Wicca l`inizio del cammino

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Wicca l`inizio del cammino
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La Wicca.
L'inizio del cammino.
Come iniziare questo
cammino traendo
informazioni da un
forum.
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Introduzione......................................................................... 4
1. Wicca
2. Cos'è la Wicca?.................................................... 5
3. La nascita della Wicca parte 1............................ 11
4. La nascita della Wicca parte 2........................... 18
5. La percezione del divino................................... 25
6. La Dea................................................................ 31
7. Le Dee............................................................... 37
8. Il Dio.................................................................. 46
9. Gli Dei................................................................ 51
10. L'incarico della Dea.......................................... 58
11. Il Rede............................................................... 69
12. La legge del tre.................................................. 78
1. Strumenti e Simboli
2. Introduzione...................................................... 85
3. La Bacchetta...................................................... 88
4. Il Pentacolo........................................................ 95
5. Il Calice............................................................ 103
6. L'Athame......................................................... 108
7. La Scopa........................................................... 114
8. Il Calderone...................................................... 118
9. Il Libro delle ombre......................................... 122
10. La Corda.......................................................... 131
11. Triquetra.......................................................... 134
12. Triskell............................................................ 138
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Buongiorno, sono Wiccan Matrix
il 21/1/2008 ho creato il forum
“Il Pentacolo”
con l'intento di trovare altri Wiccan e aiutare i
neofiti ad iniziare questo cammino.
Ora abbiamo molti utenti e tanti di loro sono
diventati Wiccan grazie alle nostre informazioni
e i nostri consigli.
Ho deciso di creare questo libricino che contiene
delle nostre discussioni per capire meglio cosa è
la Wicca.Il libro è diviso in lezioni, visto che uno
dei nostri progetti era la “scuola wiccan”, potrete
trovare tutte le “lezioni” nel forum.
Non vogliamo apparire come persone che hanno
la verità assoluta ma semplicemente, dare delle
informazioni a chi si avvicina a questo cammino.
I testi sono stati scritti da:
Selene Luna (Wicca)
Arianrhod (Strumenti e Simboli)
http://ilpentacolo.forumfree.it/
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Lezione 1:
Introduzione
Cos'é la Wicca?
“Pagan witchcraft is a fully developed, independent
religion…it is a modern development which deliberately
draws upon ancient images and ideas for contemporary
needs.”
Professor Ronald Hutton, The Triumph of the Moon: A
History of Modern Pagan Witchcraft.
Temi di questa lezione:
- Introduzione alla Wicca
- Percezione degli Dei
- Perché i wiccan celebrano i cicli naturali
- Le leggi della Wicca
La Wicca é una religione pagana nella quale
generalmente si venera una Dea e un Dio (1) e rispetta
le polarità femminili e maschili. Chiamata anche Vecchia
Religione o religione della Dea, é forse la più antica del
mondo: esisteva già prima del Cristianesimo, dell'Islam,
del Buddismo e dell'Induismo. Ha molto in comune con le
tradizioni dei nativi d'America e lo Sciamanesimo, ma la
sue origini si perdono nel Neolitico, dove gli uomini e le
donne di quel tempo veneravano la Dea nella sua forma
di madre fertile e dispensatrice di vita.
La storia della Wicca é la storia della magia naturale,
delle tradizioni pagane e della spiritualità celta.
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Nonostante la sua sia una storia prettamente europea,
ciò non significa che la Wicca non abbia un ruolo
universale. La sua rinascita nel 20° secolo ebbe luogo in
Inghilterra, nella sacra Albion, la patria di Glastonbury,
Stonehenge e della leggenda del Sacro Graal. Non si
tratta certamente di un caso, poiché nelle antiche
tradizioni questi territori erano considerati sacri.
Le importanti "scuole" druidiche si trovavano, durante
l'era celtica, in Gran Bretagna e in Irlanda e gli scienziati
del medioevo affermavano che la Bretagna era stata
data ai loro antenati come dono della Dea Diana. Questo
legame con il paganesimo ha fatto sì che in Inghilterra ci
fosse una maggiore crescita della stregoneria rispetto ad
altri luoghi del resto d'Europa. Un altro fatto che contribuì
alla diffusione della Stregoneria fu la distanza che c'era
fra l'Inghilterra e Roma. Questo significava che la Gran
Bretagna venne cristianizzata più tardi e che con la
riforma protestante si allontanò sempre più dalla città del
Papa. Il protestantesimo inglese non era così fanatico e
non perseguitò le streghe con lo stesso accanimento dei
cattolici e protestanti degli altri paesi.
Spesso si pensa che l'Europa é cristiana da 2000 anni e
oltre, ma questo non é per niente vero. Ancora dopo
migliaia di anni, il cristianesimo e il paganesimo si
trovano in conflitto fra loro. Ai margini dell'Europa
occidentale perdurarono molte tradizioni pagane che non
sarebbero sopravvissute in altri luoghi. La stregoneria e il
paganesimo continuarono a esistere nelle campagne e
nelle usanze della popolazione rurale come parte
integrante dei loro usi, dei loro costumi, delle loro
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abitudini e della medicina popolare. Questo non significa
che gli strati alti della società non erano a conoscenza di
queste "credenze popolari", ma le adattarono alla cultura
e religione dominante: per esempio, giorni come il primo
maggio (Sabbat di Beltane) vennero adattati al
calendario cristiano (Festa del lavoro)..
Fu grazie al lavoro compiuto da Gerald Gardner che la
Wicca non rimase una religione segreta e clandestina.
Fu lui la prima strega del 20° secolo che parlò
apertamente della sua fede, prima in forma romanzata,
in seguito pubblicando saggi sulla Wicca. I suoi libri più
conosciuti, "Witchcraft Today" (1954) (tradotto anche in
italiano da Venexia Edizioni) e "The meaning of
Witchcraft" (1959), diedero forma a un movimento che si
diffuse in tutto il mondo. Di Gardner e degli altri autori
che hanno contribuito a rendere conosciuta la Wicca
parleremo in maniera più approfondita prossimamente.
Nella Wicca, gli Dei sono percepiti come immanenti e si
manifestano in particolare attraverso la natura. Per
questo, i wiccan celebrano le stagioni - in particolare gli
otto Sabbat - e i cicli lunari, per onorare la natura e le
sue forze. I cicli naturali rispecchiano la danza di vita,
morte e rinascita della Dea e del Dio. Anche di questo
avremo modo di parlare in maniera più dettagliata nelle
prossime lezione.
Una Strega pratica la magia e onora le divinità, che si
manifestano sia all'esterno che all'interno di ciascuno di
noi. La Wicca é anche una tradizione misterica e
iniziatica, un cammino di evoluzione che riporta alla luce
le magiche forze nascoste dell'uomo in modo che egli
possa migliorare la sua vita e rendersi conto del magico
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mondo che lo circonda, armonizzandosi con la natura e
seguendo i suoi cicli stagionali e lunari.
I wiccan non credono nella Dea e in Dio, ma si mettono
direttamente in contatto con loro tramite la luna, le stelle,
il mare, la terra, i fiori, le piante, gli animali, per mezzo
delle persone che stanno loro vicine e tramite sé stessi.
Per questo, loro non credono, bensì conoscono le
Divinità. Poiché gli Dei sono qui e sono in tutti noi. La
Terra é la nostra Madre spirituale e noi sentiamo che la
divinità non sta "lassù" ma qui fra noi. Il mondo é la
manifestazione della Dea e quindi tutto attorno a noi é
sacro.
Alcuni wiccan praticano la Wicca in un gruppo, chiamato
congrega o coven, spesso seguendo una determinata
tradizione, mente altri praticano in solitario e
personalizzano alcune pratiche secondo le proprie
esigenze. La Wicca non è infatti una religione passiva
dove i wiccan sono spettatori, bensì partecipano in
maniera attiva ai riti. Spesso, nelle congreghe, quando il
training di base viene completato, i wiccan si
specializzano in determinate “discipline”, per esempio la
divinazione, l’uso delle erbe, l’astrologia, l’uso delle
pietre, ecc. Ci sono wiccan che privilegiano la pratica di
gruppo, altri preferiscono la pratica solitaria, altri ancora
alternano momenti di gruppo con momenti di
celebrazione individuale. Si tratta di una scelta
personale, tuttavia oggigiorno in Italia é ancora difficile
trovare coven aperte e disposte ad ammettere nuovi
"membri", per cui molti praticanti operano in maniera
solitaria.
Nella Wicca non ci sono regole fisse e predeterminate,
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ma esistono alcuni principi centrali che molti wiccan
condividono (ma non per forza tutti). Il Rede e la Legge
del Tre. La prima dice: “Se non nuoce a nessuno, fa ciò
che vuoi”. La seconda: “Tutto ciò che fai ti ritornerà
indietro moltiplicato per tre”. È necessario precisare che i
dibattiti odierni sul Rede e sulla Legge del Tre nel
panorama italiano vedono molte posizioni contrastanti.
Gran parte dei wiccan praticanti di oggigiorno afferma
che non è possibile “non nuocere a nessuno”, perché
l’essere umano non é in grado di distinguere cosa per
l’altro può essere dannoso e cosa non lo é. Per cui,
ognuno agisce secondo ciò che personalmente
considera giusto, ma ciò non significa che sia
effettivamente considerato giusto anche da altri.
Riguardo la legge del Tre, alcuni sostengono che
secondo i principi della fisica (azione-reazione), se
questa legge fosse reale, ogni azione avrebbe
conseguenze che si ripercuoterebbero all’infinito
(un’azione provoca una reazione moltiplicata per tre; a
quella reazione dovrebbe seguire un’altra reazione
moltiplicata per tre; e così via). Di conseguenza, molti
wiccan non la ritengono valida.
Voi dovete credere o non credere al Rede e alla Legge
del Tre? Ritengo che questa decisione appartenga al
singolo. Nelle lezioni che seguiranno avremo modo di
parlare in maniera più approfondita di queste due leggi,
poi sta a voi scegliere se ritenerle valide o meno.
Spunti di riflessione:
Qui di seguito trovate alcune domande che hanno lo
scopo di spronarvi a riflettere sui contenuti di questa
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lezione.
- Come percepite e vivete il rapporto con le Divinità?
Percepite il Divino nell’aspetto della Dea, della Dea e del
Dio, solo del Dio, o in una molteplicità di dei?
- Com’è il vostro rapporto con la natura? Vi relazionate
con lei? Se sì in che modo?
- Cosa pensate del Rede e della Legge del Tre?
Bibliografia consigliata:
- Dorothy Morrison, L’arte della Strega, Armenia
- Scott Cunningham, Wicca, Armenia
- Vivianne Crowley, Wicca, Thorsons Element
- Pino Longchild, Wicca Revealed: a fist year within The
Craft, Lulu.com
(1) Ho usato volontariamente il termine “generalmente”,
poiché non tutti i wiccan venerano una Dea e un Dio. Ci
sono wiccan che venerano solo (o maggiormente) la
Dea, altri solo il Dio, altri ancora una molteplicità di Dei.
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Lezione 2:
La nascita della Wicca, parte 1
Crediti:
Testo di The Khaos (che ringrazio), rivisto a ampliato da
Selene. Autori consultati: Cronos e Buckland (a cui pure
vanno i ringraziamenti).
Nota bene: la storia della nascita della Wicca potrebbe
essere molto più approfondita di quanto non vi propongo
qui di seguito e nella prossima lezione. Per non
appesantire inutilmente le lezioni, preferisco riportare
solo gli elementi più importanti. Per ulteriori informazioni,
potete consultare i testi consigliati al termine della
lezione
Temi di questa lezione:
- La vita e l’opera di Gerald Gardner
- Contributi alla nascita della Wicca
Malgrado l’avanzata del cristianesimo e l’inquisizione
medievale, la stregoneria sopravvivrà fino ai nostri giorni
come la brace sotto le ceneri del vecchio mondo pagano.
La sua rinascita, verso la metà del ‘900, sarà opera di
Gerald Brosseau Gardner. Nato il 13 giugno del 1884 a
Great Crosby nel Lancashire, vicino a Liverpool, in
Inghilterra, giovanissimo sotto la tutela della sua
bambinaia, una eccentrica donna irlandese, non ricevette
un’educazione formale e visse a lungo in Estremo
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Oriente.
In oriente Gardner ebbe modo di alimentare i suoi
interessi per l’antropologia e l’etnologia. Nel Borneo
conobbe i Dayak, dove ebbe modo di venire a
conoscenza delle loro usanze e credenze. Nei loro rituali,
ai quali partecipò, venivano contattate divinità e spiriti
attraverso uno stato di trance indotta, grazie all’uso di
lunghe cantilene, in cui le entità si manifestavano per
comunicare con i presenti. In seguito entrò in contatto
anche con i Sakis, una popolazione poco conosciuta
della giungla malese, e scoprì che la magia era parte
integrante della loro vita quotidiana. Questi studi
antropologici erano amatoriali, ma in seguito ci si riferì a
lui come dottor Gardner anche se non pare abbia mai
conseguito titoli accademici.
Nel 1936 fece ritorno in Inghilterra, senza tuttavia
abbandonare il suo interesse per l’antropologia e
l’occulto, che segnarono il resto della sua vita. In
Inghilterra, maturò inoltre il suo interesse per il
naturismo*, nel quale riconosceva proprietà terapeutiche.
Divenne membro della Massoneria, aderì ad un ordine
druidico e aveva contatti con quasi tutti i circoli esoterici
ed occultisti dell’Inghilterra meridionale.
Entrò in seguito a far parte della società occulta
Rosicrucian Order Crotona Fellowship, i cui principi
influenzarono la Wicca. In questo gruppo faceva parte
anche Edith Woodford Grimes, nota anche come Dafo,
che mise Gardner in contatto con Mary Mason e Ernest
William Mason, che facevano parte della congrega della
New Forest, cioè il gruppo di streghe ereditarie di cui in
seguito Gardner parlò nei suoi libri.
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Furono queste persone che lo portarono a conoscere
quella che Gardner chiamò “la vecchia Dorothy”,
probabilmente Dorothy St. Quintin Clutterbuck, 18801951, una ricca signora che viveva presso Bournemouth,
nella regione della New Forest. Nel settembre del ’39
poco dopo l’inizio della seconda guerra mondiale,
Gardner fu iniziato ai misteri della Wicca (o Wica come
egli la definì nei suoi scritti), molto probabilmente da
Dafo presso una casa proprietà di Dorothy. Gardner
aveva allora 55 anni, tuttavia nasceva il “Maestro” della
Wicca, colui che avrebbe diffuso nel mondo quegli
insegnamenti delle streghe che lui stesso riteneva
fossero stati arsi centinaia di anni prima.
Questo fu possibile oltre che all’iniziativa di Gardner
grazie anche al clima che si respirava in Europa e in
particolare in Gran Bretagna, fiorivano infatti i gruppi
occulti e i personaggi che influenzarono con la loro
personalità il mondo dell’occultismo, gli spiritisti con Allan
Kardec, la Teosofia di Madame Blavatsky, la Golden
Down di Mac Gregor Mathers da cui fuoriuscirono
personaggi della levatura di Crowley, Dion Fortune e
Israel Regardie.
Gardner conobbe nello stesso periodo la dottoressa
Margareth Murray, autrice di “The Witch Cult in Western
Europe”, Il Culto delle Streghe nell’Europa occidentale
(1921). Nel suo libro, la Murray sosteneva che dietro le
“insulsaggini” delle testimonianze cristiane vi era una
religione precristiana ben organizzata e definita. La
Murray ampliò il suo punto di vista nel successivo libro
“The God of the Witches”, Il Dio delle Streghe (1931).
I lavori della Murray e quelli di Leland (autore de “Aradia,
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Il Vangelo delle Streghe”, che dimostrava l’esistenza di
un culto pagano nelle tradizioni popolari europee),
nonostante le critiche ricevute dagli storici, influenzarono
la visione di Gardner, portandolo alla certezza di aver
ritrovato nella congrega della New Forest un pezzo della
“Vecchia religione”.
Non ci sono informazioni precise su questa parte della
vita di Gardner, data la grande segretezza con la quale
venivano condotte certe operazioni. Di conseguenza,
preoccupato che l’Arte delle streghe andasse perduta,
maturò la decisione di divulgare la Wicca e cominciò a
pubblicarne i principi sotto forma di romanzo (High
Magic’s Aid, 1949).
Tra il 1948 e il 1952 prese forma il “Ye Bok of ye art
Magical”, che assumerà in seguito il nome del tanto
conosciuto “Book of Shadows” (Libro delle ombre). Una
copia di questo testo è custodito a Toronto, in Canada, e
contiene una raccolta di rituali in continua evoluzione. I
contenuti del suo Libro delle Ombre mostrano l’influenza
di tutte le fonti a cui Gardner aveva accesso ai suoi
tempi, in particolar modo di Crowley. Al contrario di
quanto si è pensato per diverso tempo, il fatto che
Crowley abbia influenzato la Wicca non significa che
derivi da lui, né che abbia scritto di suo pugno i rituali
wiccan su mandato di Gardner (Lawrence Sutin, citato in
Cronos, 2007).
Nel 1951 conobbe Cecil Williamson, che nel 1952 aprì
sull’Isola di Man a Castletown il primo museo della
stregoneria, iniziando a pubblicizzare la Wicca, in seguito
acquistato da Gardner stesso. Gli articoli pubblicati dal
museo suscitarono l’interesse di alcuni lettori, tra cui
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Doreen Valiente, che si mise in contatto con Gardner.
Nel 1953 Gardner iniziò Doreen Valiente che divenne
una delle sue più strette e valide collaboratrici. La
Valiente avrebbe giocato un ruolo di primo piano
nell’opera di diffusione della Wicca, anche se nel 1957
decise di allontanarsi da Gardner per l’eccessiva
pubblicità creata da lui attorno alla Wicca. Gardner era
infatti quasi ossessionato dal fatto che la “Vecchia
Religione” (termine che mutò da Leland) potesse morire
e quindi cercò di farsi pubblicità ad ogni costo. Nella
congrega si formarono due fazioni, una capeggiata da
Jack Barcelin (più tardi suo biografo), favorevole alla
pubblicità, e l’altra dalla Valiente decisamente contraria.
Nello stesso periodo Gardner pubblicò due importanti
saggi: “Witchcraft Today”, Stregoneria oggi (1954) e “The
Meaning of Witchcraft”, Il significato della stregoneria
(1959). Convinse la stessa Società Etnografica Inglese a
riconoscere la fede stregonica sotto la denominazione di
“stregoneria contemporanea e sopravvivenza di culti
celtici”.
Gardner stilò anche un lungo documento che affermava
l’inutilità di un codice di regole, perché esso esisteva già:
le Leggi dell’Arte. Nessuno aveva mai sentito parlare di
queste leggi, che nel loro linguaggio arcaico
minacciavano la maledizione della Dea sui trasgressori.
A irritare la Valiente fu l’affermazione in esse contenuta
secondo cui ogni Grande Sacerdotessa doveva ritirarsi
dal suo ruolo in favore di una donna più giovane affinché
la Dea fosse degnamente rappresentata. A far
precipitare la situazione fu infine un’intervista rilasciata
da Gardner a un giornale popolare che riportava una
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fotografia di Gardner con una spada cerimoniale.
Gardner accusò i suoi editori di aver mandato i giornalisti
sull’isola di Man, ma la valiente appurò che ciò non era
vero così nel 1957 la congrega si sciolse. Tuttavia
proprio da questa diaspora condusse alla creazione di
molte altre congreghe, e in ultima analisi alla diffusione
della “Vecchia Religione”. Dopo un certo tempo anche
Gardner e la Valiente si riconciliarono, ma non operarono
mai più insieme.
Gardner morì nel 1964 sulla nave che lo riportava in
Inghilterra dal libano dove aveva svernato, fu sepolto nel
porto più vicino a Tunisi.
Spunti di riflessione:
Qui di seguito trovate alcune domande che hanno lo
scopo di spronarvi a riflettere sui contenuti di questa
lezione.
- La storia della Wicca è una storia relativamente
recente, nonostante questa religione abbia dei legami
con pratiche presenti già nei tempi antichi. Il fatto che la
Wicca abbia solo una cinquantina di anni, può far
credere che questa religione sia meno legittima di altre,
che vantano tradizioni millenarie. Pensate che l’età di
una religione ne determina la validità?
Bibliografia consigliata:
- Raymond Buckland, Il Libro delle Streghe, Armenia
- Cronos, Wicca – La nuova Era della Vecchia Religione,
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Aradia Edizioni
* Il naturismo o nudismo è un movimento che si propone
di promulgare un contatto con la natura privo di
artificiosità e convenzioni sociali, promuovendo il rispetto
per le persone, gli animali, e l'ambiente attraverso la
nudità sociale in spazi privati o pubblici. Il naturismo non
ha nei propri precetti originali componenti eroticoesibizionistiche.(wikipedia)
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Lezione 3:
La nascita della Wicca, parte 2
Crediti: Testo di The Khaos (che ringrazio), rivisto a
ampliato da Selene. Autori consultati: Cronos (a cui pure
vanno i ringraziamenti).
Temi di questa lezione:
- Il contributo di Doreen Valiente nel rendere la Wicca ciò
che conosciamo oggi
Gardner fu sempre molto criticato per aver pubblicizzato
la Stregoneria, altri pur considerando la necessità di
pubblicizzare la Wicca dubitarono dell’autenticità della
versione gardneriana. La sua versione era infatti molto
diversa da quella di Margaret Murray (vedi la lezione
precedente), egittologa degli anni ’30 e basata su alcuni
principi:
• Una pacifica religione di Natura che riconosce due
principali divinità, il Dio delle Foreste e la Triplice Dea di
fertilità, morte e rinascita; focalizzandosi maggiormente
sulla divinità femminile.
• Congreghe guidate da una Grande Sacerdotessa che si
radunano all’interno di un cerchio di nove piedi di
diametro e evocano il potere dai loro corpi mediante
danze, canti e tecniche meditative
• Celebrazione delle otto antiche feste pagane d’Europa
• Profonda sintonia con la natura
Critiche durissime gli vennero dallo storico Elliott Rose
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per cui in definitiva il mito della Dea un’invenzione
letteraria di poeti e scrittori del XX secolo come Robert
Graves, tuttavia ignorava autori come Bachofen e
Leland, nonché il famoso “Asino d’oro” di Apuleio, dove
la divinità femminile è centrale nel culto e dove si
testimonia la sopravvivenza di tali culti almeno fino al XIX
secolo.
Ma senza dubbio le perplessità più forti riguardavano il
“Libro delle Ombre”, il libro di rituali copiato da quello
della congrega della “Vecchia Dorothy” in cui venne
iniziato Gardner. Alcuni misero in dubbio l’esistenza
stessa di libri scritti per due semplici motivi:
• Il possesso di un tale libro sarebbe stato pericoloso
durante l’Epoca dei Roghi;
• La Stregoneria sarebbe stata una tradizione orale,
perché la maggior parte dei suoi membri erano persone
illetterate.
Gardner ribatté che allo scopo di preservare il culto, negli
ultimi secoli alcuni iniziati avrebbero cominciato a
mettere per iscritto i rituali e le tradizioni magiche.
Inoltre c’era il precedente di Leland, antropologo di una
certa fama, che aveva pubblicato “Aradia: the Gospel of
witches” e che affermava di aver ricevuto manoscritto
dalle mani di una strega toscana dopo essere stato
iniziato a un culto stregonico proprio in Italia. La
genuinità e l’arcaicità dei testi presentati nel libro di
Leland non lascia alcun dubbio circa la sopravvivenza
del culto di Diana ben oltre l’imporsi del cristianesimo. Di
fatto molti rituali del libro di Leland passano
integralmente nella moderna Wicca, così come
l’espressione “Vecchia religione”.
L’esistenza del “Libro delle ombre” risulterebbe
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plausibile, così come l’esistenza di molti piccoli gruppi
presso cui l’Arte si sarebbe conservata. Tuttavia la
fraseologia massonica e le citazioni di Aleister Crowley
sono indubitabili e questo non depone certo a favore
dell’autenticità del libro. Gardner incontrò Crowley
quando questi era vecchio e malato e probabilmente
ricevette da lui dei documenti dell’estinto O.T.O. (Ordo
Templi Orientis, l’ordine fondato da Crowley).
Gardner spiegò alla Valiente di aver ricevuto dalla
congrega della New Forest dei rituali frammentari, e di
essere stato costretto ad aggiungere ad essi materiale
diverso per accrescere la loro efficacia operativa e per
riunirli in un insieme coerente. Non era tuttavia
pienamente convinto dell’operazione e così incaricò la
stessa Valiente di rivedere i rituali del libro, lei lo
persuase ad eliminare il più possibile le influenze
crowleyane perché il nome di Crowley era legato alla
Magia Nera e alla dissolutezza più sfrenata. Doreen
riconobbe per esempio che uno dei rituali era ispirato alla
“Messa gnostica” di Crowley. Vista la grande quantità di
elementi attribuibili a Crowley, la Valiente iniziò a
riscriverli, inserendo anche “l’Incarico della Dea” (di cui
parleremo in una prossima lezione), oggi una delle
principali espressioni della spiritualità Wicca. Assieme a
Gardner scrisse anche la “Witches’ Rune”.
