Torrentismo ed esplorazione geografica All`interno
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Torrentismo ed esplorazione geografica All`interno
Bollettino4.2 8-12-2000 16:52 Pagina 1 NOTIZIARIO DELLA ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING maggio 2000 Via Fazioli 10, 60123 ANCONA. Corrispondenza: c/o Mail Boxes c.p. 130, Via Cardeto 4, 60123 Ancona. Tel. 071-52680 e-mail: [email protected] internet: http://www.canyoning.it Torrentismo ed esplorazione geografica Mi chiedo spesso se la gente sappia o immagini cosa sia il torrentismo. I morti dell'estate scorsa ne hanno offerto un'immagine tutt'altro che lusinghiera: uno "sport estremo", roba dapazzi scatenati, ... Qualche giornalista ci ha descritto come paranoici votati al suicidio ... Noi appassionati sappiamo che le cose non stanno così, se non per alcuni esaltati che comunque non rimangono sani e vivi a lungo. Così in questo articolo vorrei accennare ad un aspetto ignorato dai mass-media, ma che considero fondamentale per il torrentismo (e soprattutto per il MIO torrentismo): l'esplorazione geografica. Che c'entra la geografia con il torrentismo? La gente probabilmente penserà che l'esplorazione geografica sia ai nostri giorni un fatto compiuto. Abbiamo i satelliti che (a detta dei telegiornali) sorvegliano ogni lembo del nostro pianeta, e sono in grado di osservarne i dettagli con risoluzioni dell'ordine del metro. C'è gente perfino in Antartide: anzi, ogni anno qualcuno ne compie la traversata a piedi, in slitta, ... Perciò cosa vuoi che ci sia da esplorare oggi? Visitare, se mai! magari virtualmente, con Piero Angela che ci fa vedere per la duecentomilionesima volta i leoni, le giraffe, gli gnu, i pinguini ... Invece ci sono mondi da scoprire su questo pianeta, strade mai percorse fatte di acqua e roccia, strade costruite dall'acqua e dai terremoti nel corso delle ere geologiche. Sono i canyon, i tratti invisi bi li e sconosciuti dei torrenti, incassati nelle pieghe delle montagne e delle colline, nascosti dalla vegetazione. Noi li chiamiamo anche "forre". Non sono in AIC Associazione Italiana Canyoning All’interno - Protoc ollo d’ intes a con l a Soc ieta’ Spel ol ogi ca i tali ana - la scuola Italiana Canyoning, e’ nata! - i corsi estivi dell’AIC - l’as s emblea annual e a Mar sagl ia (PC) il 1 7-06-2000 - l’itinerario 1: il Rio Corborant - l’itinerario 2: Sa Fosca - i materiali: la muta in neoprene Africa (non solo) ma vicino le nostre case, dietro i paesi. Eppure mai nessuno li ha percorsi, nessuno ne conosce l'esistenza. Non esistono sulle carte, non esistono nella coscienza e nella memoria della gente del posto. Le strade li evitano, i sentieri si tengono lontani da essi. Sono relativamente pochi i casi in cui ti accorgi che c'è un canyon. La maggior parte delle volte osservi unicamente una val le b oscosa , e n ul la p iù , ma l í d entr o c'è u n ca nyo n. Così noi appassionati di canyoning facciamo esplorazione geografica, scopriamo e documentiamo luoghi sconosciuti ai cartografi e alla gente del posto. E la nostra associazione, ha creato e aggiorna il Catasto delle Forre d'Italia. Ogni anno scopriamo nuovi canyon, ogni anno la conoscenza geografica dell'Italia aumenta grazie alla nostra opera. Attualmente il Catasto ha 350 voci, di cui 300 sono canyon (50 sono torrenti che sembrano canyon ma che di fatto non lo sono). Tanti? pochi? abbiamo scoperto quasi tutto? tutto è ancora da scoprire? Per provare a rispondere a questa domanda mi servo della statistica. Prendo una carta topografica IGM in scala 1:50000, rappresentante una zona collinare che ho esaminato a fondo. Scelgo una carta che non contenga una zona eccezionalmente ricca di forre, nè una zona che non ne contenga af fatto: insomma una zona "media" che possa fare da campione statistico. Quindi conto le forre che ci sono: 6. Poi vedo di quante carte si compone la cartografia IGM dell'Italia in scala 1:50000 : sono 650. Supponendo che la metà di esse riguardino zone di pianura, o di mare, o di roccia non adatta alla formazione dei canyon (che richiedono terreni rocciosi compatti) ...325 * 6 = 1950. Ci sono 1600 forre ancora da scoprire in Italia. Per trovarle sarà necessario esplorare migliaia di torrenti mai percorsi prima d'ora. Michele Angileri Bollettino4.2 8-12-2000 16:52 Pagina 2 2 Protocollo d’intesa SSI-AIC fra la Società Speleologica Italiana (SSI) e l'Associazione Italiana Canyoning (AIC), sugli scambi in materia di speleologia e torrentismo SSI e AIC rappresentano rispettivamente la struttura speleologica e quella del torrentismo in Italia. La SSI riconosce nella AIC l'associazione rappresentante le attività inerenti il torrentismo in Italia e si impegna a non sottoscrivere analoghi protocolli con altre associazioni nazionali di torrentismo italiane. L'AIC riconosce nella SSI l'associazione rappresentante le attività inerenti la speleologia in Italia e si impegna a non sottoscrivere analoghi protocolli con altre associazioni nazionali di speleologia italiane. I firmatari si impegnano a sviluppare gli scambi fra le due associazioni, in particolare per quello che riguarda le attività esplorative, scientifiche, culturali, didattiche, tecniche, associative nei due rispettivi domini d'interesse , con particolare riguardo all'ambiente carsico. Questi scambi saranno coordinati dagli organi direttivi delle due parti firmatarie, eventualmente tramite le rispettive commissioni tecniche specialistiche. La SSI designa come proprio organo tecnico delegato la Commissione Forre. Le commissioni tecniche delle due parti firmatarie s'informe ra nno mu tuame nte e di re tta mente d ell e lo ro a tti vità. I responsabili delle commissioni tecniche potranno assistere in persona o per un loro rappresentante all'assemblea o incontro nazionale dell'altra parte firmataria. Ogni parte firmataria deciderà sulle man ifestazion i a lle quali intende mandare un suo rappresentante e tratterà con le strutture interessa te le condizion i d i parteci pazione. Le persone partecipanti a nome delle strutture dovranno avere un mand ato scritto. Nessuna d ell e par ti fi rmatar ie po tr à essere impegnata per delle persone che intervengono a titolo personale e/o senza mandato riconosciuto. I membri delle due parti firmatarie beneficiano della reciprocità in materia di: - iscrizione e partecipazione agli stages tecnici organizzati dalle due associazioni; - sottoscrizione alle rispettive pubblicazioni ed accesso privi legi ato ai ser vi zi rivol ti a gli a sso ci ati del le ri sp ettive entità. Questo accordo è firmato al fine di ufficializzare e sviluppare le relazioni amichevoli fra speleologi e torrentisti italiani, in particol are per le comuni finalità di esplorazione, documentazione e salvaguardia ambientale. Ha durata di un anno e viene tacitamente rinnovato salvo disdetta formale di una delle due parti. Il Presidente IlPresidente della SSI dell’AIC Mauro Chiesi Michele Angileri Il protocollo d’intesa qui riportato é quello ufficiale che sarà sottoscritto dalle parti entro il mese di maggio 2000. La Scuola Italiana Canyoning di Maurizio Biondi E' nata ! Da questo momento la AIC ha una sua scuola di torrentismo. Faccio, per chi non fosse al corrente di tutti i passaggi, una breve cronistoria dei fatti che hanno portato a questo traguardo. All' ini zi o c'er a il CA OS... poi venn e la AIC che , sulle prime, decise di non dotarsi di una scuola e di non volersi occupare di didattica del torrentismo lasciando questo compito alle iniziative dei propri associati. Con il passar e del tempo, tuttavia, questa ide a ini ziale venne abbandonata e, nell'assemblea dello scorso anno, si decise di dare il via ad un gruppo di lavoro che gettasse le basi per lo sviluppo di una nostra scuola caratterizzata da fattori quali tecniche all'avanguardia, la massima sicurezza, un alto livel lo te cn ico e fo rmativo digl i i str utto ri, l 'unifor mi ta ' didattica ed il massimo rispetto per l'ambiente. In altre parole, l' obbiettivo che ci si e' posto e' quello di diffondere la cultura di un torrentismo sano, sicuro e coinvolgente. In conside razione del fatto che la Ecol e Fran cai se de Descente de Canyon ha una piu' che decennale e comprovata autorevolezza in materia e che la sua linea ispiratrice e' perfettamente con verg ente con la nostra, si e' pensato di doma ndare la lo ro col labora zio ne per formare, valu tar e e selezionare le persone che avrebbero dato il via al nostro ambizioso progetto. Come tutti sapete, sulla base delle can- didature pervenute, e' stato da noi selezionato un gruppo di 10 persone da sottoporre allo stage formativo-valutativo con alcuni tra i piu' competenti ed esperti istruttori della gia' citata scuola francese. Tale stage ha avuto luogo nei giorni scorsi ed ha costitui to, per che vi ha partecipato e per la AIC tutta, un'eccezionale e spe ri en za di gr an de a ccre scime nto te cni co- di da ttico . Facendo tesoro delle accurate schede di valutazione individuale fornite dai francesi su ciascuno dei partecipanti sono state scelte 7 p ersone idon ee a forma re l o sta ff ini ziale di istruttori e, nell' ambito di questi, si sono individuati 3 elementi di spicco adatti anche a ricoprire il ruolo di formatori (ossia gli istruttori degli istruttori). Questi i nomi: Maurizio Biondi, Marco Geri, Roberto Recchioni, (formatori), Roberto Coppo, Dario Ferro, Carlo Gatti, Stefano Rossi (istruttori). Terminato lo stage e' seguita, con la partecipazione del Presidente e di due membri del CD, una accorata discussione dove sono stati decisi il regolamento e l'organ izzazione della scuola stessa. Il sottoscritto é stato eletto Direttore della Scuola.I primi impegni ai quali la neonata scuola andra' a far fronte saranno un corso base e uno di perfezionamento nel mese di giugno,un corso speciale "a tema" sull' attrezzamento del le for re nel mese di l uglio,un corso di prep arazione istruttori nel mese di luglio. Bollettino4.2 8-12-2000 16:52 Pagina 3 3 Rio Corborant Itinerari di Roby Jarre BAGNI DI VINADIO - VALLE STURA (CN) Ahi !! …… il discensore sull’alluce….e il suo moschettone dov’è?.. la corda da 38, quella da 22 (era una 60 ma poi una pietra…), la zavorra cioè il sacchetto da armo che serve solo quando non l’hai, lo portiamo così non piantiamo neanche uno spit, le fettucce marce da armo, perché non si usano quelle buone? Perché servono, è ovvio, il materiale da risalita, quello d’emergenza….. e il buonsenso ??