Osservatorio economico Indicod-Ecr Le opinioni degli associati X

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Osservatorio economico Indicod-Ecr Le opinioni degli associati X
Osservatorio economico Indicod-Ecr
Le opinioni degli associati
X Edizione
Sintesi Dicembre 2009
Il presente rapporto è stato elaborato da:
INDICOD-ECR: Marco Cuppini, Samanta Correale
Per informazioni: http://www.indicod-ecr.it
.
II
1. Introduzione
La presente edizione dell’osservatorio raccoglie il sentiment delle aziende in una
fase ancora incerta del ciclo economico italiano.
Le risposte degli associati Indicod-Ecr confermano che il periodo appena trascorso
si è rivelato meno critico del precedente sebbene la sperata ripresa ancora non si sia
realizzata né tanto meno consolidata: le aspettative positive espresse nel semestre
precedente non si sono completamente concretizzate nell’andamento dell’economia
reale; negli ultimi sei mesi gli imprenditori denunciano un miglioramento del giro
d’affari, ma indicatori fondamentali come gli occupati e gli investimenti non sono ancora
tornati a crescere. Per il futuro, il quadro cui si aspira è ancora positivo: i rispondenti si
aspettano che la situazione generale migliori sensibilmente sia a livello generale sia
per la propria impresa.
L’’approfondimento è dedicato, per la seconda edizione consecutiva, al tema della
responsabilità sociale dell’impresa, tema di estremo interesse per gli imprenditori in
questo momento di preoccupazioni economiche, sociali e ambientali. Si conferma
infatti la percezione di come un orientamento alla “sostenibilità” sia estremamente
vantaggioso sebbene nel concreto ancora siano poche e con iniziative piuttosto
circoscritte, le aziende che decidono di investire, comunicare e impegnarsi a livello
strategico.
Buona consultazione.
1.1 I principali risultati
Congiuntura e clima di fiducia. I dati ufficiali (ISTAT) relativi all’ ultimo trimestre
del 2009 non sono stati brillanti a livello congiunturale sebbene a livello tendenziale si
osservi, negli ultimi trimestri, una frenata nell’andamento negativo perseguito
recentemente dal ciclo economico italiano. Il PIL nell’ ultimo trimestre dell’anno rispetto
al trimestre precedente è pari a -0,2% mentre rallenta a -2,8% rispetto allo stesso
trimestre del 2008: le stime Istat sull’andamento del Pil nel 2009 in Italia sono pari a
-4,9%. La ripresa che sembrava essersi avviata alla volta del terzo trimestre dell’anno
stenta a rafforzarsi nelle economie avanzate: presto cominceranno a recedere le
misure eccezionali di politica economica messe in atto da governi e banche centrali e
la domanda privata continua a rimanere debole dovendo fare i conti con un livello di
disoccupazione che continuerà a crescere almeno per il prossimo anno.
Nonostante il continuo miglioramento del clima di fiducia, le imprese esitano ancora
ad aumentare la produzione in presenza di un incerto incremento degli ordinativi.
3
Anche la domanda estera, ripresasi durante l’estate, è rallentata nuovamente in
autunno. Le previsioni di crescita quindi rimangono caute: +0,7% nel 2010 (Banca
d’Italia – Bollettino economico Gennaio 2010).
Figura 1 - PIL Italia semestrale a valori concatenati anno2000
Var% congiunturale e Clima di fiducia – percezioni e attese
5,0
120
111,9
108,5
3,0
PIL - Var.% congiunturale
115
111,0
106,0
2,0
103,9
1,0
104,7
110
106,2
104,1
102,1
105
100
98,0
98,0
0,0
95
92,3
91,0
92,9
-1,0
90
89,9
-2,0
85
82,5
83,0
82,1
-3,0
80
76,7
-4,0
75
72,3
-5,0
70
2004- 2004- 2005- 2005- 2006- 2006- 2007- 2007- 2008- 2008- 2009- 2009- 2010S1
S2
S1
S2
S1
S2
S1
S2
S1
S2
S1
S2
S1
PIL
Percezioni
Attese
Fonte: Pil - elaborazioni Prometeia su dati ISTAT
Figura 2 – Clima di fiducia
(dati mensili destagionalizzati)
120,0
110,0
100,0
90,0
80,0
70,0
20
0
20 2M
02 01
20 M
0 0
20 2M 4
0 0
20 2M 7
0 1
20 3M 0
0 0
20 3M 1
0 0
20 3M 4
0 0
20 3M 7
0 1
20 4M 0
0 0
20 4M 1
04 04
20 M
0 0
20 4M 7
0 1
20 5M 0
0 0
20 5M 1
0 0
20 5M 4
05 07
20 M
0 1
20 6M 0
0 0
20 6M 1
06 04
20 M
0 0
20 6M 7
07 10
20 M
0 0
20 7M 1
0 0
20 7M 4
07 07
20 M
0 1
20 8M 0
08 01
20 M
0 0
20 8M 4
0 0
20 8M 7
09 10
20 M
0 0
20 9M 1
0 0
20 9M 4
0 0
20 9M 7
10 10
M
01
60,0
media indici (manifattura, grande distribuzione, commercio al minuto)
imprese manifattura
grande distribuzione
Fonte: Clima di fiducia - elaborazioni Prometeia su dati ISAE
Clima di fiducia
4,0
Gli associati Indicod-Ecr confermano l’attuale situazione di lenta ripresa del
contesto economico, dove però rimangono forti i segnali di una crisi ancora non
del tutto superata.