Bisogna specificare che le idee della Valiente furono
influenzate in modo particolare da alcune opere di Dion
Fortune, come “The Sea Priestess”, La Sacerdotessa del
mare, e “Moon magic”, La magia della luna (due opere
che vi consiglio caldamente di leggere, perché
stupende!). La famosa frase della Fortune, “Tutti gli dei
sono un unico dio e tutte le dee sono un’unica dea e c’è
un solo iniziatore”, ha influenzato notevolmente la Wicca
21
e il suo (almeno apparente) duoteismo.
Quindi la versione definitiva del libro è quella riveduta
dalla Valiente, quella che ha contribuito più di ogni altra
cosa a rendere la Wicca quello che è: un culto ben
strutturato e capace di adattarsi alle più svariate
esigenze spirituali.
L’influenza di Doreen Valiente prima e dopo la sua
separazione da Gardner fu quindi di fondamentale
importanza, passata nella Terra dell’Estate l’1 settembre
1999. Dopo la sua conoscenza con Gardner, diede un
grossissimo contributo alla sua opera senza mettere in
discussione nulla di ciò che Gardner affermava essere i
principi della “Vecchia Religione”. Tuttavia alla fine oltre
che al distacco in termini modali, la Valiente non
approvava la pubblicizzazione e la spettacolarizzazione
della Wicca, si distaccò da lui anche in termini teorici.
Gardner era molto contrario per esempio a persone dello
stesso sesso che operassero assieme, specie se erano
gay. Infatti per tale motivo li descrisse come “maledetti
dalla Dea”. Doreen non vide in seguito nessun valido
motivo per credere questo perché riteneva che tutta la
storia dell’umanità testimoniava della presenza di uomini
e donne omosessuali in ogni tempo per cui si convinse
che Madre Natura sapeva quello che stava facendo
quando creò persone in quel modo. Essa non concordò
con questo pregiudizio contro i gay, né all’interno
dell’Arte del Saggio, né al di fuori di essa.
Altra credenza che Doreen mise in discussione fu “La
Legge del Tre”, secondo cui qualsiasi cosa viene
mandata in stregoneria, la si riceve indietro triplicata, sia
nel bene che nel male. Doreen asseriva che non poteva
esistere una speciale Legge del Karma che si applicava
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solo alle streghe, benché molti, in particolare negli
U.S.A., considerino ciò un articolo di fede, questa legge
non si trova in nessuno dei vecchi libri di magia e
probabilmente fu un’invenzione di Gardner.
Inoltre credeva che la stregoneria fosse sopravvissuta in
molti gruppetti isolati e che perciò non esistesse una
singola tradizione, ma molte congreghe con rituali e
tradizioni simili, ma al contempo differenti.
Nel 1960 dopo che smise di lavorare con Gerald, Doreen
entrò in contatto con una congrega di cui era magister
Rober Cochrane che detestava Gardner e affermava di
essere una strega ereditaria. Cochrane respingeva l’idea
che fosse necessario lavorare nudi, di qui il suo tipo di
congrega è venuto ad essere denominato come
“Congrega tunicata” e la corrente derivata dalla sua
opera definita “tradizionalista”. I suoi membri
indossavano tuniche nere, che rappresentano la notte e
la segretezza, perché prima di tutto preferivano operare
all’aperto e in secondo luogo argomentavano che, se il
potere di una strega non può penetrare uno strato di
stoffa, allora deve essere un potere troppo debole per
fare alcunché. Cochrane usava molte meno parole di
Gardner e Doreen lo riteneva più in armonia con le
pratiche degli antenati. Tuttavia venivano osservate le
medesime celebrazioni di Gardner: la Luna Piena e i
quattro Grandi Sabbat: Imbolc, Beltane, Lammas e
Samhain. Celebrava anche gli equinozi e i solstizi, ma
dava ad essi minore importanza: Yule, Ostara, Litha e
Mabon.
Doreen partecipò infine alla creazione della Pagan
Federation britannica, nel 1971, un’organizzazione che
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ha creato collegamenti fra i gruppi pagani e della Wicca
in Gran Bretagna e oggi in tutto il mondo. Potete trovare
maggiori informazioni sulla Pagan Federation
qui: http://www.paganfed.org
Nel 1973 scrisse il suo primo libro, “An ABC of
Witchcraft”, a cui seguì “Natural magic” e “Witchcraft for
Tomorrow”, dove venne presentata una delle prime
forme di auto-iniziazione che contribuì ad espandere i
confini della Wicca, non più limitata rigidamente alle
tradizioni e alla congreghe.
Doreen Valiente resta, insieme a Gardner, la fondatrice
di una nuova religione. Oggi infatti la Wicca, grazie
anche alla sua opera e alla sua guida, si è diffusa in
diverse correnti in tutto il mondo occidentale e soprattutto
negli Stati Uniti dove il fenomeno si è enormemente
amplificato e dove esistono ormai diverse congregazioni
di Wicca con una struttura gerarchica e che hanno perso
totalmente il contatto con ciò che realmente la
stregoneria era nel passato e ciò che è e dovrebbe
essere la Wicca oggi.
Tuttavia Doreen, malgrado la consapevolezza delle
profonde divergenze tra i gruppi della Wicca, sia a livello
di tradizione che di credenze e di pratica, affermò in uno
dei suoi ultimi interventi per la Pagan Federation, che se
agli iniziati degli antichi misteri si insegnava a dire “Io
sono figlio della Terra e del Cielo Stellato e non c’è parte
di me che non sia degli Dei”, oggi chi crede a questo ed
è genuinamente pagano deve considerare questo
insegnamento non solo per noi, ma anche per gli altri.
Per concludere con le sue parole questa panoramica:
“Come streghe, pagani o in qualsiasi altro modo ci
definiamo, le cose che ci uniscono sono più importanti
delle cose che ci dividono." (1997)
24
Bibliografia consigliata:
- Cronos, Wicca – La nuova Era della Vecchia Religione,
Aradia Edizioni
- Doreen Valiente, An ABC for Witchcraft, Hale
- Janet & Stewart Farrar, A witches’ bible, Phoenix
Publishing
- Dion Fortune, La Sacerdotessa del mare, Venexia
edizioni
- Dion Fortune, La Magia della Luna, Venexia edizioni
25
Lezione 4, La percezione del divino
Crediti:
College Sacred Mist, Cronos, Raven Grimassi, wikipedia
Contenuti di questa lezione:
In questa lezione parleremo di come il Divino viene
percepito nella Wicca e vedremo che cosa si intende con
i termini Immanenza e Trascendenza.
Prima di parlare della Dea e del Dio, di cui avrete
sicuramente già sentito tutti parlare, è opportuno
soffermarci sul significato di cosa sia il divino. In merito,
Cronos dice:
CITAZIONE
Il Divino è ciò che appare nel sacro, sia esso lo spazio
d’un bosco, oppure un tempio di pietre, o anche quel
luogo interiore che ci dischiude il sorriso della persona
che amiamo. È il divino in quanto possibilità della
manifestazione nel dischiudersi nel sacro che apre
sempre uno spazio, assume sempre una forma. E nel
momento in cui il divino si rende manifesto, appare la
divinità, sia esso un Dio o una Dea.
Ciò significa che in quanto esseri umani, noi percepiamo
il divino attraverso la sua manifestazione. E la sua
manifestazione per noi wiccan avviene nel sacro. Il sacro
è quel luogo che ci consente di ritrovare il divino, il luogo
dove gli Dei possono parlare e si lasciano scorgere.
Cosa è dunque sacro? A questa domanda è facile
rispondere se pensiamo alla natura, ai boschi, al cielo,
26
alla luna, alle stelle.. è attraverso le manifestazioni della
natura che noi wiccan percepiamo la presenza degli dei,
la loro bellezza, la loro pienezza, la loro essenza. Per
questo, nella Wicca, il divino viene percepito come
qualcosa di immanente. E in più, attraverso il rituale, per
esempio nella celebrazione dei Sabbat o degli Esbath,
noi entriamo ancora più profondamente in contatto con la
dimensione sacra, quindi con il divino.
Dice ancora Cronos:
CITAZIONE
Il divino è il modo in cui gli dei vivono l’essere, mentre
l’umano per vivere il divino deve scoprire l’essere che è
già in lui e che a lui si è originariamente consegnato,
quando questa conoscenza diventa totale, all’umane si
dischiude la possibilità di vivere il divino pienamente e
costantemente, la possibilità di diventare un dio o una
dea. Per questo nella Wicca accade alla fine di un rituale
di salutarsi con la frase “Tu sei la dea” oppure “Tu sei un
dio”. Perché il momento del rituale, in cui si crea lo
spazio sacro che permette l’apparizione degli dei, è
anche primariamente un momento di conoscenza del
proprio essere, cioè della propria divinità.
Mi rendo conto che il concetto presentato può risultare
astratto e incomprensibile per alcuni.. per il momento, vi
prego solo di tenere a mente queste parole, che un
giorno probabilmente si sveleranno a voi in maniera del
tutto inaspettata e vi stupirete di quanto sia semplice
vivere queste cose, piuttosto che descriverle..
In particolare, nel caso dei wiccan, il divino viene
percepito principalmente attraverso la manifestazione dei
27
poli, quello maschile e femminile, come avviene nella
natura. In genere dunque i wiccan vivono il divino
attraverso l’idea di una Dea e di un Dio, anche se non
mancano eccezioni. Ci sono wiccan che onorano
principalmente l’aspetto femminile del divino, altri che
prediligono quello maschile. L’idea della Dea e del Dio
possono poi essere percepiti in maniera più diversificata
a seconda delle caratteristiche individuali: c’è chi
percepisce la Dea come un’unica grande entità presente
in tutto ciò che ci circonda, c’è chi invece riconosce
diversi aspetti della Dea, per esempio distinguendone i
nomi. Nel suo considerare il divino, la Wicca è dunque in
alcuni casi duoteista, a volte enoteista (cioè tende a
considerare e invocare solo uno dei due aspetti) e a volte
politeista.
Ad ogni modo, il divino viene percepito come immanente.
Vediamo più in dettaglio cosa significa.
Immanenza
Il termine “immanente” indica la presenza di un essere o
di un potere in altre entità ed è al tempo stesso parte
essenziale di quelle entità. Questo termine viene
comunemente utilizzato nelle discussioni concernenti il
rapporto tra il divino e l’universo. L’idea che il divino sia
assolutamente immanente si avvicina al concetto di
panteismo (dal greco pan = "tutto", "completo"; theòs =
dio/divino; letteralmente significa "tutto è dio/divino"),
nonostante nel caso dell’immanenza si intende più
precisamente che il divino si manifesta nella realtà che ci
circonda ed è parte di essa.
Nella visione immanente del divino, l’universo è
considerato come autosufficiente e autodeterminato,
28
quindi guidato dalle forze della natura, nelle quali viene
riconosciuta la presenza divina. Un’altra visione
dell’immanenza vede l’esistenza di una sostanza
universale (astratta) che incorpora i principi e le azioni di
tutti i livelli della vita. Di conseguenza, tutti gli esseri
(umani, animali, del mondo vegetale e no) sono visti
come uniti fra loro dalla stessa sostanza.
Trascendenza
In opposizione al concetto di immanenza, troviamo
invece il concetto di trascendenza, che implica che il
divino non è conoscibile attraverso i sensi e che si trova
in un luogo altro dall’universo nel quale viviamo. Un
esempio molto comune di divinità trascendente è il dio
cristiano ortodosso, che viene percepito come
trascendente nella sua essenza.
Nella visione della trascendenza, si crede in una realtà
divina non conoscibile ai sensi e all’esperienza e che non
può essere compresa dalla ragione umana. In generale,
le dottrine trascendentaliste presentano una suddivisione
netta della realtà fra mondo dello spirito e mondo
materiale.
Il concetto filosofico della trascendenza afferma
l’esistenza di un divino assoluto, che si trova al di là della
possibilità di descrizione e che può essere conosciuta
solo in parte attraverso l’intuito. Dunque, il divino non
può essere descritto né compreso in termini legati
all’esperienza umana.
29
Il divino come invenzione dell’essere umano?
Per concludere questa lezione, vi propongo una
riflessione. Vi siete mai chiesti se gli Dei esistono di per
sé, o se sono stati creati da noi esseri umani?
Soprattutto nei tempi antichi, per esempio nell’antica
Grecia, i fenomeni naturali e non spiegabili
(apparentemente) attraverso i metodi razionali, venivano
considerati manifestazioni di vicende divine: per
esempio, fulmini e lampi potevano essere associati alla
rabbia di Zeus, oppure una buona caccia poteva essere
considerato come buona influenza di Artemide, il
susseguirsi delle stagioni calde e fredde era associato al
rapimento di Persefone e dunque la conseguente
frustrazione di Demetra, sua madre e Dea dei campi e
del raccolto.. Oggi invece la scienza ci fornisce gli
strumenti per comprendere questi fenomeni in maniera
razionale.
Gli Dei sono dunque invenzioni degli esseri umani?
In merito, Raven Grimassi dice per esempio che gli dei
potrebbero essere degli eggregori, vale a dire delle
forme pensiero. Una forma pensiero è in parole povere
un’entità fatta di energia spirituale e umana, che
prendono forma e acquistano potere man mano che
l’uomo compie rituali e onora questi dei. Senza l’energia
degli esseri umani che onorano le divinità, secondo
Grimassi queste non esisterebbero.. eppure allo stesso
tempo, la presenza degli dei nella vita dell’essere umano
lo supporta e lo aiuta. Si tratta dunque di un rapporto
simbiotico, in cui per esistere gli dei hanno bisogno di noi
tanto quanto noi abbiamo bisogno di loro.
30
Quale sia la verità, se gli dei sono una nostra invenzione,
o se gli dei sono esistiti dall’alba dei tempi, prima che
l’uomo facesse la sua comparsa su questa terra…
purtroppo non lo potremo sapere mai con certezza!!
Questo è uno dei Misteri della Wicca..
Spunti di riflessione:
- Che cosa ritenete sacro nella vostra vita?
- Qual’è la vostra opinione in merito alla questione: gli dei
sono invenzione degli esseri umani?
Nella prossima lezione:
Parleremo della Dea.
Bibliografia consigliata:
- Cronos, La nuova era della Vecchia religione, Aradia
edizioni
- Raven Grimassi, Wiccan Mysteries, Llewellyn
- Starhawk, La danza a spirale, Macro edizioni
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Lezione 5, La Dea
Crediti:
College Sacred Mist, Phyllis Curott, Raven Grimassi
Dopo aver introdotto il concetto di Divino, ne
approfondiremo in questa lezione l’aspetto femminile.
Parleremo dunque della Dea, come essa viene percepita
nella Wicca.
Innanzitutto, è necessario precisare che il culto della Dea
è un culto che risale ai tempi dell’antichità. Sono state
infatti ritrovate statuette e icone della Dea nella sua
forma di madre risalenti al 6’500 a.c. Queste statuette,
generalmente fatte di ossa, pietre, avorio o altri materiali
naturali, risaltano il ventre e il seno femminile, mostrando
la pienezza della maternità e onorando la capacità
femminile di generare la vita.
Proprio perché la donna è fonte di vita, per gli esseri
umani di quel tempo era più che ragionevole credere che
il creatore del mondo dovesse essere una donna, quindi
una Dea. Inoltre, poiché siamo esseri umani, tendiamo,
oggi come allora, a dare alle Divinità un aspetto e
attributi simili ai nostri, quindi umani.
Fu lei la patrona della caccia nell’età della pietra, e fu
anche lei la prima a fertilizzare la terra con i suoi semi.
Sotto la sua guida, le mandrie furono domate, e si
scoprirono per la prima volta i poteri curativi delle erbe.
Nel corso dei secoli e nei diversi luoghi del mondo, molti
sono stati i nomi utilizzati per chiamarla: Afrodite,
Amateratsu, Arianna, Arianrhod, Artemide, Atlanta,
Atena, Bast, Baubo, Brigid, Calliope, Callisto, Cerere,
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Cerridwen, Circe, Cibele, Demetra, Diana, Durga, Estia,
Europa, Freya, Gea, Giunone, Galatea, Hathor, Hecate,
Hera, Inanna, Ishtar, Iside, Kali, Kuan Yin, Maat, Maya,
Minerva, Morrygan, Oya, Persefone, Proserpina,
Sekhmet, Shakti, Yemanja, e molti altri ancora.
Oggigiorno, nella Wicca, la Grande Dea è percepita il più
delle volte come una Dea triplice, nei suoi aspetti di
Fanciulla, Madre e Saggia. Le tre fasi della Dea
corrispondono alle fasi lunari: quando la luna è
crescente, essa viene associata all’aspetto della
Fanciulla, quando è piena è associata all’aspetto di
Madre e quando è calante e nera viene associata
all’aspetto di Saggia. In alcune tradizioni, viene
riconosciuta una quarta fase in corrispondenza con la
luna nera, che viene associata all’aspetto di incantatricetentatrice della Dea.
L’associazione della Dea alle fasi lunari è avvenuta per
diverse ragioni. La più evidente concerne il profondo
legame che esiste tra le fasi lunari (crescente e
decrescente) e i cicli femminili. Un tempo inoltre il
calendario seguiva i cicli lunari (cosa che ancora oggi
capita in alcune culture, per esempio orientali), non quelli
solari: era più facile osservare il cielo di notte, piuttosto
che di giorno, e capire grazie alla forma della luna in
quale giorno del “mese” ci si trovava. La luna è anche il
simbolo dell’inconscio, dei sacri poteri spirituali che
risiedono nella profondità della mente, in cui il Divino vive
e agisce senza inibizioni e repressioni.
Tuttavia, la Dea non è solo percepita nella Luna, ma in
tutta la natura che ci circonda: se la Luna è il suo volto
scintillante, l’oceano è il suo grembo, la terra il suo
33
corpo, l’Universo il suo spirito infinito. E in particolare,
come dice Phyllis Curott:
CITAZIONE
la Dea vive nel vostro cuore e quando parlate con il
cuore, parlate a lei e per suo tramite, e nutrite la sua
presenza e la vostra relazione con lei. Noi
sperimentiamo la Dea dentro di noi e nel mondo che ci
circonda. La Dea è reale quanto l’aria che respiriamo,
perché È l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, la
terra che ci nutre. Lei È tutto questo e molto di più.
La Dea è dunque associata anche alla terra, e viene
dunque chiamata anche Madre Terra. La terra che ha il
potere della fecondità, è la fonte di vita che dà alla luce e
nutre i suoi figli: piante, animali, esseri umani. La Curott
dice ancora:
CITAZIONE
Quando fate magia nella Natura, vi rendete conto che la
Grande Madre Terra è presente in ogni pietra e in ogni
scogliera, in ogni boccone di cibo che mangiate, nel
legno con cui è costruita la vostra casa, nel petrolio che
riscalda la vostra abitazione.
Vediamo ora di approfondire i tre aspetti associati alla
Dea: la Fanciulla, la Madre e la Saggia.
La Fanciulla: luna nuova e crescente
La luna crescente è delicata e innocente. Cresce e
diventa più luminosa ogni notte che passa, e si alza pian
piano sempre più in alto nel cielo notturno fino a
34
raggiungere il suo culmine e la sua pienezza. Questa è
l’immagine della fanciulla, giovane, pura, indipendente,
energica, spensierata, curiosa ed affamata di
esperienze. Spesso è personificata da una Dea degli
animali selvatici e della caccia oppure da una Dea
guerriera. In questa fase, é conosciuta con i nomi di
Artemide, Diana, Kore, Atena, Nimue, Sekhmet, Luna e
molti altri. La fanciulla è la vergine, non in termini
letterali, ma soprattutto nel significato di donna
indipendente e autosufficiente, che è in grado di
occuparsi da sola di sé stessa.
A questa fase lunare e a queste Dee sono generalmente
associate magie di crescita, libertà, coraggio e del
divenire.
La Madre: luna piena
La luminosità, la rotondità e la pienezza della Luna piena
sono associate alla Madre Dea. La luna è alta nel cielo, è
matura, è il potere attivo della creatività e della
creazione, della nascita di nuove cose: un figlio, un
lavoro, un’opera d’arte, ecc. La Madre è potente, è
creativa, feconda e pregna di vita. Associate a questa
fase sono ad esempio Iside, Hathor, Shakti, Yemanjà,
Cibele, Demetra e molte altre. La Luna piena
rappresenta il potere di una donna matura, capace di
creare vita e cultura. Allo stesso tempo simboleggia
anche il potere della sessualità femminile.
A questa fase lunare e a queste Dee sono generalmente
associate magie di fertilità, realizzazione e sessualità.
La Saggia: luna calante e nera
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Ad un certo punto nella vita di ogni donna, sopraggiunge
la menopausa e il ciclo mestruale si arresta. Ciò significa
che è passata in una nuova fase della sua vita in cui non
potrà più avere figli. La donna un tempo fanciulla e in
seguito madre, diventa saggia e anziana. Secondo
alcuni, è questa la vera Dea, che tiene per sé e per
sempre il suo sangue, quindi tiene dentro di sé un potere
enorme, che la rende ancora più potente di prima. Come
la luna che decresce, il suo corpo non è più nel fiore
degli anni ma inizia a raggrinzirsi, le sue energie
diminuiscono pian piano finché alla fine tornerà alla terra
e alla morte. È il potere del riposo contemplativo, della
creatività interiorizzata. In questa fase, la Dea è saggia,
introspettiva, e contiene i poteri della Fanciulla e della
Madre. Lei è l’agente del cambiamento e della
trasformazione che capisce il mistero della morte, della
fine e della capacità di abbandonarsi all’oscurità.
Associate a questa fase sono Dea come Ecate,
Morrygan, la Donna Ragno e altre ancora.
A questa fase lunare e a queste Dee sono generalmente
associate magie di trasformazione, saggezza,
allontanamento, di scelte e morte.
Per terminare questa lezione, vi riporto un esercizio
proposto da Phyllis Curott per entrare quotidianamente in
contatto con la Dea che è presente dentro e fuori di noi.
Provate a farlo per una settimana e se volete potete
condividere le vostre sensazioni con gli altri studenti di
questa scuola.
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CITAZIONE
Ogni giorno, per una settimana, mettetevi davanti ad uno
specchio, incrociate le braccia davanti al petto,
guardatevi negli occhi e recitate il seguente incantesimo:
“Grande Dea che vive dentro e fuori di me,
Dea della Luna Scintillante e della Fertile Terra,
Dea del Cielo Stellato e dal Grembo Infinito,
Dea da cui provengono tutte le benedizioni,
Benedici tua figlia (tuo figlio)”.
Quando avete finito, chiudete gli occhi, sciogliete le
braccia quindi piegatele in modo da portare le mani
all’altezza delle spalle, i palmi rivolti verso l’alto: questa è
la posizione della Dea, e viene usata quando, durante
l’Invocazione della Luna, volete segnalare la sua
presenza dentro di voi. Lasciate che la sua sacra
presenza vi pervada, all’interno e all’esterno. Ora aprite
gli occhi e guardate la luce della Dea da voi, dal vostro
volto e dal vostro corpo. Al termine, incrociate
nuovamente le braccia e ringraziate.
Bibliografia consigliata:
- Phyllis Curott, L’arte della magia, Sonzogno
- Raven Grimassi, Wiccan Mysteries, Llewellyn
- Starhawk, La danza a spirale, Macro edizioni
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Lezione 6, Le Dee
Crediti:
Phyllis Curott, Sacred Mists College, Kris Waldherr
Nelle scorse lezioni abbiamo introdotto il concetto di
Divino e abbiamo parlato della Dea. Abbiamo anche
visto che ci sono diversi modi di percepire il Divino:
alcuni wiccan lo vivono attraverso una Grande Dea,
alcuni distinguono un aspetto femminile e uno maschile
(la Dea e il Dio), altri venerano una molteplicità di Dei. In
questa lezione illustreremo le caratteristiche di alcune
delle Dee più conosciute al giorno d’oggi. La lezione non
intende essere esaustiva, sarebbe impossibile
riassumere qui TUTTE le caratteristiche di TUTTE le Dee
esistenti nel mondo. Essa ha invece lo scopo di
incuriosirvi e spronarvi a cercare maggiori informazioni
sulle Dee dalle quali vi sentite attratti e quindi a
conoscerle più in profondità.
Qui di seguito trovate una lista di Dee suddivise per le
loro caratteristiche distintive. Noterete che alcune Dee
rientrano in più categorie poiché possiedono più qualità.
Le Dee dell’amore
Afrodite/Venere: Regina della bellezza, regina
dell’amore. Del suo possente regno fanno parte l’estasi e
il piacere, croce e delizia dell’amore romantico. Non
esiste al mondo un solo esser umano che possa sottrarsi
al suo fascino.. Conosciuta dai romani con l’appellativo di
Venere, la dea Greca Afrodite è nata dalla schiuma del
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mare e condotta sulla terraferma all’interno di una
conchiglia. Al suo passaggio, spuntano fiori dalla terra
per salutare i suoi doni apportatori di giovinezza. Uomini
e animali avvertono l’impulso di lasciarsi andare
all’amore, garantendo in tal modo il prosieguo della vita.
