al proposito, il contributo dell’istruttore è fondamentale innanzitutto per creare il clima più
favorevole per l’apprendimento, per i seguenti aspetti:
- spesso l’allievo percepisce l’acqua come un nemico dal quale stare lontano, cosa che ne
blocca i movimenti
- la canoa è considerata come luogo sicuro, che protegge dai pericoli dell’acqua, quindi
l’allievo mantiene una posizione molto rigida/bloccata, evitando le oscillazioni e i movimenti
che possano compromettere la stabilità (primaria) della barca
- un appoggio insicuro e molto conservativo è l’indicatore di tale percezione e il preludio a
maggiori difficoltà nell’apprendimento dell’eskimo
- compito dell’istruttore è quello di utilizzare il lato ludico e divertente della canoa (giochi di
equilibrio/acrobazia/abilità in acqua) per aiutare l’allievo a liberarsi da paure e indecisioni.
In tal senso, senza dilungarsi oltre, è utile all’apprendimento dell’eskimo ogni esercizio in acqua,
quale ad es, il perfezionamento dell’appoggio alto di cui sotto, che contribuisca alla
familiarizzazione con il concetto di ribaltamento (non necessariamente causato da errore di
conduzione) come situazione normale dell’andare in canoa.
APPOGGIO ALTO
Il primo esercizio consigliato è l’esecuzione dell’appoggio alto a destra: spesso infatti si osservano
canoisti, dotati di esperienza in acqua piatta e di una discreta tecnica di pagaiata (propulsione
avanti), in difficoltà nell’appoggio, che eseguono mantenendo il peso bloccato all’interno del kayak
col risultato di ottenere una sorta di pagaiata circolare (che ha l’obiettivo di far girare la barca sul
piano orizzontale in normale galleggiamento) e non un appoggio alto (movimento di
controribaltamento sull’asse longitudinale della barca).
Posizionatosi in acqua in piedi e al fianco destro dell’allievo, l’istruttore facilita l’esecuzione
dell’appoggio sorreggendo dal fianco destro l’allievo e guidando il movimento della pagaia,
curando in particolare che:
- le braccia dell’allievo siano piegate e vicine al corpo
- il gomito destro stia sotto il manico della pagaia, per favorire la rotazione del tronco invece
dello spostamento delle braccia in allontanamento dal tronco stesso.
Tale movimento corrisponde a quello dell’eskimo per la posizione della pagaia (in eskimo, la canoa
andrà ribaltata di 180°).
USO DEI FIANCHI
La difficoltà nell’appoggio origina anche dall’errato o mancato uso di gambe e bacino, tipico del
canoista “tutto braccia”.
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Esercizio propedeutico all’appoggio alto (e all’eskimo) è allora quello di abituare l’allievo a
controruotare la barca con il fianco/ginocchio destro (rotazione antioraria lungo asse longitudinale),
dopo averla ruotata in senso orario con fianco/ginocchio sinistro per provocare il ribaltamento
(parziale) da cui nasce la necessità dell’appoggio alto.
Lo stesso esercizio si rivelerà utile all’inizio della manovra di eskimo: ottenuto il ribaltamento
completo della barca e assunta la posizione di partenza, una prima pressione verso il basso con il
ginocchio sinistro crea un effetto di “caricamento molla” che rende più esplosiva la contropressione
col ginocchio destro che accompagna la rotazione del busto raddrizzando il kayak.
La simulazione dell’intera manovra, precedentemente esercitata a secco, viene riproposta in acqua
ed è utile per consentire all’allievo di familiarizzare con il movimento di fianchi da applicare durante
l’eskimo.
Un altro esercizio utile per migliorare la padronanza dei fianchi è far pagaiare l’allievo con il kayak
piegato su un fianco (alternare su entrambi i fianchi), mantenendo l’inclinazione verso l’esterno e
chiedendo di aumentarla progressivamente: da un certo grado di inclinazione in poi, sarà possibile
mantenere la pagaiata stando in equilibrio senza rovesciarsi soltanto controbilanciando
correttamente con il fianco alto (opposto a quello di lavoro) e piegando il busto verso il fianco
stesso (spalla si chiude verso il fianco della canoa, busto non ruota), mantenendo spalle e testa
centrali sul pozzetto in modo che il baricentro ricada all’interno della barca.
