programma del concerto
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FESTIVAL BENJAMIN GODARD NEI SALOTTI PARIGINI DAL 9 APRILE AL 15 MAGGIO 2016 Palazzetto Bru Zane – sabato 30 aprile, ore 17 Violoncello romantico Gary Hoffman, violoncello David Selig, pianoforte PALAZZETTO BRU ZANE CENTRE DE MUSIQUE ROMANTIQUE FRANÇAISE Compositore prolifico, eccellente autore di mélodies, nonché abile violinista e un pianista virtuoso, Benjamin Godard (1849-1895) non ha lasciato quasi traccia di sé nella storia della musica, se non per la sua Berceuse tratta dall’opera Jocelyn. Appassionato di musica strumentale, Godard privilegia nelle sue pagine lo slancio del cuore sul ragionamento della mente. Benjamin Godard svolge un ruolo attivo nella vita musicale francese all’inizio della Terza Repubblica. Si esibisce in quartetto ed è anche direttore d’orchestra, veste nella quale fonda la Société des concerts modernes. Il suo stile, alla maniera del classicismo romantico di Mendelssohn, rimane tradizionale e non subisce il fascino della scrittura wagneriana. Alcune delle sue pagine fanno vibrare l’intimo sentimentalismo dell’ascoltatore, mentre altre evocano il colore pittoresco o gli arcaismi del passato attraverso uno stile alla portata del grande pubblico. Compositeur prolifique, violoniste habile, pianiste virtuose, mélodiste de premier ordre, Benjamin Godard (1849-1895) n'a laissé quasiment aucune trace dans l'histoire de la musique, si ce n'est avec sa « Berceuse » tirée de l'opéra Jocelyn. Amoureux de musique instrumentale, l'artiste privilégie l'élan du cœur sur le raisonnement de l'esprit. Benjamin Godard tient un rôle actif dans la vie musicale française des débuts de la Troisième République. Il se produit en quatuor ou comme chef d'orchestre : en tant que tel, il fonde la Société des concerts modernes. Son style, dans la veine du classicisme romantique d'un Mendelssohn, reste traditionnel et éloigné de l'écriture wagnérienne. Nombre de ses pièces et mélodies font vibrer la fibre sentimentale de son auditoire, tandis que d'autres évoquent le pittoresque ou les archaïsmes du passé à travers un style mis à la portée du grand public. La sonata per violoncello in Francia Fino al XIX secolo, il violoncello ebbe soprattutto la funzione di eseguire la linea del basso, anche se nell’epoca barocca gli furono dedicati concerti, sonate e suites. Questa prassi avrebbe potuto ostacolarne l’evoluzione, eppure in Francia la sonata per violoncello si sviluppò prima di quella per violino. Onslow fu un pioniere in materia, con la raccolta delle Tre Sonate op. 16 (1820), in cui i due strumenti sono trattati alla pari, secondo l’esempio di Beethoven. In seguito, le Sonate op. 45 e op. 58 di Mendelssohn (composte rispettivamente nel 1838 e nel 1843) serviranno da modello. Non è forse un caso che le partiture siano spesso opera di compositori che suonano il violoncello (Onslow, Lalo) o sono amici di un solista come Auguste Franchomme (Charles-Valentin Alkan, Fryderyk Chopin). Tuttavia, i musicisti che si cimentano con la sonata per violoncello lo fanno perlopiù una volta sola. Con le generazioni di Saint-Saëns e di Fauré, il genere si amplia e si diffonde, attestando un entusiasmo in continua crescita per questo strumento, sia nell’ambito della musica da camera sia in quello del concerto e dell’orchestra. Così nascono le opere di Fernand de La Tombelle, Guy Ropartz, Rita Strohl, Henri Duparc, Albéric Magnard, Benjamin Godard… 2 La sonate pour violoncelle en France Jusqu’au XIXe siècle, le violoncelle a surtout pour fonction de jouer la ligne de basse, même si des sonates, suites et concertos lui furent destinés à l’époque baroque. Ce statut aurait pu entraver son émancipation. En France, la sonate pour violoncelle se développe néanmoins avant celle pour violon. Onslow est un pionnier en la matière, avec son recueil de Trois Sonates op. 16 (1820) qui placent les deux instruments sur un pied d’égalité, suivant l’exemple de Beethoven. Les sonates op. 45 et 58 de Mendelssohn (composées respectivement en 1838 et 1843) servent ensuite de modèle. Il n’est peut-être pas fortuit que les partitions soient souvent écrites par des compositeurs pratiquant le violoncelle (Onslow, Lalo) ou amis d’un soliste comme Franchomme (Alkan, Chopin). Mais la majorité des musiciens qui touchent à la sonate pour violoncelle s’y confrontent une seule fois. Avec les générations de Saint-Saëns et de Fauré, le genre prend de l’ampleur, attestant l’engouement toujours croissant pour l’instrument, dans le domaine de la musique de chambre comme dans ceux du concerto et de l’orchestre. Ainsi naissent les œuvres de La Tombelle, Ropartz, Strohl, Duparc, Magnard, Godard… Benjamin Godard Sonate pour violoncelle et piano : Moderato – Adagio non troppo – Vivace ma non troppo Rita Strohl Grande sonate dramatique « Titus et Bérénice » pour violoncelle et piano : Allegro moderato – Vivace – Lento tristamente – Allegro molto movimento Durata del concerto / Durée du concert 1h15 Il Palazzetto Bru Zane vi dà appuntamento dopo il concerto per un brindisi insieme ai musicisti Le Palazzetto Bru Zane vous donne rendez-vous après le concert pour un verre en compagnie des musiciens Le opere Les œuvres 4 Benjamin Godard: Sonata per violoncello e pianoforte Moderato – Adagio non troppo – Vivace ma non troppo Benjamin Godard : Sonate pour violoncelle et piano Moderato – Adagio non troppo – Vivace ma non troppo Accanto a numerose opere composte per il suo primo strumento, il violino, e a pezzi pianistici, sinfonie e opere vocali, il catalogo di Benjamin Godard annovera parecchi brani dedicati al violoncello. Oggi caduta nel più completo oblio, la Sonata in re minore op. 104 pubblicata nel 1887 da Durand e Schoenewerk attesta la padronanza, da parte di Godard, della scrittura per violoncello, strumento di cui sa mettere particolarmente in risalto le potenzialità espressive associate ai suoi diversi registri. Questa sonata rivela anche l’influenza esercitata dalla musica di Schumann sul giovane docente della classe di ensemble strumentale del Conservatorio parigino. L’opera ha inizio con un movimento di tipo ternario le cui prime battute evocano il genere della barcarola, e il cui colore sommesso e cupo ricorda la Lugubre gondole per pianoforte (o per pianoforte e violino/violoncello) di Franz Liszt. L’esposizione al pianoforte del secondo tema, in fa maggiore, è per parte sua accompagnata da figurazioni tipicamente schumanniane. Pagina di estremo lirismo, dalle armonie delicate e cromatiche, il secondo movimento è anch’esso fortemente intriso di germanesimo. Nel finale, l’influenza propriamente schumanniana si fa nuovamente sentire attraverso la formidabile energia ritmica che emana dalla scrittura omoritmica di un motivo vivace fondato sulla ripetizione delle stesse cellule, ricco d’accenti e caratterizzato dall’asprezza di un intervallo di quarta aumentata discendente. Pieno di contrasti, il discorso relativo a questa parte oscilla tra tale carattere deciso e passaggi leggeri o cantabili. Aux côtés de plusieurs œuvres écrites pour son premier instrument, le violon, ainsi que d’opus pour le piano, de symphonies et d’ouvrages vocaux, le catalogue de Benjamin Godard compte plusieurs pièces dédiées au violoncelle. Aujourd’hui complètement tombée dans l’oubli, la Sonate en ré mineur op. 104 publiée en 1887 chez Durand et Schoenewerk témoigne de la maîtrise par Godard de l’écriture pour violoncelle, instrument dont il sait en particulier mettre en valeur les potentialités expressives associées à ses différents registres. Cette sonate révèle aussi l’influence de la musique de Schumann sur le jeune professeur de la classe d’ensemble instrumental du Conservatoire de Paris. L’œuvre débute par un mouvement au rythme ternaire dont les premières mesures évoquent le genre de la barcarolle, et dont la couleur mineure et sombre n’est pas sans rappeler la Lugubre gondole pour piano (ou piano et violon/ violoncelle) de Franz Liszt. L’exposé du second thème, en fa majeur, au