Era: Nell’antica Grecia, Era veniva idolatrata in quanto
dea protettrice del matrimonio. Presiedendo a questo
sacro vincolo, essa è responsabile della sua
salvaguardia; le sue ire, ogniqualvolta il legame
matrimoniale non veniva rispettato, sono leggendarie
forse quando la sua relazione difficile e burrascosa con il
consorte Zeus. LA sua infedeltà alla Dea era nota quanto
la fedeltà che essa al contrario gli dimostrava.
Freya: Freya è la Dea nordica dell’amore, della fertilità,
della bellezza. Qualche volta viene identificata anche
come Dea delle battaglie e della morte. È anche la dea
della fertilità e della creatività, la natura sboccia quando
è presente. Inoltre, è Dea dell’aria, governa il regno
dell’intelletto e porta la spada dell’illuminazione, la cui
lama affilata simboleggia la sua capacità intellettuale di
tagliare l’ignoranza e la confusione.
Persefone: L’arcano mito oscuro della Dea greca
Persefone costituisce per molti versi la vicenda di una
fanciulla iniziata al significato del suo sangue, il sangue
mestruale in cui è racchiuso il segreto della maturazione
sessuale. Persefone era la figlia adorata di Demetra,
Dea del raccolto, ma si è vista costretta a divenire moglie
di Plutone, colui che governava l’Ade. Innamoratosi di lei,
ha rapito la fanciulla mentre costei si era chinata a
raccogliere un narciso su un prato. In seguito alla
disperazione della Madre Demetra e al suo errare senza
39
sosta per ritrovarla, Persefone poté ritornare sulla terra,
ma avendo mangiato il melograno rimase comunque
legata a Plutone, con cui doveva condividere metà
dell’anno. Da questa storia nasce il mito del susseguirsi
delle stagioni: le stagioni calde corrispondono al periodo
in cui Persefone ritorna dalla Madre, quelle fredde
corrispondo al periodo in cui ridiscende gli inferi per stare
accanto a Plutone.
Le Dee della Cultura e della Saggezza
Atena/Minerva: È adorata come madre della saggezza e
dell’arte. Era anche Dea protettrice della filatura e della
tessitura, come pure dell’artigianato. A differenza di altre
divinità, Atena è nata adulta dalla fronte di Zeus, che per
giorni soffriva di un forte mal di testa. Invece di sposarsi,
Atena ha scelto di dedicarsi all’arte e alla saggezza,
evitando gli intrallazzi romantici di cui si beavano gli altri
dei. Atena era anche dea della guerra e della giustizia.
Sarasvati: In India, la benevola Sarasvati veniva onorata
per la sua saggezza, nonché per le sue numerose altre
virtù. La sua grazia e la sua bellezza si riflettono nel
nome, che significa “colei che scorre”; lo stesso
appellativo si riferisce al suo duplice aspetto in quanto
Dea dell’acqua, che veglia sul fiume che porta il suo
nome. A lei viene attribuita la creazione dell’alfabeto
sanscrito e della matematica. Non esiste un solo
frammento di arte e di creazione culturale che sia
escluso dai suoi vastissimi orizzonti. Ella è saggia Dea
della musica, del linguaggio e di tutte le forme di arte. Lei
è la luce del sapere.
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Brigid: In tempi remoti, i Celti solevano implorare la Dea
Brigid affinché infondesse loro il dono divino
dell’ispirazione, affinché anche le parole più semplici
potessero trasformarsi in opera d’arte. Ella viene
raffigurata anche come un bellissimo cigno bianco,
inafferrabile come l’ispirazione stessa. LA leggenda
vuole che Brigid fosse una triplice dea: Dea della poesia,
Dea della lavorazione dei metalli e del fuoco, Dea della
guarigione. Tale è la fame acquistata dalla dea Brigid in
virtù dei suoi poteri che tuttora viene venerata dai
cristiani come Santa Brigida.
Dee della Magia e della Trasformazione
Ecate: Nell’antica Grecia, Ecate era venerate come
l’oscura e misteriosa Dea della luna, che trasmetteva
immagini e infondeva conoscenza da quel regno diafano.
Tratteggiando l’aspetto saggio e maturo della grande
triplice Dea, Ecate simboleggia la luna nera o calante,
che segna la fase in cui la luna trattiene la luce prima di
prorompere nel cielo notturno in tutto il suo fulgore. È
diffusa la credenza secondo cui questa fase arcana
simboleggi la luce racchiusa in ogni donna, la luce
interiore in grado di illuminare la nostra vita, oltre che
quella altrui. In quanto Dea della luna nera, Ecate era
associata alle tempeste, ai cani ululanti e ai salici. Il
simbolo che la rappresenta è la chiave d’oro che schiude
gli scrigni di sconosciute ricchezze in cielo e in terra.
Sovente collocate ai crocevia, numerose statue di Ecate
la raffigurano come un’anziana signora a tre teste che
scruta nelle tre direzioni: passato, futuro e presente.
Questa immagine evoca la saggezza, la conoscenza e le
gioie che la maturità elargisce a una donna.
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Dee della Creazione
Gaia: Gaia è il nome della dea attraverso cui gli antichi
Greci onoravano la Terra. Gaia, fecondo ventre cosmico
scaturito dal primordiale spazio interstellare noto come
Caos, è esistita prima di qualsiasi altra forma di vita.
Gaia ha generato il cielo, da lei battezzato Urano,
affinché le tenesse compagnia e facesse l’amore con lei.
Gaia è la madre di tutti gli Dei e tutte le Dee dell’antica
Grecia.
Hathor: È ritenuta dagli Egizi la madre degli Dei e delle
Dee ed era anche dea della fertilità e dell’abbondanza.
Nell’antico Egitto, veniva venerata come divinità dorata
abbastanza potente da aiutare coloro che l’adoravano a
risolvere ogni sorta di cruccio, dall’assenza di prosperità
all’amore. Rappresentata anche come vacca divina,
aveva la virtù di nutrire il mondo intero.
Donna Ragno: La Donna Ragno è colei che ha creato la
ragnatela della vita nella quale tutti gli aspetti del mondo
sono legati fra loro. La sua esistenza risale a prima della
nascita del mondo. Tessendo e cantando, ella ha creato
anche le quattro direzioni: nord, sud, est e ovest.
All’interno di questo spazio ha creato le sue figlie, Ut Set
e Nau Ut Set. Seguendo le direzioni della madre, le figlie
hanno dato poi origine al Sole, alla Luna e alle stelle, allo
scopo di cancellare le tenebre dall’universo. Tessendo la
sua tela, la Donna Ragno ha creato tutti gli elementi della
vita: montagne, laghi, oceani e deserti.
Ishtar: Ishtar è la Dea assira della stella del mattino e
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della Guerra. Come stella della sera, rappresenta anche
l’amore e il piacere dei sensi. Era considerata vergine
nonostante amasse le relazioni sessuali, poiché ritrovava
la sua verginità ogni volta che si immergeva nel lago
dove faceva il bagno.
Dee Guerriere
Atena: vedi prima
Artemide: Artemide è la Dea greca della caccia e della
Luna, evidenzia la forza fisica e la fiducia che le donne di
qualsiasi latitudine ed estrazione sociale ripongono in
loro stesse. La Luna, che governa la notte e gli animali
selvatici, oltre al corpo femminile, ci svela l’immensa
portata del misterioso regno di Artemide; nella
fattispecie, essa veniva associata alla luna della mietitura
e al solstizio d’inverno. Nell’antica Roma, Artemide era
venerata con l’appellativo di Diana. Indipendente e
selvaggia, questa Dea ha scelto di non condividere la
sua esistenza con nessun uomo; colui che non avesse
rispettato il suo desiderio in tal senso sarebbe stato
vittima di una morte atroce.
Kali: In India, questa triplice Dea Hindu è oggetto di
grande culto per quanto attiene il suo aspetto distruttivo.
Accettare Kali la distruttrice significa riconoscere che la
vita non può prescindere dalla morte: distruggere
attraverso la passione della rabbia significa creare i
presupposti per una nuova crescita che scaturisce dalla
passata esperienza.
Sekmet: Impavida Dea egizia dalla testa di leone
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associata al Sole. Ella è anche una Dea degli inferi, in in
quanto tale è la dea della forza, della vendetta e degli
incantesimi.
Freya: Vedi prima.
Morrygan: Nella mitologia Celta, era la grande Regina e
Dea dei Tuatha Dé Danann. Era una Dea triplice: Dea
della fertilità, Dea dell’acqua e della conoscenza e Dea
della Guerra e delle Battaglie.
Dee della Terra e della Prosperità e Fertilità
Demetra/Cerere: Demetra è la Dea greca del raccolto,
madre di Persefone. Grande era il suo amore per la
figlia, le due donne erano praticamente inseparabili.
Quando Persefone viene rapita da Plutone, dio dell’Ade,
per farne sua sposa, Demetra non trova pace e inizia a
vagare da un capo all’altro della terra in cerca della figlia.
Rabbia e dolore hanno sopraffatto la Dea. Affinché sulla
terra potesse
riflettersi il suo tormento, Demetra bloccò anche la
fioritura di ogni pianta e la maturazione del grano. Per
ammansire l’ira e la disperazione di Demetra, finalmente
Zeus acconsentì affinché Persefone facesse ritorno dalla
madre. Ma prima di tornare, Persefone aveva mangiato il
melograno, suggellando l’accettazione dell’età adulta e
della maturazione sessuale. A titolo di compromesso,
Persefone venne autorizzata a rimanere sulla terra con
sua madre sei mesi all’anno, mentre gli altri sei li
avrebbe trascorsi con il consorte.
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Iside: Iside é la grande Dea egizia della fertilità, é
rivelatrice della forza di una donna che ama e del potere
della sofferenza che tutto trasforma. Una volta raggiunta
l’età adulta, Iside è andata in sposa al fratello Osiride.
L’armonia che li circondava era tale che tutti ne
rimanevano piacevolmente coinvolti. Le loro giornate
trascorrevano all’insegna del nutrimento del mondo; i
poteri di Iside, associati a quelli di Osiride, facevano sì
che il cibo scaturisse a profusione dal ricco suolo
egiziano e dal fertile Nilo. Le loro notti erano scandite
dall’estati dell’amore; non vi era luna o stella che potesse
offuscare la loro passione.
Yemanja: Le acque che nutrono la nuova vita nel grembo
materno rappresentano un microcosmo del fertile oceano
da cui trae origine l’essere vivente, governato da
Yemanja, Sacra Regina del Mare. Questa leggiadra Dea
appartenente alla religione cubana della Santeria regna
sulla fertilità e sulla maternità; la luna, il mare, la donna,
gli eterni cicli della vita, rientrano nel suo dominio. Anche
le conchiglie e gli esseri che popolano gli abissi
dell’oceano sono governati da lei.
Dee della Giustizia
Maat: Dea Egizia della giustizia. Fate attenzione a
chiamarla, poiché se avete commesso delle ingiustizie
nella situazione nella quale chiedete il suo aiuto, lei
porterà giustizia anche in ciò che avete fatto.
Sehkmet: Vedi prima
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Ecate: Vedi prima
Kali: Vedi prima
Bibliografia consigliata:
- La Dea Interiore, celebrare la femminilità. Kris
Waldherr, Xenia edizioni
- Giovani Dee, le cerimonie sacre, il trucco magico e tanti
segreti per vivere da Dea. Catherine Wishart, Macro
Edizioni
- La grande Déesse-Mère, création, feritlité et
abondance. Mythes et archétypes féminins. Shahrukh
Husain, Sagesses du Monde.
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Lezione 7, il Dio
Il Dio
Crediti :
Phyllis Curott, Dorothy Morrison, Starhawk
Come abbiamo visto nelle precedenti lezioni, gran parte
dei wiccan percepisce il Divino attraverso la
manifestazione polarizzata della Dea e del Dio. Il Dio è il
consorte della Dea, è la sua controparte, la sua metà.
Anche il Dio, come la Dea, è la forza che scorre nella
creazione, ed è presente ovunque. Dimora dentro di noi
e anch’egli come la Dea ha infiniti nomi e volti, poteri e
doni.
Nella Wicca, il Dio non è un essere distante e lontano,
bensì possiede qualità vicine al mondo degli umani: ci
sono dei che sono figli e amanti, che sono presenti in
forma animale, che si manifestano attraverso le piante e
la natura, ecc. Il Dio wiccan è un Dio danzante, giocoso,
divertente. Lavorare con lui significa rientrare in contatto
con i propri sentimenti, la sessualità, la spontaneità, la
passione, il coraggio e la determinazione.
Il Dio wiccan incarna proprio quelle qualità maschili
positive e potenti, che hanno un’origine ben più profonda
di tutti i vari stereotipi, della violenza e dell’anomalia
emotiva degli uomini della nostra società. Se l’uomo
fosse stato creato a immagine del Dio wiccan, sarebbe
libero di essere selvaggio, senza per questo diventare
crudele, di essere irascibile senza essere brutale,
passionale senza diventare violento, spirituale senza
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essere però asessuato, e infine capace veramente di
amare.
La Dea è colei che racchiude, è il terreno dell’esistenza;
il Dio è colui che nasce da lei, la sua immagine allo
specchio, il suo polo opposto. Lei è la terra, Lui il grano.
Lei simboleggia il cielo che tutto cinge; Lui il sole, il suo
nucleo infuocato. Lei è la ruota, lui il viaggiatore che la
percorre. Una caratteristica peculiare del Dio è
sacrificare la sua vita perché il ciclo possa continuare.
Lei è la Madre e la Distruttrice; lui rappresenta tutto
quello che nasce e viene distrutto.
Anche il Dio, come la Dea, è una triplice divinità, e viene
comunemente chiamato Giovane signore, Padre (Dio
cornuto, Cacciatore) e Anziano. Sotto le sembianze di
Giovane signore, è il nuovo Sole dell’inverno (solstizio
invernale), la gioia dorata della fanciullezza, i giochi
d’amore e i piaceri dell’adolescenza. Come Padre, è il
cervo adulto nei boschi, il seme fertile che rende verde la
Terra, e il Padre tenero sul quale ci poggiamo. L’Anziano
porta la voce della ragione, la forza della conoscenza e il
potere dell’esperienza.
Il Dio è la scintilla che accende la forza vitale della Dea e
mette in moto il processo della creazione e il susseguirsi
del ciclo stagionale. La Ruota dell’anno in questo senso
rappresenta la Danza d’amore tra il Dio e la Dea, il loro
incontro, la loro unione e la nuova nascita. Ma di questo
riparleremo in maniera più approfondita quando ci
occuperemo dei Sabbath
Se la Dea viene generalmente associata alle energie
lunari, il Dio è associato all’energia calda e diretta del
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Sole, che subisce diversi cambiamenti durante la
giornata e offre al praticante opportunità illimitate di
svolgere lavori di magia. Qui di seguito accenniamo
brevemente all’utilizzo che potete fare delle energie
solari per le vostre magie (per approfondimenti
sull’argomento magie e incantesimi fate riferimento alle
lezioni della Prof. Morgana).
Alba (Giovane signore/Nuovo sole): L’alba è un ottimo
momento per fare incantesimi di purificazione, o per
propiziare nuovi progetti o un cambiamento. Fase
propizia anche per attività che riguardano un nuovo
impiego, un nuovo amore o una nuova direzione nella
vita. Da questa energia possono trarre beneficio anche le
questioni che implicano il rinnovamento della speranza e
della fiducia, la buona salute, o persino la guarigione di
un cuore infranto.
Mattino (Giovane signore/Adolescente): Nelle ore del
mattino l’energia del Sole diventa forte e attiva, quindi
sono favorite le attività magiche che riguardano
costruzione, crescita o espansione. Energia perfetta
anche per sviluppare gli aspetti positivi della vita, per
risolvere situazioni in cui è richiesto coraggio, o per
aggiungere calore e armonia alla casa e alle relazioni.
Usatela anche per migliorare la situazione economica o
per sfruttare il potere delle piante.
Mezzogiorno (Dio cornuto/Il cacciatore): Il potere del
Sole è al suo apice a mezzogiorno. Questo è un ottimo
momento per attività che hanno a che fare con l’abilità
mentale, la salute e l’energia fisica. Momento propizio
anche per caricare i cristalli e le pietre, o strumento rituali
di metallo come gli athame, gli incensieri e le coppe.
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Pomeriggio (Padre): Nella sua discesa, l’energia del Sole
diventa più ricettiva in natura. Per questo motivo, usatela
per lavori di magia legati alla professionalità, a questioni
commerciali, comunicazione e chiarezza. Momento
propizio anche per tutto ciò che riguarda scoperte,
esplorazioni o viaggi.
Tramonto (Anziano): Questo è il momento per lavorare
su tutto ciò che richiede riduzione o attenuazione.
Provate questa energia per rimuovere stress, ansia,
confusione, sofferenza e depressione, per svelare un
inganno o per eseguire una dieta.
Per terminare questa lezione, vi propongo un
esercizio/incantesimo tratto dall’Arte della Magia, di
Phyllis Curott, per entrare maggiormente in contatto con
le energie del Dio.
Un incantesimo del Dio
Ogni giorno, per sette giorni, mettetevi davanti a uno
specchio, le braccia incrociate sul petto (questa viene
chiamata “posizione del Dio”), guardatevi negli occhi e
recitate questo incantesimo:
“Grande Dio che dimori dentro e intorno a me,
Dio del sole splendente e della foresta fertile,
Dio delle stelle e del seme della nuova vita,
Dio dell’ispirazione,
Donami la forza”.
Quando avete finito, chiudete gli occhi e lasciate che la
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sensazione della sua presenza giunga a voi, dall’interno
e dall’esterno. Aprite gli occhi e guardate la luce del Dio
che si irradia da voi. Abbassate le braccia e ringraziate.
Se lo volete, potete condividere le vostre sensazioni in
merito all’esercizio con tutti gli altri studenti della scuola.
Nella prossima lezione vedremo alcune delle
caratterizzazioni del Dio, quindi illustreremo i nomi di
alcuni degli Dei più conosciuti e le loro qualità.
Bibliografia consigliata:
- L’arte della magia, Phyllis Curott, Sonzogno
- L’arte della strega, Dorothy Morrison, Armenia
- La danza a spirale, Starhawk, Macro edizioni
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Lezione n°8, Gli Dei
Crediti:
Arthur Cotterell, Wikipedia e Phyllis Curott
Dopo aver parlato del Dio, in questa lezione vedremo le
caratteristiche di alcuni degli Dei più conosciuti.
Naturalmente, come nella lezione concernente le Dee,
non posso elencare qui TUTTI gli Dei esistenti e TUTTE
le loro caratteristiche. Le informazioni che troverete in
questa lezione dovrebbero al contrario stuzzicare la
vostra curiosità e spronarvi ad andare a ricercare ulteriori
informazioni sugli Dei che sentite più vicini a voi. Se lo
volete e desiderate, infatti, vi incoraggio a scoprire con
quali Dei avete maggiori affinità e con quali magari non vi
sentite tanto in sintonia. Questo vi permetterà di avere un
contatto più personale con il Divino
Qui di seguito trovate una lista di Dei suddivisi per le loro
caratteristiche distintive. Noterete che alcuni Dei
rientrano in più categorie poiché possiedono più qualità.
p.s. A proposito, non dovete studiarvi a memoria i nomi
degli Dei e le loro caratteristiche
Gli Dei dell’amore
Eros: Nella mitologia greca é il Dio dell'amore. Nelle
origini non era considerato divinità, ma pura forza ed
attrazione: per Omero infatti rappresentava
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quell'attrazione irresistibile che due persone sentono uno
per l'altro e che può portarli a perdere la ragione o alla
distruzione.
Dioniso: Dioniso è il Dio greco del vino e dell’estasi, il cui
culto prometteva la salvezza individuale. Fu anche
identificato con Bacco, Dio romano del vino. In senso più
generale, Dioniso rappresentava quell'energia naturale
che, per effetto del calore e dell'umidità, portava i frutti
delle piante alla piena maturità. Era dunque visto come
una divinità benefica per gli uomini da cui dipendevano i
doni che la natura stessa offriva: tra questi, l'agiatezza, la
cultura, l'ordine sociale e civile. Ma poiché questa
energia tendeva a scomparire durante l'inverno,
l'immaginazione degli antichi tendeva a concepire
talvolta un Dioniso sofferente e perseguitato.
Osiride: Consorte di Iside, Osiride (detto anche Usiride,
Osiris od Osiri o, in egiziano antico, Asar cioè
vegetazione) è il dio egiziano della morte e
dell’oltretomba. Osiride é il dio egiziano degli inferi, oltre
che della fertilità e dell’agricoltura. Fu proprio lui,
assieme ad Iside, a civilizzare l'umanità insegnandole
l'agricoltura. Il suo culto della fertilità, inizialmente diffuso
nel delta, in seguito si espanse in tutto il resto del paese.
Nel l’oltretomba, Osiride pesava i cuori dei morti su un
piatto della bilancia, mentre sull’altro vi era una piuma.
Le anime che pesavano di più a causa dei peccati
venivano date in pasto ad Ammit (una creatura
mostruosa), mentre quelle che erano abbastanza
leggere venivano mandate ad Aaru (la residenza dei
defunti).
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Gli Dei della cultura, della saggezza e della conoscenza
Ganesh: Dio dalla testa di elefante della mitologia indù:
rimuove gli ostacoli che si frappongono al successo ed è
fonte di saggezza. A lui vengono dedicati riti propiziatori
prima di ogni impresa o trattativa d’affari importante. È il
Signore del buon auspicio che dona prosperità e fortuna,
il Distruttore degli ostacoli di ordine materiale o spirituale.
Ermes: Messaggero degli Dei greci e accompagnatore
dei morti nel regno di Ade. Era noto ai romani come
Mercurio. È anche il Dio è dei confini e dei viaggiatori,
dei pastori e dei mandriani, degli oratori e dei poeti, della
letteratura, dell’atletica, dei pesi e delle misure, del
commercio e dell’astuzia caratteristica di ladri e bugiardi.
Thoth: Nella mitologia egizia, il divino scriba che
annotava il peso delle anime quando esse si
presentavano nell’oltretomba. Era anche associato alla
luna e venerato come il patrono del sapere e il signore
delle invenzioni. È anche il Dio della misura del tempo,
della geometria e della matematica.
Odino: Odino è una delle principali divinità del pantheon
norreno, e in particolare dio della guerra, della magia,
della sapienza e della poesia. Odino aveva un’insaziabile
sete di conoscenza. Due corvi, solitamente raffigurati
mentre stavano appollaiati sulle sue spalle, gli davano
quotidianamente notizie sulle azioni degli dei, dei nani,
dei giganti e degli uomini. Donò il suo occhio al gigante
Mimir in cambio di un sorso d’acqua di una fonte dentro
cui filtrava la conoscenza dell’albero del mondo
Yggdrasil. A quest’albero si appese come un cadavere
per nove giorni e nove notti. Grazie a questo suo
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sacrificio, gli vennero rivelati i segreti delle rune.
Gli Dei della guarigione
Apollo: Dio greco protettore delle greggi e degli armenti,
fratello di Artemide e figlio di Zeus. Apollo era anche
associato alla medicina, alla musica, alla poesia e
all’ispirazione profetica. Successivamente Apollo venne
anche identificato come dio del Sole, ed in molti casi
soppiantò Helios quale portatore di luce ed auriga del
cocchio solare.
Asclepio: Dio greco della medicina e della guarigione e
figlio di Apollo. È anche un’importante divinità connessa
alla profezia e alla divinazione.
Gli Dei della Guerra
Ares/Marte: Dio greco della guerra, in particolare della
lotta intesa come sete di sangue, figlio di Zeus ed Era,
poi assimilato al romano marte.
Xangò: È una divinità potente, associata al fuoco e al
tuono, e ha un ruolo importante anche nei culti afroamericani derivati dalla religione yoruba, come il
candomblé e il vudù. Ha un carattere violento e
vendicativo, cacciatore e saccheggiatore, virile e
coraggioso; è un giustiziere, e castiga i bugiardi, i ladri e
malfattori. Per queste caratteristiche, sia epoca coloniale
che post-coloniale Xangò è stato frequentemente preso
a simbolo della lotta dei neri contro l'oppressione da
parte dei bianchi.
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Gli Dei della prosperità
Dioniso: Vedi sopra
Adone/Tammuz: Adone, che significa “signore”, era il
titolo attribuito originariamente a Tammuz, dio
babilonese soggetto a morte e resurrezione. Quando il
culto di Tammuz passò in Grecia, il titolo fu
erroneamente interpretato quale nome proprio del Dio.
Egli simboleggia la giovanile bellezza maschile ma
anche la morte ed il rinnovamento della natura.