Il clima di fiducia riprende gradualmente a salire e fa registrare ancora un
sensibile aumento: l’indice generale passa da 83,0 a 91,0. La componente delle
aspettative per i prossimi sei mesi del 2010 insita in questo valore sintetico,
cresce, ma meno rispetto agli scorsi sei mesi, passando da 98,0 a 104,1. Si
consolida quindi la convinzione che la fase più critica del ciclo economico sia
appena passata, ma al futuro non si legano più aspettative brillanti: si intravede
una ripresa lenta e difficile. Tra l’altro segnali simili provengono da più parti del
mondo, prevalentemente dall’area Euro, dove in tutti i paesi momenti di ripresa
economica convivono con altrettanti segnali di una situazione che ancora fatica a
consolidarsi.
Le percezioni sui sei mesi trascorsi rimangono moderatamente positive: a
livello medio complessivo i giudizi sulla situazione economica generale del Paese
(valore dell’indice sulle percezioni a 64,8) e del proprio settore (61,2) sono
sensibilmente migliorati rispetto al primo semestre del 2009, per quanto siano
indicatori negativi nettamente al di sotto del valore 100.
5
Figura 3 –Indicatori aggregati (Indicatori sintetici)
Situazione economica generale
evidenzia
ancora
si
una
situazione critica; negli ultimi
98,2 95,9
85,1 84,2
100
83,6
90,1
79,8 78,1
41,0
71,2
67,2
64,8
40
23,6
33,5
23,4
I 2005 II 2005 I 2006
II
2006
andando
diminuzione,
a
disilludere
le
aspettative di sei mesi fa. Le
40,1
20
registrato in termini assoluti
un’ulteriore
61,5 60,4
60,3
60
0
l’occupazione
sei mesi gli associati hanno
120
80
Per
I 2007 II 2007 I 2008
percezioni
aspettative attuali rimangono
16,7
II
2008
I 2009 II 2009
positive,
ma
modo
attese
crescono
meno
in
ottimistico
rispetto al primo semestre
dell’anno;
Occupati
gli
imprenditori
hanno rilevato una riduzione
115
107,4
110
105
100
95
110,8
109,2
107,8
107,0
96,5 107,0 104,3
degli organici, ma sperano
107,0
109,2
105,2
che nei prossimi sei mesi la
102,7
98,3
96,2
99,4
91,1
90
96,5
95,4
situazione cambierà in meglio
(indicatore da 95,4 a 96,5).
92,4
Il periodo intenso di crisi e
85
85,9
80
I 2005 II 2005 I 2006
II
2006
I 2007 II 2007 I 2008
percezioni
II
2008
I 2009 II 2009
la
flessione
e
115,4
120 112,9 128,6 129,0 126,3 126,0 127,7
110,6 112,6
111,0
112,8
100
102,3 103,7
92,8
90
80
II
2006
I 2007 II 2007 I 2008
percezioni
che
diminuzione
degli
occupati, e quindi dei redditi,
128,6 130,6 127,7
130
I 2005 II 2005 I 2006
reali
continuano a generare effetti
sulla
110 116,1
di
fiducia hanno avuto quindi
Investimenti
133,2 132,8
clima
attese
ripercussioni
140
del
II
2008
I 2009 II 2009
quindi
sulla
continua
debolezza
della
domanda
interna.
Cala in maniera vistosa
anche
l’indice
degli
investimenti; la propensione a
attese
effettuare
investimenti
ha
raggiunto i minimi nell’ultimo
semestre e anche le aspettative risentono di una leggera perdita di ottimismo.