piano, est quant à lui accompagné par des figurations typiquement schumaniennes. Page d’un très grand lyrisme, aux harmonies délicates et chromatiques, le deuxième mouvement est lui aussi fortement teinté de germanisme. Dans le finale, l’influence précisément schumanienne se fait sentir à nouveau à travers la formidable énergie rythmique qui se dégage de l’écriture en homorythmie d’un motif véhément fondé sur la répétition des mêmes cellules, riche en accents et caractérisé par l’âpreté d’un intervalle de quarte augmentée descendant. Plein de contrastes, le discours de cette partie oscille entre ce caractère décidé et des passages légers ou chantants. Rita Strohl: Grande sonate dramatique «Titus et Bérénice» per violoncello e pianoforte La partitura è preceduta da un breve riassunto: «Tito, pur amando appassionatamente Berenice, e avendole anche, a quanto pare, promesso di sposarla, la mandò via da Roma, contro la propria volontà e quella di lei, sin dai primi giorni del suo impero» (dalla Prefazione alla Bérénice di Racine). 1o movimento, Allegro moderato: «Incertezza di Tito… passione… speranza di piegare Roma, che "per una legge che non si può cambiare / il suo sangue con lo straniero vieta mescolare" (Racine)» – 2o movimento, Vivace: «Stanze di Berenice. Le sue ancelle cercano di distrarla con canti e danze» – 3o movimento, Lento tristamente: «Berenice sa tutto… Tito, nonostante il suo amore, la sacrifica all’impero. Berenice: "M’agito e corro, languente, abbattuta / perdo le forze e il riposo m’uccide" (Racine)» – 4o movimento, Allegro molto movimento: «Si avvicina il terribile momento della separazione. Scena d’amore – lacerazione. Tito: "Questo giorno è insuperato. Mai, lo confesso / voi siete stata amata con tanta tenerezza / e mai…" Berenice: "Mi amate, lo affermate / eppur devo partire e voi me l’ordinate! […] Ah, crudele! Per pietà, non amarmi sì tanto!" (Racine)». Rita Strohl : Grande sonate dramatique « Titus et Bérénice » pour violoncelle et piano La partition est surmontée du résumé suivant : « Titus qui aimait passionnément Bérénice, et qui même, à ce qu’on croyait, lui avait promis de l’épouser, la renvoya de Rome, malgré lui et malgré elle, dès les premiers jours de son empire. » (Préface de Bérénice de Racine). 1er mouvement, Allegro moderato : « Incertitude de Titus… passion… espoir de fléchir Rome qui, "Par une loi qui ne se peut changer / N’admet avec son sang aucun sang étranger" (Racine). » – 2e mouvement, Vivace : « Appartements de Bérénice. Ses femmes par leurs chants et leurs danses s’efforcent de la distraire. » – 3e mouvement, Lento tristamente : « Bérénice sait tout… Titus malgré son amour, la sacrifie à l’Empire. Bérénice : "Je m’agite, je cours, languissante, abattue / La force m’abandonne, et le repos me tue" (Racine). » – 4e mouvement, Allegro molto movimento : « Le terrible moment approche, la séparation s’accomplira. Scène d’amour – déchirements. Titus : "Ce jour surpasse tout. Jamais je le confesse / Vous ne fûtes aimée avec tant de tendresse / Et jamais…" Bérénice : "Vous m’aimez, vous me le soutenez / Et cependant je pars et vous me l’ordonnez ! Ah, cruel ! Par pitié, montre-moi moins d’amour ! " (Racine) » Quest’opera, pubblicata nel 1892, ha la particolarità di unire il genere tradizionale della sonata a un procedimento narrativo, il che la rende «drammatica». La partitura racconta la storia di Tito e Berenice, basandosi su citazioni tratte dalla tragedia Bérénice di Racine (1670). Tuttavia, ognuno dei movimenti rappresenta un Cette œuvre, publiée en 1892, a la particularité de conjuguer le genre traditionnel de la sonate avec un procédé narratif. « Dramatique », sa partition raconte l’histoire de Titus et Bérénice en s’appuyant sur des citations de la tragédie Bérénice de Racine (1670). Chacun des mouvements dépeint toutefois l’étape d’un récit plutôt qu’une action 5 momento del racconto, piuttosto che un’azione continua. L’opera, dedicata al violoncellista Charles Furet, si distingue per i contrasti e il