Dufour 350 GL - Felci Yacht Design

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Dufour 350 GL - Felci Yacht Design
Dufour 350
grand large
Un dieci metri innovativo che propone una barca molto
duttile e facile da gestire. Un modello che ha molte cose
da dire soprattutto a chi ama veleggiare
di Maurizio Anzillotti
L’analisi - articolo pubblicato il 8 - 4 -2015
© riproduzione riservata
SVN
lavelanelweb
l’analisi
In alto, il Dufour 350 GL di bolina. Di lato, stessa
andatura vista di poppa e sotto vista di lato
I
l Dufour 350 GL è la barca che completa la generazione dei modelli Dufour del secondo decennio
del secondo millennio.
Il Dufour 350 GL, come tutti i Dufour della serie
Grand Large, è una barca tipicamente da crociera
che va particolarmente bene a vela. Disegnata come
tutti i modelli del cantiere dalla Felci Yachts, uno dei
più noti studi di progettazione europea, il 350, come
spesso accade con le barche di questo progettista, ha un carattere molto deciso che lo distingue in
modo netto dai modelli che occupano la sua stessa
fascia di mercato, quella molto delicata dei natanti
al limite dei dieci metri. Fascia particolarmente ricca
di alternative e che per questo motivo richiede sforzi
particolari da parte dei cantieri per creare qualcosa di
veramente innovativo. In concorrenza con il Dufour
350 GL sul mercato si trova il Bavaria 33, l’Oceanis
35, il Sun Odyssey 349 e il nuovo Azuree 33.
Il Bavaria 33 è molto distante dalle altre barche sia
per dimensioni sia per elementi innovativi per poter
essere considerata una vera alternativa. L’Hanse
415 è una barca molto bella e intelligente ma di una
qualità inferiore al Dufour, cosa che però è compensata da un prezzo più contenuto.
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l’analisi
Il cantiere
L’Oceanis 35 regge bene il confronto per quello
che riguarda la comodità degli interni; il Beneteau
è volumetricamente più grande del Dufour essendo
circa 18 centimetri più larga, ma è una barca meno
performante. Quest’ultimo si rivolge a un pubblico che cerca la barca a ‘Vela’ con la V maiuscola,
quel tipo di velista che ha piacere nel vedere la sua
barca camminare a vela e rispondere alle regolazioni. L’Azuree 33 ha forse il problema opposto
del Beneteau, è una barca molto performante non
sempre facilissima da portare per una persona che
vuole fare una crociera rilassata. La barca che per
caratteristiche più si avvicina al Dufour 350 è il Sun
Odyssey 349 della Jeanneau che però, a causa dei
paramare molto larghi, ha un pozzetto più piccolo di
quello del Dufour.
Q
uella del cantiere Dufour è una grande storia fatta di persone che hanno saputo guardare avanti dove gli altri non
riuscivano a vedere. Pioniere Michel Dufour, l’ingegnere
che inventò la barca da crociera come la intendiamo
oggi, con ampi volumi interni, altezza accettabile e
semplicità di manovra. Con i suoi Arpege Dufour ha invaso l’Europa, per anni, quando si diceva vela si diceva
Dufour. Oggi, dopo molte traversie e avventure, Dufour
è tornato a essere il grande cantiere che era e difficilmente chi vuole acquistare una barca a vela nuova non
prende in considerazione un Dufour.
Dufour è anche simbolo d’innovazione, suo lo specchio di
poppa apribile che si trasforma in piattaforma di poppa,
suo il merito di avere iniziato a utilizzare la tecnica dell’iniezione nelle barche di grande serie. Dufour si è contraddistinto in questi anni per una ricerca continua tesa al
miglioramento dei propri prodotti sia da un punto di vista
strutturale, sia da quello estetico.
SolovelaNet ha dedicato al cinquantennale di Dufour Yacht
un lungo speciale che vale la pena di leggere perché attraverso la storia del cantiere, si può conoscere la storia della
vela europea.
Dufour Yachts, 50 anni di
storia. Nel 2014 il cantiere ha
compiuto 50 anni dalla sua fondazione e SolovelaNet gli ha dedicato un ampio speciale redatto
dal nostro direttore Maurizio
Anzillotti a quattro mani con il
nostro caporedattore Gianfranco
Malfatti. Lo speciale ripercorre la
storia del cantiere che riflette, in
buona parte, la storia della vela
moderna. Ne traccia il profilo
tecnico e presenta i modelli in
produzione
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La barca
Le caratteristiche del modello sono una carena molto
filante con una prua sottile che aiuta a passare l’onda
senza scontrarvisi; una zona di carena a poppa
molto potente con ampie superfici che favoriscono
la planata e uno spigolo alto che stabilizza lo sbandamento in bolina e che crea più volume interno.
