Cicerone – De Legibus, Atticus: Video quae sint in Latino in Bottiglia

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Latino
[58] Atticus: Video quae sint in pontificio iure, sed quaero ecquidnam sit in legibus. Marcus:
Pauca sane Tite, et ut arbitror non ignota vobis. Sed ea non tam ad religionem spectant
quam ad ius sepulcrorum. ‘Hominem mortuum’ inquit lex in XII ‘ in urbe ne sepelito neve
urito.’ Credo vel propter ignis periculum. Quod autem addit ‘neve urito’, indicat non qui
uratur sepelin, sed qui humetur. Atticus: Quid quod post XII in urbe sepulti sunt clari viri?
Marcus: Credo Tite fuisse aut eos quibus hoc ante hanc legem virtutis causa tributum est, ut
Poplicolae, ut Tuberto, quod eorum posteri iure tenuerunt, aut eos si qui hoc ut C. Fabricius
virtutis causa soluti legibus consecuti sunt. Sed in urbe sepeliri lex vetat, sic decretum a
pontificum collegio, non esse ius in loco publico fieri sepulcrum. Nostis extra portam
Collinam aedem Honoris. Aram in eo loco fuisse memoriae proditum est. Ad eam cum
lamina esset inventa, et in ea scriptum ‘Honoris’, ea causa fuit aedis haec dedicare. Sed
quom multa in eo loco sepulcra fuissent, exarata sunt. Statuit enim collegium locum
publicum non potuisse privata religione obligari.
Italiano
(58) Attico: – Mi rendo conto di cio che e compreso nel diritto pontificale, ma ti chiedo, che
cosa venga stabilito nelle leggi. Marco: – Poche disposizioni, Tito, e, come credo, non ignote
a voi; Pero esse riguardano non innumerevole il culto, quanto i diritti relativi ai sepolcri. La
legge dice nelle dodici tavole: ” Non si seppellisca ne si cremi in urbe il cadavere “, penso a
causa del pericolo di incendio. E giacche aggiunge ” non si cremi “, chiarisce che non e
seppellito colui che viene cremato, Tuttavia colui che e inumato. Attico: – Ma nel modo che e
possibile, se dopo la promulgazione delle dodici tavole si seppellirono in urbe gli uomini
illustri? Marco: – Credo, Tito, che si sia trattato di quelli cui tal privilegio fu conferito prima
di questa legge in riconoscimento del loro valore, come a Publicola ed a Tuberto, privilegio
che i loro discendenti conservarono per diritto, o di quelli che lo conseguirono come G.
Fabrizio, essendo stati esonerati dall’osservanza della legge a causa dei loro meriti. Ma nel
modo che la legge fa divieto di seppellire in urbe, cosi il collegio dei pontefici stabili che non
fosse lecito che si costruissero sepolcri in luogo pubblico. Tu conosci il tempio dell’Onore
esteriormente porta Collina; si tramanda che in quel luogo ci fosse un altare; e che,
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essendosi trovata presso di essa una lamina con su scritto “lamina dell’Onore “, tale fu il
motivo della dedica di questo tempio. Tuttavia dato che in quel luogo si trovavano molti
sepolcri, vi fu passato sopra l’aratro; Difatti il collegio stabili che un luogo pubblico non
poteva essere usato per riti di culto privato.
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