Enki: Dio sumero dell’acqua e divinità creatrice che
scavò un enorme serbatoio sotterraneo di acqua dolce
per riempire i canali d’irrigazione da cui dipendeva la vita
urbana antica. Era noto per la sua intelligenza e la sua
astuzia, che sono motivo dominante nella mitologia
mesopotamica.
Ganesh: Vedi sopra
Dioniso: Vedi sopra
Pan: Dio Greco dei pascoli, Pan proteggeva pecore e
capre. Il suo culto ebbe origine in Arcadia, nel centro
della Grecia. Figlio di Hermes e prediletto di Dioniso, Pan
veniva raffigurato con corna e zampe di capra. Come dio
legato alla terra ed alla fertilità dei campi è legato alla
Luna, ed alle forze della grande Madre. Ma letteralmente
Pan significa tutto, perché secondo la mitologia greca
Pan era lo spirito di tutte le creature naturali e questa
accezione lo lega alla foresta, all'abisso, al profondo.
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Cernunnos: Cernunnos nel politeismo celtico è lo spirito
divinizzato degli animali maschi cornuti, specialmente dei
cervi,; è il Dio della natura associato alla riproduzione e
alla fertilità. Come "Dio Cornuto", Cernunnos fu una delle
numerose divinità simili presenti in molte culture antiche.
Potere/saggezza/Dei del sole
Ra: Dio del sole e membro più importante del pantheon
degli antichi egizi. Il suo nome significa probabilmente
“creatore”. Nonostante la sua importanza, Ra non aveva
tuttavia grandi templi a lui espressamente consacrati,
dato che il suo culto era parte integrante di tutti gli altri. I
faraoni si ritenevano figli di Ra. A volte, il sole era
considerato come un occhio che vedeva tutto e ardeva
con giudizio.
Horus: Dio del sole dalla testa di falco di Menfi, in Egitto.
Si credeva che Horus presenziasse all’incoronazione dei
faraoni, i quali quando erano in vita venivano a lui
associati. Dopo la morte, invece, si diceva che lo spirito
di ogni regnante venisse accolto dal padre di Horus, il dio
dell’oltretomba Osiride.
Elio: Nella mitologia greca, è Dio del sole, figlio del titano
Iperione, e di Teia. Al mattino Elio lasciava il suo palazzo
a oriente e attraversava il cielo su un carro d’oro tirato da
quattro cavalli; la sera, riposava nel suo palazzo
d’occidente e di notte ritornava a oriente attraverso il
fiume Oceano.
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Bibliografia consigliata:
- Arthur Cotterel, Grande Enciclopedia dei miti e delle
leggende, Rizzoli
- Maria Mavromataki, Mitologia greca e culto, Haitalis
- Roy Willis (a cura di), Mythologies du Monde,
Evergreen
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Lezione n° 9, L'incarico della Dea
Crediti:
Janet e Stewart Farrar, Lorenza Menegoni, Starhawk,
Falco, Cronos e Gabriel
Eccoci arrivati all’ultima lezione dedicata alle divinità. In
questa nona lezione parleremo dell’Incarico della Dea,
un testo poetico molto bello che molti di voi avranno
probabilmente già letto o sentito molte volte. Il testo,
originale in inglese (Charge of the Goddess), è stato
tradotto da diversi autori in Italiano, quindi ne esistono
diverse versioni più o meno simili. Qui di seguito riporto
la traduzione fatta da Cronos e Gabriel:
Ascoltate le parole della Grande Madre; lei che
anticamente era chiamata fra gli uomini Artemide,
Astarte, Atena, Dione, Melusine, Afrodite, Cerridwen,
Dana, Arianrhod, Iside, Bride e con molti altri nomi
ancora.
Quando avrete bisogno di qualcosa, una volta al mese, e
meglio se quando la luna è piena, allora voi vi riunirete in
qualche luogo segreto e adorerete lo spirito di me che
sono la Regina di tutte le streghe. Allora vi riunirete voi
che desiderate imparare tutte le arti della stregoneria, e
tuttavia non avete ancora raggiunto i suoi segreti più
profondi; a voi io insegnerò cose che sono ancora
sconosciute. E voi sarete liberi dalla schiavitù; e come
segno che siete realmente liberi, sarete nudi nei vostri
riti; e danzerete, canterete, banchetterete, suonerete
musica e farete l’amore, tutto in mia lode. Perché mia è
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l’estasi dello spirito, e mia altresì è la gioia sulla terra;
perché la mia legge è amore verso tutti gli esseri.
Mantenete puro il vostro più alto ideale; tendete sempre
verso esso; che nulla vi fermi o vi faccia deviare. Perché
mia è la porta segreta che si apre sulla Terra dell’Eterna
Giovinezza, e mia è la coppa del vino della vita, e il
Calderone di Cerridwen, che è il SantoGraal
dell’immortalità. Io sono la graziosa Dea che dona il dono
della gioia al cuore dell’uomo. Sulla terra io dono la
conoscenza dello spirito eterno; e oltre la morte, io dono
la pace, la libertà e la riunione con coloro che sono
dipartiti. Né io richiedo sacrifici; perché vedete, io sono la
Madre di tutto ciò che vive, e il mio amore si riversa sulla
terra.
Ascoltate voi le parole della Dea delle Stelle; lei, nella
polvere dei cui piedi danzano gli abitanti dei cieli, lei, il
cui corpo abbraccia l’universo intero.
Io, che sono la bellezza della terra verdeggiante, e la
candida luna fra le stelle, e il mistero delle acque, e il
desiderio nel cuore dell’uomo, chiamo le vostre anime.
Alzatevi e venite a me. Perché io sono l’anima della
natura che dà vita all’universo. Da me tutte le cose
procedono e a me tutte le cose devono infine ritornare; e
di fronte al mio volto, amato dagli Dei e dagli uomini,
lasciate che il vostro io divino più profondo sia avvolto
dall’estasi dell’infinito. Che la mia adorazione risieda nel
cuore che gioisce; giacché tutti gli atti di amore e piacere
sono rituali a me consacrati. E perciò che in voi ci siano
bellezza e forza, potere e compassione, onore ed umiltà,
gioia e venerazione. E voi che pensate di cercarmi,
sappiate che il vostro ricercare e anelare non vi porterà
alcun vantaggio se ignorate il mistero: che se ciò che
cercate non riuscite a trovarlo dentro di voi, non lo
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troverete mai fuori da voi. Perché vedete, io sono stata
con voi sin dall’inizio; e io sono ciò che è conquistato alla
fine del desiderio.
Un testo molto intenso, vero? Vediamo di capire com’è
nato e come viene usato oggigiorno all’interno della
Wicca. Fu Gardner a stendere una prima stesura
dell’Incarico, traendo molto probabilmente spunto dai
testi raccolti da Leland nel suo Vangelo delle streghe e
includendo al suo interno alcune parti tratta da Aleister
Crowley. Tuttavia, Doreen Valiente, trovò quella versione
non propriamente adatta alla pratica dell’Arte, così ne
scrisse un’altra in versi, mantenendo come riferimento il
testo di Leland e l’Asino d’oro di Apuleio. Tuttavia, molte
streghe di quei tempi sembravano preferire la versione in
prosa, così la Valiente ne fece un’altra versione.
Quest’ultima versione, qui riportata, contiene ancora
alcuni elementi tratti da Crowley, ma la Valiente riuscì a
integrare le diverse parti per fare dell’Incarico uno dei
testi oggigiorno più amati della Wicca.
Come viene dunque utilizzata questa invocazione nella
pratica wiccan? Solitamente viene pronunciata dall’Alta
Sacerdotessa all’interno di un cerchio, in seguito al
Drawing Down the Moon (si tratta di una delle fasi del
rituale, quella in cui il Sacerdote chiama la Divinità a
manifestarsi nella Sacerdotessa; letteralmente significa
“tirando giù la Luna”). Per mezzo di questa invocazione,
la Sacerdotessa si identifica con la Grande Dea e ne
diventa la manifestazione sensibile.
Per capire meglio i contenuti di questa invocazione,
vediamo cosa spiegano in merito Starhawk e Falco:
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L’invocazione inizia con una successione di nomi di Dee,
riprese da culture diverse. Queste divinità non sono viste
come entità separate fra loro, al contrario sono da
considerare come diversi aspetti della stessa Entità, che
è presente in tutti gli esseri viventi.
La frase “Quando avrete bisogno di qualcosa”, si riferisce
sia ai bisogni spirituali che a quelli materiali, poiché nella
Stregoneria non c’è distinzione fra le due cose. La Dea si
manifesta attraverso il cibo che mangiamo, le persone
che amiamo, il lavoro che facciamo e le case in cui
viviamo. Non è considerato peccato chiedere i beni o le
comodità di cui abbiamo bisogno. Ma quando i bisogni
materiali vengono soddisfatti, possono comunque restare
i desideri più profondi, che possono essere soddisfatte
collegandoci a quelle forze interiori che ci alimentano e ci
danno la vita, le forze della Dea.
In seguito, risuonano con maggiore forza tre concetti
(Falco):
CITAZIONE
Il primo “e meglio se quando la luna è piena” riporta lo
stato lunare della Dea, sottintende che il giorno del
plenilunio è il momento di maggiore forza ed energia, il
giorno dedicato alla Dea per antonomasia. Il secondo
“voi vi riunirete in qualche luogo segreto” porta alla luce il
principio misterico della Wicca, lo status di religione
“notturna” e riservata a pochi. Il terzo punto è “lo spirito di
me che sono la Regina di tutte le streghe.” Questo deriva
ovviamente dal “Aradia, il vangelo delle streghe” la Dea
dice di essere Colei che tramanda e “concede” la
Stregoneria e i suoi segreti a chi la adora a chi la
62
riconosce come Regina di tutte le Streghe. In questo
brano la Dea esprime già tre dei punti chiave della
Wicca, lo status di religione lunare, almeno per quanto
riguarda il culto nei confronti del principio femminile, il
culto misterico ed iniziatico e non ultimo quello che è un
concetto aristocratico, è la Dea che sceglie in base a
quelle che sono le capacità della persona.
La Dea è la liberatrice, poiché si manifesta nei nostri
istinti ed emozioni più profonde, che minacciano sempre
di esplodere. Lei è amore e collera, e si rifiuta di adattarsi
all’ordine sociale. Un tempo, “esseri liberi dalla schiavitù”
significava che tutti nel cerchio erano uguali, sia che
fossero contadini, servi o nobili. Oggi la schiavitù può
essere sia mentale che emotiva, oltre che fisica: è quella
imposta dalle percezioni prestabilite, dalle idee
condizionate, dalla fede cieca, dalla paura. Per questo, il
testo continua con “sarete nudi nei vostri riti; e
danzerete, canterete, banchetterete, suonerete musica e
farete l’amore, tutto in mia lode.”
Starhawk spiega che:
CITAZIONE
Il corpo nudo rappresenta la verità, che va più a fondo
delle consuetudini sociali. Le streghe praticano nude per
molte ragioni: perché è un modo per stabilire intimità e
per far cadere le maschere sociali, perché il potere viene
innalzato con maggiore facilità, e perché il corpo stesso
è sacro.
Nella realtà odierna, non tutti i wiccan praticano nudi, si
tratta di una scelta libera (vi sono inoltre delle limitazioni
63
di forza maggiore, per esempio dovute alle temperature
invernali se si pratica all’esterno..).
I rituali sono piacevoli e pieni di gioia. Le streghe,
durante un rituale, danzano, fanno festa, cantano e
scherzano. La pratica della Wicca è una cosa seria, ma
non per questo deve essere solenne. Anzi, molte streghe
dicono che se fare magia non fa ridere, allora non è fatta
bene.
Starhawk continua spiegando che:
CITAZIONE
”L’estasi dello spirito” non è separato dalla “gioia sulla
terra”, e tra le due cose c’è un rapporto di reciproca
interdipendenza. La felicità terrena, se non è connessa
con il profondo potere della Dea, diventa meccanica e
senza senso, trasformandosi in semplici sensazioni, che
presto perdono il loro fascino. Ma anche le estasi
spirituali che tentano di evadere dai sensi e dal corpo
divengono allo stesso modo aride e senza radici, e
prosciugano la vitalità invece di alimentarla.
La legge della Dea è l’amore: l’amore appassionato e
sessuale, il caldo affetto degli amici, l’amore intenso e
protettivo di una madre per il suo bambino, il profondo
cameratismo di una congrega. Nella religione della Dea
non c’è niente di amorfo o superficiale nell’amore; è
sempre specifico, diretto verso degli individui precisi, e
non verso un concetto vago di umanità. L’amore include
le piante, gli animali, la terra stessa; insomma, tutti gli
esseri, non solo gli esseri umani: include noi stessi e le
nostre qualità umane, spesso imperfette.
Riguardo alla morte e alla nascita, l’invocazione continua
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dicendo “Perché mia è la porta segreta che si apre sulla
Terra dell’Eterna Giovinezza, e mia è la coppa del vino
della vita, e il Calderone di Cerridwen, che è il
SantoGraal dell’immortalità. Io sono la graziosa Dea che
dona il dono della gioia al cuore dell’uomo. Sulla terra io
dono la conoscenza dello spirito eterno; e oltre la morte,
io dono la pace, la libertà e la riunione con coloro che
sono dipartiti.”
In merito Starhawk ci spiega che:
CITAZIONE
il segreto dell’immortalità è considerare la morte come
parte integrante del ciclo vitale. Niente viene sprecato
nell’universo: la rinascita può essere vista nella vita
stessa, dove ogni fine porta a un nuovo inizio. La
maggior parte delle streghe crede in qualche forma di
reincarnazione. Non si tratta di una dottrina, quanto di
una sensazione interiore, una visione del mondo che
considera tutti gli eventi in un processo continuo di
trasformazione. La morte non viene considerata la fine,
bensì uno stadio della ruota, che gira di continuo.
Quando beviamo senza timore e a sazietà dalla “coppa
del vino e della vita”, ci rinnoviamo costantemente.
Altro pezzo importante è questo: “Né io richiedo sacrifici;
perché vedete, io sono la Madre di tutto ciò che vive, e il
mio amore si riversa sulla terra.” A Riguardo, Falco
spiega che:
CITAZIONE
La Dea dice “io sono la Madre di tutto ciò che vive, e il
mio amore si riversa sulla terra.” la scintilla che dona la
vita, l’aspetto femminile che tutto crea, in unione con il
principio maschile, e che tutto è. E per questo motivo
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non richiede sacrifici, il suo amore cinge tutto e per
questo motivo non avrebbe senso richiedere
immolazioni, a chi ami non richiedi sacrifici.
L’invocazione continua parlando della natura e del
rapporto che noi esseri umani abbiamo con essa: “Io,
che sono la bellezza della terra verdeggiante, e la
candida luna fra le stelle, e il mistero delle acque, e il
desiderio nel cuore dell’uomo, chiamo le vostre anime.
Alzatevi e venite a me. Perché io sono l’anima della
natura che dà vita all’universo. Da me tutte le cose
procedono e a me tutte le cose devono infine ritornare; e
di fronte al mio volto, amato dagli Dei e dagli uomini,
lasciate che il vostro io divino più profondo sia avvolto
dall’estasi dell’infinito.”
CITAZIONE
Ecco che con queste parole la Dea espressamente si
presenta nella sua immanenza, mentre prima ne faceva
solo intendere la sua reale natura, ora dice “Io, che
sono…”
Importante è anche l’ultima parte del brano, dove viene
reso nella sua importanza l’unione tra il divino che
abbiamo in noi e ciò che ci circonda, il divenire un'unica
cosa con la Natura, che non è solo figurata o esclusivo di
un vivere in armonia con la natura, ma è uno stato reale
e nel contempo differente dalla realtà.
“Che la mia adorazione risieda nel cuore che gioisce;
giacché tutti gli atti di amore e piacere sono rituali a me
consacrati. E perciò che in voi ci siano bellezza e forza,
potere e compassione, onore ed umiltà, gioia e
66
venerazione.”
Ancora Starhawk ci spiega meglio questo passaggio:
CITAZIONE
Ogni atto basato sull’amore e sul piacere è un rituale
della Dea. Il suo culto può prendere qualunque forma, e
può avvenire ovunque; non ha bisogno di liturgie, di
cattedrali o di confessioni. La sua essenza sta nel
riconoscere, per mezzo del piacere, quale sia la sua
origine più profonda. In questo modo, il sesso non è
un’esperienza superficiale, ma diventa una vera e
propria espressione della forza vitale; un potere che ci
collega con gli altri, e non delle semplici sensazioni che
soddisfano i nostri desideri personali.
Ogni virtù può diventare un vizio, se non viene bilanciata
dal suo opposto. La bellezza, se non è sorretta dalla
forza, è spenta e senza vita. Il potere diventa
insopportabile, se non è mitigato dalla compassione.
L’onore si trasforma in arroganza, se non viene
compensato dall’umiltà; e la gioia diventa superficialità,
se non viene arricchita dal rispetto.
Infine, arriva una parte a mio parere davvero toccante e
profonda di questa invocazione:
“E voi che pensate di cercarmi, sappiate che il vostro
ricercare e anelare non vi porterà alcun vantaggio se
ignorate il mistero: che se ciò che cercate non riuscite a
trovarlo dentro di voi, non lo troverete mai fuori da voi.
Perché vedete, io sono stata con voi sin dall’inizio; e io
sono ciò che è conquistato alla fine del desiderio.”
67
CITAZIONE
Se non riusciamo a trovare la Dea dentro di noi, non la
troveremo mai da nessun altra parte. Lei è sia dentro di
noi che all’esterno, è solida come una roccia, tuttavia
mutevole come l’immagine interiore che abbiamo di Lei.
Si manifesta in ciascuno di noi, e allora, dove altro
dovremmo cercarla?
La Dea è la fine del desiderio, sua meta e
completamento. Il desiderio in sé viene visto come una
manifestazione della Dea. Le streghe non cercano di
sconfiggere i propri desideri, né di fuggire da essi, bensì
di soddisfarli. Il desiderio è la colla che tiene unito
l’universo, lega l’elettrone al nucleo, il pianeta al sole; e
così facendo crea tutte le forme esistenti, e quindi il
mondo. Seguire il desiderio fino al suo totale
adempimento, equivale a unirsi con ciò che si desidera di
più, e diventare un tutt’uno con esso e con la Dea. Siamo
già una cosa sola con la De, perché Lei è con noi fin
dall’inizio. È per questo motivo che esaudire i nostri
desideri non significa essere troppo indulgenti, al
contrario è prendere coscienza di sé.
Se volete condividere le sensazioni e le emozioni che
questo brano ha suscitato in voi, potete farlo con gli altri
studenti della scuola! O se preferite tenere per voi quello
che avete percepito, non c’è problema. Sono certa che,
sia che vorrete condividerlo, sia che vorrete tenerlo per
voi, questa invocazione non può lasciare indifferenti!
68
Bibliografia consigliata:
- Janet e Stewart Farrar, A Witches’Bible, The complete
Witches’ Handbook, Phoenix
- Charles G. Leland, ARADIA, Il vangelo delle streghe,
Olschki Editore
- Starhawk, La danza a spirale, Macro edizioni
- Apuleio, Le metamorfosi o l’Asino d’oro.
69
Lezione 10: Il Rede
Crediti:
Falco e Kisha di speculumdeorum.net
In questa lezione parleremo del Rede e di cosa esso
significhi per un Wiccan. Inizialmente avrei voluto
proporvi una mia analisi di questo testo, testo che
certamente già conoscerete, ma mi sono resa conto che
altri autori hanno già espresso le mie idee in maniera
molto più accurata e approfondita. Di conseguenza, ho
deciso di affidarmi direttamente all’analisi e alle
spiegazioni fornite da Falco e Kisha, del sito
speculumdeorum.net, e che vi riporto nei quote.
Ecco dunque la loro traduzione del Rede (in internet ne
esistono diverse versioni, tradotte dall’Inglese):
Obbedirai alla Legge Wiccan, in perfetto Amore e
perfetta Fiducia,
Prenderai e darai in egual misura, vivendo e lasciando
vivere,
Traccia il Cerchio tre volte, se vorrai tener fuori gli spiriti
maligni.
Fa che i tuoi incantesimi siano in rima, se vorrai che
siano validi.
Dolce lo sguardo e leggero il tocco; parla poco, ma
ascolta molto.
Con la Luna Crescente gira in senso orario, canta e
danza la Runa delle Streghe.
Gira in senso antiorario quando la Luna starà
declinando, e l’ululato del lupo mannaro allontanerà la
sventura.
Quando la Luna della signora e’ nuova baciale la mano
70
per due volte,
Quando la Luna e’ al suo culmine il tuo cuore troverà la
serenità cercata.
Presta attenzione alla burrascosa potenza dei venti del
Nord, chiudi la porta e ammaina la vela.
Quando il vento viene dal Sud, l’Amore verrà a baciarti la
bocca.
Quando il vento soffia da Est, aspettati novità e preparati
a festeggiare.
Quando il vento dell’Ovest soffia su di te sentirai gli spiriti
degli antenati inquieti.
Poni nel Calderone nove tipi di legno e bruciali
lentamente e velocemente.
Il Sambuco e’ l’albero della Signora, non bruciarlo o sarai
maledetto.
Quando la Ruota dell’Anno inizia a girare, lascia i fuochi
di Beltane bruciare.
Quando la Ruota sarà giunta a Yule, accendi i ceppi e
lascia che Pan regni.
Prenditi cura di fiori, arbusti e piante, e verrai Benedetto
dalla Signora.
Dove vedi le onde incresparsi, getta una pietra, e
scorgerai la verità.
Quando hai bisogno, non prestare attenzione all’avidità’
degli altri.
Non trascorrere il tuo tempo con gli stupidi, se stupido a
tua volta non vuoi sembrare.
Accogli con gioia e congedati con gioia, rendi splendente
il tuo volto e caldo il tuo cuore.
Presta attenzione alla legge del 3: tre volte nel male, tre
volte nel bene.
Quando la sfortuna e’ grande, segna una Stella Blu sulla
tua fronte.
Sii sempre sincero in Amore, se vuoi che l’Amore sia
71
sincero con te.
“Nove” parole devi seguire: "Finché non nuoci a
nessuno, fa ciò che vuoi".
Comunemente, si pensa che questa sia la “legge”
fondamentale per ciascun wiccan. Molti inoltre pensano
che questo testo sia stato scritto da Gardner, o da
Doreen Valiente (o da entrambi), e che rappresenti uno
dei capisaldi della Wicca stessa. In realtà, il testo è
apparso solo in seguito alla nascita della Wicca, e forse
non fu nemmeno Gardner l’autore. Vediamo cosa dicono
in merito Falco e Kisha:
CITAZIONE
Quello che è presentato qui sopra è una traduzione del
Rede Wicca, ciò che alcuni chiamano la regola della
Wicca. Parto col raccontarvi in breve la sa storia, che
definirei oscura ai più. Alcuni danno a Doreen Valiente il
merito di questo testo, in realtà questo documento
appare solo nel 1975 al pubblico, tramite una
pubblicazione su una rivista americana, l’autrice di
questo articolo è Gwynne Thompson che fa risalire il
Rede alla sua tradizione familiare, infatti dice di aver
ricevuto da sua nonna la versione lunga del Rede.
L’attribuzione ad uno o più autori di questo fondamento
della Wicca non è ancora possibile, infatti si susseguono
conferimenti vari, ma senza prove a fondamento.
L’assegnazione a Doreen Valiente è dovuta
principalmente alla versione più breve Della Wicca il
Rede è uno: "Fai ciò che vuoi, finché non nuoce a
nessuno!", uscito in una pubblicazione successiva a
quella della Thompson. Il dato fondamentale è che non è
possibile datare il Rede, né tanto meno dare al Poema
una origine certa, ma quel che più conta è che entra a far
72
parte delle varie tradizioni Wicca solo dopo il 1975,
quando la Stregoneria moderna aveva fatto già la sua
comparsa da almeno 26 anni.
È dunque possibile che il Rede non fosse stato scritto
nemmeno da Gardner, tuttavia, a prescindere da questo,
esso è sicuramente diventato un testo importante e
spesso presente nei libri e siti moderni concernenti la
Wicca. Come dobbiamo comportarci dunque noi wiccan
dell’era moderna? Dobbiamo prendere il Rede come una
legge assoluta, oppure dobbiamo rapportarci ad essa in
maniera relativa? Ma se il Rede non ha valore assoluto,
allora le streghe wiccan non hanno leggi? E se invece il
Rede è da considerasi assoluto, allora la Wicca è una
religione dogamtica?
CITAZIONE
Molti definiscono il Rede come l’unica regola della
Wicca, valutando erroneamente la base non dogmatica
di questa religione, non può e non vuole essere una
regola, prima di tutto perché scritta da uomini e poi
perché non nasce per essere un semplice consiglio etico
e non di più. Il Rede è un consiglio etico, come
dicevamo, che chi ha intrapreso il cammino nella Wicca
deve tenere in considerazione, ma come molti fanno
notare ha alcune contraddizioni con la base stessa della
wicca, primo fra tutti il comprendere ciò che è male e ciò
che è bene, cosa che, i lettori converranno, spero con
me, non è possibile in assoluto.