grande respiro espressivo, ottenuti per mezzo di scritture ampie e molto variate. Alla misteriosa introduzione segue un Moderato che sviluppa a lungo una bella melodia, prima di lasciare il posto a un Molto movimento cupo e convulso. Per l’animazione ritmica, la leggerezza e l’atmosfera di mistero, il secondo movimento Vivace evoca uno scherzo di tipo mendelssohniano. La sezione centrale è contraddistinta da un basso ostinato. Dopo un corale nel registro acuto del pianoforte, ritorna la sezione iniziale, alterata. Il terzo movimento è un Lento, tristamente. Il tono di lamento funebre è reso per mezzo di espressivi cromatismi. A poco a poco la scrittura si carica e guadagna in intensità. Silenzio... Il violoncello declama un «recitativo» che riporta il canto funebre. Con un flusso di arpeggi al pianoforte e la linea melodica continua al violoncello, il quarto movimento Allegro molto movimento emana una grande forza drammatica. Nella parte Ben cantando, meno affannosa, il piano fa da controcanto al violoncello. Dopo violenti contrasti riappare il tema iniziale, che introduce il Molto appassionato conclusivo, di espressione particolarmente intensa. 6 continue. L’œuvre se signale par ses contrastes et son grand souffle expressif, obtenus au moyen d’écritures amples et très variées. Elle est dédiée au violoncelliste Charles Furet. À l’introduction mystérieuse succède un Moderato déployant une belle mélodie, longuement développée. Il fait place à un Molto movimento sombre et heurté. Par son animation rythmique, sa légèreté, son atmosphère de mystère, le deuxième mouvement Vivace évoque le scherzo de type mendelssohnien. La section centrale est marquée par une basse obstinée. Après un choral dans l’aigu du piano, la section initiale revient, altérée. Le troisième mouvement est un Lento, tristamente. Le ton de déploration est rendu par des chromatismes expressifs. Peu à peu l’écriture se charge et gagne en intensité. Silence... Le violoncelle déclame un « récitatif », qui ramène le chant de déploration. Avec son flot d’arpèges au piano et sa ligne mélodique continue au violoncelle, le quatrième mouvement Allegro molto movimento dégage une grande force dramatique. Dans la partie Ben cantando, moins haletante, le piano fait contrechant au violoncelle. Après de violents contrastes, le thème initial réapparaît, et engage le Molto appassionato conclusif, à l’expression exacerbée. I compositori Les compositeurs Benjamin Godard (1849-1895) Enfant prodige del violino, allievo di Richard Hammer e di Henri Vieuxtemps, Benjamin Godard entra al Conservatorio parigino, ove studia Composizione con Henri Reber. Fallisce due volte il concorso per il prix de Rome, ma occupa nondimeno una parte importante nella vita musicale francese agli inizi della Terza Repubblica; suona con pari disinvoltura il violino e il pianoforte, ma è richiesto soprattutto come violista e molto apprezzato come tale dai quartetti d’archi che frequenta all’epoca. I suoi pezzi pianistici riscuotono sempre un sicuro successo nei salotti. In qualità di direttore d’orchestra, fonda nel 1884 la Société des Concerts modernes con gli strumentisti dei Concerts populaires de Pasdeloup (che era appena andato in pensione). A partire dal 1887 è docente al Conservatoire de Paris, ove è titolare della classe di ensemble strumentale. Il corpus dei suoi lavori comprende circa 150 opere e tocca tutti i generi: sei opere, tra cui Jocelyn (1888), famosa per la sua Berceuse, e La Vivandière, che conobbe un grande successo postumo; numerosi pezzi per orchestra, tra cui diverse sinfonie a programma (Symphonie orientale, Symphonie légendaire con cori, Le Tasse, sinfonia drammatica con solisti e coro, che gli valse nel 1878 il Prix de la Ville de Paris); svariati concerti, brani di musica da camera e un’abbondante produzione di mélodies e di musiche per pianoforte. Inizialmente fu ritenuto un compositore originale e fantasioso e un importante rappresentante della scuola francese moderna, ma il suo stile non tenne conto