Pensato per essere condotto da una sola persona
il Dufour 350 è il modello ideale per chi cerca una
barca semplice da gestire, ma molto divertente. La
barca è offerta in due versioni a tre o a due cabine:
entrambe le versioni hanno un solo bagno.
La costruzione
La barca ha uno scafo stratificato con materiali che
rientrano nella media di quelli usati dai cantieri per
la produzione di serie. Le prime due mani sono di
resina isoftalica seguite da strati impregnati con
resine ortoftaliche. La tecnica di costruzione, invece,
se per lo scafo è quella classica dello stratificato a
mano, per la coperta è un passo avanti alla media
con l’utilizzo del sistema dell’iniezione.
Questa è una tecnica costruttiva che il cantiere
applica su tutti i modelli tranne il Dufour 560, l’ammiraglia del cantiere, perché, per questo modello,
viste le dimensioni e il numero esiguo di esemplari
venduti, è difficile rientrare dell’investimento necessario per la realizzazione degli stampi da iniezione.
L’iniezione si ottiene chiudendo tra due mezzi stampi
lo stratificato a secco e poi iniettando della resina.
E’ una tecnica diversa dall’infusione. Per l’iniezione
gli investimenti necessari sono più elevati, ma è più
veloce e più adatta a realizzare superfici irregolari
come può essere, appunto, una coperta.
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“
... amo questa barca
perchè mi ascolta quando le dico cosa fare a
vela e non mi mette mai
in difficoltà ...
Giorgio Staria, armatore Dufour
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”
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In alto, uno
scafo Dufour,
durante la
verniciazione
all’interno. Di
lato il piazzale
del cantiere
con le barche
pronte alla
consegna.
Sotto, un momento della
costruzione
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Il vantaggio dell’iniezione è il contenimento
del peso e la compattezza dello stratificato. Avere
meno peso in coperta significa avere un baricentro più basso che aiuta la barca ad essere più
stabile, a camminare meglio e a rollare di meno
in rada.
Le strutture sono resinate a terra e quindi incollate
e resinate allo scafo. Il doppio sistema di incollaggio (nella zona centrale del ragno) e resinatura allo scafo, rende le strutture particolarmente
solide.
Le paratie sono resinate allo scafo sul fondo
e sui laterali e sono di compensato di okumè
impellicciate con tranciati del legno prescelto.
Un sistema estremamente classico e utilizzato
dalla quasi totalità dei cantieri che da garanzia
di solidità.
La coperta
Cominciamo a studiare la coperta del Dufour 350
GL partendo da prua. Qui la prima cosa che si nota
è la delfiniera-bompresso, una novità che in casa
Dufour appare per la prima volta su questo modello
e che ora sarà riproposta su tutta la gamma. La
delfiniera è un accessorio di serie molto comodo,
questo permette di avere un’ancora più grande
perché più distanziata dalla prua e offre un valido
punto di appoggio per le grandi vele prodiere come
gennaker o il code 0 rollabile.
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In alto, il 350 GL avanza con venti
leggeri sotto gennaker. Di lato, il Dufour
si prepara a sopportare un groppo di
vento. Sotto, si vede come la barca,
una volta poggiatasi sul suo spigolo, si
stabilizza e cammina con una notevole
stabilità di rotta
Sulla delfiniera si trova il passa catena e il musone
basculante porta ancora. Da qui la catena va al
gavone dell’ancora che, oltre ad essere molto
grande, è ben studiato nell’inclinazione per evitare
che ci sia bisogno di qualcuno che aiuti la catena a
salire o scendere, cosa che permette di dare e levare
ancora da soli.
Il triangolo di prua, come succede su una barca a
vela che voglia divertire con le sue prestazioni, è
molto grande per permettere al prodiere di lavorare in comodità. Questo offre anche un valido spazio
libero per potersi sdraiare e rilassare sotto il sole
quando si è in rada. I passavanti sono mediamente larghi e grazie alle sartie che approdano a bordo
scafo e alla rotaia della scotta del genoa posta molto
vicino alla tuga, sono sgombri da ostacoli e si può
passare da poppa a prua agevolmente.
Sulla tuga quello che si nota subito è la grande
vetrata traversale. Questa è unica, anche se all’interno della barca ha un asse centrale di supporto.