Il Rede ha un infinità di interpretazioni. Il perché di
cotante esposizioni non è difficile da comprendere, dove
la Wicca ha preso piede ha inserito nel suo beckground
culturale ciò che sono le tradizioni del territorio in cui si
73
sviluppa, così abbiamo più modi di intenderlo per gli
italiani, più per gli americani, più per gli inglesi, più per i
francesi via via fino all’ultimo paese della Terra, questo
perché ogni paese ha la sua storia, la sua cultura sia
magica sia religioso-spirituale, e così scendendo nel
microcosmo della persona, anch’essa nasce con una
cultura, con una storia con un modo di essere dovuto in
gran parte alla società in cui vive e, da non dimenticare,
alla propria famiglia di origine. Questo comporta che
ognuno di noi abbia un proprio modo di interpretare un
consiglio, di leggerlo e metterlo in pratica. È seguire il
Rede che fa un wica (parola usata da G. B. Gardner)?
No, perché così come il Rede ci sono un infinità di detti e
filosofie simili, se non identiche, questo vorrebbe dire che
anche i cristiani sono wiccan “non fare al prossimo tuo
ciò che non vuoi fatto a te stesso” (è solo un esempio).
Ma resta evidente che c’è una parte che al giorno d’oggi
viene quasi dimenticata del Rede, cioè “Fai ciò che
vuoi…”. Questa parte implica prendere atto che siamo
noi ad agire, nel bene e nel male, per la nostra vita, e
conferisce quindi delle grandi responsabilità, prima che
per gli altri, nei nostri confronti.
Mi preme mettere il punto su quanto scritto sopra e
dimenticato o tralasciato dai più, il resto lo lascio al
lettore che si armerà di buona volontà e cercherà il SUO
modo d’interpretarlo, il suo modo di vivere. Molti vedono
il Rede come un dictat, o se preferite comandamento
imprescindibile, se non segui il Rede non sei Wiccan, ma
nessuno si ferma ad analizzare cosa voglia dire il Rede e
soprattutto cosa voglia dire seguire il Rede. Purtroppo è
facile parlare superficialmente di qualcosa che non si
conosce, si esprime un opinione sul concetto “non fare
74
qualcosa che può provocare del male” ed è fatta si ha
capito la Wicca e si hanno tirati i paletti che la delimitano.
Capiamo dunque che il nodo centrale del Rede risiede
proprio nella sua ultima parte: "Finché non nuoci a
nessuno, fa ciò che vuoi". Apparentemente semplice da
capire, questa frase si rivela in realtà ben più complessa
e difficile da mettere in atto. Falco prosegue spiegando
che:
CITAZIONE
“Fa ciò che vuoi, finché non nuoci a nessuno” sembra di
facile analisi, ma assicuro che così non è, personalmente
ho rivalutato numerose volte il suo significato, e
numerose volte la mia analisi cambierà. Non è un
comandamento, che sia chiaro, né tanto meno un dogma
universale, è un consiglio etico a cui, chi segue questa
religione, si appoggia, senza però farlo diventare un
limite per la propria vita.
Purtroppo la moda che permea la Stregoneria e più in
particolare la Wicca ha trasformato questa frase in “non
nuocere a nessuno, mai!” dimenticando alcuni aspetti
che fondano la Stregoneria.
La prima frase è “Fa ciò che vuoi” dimenticata quasi da
chi si affaccia al mondo della stregoneria, “fare” agire,
non aspettare che cada la manna dal cielo, non tutto
cade ai nostri piedi se non andiamo a prendercelo, fare,
fare e fare senza aver paura.
“Ciò che vuoi”, sembra ovvio ed invece lo è meno di
quanto appare, ciò che vuoi è tutto quello che ci passa
per la testa? O sono le cose necessarie perché la nostra
vita, sia veramente nostra e, soprattutto, ci porti ad
essere fieri di viverla?
75
La mia risposta di oggi è sicuramente la seconda. Ciò
che voglio sono i miei bisogni più profondi e nascosti, ma
anche ciò che la vita mi porta a vedere come necessario.
E questa è una sintesi del mio pensiero sulla prima parte
del Rede, ma poi c’è la seconda, forse ancor più difficile
da decifrare, alcune versioni riportano “finché non fai
male a nessuno”, ma che cosa è il male, da che punto di
vista lo si può guardare? Tutto ciò che appare come
male e sofferenza è dannoso? Per esempio il dolore che
una donna prova durante il parto è male, o il risultato è il
più grande bene che l’umanità conosca?
Ecco perché mi piace di più la versione “finché non
NUOCE a nessuno”, a questo punto ci sono da fare
alcune riflessioni, comincio da “nuoce”, che cosa nuoce,
cosa veramente è dannoso, non ho una risposta che
vale per tutto e soprattutto per tutti, è una mia visione ed
è parziale, ma per parlarne devo fare un piccolo inciso.
Ognuno di noi ha una zona (al nostro interno) che è, e
vuole tenere, privata, personale, questa parte di noi è ciò
che fa la nostra persona, un cerchio di atteggiamenti
pensieri e visioni che gli altri non dovrebbero toccare,
questa zona rappresenta la nostra integrità, più si
conosce se stessi e più questa zona è controllabile e ha
dei limiti visibili. Quando qualcuno s’intromette in questa
zona sta cercando di danneggiare la persona, chiunque
senza il permesso “entra” in questo luogo “virtuale”
produrrà danni. E anche con il permesso dell’interessato
a volte ciò può avvenire.
Questo è nuocere, non è facile da comprendere e
spesso il limite è labile, talmente labile da confondersi e
da confondere.
76
Poi ci sarebbe da analizzare “Nessuno” chi è questo
“nessuno”, chi ha la precedenza su tutti gli altri? Questo
è il punto più contraddittorio, più difficile da comprendere,
ma qui c’è qualcosa che ci viene in contro, la vita! La
nostra vita, siamo noi i primi “nessuno” che non
dobbiamo danneggiare, siamo noi che non dobbiamo
permettere a nessuno di danneggiarci, noi il centro del
nostro Universo, il Sole attorno il quale gli altri come
pianeti ruotano, noi i primi ad arrivare al traguardo, gli
altri una spanna indietro o al massimo al nostro pari, ma
mai un passo più avanti.
Questo è il primo punto da intendere, una Strega, o
Stregone che sia, non è mai sola perché attorno a se e
dentro se ha gli Dei e per questo deve rispettarsi come
rispetta gli Dei. Ma il nessuno include anche altri, chi ci
circonda, chi vive intorno a noi e con noi, ed è
RESPONSABILITÀ della Strega non nuocere loro, finché
di difesa non si tratta. Spesso si sceglie la strada più
breve e facile, perché è l’unica in cui si riesce a vedere la
fine, ma il percorso che si deve attraversare può portare
a nuocere chi ci sta accanto, in questo caso è la Strega a
dover decidere, prendendosi la responsabilità piena dei
propri atti, non c’è un dio a cui chiedere perdono, da cui
andare a piangere, gli errori si pagano sempre e
comunque.
A volte il “fa ciò che vuoi” entra in conflitto con il “finché
non nuoce a nessuno”, cosa si fa? Piatto della bilancia e
valutazione dei pro e dei contro. Cosa è più importante?
Il rischio di entrare nell’intimo di qualcun altro oppure
quello di non coprire un nostro bisogno? Sta alla scelta
della persona, non c’è nessun giudice che ti può dire se
sei stato cattivo o meno, nessun Minosse che sceglie in
77
quale girone dell’inferno finire. Ad ognuno la sua scelta
consapevole degli errori, e sta in questo l’unico concetto
fondamentale della Wicca, ovvero sia che:
“La Wicca è un cammino di conoscenza,
consapevolezza e responsabilità.”
Dunque “Fa ciò che vuoi, finché non nuoci a nessuno” un
consiglio, proprio un consiglio, perché nessuno potrà mai
dire ad un altro cosa vuol dire questa frase, perché
ognuno ha un proprio e giustificato modo di vivere il
Rede.
L’analisi di Falco termina sostenendo che il Rede è un
CONSIGLIO, non una legge.. e questo perché non
sempre esso è attuabile e non sempre nel modo che
vorremmo e che riteniamo corretto. Alcune streghe
wiccan infatti non riconoscono nemmeno la validità del
Rede, poiché ritengono che non sia possibile conoscere
realmente ciò che può o non può nuocere a qualcuno
che non siamo noi stessi. Ciò che per me risulta essere
corretto, può al contrario nuocere ad un’altra persona.
E voi, come dovete comportarvi nei confronti del Rede?
Semplice: come credete sia giusto…!!
Siamo dunque arrivati alla fine di questa lezione. Se
volete, potete condividere con gli altri studenti le vostre
opinioni in merito al Rede Alla prossima!
Bibliografia consigliata:
- “High Magic's Aid”, Gerald B. Gardner (con lo
pseudonimo Scire)
- “L’arte della Magia”, Phillys Currot, Sonzogno
- “Wicca, La nuova era della Vecchia Religione”, Cronos,
Aradia Edizioni
78
Lezione 11, La Legge del Tre
Crediti :
Phyllis Curott, Falco, Wikipedia
Eccoci finalmente alla lezione in cui parleremo della
Legge del Tre. Sicuramente molti di voi sanno già di
cosa si tratta, l’avrete già letta su molti siti o libri wiccan.
Ciò che vorrei fare in questa lezione è proporvi anche
degli spunti per riflettere sulla validità di questa legge.
Per molte streghe wiccan, questa legge (assieme al
Rede) costituisce una delle poche regole che bisogna
seguire ciecamente. Per altri invece, non si tratta d’altro
che di un’altra trovata di Gardner, nell’intento di dare una
forma rispettabile alla religione Wicca.
Ma andiamo per gradi e vediamo prima di tutto cosa dice
questa legge:
Tieni presente la Legge del Tre
Poiché tutto ciò che fai Tre volte tornerà a te
Questa è la lezione che ben devi imparare
Solo ciò che hai seminato riuscirai a ricavare
In parole povere, le legge del Tre dice che qualunque
cosa noi facciamo, sia in bene che in male, ci tornerà
indietro moltiplicata per tre. Di conseguenza, da questa
legge si può trarre la conclusione che è meglio agire nel
bene, piuttosto che nel male, poiché chi fa del male,
soffrirà a sua volta pene tre volte moltiplicate. Dunque,
se supponiamo che le streghe wiccan seguano questa
79
legge, è possibile anche supporre che nessuna di esse
farà mai del male, perché altrimenti ne soffrirebbero in
maniera amplificata (sarebbe da masochisti).
Conclusione (apparentemente) logica: le streghe
seguono la legge del Tre, quindi fanno solo del bene. Ma
è veramente così che vanno le cose? Davvero le streghe
non fanno del male per paura che questo male si
ritorcerà contro di loro?
Vediamo un po’ di capire quando è nata questa legge e
soprattutto il perché:
CITAZIONE
La legge del tre, fu riportata per la prima volta da
Gardner nel 1949 nel suo libro “High Magic's Aid”, egli
vedeva questa legge come applicata esclusivamente al
mondo magico e di conseguenza solo alle Streghe.
Come e dove nacque questa legge non è dato sapersi al
momento, probabilmente fu un invenzione di Gerald B.
Gardner, che riprese leggi magiche più antiche, come
quella del ritorno e le fuse con la Legge Karmica
orientale. Con ogni probabilità Gardner invento la “Legge
del Tre” e le “old Law” a seguito di una critica mossagli
da un suo caro amico via lettera, il quale affermava che
non era possibile che una religione non avesse leggi da
seguire. Gardner preso coscienza che per l’epoca in cui
viveva non sarebbe stato preso sul serio invento qualche
regola per dare una base alla propria religione.
La legge del Tre sarebbe dunque nata per un’esigenza di
riconoscimento sociale. Gardner infatti temeva che
senza leggi da seguire, la Wicca sarebbe parsa una
religione poco credibile e che sarebbe risultata una
religione volta al male. Ma non tutti i praticanti dei suoi
80
tempi avevano reagito in maniera favorevole a questa
nuova legge. Doreen Valiente, che ricordiamo essere
una delle prime Sacerdotesse iniziate da Gardner e che
si impegnò notevolmente per riportare splendore alla
Wicca, ripulendone i rituali dalle influenze di Crowley
(vedi lezioni precedenti), nel 1997 affermò:
CITAZIONE
"Un altro insegnamento di Gerald (Gardner, n.d.t.) che io
discuto è il principio religioso popolarmente noto come
"Legge del Tre", secondo il quale qualunque cosa noi
inviamo in stregoneria, nel bene e nel male, lo
riceveremo triplicato.
Bene, io non ci credo! Perché dovremmo ritenere che vi
sia una speciale Legge del Karma che si applica solo alle
streghe?Per amore della Dea, ci prendiamo davvero in
giro, pensando di essere così importanti?Mi si dice che
molte persone, soprattutto negli USA, prendono questo
come un principio di fede, ma io non l'ho mai visto in
alcun vecchio libro di magia e penso che Gerald se lo sia
inventato.
Mentre facevo ricerche sulla Legge del Tre, mi sono
presa la libertà di contattare alcuni dei primi autori che vi
si erano riferiti nei loro testi. Le poche risposte che ho
ricevuto si assomigliavano tutte; non sapevano da dove
venisse, ma era già nota, perlomeno come tradizione
orale, quando loro avevano intrapreso l'arte. Utilizzando
le date delle loro iniziazioni speravo di ottenere almeno
un punto di partenza per la mia ricerca. In questo caso,
poiché Raymond Buckland fu il primo ad essere iniziato
fra quegli autori che si erano presi la briga di rispondere,
ebbi una data di inizio riconducibile al 1963. Buckland
81
era stato iniziato come Gardneriano da Lady Olwen,
l'ultima Alta Sacerdotessa di Gerald Gardner prima della
di lui morte nel 1964. Sebbene Buckland ripetesse che il
coven di Lady Olwen faceva riferimento alla legge del
tre, egli non ricordava alcuna menzione in proposito da
parte dello stesso Gardner nel corso della loro
corrispondenza.
Per alcune streghe, la Legge del Tre non è altro che una
naturale legge del ritorno, simile alla legge Karmica,
secondo la quale ogni azione produce una reazione. Il
numero 3 indicato da Garnder potrebbe esser stato
scelto per il suo particolare significato nelle tradizioni
magiche (pensiamo per esempio alla triplice Dea della
Wicca), ma in effetti tra coloro che riconoscono la legge
del Tre, molti ne mettono in discussione questa
quantificazione del ritorno moltiplicato per 3. Per
esempio, Janet Farrar e Gavin Bone, sostengono che se
il ritorno fosse moltiplicato di 3 volte, a sua volta
dovrebbe provocare altri effetti ulteriormente moltiplicati
di 3 volte, che di nuovo produrrebbero effetti ancora
moltiplicati di 3 volte… Insomma, si creerebbe una
catena di eventi che si moltiplicherebbe all’infinito senza
mai arrestarsi. Anche secondo Phyllis Curott, questa
legge non funziona:
CITAZIONE
Sono convinta che la Legge del tre sia un fondamento
inappropriato, inadeguato e inaccurato per l’etica Wicca.
Non è e non dovrebbe essere la ragione per cui le
streghe non lanciano sortilegi negativi. Intendo proporre
qualcosa che credo sia di fondamentale importanza per
la nostra crescita come movimento spirituale e che spero
vi sarà utile quando fate magia. Le streghe non hanno
82
bisogno di regole per praticare la loro arte in modo
etico. Abbiamo bisogno di qualcosa di completamente
diverso, qualcosa che già possediamo ma che non
prendiamo in considerazione a causa della nostra
fissazione culturale per le regole.
Il problema principale è che la Legge del Tre è
fondamentalmente una teoria di punizione: non mi
comporterò male perché altrimenti mi capiterà qualcosa
di peggio; quindi mi comporto bene perché non voglio
che mi accada niente di brutto.
Ho sempre avuto problemi con la punizione come base
per l’etica, perché non è un principio etico – evitare la
punizione è semplicemente una questione di tornaconto
personale. Il concetto è un lontano parente della
moralità, perché si basa soltanto sulla deterrenza. La
punizione non rende noi o la nostra magia morali, ci
insegna soltanto ad agire guidati dalla paura, e la paura
non è una buona cosa. Inoltre, crea uno strano
ragionamento: ehi, se posso passarla liscia anche
infrangendo una regola, perché no?
Questo è un pensiero che ci viene proposto dalle
religioni e dalla cultura in cui siamo cresciuti. Sono
vestigia di idee religiose patriarcali sulla punizione, sulla
dannazione e sul peccato. È una regola basata sul
terrore che nasce dalla convinzione che Dio non sia
presente nel mondo. Non proviene dalla cosmologia
wicca e non è abbastanza buona.
Ammesso dunque che questa legge non funzioni
realmente, la domanda che viene spontanea porsi è: se
83
non abbiamo leggi da seguire, quale dovrebbe essere il
cardine della nostra etica? Ce lo spiega ancora Phyllis
Curott:
CITAZIONE
La vera ragione per cui le streghe non fanno e non
dovrebbero mai fare del male con la loro magia né
dovrebbero usare la magia per dominare gli altri è che
sperimentano la divinità immanente. Attraverso le
pratiche wiccan imparerete a entrare in comunione con il
Divino, e questo vi trasformerà così profondamente che
non vi salterà mai in mente di fare del male in qualunque
modo. Perché ora sapete che il mondo in cui vivete è
sacro e divino. Il nostro comportamento, la nostra magia
e la nostra etica nascono dalla rivelazione che il Divino
esiste dentro di noi, negli altri e nel mondo.
Semplicemente non farete del male a nessuno e non
manipolerete nessuno perché riconoscerete gli altri come
incarnazioni del Divino. Questo fa parte dell’esperienza
mistica dell’Unità, perché ogni cosa è parte ed
espressione della Divinità. Ogni cosa è sacra, e tutto ciò
che è sacro deve essere trattato come tale.
La magia non è qualcosa che facciamo per manipolare e
controllare l’Universo. È comunicazione e cocreazione, è
portare i nostro potere sacro alla massima
espressione. Le sole persone che cerchiamo di
controllare con la magia siamo noi stessi.. La magia,
quando è fatta nel modo giusto, vi permette di allinearvi
con i poteri dell’universo spirituale. L’energia con cui fate
magia è sacra e così il come e il perché fate magia
diventa a sua volta sacro.
Le streghe dunque non fanno del male a nessuno non
84
perché abbiano paura delle conseguenze della Legge
del Tre (o perlomeno non dovrebbe essere così..), ma
perché sanno che ogni cosa è sacra.
Eccoci arrivati alla fine di questa lezione. Per maggiori
informazioni e approfondimenti in merito alla Legge del
Tre e alla sua validità, vi invito a visitare questo
sito: http://www.eclettismo.altervista.org/Etica...e/leggede
l3.htm
E termino lasciandovi alcuni spunti di riflessione (tratti da
“L’arte della magia”):
- Quando e dove avete sentito parlare per la prima volta
della Legge del Tre? Come avete reagito?
- Qual’è stata la prima volta che avete pensato di fare
una magia che avrebbe potuto manipolare qualcun altro,
per esempio un incantesimo d’amore o di vendetta? È
stata la legge del Tre a fermarvi?
- Avete avuto paura che qualcosa di cattivo potesse
accadervi se avreste portato a compimento
l’incantesimo? Cosa temevate che potesse succedervi?
- Siete stati tentati di proseguire comunque nell’intento
perché non credevate alle conseguenze oppure perché
eravate pronti ad affrontarle e a pagarne il prezzo? Avete
ignorate la Legge del Tre? Se si, cosa è successo?
Bibliografia:
- www.speculumdeorum.net
- Phyllis Curott, L’arte della Magia, Sonzogno
85
Strumenti
Lezione #1 - Introduzione
Bene, eccoci qui per la prima lezione a proposito
di Strumenti - Simboli - Fai da Te, e come in ogni corso
che si rispetti, oggi faremo una breve panoramica degli
argomenti che tratteremo nel corso delle varie puntate.
Come potete ben immaginare, illustreremo quali sono gli
strumenti e i simboli adoperati dalla strega.
Cominceremo con quelli basilari e comuni alla maggior
parte delle correnti della stregoneria e del paganesimo
moderno, ma tempo permettendo potremo scendere
anche nel particolare e affrontarne alcuni forse meno
conosciuti e/o specifici di determinate tradizioni.
Spiegheremo qual è il loro scopo, la loro storia e tutte le
pratiche ad essi relative (nel caso degli strumenti, ad
esempio, come purificarli, consacrarli, che
esercizi/meditazioni/rituali è possibile fare, ecc.). E,
naturalmente, per quanto riguarda la sezione "fai-da-te"
ne cureremo la realizzazione pratica - per quanto
possibile... vi sfiderei a creare una sfera di cristallo!
Una cosa molto importante da tenere a mente prima di
cominciare ad addentrarsi nel Meraviglioso Mondo del
Ciarpame di Strega (e vedrete che con il tempo se ne
accumulerà parecchio!), è che l'unico, vero,
indispensabile strumento siete Voi. Non importa quante
centinaia di euro spendiate per poter avere il piacere di
brandire uno spadone rituale dall'elsa tempestata di
gemme, sarà utile quanto un paio di posate se voi che
operate non siete minimamente in grado di dirigere la
vostra energia in esso. La stessa cosa dicasi per i
86
simboli: disegnare una runa di protezione su una porta
non terrà lontani i guai se non ci mettete sufficiente
impegno.
Si tratta di mezzi a vostra disposizione per supportare la
vostra pratica, per aiutarvi ad entrare nella giusta
condizione mentale per operare, per essere concentrati e
consci di quello che state facendo. Con l'uso poi gli
strumenti assorbiranno una (gran) parte della vostra
energia - nel senso che prenderanno la vostra impronta,
diciamo, non certo che vi prosciugheranno come
sanguisughe - e sarà proprio per questo motivo che sin
da subito farete bene a stare attenti che nessuno, a parte
voi, li maneggi... ma non faranno mai il lavoro al posto
vostro.
E' per questo stesso motivo che trattiamo anche la
realizzazione pratica: è cosa largamente condivisa che
più energia spendiamo nella fabbricazione o nella
personalizzazione del nostro strumento, più lo rendiamo
un collaboratore prezioso. Naturalmente sarebbe
esagerato pretendere che ogni Strega abbia la manualità
e le risorse di un fabbro ferraio o di un falegname, per cui
di fatto la maggior parte del nostro equipaggiamento è
stata semplicemente acquistata, o reciclata, riadattata a
nuovi scopi, o ci è stata regalata (ma a proposito di
quest'ultimo punto sarà il caso di fare una riflessione a
parte). Vige comunque una vecchia regola, che
probabilmente affonda le sue radici nell'ancora aperta
discussione sul rapporto tra magia e denaro: mai
contrattare sul prezzo quando stiamo comprando un
oggetto destinato alla pratica dell'Arte.
Per quanto riguarda i regali la questione si fa più
complessa. Siamo molto spesso portati a credere che sia
in realtà lo strumento a scegliere la Strega, non tanto
87
viceversa. Per questo motivo c'è chi è a favore del
regalo, perché di fatto può essere un modo come un
altro con cui l'Universo ci fa avere quello di cui abbiamo
bisogno, senza contare le circostanze in cui un oggetto
magico viene tramandato da una persona ad un'altra;
secondo altre correnti di pensiero, soltanto noi possiamo
sapere, sentire a pelle qual è lo strumento che fa
veramente al caso nostro. In tal caso personalmente
credo che un buon compromesso tra le due cose, se se
ne verificano le circostanze, sia quello di farsi regalare
una cosa precedentemente scelta. Ad ogni modo ognuno
è libero di agire come meglio crede, questa è uno di quei
frangenti in cui si può andare a istinto
88
Lezione #2 - La Bacchetta
Dietro richiesta, cominciamo il ciclo di lezioni vere e
proprie parlando della bacchetta. Una scelta dettata
anche da una certa logica di fondo... non solo la
bacchetta è senz'altro il primo strumento che viene
associato alla magia nell'immaginario collettivo, ma è
anche molto facilmente reperibile e quindi spesso e
volentieri è la prima cosa di cui si dotano i principianti
streghini e streghine. Per quanto per esperienza personale e altrui - di solito non è lo strumento di cui si
sente maggiormente necessità, prima di solito vengono
athame, pentacolo e coppa... ma non ha importanza,
presto o tardi tratteremo ogni cosa
* Com'è fatta
Senza dubbio le bacchette con la storia più lunga sono
quelle di legno, ma in magia trovano largo impiego anche
quelle di metallo e/o cristalli vari; con il boom della New
Age ha cominciato a trovarsi in commercio di tutto. Le
dimensioni e il materiale rimangono - come sempre - a
discrezione del futuro possessore, tuttavia alcune delle
scelte più comuni ricadono su alberi "famosi" (soprattutto
per quanto riguarda l'eredità celtica della Wicca e di altre
correnti pagane) come quercia, melo, sambuco, ciliegio,
nocciolo, salice. C'è chi preferisce orientarsi in base al
proprio tema natale arboreo - una bella sfida se siete nati
nel mese di Gort, l'edera! - o chi semplicemente aspetta
che sia la bacchetta stessa ad arrivare in qualche modo
fino a lui.
