BANCA IFIS - Lavorare in Banca

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BANCA IFIS - Lavorare in Banca
 UNIVERSITÀ CARLO CATTANEO -­‐ LIUC SCUOLA DI ECONOMIA e MANAGEMENT Corso di Laurea Magistrale in Economia Aziendale, indirizzo Banche, Mercati e Finanza d’Impresa IL MODELLO DI BUSINESS DI BANCA IFIS E IL MERCATO DEL FACTORING Tutor: Nicola Colavito Paper di: Emanuele Antonino 18846 Poletti Alessio 18539 Teruggi Emanuele 18494 Micaela Zanzi 18550 Anno Accademico 2012-­‐2013 INDICE INDICE 2 PREMESSA 3 BANCA IFIS E IL SUO MODELLO DI BUSINESS 4 11 IL FACTORING COS’E’ IL FACTORING? CARATTERISTICHE DISTINTIVE DEL FACTORING TIPOLOGIE DI FACTORING I COSTI DEL FACTORING ANALISI DEL MERCATO DEL FACTORING E ANALISI DEI DATI DI BANCA IFIS MERCATO DEL FACTORING MONDIALE MERCATO FACTORING ITALIANO MERCATO DEL FACTORING DI BANCA IFIS 11 13 14 16 17 17 20 24 BANCA IFIS: IL FUNDING ATTRAVERSO I TITOLI DI STATO 28 NOT PERFORMING LOANS 34 CONCLUSIONI 36 BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA 37 2 PREMESSA Il paper nasce dal desiderio di meglio analizzare il funzionamento di un intermediario finanziario. Più nello specifico, si è scelto di approfondire il modello di business di Banca IFIS, istituto di credito specializzato nella riscossione di crediti commerciali tramite la tecnica del factoring, ma che recentemente ha attirato l’attenzione su di sé per le politiche di investimento riguardanti il proprio portafoglio di Titoli di Stato. Il caso di Banca IFIS è un argomento eclettico, che ci permette di analizzare più nel dettaglio il bilancio e il funzionamento di un intermediario finanziario e nello stesso tempo di parlare di factoring in una fase come questa di credit crunch. L’elaborato si divide quindi in più parti. La prima parte prevede la presentazione di Banca IFIS e del suo modello di business, cui segue un’analisi dei principali indicatori di bilancio. Prima di analizzare la divisione factoring di Banca IFIS, è presente un breve inquadramento teorico dello strumento ed un’analisi del mercato, sia a livello internazionale che nazionale. Il focus dell’analisi si sposta quindi su due altre importanti aree di business. Per prima, abbiamo analizzato il Portafoglio Titoli di Banca IFIS, in quanto principale driver della crescita negli ultimi anni. In secondo luogo, abbiamo scelto di fare un breve cenno riguardante i Not Performing Loans ovvero i crediti deteriorati che rappresentano oggi più che mai una vera e propria opportunità di business con importanti tassi di crescita. I player esteri hanno ultimamente mostrato interesse nei portafogli Not Performing italiani, interesse crescente legato ai volumi dei crediti potenzialmente cedibili, complice anche la diminuzione del rischio Paese che ha catturato l’attenzione degli operatori internazionali. Al fine di svolgere un’analisi più puntuale di Banca IFIS, ci siamo avvalsi della collaborazione dell’Ufficio Investor Relator, nella persona Dottoressa Pamela Simonotto, che ha prontamente risposto ai nostri quesiti mettendoci in contatto con il Dottor Gabriele Giubilato, tesoriere del Gruppo, e con i diversi uffici delle aree di business. 