Passando ad analizzare la situazione economica generale della singola
impresa, nel secondo semestre 2009, le imprese industriali dichiarano di aver
vissuto un miglioramento del proprio giro d’affari (spesso inteso come una minore
perdita).
Figura 4 – Giro d’affari percepito – Var% dichiarata
4,8
6
4
2
0
2,9
0,1
4,3
3,0
1,2
0,9
1,0
1,0
0,2
-0,5
3,9
1,7
1,1
1,6
2,2
0,8
0,4
-2,5
-2,6
situazione
1,8
0,7
-0,5
0,1
-2,0
-2,7
-2,6
-4,4
Largo consumo
2 sem 2007 1sem 2008
Totale industria
2 sem 2008
commercio
porzione delle imprese
-2,7
I 2009
Commercio all'ingrosso
industriali
più
strettamente correlate
-5,7
2 sem 2006 1sem 2007
il
-1,6
-8
2 sem 2005 1sem 2006
per
all’ingrosso e per una
-2,1-2,3
-6
1sem 2005
negativa
sembra essere stata la
3,6
2,5
2,0
-0,7
-2
-4
3,2
1,9
Meno
5,2
II 2009
GDO
al mondo del largo
consumo. Per la GDO,
che
si
mantiene
comunque su tassi positivi, si registra un rallentamento della crescita (+0,7%).
Figura 5 – Giro d’affari atteso – Var% dichiarata
Le aspettative per il
7
prossimo
6,3
6
4,8
5
4
3
4,3
3,2
3,0
4,3
3,4
2,7
2,6
sull’andamento
4,9
4,1
4,6
3,6
4,1
2,9
2
1
4,6
2,5
futuro
3,2
3,2
2,2
affari
4,2
3,0
3,0
2,8
2,2
2,2
1,5
2,1
1,6
0,6
1,2
1,0
0,7
1,0
2,0
1,9
2,2
1,9
0,9
della
degli
propria
impresa mostrano una
ripresa, in particolare
per il largo consumo;
più cauti rimangono gli
0,1
0
1sem 2005
2 sem 2005
1sem 2006
Largo consumo
2 sem 2006
1sem 2007
Totale industria
2 sem 2007
1sem 2008
2 sem 2008
I 2009
Commercio all'ingrosso
II 2009
GDO
imprenditori
del
commercio
all’ingrosso e della GDO.
Gli imprenditori cercano di essere ottimisti per il futuro anche nella seconda
metà del 2009; gli indici del clima di fiducia per settore confermano le evidenze
emerse a livello aggregato. C’è un sostanziale allineamento tra settori su valori
simili, improntati ad una sensibile ripresa della fiducia percepita, superiori a 90,
sebbene i valori rimangano ancora al di sotto del valore 100. Le aspettative
crescono e tornano al di sopra del valore 100, sebbene l’incremento di ottimismo
sia stato più contenuto rispetto alla precedente edizione.
Figura 6 – Il clima di fiducia: industria, commercio all’ingrosso e GDO
7
200
150
100
101 102 10098
90
80
80
110
92,0 86
82,4
71,3
110
102102 98
133
118
135
111
94,4 99
84
83,1
73,4
97
95,089,7
83
79,3
106
105102
104
93
82
91,0
83,0
72,3
0
Industria
I 2005
II 2005
Com m ercio all'ingrosso
I 2006
II 2006
I 2007
II 2007
GDO
I 2008
Totale
II 2008
I 2009
II 2009
Figura 7 – Il clima di fiducia: le aspettative di industria, commercio all’ingrosso e GDO
200
155
144
109 107 104103
100
90
95
87
109,3
98,2
96
120 114
105106104
75,8
139
123
105,0 105
96,7
93
77,3
112111 108106
107,7
104,1
102,1
98,0
98
92
90
82,9
76,7
115109
0
Industria
I 2005
II 2005
Com m ercio all'ingrosso
I 2006
II 2006
I 2007
II 2007
GDO
I 2008
II 2008
Totale
I 2009
II 2009
In termini di ulteriori dimensioni di analisi, sono le imprese con il fatturato alto
ad avere manifestato il miglioramento più consistente (l’indice aumenta di circa 15
punti) mentre a livello territoriale gli effetti di miglioramento sono maggiori al nord:
in tutti i casi ci troviamo di fronte ad aspettative più ottimistiche che in passato.