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Il progettista
Lo studio Felci cura, ormai da anni, l’intera gamma di
produzione della Dufour. Sino a un paio di anni fa, allo
studio italiano erano affidate le sole linee d’acqua dello scafo, poi, lentamente, gli
sono state affidate prima le
attrezzature e in ultimo la coperta.
Lo studio del progettista gardesano che lavora insieme a
Lorenzo Giovannozzi, si distingue per la sua capacità di
innovare senza estremizzare.
Le barche di Felci, che siano
di serie o dei custom, sono
barche sempre nuove, che si
distinguono e che durano nel
tempo perché non sono mai
alla ricerca dell’estremo. Insieme alla capacità di creare
carene veloci, Felci ha anche
un senso estetico molto sviluppato che si nota nell’eleganza dei suoi interni. Anche
qui la sobrietà fa da regina e il
tutto si gioca sui particolari e
la scelta dei materiali.
Umberto Felci
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Nelle due foto, lo specchio di poppa con la
maniglia per risalire dall’acqua montata e non
Questa vetrata, che costituisce un elemento distintivo della gamma Dufour, ha il ruolo fondamentale di
garantire una grande quantità di luce naturale all’interno della barca. Quello della luce naturale sulle
barche di questo cantiere è una ricerca costante che
fa in modo che le barche siano sempre molto luminose rendendo così più piacevole vivere gli interni.
Il pozzetto essendo il fulcro della barca, il luogo
dove si spende buona parte della giornata, è stato il
punto che ha ricevuto le maggiori attenzioni da parte
del cantiere.
Il pozzetto è molto grande e molto vivibile. Quando
vi si entra provenendo dal ponte, una delle prime
cose che si notano sono i due grandi oblò fissi che
guardano dentro le cabine. Questi forniscono di
abbondante luce naturale le due cabine di poppa
nella versione a tre cabine, e la cabina di dritta e il
bagno di sinistra nella versione a due cabine.
Al centro delle due panche laterali c’è un grande
tavolo ad ante abbattibili. Il bordo del tavolo ricoperto con una fettuccia nera non ci è sembrato
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In alto
un’immagine
della barca di
bolina. Sopra,
la barca avanza di bolina
sotto gennaker nel freddo
della Francia
atlantica. Di
lato ancora
un’immagine di bolina
stretta
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particolarmente elegante, ma questo piccolo difetto
è compensato dal fatto che il tavolo, al centro, ha
degli scomparti attrezzati molto comodi e l’attacco per una lampada da tavolo da usare la sera per
cenare in pozzetto.
Al termine delle panche ci sono le due colonnine del
timone che sono parti integranti del controstampo
del pozzetto. A nostro parere una barca di questa
fattura avrebbe ben meritato due colonnine vere,
staccate dal controstampo. Tra le due postazioni
del timoniere c’è un grande spazio centrale che
conduce alla piattaforma di poppa. Questa è costituita dallo specchio di poppa che si abbatte. Molto
profondo e con un dislivello contenuto nei confronti del piano di calpestio del pozzetto, la piattaforma di poppa di grandi dimensioni è da sempre
una caratteristica della Dufour che ha inventato
lo specchio di poppa abbattibile, montato per la
prima volta sul Dufour 405.
Per quello che riguarda lo stivaggio, la barca ha un
grande gavone sotto la panca di sinistra.
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Sopra, il tavolo del pozzetto con le ante aperte può
ospitare 6 persone per mangiare. Di lato, un primo
piano della grande vetrata che si trova appena prima
dell’albero. Sotto, una delle sedute del timoniere che si
può alzare per dare maggior spazio al timoniere in piedi
Questo, nella versione a tre cabine avrà il fondo al
livello del piano di calpestio del pozzetto, mentre,
nella versione a due cabine, avrà il fondo molto più
in basso dove nella versione a tre cabine si sarebbe
trovato il piano del letto. Altri due grandi gavoni si
trovano all’estrema poppa sotto il piano di calpestio
del pozzetto. Uno di questi è destinato ad alloggiare l’autogonfiabile. Il gavone si apre in parte anche
sulla piattaforma di poppa, cosa molto utile per
poter gettare in mare, in caso di necessità, l’autogonfiabile spingendo verso l’acqua senza il bisogno
di alzarlo in verticale.
Sempre all’estrema poppa, si trovano due sedute
del timoniere rialzabili. A nostro avviso, non sono
particolarmente utili, al timone solitamente ci si
siede di lato, quando ci si trova davanti al timone
si sta in piedi. Tuttavia non sono d’impiccio perché
si possono alzare e abbassare e, una volta alzate,
lasciano la poppa completamente aperta e libera.