dell’evoluzione dello stile musicale avviata in Francia negli anni ottanta del XIX secolo. Temendo l’influenza di Wagner sui musicisti della sua generazione, Godard rimase fedele al proprio linguaggio, intriso del romanticismo che gli ispiravano Chopin, Mendelssohn e Schumann. La sua carriera s’interruppe prematuramente; di salute cagionevole, fu costretto a lasciare Parigi per trasferirsi a Cannes, dove mosrì nel 1895. Benjamin Godard (1849-1895) Enfant prodige du violon, élève de Richard Hammer et d’Henri Vieuxtemps, Benjamin Godard entre au Conservatoire de Paris où il étudie la composition avec Henri Reber. Il échoue deux fois au concours de Rome, mais n’en tient pas moins une place importante dans la vie musicale française des débuts de la IIIe République : se produisant aussi bien au violon qu’au piano, c’est surtout à l’alto qu’il est un partenaire apprécié dans les différents quatuors que Godard fréquente, et ses pièces de piano connaissent un succès certain dans les salons. Chef d’orchestre, il crée en 1884 la Société des Concerts modernes avec les musiciens des Concerts populaires de Pasdeloup (qui venait de prendre sa retraite). Il est professeur au Conservatoire de Paris, chargé de la classe d’ensemble instrumental à partir de 1887. Son catalogue d’environ 150 numéros d’opus touche à tous les genres : six opéras, dont Jocelyn (1888), célèbre pour sa « Berceuse », et La Vivandière qui connut un grand succès posthume ; des pièces orchestrales dont plusieurs symphonies à programme (Symphonie orientale, Symphonie légendaire avec chœurs, ou encore Le Tasse, symphonie dramatique avec soli et chœurs qui lui vaut le Prix de la Ville de Paris en 1878) ; plusieurs concertos, des pièces de musique de chambre, ainsi qu’une abondante production de mélodies et de musiques pour piano. D’abord considéré comme un compositeur original et fantasque, important représentant de l’école moderne française, le style de Godard ne prit pas en compte l’évolution du style musical amorcé en France dans les années 1880. Redoutant l’influence de Wagner sur sa génération, Godard demeura fidèle à son langage, tenant d’un romantisme qu’inspiraient Chopin, Mendelssohn et Schumann. Sa carrière s’interrompt prématurément : de santé fragile, Godard est contraint de quitter Paris pour Cannes, où il meurt en 1895. Rita Strohl (1865-1941) Giovane di precoce talento, Rita Strohl viene ammessa al Conservatorio di Parigi all’età di tredici anni. Le prime esecuzioni pubbliche della sua musica avvengono nel 1884 (Trio con pianoforte), quindi l’anno seguente a Rennes e a Chartres (Messa a sei voci, orchestra e organo). Le sue opere attestano un’inclinazione al misticismo e combinano ispirazioni religiose diverse: questi influssi culminano ne Les Noces spirituelles de la Vierge Marie (1903), Le Suprême Puruscha, ciclo mistico in sette parti (1908), e nel dramma lirico La Femme pécheresse (1913), opere tutte dai titoli evocativi. Questi influssi sono più indirettamente presenti anche in altre composizioni: per esempio le sue opere liriche indù e celtica, pervase di altre forme di spiritualità e nelle sue opere soffuse di panteismo, come la Symphonie de la forêt (1901) e la Symphonie de la mer (1902). Nel 1912 Rita Strohl, fortemente influenzata dalle teorie simboliste, fonda l’effimero Théâtre de La Grange con il sostegno finanziario di alcuni sottoscrittori e l’appoggio di personalità come Odilon Redon, Gustave Fayet e del suo secondo marito, il mastro vetraio Richard Burgsthal. Qui rappresenta opere liriche composte nella sua vena mistica e simbolista. Le sue ricerche, talvolta esoteriche, e la sua passione per il mistero trapelano nelle sue prefazioni e nelle indicazioni delle sue partiture. Rita Strohl compone anche musica per pianoforte, musica da camera e mélodies, in particolare Les Chansons de Bilitis del 1898 – su dodici poesie soffuse di erotismo di Pierre Louÿs – che riscuotono un vivo successo. 