Tabella 1 – Il clima di fiducia: industria, commercio all’ingrosso e GDO
Industria manifatturiera
Industria Largo consumo
Commercio all’ingrosso
GDO
Totale
Il clima di
fiducia[1]
92,0
95,7
94,4
89,7
91,0
Il clima di
fiducia: le
aspettative[2]
109,3
107,4
105,0
102,1
104,1
Tabella 2 – Il clima di fiducia: le imprese classificate per livelli di fatturato1
Indicatori
Basso
92,7
Medio
90,2
Alto
95,9
Totale
91,0
Tabella 3 – Il clima di fiducia: le imprese classificate per territorio
Indicatori
Nord
94,8
Centro-Sud
89,6
Totale
91,0
Nel 2009 viene confermata una crescita limitata (circa 0,8% - fonte Istat –
inflazione acquisita a dicembre 2009) del tasso di inflazione, in linea con le
percezioni degli associati. Solo negli ultimi mesi del 2009, in realtà abbiamo
cominciato a vedere qualche variazione positiva del tasso di crescita dei prezzi;
questo ha spinto al rialzo le previsioni dell’Istat per i prossimi mesi, soprattutto in
vista di un rincaro dei prezzi dei beni energetici. Anche gli associati prevedono un
rialzo, sebbene contenuto, dei prezzi relativi al loro settore si appartenenza.
Figura 8 - Prezzi generali: var. % attesa per i prossimi 12 mesi
1
Le imprese sono state classificate sulla base dei seguenti livelli di fatturato:
- Basso: fino a 1.292.000 Euro - Medio: da 1.292.000 Euro a 15.494.000 Euro - Alto: oltre 15.494.000 Euro
9
3,4
3,1
2,5
2,22,32,2
2,0
1,8
3,0
2,6 2,7
2,6
2,12,11,9
1,7
1,6
Industria Largo Consumo
I 2005
II 2005
2,42,3
2,1
2,0
1,8
I 2006
II 2006
I 2007
2,6
2,1
1,9 2,01,8
1,4
0,9
0,5
0,8
0,6
Industria
3,0
2,7
2,5
1,9
1,0
0,8
0,80,6
Commercio all'ingrosso
II 2007
I 2008
II 2008
GDO
I 2009
II 2009
Figura 9 - Prezzi del settore di appartenenza: var. % attesa per i prossimi 12 mesi
3,13,2
3,1
2,8
2,5
2,3
2,1
1,9
1,6
1,6
3,03,0
1,7
1,2
0,9
0,7
0,70,7
Industria
I 2005
II 2005
2,42,5
2,12,12,02,2
2,12,1
1,8
1,7
1,1
0,90,8
0,4
Industria Largo Consumo
Commercio all'ingrosso
I 2006
II 2007
II 2006
I 2007
1,7
1,5
1,11,1
1,5
I 2008
II 2008
GDO
I 2009
II 2009
Tabella 4 – Percezioni e attese sulle variazione dei prezzi generali e settoriali
.
Prezzi
generali:
Prezzi settore
appartenenza
variazione
attesa
prossimi
dodici
mesi
Variazione Variazione
percepita
attesa
ultimi
prossimi
dodici
dodici
mesi
mesi
Industria manifatturiera
0,6
0,0
0,7
Industria largo consumo
0,5
0,1
0,7
Commercio all’ingrosso
0,6
-0,2
0,8
GDO
0,8
0,3
0,6
1,7
0,8
0,6
La responsabilità sociale.
L’approfondimento di questa edizione è dedicato, per la seconda volta
consecutiva, al tema della responsabilità sociale delle imprese, tema quanto mai
attuale in un momento caratterizzato da preoccupazioni economiche, sociali ed
ambientali. Oggi si parla in modo allargato di responsabilità d’impresa (Corporate
Responsibility) considerando, oltre agli attuali vincoli di legge, tutto quello che le
imprese si vincolano “volontariamente” a rispettare per garantire la massima
“correttezza” nella realizzazione di ogni singola operazione economica e nei rapporti
con terze parti. Negli ultimi anni questa “correttezza” ha assunto la denominazione di
Sostenibilità (economica, sociale e ambientale). L’impresa che persegue uno
sviluppo sostenibile continua a svolgere un’attività remunerativa avendo cura degli
aspetti ambientali e sociali, dando comunicazione e prova dei risultati conseguiti ai
portatori di interesse con cui entra in contatto (azionisti, fornitori, clienti, Stato,
ambiente, comunità locali,…).
In questa edizione sono stati approfonditi due temi in particolare: il valore
percepito e reale attribuito al tema della sostenibilità e la comunicazione che ne viene
data all’esterno.
Figura 10 – Il significato della sostenibilità (%)
La sostenibilità per un’azienda oggi è..?