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Attrezzatura di coperta
L’attrezzatura di coperta è della Rutgerson per
quello che riguarda i bozzelli dei rinvii a base d’albero e della Lewmar per quelli dei paranchi di scotta. In
particolare proprio il paranco di scotta della randa ci
è piaciuto molto, questo ha un circuito alla tedesca
con un bozzello in più di quelli che si vedono normalmente. Il bozzello supplementare, che è situato nel
punto di svolta del circuito, demoltiplica ulteriormente gli sforzi e anche se rallenta un po’ la manovra,
la rende molto facile perché non c’è sforzo anche
quando la randa è ben gonfia e il vento sostenuto.
L’albero è un estruso di alluminio sostenuto da tre
ordini di sartie, di queste, essendo interrotte, ne
arrivano sul ponte solo due. La sartia alta e quella
bassa scaricano entrambe sulla stessa landa messa
a bordo scafo. Le crocette sono molto acquartierate, cosa che permette di non avere il paterazzo, il
che lascia la poppa completamente libera da ogni
ostacolo. I winch sono quattro, due per il genoa e la
randa, posti molto vicini alle timonerie, quindi facilmente raggiungibili da questi, garantendo la possibilità di condurre la barca per conto proprio. Altri due
winch sono in tuga per i rinvii.
Sopra, il Dufour 350
GL in navigazione di
bolina, visto dall’alto.
Di lato la stessa barca
vista di lato
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La prova in mare
Usciamo con vento leggero, 6/7 nodi. In queste
condizioni l’autovirante a bassa sovrapposizione è
decisamente troppo piccolo e questo conferma la
nostra ipotesi iniziale, la barca ha bisogno di un’importante vela di prua supplementare. A nostro parere
un code 0, più facile da gestire di uno spi e più duttile
di un gennaker. Un code 0 rollabile, montato su un
avvolgifiocco amovibile, si monta facilmente sulla
delfiniera di prua e permette ottime velocità. Fortunatamente nelle prime ore del pomeriggio il vento
rinforza salendo sino a toccare i 10/11 nodi di reale.
La barca prende vita, queste sono le sue condizioni ideali. Ci mettiamo di bolina, la barca sbanda, si
appoggia sullo spigolo e si stabilizza, lasciamo il
timone, le vele sono ben regolate e la barca va per
conto suo senza bisogno d’interventi del timoniere. Quando siamo a largo, il mare si fa grosso, la
barca prende bene l’onda, mantenendosi composta
e senza scadere di lato. Quando siamo al lasco, ci
concede il piacere di un paio di belle planate che
aumentano notevolmente il nostro entusiasmo per
questo modello, soprattutto perché in ogni condizione la barca rimane controllabile, anche in planata
reagisce immediatamente al timone e si ha sempre
una forte sensazione di sicurezza.
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ne - spazio tra colonnina e panca - pache trasformabili - deriva - oblo a scafo - passauomo - bompresso -
1
paterazzo - piattaforma bagno - gavone autogonfiabile -doppia pala del timo
Piattaforma di poppa
1
La piattaforma di poppa è particolarmente grande e quando è aperta il dislivello tra piano di calpestio del pozzetto e piattaforma è molto basso, cosa che
rende ancora più vivibile la spiaggetta
Pala timone singola
2
Il Dufour 350 GL ha fatto la scelta di avere una pala del timone singola molto
profonda, molti dei modelli concorrenti montano una doppia pala. Entrambe le
soluzioni hanno vantaggi e svantaggi
Oblò
3
La luce naturale nei modelli Grand Large della Dufour è particolarmente curata. I
due oblò fissi che guardano dentro le cabine di poppa aumentano notevolmente
la luce naturale in cabina dando una maggiore sensazione di spazio
Paranco di scotta di randa
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La mancanza del carrello di trasto limita sicuramente la possibilità di regolare
le vele, ma di contro un sistema come quello montato su di questo Dufour che
condivide con la quasi totalità dei modelli da crociera, rende il governo della
randa molto più semplice
Finestratura trasversale
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Tutti i modelli Dufour ora montano una grande finestratura che traversa la
tuga appena prima dell’albero. Questa finestratura permette di avere all’interno una grande quantità di luce naturale
Oblò a scafo
6
Sempre in tema di luce naturale, ai grandi oblò in cabina di poppa, alla finestratura trasversale in tuga si aggiungono anche due oblò fissi sullo scafo, uno
per lato. Questi di dimensioni generose contribuiscono in modo significativo
all’illuminazione con luce naturale degli interni
Oblò a scafo
7
La delfiniera fissa funge da bompresso e rende semplice l’utilizzo del Code
0 e del gennaker. In particolare il primo è una vela molto indicata per questa
barca che cammina molto bene con i venti leggeri
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Qui sopra un’immagine presa dalla seconda
crocetta nella quale si nota come la barca mantiene
