Esempi di restauro architettonico

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Esempi di restauro architettonico
Esempi di restauro
architettonico
Francesco Morante
L’Arco di Tito
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L’Arco di Tito è
uno dei primi e più
famosi restauri
archeologici
effettuati in Italia
nel XIX secolo.
L’arco era stato
costruito nel I sec.
e in seguito,
parzialmente
demoliti i piloni di
sostegno, era
stato inglobato in
altri edifici.
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L’Arco di Tito
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A partire dal XVI secolo,
vennero effettuati i primi
restauri all’arco che
consistettero nella
demolizione di alcuni edifici
sul lato sud e nella
realizzazione di un
contrafforte.
Successivamente l’arco fu
inglobato nelle strutture
del convento di Santa
Francesca Romana (un
tempo Santa Maria Nova) e
solo nel 1812-24 ebbe
inizio l’intervento di
liberazione vero e proprio.
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L’Arco di Tito
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Il restauro dell’Arco di Tito, fu
iniziato nel 1818 da Raffaele Stern
ed ultimato poi da Giuseppe
Valadier. Lo Stern, quando iniziò il
restauro liberò ciò che rimaneva
dell’Arco, vale a dire: il fornice, le
colonne centrali che lo
inquadravano sui due lati, e la
sovrastante trabeazione sormontata
dalla grande targa celebrativa.
Interamente ricostruiti sono i due
piloni che reggono l’Arco. Uno dei
motivi per cui il restauro dell’Arco di
Tito fu giudicato esemplare, fu
l’impiego per ogni parte aggiunta di
un materiale diverso (il travertino),
da quello originario (il marmo).
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Il Colosseo
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La costruzione del
Colosseo fu iniziata da
Vespasiano nel 72 e
completata da Tito nell’80.
Nel VI secolo venne
abbandonato e usato come
area di sepoltura e poco
dopo come castello.
Nell’847 venne
danneggiato da un
terremoto.
A lungo utilizzato come
fonte di materiale edilizio,
nel XIII secolo fu occupato
da un palazzo
dei Frangipane, che venne
successivamente demolito.
Il Colosseo come appariva nel 1858 in una foto di Tommaso Cuccioni.
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Il Colosseo
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I blocchi di travertino furono
sistematicamente asportati
nel XV e XVI secolo per
essere riutilizzati in nuove
costruzioni.
Nel corso del giubileo del
1675 assunse il carattere di
luogo sacro in memoria dei
molti martiri cristiani qui
condannati al supplizio.
Nel 1744 papa Benedetto
XIV vi fece costruire le
quindici edicole della via
crucis, e nel 1749 dichiarò il
Colosseo chiesa
consacrata a Cristo e ai
martiri cristiani.
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Il Colosseo
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I primi restauri furono iniziati da Raffaele
Stern dopo il 1806, anno in cui un violento
terremoto compromise la statica dei due lati
liberi dell’anello più esterno.
La soluzione adottata fu di consolidare gli
anelli più esterni, la cui continuità era stata
interrotta dalle demolizioni, con un grande
sperone in mattoni.
Giuseppe Valadier nel 1823 si occupò del
recupero dell’anello perimetrale nel lato
verso i fori.
L'intervento sarà dal punto di vista statico un
nuovo sperone ma in questo caso Valadier
ebbe il tempo di realizzare delle arcate del
tutto identiche alle originali.
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Il Colosseo
L’aggiunta è interamente in mattoni, realizzata in
materiale diverso rispetto all’originale per motivi
economici e non per una volontà di differenziazione, ad
eccezione della basi e dei capitelli in travertino
realizzati in maniera identica e con lo stesso livello di
definizione degli originali.
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Il Colosseo
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Ulteriori lavori di restauro furono condotti nell’Ottocento da Gaspare Salvi e Luigi
Canina, che provvidero a consolidare le parti ancora pericolanti, soprattutto nel
coronamento dell’anello superiore.
Tra il 1938 e il 1939 vennero liberati i sotterranei e rimosso il pavimento per
consentirne la visione.