Per quanto riguarda le dimensioni, Cunningham parla di
una lunghezza "tradizionale" pari alla distanza tra il polso
89
e la punta del dito medio, Huson suggerisce invece di
cominciare a misurare dal gomito, ma praticamente tutti
concordano con il dire che dai 20 cm al metro e 80 va
bene qualsiasi cosa.
Possono essere completamente spoglie, incise,
intarsiate, decorate nelle più svariate maniere - un ottimo
sistema per nascondere qualche brutto nodo o eventuali
piccoli incidenti durante la lavorazione - può essere
perfettamente cilindrica o terminare lievemente a punta
(cercate solo di avere il buonsenso di capire che non
dovete andare a caccia di vampiri, non trasformatela in
qualcosa con cui qualcuno potrebbe farsi del male...),
può essere dritta come un piolo oppure allegramente
ritorta. Molti innestano punte di cristallo sulla sommità - e
ovviamente anche per la scelta del cristallo badate alle
vostre esigenze - mentre altri, forse più tradizionalisti, la
sagomano dandole una forma fallica. Poiché è quello
che di fatto è, cioè un simbolo maschile.
Non sono un'accanita fan di Harry Potter, ma non è del
tutto sbagliato pensare che, quando avrete per le mani la
vostra bacchetta, agitarla le farà fare scintille... in un
senso ragionevole del termine. A scanso di equivoci (e
non ridete, perché ho sentito anche di questo) non ci
sarà nessun reale sbrilluccichio o sfrigolio. Ci sono gli
accendigas per questo. Però sentiretesenza dubbio il
suo potere.
Finora ho dato per scontato che ognuno di voi desideri
raccogliere fabbricarsi da sé la propria bacchetta, cosa
che, come potete ben immaginare, è sempre caldamente
consigliata. Tuttavia non si può certo dire che acquistarla
sia sbagliato, naturalmente.
* A cosa serve
Come accennavo prima, la bacchetta è un simbolo
90
fallico, legato al mascolino e di conseguenza al Dio. O
comunque alla parte maschile della Dea, se seguite
determinate tradizioni che prevedono questo. Per alcuni
è collegata all'est e all'elemento aria, per altri al sud e al
fuoco, nessuna delle due soluzioni è meglio dell'altra.
Come l'athame, anch'essa serve prevalentemente per
dirigere le energie - vale a dire, ad esempio, per tracciare
e cancellare il cerchio, per invocare i Guardiani o le
Divinità, per infondere potere in altri strumenti o oggetti,
tracciare simboli in aria o sul terreno - tuttavia con una
sfumatura diversa: l'athame è uno strumento "di
comando", la bacchetta è più gentile, indirizza ed
incoraggia. Per via di questa sua natura, dunque, la
bacchetta va normalmente brandita con la mano
proiettiva (destra se siete destrorsi, sinistra per i
mancini).
* Breve storia
Cerimonia e bacchette vanno quasi sempre di pari
passo, basta pensare anche solo agli scettri, che sono
una rappresentazione simbolica di potere. Sono state
rinvenute raffigurazioni di sagome umane con aste e
bastoni persino fra le pitture rupestri dell'Età della Pietra.
Nell'Egitto dei Faraoni, assieme agli articoli di toeletta,
alle armi e agli amuleti, venivano lasciati nella tomba
anche testi magici ed una bacchetta che avrebbe dovuto
consentire al ka (l'anima) di adoperarli. Il bastone di
Mosè era una bacchetta di nocciolo, come viene
raffigurato anche negli affreschi delle catacombe del III e
IV secolo. Anche il caduceo di Ermes/Mercurio si può
considerare tale. Risalendo ad epoche più recenti
troviamo le aste massoniche, lunghe da 1.80 a 2.5 metri,
con punte metalliche alle due estremità, portate
tradizionalmente durante i rituali dell'Arte. Nella magia
91
cerimoniale bacchette diverse possono avere utilizzi
diversi, come ad esempio la Fire Wand e la Lotus
Wand (wand=bacchetta) nella Golden Dawn. Per gli
Zoroastriani uno strumento simile è il barsom, una sorta
di fascio di cavi o aste metallici d'argento o di ottone,
lungo circa 20 cm.
:: Bacchetta o bastone?
Generalmente bacchetta e bastone oggigiorno sono
comodamente intercambiabili, il secondo viene visto solo
come versione più ingombrante della prima. E' Paul
Huson, nel suo "Il Dominio della Magia Nera" (titolo
piuttosto fuorviante considerato che la versione originale
sarebbe "Mastering Witchcraft") traccia una chiara
distinzione, utile a capire per altro la nascita del mito
della Strega sulla Scopa:
CITAZIONE
Nei loro rituali le streghe impiegano due tipi diversi di
bacchette: il bastone da cavalcare - spesso in passato
nascosto sotto le spoglie della leggendaria scopa - usato
nei riti della fertilità, e la più piccola verga Goetica, detta
talvolta verendum o baculum [...] Spesso il bastone da
cavalcare sarà intagliato in modo da avere una punta
fallica. Di solito il baculum è di composizione più
cabalistica, spesso porta incisi nomi divini ebraici.
* Come procurarsela
Vale lo stesso identico discorso fatto per le erbe: non
sono ammessi scempi ai danni degli alberi, perciò se
decidete di recidere un ramo ancora vivo fate in modo da
non causare gravi danni. Non scegliete alberelli troppo
giovani che possono risentirne pesantemente, non
portate via un metro e mezzo di legno solo perché vi
servono proprio i 30 cm centrali. E soprattutto ricordatevi
92
di lasciare una piccola offerta simbolica alla pianta che vi
ha fatto dono di uno strumento così importante.
Ad alcune persone, prima di mettersi a recidere e
segare, piace cercare di stabilire una sorta di contatto
con l'albero prescelto, e per far ciò si prendono un lasso
variabile di tempo per stare vicino ad esso, meditare
sotto le sue fronde, percepire le sue energie per cercare
soprattutto di capire se è effettivamente una buona cosa
ricavare la propria bacchetta da quello piuttosto che un
altro.
In termini wiccan di solito non è molto importante seguire
una procedura precisa per la raccolta del ramo destinato
a diventare bacchetta/bastone, tuttavia alcune tradizioni
sono più cerimonialiste di altre, perciò - diciamo "per
sfizio" - vi riporto quale sarebbe la procedura di raccolta
secondo i dettami della magia cerimoniale, come
riportato da Eliphas Lévi:
CITAZIONE
...dev'essere un ramo perfettamente diritto di mandorlo o
nocciolo, tagliato con un colpo netto da un falcetto d'oro
prima che sorga il sole, nel momento in cui la pianta sta
per fiorire. Deve poi essere perforato per tutta la sua
lunghezza senza spezzarlo infilandovi da un capo
all'altro un filo di rame magnetizzato. Ad una delle
estremità va adattato un prisma poliedrico, triangolare, e
sull'altra una uguale figura in resina nera, al centro della
verga vanno collocati due anelli, uno di rame e l'altro di
zinco. In seguito bisogna indorare l'estremità di resina e
argentare quella prismatica, fino al centro dove si
trovano gli anelli...
E sugli anelli andrebbero incide delle parole in ebraico.
Ecco, forse dopo essere riusciti a costruirvi un affare del
93
genere, potreste effettivamente pretendere che funzioni
con il Vingardium Leviosa.
* Purificazione e Consacrazione
Poiché i rituali di purificazione e consacrazione degli
strumenti partono tutti da una base comune - che
prevede il contatto dell'oggetto con le energie dei quattro
elementi, con quelle divine e con le vostre - tratterò nello
specifico questo argomento quando avremo terminato la
carrellata degli strumenti principali.
Nel frattempo però posso riportare una breve procedura,
presa da "Wicca" di Scott Cunningham, per trattare la
vostra bacchetta con le erbe:
CITAZIONE
Se la bacchetta è di legno, portatela fuori al tramonto e
strofinatela con la lavanda fresca, eucalipto o foglie di
menta. Sollevatela in aria, rivolti verso Est (o verso la
Luna, se è visibile) e invocate la Dea. All'alba tornate
all'aperto, strofinatela con le foglie fresche e profumate,
invocate il Dio, mentre la sollevate verso Est.
* Meditazione della Bacchetta
Radicatevi e centratevi. Tenete la bacchetta nella mano
di potere. Respirate profondamente, e percepite il potere
del fuoco, dell'energia. Siate coscienti di voi stessi come
canali di energia: potete trasformare lo spirito in materia,
le idee in realtà, i concetti in forme concrete. Sentite il
vostro potere di creare, di fare, di cambiare. Entrate in
contatto con la vostra volontà, cioè con il vostro potere di
fare quel che deve essere fatto, di prefiggervi un
obiettivo, di impegnarvi per raggiungerlo. Lasciate che la
vostra volontà scorra nella bacchetta.
94
*Biblio/sitografia di riferimento:
- Cunningham S., Wicca
- Huson P., Il Dominio della Magia Nera
- De Blanchefort J., Magia
- www.wikipedia.org
95
Lezione #3 - Il Pentacolo
In questa terza lezione parliamo del pentacolo, come
simbolo e come strumento. Molti di noi ne portano uno
addosso, al collo o tatuato, cosa che molto spesso viene
fraintesa e ci fa passare per adoratori del demonio... ora
vediamo di fare chiarezza, così la prossima volta che
qualcuno vi chiede qual è il significato della stella a
cinque punte, potete dargli una risposta convincente
* Com'è fatto
Comunemente quando parliamo di "pentacolo"
intendiamo la stella a cinque punte inscritta in un cerchio.
In realtà la definizione precisa e scolastica di pentacolo è
quella di un amuleto (di solito realizzato in metallo, carta
o pergamena) su cui sono stati incisi/disegnati i simboli
di uno spirito o di un'energia che si intende evocare,
oppure simboli di protezione. Nonostante il
prefisso penta-, spesso negli antichi testi di magia la
parola non ha nessuna relazione particolare con il
numero 5, e per farvi capire meglio cosa intendo vi
mostro qualche esempio preso dalla Chiave di
Salomone:
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Questo è il Quinto Pentacolo di Saturno (serve per
proteggere la casa)
E questo è il Primo Pentacolo di Venere (per l'amicizia)
97
Ce ne sono molti altri, naturalmente, adoperati per
svariati altri scopi... ma noi siamo qui per imparare i
rudimenti della Stregoneria pagana, perciò ci
occuperemo del "nostro" pentacolo, altresì chiamato
*pentagramma*, ovvero questo:
Che, come potete notare, è ben diverso dai due
precedenti. Eppure sono tutti pentacoli.
Su quasi tutti gli altari di quasi tutte le Streghe ne
compare uno: generalmente si tratta di un pezzo piatto di
legno, di metallo, di pietra, di creta, anche di cartoncino.
Oppure è disegnato direttamente sul piano di lavoro, o
sulla tovaglia che usate per coprirlo.
*A cosa serve
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Nella Wicca il pentacolo, come strumento, è legato
all'elemento Terra, così come in molti mazzi di tarocchi lo
è il seme dei denari -- o pentacoli appunto. Per questo
motivo viene spesso impiegato negli incantesimi per la
prosperità e per attirare denaro. E' anche un simbolo di
protezione, e viene tracciato, visualizzato o appeso ad
esempio sulle porte e sulle finestre. Molti praticanti
tracciano un pentacolo in aria (con dito, athame o
bacchetta) durante la chiamata e il congedo dei punti
cardinali del Cerchio, oppure sopra uno strumento per
terminare la procedura di consacrazione. Probabilmente
incontrerete queste pratiche nelle lezioni di incantesimi
*Breve Storia e Significati
Oggigiorno il pentacolo è diventato il simbolo della
religione Wicca quasi quanto la croce lo è per il
Cristianesimo, le sue punte rappresentano i cinque
elementi (partendo dall'alto e muovendosi in senso orario
abbiamo Spirito, Acqua, Fuoco, Terra e Aria, i quali a
loro volta sintetizzano i vari raggruppamenti delle forze
ed energie elementali) o, in alcune tradizioni,
rappresentano delle "virtù" come Amore, Saggezza,
Conoscenza, Legge e Potere.
Il pentacolo pagano oggi è stato scelto in quanto
rappresentazione del processo divino della Creazione:
partendo dalla punta più in alto, lo Spirito, scendiamo in
basso a destra dove troviamo l'Acqua, la fonte di
sostentamento primario della vita sul nostro pianeta.
Dall'Acqua risaliamo verso sinistra, dove c'è l'Aria, che
sta a rappresentare il momento evolutivo in cui la vita ha
colonizzato la terraferma, le creature che hanno
cominciato a rendersi autonome e hanno preso
coscienza di sé. Poi torniamo a destra, verso la Terra,
99
ovvero il culmine dell'evoluzione sopportabile, la quale
poi porta necessariamente (per via della sua natura
sempre ciclica) ad un decadimento - soprattutto spirituale
- che culmina con il vertice del Fuoco, l'apice della
degenerazione. Da lì la ripresa, e il ritorno alle origini e al
Divino, di nuovo lo Spirito.
Chi ha letto Il Codice da Vinci di Dan Brown saprà già
che si tratta di un simbolo associato a Venere e di
conseguenza al femminino sacro, alla bellezza e alla
sessualità mistica, e il perché ce lo spiega il
sito www.symbols.com: "Questo segno può essere
definito un simbolo di ricostruzione iconica del pianeta
Venere. Questo pianeta è l'unico, nel nostro sistema
solare, che possa essere chiaramente identificato da una
struttura grafica ricavata da una sintesi dei suoi
movimenti astronomici nello spazio", intendendo
naturalmente quelli visibili dalla Terra.
Oltre che negli antici culti di Venere, quindi, lo ritroviamo
anche in Egitto, dove una stella a cinque punte inscritta
in un cerchio domina il regno dell'Oltretomba, Duat, dove
Osiride con la piuma pesa i cuori dei defunti dandoli
eventualmente in pasto ad una mostruosa bestia. Questa
relazione tra pentacolo ed inferi sembrerebbe far luce sul
perché, molto dopo, con la presa di potere della Chiesa
cristiana, questo simbolo sia stato associato al
satanismo.
C'è una stella a cinque punte in un cerchio anche nel
logo della Repubblica Italiana, ci avevate fatto caso?
Il pentacolo del satanismo è capovolto rispetto
all'orientamento tradizionale, e ha la punta verso il
basso. Questo non ne fa un simbolo "negativo" nel senso
di "malvagio", semplicemente anche i suoi significati si
100
capovolgono portando in alto la materia, che prevale
sulla spiritualità, e manifestando la ribellione nei confronti
del concetto di Dio per la valorizzazione della figura
dell'uomo.
Esistono anche delle tradizioni neopagane che
prevedono, ad un certo punto del percorso di
apprendimento, di lavorare su e con il pentacolo
rovesciato, secondo il semplice principio di tesi-antitesisintesi, ma purtroppo non sono riuscita a recuperare
informazioni dettagliate in merito, e non voglio farvi
ulteriore confusione.
Altre intepretazioni lo paragonano all'Uomo Vitruviano di
Leonardo e, più in generale, ad una figura umana con
braccia e gambe divaricate, dove il cerchio intorno
starebbe a simboleggiare l'infinito. Ancora, le tre punte
superiori rappresentano il triplice aspetto della Dea
mentre le due inferiori quello duplice del Dio (signore di
fertilità e morte). Considerando gli spazi tra un vertice e
l'altro, invece, abbiamo i tre gradi del rito iniziatico (i due
spazi in alto, a destra e a sinistra del vertice superiore, e
quello tra i due vertici inferiori) più i due laterali per il
principio Femminile e quello Maschile.
*Come procurarselo
Come abbiamo già visto, per procurarsi un pentacolo
non ci sono istruzioni particolari riguardo ai materiali. I
ciondoli con la stella a cinque punte sono di facilissima
reperibilità, in un'infinita gamma di varianti e, di
conseguenza, di prezzi.
Parliamo invece della versione più grande, per l'altare.
Ovviamente si può comprare anche quella, e in
commercio si trovano modelli meravigliosi anche molto
elaborati, ma poniamo il caso che al momento non
101
abbiate soldi da spendere e vogliate cimentarvi nella
produzione artigianale... dopotutto disegnare un
pentacolo da qualche parte è estremamente semplice. Io
di solito parto con un cerchio, lo divido in 5 spicchi
(armatevi di goniometro e fate 360° diviso 5 ) e in questo
modo trovo i vertici della stella, che poi congiungo. Per
quanto riguarda i materiali, ognuno ha i suoi pro e i suoi
contro: il legno si trova facilmente ed è ottimo per
esempio se dovete appoggiarci sopra qualcosa di caldo
(ad esempio se a Yule accendete un piccolo fuoco nel
calderone), il problema è che se per caso ci versate
sopra della cera colorata -- a me è successo con delle
candele rosse di scarsa qualità -- rischia di impregnarsi
di colorante e restare macchiato; il metallo di solito è
difficile da lavorare, e se lo realizzate in carta o
cartoncino ricordatevi di plastificarlo in qualche modo,
sempre per evitare che si rovini.
*Purificazione e Consacrazione
Come per la bacchetta, vi riporto il trattamento con le
erbe scritto da Cunningham:
CITAZIONE
Posizionate il pentacolo sulla nuda terra. Spargetevi
sopra del prezzemolo secco, del patchouli, del vischio
oppure dei fiori di gelsomino o di caprifoglio. Sedetevi
innanzi ad esso, rivolti a Nord e rimanete in questa
posizione per alcuni istanti, visualizzando il pentacolo
che assorbe le energie della Terra. Quindi riprendetelo in
mano e spargete le erbe o i fiori nelle quattro direzioni,
cominciando e finendo con il Nord.
Se siete costretti ad operare al chiuso, riempite un
piattino con della terra fresca e posizionateci sopra il
pentacolo. Procedete come sopra, conservando le erbe
102
ed i fiori che spargerete all'aperto in un secondo
momento.
*Meditazione del Pentacolo
Questa meditazione si può praticare in piedi, le braccia si
alzano nell'inspirazione e si pongono in linea con le
spalle, poi si abbassano nell'espirazione.
Si collega il pensiero con il respiro, immaginando di
convogliare quest'ultimo in punti del corpo fino a che la
persona si trova al centro di una stella a cinque punte. Si
immagina il respiro come raggio luminoso.
Si parte dalla testa e con il palmo delle mani rivolto in
alto si inspira indirizzando il respiro fino al piede destro;
poi si abbassano le braccia, il palmo rivolto in basso, e si
espira, immaginando il raggio luminoso del respiro che
va fino alla mano sinistra; da qui si inspira, le braccia si
alzano, il respiro passa lungo le spalle fino ad arrivare
alla mano destra; espirando le braccia scendono, il
respiro arriva al piede sinistro; infine, inspirando, le
braccia si alzano e si ritorna al punto di partenza.
Ora, come sempre, vi rimando alla sezione "domande"
per eventuali chiarimenti.
Biblio/sitografia di riferimento:
- Cunningham S., Wicca
- RavenWolf S., Il Calderone Magiko
- www.wikipedia.org
- www.symbols.com
- http://web.tiscali.it/astrolandiaweb/Meditazione.htm
103
Lezione #4 - Il Calice
Oggi parliamo di un altro strumento che fa la sua
comparsa molto presto - di solito! - sugli altari dei novelli
praticanti: la Coppa, o Calice. Poiché si tratta di un
oggetto molto semplice, e poiché praticamente viene
considerato alla stregua di un calderone in miniatura, la
trattazione sarà molto semplice. Ci capiterà di
approfondire ulteriormente i suoi aspetti di simbolo legato
al principio femminile quando parleremo del Calderone.
* Com'è fatto
Questa volta è facile... avete sicuramente tutti presente
com'è fatta una coppa Per via dell'associazione con la
Dea e di conseguenza con la Luna, tradizionalmente il
Calice è d'argento - o smaltato argento - tuttavia, come al
solito, il materiale non è veramente importante. Lo stesso
dicasi per le dimensioni. Come tutti gli strumenti deve
parlare al vostro subconscio, quindi l'importante è che
piaccia a voi e che, ovviamente, si presti in modo
adeguato alla sua funzione (in poche parole, se deve
contenere liquidi non costruitevene una in pasta di sale;
se ci dovete bere, fate in modo che non dia alle bevande
quello sgradevolissimo sapore metallico - per non dire di
peggio: ricordatevi che ottone e rame, se non
adeguatamente trattati, a contatto con bevande
alcooliche rilasciano sostanze velenose).
*A cosa serve
In generale, dal punto di vista religioso la sua funzione è
quella di contenere liquidi che devono essere consumati
nel corso di una cerimonia. Nella Wicca il Calice
rappresenta il Principio Femminile - come praticamente
104
tutte le cose concave e/o bucate, che richiamano il
Grembo della Madre. E' spesso adoperato in
combinazione con l'athame (che rappresenta il Principio
Maschile) per rappresentare l'atto sessuale, la
procreazione e l'energia creatrice dell'universo. Simbolo
della Dea, quindi, e simbolo dell'elemento Acqua,
direzione Ovest. Significa anche intuizione, gestazione,
abilità psichiche e subconscio.
*Breve Storia
Tenendo a mente l'associazione che abbiamo fatto prima
"forme concave = grembo materno = Dea" potete capire
che tracciare una breve storia del Calice e di come di
fatto sia entrato a far parte dell'equipaggiamento della
Strega moderna è decisamente difficile. Il suo significato
è arcaico e molto semplice, per cui non c'è UNA sola
"storia della coppa", bensì tante storie quante sono i
Calici famosi: dal il Santo Graal, all'Ardagh Chalice, al
Calice Fiammeggiante degli Universalisti Unitariani. Salta
all'occhio come oggigiorno sia considerato, nella maggior
parte dei casi, un simbolo cristiano anche quando
sappiamo benissimo che ci sono coppe famose ben più
antiche dal momento che era un oggetto in uso nei rituali
celtici, egizi, romani e greci.
Nell'antica Roma il calix era un recipiente per bere che
consisteva in una ciotola fissata su un sostegno, ed era
molto comune nei banchetti. Poi con l'avvento della
Chiesa ed il ruolo centrale dell'Eucarestia nella liturgia
cristiana, ecco che il Calice è stato associato alla figura
di Cristo. In realtà se guardate i primi esempi di calici
potete notare come assomiglino ancora a grosse ciotole
con due maniglie ai lati; è stato con il tempo che hanno
pensato bene di diminuire le dimensioni del contenitore e
di aumentare quelle della base per avere migliore
105
stabilità, per finire addirittura con dei regolamenti ufficiali
della Chiesa a proposito di costruzione, benedizione e
custodia delle coppe. In alcune tradizioni religiose ancora
è obbligatorio che il calice, almeno il rivestimento interno
del bicchiere, sia fatto d'oro.
Ai tempi delle persecuzioni, scrive Huson, l'uso della
coppa della Strega fu interrotto perché era inevitabile che
le autorità ecclesiastiche la considerassero uno
strumento per perversioni e alternative blasfeme
dell'ufficio della Messa.
*Come procurarselo
In questo caso direi che la soluzione più comune è
comprarlo o riciclare qualche bel bicchiere pregiato
magari da un vecchio servizio, dopo averlo purificato e
consacrato andrà benissimo. Potete anche decidere di
decorarlo con i colori da vetro o con decorazioni in pasta
modellabile... sbizzarritevi. Mi raccomando tenete a
mente sempre quello che si diceva a proposito dei
metalli come il rame e l'ottone.
Molti hanno anche più di un calice; può capitare infatti
che ci sia bisogno di uno per l'acqua e uno per il vino, o
che si preferisca avere una coppa di un certo tipo per
festeggiare i Sabbat e una di un altro per gli Esbat.
*Purificazione e Consacrazione
Ecco come di consueto cosa propone Scott Cunningham
per la consacrazione del Calice:
CITAZIONE
Ungete la base con olio di gardenia, rosa o violetta e
riempitela con acqua fresca. Quindi mettete a galleggiare
un tralcio d'edera, una piccola rosa, una gardenia fresca
o altri fiori appropriati. Osservate la copa e invocate la
106
Dea, affinché le doni la sua benedizione. Potreste anche
portarla fuori nella notte, riempita d'acqua, per catturare
in essa il riflesso della luna.
E questa volta vi riporto anche il metodo descritto da
Paul Huson ne "Il Dominio della Magia Nera". E' più
lungo e complesso dell'altro, e non siete obbligati a
seguirlo, è solo a scopo esemplificativo.