una larghezza prossima a quella massima per buona
parte della sua lunghezza
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Confronto con l’Oceanis 35
9,98 mt lunghezza scafo
9,97 mt lunghezza scafo
piano velico
54,10
Oceanis 35
Dufour 350 GL
piano velico
55,00
1
2
1,90 mt
pescaggio
3
5.764 kg 9,00 mt lunghezza galleggiamento
Dufour 350 GL
1,45 mt
pescaggio 6
5
4
1.550 kg
5.533 kg
Oceanis 35
9,70 mt lunghezza galleggiamento
Dufour 350 GL
1.825 kg
Oceanis 35
7
14
8
9
10
13
15
16
17
11
12
3,54 mt baglio max
3,72 mt baglio max
1
Spigolo
Entrambe le barche hanno uno spigolo alto
2
Paranco di scotta
Entrambe le barche non hanno il carrello di trasto, ma il paranco di
scotta dell’Oceanis 35 è monatto sul rollbar che costringe ad avere il
boma molto alto
3 Pescaggio
La chiglia del Dufour 350 è molto più profonda di quella dell’Oceanis
nella versione cruiser
4 Carena
La carena del Dufour 350 ha una minore superficie bagnata di quella
dell’Oceanis che è molto più voluminosa a prua
5
Pala timone
Il Dufour ha una singola pala del timone, mentre, l’Oceanis ne ha due
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I dati dell’Oceanis 35 si riferiscono alla versione cruiser
6
Cavallino
Il Dufour ha un leggero cavallino che alza la prua appena sopra al
livello della poppa. Nell’Oceanis la differenza di altezza tra poppa e
prua è molto evidente
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Pozzo della catena
Il gavone dell’ancora del Dufour ha un volume maggiore di quello
dell’Oceanis 35. Questo permette di lavorare più comodamente
all’ancora
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Autovirante
Il Dufour di serie monta un fiocco autovirante, l’Oceanis ne ha uno
tradizionale
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Finestra trasversale in tuga
La finestra trasversale in tuga è una peculiarità dei modelli Dufour
10 Tavolo in pozzetto
Il Dufour ha un passauomo centrale assente sull’Oceanis 35
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11 Gavone autogonfiabile
Entrambe le barche hanno un gavone per l’autogonfiabile molto
marino. Questo si trova all’estrema poppa e una volta aperto
l’autogonfiabile può essere spinto fuori
12 Paterazzo
Il Dufour 350 ha le crocette fortemente acquartierate cosa che
gli permette di non avere il paterazzo di poppa. La mancanza
del paterazzo permette di avere una randa square top
1
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14 Porta cabina di prua
L’Oceanis, nella versione cruiser dove si ha la cabina di prua
chiusa, ha una porta tradizionale, mentre il Dufour 350, ha una
porta larga a doppia anta che una volta aperta fa somigliare la
dinette ad un open space
15 Tavolo da carteggio
Il Dufour 350 GL ha un tavolo da carteggio a scomparsa, mentre
l’Oceanis 35, avendo maggior volume interno, ha un tavolo da
carteggio tradizionale
16 Scaletta d’ingresso
Il tambuccio dell’Oceanis 35 è più lungo, ciò permette di avere
una scala con una maggiore angolazione, cosa che la rende
molto più comoda, ma al contempo fa si che occupi molto più
spazio
17 Cabine di poppa
L’Oceanis 35 è 18 centimetri più largo del Dufour 350 e questo
si vede molto a poppa dove le cabine sono molto più grandi di
quelle del Dufour
Il confronto
Il Dufour 350 GL e l’Oceanis 35 sono due barche profondamente
diverse. La prima è una barca da crociera, ma con animo sportivo,
dedicata a chi si diverte ad andare a vela, la seconda, invece, è
una barca da crociera pura. La carena del Dufour è filante, fatta
per planare e per passare attraverso l’onda, quella dell’Oceanis
35 è invece pensata soprattutto per creare volumi interni. Le due
imbarcazioni nel loro genere sono entrambe dei cavalli vincenti,
ma prima di scegliere l’uno o l’altra bisogna capire bene cosa si
vuole dalla barca altrimenti si rimarrà delusi. Se si ama navigare
a vela e si limita l’uso del motore ai trasferimenti senza vento, si
preferisca il Dufour, se, invece, la cosa principale che si cerca
da una barca è la comodità, i volumi interni, allora l’Oceanis 35 è
imbattibile. Tra le due imbarcazioni quella che si trova meglio in
mare è indubbiamente il Dufour che ha una carena che gli permette di affrontare l’onda con maggiore comodità. A livello costruttivo, le differenze si trovano soprattutto nelle strutture. Quelle
del Dufour sono costituite da un ragno strutturale realizzato fuori
opera e poi resinato e incollato allo scafo. Quelle dell’Oceanis 35
sono costituite da un controstampo integrale che viene incollato
sul fondo dello scafo. Al di là della differenza di solidità dei due
sistemi, sulla quale si potrebbe discutere a lungo, la sentina del
Dufour è facilmente ispezionabile, mentre quella dell’Oceanis 35
non è visibile. Quindi sarà possibile fare un’ispezione per capire
da dove arriva un’infiltrazione d’acqua o dove è localizzata una
falla solo sul Dufour e non sull’Oceanis.