… - Ehi! Cesare!, hai dimenticato di portare qualche chilo di buonsenso!! - Sche rzi?, sai ben e che l’h o fin ito p rima d i sposar mi. Potrei chiedere a Betto… no, perderei troppo tempo a spiegargli cos’è e tutto sommato non ho le idee ben chiare in proposito. - Ehi voi ! (rivolto agli altri), avete un po’ di buonsenso da mettere nel sacco? - No, se no non saremmo mica qui. Acc… il mio era finito da anni, quel poco che mi restava l’avevo usato per disintossicarmi dal la speleol ogia e non era nea nche ba sta to ta nt’ è ver o che ogn i ta nto ci ri casco. Pazienza, anche oggi ne faremo a meno. Sono le 9 di mattina, al primo ponte sul Corborant, ci stiamo cambiando per la discesa e in mutande, nell’aria frizzante, controlliamo il materiale. Perché non si controlla prima? Per 2 ovvi motivi: 1) perché non abbiamo buonsenso, 2) perché si spera lo facciano gli altri. E mentre le rare macchine di passaggio rallentano al nostro strano spettacolo, indossiamo le mute bucate e tutto i l resto della ferraglia. Carlo, con fare da lupo solitario, guarda il torrente scorrere fra le rocce e arriccia il naso annusando l’aria come chi, con modi da professionista, cerca di valutare una situazione. La realtà e ben diversa: sta per starnutire, si è preso il raffreddore solo guardando l’acqua. E così, tra uno scivolone e un accidenti, ci incamminiamo giù dalla riva e poi per il torrente che non s’ingorgia per almeno un quarto d’ora (o più se siete particolarmente imbranati); un paio di salti dai massi e alcuni scivoli scavati nella roccia rompono la monotonia. La progressione non presenta particolari difficoltà tecniche neppure con acqua abbondante, fin qui siete in tempo ad uscire senza grossi sforzi, riguadagnando la strada sulla sinistra ed in breve le auto, se l’acqua vi semb ra tropp a, fatelo: ol tr e vi costerà fatica e sicuramente qualcosa di più se siete particolarmente sfigati. Un paio di splendidi scivoli, prodromi della parte più interes sante, ed un tronco di traverso, portano ad un piano inclinato piuttosto verticale di 10 m circa da scendersi con almeno una 25 passata su un alberello. L’uso della corda si può evitare saltando al centro della pozzetta mediana e quindi nel laghetto sotto (fattibile anche in scivolata), questa cosa consigliabile in periodo di magra potete farla anche con portate superiori e vi accorgerete che l’unica differenza è che con poca acqua gli altri vi daranno dello scemo mentre con tanta sarete voi a darvelo. Dal laghetto il torrente si butta con una bella cascatona in un ampio e profondo laghetto, la via migliore per raggiungerlo risale un poco tra i massi in riva destra e con una corda ad un albe- ro si scende sulle sue rive Il passaggio alternativo, sulla riva opposta, è inclinato e per l’acqua vaporizzata dalla cascata, scivoloso nella parte bassa da dove ci si può tuffare da altezze variabili dai 3 ai 6 metri circa (ma forse non ne vale la pena). Un corto percorso orizzontale e le pareti si chiudono con un breve canyon. Un grosso masso incastrato dà origine ad un salto di circa 9 metri da cui se ne intravede un successivo poco oltre. Al ber i pe r pi azza re u na cor da : n essun o…. ar mi naturali:….idem…., tuffarsi non se ne parla neppure Non sappiamo cosa c’è sotto, l’acqua sembra bassa e comunque non tutti salterebbero. - Carlo! Passami il sacchetto da armo… Smartelliamo per 15 minuti, piantiamo uno spit, uno solo e finalmente si può procedere. - Cesare, qui ci vuole uno che sappia il fatto suo, scenderesti a vedere com’è e dove si può armare?, noi rimaniamo sopra così se non si passa ti tiriamo su. Ci riposiamo per molti minuti in quell’ambiente idilliaco e rilassante cullati dallo sciacquio del torrente e dal canto degli uccelli mentre Cesare più in basso, sale sui massi, ridiscende, saggia la roccia, risale nuovamente a controllare in un frenetico andirivieni, ci vogliono delle persone così operose, ma poi l’in canto finisce…. - Criste!… lassù cosa fate ??? dormite ?? - No.. no, dimmi, cosa c’è? - Il sacchetto da armo e anche qualcuno che venga ad aiutarmi, ho trovato dove passare. Aveva trovato il punto migliore dove chiodare, era anche il peggiore: tutta l’acqua passava di lì. Erano 10 metri scivolosi e bagnatissimi, non troppo verticali che portano su una pozza scura e profonda; quasi al fondo, un poco a destra (orografica) c’è un provvidenziale gradino che permette di togliersi dal getto d’acqua e sganciarsi dalla corda prima di andare oltre. La forra prosegue con un saltino di 3 metri e, dopo un meandro, si allarga nell’ultima parte riconoscibile da una spiaggetta di sabbia piena di spazzatura che offre notevoli spunti per foto r icordo e d i gruppo, specie se, come noi, la usate per addobbarvi come alberi di Natale. La progressione in discreta pendenza è ora su massi in un ambiente aperto dominato dall’alta parete rocciosa della riva destra, mentre l’acqua scompare e riappare più volte. Avete ancora delle buone occasioni per farvi male tra i massi, atten zione. Un saltino di 4 metri è l’ultimo punto dove usare la corda. Non molto più in basso ancora un salto è possibile(delicato), circa 2,5 metri ed intravvediamo già il ponte crollato della vecchia strada e la nostra auto parcheggiata. E’ ancora presto, non ci resta che salire in fretta in macchia recuperare le auto a monte e correre alle gole di S.Anna dovremmo riuscire a scen dere anche quelle in giornata, sono abbastanza brevi e qua vicino. Le chiavi della macchina…. - Danilo, le chiavi…. - Ma gua rd a che no n le h o io , l e ho d ate a d A l d o … - Aldo…non fare il deficiente dobbiamo ancora fare S.Anna. - ……No oo!!!