CITAZIONE
Nel periodo del mese in cui la lune cresce fino a
diventare piena, prendete dell'acqua salata in una
bacinella e buttateci dentro le seguenti erbe tritate:
verbena, menta, basilico, rosmarino, issopo, lavanda,
salvia, valeriana e finocchio. Spargete un po' di incenso
su un carboncino e caricate acqua e fuoco [...]
impiegando mentalmente ogni sforzo di volontà, fede e
immaginazione, per vedere gli elementi come se
risplendessero di una luce vibrante e purificatrice. Una
volta fatto ciò, spruzzate la coppa con l'acqua e poi
passatela attraverso il fumo dell'incenso, cantando le
parole a ciò destinate e visualizzando la luce azzurra
purificatrice che si accende e si spegne intorno a voi.
Per l'acqua e per il fuoco
Io ti evoco
Pensiero avverso né ostilità
In questo cerchio non rimarrà.
Presta attenzione alla parola mia!
Voglio, comando e posso. Così sia!
Dopo aver fatto ciò, con pennello e colori nuovi,
dipingete intorno alla coppa le seguenti rune
107
(mi scuso per la qualità dell'immagine, ho dovuto fare
una foto alla pagina del libro - NdR)
I colori migliori sono lo smalto bianco o nero, o il
nerofumo. Per questo rituale potete anche mescolare al
colore un pizzico delle vostre erbe tritate, verbena, ecc.
Mentre dipingete ciascuna runa, cantate le seguenti
parole, visualizzando i segni che risplendono intanto di
luce magica: <<tu sia benedetta coppa di acqua!>>
Dopo aver fatto ciò, dipingete intorno alla base della
coppa le rune che compongono il vostro nome,
pronunciando ogni lettera ad alta voce mentre la
dipingete.
Quando finite, cantate le parole <<così sia!>> e riponete
la coppa in un luogo sicuro per usarla in futuro.
*Biblio/sitografia di riferimento:
Cunningham S., Wicca
Huson P., Il Dominio della Magia Nera
www.wikipedia.org
www.puertasdebabel.com
108
Lezione #5 - L'Athame
In questa lezione parleremo dell'Athame (pronunciato
indifferentemente àthame o athamè, a meno che non
vogliate darvi un tono anglofono e
chiamarlo eithemei o eitheimi), il coltello rituale.
Viene comunemente considerato il più importante fra gli
strumenti dell'Arte, e di solito è quello a cui ci si affeziona
di più
Alcune streghe a volte adoperano una spada... la
funzione è esattamente la stessa. Potete quindi
considerare la spada come, semplicemente, un grosso
Athame. In molte congreghe c'è l'abitudine di possedere
ognuno un proprio coltello, e poi un'unica spada da
condividere assieme - spesso anche per via dei costi
piuttosto elevati che può avere un oggetto del genere che ogni membro contribuisce in qualche modo a
personalizzare.
* Com'è fatto
Si tratta, per l'appunto, di un coltello. Tradizionalmente
ha il manico nero o comunque scuro, perché si ritiene
che questo colore aiuti ad assorbire l'energia soprattutto quella negativa - e a riconvertirla in modo da
poterla "disperdere nell'ambiente dopo l'uso" in maniera
innocua, oppure conservarla per scopi futuri, e la lama
doppia, in acciaio. Ci tengo a precisare
iltradizionalmente poichè, come al solito, tutto varia da
corrente a corrente, e ci sono molti bellissimi athame con
la lama da un lato soltanto, o il manico di altri colori.
Nella tradizione Frost, per esempio, la lama è d'ottone e
a un solo taglio. Le tradizioni che lavorano con i Sidhe, il
109
Popolo Fatato, evitano il ferro perché queste entità lo
rifuggono. La foggia, la maggior parte delle volte, è
quindi a vostra discrezione.
L'Athame, comunque, è pensato per lavorare solamente
con le energie, pertanto non deve mai essere adoperato
come strumento da taglio; a scanso di equivoci, e per
evitare di ferirsi accidentalmente, si preferisce tenerlo
smussato. Ci sono alcune tradizioni (come la Kitchen
Witchcraft, letteralmente "stregoneria da cucina")che
incoraggiano i propri adepti ad usarlo anche per lavori
pratici, per acquisire familiarità con esso, tuttavia si tratta
di una minoranza veramente esigua.
Spesso viene inciso con simboli magici per potenziarne
l'azione. A seconda di quello che preferite e con cui vi
trovate maggiormente a vostro agio, potete incidervi
delle rune o altri segni (presi dalla Chiave di Salomone,
ad esempio). Di solito il metodo più semplice è disegnare
o incidere il manico, ma potete riuscire anche ad incidere
la lama... se la procedura dovesse interessarvi, chiederò
Yennand (prof di Erbe) di mettere per iscritto un paio di
istruzioni.
*A cosa serve
Come dicevamo, lo scopo dell'athame è rituale e quindi
non contempla utilizzi pratici. Se avete bisogno di
incidere le candele, recidere erbe o corde e cose di
questo tipo, è previsto un altro strumento di cui
parleremo, il Bolline, detto anche "coltello da lavoro" o
"coltello dal manico bianco".
Uno degli usi più comuni è la tracciatura del cerchio operazione su cui non ci soffermeremo per non
sconfinare nel campo di altre materie. Se ricordate cosa
dicevamo per la Bacchetta, l'Athame è uno strumento
di comando per la direzione delle energie. Per questo
110
motivo viene raramente impiegato per invocare gli Dei
e/o i Guardiani, dal momento che si tratta di entità che
preferiamo "invitare" piuttosto che ordinar loro di
presenziare.
Si tratta di un simbolo maschile, fallico, legato al Dio e
per questo viene spesso posto in relazione con il calice,
che come abbiamo visto rappresenta il principio
femminile, la Dea, ricordando la combinazione dei due
strumenti (il coltello immerso nella coppa) a
simboleggiare l'atto sessuale e quindi la creazione. E' in
relazione con il fuoco o l'aria, sentirete voi a quale dei
due elementi vi sembrerà più affine. Alcuni lo associano
al fuoco perché esso, come l'athame, provoca
cambiamento, altri all'aria - come nei semi dei tarocchi si
fa con le spade.
*Breve Storia
Il termine "athame" è stato fatto derivare - attraverso una
serie di distorsioni - dal latino "artavus", per lo meno da
quanto attestano i manoscritti più antichi della Chiave di
Salomone, nei quali viene definito "Cultellus acuendis
calamis scriptorii" ovvero un coltello per affilare le penne
degli scribi. Artavus era una parola poco comune nel
latino del medioevo, ed è probabilmente per questo
motivo che molto spesso è stata lasciata intradotta in
molti testi italiani e francesi: artavo, artavus, arthana,
artanus, arthany o arthame. In questo caso, l'etimologia
della parola viene fatta risalire ad arto, artas che
significata "restringere".
Secondo Idries Shah, segretaria personale e grande
amica di Gerald Gardner, un'alternativa viene
dall'arabo al-dhammé, "lettera sanguigna", che si ritiene
fosse il nome del coltello rituale in un culto magico
medievale presente in Marocco e in Andalusia. Robert
111
Graves suggerisce un'altra derivazione, sempre araba,
da al thame (o adh-dhame) che traduce come "la
freccia".
In una versione latina manoscritta della Chiave di
Salomone c'è un'illustrazione raffigurante un oggetto
simile ad un falcetto, chiamato Artavo. Si pensa che
Gardner sviluppò il suo concetto di Athame partendo da
versioni più moderne della Chiave, in lingua francese,
perché Grillot de Givry, nel suo "Stregoneria, Magia e
Alchemia" male interpretò il termine associandolo al
coltello rituale principale, che chiamò "arthane" o
"arthame".
*Come procurarselo
La maggior parte dei praticanti di solito non ha le
capacità o i mezzi per fabbricare da sé il proprio Athame,
perciò lo acquista. Noi abbiamo la "fortuna" di avere il
prof di Erbe che occasionalmente si cimenta nel fai-da-te
e proprio di recente s'è affacciato sul mondo della
coltelleria... quindi rimando a lui eventuali spiegazioni su
come fabbricare un Athame posterà al più presto un
breve intervento a seguito di questa lezione.
*Purificazione e Consacrazione
Come al solito, cominciamo con il paragrafo che Scott
Cunningham dedica a questa operazione
CITAZIONE
Strofinate la lama con basilico fresco, rosmarino o foglie
di quercia, all'alba, all'aperto, in un luogo dove potete
lavorare indisturbati e lontani da sguardi indiscreti.
Ponete la spada o il coltello sul terreno, con la punta
rivolta a Sud. Camminateci attorno, in senso orario, per
tre volte, spargendovi sopra foglie di alloro
112
(possibilmente fresco). Prendete in mano la spada o il
coltello, mettetevi in piedi rivolgendovi verso Est e
puntando lo strumento verso l'alto, ma con le braccia più
in basso, invocate il Dio per infondere la vostra spada o il
coltello con la Sua forza. Puntatelo al cielo, invocando la
Dea per caricare la vostra lama con il Suo amore e
potere.
Avvolgete la vostra spada o il coltello in un panno rosso
e portatelo a casa. Se lo desiderate, potete continuare a
conservare lo strumento nello stesso panno.
Moltissimi rituali di consacrazione dell'Athame prevedono
che esso debba rimanere per un periodo variabile di
tempo (dipende dal rito) con la lama affondata nel
terreno. In questo modo, come fa notare Buckland, esso
viene 1) agitato nell'aria, 2) riscaldato con il fuoco e 3)
immerso nell'acqua (durante le operazioni di forgiatura) e
infine 4) infilato nella Terra.
La Questione del Sangue
Volevo soffermarmi un momento su una questione che
so che può risultare controversa per via delle opinioni
contrastanti in merito: si può o non si può usare una
goccia del proprio sangue per consacrare l'Athame?
Praticamente tutti concordano con il ritenere che nel
momento in cui la lama dell'Athame incide la carne o
viene adoperato per estrarre sangue, esso perde ogni
suo valore e dev'essere gettato via. Alcuni sostengono,
più in generale, che il coltello rituale non debba in
nessun caso venire a contatto con il sangue, anche se si
tratta di una ferita che ci siamo procurati con un altro
strumento o (questo nel caso delle femminucce) se si sta
usando del sangue mestruale. Alcuni invece, nei loro riti
113
di consacrazione (e Paul Huson è uno di questi)
includono una goccia di sangue, meglio se del
possessore dell'oggetto, in modo da "personalizzarlo".
Io personalmente concordo con il pensiero di
Cunningham, secondo cui l'Athame (come tutti gli
strumenti del resto) prende la nostra impronta mano a
mano che lo adoperiamo, non necessariamente con il
sangue. Ritengo che una cosa fisica, concreta e
materiale come il sangue sia poco adatta ad uno
strumento pensato per modellare l'energia, che possiede
tutt'altra natura. Sentitevi liberi di fare come meglio
credete.
*Meditazione
Radicatevi e centratevi. Tenete l'athame o la spada nella
mano di potere. Respirate profondamente e assorbite
dentro di voi il potere dell'Aria, il potere della mente, che
è saper giudicare, tracciare delle linee, porre dei limiti,
fare delle scelte e portarle avanti. Ricordatevi le scelte
che avete fatto e portato fino in fondo, nonostante le
difficoltà. Percepite il potere che ha la vostra mente di
influenzare gli altri, e la forza che deve avere la
responsabilità per non usare tale capacità nel modo
sbagliato. Avete la capacità di agire in modo etico,
secondo ciò che credete giusto. Lasciate che il potere
della vostra intelligenza, della vostra conoscenza e del
vostro coraggio morale scorrano nel vostro strumento.
*Biblio/sitografia di riferimento:
Cunningham S., Wicca
Huson P., Il Dominio della Magia Nera
Buckland R., Il Libro delle Streghe
www.wikipedia.org
http://www.streghemoderne.it/meditazioni.htm#spada
114
Lezione #6 - La Scopa
Questa settimana parliamo della Scopa. Qualche cosa è
già stata accennata nella lezione a proposito della
Bacchetta, quindi eventualmente per alcune cose
(soprattutto sulle origini della Scopa come strumento da
Strega) fate riferimento a quella
*Com'è fatta
Quando parliamo di "scopa" intendiamo solitamente la
ramazza di saggina, non tanto un modello tipo Tonkita o
la Scopagomma Meliconi. La formula tradizionale
prevede che il manico sia di frassino, le fibre (ovvero le
setole, quelle che devono spazzare) in betulla, il tutto
legato con dei ramoscelli di salice; questo perché il
frassino ha delle virtù protettive, la betulla purificatorie e
il salice è uno degli alberi sacri alla Dea. Doreen Valiente
suggerisce di scartare le scope con la testa piatta,
preferendo quelle con forma arrotondata.
*A cosa serve
La Scopa è un oggetto sacro tanto alla Dea quanto al
Dio, perché unisce un elemento maschile e fallico - il
manico - ad uno femminile - le frasche di betulla. Si tratta
di uno strumento potente contro maledizioni, fatture e
altre operazioni di magia nera, ed appesa sopra la soglia
di casa protegge l'abitazione e coloro che ci vivono,
mentre posta sotto il cuscino si dice che favorisca i sogni
piacevoli e vegli sui dormienti.
Nella Wicca, serve per ripulire lo spazio rituale dove si
intende operare, sia fisicamente - perché polvere,
sporcizia e disordine comportano comunque accumuli di
negatività - sia energicamente, per purificare,
115
visualizzando la Scopa che disperde ogni tipo di
sporcizia energetica. Questa sua funzione purificatrice la
associa automaticamente all'elemento Acqua, e di
conseguenza la rende appropriata anche per i relativi
ncantesimi, oltre che per quelli d'amore e per le pratiche
psichiche.
*Breve Storia
Questo oggetto non è certo una prerogativa della
Stregoneria: presso gli Aztechi la dea Tlazolteotl (dea,
tra le altre cose, della sporcizia ma anche della
purificazione) veniva rappresentata spesso nuda a
cavallo di una scopa. Anche presso i Cinesi si venerava
una sorta di Dea-Scopa che si invocava nei periodi di
maltempo affinché riportasse il sole.
La pratica del "salto della scopa" è molto comune
all'interno delle cerimonie nuziali di tantissime tradizioni
diverse, da quelle degli schiavi americani a quelle degli
zingari, e anche oggi in numerosi matrimoni pagani, è di
buon auspicio come il salto del falò.
C'è un famoso modo di dire, soprattutto negli Stati Uniti,
che si traduce praticamente come stare nello sgabuzzino
delle scope(o, in caso, uscire dallo sgabuzzino delle
scope) che indica la condizione di chi pratica la
stregoneria in segretezza (o decide di uscire allo
scoperto, nel secondo caso); si fa risalire al periodo delle
persecuzioni delle streghe, quando effettivamente è nata
la concezione di scopa come strumento di magia e atti
collegati al demonio. Come avrete potuto leggere nella
lezione sulla Bacchetta, fabbricare una ramazza era il
modo più semplice ed efficace di nascondere il bastone
magico usato nei riti per la fertilità, e poiché si trattava di
un attrezzo (la scopa s'intende) presente in tutte le case,
durante i processi non poteva essere usata come prova
116
per sostenere l'accusa di stregoneria.
*Come procurarsela
Abbiamo già specificato quali sono i materiali necessari.
Naturalmente non è indispensabile adoperare il frassino,
la betulla e il salice, ma dovreste comunque scegliere dei
tipi di legno maschili e femminili per poter rispettare il
simbolismo di questo strumento. Al posto del frassino, ad
esempio, potete usare la quercia; al posto della betulla,
potete servirvi di erbe dai fusti robusti e legnosi come il
timo o l'artemisia. Invece dei ramoscelli di salice potete
adoperare semplicemente della corda o del grosso
spago.
Le fascine devono essere ammorbidite, per potersi
piegare. Quindi lasciatele in ammollo in acqua calda (o
acqua e sale) per tutta la notte. Le dimensioni della
scopa devono renderla funzionale allo scopo: se
disponete di molto spazio dove celebrare i rituali e
dovete spazzarlo, sarà meglio che la vostra ramazza sia
di grandi dimensioni; viceversa, se dovete ripulire pochi
metri quadrati o anche solo il ripiano del vostro altare, vi
basterà una scopettina piccola.
Ammettiamo comunque che il manico della vostra scopa
sia lungo circa 120 cm. Appoggiatelo su una superficie
orizzontale e allineate le fascine a circa 10 cm dal fondo,
in maniera che la loro sommità sia rivolta verso la fine
del manico - cioè apparentemente al contrario di come
dovrebbero stare. Questo perché, dopo averle legate in
questo modo, le dovete ripiegare su sé stesse, e di
nuovo fermare con lo spago o i rametti di salice attorno
al fusto. Ad ogni nodo che fate, concentratevi su quale
sarà lo scopo del vostro strumento.
Una volta terminato il lavoro, eventualmente attendete
che le setole si asciughino bene, poi procedete alla
117
consacrazione.
*Purificazione e Consacrazione
Sempre da "Wicca" di Scott Cunningham:
[/quote]Spazzolate la scopa con rametti o steli di
camomilla, salice, melissa, sambuco, malva, quindi
seppelliteli con la dovuta solennità. Potreste anche
incidere sul suo manico una Luna crescente.[/quote]
*Biblio/sitografia di riferimento:
Cunningham S., Wicca
www.wikipedia.org
http://paganwiccan.about.com/od/shoppingan...es/ss/Bes
om.htm
118
Lezione #7- Il Calderone
Questa settimana (con un po' di ritardo ) parliamo del
Calderone. Molte cose riguardo il suo simbolismo sono
già state dette nella lezione a proposito della Coppa,
perciò se credete di non aver capito qualcosa - oltre a
fare domande - provate a dare un'occhiata anche a
quella.
* Com'è fatto
Idealmente dovrebbe essere fatto di ferro, ma anche
peltro, rame o ottone vanno benissimo. Ovviamente vale
lo stesso discorso della Coppa: se dovete versarci dentro
delle bevande che poi intendete consumare, state attenti
al tipo di metallo con cui vengono a contatto. E' piuttosto
difficile al giorno d'oggi riuscire a procurarselo a prezzi
abbordabili, in più - per quanto non ci siano precise
disposizioni riguardo alla grandezza - generalmente è un
oggetto piuttosto ingombrante e sugli altari se ne vedono
ben pochi. Sarebbe meglio che avesse dei piedini per
sorreggerlo, soprattutto perché se ci bruciate qualcosa
dentro dovete avere qualcosa sotto (magari un
sottopentola) che lo isoli dalla superficie su cui è
appoggiato, perché non bruci.
*A cosa serve
Nella Wicca il Calderone è, come la Coppa, un simbolo
della Dea e una manifestazione di femminilità e potere
creatore, pensate al grande Calderone dell'Abbondanza
del Dagda o quello della Saggezza di Cerridwen, e a
quando tradizionalmente a Yule viene acceso un fuoco al
suo interno per rappresentare il Dio rinato nel grembo
della Madre. Simboleggia anche l'elemento Acqua, la
119
reincarnazione e l'ispirazione.
Durante i rituali primaverili spesso si riempie appunto con
acqua e vi si mettono a galleggiare dei fiori.
E' anche uno strumento molto usato nelle pratiche di
scrying, un tipo di divinazione in cui scruta nell'acqua, o
negli specchi neri, o nelle sfere di cristallo. Funziona
bene per lo più con i calderoni grandi, sempre pieni
d'acqua, se hanno l'interno scuro.
Oggigiorno non c'è quasi più nessuno che lo adopera
ancora per cucinare intrugli e pozioni... è molto più
semplice usare delle normali pentole .
*Breve Storia
Il Calderone associato alla strega è molto popolare
all'interno della cultura occidentale, anche grazie alla
massiccia pubblicità che gli viene fatta, a partire dal
Macbeth di Shakespeare alla fattucchiera Amelia della
Disney. Ma non dimentichiamo che nel folklore irlandese
c'è sempre la mitica pentolona d'oro custodita dai
Leprecauni, presumibilmente alla fine dell'arcobaleno La
mitologia celtica abbonda di calderoni: in Irlanda, uno dei
quattro tesori dei Tuatha de Danaan era il Calderone del
Dagda, che non si svuotava mai e poteva saziare
chiunque, e veniva anche usato -- riempito di sangue -per contenere la Lancia di Lugh. In Galles, la Dea
Cerridwen custodiva nell'oltretomba un calderone della
conoscenza e dell'ispirazione; Gwion Bach, un ragazzino
che ella aveva incaricato per rimestare la pozione che vi
stava cucinando dentro, fu colpito su un dito da tre gocce
della magica mistura e divenne Taliesin, il più grande fra
i poeti gallesi. Sul calderone di Gundestrup (un oggetto
ritrovato in Danimarca, risalente al I o II secolo a.C.) pare
sia raffigurata una scena in cui i corpi dei guerrieri morti
in battaglia vengono depositati in un pentolone da cui
120
riemergono vivi ma incapaci di parlare.
A ben vedere, anche la fiamma olimpica durante i giochi
arde in un calderone
*Come procurarselo
Purtroppo qui il Fai-da-Te non può venirci in aiuto... per
quanto ci siano dei validissimi artigiani che sanno battere
a mano le pentole in rame, non saprei proprio cosa
consigliare a chi volesse cimentarsi. Il ripiego sul
calderone acquistato è quasi d'obbligo, anche se, come
già detto, la reperibilità non è facilissima. Spulciate i
mercatini e i negozi di antiquariato, e fate caso anche
nelle fiorerie: molto spesso alcune piantine vengono
vendute all'interno di vasettini di rame che sono perfetti
come piccoli calderoni!
*Purificazione e Consacrazione
Sempre tratto da Wicca di Scott Cunningham:
CITAZIONE
Portate il calderone nelle vicinanze di un ruscello, un
fiume, un lago o il mare. Raccogliete le foglie delle piante
che crescono nei paraggi (se siete al mare potreste
utilizzare delle alghe), immergete il calderone nell'acqua
per riempirlo, mettete le foglie nel calderone e
posizionatelo quindi sulla riva, in modo che si venga a
trovare immerso nell'acqua ma appoggiato sul fondale.
Stendete le mani sul calderone e dedicatelo alla Dea,
con le parole che preferite.
Svuotate ed asciugate il calderone e tornate a casa. La
consacrazione è stata così compiuta.
Se volete praticarla in casa, immergete il calderone in un
largo recipiente pieno d'acqua o nella vasca da bagno, in
121
una stanza illuminata dalla luce delle candele.
Aggiungete un po' di sale all'acqua , che dovrebbe
essere fredda. Procedete come sopra.
L'acqua salata corrode il metallo. Sciacquate
accuratamente il calderone, dopo averlo immerso nel
mare o nell'acqua salata
*Biblio/sitografia di riferimento:
Cunningham S., Wicca
www.wikipedia.org
http://en.wikipedia.org/wiki/The_Dagda%27s_Cauldron
http://paganwiccan.about.com/od/godsandgod...p/Cerrid
wen.htm
122
Lezione #8 - il Libro delle Ombre
Parliamo finalmente anche del Libro delle Ombre, più
spesso abbreviato in LdO o BoS (dall'inglese Book of
Shadows, che è la traduzione letterale).
* Com'è fatto
Il Libro delle Ombre è pensato per essere una raccolta di
tutto il materiale che può servire alla Strega nella pratica
della sua Arte, e per questo viene aggiornato, arricchito o
sfoltito in continuazione. La soluzione più pratica
oggigiorno è senza dubbio quella di confezionarlo
partendo da un quadernone ad anelli, o comunque con
un sistema simile che permetta di aggiungere, togliere o
spostare i fogli. Senza contare che questo vi permette di
inserire le pagine nelle buste plastificate, proteggendole
dalla caduta accidentale di qualche goccia di cera.
Molte streghe moderne si sono affidate alla tecnologia ed
ora tengono tutto il loro materiale debitamente ordinato
sotto forma di files e cartelle nei loro computer, pronti da
stampare all'occasione, anche se per alcuni la cosa
perde gran parte dell'antico fascino che possiede.
Tradizionalmente nel BoS si scriveva e si scrive a mano
soprattutto per infondere energia in ogni brano ed essere
sicuri di aver letto e compreso ogni parola del vostro
lavoro, adesso in realtà molto spesso le pagine sono
fotocopiate o stampate per ragioni di comodità. La cosa
importante che dovete tenere a mente è che molto
probabilmente vi capiterà di doverlo sfogliare durante un
rito alla luce delle candele, perciò prima di ogni vezzo o
estro artistico assicuratevi che il materiale sia scritto in
maniera comodamente leggibile
Naturalmente con l'andar del tempo e della pratica può
123
darsi che il vostro BoS raggiunga dimensioni
considerevoli. C'è chi ne ha addirittura più di uno, oppure
tiene un raccoglitore a parte per ogni categoria: uno per
gli incantesimi, uno per le ricette, uno per i rituali e via
dicendo.
*A cosa serve
E' un manuale, esso contiene solitamente invocazioni,
rituali, incantesimi, poesie, regole e dettami che
governano teoria e pratica del credo della strega, sta al
gusto e alla necessità personale stabilire che genere di
materiale debba contenere.
Alcuni BoS vengono tramandati da persona a persona al
momento dell'iniziazione, moltissimi altri compilati dai
singoli individui nel momento in cui cominciano a
percorrere questo cammino spirituale. Alcuni sono
rimasti invariati nel tempo, altri invece vengono rivisti ed
ampliati da ogni nuovo proprietario, ci sono Libri delle
Ombre di esclusiva proprietà di una Strega e altri ancora
che vengono condivisi e sfruttati dall'intera congrega.