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Elan E5-S5
13 Rinvi esterni
Entrambe le barche hanno i rinvii dell’albero che corrono sulla
tuga a vista
1
Carrello di trasto
E’ incassato sotto il piano di calpestio del pozzetto
2
Gavone dell’ancora
Il gavone della catena è profondo, ben inclinato e controstampato
3
La delfiniera
La delfiniera bompresso, è uno di quegli optional ai quali
non bisogna rinunciare soprattutto su di una barca come
questa che con il code 0 è molto divertente
4
Oblò a filo coperta
Tutti gli oblò sono a filo coperta
5
Gavone di poppa
La barca nella versione a tre cabine ha due bei gavoni
sotto le panche con il fondo al livello del piano di calpestio del pozzetto. Nella versione a due cabine, il gavone
di sinistra scende sino in fondo alla barca
6
Carrello scotta
Il carrello scotta del fiocco ha il paranco per la regolazione sotto sforzo
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Fiocco autovirante
Il fiocco autovirante è di serie. Con questo si consiglia
l’acquisto del Code 0 da usare con le arie leggere
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Paranco di scotta di randa
Il paranco di scotta è ben congeniato e risulta semplice
e leggero da usare
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l’analisi
In alto la dinette
con la porta della
cabina di prua
aperta. Sopra la
stessa immagine con la porta
chiusa. Di lato, il
tavolo della dinette aperto
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Interni
Come abbiamo già visto la barca dentro, grazie ai
molti oblò e passauomo, è particolarmente luminosa.
Quello che colpisce più di ogni altra cosa entrando è la
finitura del legno. Questo è verniciato con una tecnica
che lo lascia assolutamente naturale, passandoci la
mano sopra si sente la ruga della vena. Questo tipo di
finitura generalmente è riservato alle barche top quality, i custom molto costosi e ritrovarlo su di una barca
di serie e per giunta su di una misura medio piccola,
fa un certo effetto. La finitura del legno condiziona
tutto l’interno rendendolo più elegante e accogliente.
Questa si abbina bene al sistema di lavorazione della
falegnameria che vuole un largo uso di masselli. Tutti
i mobili hanno un’intelaiatura di massello intorno al
quale vengono posti i pannelli di compensato, mentre
molti cantieri usano mettere le tavole di compensato
una a contatto con l’altra. L’uso del massello, oltre
a rendere molto più longevi gli interni, contribuisce a
renderli più rigidi e ridurre, se non eliminare, il fastidioso scricchiolio che si sente quando c’è un po’ di
mare. Come sempre Felci si è sforzato di trovare delle
soluzioni pe rendere più comoda la barca. La prima di
queste, quella che riteniamo, faccia la differenza, è la
porta della cabina di prua.
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Di lato e nella
fotografia in
basso il tavolo da
carteggio e questo
trasformato in
seduta. Sotto, la
cucina a L
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Questa è doppia, si può aprire un’anta o entrambe,
quando si sceglie di aprire tutti e due le ante si ottiene molta luce e si ha quasi l’impressione che si
tratti di un open space dinette cabina di prua. Questo effetto lo potrà godere soprattutto chi sfrutta la
barca in famiglia o in coppia quando il livello di privacy scende e la cabina può essere lasciata aperta.
L’altro punto importante è il numero di stipetti, questi corrono lungo tutta la dinette e sopra la cucina,
nella cabina ci sono degli ampi armadi e in generale
lo spazio di stivaggio è importante. I layout offerti
per questa barca sono due, due e tre cabine sempre
con un bagno. La due cabine ha la cabina di poppa a sinistra, mentre a dritta il bagno presente nella
stessa posizione anche nella versione a tre cabine
diventa molto più grande andando a occupare lo
spazio del disimpegno di quella che nell’altra versione è la terza cabina. Il resto della terza cabina
è quindi occupato dal fondo del grande gavone al
quale si accede dal pozzetto.