…… sono ne lle macch ine a mo nte ……. Bollettino4.2 8-12-2000 16:53 Pagina 4 4 Sa Fosca Itinerari di Roberto Schenone Più o meno tutti, agli inizi dell'attività torrentistica, abbiamo sceso forre che, indipendentemente dalla loro difficoltà, ci ponevano di fronte al semplice ma spinoso dilemma: “… ma se succede qualcosa, chi se ne accorge e nel caso, chi ci tira fuori da qui? E come?”. Poi, col passare degli anni e dei canyon, certe domande degli albori svaniscono o si sfumano, si impara a prendere piccole ma fondamentali precauzioni, si va sempre meglio giù per torrenti, tutto sembra più facile, ogni tanto persino noioso. Ma per fortuna esistono posti come Sa Fosca dove, improvvisamente, mi ritrovo di fronte a certe questioni irrisolte… “chi mi tira fuori di qui?” o risolvibili… “mancherà ancora molto?”, “cosa mi aspetta adesso?”. Insieme a queste domande riemergono stati d’animo che, una vol ta arrivato alla fine, mi regalano le stesse sensazioni di quella prima volta che, dopo essere stato al Rio Lerca con il canottino e le corde dinamiche, tornando a casa mi sentivo potente come un dio ed allo stesso tempo rilassato e soddisfatto, incurante del domani. Ma cosa ha di particolare questa forra che, dai 600 metri di altitudine della partenza fino alla meravigliosa spiaggia di Sa Calobra, taglia il calcare del versante nord della cordillera settentrionale dell’isola di Mallorca? E’ lunga, severa, bellissima, continua, profonda, isolata e, cosa che colpisce incredibilmente chi, come me, non e’ speleologo, ha un tratto di 600 metri in cui le altissime pareti si richiudono, formando una vera e propria grotta acquatica, dove regnano il buio ed il si lenzio e dove, dopo un bel po’ di tempo, torno a pormi le fatidiche domande. Sa Fosca da sola vale il viaggio… e pazienza se poi non riesco a fare il Mortitx per il brutto tempo o se l’acqua scarseggia dopo un inverno di siccità, un altro posto così, dove lo trovo? GORG BLAU Y SA FOSCA Percorso i mpegnativo ma imper dibile. Si attraversa una forra calcarea profondissima, caratterizzata da un tratto in cui le pareti si chiudono sopra le nostre teste, formano una grotta di circa 600 metri di lunghezza, dove la pila frontale e’ indispensabile. Sentiero di rientro sul fondo del maestoso e spettacolare Tor rent de Pare is ed ar rivo sulla spi aggia di S a Calo bra. Difficoltà: TD Dislivello : 500 m (600 - 100) Lunghezza : circa 5 km Tempi: 10' + 8h’+ 2h 15’ Doppie: una trentina, quasi tutte obbligatorie, piu' alta 25 metri, Ancoraggi: buoni, fix e catene, Materiale: almeno 2 corde da 5 0, mute , fro ntal e, S capp ato ie : nessu na se mpl ice Periodo: tutto l’anno, molto meglio a primavera, con acqua. Navetta: 12 km, Cartografi a: IGN 1:25.000 de Son Marc 644-III, Sa Calobra 643-IV, Selva 671-I Accesso: da Palma raggiungere Inca sulla C-713 dirigendosi verso la parte nord-est dell'isola. Da Inca prendere la strada C710 che si dirige al Monastero del Lluc, e giunti al bivio per il monastero continuare in direzione Soller. Giunti ad un altro bivio per Sa Calobr a, in corri spondenza di un acquedotto e di un chiosco, si posteggia la pri ma auto. La seconda auto si parcheggia invece a Sa Calobra, sul mare. Avvicinamento: si passa sotto il ponte dell'acquedotto e si ritorna per un centinaio di metri sulla strada, fino ad un sentiero sulla sinistra che porta ad un mulino in disuso. Dopo qualche minuto di marcia sul greto si raggiunge la prima pozza, dove si indossano le mute. De scr izion e: i l per co rso co mi ncia con una po zza che costringe al primo bagno, poi l'acqua scompare per qualche centinaio di metri e si ripresenta in corrispondenza di un bel tuffo di 4 metri. Ancora un breve tratto di marcia e si arriva alla forra vera e propria, che presenta una gran quantità' di salti ed una maggiore verticalità', contemporaneamente l'ambiente si fa sempre meno luminoso e la gola piu' profonda. Dopo 7/8 doppie si ha un attimo di respiro e poi, di nuovo una bella successione di calate (una dozzina) porta alla marmitta secca che costringe ad alcuni passi di arrampicata per continuare il cammino. Qua si trova sulla destra un ripido canale che puo' essere utilizzato come scappatoia. Altre 6/7 calate di altezza media ed ecco Sa Fosca vera e propria, annunciata da una doppia di 20 metri che porta ad un angolo a gomito che ci introduce nel buio piu' totale. La grotta presenta una decina di bassi saltini, solo uno di questi e' 20 metri, e numerosi laboriosi passaggi, la progressione e' piuttosto faticosa, con anche qualche passaggio semisommerso. Sa Fosca termina con due risalti in mezzo a grandi blocchi e si ritorna alla luce impr ovvisamente, cosi'come si e' entrati. Ancora due doppie, con la forra che progressivamente si allarga e si arriva alla confluenza nello spettacolare Torrent de Pareis, sul fondo del quale si effettua il rientro. Rientro: dall'uscita della forra si prende inizialmente un sentiero a destra che