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Il Pantheon
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L’attuale Pantheon a
Roma fu fatto costruire
dall’imperatore Adriano
agli inizi del II secolo,
dopo che il precedente
del 25 a.C. era stato
distrutto da un incendio.
In seguito fu trasformato
in chiesa cristiana.
Agli inizi del XVII secolo,
per volere di papa
Urbano VIII Barberini,
Gian Lorenzo Bernini
costruì sulla facciata del
Pantheon due piccoli
campanili.
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Il Pantheon
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Nel corso del
restauro
effettuato nel
1883, i due
campanili del
Bernini vennero
demoliti, perché
ritenuti non
congrui con
l’immagine
originaria del
monumento.
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Campanile di San Marco a Venezia
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La costruzione iniziò nel IX secolo su
fondazioni di origine romana. Venne portato a
termine nel XII secolo su imitazione del
campanile di Aquileia.
Seriamente danneggiato da un fulmine
nel 1489 e da un terremoto nel 1511, assunse
l’aspetto definitivo nel XVI secolo.
I lavori di restauro iniziati dall’architetto Giorgio
Spavento vennero poi eseguiti sotto la
direzione dell’architetto bergamasco
Bartolomeo Bon, e riguardarono la cella
campanaria, che venne realizzata in marmo,
l’attico sul quale vennero poste le sculture
raffiguranti il leone di San Marco e Venezia e
la cuspide, in rame dorato. I lavori vennero
completati nel 1513 con il collocamento della
statua in legno dorato dell’Arcangelo Gabriele.
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Campanile di San Marco a Venezia
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Nel luglio
del 1902 sulla
parete nord della
costruzione
venne segnalata
la presenza di
una pericolosa
fenditura che nei
giorni seguenti
aumentò di
dimensioni fino a
che la mattina di
lunedì 14 luglio il
campanile crollò.
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Campanile di San Marco a Venezia
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La stessa sera in cui il campanile
crollò il consiglio comunale, riunito
d’urgenza, ne deliberò la
ricostruzione in forme identiche
all’originale.
Il motto di questa ricostruzione fu
la famosa frase “dov’era e
com’era”.
I lavori durarono fino al 6
marzo 1912. Il nuovo campanile
venne inaugurato il 25
aprile 1912 in occasione della
festa di San Marco.
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Chiesa di Santa Chiara a Napoli
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La basilica e il complesso
monastico di Santa
Chiara (anche conosciuti
come Monastero di Santa
Chiara) furono edificati tra
il 1310 e il 1340, su un
complesso termale romano
del I secolo d.C., per volere
di Roberto d'Angiò e della
regina Sancia di Maiorca, nei
pressi della cinta muraria
occidentale, a Napoli. È la più
grande basilica gotica della
città.
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Chiesa di Santa Chiara a Napoli
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Originariamente costruita in
forme gotiche provenzali, tra
il XVII e il XVIII secolo venne
ampiamente ristrutturata in
forme barocche da Domenico
Antonio Vaccaro.
Durante la seconda guerra
mondiale un bombardamento
degli Alleati del 4
agosto 1943 provocò un
incendio durato quasi due
giorni e distrusse la chiesa
quasi interamente.
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Chiesa di Santa Chiara a Napoli
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Nell’ottobre 1944
Padre Gaudenzio
Dell’Aja fu nominato
“Rappresentante
dell’Ordine dei Frati
Minori per i lavori di
ricostruzione della
Basilica”, alla cui
ricostruzione
partecipò in prima
persona. In seguito
venne riportata al
presunto e spoglio
aspetto originario da
un massiccio e
discusso restauro
conclusosi nel 1953.
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Chiesa di Santa Sofia a Benevento
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La chiesa di Santa Sofia a
Benevento fu costruita dai
longobardi nella seconda
metà del VIII secolo.
In origine era una chiesa a
pianta centrale con un
doppio deambulatorio
intorno allo spazio centrale
esagonale coperto da una
cupola.
Nel corso del XII secolo fu
ampiamente rimaneggiata
trasformandola in una
chiesa a pianta
longitudinale, costruendo tre
navate nella parte antistante
la chiesa.