Non ne esiste uno "originale" o in qualche modo
"migliore" degli altri, sono tutti più o meno differenti gli uni
dagli altri a seconda di chi li ha redatti, e tutti ugualmente
validi. In alcune tradizioni in cui predomina la pratica di
gruppo, ogni membro crea il suo BoS copiandolo da
quello del proprio Sommo Sacerdote (o Somma
Sacerdotessa), il quale a sua volta lo ha copiato dal
proprio iniziatore e così via. In altre vige la pratica
di due Libri, uno che contiene il nucleo originale dei rituali
e che viene ricopiato da ogni iniziato, e un altro ad uso
rituale che differisce da gruppo a gruppo e che può
contenere anche molto materiale aggiuntivo.
Nelle forme più attuali di stregoneria eclettica il Libro
124
delle Ombre si è trasformato quasi in una sorta di diario
magico in cui il praticante annota anche le sue
impressioni e i suoi progressi, ricoprendo così anche il
ruolo del "Libro Specchio" (Book of Mirrors o BoM, dove
annotare le esperienze personali). In effetti lo stesso
Gardner considerava il proprio BoS come un diario,
piuttosto che come un testo sacro - come viene spesso
considerato al giorno d'oggi.
*Breve Storia
Il primo Book of Shadows conosciuto è appartenuto a
Gerald Gardner, il cosiddetto "padre della Wicca
moderna" e originariamente il suo nome era Ye Bok of
Ye Art Magickal. Gardner insegnò ai suoi primi discepoli,
la Bricket Wood Coven, che il Libro delle Ombre doveva
essere una specie di ricettario in cui il proprietario
avrebbe dovuto annotare gli incantesimi che avevano
avuto successo, e che loro avrebbero potuto cominciare
copiando dal suo e successivamente togliendo o
aggiungendo materiale come più ritenevano opportuno.
Dal canto suo, egli compose il proprio con l'aiuto di
Doreen Valiente e avvalendosi di materiale come il
Vangelo delle Streghe di Leland o gli scritti di Aleister
Crowley, aggiungendo in più una sezione redatta in stile
più arcaico (o presunto tale) che conteneva delle
avvertenze per quelle streghe che fossero finite sotto
processo e torturate. Secondo quanto dichiarato da
Gardner stesso (ma smentito poi da studi più recenti) si
trattava di brani originali di derivazione storica e che
prima di allora alle streghe non era permesso di alterare
il proprio libro, per evitare di essere incriminate;
successivamente poi la modifica veniva ammessa ma
doveva essere eseguita in modo che il testo risultasse
comunque incomprensibile ai non-iniziati.
125
In Witchcraft Today, infatti, egli fa risalire la pratica della
redazione del BoS ai periodi della caccia alle streghe,
quando il culto si trasformò praticamente in una società
segreta di famiglia e furono tagliati tutti i ponti fra le varie
coven. Si cominciarono a tenere i rituali al chiuso e molto
andò perduto a causa della scarsità degli individui che
potevano essere coinvolti. Non c'era più un sacerdozio
regolare e riconosciuto, i riti si officiavano sempre più
raramente e quindi le streghe cominciarono ad annotarli
affinché non venissero completamente dimenticati.
Le avvertenze a cui abbiamo accennato prima, di solito
vergate bene in vista sulle prime pagine,
raccomandavano ad esempio di redigere il proprio Libro
sempre con la propria scrittura di modo che, qualora
fosse stato disgraziatamente rinvenuto dagli ispettori dei
tribunali, non fosse possibile risalire ad altre persone
dalle loro calligrafie. Ognuno doveva custodire i propri
scritti e distruggerli se il pericolo fosse stato incombente per questo motivo si incoraggiavano tutti gli iniziati ad
imparare a memoria quanto più possibile, perché il Libro
potesse essere riscritto in seguito. Ancora, si
raccomandava di sbarazzarsi anche dei BoS di coloro
che morivano senza aver tempo di disfarsene, poiché "la
strega non è mai sola" ed il ritrovamento poteva
incriminare anche tutte le persone che avevano contatti
con il defunto. Se il Libro veniva scoperto e portato in
tribunale, bisognava asserire di aver avuto brutti sogni e
di averlo scritto sotto costrizione del demonio.
In seguito, Gerald Gardner istruì i suoi tre lignaggi
iniziatori affinché copiassero i loro Libri delle Ombre
parola per parola, ed è per questo motivo che i wiccan il
cui lignaggio discende da Eleanor Bone, Patricia
126
Crowther e Monique Wilson sono stati a lungo convinti
che il testo di loro proprietà avesse radici antichissime.
*Come procurarselo
Se vogliamo guardare, nello specifico, la pura e semplice
realizzazione pratica, ci sono un'infinità di maniere in cui
potete costruire pezzo per pezzo il vostro BoS; tuttavia
trattare passo per passo la creazione della copertina, la
rilegatura manuale dei fogli e la rifinitura richiederebbe
praticamente una lezione a sé - quindi magari
approfondiremo quando ci dedicheremo al Fai-da-Te
vero e proprio (che per ora sto lasciando da parte per
trattare meglio gli argomenti di base).
Dal momento che la stragrande maggioranza delle
streghe parte con un quaderno o un raccoglitore limitandosi poi tutt'al più a personalizzarlo decorando la
copertina - in questa sezione tratteremo piuttosto i
contenuti, ovvero cosa non dovrebbe mancare nel vostro
Libro delle Ombre. Vi aiuterà anche a stabilire un punto
di partenza da dove cominciare a raccogliere il materiale.
1 - Il titolo. Normalmente sulla prima pagina campeggia il
titolo che reca il vostro nome, o quello della vostra
Congrega; di solito si tratta di una formula semplice
come "Libro delle Ombre di [nome]".
Piccola nota sui contenuti: potrebbe sembrarvi molto
furbo nonché sicuramente pittoresco trascrivere tutto il
vostro materiale in qualche alfabeto particolare, magari
con le rune o i caratteri tebani. Ma tenete conto che, a
meno che non abbiate sviluppato una dimestichezza con
questa scrittura pari a quella della vostra lingua madre,
uno stratagemma simile alla fine vi risulterà davvero
poco pratico. Se avete paura che qualcuno sbirci i vostri
segreti, meglio spendere cinque minuti in più pensando
127
ad un buon nascondiglio per il Libro piuttosto che
perderne dieci cercando di decifrare quello che avete
scritto.
2 - Le regole della vostra Congrega o tradizione. Che ci
crediate o meno, la magia HA delle regole. Possono
variare da gruppo a gruppo e da tradizione a tradizione,
ma è bene trascriverle nelle prime pagine del vostro BoS
come promemoria di cosa che viene considerato
accettabile e che cosa no. Se siete streghe solitarie o
eclettiche e non avete un corpus di regole ufficiali,
stabilite quali sono le vostre norme di comportamento
personali. Se siete wiccan, questa sezione potrebbe
includere anche una versione della Rede.
3 - Una dedica. Se siete stati iniziati all'interno di una
congrega, potreste aver voglia di includere a questo
punto una copia della vostra cerimonia di iniziazione.
Tuttavia molti pagani si votano ad un Dio o una Dea
particolare anche molto prima di entrare a far parte di un
gruppo, e questa può essere un'occasione per mettere
nero su bianco a chi vi siete dedicati e perché; potrebbe
risultare sottoforma di un lungo saggio, oppure
semplicemente di una frase come "Io, [nome], voto me
stessa alla Dea oggi, 1 maggio 2001".
4 - Divinità. A seconda del pantheon o della tradizione
che seguite, potreste avere un solo Dio ed una sola Dea,
o diversi. Il vostro Libro delle Ombre è un buon posto
dove raccogliere miti, leggende e rappresentazioni delle
vostre divinità. Se siete eclettici e la vostra pratica
consiste in un miscuglio
128
di sentieri spirituali diversi, può essere una buona idea
riportarlo.
5 - Tabelle delle Corrispondenze. Quando create i vostri
incantesimi, le tabelle delle corrispondenze diventano il
vostro strumento più importante. Le fasi della luna, le
erbe, le pietre/cristalli e i colori - ogni cosa ha un suo
significato e uno scopo. Assicuratevi di avere delle liste
di questo tipo nel vostro BoS in modo da tenerle a
portata di mano quando ne avete bisogno.
6 - Rituali per i Sabbat. La Ruota dell'Anno comprende
otto festività per quasi tutti i pagani anche se alcune
tradizioni scelgono di non celebrarle tutte. Il vostro BoS
può comprendere dei rituali per ogni Sabbat.
7 - Rituali per altre Occasioni. Se di solito festeggiate ad
ogni plenilunio, includete i riti per gli Esbat, sia che usiate
lo stesso ogni mese sia che ne creiate di differenti per
ogni periodo dell'anno. Potete anche includere delle
sezioni riguardo alla tracciatura del Cerchio, al Far
Scendere la Luna o all'invocare la Dea in occasione della
luna piena. Mettete anche qualsiasi incantesimo o rito
abbiate creato per la guarigione, la prosperità, la
protezione o altri scopi.
8 - Erbe. L'erboristeria è considerata il cuore della pratica
magica perché le piante sono un ingrediente che la
gente ha usato per letteralmente migliaia di anni.
Preparate quindi una sezione per le erbe e i loro usi.
9 - Divinazione. Se vi state impratichendo con i tarocchi,
lo scrying, l'astrologia o altre forme di divinazione,
riportate qui le informazioni che reperite. Quando
129
sperimentate qualcosa di nuovo, registrate quello che
fate e i risultati che ottenete.
10 - Testi sacri. E' sicuramente divertente collezionare un
sacco di libri di Wicca e Paganesimo nuovi fiammanti,
ma spesso è bello anche avere delle informazioni che
siano un tantino più sedimentate. Se c'è qualche brano
che vi affascina, come la Chiamata della Dea, o qualche
vecchia preghiera in qualche lingua arcaica o qualche
altro canto che vi ispira, includetelo qui.
11 - Ricette. C'è sempre un sacco da scrivere per la
"stregoneria da cucina" perché per molte persone la
cucina è il centro della casa. Trascrivete nel vostro BoS
le ricette per gli oli, gli incensi e le misture delle erbe.
Potete anche preparare una sezione di ricette per piatti
veri e propri da consumare durante le celebrazioni per i
Sabbat.
12 - Incantesimi. Qualcuno preferisce tenere i propri
incantesimi in un libro a parte chiamato Grimorio, ma
potete includerli anche nel vostro Libro delle Ombre. E'
più facile organizzarli dividendoli per scopo: prosperità,
protezione, guarigione ecc. Per ogni incantesimo magari
lasciate anche spazio dove aggiungere ulteriori
informazioni su come l'operazione è stata compiuta e
qual è stato il risultato.
*Purificazione e Consacrazione
Da "Wicca", di S. Cunningham:
CITAZIONE
Cucite all'interno della copertina del Libro foglie di erbe
sacre, quali verbena, ruta, alloro, salice o altre se lo
130
desiderate. Dovranno essere essiccate bene ed esposte
segretamente alla luce della Luna. La copertina del Libro
delle Ombre, a questo scopo, dovrebbe essere ricoperta
da un panno.
*Biblio/sitografia di riferimento:
Gardner, G., Stregoneria Oggi
Cunningham S., Wicca
www.wikipedia.org
http://paganwiccan.about.com/od/wiccaandpa...sics/ht/B
OS.htm
131
Lezione #9 - la Corda
Dopo aver affrontato gli strumenti principali e più
conosciuti, passiamo ad esaminarne altri, forse un po'
meno comuni, e questa settimana parliamo della Corda.
* Com'è fatta
Si tratta di un cordone lungo, per tradizione, 9 piedi -nove perché è "tre volte tre" -- che convertiti in metri
sono qualcosa come 2.74, per cui potete capire che chi
ha più familiarità con il sistema decimale si serve
direttamente di una corda di 3 metri. Il colore di solito è il
rosso, ma in alcune tradizioni (in cui il colore della corda
indica i gradi di iniziazione) può essere anche nera (o
blu) e bianca.
*A cosa serve
Il suo scopo principale è quello di misurare il raggio o il
diametro del vostro cerchio magico, quando lo tracciate,
usandola come un compasso. Altri usi frequenti
comprendono:
* la magia della corda (incantesimi in cui si fanno e si
disfano dei nodi in un cordone per focalizzare l'energia
sullo scopo desiderato)
* i legamenti (incantesimi, spesso di magia "rossa" e
"nera", in cui l'obiettivo o la vittima, rappresentata da un
oggetto-testimone, viene ad esempio fasciata con la
corda per impedirle di fare qualcosa o legata per
vincolarla ad un'altra persona)
* i rituali di iniziazione (in cui l'iniziando viene legato e poi
liberato a rappresentare la sua condizione di libertà e
rinascita)
132
Nelle tradizioni accennate prima, dove il colore della
corda è associato al grado iniziatico, la Strega la indossa
assieme alla veste rituale come una cintura. Alcuni
portano solo quella del colore del proprio grado, altri
invece le intrecciano assieme.
Se non la indossate, ricordate comunque di riporla con
cura - come fareste con qualsiasi altro strumento magico
- magari in un panno bianco.
La Corda viene usata anche durante la danza per
innalzare il potere: ogni membro del Cerchio intreccia la
propria corda a quella della persona che ha di fronte,
così invece di danzare tenendosi per mano, i componenti
della congrega sono uniti mediante le cordicelle come i
raggi di una ruota.
*Breve Storia
Come scrive Buckland nel suo Libro delle Streghe, la
tradizione di vincolare le energie degli incantesimi ai nodi
è molto antica. Sono state rinvenute incisioni medievali
che raffigurano streghe nell'atto di vendere delle corde
intrecciate ai marinai in procinto di salpare, poiché la
credenza era che nei nodi fossero legati i venti, e che
sciogliendoli uno dopo l'altro si sarebbe potuta ottenere
la spinta necessaria alla navigazione.
*Come procurarselo
Anche qui vale il vecchio adagio chi fa da sé fa per tre,
perciò la cosa migliore sarebbe creare da voi la vostra
Corda intrecciando assieme tre cordoni rossi (che,
presumibilmente, sarete comunque costretti a comprare),
scegliendo del materiale naturale come la seta o la lana.
Naturalmente tenete a mente che se tagliate i cordoni a
133
3 metri di lunghezza, il risultato finale della treccia sarà
un po' più corto, per cui meglio abbondare e poi
aggiustare la lunghezza della corda una volta finita.
Intrecciarla vi permetterà di infondere in essa le vostre
energie, facendone uno Strumento dell'Arte a tutti gli
effetti; e, di conseguenza, come per tutti gli strumenti non
dovrete permettere a nessuno di maneggiarla.
*Purificazione e Consacrazione
Non disponendo di precise indicazioni su come
consacrare la Corda con le erbe (come era successo per
gli strumenti precedenti), vi rimando ai rituali più generici
per la consacrazione degli strumenti. Se non sapete
proprio che pesci prendere, scrivetemi nella sezione
domande e vedrò di darvi qualche indicazione generale,
ricordate comunque che purificare e consacrare uno
strumento vuol dire esporlo alle energie dei quattro
elementi e del Divino, e dichiarare il nostro intento di
voler adoperare quell'oggetto nella pratica magica. Nel
caso della Corda, potreste recitare il seguente ritornello
(tratto da Il Dominio della Magia Nera di Paul Huson)
mentre la intrecciate:
Corda intrecciata
per misurare nata
per legare stretta
tu sia benedetta
Quando avrete finito, chiudete la treccia con un nodo e
annunciate "Così sia".
*Biblio/sitografia di riferimento:
Buckland, R. Il Libro delle Streghe
Huson, P. Il Dominio della Magia Nera
http://www.crookedpath.org
http://www.geocities.com/shattered_cross/Definitions.htm
l
134
Lezione #14 - la Triquetra
Buon lunedì a tutti Dopo aver "divagato" un pochino con
il fai-da-te di Imbolc, ritorniamo a trattare qualche
argomento di carattere un po' più generale e
addentriamoci nella categoria Simboli: la lezione di oggi
è sulla triquetra.
image courtesy of wikipedia.org
Sicuramente uno dei simboli più conosciuti in ambito
wiccan, portato alle luci della ribalta dal telefilm "Streghe"
con il nome, non proprio preciso, di triscele. In realtà,
triquetra è una parola latina composta da tri (tre)
e quetrus (con angoli), che originariamente indicava
semplicemente una forma triangolare e si adoperava in
riferimento a svariati simboli che comprendevano tre
angoli. Oggi giorno invece chiamiamo così questa figura
135
particolare, composta da tre vesicae piscis (la forma a
mandorla) intrecciate fra loro, che abbiano o meno il
cerchio attorno.
Storia e Significati
Rune con la triquetra sono state rinvenute nel nord
Europa, incise sulle prime monete germaniche. In
Svezia, a Funbo, è stato rinvenuto un masso inciso
risalente all'XI secolo che ne ha una incisa sopra, in
rosso; sebbene sia stato scoperto nel 1875 nel muro di
un monastero francescano, comunque, è improbabile
che fosse stata associata al cristianesimo, in quel
contesto, dal momento che all'epoca suddetta religione
in quella parte di Svezia non si era ancora diffusa. Si
presume comunque che già allora questo simbolo
avesse un significato religioso (pagano, di conseguenza)
ed è stato associato al Valknut, un altro simbolo, legato
al Dio Odino.
Senz'altro però l'impiego più largo è stato fatto dai Celti:
compare specialmente nell'arte delle tribù delle isole,
soprattutto nelle opere in metallo e come decoro in libri
manoscritti - come il famoso Book of Kells. Il fatto che
molto raramente la triquetra compaia da sola nell'arte
medievale celtica, ha sollevato dei dubbi a proposito del
suo uso come simbolo di potere; in quasi tutti i contesti in
cui si trova, infatti, è usata principalmente come
riempimento o ornamento, inclusa in una serie di
composizioni ben più complesse. Sappiamo però che
l'arte celtica rivive tutt'oggi all'interno di una tradizione dal
folklore ricchissimo, e questo tipo di nodo è largamente
conosciuto anche ai giorni nostri; rappresenta molte cose
e persone che hanno triplice aspetto - Anziana, Madre e
Figlia, o Passato, Presente e Futuro, il Sè, il Fratello e la
Sorella - in special modo la Santissima Trinità, Padre,
136
Figlio e Spirito Santo.
Parlando della Croce di Brighid abbiamo già visto come
la Chiesa cristiana sia riuscita ad incorporare i propri
significati nei vecchi simboli della religione che l'ha
preceduta.
Il cerchio - che non in tutte le versioni è presente enfatizza l'unità che si viene a creare dalla combinazione
delle tre singole parti.
Nel neopaganesimo moderno la triquetra è comune a
molte tradizioni diverse. I gruppi che si rifanno alle
tradizioni germaniche e nordiche ne fanno uso in virtù dei
ritrovamenti che abbiamo accennato prima. Per i
ricostruzionisti celtici invece rappresenta alcune delle
molteplici triadi della loro cosmologia e mitologia (la
tripartizione del mondo nei regni di Terra, Mare e Cielo,
le tre caratteristiche fondamentali Conoscenza, Forza,
Creatività, le triplici Dee come Brighid e la Morrigan,
ecc.). Nella Wicca e nella New Age rappresenta sia i tre
aspetti della Dea, sia le tre parti interconnesse della
nostra esistenza (Mente, Corpo e Anima), sia tutta
un'altra - lunga! - serie di cose che possono adattarsi a
questa visione dei tre elementi che si fondono in uno.
Uso Magico
Come abbiamo visto, la triquetra è principalmente una
"rappresentazione" di qualcosa; vale un po' lo stesso
discorso fatto per la stella a cinque punte, che moltissimi
di noi portano al collo come segno di appartenenza alla
religione pagana/wicca. Ciononostante, in magia è anche
questo un simbolo di protezione: chi di voi ha letto Vita
da Strega di Scott Cunningham ne avrà notata una
nell'elenco delle rune protettive. E chi ha visto il
film Constantine probabilmente avrà fatto caso che
137
anche in quelle circostanze un ciondolo con una triquetra
è impiegato come amuleto proprio per questo scopo.
Biblio/Sitografia di riferimento
Cunningham, S. Vita da Strega
http://en.wikipedia.org/wiki/Triquetra
http://www.tattoosymbol.com/celtic/triquetra.html
http://www.museumoftalkingboards.com/tri.html
http://www.bottegadeimonili.com/celtico/testi_celtici5.htm
http://www.symbols.com/encyclopedia/32/3218.html
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Lezione #15 - Triskell
Dopo aver parlato di Pentacolo e Triquetra, affrontiamo
oggi un altro fra i simboli più famosi in ambito
neopagano: il Triskell... altresì detto triskel, triskèle,
trisquelle, triscèle o triskellion. E' sempre lui; l'origine del
nome deriva infatti dalla parola greca "τρισκελης",
"triskélès", che significa "con tre gambe". Si tratta di un
simbolo antichissimo che nell'immaginario collettivo
oggigiorno è comunemente associato alla cultura celtica,
ma in realtà è presente in moltissime società diverse in
tutta Europa - continente di cui molto probabilmente è
originario.
Questa è la sua raffigurazione più comune:
Vengono comunque classificati come "triskell" tutti i
simboli composti da tre segmenti uguali, arcuati o a
spirale, con un'estremità in comune, che suggeriscono
un movimento rotatorio su un asse centrale - sia che sia
diretto verso destra, sia verso sinistra. Anche il simbolo
sulla bandiera della regione Sicilia, ad esempio, è un
triskell.
Si tratta probabilmente di una rielaborazione della figura
della spirale, simbolo diffusissimo sul nostro continente
139
sin dall'epoca neolitica. Quale sia il suo significato
principale è tutt'ora oggetto di studio, sappiamo in ogni
modo che - soprattutto presso le popolazioni celtiche compare, orientato in modo da girare verso destra, come
rappresentazione stilizzata del movimento del sole, ed
associato al Dio Dagda. Non troppo differente, quindi,
dalla svastica indoeuropea.
E' la sua natura "triplice" che lo ha reso il simbolo
principale della cultura dei Celti, che, come abbiamo già
visto nella lezione sulla triquetra, è abbondantemente
costruita sul numero 3.
Se lo orientiamo verso sinistra il suo significato si
capovolge, un po' come accade in generale quando
consideriamo il movimento orario (deosil) e antiorario
(widdershins) nella pratica della stregoneria wiccan;
diventa a quel punto un potente talismano
per allontanare fatture e malocchio.
Tuttavia la questione delle direzioni è perlopiù
considerata di scarsa importanza, poiché il triskell è,
prima di tutto, un indicatore di equilibrio - nelle triadi tutti
gli elementi che le compongono hanno uguale
importanza.
Questo simbolo comunica forza. Prendiamo ad esempio
la trinacria la rappresentazione che abbiamo già
menzionato prima, che si trova sulla bandiera siciliana: si
vedono gambe piegate al ginocchio, come erano
raffigurate anche sugli scudi dei guerrieri spartani; e
consideriamo il dinamismo del disegno... dopotutto è una
ruota in movimento, è - in poche parole - Energia.
Ragionamento curioso: il simbolo cosiddetto del
"Biohazard", il rischio da radiazioni... è un triskell.
140
Nessuna pretesa di rappresentare qualche cosa di
triplice, stavolta, bensì una Forza invisibile in grado di
agire tramite organismi e parti di organismi: batteri, virus,
cose che si rigenerano, agiscono, a volte contaminano.
Ci sono addirittura delle molecole proteiniche, nel nostro
corpo - le clatrine - che hanno la forma di un triskell.
Si tratta, anche sotto un punto di vista puramente
estetico, di un simbolo molto bello; non a caso se ne fa
larghissimo uso come decorazione in gioielli, incisioni,
iscrizioni, persino in architettura.
Fermiamoci un attimo ancora, prima di concludere, per
spendere due parole su quella che potrebbe essere
definita la "versione orientale" del triskell. Eccola qui:
E' il simbolo di una casta di Samurai di Okinawa, ripreso
e riproposto poi da circoli di arti marziali, da gruppi
dell'area buddista, persino impresso al centro di alcune
monete nepalesi fino al diciassettesimo secolo. I tre punti
all'interno delle aree si ispirano allo Yin e Yang, e
rappresentano l'unità del vortice energetico, il continuo
fluire e ricollocarsi degli impulsi.
141
Questo stesso disegno è divenuto, molto più di recente,
anche il simbolo delle pratiche sessuali sadomasochiste
(BDSM). Dopotutto ricordiamoci che il sesso è
l'aspetto creatore per eccellenza.
Sitografia di riferimento
http://www.bibrax.org/celti_arte/triskel.htm
http://rici86.altervista.org/simboli_triskell.html
http://www.fuocosacro.com/pagine/1/Triskell.htm
142
Ideato e creato da:
www.ilpentacolo.net
Responsabile:
Wiccan Matrix