GUIDO, DECIDI SE VUOI ESSERE UN FALCK

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GUIDO, DECIDI SE VUOI ESSERE UN FALCK
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FONDAZIONE INSIEME onlus.
Da CORRIEREMAGAZINE del 10/2/05, pag. 94 <<GUIDO, DECIDI SE VUOI ESSERE
UN FALCK >> di Lina Sotis, giornalista e scrittrice. E nel numero 24/2/05 dello
stesso settimanale è apparsa lettera dell’avv. Emidia Zanetti Vitali (pag. 30) che per
regolarità pubblichiamo.
Per la lettura completa dell’articolo si rimanda al settimanale indicato.
Che ognuna dica la sua. Posso dire anch’io la mia? Di nuovo sui giornali, peccato per un
argomento così privato, la famiglia Falck. Ecco la storia.
Giorgio Falck era bello, introverso, seducibile e soprattutto era uno che sposava. Insomma
non era come quelli che dicono: <<Sì, certo. Però è meglio ni. Anzi no.>> Lui di donne ne
ha sposate tre. Anna Cataldi, dalla quale si separò presto. Rosanna Schiaffino dalla quale
non riesce a separarsi nemmeno adesso che è morto. Silvia Urso che ha amato
appassionatamente e che gli ha dato gli anni più belli della sua vita.
Era prolifico e ogni moglie lo rese padre: tre figli dalla prima, uno dalla seconda, due, ancora
piccolissimi, dalla terza.
Lui muore e lascia poco, un patrimonio prosciugato dalla passione per la vela, dai divorzi, dalle
separazioni, dagli alimenti. Un poco che farebbe sognare un impiegato di prima e seconda
categoria, ma che non accontenta qualche componente di quella variegata tribù che porta il
suo stampo.
Succede infatti che Guido, il <<bambino>> della signora Schiaffino, che aveva chiesto ed
ottenuto per mantenerlo 7200 euro al mese (sognate stipendiate, sognate, 14 milioni al mese
solo per la scuola, capricci e scarpette del pupo), nonostante i soldi non ci siano più e lui abbia
ormai raggiunto i 24 anni e quindi la possibilità di fare lo studente lavoratore, vuole continuare
a ricevere quella paghetta. Insomma Guido non vuole dividere ciò che resta con i fratelli, di
primo e di terzo letto, vuole la sua paghetta tutta intera anche a costo di lasciare senza pappa
i fratelli più piccini.
Poiché la banca non vuole più versare l’importo considerando che il patto di carattere
personale è decaduto con la scomparsa del navigatore solitario, il giovinotto invece di mettersi
d’accordo con i fratelli ha portato tutti in tribunale. Insomma è come se Guido avesse deciso
di essere tutta la vita uno Schiaffino e mai un Falck.
Dividere ciò che restava con i fratelli sarebbe stato un segno d’appartenenza alla stirpe,
comportarsi così è ricalcare la coazione a ripetere materna, allontanandosi sempre più dalla
grande famiglia. Voi cosa ne pensate?
La lettera dell’Avv. Emidia Zanetti Vitali a Lina Sotis.
A proposito dell’articolo di Lina Sotis sulla vicenda dell’eredità di Giorgio Falck vorrei precisare
quanto segue: Giorgio Falck all’epoca della separazione consensuale dalla moglie Rosanna
Schiaffino, aveva garantito al figlio Guido, già maggiorenne, un assegno mensile per il periodo
necessario a terminare gli studi e a rendersi autonomo.
Giorgio Falck non ha, in epoca successiva, mai cambiato idea in proposito, neppure dopo la
nascita degli ultimi due figli, avuti da Silvia D’Urso; tale assegno risponde perciò alla immutata
volontà del padre, il quale ha fornito alla banca i mezzi necessari alla corresponsione per
l’intero periodo di tempo previsto.
In secondo luogo, non risponde al vero che Guido Falck rifiuti di dividere l’eredità con i propri
fratelli, come non risponde al vero che voglia <<la sua paghetta tutta intera anche a costo di
lasciare senza pappa i fratelli più piccini>>, con la loro madre, sono eredi del 70% del
patrimonio di Giorgio Falck e che sono stati tutti gli altri eredi, titolari del 90% dell’eredità
(che, anche detratte le passività, è assai cospicua), a intimare alla banca, con lettere dei propri
legali, di non corrispondere più l’assegno a Guido, senza neppure informarlo e senza avere mai
affrontato la questione con lo stesso.
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In terzo luogo, Guido Falck è rimasto profondamente amareggiato per l’ostilità dimostrata, nei
suoi confronti, da chi porta il suo stesso cognome. Egli, infatti, si chiama e si sente Falck,
figlio a pieno titolo di entrambi i suoi genitori, di cui ricorda l’unione per tanti anni solida e
felice.
Di conseguenza, le affermazioni della signora Sotis, <<maestra di bon ton>>, appaiono di
cattivo gusto, a voler essere riduttivi, oltre che inopportune, essendo rivolte ad un ragazzo, il
quale ha sempre sfuggito qualsiasi forma di pubblicità e, pertanto, avrebbe diritto al rispetto
della propria sfera di riservatezza. Avv. Emidia Zanetti Vitali
Risponde Lina Sotis:
Se Guido Falck è veramente così, sono contenta per lui e per tutti i suoi fratelli. Così,
abbracciati, si spartiranno ciò che resta. Aspetto solo che tutti gli altri, felici, mi dicano che è
così.