attraversa il letto secco del Pareis e scende, con qualche disarrampicata scomoda, inizialmente in riva destra e poi in riva sinistra. Dopo queste prime difficoltà' il letto si spiana e si continua con una lunga e comoda camminata fino alle paludi che precedono la meravigliosa spiaggia di Sa Calobra. La sezione é di Eduardo Gomez Bollettino4.2 8-12-2000 16:53 Pagina 5 5 I corsi 2000 della Scuola Italiana Canyoning SCUOLA ITALIANA CANYONING Programma Corsi 2000 CORSO BASE CANYONING Direttore Marco Geri 26-30 Giugno Alpi Marittime (Francia) OBIETTIVO DEL CORSO: Il raggiungimento della piena autonomia individuale, nell'ambito di un gruppo, nella percorrenza di una forra. La durata del corso sarà di 5 giorni completi: 2 giornate in palestra e 3 discese canyoning Iil costo del corso è di L. 300.000 e comprende il manuale tecnico della Scuola Francese di Canyoning. CORSO PERFEZIONAMENTO CANYONING Direttore Roberto Recchioni 26-30 Giugno Alpi Marittime (Francia) OBIETTIVO DEL CORSO: Il raggiungimento di un elevato grado di autonomia nella conduzione di gruppo impegnato nella discesa di una forra di media difficoltà. La durata del corso sarà di 5 giorni completi (due giornate in palestra e 3 discese canyoning) e di una mezza giornata di completamento. Iil costo del corso è di L. 300.000 e comprende il manuale tecnico della Scuola Francese di Canyoning. CORSO PREPARAZIONE ISTRUTTORI Direttore Maurizio Biondi 24-29 Luglio Tolmezzo (UD) OBIETTIVO DEL CORSO: Saper condurre un gruppo di allievi in sicurezza con o senza l’aiuto di un assistente. Saper insegnare le conoscenze tecniche e generali del canyoning; saper organizzare e gestire un corso di canyoning. Aver frequentato con profitto il corso di preparazione consentirà all’allievo di partecipare alla successiva fase dell’esame per ottenere la qualifica di Istruttore Canyoning. La durata del corso sarà di 6 giorni completi: 2 giornate in palestra e 4 discese canyoning Il costo del corso è di L. 350.000. Le domande di partecipazione verranno accettate ad insindacabile giudizio della Commissione di Ammissione in base al numero di posti disponibili, ai curriculum presentati ed all’ordine cronologico di iscrizione al corso. CORSO ATTREZZAMENTO CANYON Direttore Maurizio Biondi 15-17 Luglio Tolmezzo (UD) OBIETTIVO DEL CORSO: Saper attrezzare correttamente un canyon in una condizione di gruppo che percorre una gola e si trova a dover integrare/modi- ficare gli ancoraggi esistenti. Saper attuare un corretto attrezzamento "definitivo" di una gol a mediante sistemi inviolabili ed avendo l'obiettivo di rendere tale percorso idoneo alla fruizione collettiva La durata del corso sarà di 3 giorni completi e prevede 3 discese canyoning. ISCRIZIONI:Il costo del corso è di L. 200.000 e comprende il materiale di cui alla nota (2). RE QUISITI DI PA RT E C I PAZIONE PE R TUTTI I CORSI: 1. essere socio AIC 2. saper nuotare 3. età minima 16 anni (per il corso base), 18anni per tutti gli altri 4. certificato medico di idoneità all’attività sportiva non agonistica 5. curriclum tecnico per il corso di perfezionamento, preparazione istruttori e attrezzamento canyon. AT T R E Z Z ATURA: PER I CORSI “BASE” E “PERFEZIONAMENTO” TUTTA L’ATTREZZATURA PERSONALE TRANNE LE SCARPE DA TREKKING ED I CAL ZARI IN NE OPRENE POTRANNO ESSERE NOLEGGIATI PRESSO L’ORGANIZZAZIONE PREVIA PRENOTAZIONE AL MOMENTO DELL’ISCRIZIONE, AL COSTO DI L. 100.000 (Euro 51,65). ISCRIZIONI ED INFORMAZIONI: Il costo di ciascun corso comprende: uso dei materiali collettivi, mater iale didattico, assicurazione infortuni . Nella quota non sono compresi i trasporti locali che dovranno essere organizzati tra i partecipanti con le auto private. La sistemazione logistica sarà in alberghetti o campeggio, ai partecipanti saranno date tutte le informazioni. Per info: e-mail: [email protected]. oppure presso il Direttore della Scuola Maurizio Biondi tel. 040/9380008 0338/9946046 Per iscriversi è necessario inviare i propri dati anagrafici (data di nascita, residenza, telefono, e-mail) unitamente alla ricevuta del versamento di L. (VEDI VARI CORSI) sul c/c 11855608 (intestato a A.I.C. Via Fazioli 10, 60123 ANCONA), l’autodichiarazione di saper nuotare ed il proprio curriculum tecnico entro il 7 giugno presso l’indirizzo postale: Associazione Italiana Canyoning, c/o Mail Boxes, Via Cardeto 4 60121 ANCONA o via fax al n. 071/2080726. CORSO DIDATTICO Docente Paolo Madonia VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI PIENA IN FORRA: CORSO TEORICO-PRATICO 2-3 Settembre Marsaglia (PC) 1° g ior no: lezi one teor ica con eserci tazion e car togr afica 2° giorno: uscita in forra con discussione finale. Costo: L. 100.000 comprensivo di pernottamento, colazione e cena del sabato, dispensa didattica. Iscrizione entro il 31 luglio. Bollettino4.2 8-12-2000 16:53 Pagina 6 6 La seconda pelle Materiali di Gianluca Biagini Chi pratica torrentismo sa quanto peculiare e impegnativa possa essere questa di attività e di conseguenza quanto par ticolari debbano essere i materiali e le attrezzature utilizzati. Imbraghi, calzature, corde, sacche, tutto viene sottoposto a sollecitazio ni d ure e an che se d ella migl iore qualità può arrivare a reggere una sola impegnativa stagione, tutto questo a scapito