8 Rita Strohl (1865-1941) Enfant au talent précoce, Rita Strohl est admise au Conservatoire de Paris à l’âge de treize ans. Les premières diffusions publiques de sa musique ont lieu en 1884 (Trio avec piano), puis l’année suivante à Rennes et à Chartres (Messe à six voix, orchestre et orgue). Ses œuvres témoignent d’une propension au mysticisme et mêlent diverses inspirations religieuses : ces influences culminent dans Les Noces spirituelles de la Vierge Marie (1903), Le Suprême Puruscha, cycle mystique en sept parties (1908) et le drame lyrique La Femme pécheresse (1913), toutes œuvres aux titres évocateurs. Ces influences se retrouvent plus indirectement dans d’autres compositions : par exemple ses opéras hindou et celtique, imprégnés d’autres formes de spiritualité, et dans des œuvres teintées de panthéisme, comme sa Symphonie de la forêt (1901) et sa Symphonie de la mer (1902). Rita Strohl, fortement marquée par les théories symbolistes, crée en 1912 l’éphémère Théâtre de La Grange, avec le soutien financier de souscripteurs et l’appui de personnalités comme Odilon Redon, Gustave Fayet et de son second mari le maître verrier Richard Burgsthal. Elle y donne des œuvres lyriques composées dans sa veine mystique et symboliste. Ses recherches, parfois ésotériques, et son goût pour le mystère apparaissent dans ses préfaces et dans les annotations de ses partitions. Elle compose également de la musique pour piano, de la musique de chambre et des mélodies, en particulier Les Chansons de Bilitis en 1898 – sur douze poèmes teintés d’érotisme de Pierre Louÿs – qui connaissent un vif succès. Gli interpreti Les interprètes Gary Hoffman, violoncello Gary Hoffman, violoncelle Debutta alla Wigmore Hall di Londra all’età di 15 anni, prima di esibirsi a New York. A 22 diventa il docente più giovane della Jacobs School of Music dell’Università dell’Indiana. Nel 1986 vince il primo premio al Concorso Rostropovich di Parigi e inizia una carriera internazionale che lo porta a esibirsi nelle sale più prestigiose: Suntory Hall, Alice Tully Hall, Kennedy Centre, Tivoli, Gulbenkian, Théâtre des Champs-Élysées, Châtelet, Beethovenhaus, Concertgebouw di Amsterdam, ecc. È invitato regolarmente dalla Lincoln Center Chamber Music Society di New York e dai festival internazionali di maggior richiamo (Verbier, Aspen, Marlboro, Schleswig-Holstein, Monte-Carlo…), oltre a suonare con diverse orchestre. Inoltre insegna presso la Chapelle Musicale Reine Elisabeth a Bruxelles e si impegna a favore della musica contemporanea: ha presentato in prima esecuzione molti concerti per violoncello (Graciane Finzi, Renaud Gagneux, Joel Hoffman, Laurent Petitgirard, Gil Shohat, Dominique Lemaître…). Il suo stile si contraddistingue per la bellezza del suono, la tecnica perfetta e una sensibilità artistica rara. Suona un Niccolò Amati del 1662, strumento che era di proprietà di Leonard Rose. Il fait ses débuts au Wigmore Hall de Londres dès l'âge de 15 ans, avant de se produire à New York. À 22 ans, il devient le plus jeune professeur de la Jacobs School of Music de l'Université d'Indiana. Premier Grand Prix Rostropovich à Paris, en 1986, il commence alors une carrière internationale au cours de laquelle il se produit au Suntory Hall, Alice Tully Hall, Kennedy Centre, Tivoli, Gulbenkian, Théâtre des Champs-Élysées, Châtelet, Beethovenhaus, Concertgebouw d’Amsterdam etc. Invité régulier de la Lincoln Center Chamber Music Society de New York, il monte aussi sur la scène de grands festivals (Verbier, Aspen, Marlboro, Schleswig-Holstein, Monte-Carlo…) et joue au sein de divers orchestres. Il est également professeur à la Chapelle Musicale Reine Elisabeth à Bruxelles et s’engage par ailleurs dans la musique contemporaine avec la création de nombreux concertos (Graciane Finzi, Renaud Gagneux, Joel Hoffman, Laurent Petitgirard, Gil Shohat, Domonique Lemaître…). Son style est caractérisé par la plénitude de la sonorité, une technique parfaite, et une sensibilité artistique rare. Gary Hoffman joue sur un Niccolò Amati de 1662, instrument ayant appartenu à Leonard Rose. 