La cucina a L si trova scendendo a sinistra. E’ una
cucina comoda con un bel piano di lavoro in Corian
che la impreziosisce molto. Il frigorifero è un 120
litri, sufficiente per riporre tutte le provviste per sei
persone. I lavelli sono due e di diverse misure e i
copri lavelli una volta girati diventano taglieri. Il bordo del mobile cucina è molto alto e sagomato per
poter fungere anche da tientibene.
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Altri due tientibene si trovano ai bordi della scaletta
e due corrono dissimulati da finiture in legno lungo
il celetto della dinette. In dinette due divani lineari
uno davanti all’altro con un tavolo a due ante posto
al centro. La parte fissa di questo è stata divisa in
modo molto intelligente, un vassoio portastoviglie
scorre liberando alternativamente l’accesso a due
gavoncini. In fondo al divano di dritta, verso poppa,
si trova il tavolo da carteggio. Questo può scendere
e trasformarsi in un ultimo sedile per il divano. Il sistema di trasformazione è migliorabile.
In alto, la cabina armatoriale
con i due armadietti laterali.
Sopra una delle
cabine di poppa
e di lato il bagno
16
Conclusioni
E’ una barca raffinata e dal carattere sottile. Il Dufour
350 GL ha un temperamento deciso ma non estremo,
questa è la barca giusta per chi vuole andare a vela
in crociera. Come abbiamo detto all’inizio, sul mercato ci sono barche volumetricamente più grandi,
ma se l’aspetto velico ricopre un ruolo importante,
questa è la barca giusta. Ben costruita è tra quelle
che nel after-sales da meno problemi. Molto buona
la rivendibilità e la modernità del disegno che fa pensare che la barca rimarrà attuale per diversi anni.
Tra le cose che ci sono piaciute particolarmente l’introduzione dello spigolo in carena anche su questa
dimensione e, soprattutto, l’eliminazione del paranco di scotta di randa al centro del tavolo del pozzetto come lo aveva il Dufour 335 GL, scafo dal quale
deriva questo modello.
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l’analisi
2
1
3
4
5
6
1
2
3
4
5
6
6
Frigorifero - Il frigorifero è a pozzetto, sufficientemente grande ed
è ben attrezzato
Tavolo dinette - Il tavolo della dinette è molto ben attrezzato.
Ha un piano scorrevole che funge da cassetto delle stoviglie e copre
un ripostiglio dove mettere le tovaglie e il necessario per preparare la
tavola da pranzo
Finitura del legno - Il legno è finito in modo eccellente per essere un prodotto di serie. Passando la mano su di un mobile si sentono
le vene del legno e il suo aspetto è molto naturale e elegante
Sicurezza - La testa del tavolo della dinette ha un’imbottitura di pelle perchè questo è un punto dove si urta spesso. Questo e molti altri
particolari denunciano una grande attenzione per la sicurezza
Finestra frontale - La grande finestra in tuga è un’esclusiva della
Dufour ed è importante per la luce naturale negli interni
Lavorazione legno - Tutti i mobili sono costruiti con un’intelaiatura di legno massello che li rende più solidi e duraturi
Sono poche le cose che non ci hanno convinto,
forse, per i più appassionati, potremmo suggerire
di sostituire l’autovirante con un genoa più importante, anche se l’autovirante è veramente comodo
per portare la barca da soli e comunque un genoa
più grande non riuscirebbe mai a fare quello che si
fa con il code 0. Voti pieni per gli interni, spaziosi,
rifiniti e molto eleganti, dieci lo merita anche la luminosità degli interni che con la vetrata centrale, prima
riservata ai modelli più grandi del cantiere, aumenta notevolmente. Ci hanno convinto gli impianti, sia
quello elettrico sia quello idraulico e ci ha convinto
l’aspetto sicurezza. L’autogonfiabile che si può spingere in acqua senza bisogno di sollevarlo, i tientibene messi ai punti giusti, il gavone ancore grande e
ben studiato dal punto di vista dell’inclinazione del
piano di scorrimento della catena sono elementi che
aumentano la sicurezza della barca. Intelligente anche l’attrezzatura di coperta, anche se non eccelle
in ricchezza. In particolare abbiamo notato il boma
all’altezza giusta. La trozza arriva a mezzo busto,
cosa che permette di lavorare all’albero senza dover
salire sui gradini rischiando di cadere. Le prestazioni
sono buone e portarla è un gioco da ragazzi.