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Chiesa di Santa Sofia a Benevento
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Il terremoto del 1688 fece
crollare il campanile della chiesa
che cadde sulla cupola
distruggendola.
Fu quindi necessario procedere
ad un ampio restauro.
Fu ricostruita la cupola
innalzandola di qualche metro.
Furono demolite le navate
costruite nel XII secolo,
riportandola alla pianta centrale,
e fu quindi rifatta la facciata.
L’interno venne completamente
ridecorato con intonaci e stucchi
di stile barocco.
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Chiesa di Santa Sofia a Benevento
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Negli anni Cinquanta, dopo che la
chiesa era rimasta abbandonata per
quasi un secolo, fu avviato il restauro
da Antonino Rusconi.
Egli procedette ad un restauro di
ripristino, sull’esempio di quanto fatto
a Napoli nel Monastero di Santa
Chiara che, all’epoca, fu molto
criticato.
Furono completamente rimosse tutte
le decorazioni barocche, dando alla
chiesa un aspetto molto più spoglio,
ma che probabilmente non ebbe mai
nella sua storia, in quanto le superstite
pitture ritrovate ci testimoniano che la
chiesa doveva essere totalmente
decorata ad affresco.
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Chiesa di Santa Sofia a Benevento
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Molto dubbia appare inoltre la
pianta che egli diede alla
chiesa, soprattutto sui due lati.
La chiesa prima del suo
intervento era di forma
circolare. Egli invece ha
realizzato una pianta mistilinea
con due punte sporgenti sui
due lati, che non sembra
essere giustificata da alcun
dato né storico né
archeologico.
Nel complesso, può dirsi che
questo intervento non sia stato
un restauro ben riuscito.
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Tempio di Abu Simbel
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Abu Simbel si trova
nell’Egitto meridionale,
sulla riva occidentale
del Lago Nasser.
Il complesso archeologico
di Abu Simbel è composto
da due enormi templi in
roccia ricavati dal fianco
della montagna dal
faraone Ramses II nel XIII
secolo a.C.
Il sito archeologico fu
scoperto, quasi
completamente ricoperto
di sabbia, nel 1817
dall’archeologo italiano
Belzoni.
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Tempio di Abu Simbel
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Nel 1960 il presidente
egiziano Nasser decise la
costruzione della diga di
Aswan, opera che
rischiava di sommergere i
templi di Abu Simbel.
Grazie all'intervento
dell’Unesco, tra il 1964 e il
1968, i templi furono
tagliati, numerati e
smontati blocco per blocco
e successivamente
ricostruiti in una nuova
posizione 65 metri più in
alto e 300 metri più
indietro rispetto al bacino
venutosi a creare.
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Campanile del Duomo di Pisa
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La costruzione del Campanile del Duomo
di Pisa iniziò nel 1173, probabilmente ad
opera di Bonanno Pisano.
La prima fase dei lavori fu interrotta a
metà del terzo piano, a causa del
cedimento del terreno su cui sorge la
base della torre.
I lavori ripresero nel 1275 sotto la guida
di Giovanni di Simone e Giovanni Pisano,
aggiungendo alla costruzione precedente
altri tre piani. Nel tentativo di raddrizzare
la torre, i tre piani aggiunti tendono ad
incurvarsi in senso opposto alla
pendenza.
La torre fu completata alla metà del
secolo successivo, aggiungendo la cella
campanaria.
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Campanile del Duomo di Pisa
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Negli ultimi decenni del XX secolo
l’inclinazione ha subito un deciso
incremento tanto che il pericolo del
crollo si era fatto concreto.
Durante i lavori di consolidamento,
iniziati nel 1990 e terminati alla fine
del 2001, la pendenza della torre è
stata ridotta tramite cerchiatura di
alcuni piani, applicazione temporanea
di tiranti di acciaio e contrappesi di
piombo (fino a 900 tonnellate) e
sottoescavazione.
La base è stata inoltre consolidata e
secondo gli esperti questo consentirà
di mantenere in sicurezza la torre per
almeno altri tre secoli.
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