del portafogli ma ancor di più della sicurezza, cito come esempio calzature che si aprono a metà canyon oppure meravigliose mute colabrodo. Una soluzione definitiva a tutto que sto ovviamente non esiste e anche se entrassimo in forra vestiti di un’armatura medioevale, ammesso di riuscire a restare a galla, finiremmo prima o poi per fare la ruggine. Esiste tuttavia una serie di piccoli accorgimenti che pos sono cambiare di molto il nostro andare in forra e che riguardano tutti gl i ele me nti del l’attre zzatu ra. Le tecniche e l e attrezzature per torrentismo sono in continua evoluzione, vedi ad esempio il nuovo kit boule di Resurgence (1); abbiamo a disposizione ottimi imbraghi e sacchi, discreti i caschi e le calzature. Le mute isotermiche invece sono ancora da mettere bene a fuoco, semplicemente si ignora l’attrezzo, lo sfoglio di alcuni cataloghi di note ditte di vendita per corrispondenza sia italiane che francesi conferma questa mia idea. È opinione diffusa che sulla muta " da sub" si debba e si possa assolutamente risparmiare. Mediamente il torrentista acquista la sua muta nel classico negozio pesca sub come se ne trovano in tutta Italia, il commesso, disinformato anche lui, all a par ola tor ren tismo bia sci ca q ual cosa a pro posi to d i canoe o gommoni e propone i suoi modelli di muta, i classici: apnea, ARA, semistagna. Ognuno di questi modelli è studiato per un suo uso specifico, ma sempre per un impiego di tipo natatorio subacqueo e possono essere impiegati per un uso torrentistico di tipo diciamo domenicale, ma per un utilizzo più impe gnativo come nel ca so di lun ghe percorren ze, acq ue fredde, uscite successive per più giorni dovremo rivolgerci sicuramente a qualcosa di diverso. Queste combinazioni isotermiche, le mute, sono confezionate con un ti po particolare di gomma, il neopr ene, la loro capacità isotermica è data dallo spessore e dalla loro aderen za al corpo. Il neoprene è una mescola di gomma e aria, viene confezionato in fogli di dive rso spe ssore e diversa foderatura. Il neoprene base è privo di foderatura e si presenta con un lato liscio e uno spaccato, cioè con le cellule di aria aperte. È pos sibile confezionare mute con questo tipo di neoprene incollandolo e ottenendo cosi vestiti di eccezionale aderenza ed elasticità, pote nzialmente ottimi per un uso torrentistico ma assolutamente fragili e delicati. Esiste poi il monofoder ato che è un neop rene liscio o spaccato su di un lato e foderato sull’altro, questo permette di cucir e la mu ta e d i con fe rirl e quind i ma ggio re resistenza andando a perdere però in elasticità. Entrambe questi due tipi di combinazione sono di aderenza eccezionale ma di complicata vestizione necessitando di talco od acqua saponata per facilitarne lo scorrere sulla pelle. Esiste anche un monofoderato spalmato in metalite che permette una vestizione più agevole. Abbiamo per ultimo il bifoderato, cioè rivestito su entrambe i lati, robusto, facile da calzare, economico e diffuso ma sicuramen te il meno elastico di tutti. Il più co mune ha una foderatura esterna in nylon mentre quella interna è in plush, ciò si traduce in discreta resistenza e buon potere termico. I fogli possono essere di vario spessore, non tutto il neoprene è ugu ale, in co mmercio abbi amo d ive rse q ualità, il migli ore è d i fabbricazione giappon ese, un nome per tutti, Yamamoto. La quantità di aria miscelata all’interno del neo prene ne determina la densità e di conseguenza l’elasticita, po ssi amo sc eg li e re tr a b assa , med ia , al ta d en si tà. Assortimento questo fornito solo da artigiani che producono alta qualità quindi non chiedetelo al pescasub all’angolo perché potreste causargli una crisi mistica. Premesso tutto questo tiriamo fuori la nostra muta dalla sacca e andiamo a vedere quali caratteristiche dovrà avere per soddisfare pienamente le nostre esigenze. Caratteristica principale è l’isolamento termico che in questo tipo di combinazioni è dato dallo spessore e dall’aderenza. Mediamente utilizziamo il 5 mm ma con un buon neopre ne possiamo arri vare anche a 6, 7, mm ( testato personalmente ) senza sentirsi eccessivamente legati . L’aderenza è una caratteristica fondamentale, una muta larga determina un volume d acqua e un ricambio eccessivi con conseguente perdita di calore, ricordiamoci infatti che l’acqua ha una conducibilità termica che è 20 volte superiore a quella dell’ aria ne consegue che un corpo immerso disperde calore 20 volte più rapidamente che se fosse esposto all’aria. Per ovviare ad un eccessivo ricambio di acqua la maggior parte delle mute in co mmercio vien e ven duta co n l e notissi me gu arnizio ni acquastop, rispetto al presunto vantaggio che danno rendono difficol tosa la vestizione e sono le prime a r ompersi, se la nostra muta è d i buon a ma nifattura po ssia mo b enissimo farn e ameno (testato) se nza che il suo potere isolante ne risulti compromesso. In caso di acque molto fredde la giacca chiusa ,cioè priva di cerniera, è la più indicata, la si può abbinare ad un bermuda di neoprene calzato al di sopra del tutto per limitare le infiltrazioni. È possibile inoltre calzare un sottomuta in neoprene o ancora meglio un intimo sintetico molto aderente tipo lycra o capilene che