9 19 David Selig, pianoforte David Selig, piano Nato a Melbourne, in Australia, David Selig inizia a studiare il pianoforte all’età di sei anni e, nel 1976, si stabilisce a Parigi, dove studia al Conservatoire National con Aldo Ciccolini. Dopo essersi diplomato con il massimo dei voti in pianoforte, musica da camera ed estetica musicale, si perfeziona con Geoffrey Parsons e Guido Agosti. Si esibisce nelle più importanti sale da concerto del mondo (Salle Pleyel, Concertgebouw, Carnegie Hall...); il suo amore per la musica da camera lo porta a esibirsi con numerosi artisti di fama, come i cantanti Felicity Lott, Christianne Stotijn, François Le Roux e Véronique Gens e gli strumentisti Gary Hoffman e Philippe Graffin. È direttore artistico del festival «Les Journées Romantiques», che si svolge su un battello sulla Senna. Nel 2011 è stato nominato professore di accompagnamento al Conservatoire National di Lione. Ha inciso con Gary Hoffman le opere per violoncello e pianoforte di Mendelssohn per La Dolce Volta. Né à Melbourne, en Australie, David Selig commence ses études de piano à l'âge de six ans, et en 1976, s’installe à Paris où il étudie au Conservatoire National avec Aldo Ciccolini. Après des premiers prix de piano, de musique de chambre et d'esthétique musicale, il se perfectionne auprès de Geoffrey Parsons et de Guido Agosti. Il joue dans de grandes salles de concert à travers le monde (Salle Pleyel, Concertgebouw, Carnegie Hall...) et son amour de la musique de chambre l'amène à collaborer avec de nombreux artistes de renom. Il se produit alors avec des chanteurs comme Felicity Lott, Christianne Stotijn, François Le Roux ou Véronique Gens, et des musiciens tels que Gary Hoffman et Philippe Graffin. Il est directeur artistique du festival « Les Journées Romantiques » qui se déroule sur une péniche parisienne et, en 2011, a été nommé professeur d'accompagnement au Conservatoire National de Lyon. Avec Gary Hoffman, il a enregistré les œuvres de Mendelssohn pour violoncelle et piano publiées par le label La Dolce Volta. BENJAMIN GODARD, ALCUNE PROPOSTE DISCOGRAFICHE MÉLODIES Tassis Christoyannis baritono Jeff Cohen pianoforte APARTÉ SINFONIE & TROIS MORCEAUX Münchner Rundfunkorchester David Reiland direzione CPO INTEGRALE DELLE SONATE PER PIANOFORTE E VIOLINO Nicolas Dautricourt violino Dana Ciocarlie pianoforte APARTÉ LES TROIS QUATUORS Quatuor Élysée TIMPANI Prossimi eventi al Palazzetto Bru Zane Prochains événements au Palazzetto Bru Zane Martedì 3 maggio, ore 20 Godard e la mélodie Musiche di GODARD Tassis Christoyannis, baritono Jeff Cohen, pianoforte Domenica 15 maggio, ore 17 Poesia Musiche di GODARD, CHAUSSON, SAINT-SAËNS Maria Milstein, violino Nathalia Milstein, pianoforte Sabato 7 maggio, ore 17 Romanticismo e modernità Musiche di GODARD, FAURÉ, L. BOULANGER Trio Talweg Martedì 24 maggio, ore 18 Incontro con Lorenzo Mattei: Il musicista di Joséphine: note sullo Spontini francese Domenica 8 maggio, ore 15.30 Do, mi, re, suoniamo in tre Laboratorio-concerto per le famiglie Mediazione a cura di Diana D'Alessio Trio Talweg Musiche di GODARD, L. BOULANGER Sabato 18 giugno, ore 17 Art Night Ore 17-18: laboratorio di costruzione di uno strumento musicale con materiali di riciclo. Per adulti e bambini tra i sei e i dodici anni. A cura di Sestante di Venezia. Ore 18: visita guidata per bambini e famiglie Ore 19-23: visite guidate alternate a concerti dei giovani musicisti dell'Académie internationale de musique Maurice Ravel. Posti limitati – Prenotazione obbligatoria Giovedì 12 maggio, ore 20 Sogno vissuto Musiche di GODARD Eliane Reyes, pianoforte Ingresso libero – Consigliata la prenotazione Disponibilità limitata – Consigliata la prenotazione Contributi musicologici Louise Bernard de Raymond, Hélène Cao, Bénédicte Gandois Crausaz, Fanny Gribenski, Étienne Jardin, Nicolas Southon 2 Traduzioni Arianna Ghilardotti Palazzetto Bru Zane Centre de musique romantique française San Polo 2368, 30125 Venezia - Italia +39 041 52 11 005 bru-zane.com