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PROVINCIA 33 GIOVEDÌ 28 NOVEMBRE 2013 Ritorno alle radici INTERVISTA A: Luca Pisaroni Una carriera iniziata grazie al nonno e all'urlo di Tardelli Il basso-baritono bussetano cresciuto a prosciutto e parmigiano canta soprattutto all'estero ma appena può torna tra gli amici Vanni Buttasi U na carriera tutta all'estero anche se il suo cuore è sempre a Busseto, terra originaria della sua famiglia. Luca Pisaroni, 38 anni, basso-baritono di successo, ha contratti per i prossimi anni a Berlino, Parigi, New York e Londra. Lei è nato in Venezuela, poi è tornato in Italia a Busseto, paese di origine di suo padre: cosa ricorda della sua infanzia e degli anni di gioventù? Sono tornato a Busseto quando avevo 4 anni dopo che i miei genitori avevano vissuto in Venezuela per quasi 10 anni. Sono cresciuto a Busseto a prosciutto, parmigiano e Giuseppe Verdi. Ho dei bellissimi ricordi perché facendo parte dell'associazione «Amici di Verdi» passavo tutto il tempo libero che avevo al Salone Barezzi circondato da cimeli verdiani ed ascoltando opere di Verdi. Per un ragazzino come me che aveva come sogno quello di diventare un cantante d'opera non c'era condizione migliore per sviluppare la propria passione. E' vero che è stato suo nonno materno ad indirizzarla verso il canto? Se sono diventato un amante dell'opera lirica lo devo sicuramente ’’ ’’ Sono rimasto folgorato da «Ella giammai m'amò» cantata da Boris Christoff a mio nonno Franco. Avevo 8 anni quando, per la prima volta, mi fece ascoltare «Ella giammai m'amò» cantata da Boris Christoff. Rimasi completamente folgorato dalla sua voce: non potevo credere che la voce umana potesse produrre dei suoni così profondi. Fu davvero un amore a prima vista. E' come se la musica lirica fosse sempre stata dentro di me e mio nonno non fece altro che aiutarmi a capire quale fosse la mia vocazione. Da piccolo voleva fare il cantante lirico? Assolutamente sì. La decisione l'ho presa quando avevo 11 anni. Che emozione esibirmi davanti alla statua di Verdi con mio suocero Thomas Hampson Era il 1986 e in televisione trasmettevano la pubblicità ai campionati del mondo di calcio con le immagini del gol di Marco Tardelli della finale dei campionati del 1982 e come colonna sonora Luciano Pavarotti che cantava «Nessun dorma». Per me è stata una folgorazione: vedere Tardelli esultare dopo il gol con le note di «Vincerò, vincerò» è come se un nuovo mondo mi fosse apparso davanti. Da quel momento ho fatto tutto quello che ho potuto per realizzare il mio sogno di mettere la musica al centro della mia vita... e sono molto fortunato ad esserci riuscito. Torna spesso a Busseto: come l'accolgono i suoi concittadini? Purtroppo non torno spesso a Busseto. Ho tanti impegni e quando ho un attimo di tempo libero rimango a Vienna, dove vivo dal 2005 insieme a mia moglie Catherine ed ai miei due cani Lenny e Tristan. Ogni volta che torno, però, è come se niente fosse cambiato e mi fa piacere rivedere tutti quegli amici che hanno seguito e che seguono la mia carriera sin dai miei esordi nel coro della chiesa Collegiata di San Bartolomeo. quest'anno a Busseto per il bicentenario verdiano: cosa ricorda di quel concerto? Ho un bellissimo rapporto con mio suocero che stimo e rispetto tantissimo indipendentemente dal legame familiare. Senza dubbio la mia sensibilità musicale e il mio approccio al canto sono stati fortemente influenzati da Thomas che mi ha aiutato ad aprire i miei orizzonti musicali anche al repertorio concertistico e liederistico. Cantare in piazza a Busseto con mio suocero è stato un momento molto emozionante. Non capita spesso di cantare il duetto del Don Carlo davanti al monumento del grande Maestro Verdi. Ci racconta l'emozione del debutto. Ho debuttato a 25 anni come Figaro nelle «Nozze di Figaro» di Mozart. Ho dei bellissimi ricordi di quei giorni perché ero travolto dall'euforia di riuscire finalmente a realizzare il mio sogno di diventare un cantante d'opera. In quel periodo vivevo un poco come uno dei personaggi della Bohème pucciniana. Tutti i giorni nutrendomi di sogni, chimere e castelli in aria... Lei ha un carnet ricco di impegni: c'è spazio anche per l'Italia? Purtroppo al momento non ho nessun progetto in Italia. E' un peccato che canti così raramente nel mio Paese ma questo non dipende sicuramente da me. Ha mai cantato al Teatro Regio, a Parma? No, purtroppo non ho mai cantato al Teatro Regio. Com'è il rapporto con suo suocero, il baritono Thomas Hampson? Insieme vi siete esibiti Album Qui sopra, dall'alto, Luca Pisaroni in scena al Metropolitan nel «Don Giovanni» e con il suocero Thomas Hampson a Busseto. Ha un sogno nel cassetto? Poter un giorno interpretare il grande repertorio verdiano, per il quale ho un amore particolare. Da sempre la musica di Verdi occupa un posto molto speciale nel mio cuore. Forse perché come disse il grande Maestro: “Sono stato, sono e sarò sempre un paesano di Busseto (delle Roncole)”.