Le versioni
Il Dufour 350 GL viene offerto con tre gradi di allestimento diverso. La versione più
economica è la Daysailer, seguita da una
versione di mezzo che è la Liberty e, infine la versione più ricca, la Adventure. Il discorso delle versioni è fatto per permette
di avere una maggiore elasticità sui prezzi,
in modo da non dover obbligare chi vuole
la barca solo per le passeggiate giornaliere
ad acquistare cose che sono proprie della
lunga crociera.
La Dufour in classifica
Nell’annuario di quest’anno SolovelaNet ha presentato una classifica delle barche più conosciute
dagli italiani. Questa, probabilmente, è la classifica più importante di
questo tipo visto il numero molto
elevato di persone che hanno contribuito a realizzarla e può essere
una buona guida per capire quanto
sia conosciuta la barca che si sta
acquistando o il cantiere che la
produce. In questa classifica, che
si riferisce ai click effettuati dai lettori di SolovelaNet sulle barche o
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sui cantieri presenti sull’annuario di quell’anno, la Dufour risulta
essere il secondo cantiere in assoluto dopo l’Hanse. Un posizionamento inaspettato, visto che è
sopra a quei cantieri che per dimensioni e numero di barche presenti nel nostro paese si presume
siano i più conosciuti, come la
Beneteau, la Jeanneau o la stessa Bavaria, ma, probabilmente, la
crisi economica ha influito molto
sulle scelte delle persone rivoluzionando le loro scelte.
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l’analisi
2 cabine + 1 bagno
3 cabine + 1 bagno
Più grandi e più piccole
Dufour 310 GL
l.f.t.
m
9,67
pesc.
mq
1,90
larg.
m
3,31
disl.
kg
4.950
S.Vel.
mq
50,30
88.967
€
Dufour 382 GL
l.f.t.
m
11,23
pesc.
mq
1,90
larg.
m
3,83
disl.
kg
7.060
S.Vel.
mq
67,00
-
€
Contatti
La Rochelle - Francia
www.dufour-yachts.com
La concorrenza
Piano di coperta
Scheda tecnica
L.f.t.
Lunghezza scafo
Lunghezza gall.
Baglio massimo
Pescaggio
Dislocamento
Zavorra
Cabine
Bagni
Acqua
Carburante
Motore
Superficie Velica
Randa
Genoa
Fiocco
Code 0
Progettista
Omologazione
Prezzo
m
m
m
m
m
kg
kg
lt
lt
hp
mq
mq
mq
mq
mq
E
10,28
9,98
9,00
3,54
1,90
5.674
1.550
2/3
1
220
160
19
55
34,5
25,2
20,5
61,57
Felci Yachts
A
88.880
Il prezzo si riferisce alla versione daysailer - escl. iva
Bavaria 33 cruiser
L.f.t.
9,99 m
Larg.
3,42 m
Disl.
5.200 kg
Sup.v.
51,00 mq
Motore
18 hp
Pesc.
1,50 m
Prezzo
66.900 E
Oceanis 35
L.f.t.
10,,45 m
Larg.
3,70 m
Disl.
5.207 kg
Sup.v.
54,10 mq
Motore
20 hp
Pesc.
1,45 m
Prezzo
80.800 E
Sun Odyssey 349
L.f.t.
10,34 m
Larg.
3,44 m
Disl.
5.350 kg
Sup.v.
57,00 mq
Motore
21 hp
Pesc.
1,98 m
Prezzo
78.180 E
Accessori optional
Genoa 108% (al posto dell’autovirante)
Carrelli di punto di scotta
Verricello elettrico 700 w con telecomando
Tavolo pozzetto
Spryhood
Bimini top
Autopilota Raymarine P70
Map navigator Raymarine A 65 (WIFI e Bluthooth)
Tutti i prezzi sono da intendersi al netto dell’IVA
Dufour 350 grand large
chiedi il tuo preventivo personalizzato
€
€
€
€
€
€
€
€
1.490
562
1.950
1.840
1.660
1.680
5,271
2.035
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Manfred Marktel
I costi del
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50 anni di
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Da dirigente di azienda si è trasformato in navigatore solitario. Ha navigato l’Atlantico in lungo
e largo facendoci sognare con i suoi articoli su
Solovela.
Straorzare e
strapoggiare
Una collana ne ricorda la sua capacità di fare,
da uomo normale, cose eccezionali.
“ 12 articoli per Manfred” è un appuntamento da non perdere. I migliori articoli di Manfred
Marktel raccolti in una collana che gli rende
omaggio.
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