assorbe poca acqua e asciuga rapidamente (testato). Re sistenza e pr ote zio ne son o a ltr e d ue car atteri stiche importanti per una muta da canyoning. La prima è data dallo spessore del neoprene; mentre la resistenza viene messa a dura prova durante le nostre discese e i modi per proteggerle sono i più svariati. La tuta speleo calzata al di sopra è una delle soluzioni applicate ma bisogna considerare il peso ed il volume in più e e l’ingombro nei tratti a nuoto soprattutto se in presenza di corrente. Le toppe sono un’altra soluzione, quelle in neoprene sono buone le altre durano poco. In Francia, nei negozi specializzati, è possibile acquistare una particolare resina nera, il Polyglute, che applicata a pennello sui punti da proteggere conferisce maggior resistenza Bollettino4.2 8-12-2000 16:53 Pagina 7 7 senza irrigidire troppo il neoprene (testato). Si applicano tre o q uattr o man i, attenzion e a far asciuga re bene tra una mano e l’altra e alla temperatura che non deve essere inferi or e a i 2 0 gr ad i a lt ri men ti l a r esi na è tr op po de nsa . Eccezionale è invece la foderatura antitaglio da lavoro della Eliosub (2), non aggiungo altro, provatela. Vestibilità, versatilità ed elasticità. Per soddisfare questi requisiti il neoprene usato dovrà essere di buona qualità e a media o meglio ancora bassa densità, la giacca con cerniera aperta completa( da escludere le sternali) per favorire, se necessario, una buona ventilazione, gli acquastop assenti, la coda di castoro con alamaro. Infine l’annosa e dolorosa questione delle piaghe dietro gomiti e ginocchia, che fare? Intanto dietro i gomiti vengono se si ete solo voi a recu perare e a far su la corda, quindi alternanza. Per le ginocchia non si può certo fare a meno di camminare quindi: la buona manifattura viene prima di ogni cosa, attenzione allora alle pieghe superflue e alle cuciture che cascano proprio nei punti dolenti, il neoprene che viene a cascare in queste zone deve essere il più aderente e unifor me possibile, ginocchia e gomiti preformati penso che possano essere una buona soluzione. Possiamo inoltre proteggerci calzando sintetici lunghi a pelle e spalmando creme protettive tipo Isolex Pro 2( si trova solo in Francia). In ultimo un accenno a protezioni stagne( dry suit) tipo vela o windsurf ( assolutamente da scartare le subacquee) , non ho esp erienza diretta in uso torren tistico an che se le conosco bene in altri ambiti, nel caso decidiate di usarle in forra, come ho già visto fare, devono essere accompagnate da un adeguato giubbotto di galleggiamento in quanto in caso di rottura accidentale possono trasformarsi in una vera e propria trappola .(1):www.resurgence.fr (2):www.eliosub.it Notizie a cura della redazione SSI. Siamo giunti alla firma di un protocollo d’intesa con la Società Speleologica Italiana (il cui testo e’ riportato nel notiziario). Si tratta di un importante accordo con un’associazione che raggruppa qualche migliaio di speleologi (e la spelelologia é la madre putativa del canyoning). Cosa porterà l’accordo ? la possibilità ai soci dell ’una e de ll’altr a di partecipare ai relativi stage, corsi, aggiornamenti, lo scambio delle pubblicazioni, libri e riviste, la possibilità di condurre progetti di ricerca, di studio, didattici, in maniera congiunta. Tutto il resto si vedrà strada facendo, ma le premesse sono ottime. CAI. i rapporti con il CAI (se la Speleologia e’ la madre, il CAI é un padre che si disinteressa un po’ dei figli) ci sono, ed é già un risultato, visto l’immobilismo dell’elefante negli a nni passa ti. Questi r apporti si stanno sviluppan do sia a l i vel lo ce ntr a le , con la Comm issi o ne Cen tr al e p er la Speleologia e con la Scuola nazionale di Speleologia, sia a livello locale con alcune sezioni. I temp i d i carb urazione per mette re in mo to qua lsi asi progetto sono lunghi, però siamo ottimisti, abbiamo visto un ricambio di facce che non ci dispiace affatto. Rapporti con la EFC (Ecole Francaise de Descente de Canyon). La Scu ola e la FFS (Fed erazione Francese di Speleologia) ci hanno fatto da tutori nell’importante passo di mettere in pie di la scuo la; g rande pr ofe ssion alità e d oti umane ci hanno aiutato sensibilmente e li ringraziamo pubblicamente. I nostri contatti con tinuano e sono in progetto a lcun e occasion i di i nterscambi o; pro bab ilme nte l’a nno prossimo ripeteremo l’esperienza degli stage misti (allievi e istruttori francesi e allievi e istruttori italiani). Assicurazione. Finalmente siamo in grado di fornire un assicurazione ai nostri soci, e quindi possiamo dare un servizio completo all’aspirante torrentista, dai corsi all’assicuraz io n e, al l a po ssi b il i tà di fa r e att iv ità i n co mp ag n ia . L’assicurazione é la stessa che usano i nostri amici francesi della FFS, quindi copre i rischi del torrentismo e di tutte le attività correlate e anche le spese di recupero in caso di incidente all’estero. Catasto. Il responsabile Giuliano Belluco (che scherzosamente si autodefinisce l’OdC l’Omino del Catasto), continuamente aggi orna le sch ede co mba ttendo un a b attagl ia contro la pigrizia dei torrentisti, i quali magari si fanno 12 ore di forra ma non hnno voglia di perdere 10 minuti per catastare la