Paolo Fiumi
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Paolo Fiumi
Il Restauro Il progetto di restauro di Palazzo Gondi è importante non solo per l’impegno tecnico e strutturale, ma anche per la valenza storicistica per determinarne l’approccio. Il complesso racchiude in sé una somma di episodi architettonici riconducibili a differenti periodi che si dipanano per circa mezzo millennio. Il restauro si è dovuto, di volta in volta, adattare confrontandosi con la prassi edilizia di ogni diversa epoca per arrivare a una adeguata risposta. Dovendo tracciare un excursus sui lavori, raggrupperei gli interventi in quattro differenti fasi che seguono i principali episodi delle varie epoche: il nucleo rinascimentale di Giuliano da Sangallo, gli episodi tardo barocchi interni, il restauro e l’ampliamento di Giuseppe Poggi del 1870, per finire con gli interventi del Novecento. Il grande valore di questo palazzo monumentale è senz’altro riconducibile all’opera di Giuliano da Sangallo, l’architetto che lo ha progettato alla fine del Quattrocento, di cui oggi ammiriamo la facciata sulla piazza San Firenze, il cortile centrale, lo scalone che porta al primo piano e il grande camino del salone principale. In queste parti siamo intervenuti con il restauro lapideo. Per quanto riguarda la pietra forte della facciata, abbiamo lavorato per togliere i depositi degli agenti atmosferici dalle bugne e il consolidamento delle stesse. Mentre la pietra serena, degli interni, utilizzata per gli apparati decorativi dello scalone e del cortile è stata attentamente ripulita. In molte delle sale del piano nobile, che erano state declassate a uffici, abbiamo recuperato la distribuzione degli spazi originari, così come era stata concepita negli interventi dell’architetto Pier Luigi Ferri all’inizio del Settecento. In questi ambienti è stato restaurato l’affresco dell’alcova dipinta da Matteo Bonechi nel 1710 ed è stato impiegato tempo e lavoro per il ritrovamento degli affreschi e delle decorazioni pittoriche, dell’epoca neoclassica, di Luigi Contestabili e Niccolò Catani che erano stati coperti. Attualmente il piano, insieme al salone centrale con il monumentale camino del Sangallo, restaurato a sua volta, è stato arredato di nuovo con i mobili e i quadri originali ed è stato destinato ad area museale. Anche per il restauro dell’intervento ottocentesco di Giuseppe Poggi abbiamo seguito il processo del restauro lapideo per la facciata su via de’ Gondi e della cantonata, pulendo e sfumando le bugne perché Poggi, per adeguarsi alle pietre originali della facciata sangallesca, aveva utilizzato un procedimento di colorazione con ossido di ferro per il conguaglio cromatico. Mentre il piano attico con le splendide e spettacolari terrazze, di cui una progettata dall’architetto Pietro Porcinai, residenza voluta nel Novecento da Amerigo Gondi, realizzata dall’architetto Emilio Dori, è stato restaurato e sono state inserite tecnologie impiantistiche e i moderni requisiti di confort non alterandone l’essenza. Insieme a queste opere, appena accennate, fra cui la risistemazione dei tetti, bisogna ricordare il grande impegno per la generale attualizzazione alle esigenze tecnologiche del Palazzo: l’impiantistica elettrica, idraulica, di climatizzazione e infortunistica, che ha richiesto moltissimo tempo e denaro, per cercare di integrarla e renderla quasi invisibile. Il restauro nel suo complesso è costato oltre € 5.000.000. PAOLO FIUMI Architetto 16