PAGAIA IN SUPERFICIE
Uno degli errori più frequenti consiste nell’uso eccessivo delle braccia per raddrizzare la barca,
tirando con la mano destra verso il fondo e verticalizzando così la pagaia.
Tale comportamento è abbastanza istintivo e tuttavia va corretto perché rende l’eskimo
praticamente impossibile, esaurendosi ben presto l’appoggio fornito dalla pala destra che affonda
mentre il kayak è ancora ribaltato e il corpo rimane nell’acqua.
Si suggeriscono alcuni esercizi da far eseguire all’allievo per la correzione del difetto:
- guardare la pala destra per tutto il movimento
- serrare sotto l’ascella sinistra una ciabatta o altro oggetto simile, eseguendo l’eskimo con
l’obiettivo di non perderla durante la manovra (la trazione della mano destra verso il basso
di norma si accompagna con l’innalzamento della mano sinistra fuori dall’acqua e
l’allontanamento del gomito sinistro dal fianco)
- eseguire la manovra con la pagaia che passa tra la superficie e un oggetto
sufficientemente lungo (ad es. una pagaia o un lungo bastone) tenuto immerso parallelo al
kayak e alla superficie: l’istruttore e un aiuto reggono tale oggetto immerso per circa 40 cm
e a circa 1 m di distanza dal fianco del kayak, in modo che la pala destra dell’allievo si
mantenga sopra di esso durante tutto l’arco
ANGOLO DI INCIDENZA DELLA PALA
Il corretto angolo di incidenza della pala destra sull’acqua è fondamentale per la riuscita
dell’eskimo: nella corretta posizione di partenza, dopo il ribaltamento, la pagaia viene tenuta
orizzontale e fuori dall’acqua, con il polso destro tutto “decelerato” per creare tra il cucchiaio della
stessa e l’acqua l’angolo acuto di ampiezza maggiore possibile. Da tale posizione, man mano si
sviluppa l’arco dell’appoggio progressivo sull’acqua, l’allievo “accelera” il polso per mantenere tale
angolo compensando la rotazione in corso.
Partire con la pala piatta sull’acqua o addirittura negativa (angolo tra dorso della pala e acqua)
comporta l’inevitabile affondamento della pagaia durante l’arco e l’insuccesso della manovra.
Per correggere il difetto si può ricorrere ai seguenti accorgimenti:
- in posizione di partenza, picchiare con la pala destra sull’acqua per sentire se il cucchiaio è
orizzontale, e successivamente decelerare tutto il polso per ottenere il giusto angolo di
incidenza
- eseguire l’intera manovra dell’eskimo senza raddrizzarsi, ostacolando la rotazione della
barca mediante pressione sul ginocchio sinistro, percorrendo l’intero arco e ritornando alla
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posizione di partenza come in un appoggio continuo (punta => coda => punta), con 2/3
ripetizioni prima di effettuare la manovra corretta inserendo l’uso del fianco/ginocchio
destro – l’esercizio migliora la percezione dell’allievo rispetto al tenere la pagaia il più
possibile orizzontale e verso la superficie
ULTERIORI PROGRESSI
Una volta consolidato l’apprendimento della manovra, verificato cioè che l’allievo esegue l’eskimo
con efficacia e naturalezza, una buona pratica per migliorarne ulteriormente la confidenza e
passare a verifiche di livello superiore è quella di rimuovere progressivamente alcuni punti fissi
della manovra, ad es. mediante i seguenti esercizi.
a) Esecuzione di alcune manovre senza interruzione - Condizioni necessarie per una riuscita
dell’esercizio sono che:
- l’allievo mantenga una corretta posizione del busto e della testa, il più possibile a contatto
con il kayak (busto aderente al paraspruzzi, in avanti e ruotato verso sinistra, testa sul
fianco del kayak)
- il movimento della pagaia segua la torsione del busto, grazie a una posizione chiusa (gomiti
il più possibile bassi e aderenti ai fianchi).
b) Rovesciamento senza pagaia, recupero della pagaia galleggiante in acqua ed esecuzione della
manovra
c) Rovesciamento con la pagaia in posizione opposta a quella normale (mano sinistra avanti),
passaggio della pagaia sopra la pancia del kayak ribaltato da un lato all’altro, recupero della
posizione di partenza ed esecuzione della manovra.
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