stessa. Il Catasto é un bene di tutti, e sarebbe una buona cosa di prendere l’abitudine di annotare per ogni uscita, lo stato degli armi, l’acqua, ecc. Stiamo per entrare nel progetto del Catasto Europeo, un grande archivio di forre, di Francia, Spagna e Italia, in tre lingue e soprattutto disponibile a tutti. Finora l’accesso al Catasto é stato riservato ai soci, ma questo non é perché vogliamo tenerci stretto un bene che é di tutti ma prima di liberalizzare l’accesso vorremmo che si chiarisse i l suo uso: conosciti vo, scientifico, dida ttico, ma NON sostitutivo di una topo-guida. In Italia ancora troppi sono quelli che si improvvisano torrentisti, che a malapena sanno utilizzare una corda doppia... Monografie. E’ in uscita le guida all’Italia del Nord-Est ; Incidenti. E’ sempre in corso l’indagine statistica d egli incidenti in forra a cura di Roberto Jarre; si tratta di compilare una scheda informativa e anonima sugli incidenti e mancati i ncidenti. Si sp era di ricavarn e indicazioni u til i ai fi ni del la si cu rezza . La scheda può essere richiesta direttamente all’AIC . Internet. E’ sempre il nostro principale mezzo di comunicazione, sia fra i soci che con l’esterno; le pagine curate da Stefano Rossi sono visitate da chiunque voglia sapere qualcosa sul torrentismo. Bollettino4.2 8-12-2000 16:53 Pagina 8 8 Le associazioni affiliate alla AIC - Toboga Club, c/o Roberto Recchioni, Viale della Vittoria 11 - 60 1 23 A n co na , te l . 07 1 /5 26 8 0. e- ma il : [email protected] - Cica Rude Clan, c/o Roberto Schen one, Viale Po nte dell’ Ammiraglio 34/3 - 16148 Genova, tel.010/37743 47 e-mail: [email protected] - G ru pp o Sp el eo log ico Lecce se ‘Nd ro ni co, Vi a de gl i A ca ya 1 - 03 1 00 L e cce , t el . 08 3 2/- 3 0 27 5 8 0338/8335011, e-mail: [email protected] - - Associazione Sportiva Acquatrek c/o Piergiorgio Magrini, Via S.Cabrini 9, 35133 Padova - E tnacan yoni ng c/o Di ego Leo nar di, Via E . L ong o 8, 95019 Zafferana (CT), tel. 095/7081995 - 0339/2272925 e-mail: [email protected] - Mo nrosa Raftin g, loc. Gia re, 130 20 Ba lmuccia (V C) 0163/75298, 02/9102155. e-mail:[email protected] - Coop. La Mong olfie ra, Via del Parco 27, 0 5036 Narn i Scalo (TR), tel. 0744/737535 0335/5700552 Segnavia, Viale S.Avendrace 59 - 09122 Cagliari (CA) tel 079/278900. e-mail: [email protected] - De utsch er Can yoni ng Ver ein , c/o Alfon s Za unh ube r Clemenstr.78 Munchen (Germany) - NoLi mi tsBoys, c/o Mar tin elli Gi ovanni Via Rosmini 6, Riva del Garda (TN) - - Grip - Gruppo Sport e Natura, c/o Salvatore Pinna, Via Coghinas 12, Sassari. e-mail: [email protected] B il lo G rou p c/o Pa olo Spr ea fico, V.l e Matteo tti 19 3 1810 0 Imperia,tel/fax 0183/71067. e-mail:[email protected] - - S po rts in Op en S pa ce, 29 02 0 Mar sag li a (P C), te l. 0523/934300. e-mail: [email protected] Associazione Sportiva Olympic Rock, Via Zanatti 7/1 34100 Trieste, tel. 0339/6900659 0368/3500049 e-mail: [email protected] - Hydrotecniques, Via delle Ande, 1 - 20151 Milano tel.fax. 02/38008023. e-mail: [email protected] - Gruppo Speleologico Specus, Via Santa Gilla 15 09100 Cagliari - A cqu e Ve rti ca li, c/o Fra ncesco Cavalli Via P etrarca, Asti, tel. 0141/532041 - - E xp l or e , Vi a S. Val e nti n o 70 , 0 51 0 0 Ter n i, tel . 0744/277150 0330/883721. e-mail: [email protected] Ve rti cal Ad ven tu re s, fr azi on e fab br ica 1 68 - 11 0 2 0 Ch ampde pra z Ver res (AO ) tel. 01 61/99 036 7 e-mai l: [email protected] - Wet Way, Vial e Rover eto, 4 4 - 3 8066 Riva d. Gard a (TN) tel. 0464.552453 e-mail: [email protected] Incontri Il programma dettagliato delle inziative dell’associazione é r ip o r tat o su l no str o sit o we b : www.ca n yon i n g.i t. In particolare segnaliamo: - le uscite sociali, in varie date e varie zone d’Italia che si protrarranno per tutta la stagione. E’ l’occasione di conoscere e avvici,arsi all’associazione. - l’assemblea annuale dei soci il 17 giugno 2000, presso il centro Sports in Open Space a Marsaglia (PC), oltre che una riunione e’ anche una festa torrentistica; - il raduno torrentistico in Valdossola, Piemonte, insieme a francesi e spagnoli per esplorare forre e divertirci insieme; - l’annuale raduno speleo a novembre a Bora, in Friuli, al quale parteciperemo i forze; e poi altro e altro ancora.... L’im pos tazi one grafica del notiz iario e’ di C orr ado C onc a, la tes sera per l’anno in corso é disegnata da Luc a Dallari il logo dell’AIC é di Gaetano Peluso COORDINATORI REGIONALI Sono le persone alle quali rivolgersi per avere informazione, organizzare incontri, promuovere eventi... Abruzzo: Andrea Monti, tel. 0347-2424164 Calabria : Primo Galiano, tel. 0985-21476 0338-2236744 Lazio: Michele Angileri, tel. 0761-509186 Emilia: Martino Frova, tel. 0523-934300 0338-9996287 Friuli: Maurizio Biondi, tel. 040-9380008 0338-9946046 Liguria: Roberto Schenone, tel. 010-3774347 Lombardia: Giuliano Belluco, tel. 02-6134032 Marche: Annamaria Pinotti, tel. 071-52680 0347-4539078 Piemonte: Roberto Jarre, tel. 0171-261906 0171-634386 Puglia: Stefano Rossi, tel. 0832-493962 0338-8335011 Sardegna: Corrado Conca, tel. 079-278900 0347-2903101 Sicilia: Paolo Madonia, tel. 0330-671808 0347-1450942 Umbria: Angela Torri, tel. 0339-3452455