38,7
un vantaggio competitivo per l'azienda
31,6
un vantaggio competitivo per l'intera filiera
15,8
un vantaggio per il consumatore
una moda
un atto di filantropia
7,2
6,6
Il valore percepito si lega al significato che il tema sostenibilità assume oggi nel vissuto
delle aziende: emerge che per gli associati Indicod-Ecr la sostenibilità è
prevalentemente un vantaggio competitivo per l’azienda (così dichiara oltre il 38% dei
11
rispondenti); a seguire il vantaggio si estende all’ efficienza dell’intera filiera che genera
anche qui un vantaggio competitivo; netto il distacco nei confronti del vantaggio
riconosciuto prevalentemente per i consumatori (15,8%).
Nel concreto la sostenibilità viene riconosciuta nelle iniziative legate prevalentemente
alla sicurezza e qualità del prodotto e al rispetto in generale per l’ambiente. Evidente
anche nel tema della gestione trasparente dell’impresa e del benessere dei dipendenti;
meno chiaro quando si parla di diritti umani e benessere della comunità locale: rimane
ancora nell’ombra il valore “sostenibile” in un’ ottica di responsabilità sociale allargata,
di iniziative che vanno a colpire alcuni dei portatori di interesse con cui l’azienda entra
in contatto.
Figura 11 – Azioni sostenibili (%)
Un’iniziativa aziendale si può definire sostenibile se garantisce…?
la sicurezza, la qualita' dei prodotti e la
tracciabilità della filiera
sì
no
il rispetto dell' ambiente (riduzione delle emissioni,
riduzione dei consumi di energia e acqua,…)
la trasparenza nella gestione dell'impresa e
l'adozione di un codice etico
il benessere dei dipendenti (sicurezza sul lavoro,
formazione,…)
il rispetto dei diritti umani e delle condizioni di
lavoro dei fornitori
sostegno alla comunità locale e riduzione della
povertà
0,00
Le
iniziative
sostenibili
generano
vantaggi
25,00
alle
50,00
aziende
75,00
che
100,00
li
praticano
prevalentemente nell’ottica di rafforzare il marchio e l’immagine dell’azienda stessa e
sostenere gli investimenti in innovazione; altrettanto buoni gli effetti in termini di
aumento della fedeltà del consumatore; meno evidenti le potenzialità a livello strategico
e di accesso al capitale di rischio, anche perché impossibili da realizzare se non si
adotta una filosofia aziendale profonda e coerente che consolida e chiarisce
l’immagine aziendale, ma si perseguono solo azioni tattiche e temporanee.
Figura 12 – Vantaggi dell’adozione di comportamenti sostenibili(%)
Secondo la sua esperienza investire in responsabilità d’impresa genera il vantaggio di….
rafforzare il marchio e l' immagine
aumentare l'innovazione
aumentare la fedeltà del consumatore
migliorare la gestione del rischio
attrarre personale di talento
ridurre i costi operativi
aumentare le vendite
aiutare a formulare strategie aziendali
facilitare l'accesso al capitale di rischio
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100
%
1 (per niente)
2
3
4
5 (molto
Di fatti nel concreto rimane il bilancio sociale l’unico strumento adottato e solo da poco
più del 30% delle aziende.
Figura 13 – Il bilancio (%)
La sua azienda redige o ha intenzione di redigere….
100%
75%
50%
25%
0%
bilancio sociale
bilancio ambientale
bilancio sostenibilità
nessuna risposta in futuro si
A livello di condivisione dell’informazione, le aziende sono prevalentemente orientate a
segnalare elementi che “rassicurino” il consumatore sulla qualità e non tossicità del
prodotto acquistato; minore focus informativo sull’eventuale impegno che l’azienda
assume in termini di sostenibilità “allargata” agli attori del mercato e all’ambiente in
generale in un’ottica di lungo periodo.
13
Figura 14 – Informazione al consumatore(%)
Se l’azienda attiva iniziative sostenibili il consumatore viene informato in particolare su…?
tracciabilità del prodotto
non tossicità per la salute
impiego di materiali riciclabili
modalità di produzione che rispettino l'ambiente
rispetto dei diritti dei lavoratori
impiego di materie prime rinnovabili
nessuna informazione
0%
20%
si
40%
no
60%
80%
100%
non applicabile
C’è ancora incertezza sulla propria capacità di portare avanti in modo stabile un
eventuale indirizzo sostenibile intrapreso dall’azienda: lo sguardo è ancora rivolto al
breve e immediato. Impegnarsi per il futuro è ancora la scelta di pochi.
Figura 15 – Impegni da rispettare (%)
Se l’azienda ha in previsione iniziative sostenibili di norma assume o assumerebbe impegni preventivi
per il futuro?
60
45
30
15
0
si
in futuro
no