Io che leggo... Peppino Gagliardi canta con il

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Io che leggo... Peppino Gagliardi canta con il
08/09/2014
Io che leggo... Peppino Gagliardi canta con il rosario in mano, era il 1963
L'esibizione di un determinato sentimento o affezione non è assolutamente in potere della musica". Nel 1854 Eduard
Hanslick scrive a Vienna uno dei testi fondamentali dell'estetica musicale, "Vom Musikalisch-Schönen". Hanslick è
contemporaneo di Liszt, in polemica con Wagner, e dimostra nel suo saggio l'incapacità della musica di rappresentare
sentimenti umani a partire dall'"Orfeo ed Euridice" di Ch. W. Gluck. Di sicuro Hanslick non aveva mai visto sul palco
Peppino Gagliardi.
Sintesi da ilfoglio.it - E' il 1963. Un ventitreenne napoletano, già da qualche tempo noto localmente, incide "T'amo e
t'amerò" per la storica etichetta Zeus - quando ancora esistevano le etichette indipendenti italiane - e il suo talento
arriva in tutta Italia. Tre anni dopo sale sul palco del Festival di Sanremo per cantare "Se tu non fossi qui", scritta da
Carlo Alberto Rossi. In coppia con Gagliardi come cantante straniero c'è Pat Boone, al primo posto nelle classifiche
americane con "Speedy Gonzales". E' l'edizione del Festival con Celentano che canta "Il ragazzo della via Gluck" e la
Caselli che canta "Nessuno mi può giudicare". Ma l'esibizione di Gagliardi resta nella storia. Un po' per via della
leggenda secondo la quale Peppino, eliminato, dopo il ripescaggio della giuria dei giornalisti sviene dietro le quinte, in
pieno stile drammaturgico partenopeo. E poi perché Gagliardi, la prima sera, fa qualcosa che neanche Madonna, Lady
Gaga avrebbero mai avuto il coraggio di fare sul sacro palco sanremese durante gli anni Sessanta: canta con un
rosario in mano. E fa arrabbiare tutti, compreso il conduttore Mike Bongiorno. Nel 1966 vince il Festival di Sanremo la
canzone "Dio come ti amo" di Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti. "Se tu non fossi qui" arriva nona.
Due anni dopo Gagliardi pubblica il brano "Che vuole questa musica stasera", che diventa uno straordinario e
inaspettato successo internazionale. Qualche tempo fa un'amica di Shanghai, durante un viaggio in macchina, mi ha
fatto ascoltare la cover eseguita dalla famosa cantante giapponese Yoko Kishi, ??????. I basettoni di Peppino
Gagliardi negli anni Settanta arrivano fino in Giappone, grazie anche al fatto che nel 1969 il pezzo viene inserito nella
colonna sonora del film "Plagio" di Sergio Capogna, che ottiene un discreto successo nel paese del Sol Levante, e poi
nel 1974 in "Profumo di donna" di Dino Risi. Nel frattempo due brani - e due relative esibizioni storiche di nuovo al
Festival di Sanremo - consolidano il successo di Peppino nel pubblico italiano: "Settembre" (1970) e "Come le viole"
(1972).