3 BANCA IFIS E IL SUO MODELLO DI BUSINESS Il gruppo Banca IFIS è, in Italia, l’unico operatore indipendente specializzato nella filiera del credito commerciale, del credito finanziario di difficile esigibilità e del credito fiscale. La società nasce nel 1983 a Genova grazie al suo fondatore Sebastien Egon Fürstenberg, attuale presidente e azionista di riferimento. Nel 2002 la società inizia ad esercitare attività bancaria e viene ammessa al mercato telematico azionario. Aderisce inoltre a Factor Chain International, assumendo sin da subito un ruolo primario nel contesto europeo grazie al suo modello di business peculiare ed al ruolo di operatore indipendente. Nel 2004 si quota sul segmento STAR di Borsa Italiana. Nel 2006 acquisisce Fidis Faktoring Polka, operatore polacco specializzato nel factoring, per l’indotto della produzione locale del gruppo Fiat, penetrando così nel mercato polacco. Nel 2008 diversifica la propria raccolta attraverso rendimax, il conto deposito online ad alto rendimento. Nel 2010 viene sottoscritto un aumento di capitale di 50 milioni di Euro per sostenere gli impieghi e lo sviluppo delle attività del gruppo, oltre che per rafforzare il Core Tier 1, come imposto dalle Autorità di vigilanza competenti. Nel 2011 riceve l’autorizzazione da Banca d’Italia per l’OPA su Toscana Finanza, dedicata all’acquisizione pro-­‐soluto e gestione dei crediti di difficile esigibilità; avvia inoltre una Joint Venture in India. Infine, nel 2013 nascono contomax, nuovo conto corrente crowd di Banca IFIS, e Credi Impresa Futuro, nuovo marchio dedicato al supporto del credito commerciale delle PMI che operano nel mercato domestico. Le principali aree di business del gruppo sono: •
supporto alle PMI nella gestione del credito commerciale attraverso il marchio “Banca IFIS”; •
supporto alle imprese che hanno intrapreso un percorso di sviluppo all’estero mediante il marchio “Banca IFIS International”; •
supporto ai grandi fornitori delle ASL nella gestione dei propri crediti attraverso “Banca IFIS Pharma”; •
acquisizione e gestione di crediti finanziari non performing (NPL) attraverso lo specifico know how dell’area NPL; •
supporto alle attività connesse al settore dei crediti fiscali. Per meglio analizzare la realtà di Banca IFIS e la sua crescita negli ultimi anni, si è deciso di prendere in considerazione alcuni importanti indici di Bilancio, nel periodo tra il 2006 e il 2012. 4 In particolare, abbiamo preso in considerazione: •
ROE: Return On Equity: È un indice di redditività del capitale proprio. Esprime in massima sintesi i risultati economici dell’azienda. E’ calcolato come rapporto tra l’utile netto e la media ponderata del capitale proprio, sovrapprezzi e riserve, escluse le riserve da valutazione.; •
ROA: Return On Asset: E’ un indice di bilancio che misura la redditività del capitale investito. Tale indice viene calcolato come rapporto tra utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte e totale dell'attivo; •
ROCA: Return On Core Assets: E’ un indicatore della redditività delle attività dedicate al core business. Viene calcolato come rapporto tra utile lordo diminuito delle rendite nette dei titoli di debito e il totale dell'attivo esclusi i titoli di debito; •
COST/INCOME RATIO: Rapporto tra i costi operativi e il margine d’intermediazione. È uno dei principali indicatori dell’efficienza gestionale della banca: minore è il valore espresso da tale indicatore, maggiore sarà l’efficienza della banca; •
CREDITI IN SOFFERNZA NETTI/CREDITI VERSO CLIENTELA: E’ il rapporto tra i crediti in sofferenza (esposizioni verso un soggetto in stato di insolvenza) e il totale tra crediti in essere ad una determinata data; •
CORE TIER 1: ll Core Tier 1 è uno dei principali coefficienti patrimoniali, che vengono considerati per misurare la solidità di ogni banca. Si tratta del capitale primario di un istituto: è formato dalle azioni, dalle riserve di bilancio provenienti da utili non distribuiti al netto delle imposte. Più il Core Tier 1 è elevato, più la banca è solida. Negli stress test dell’Autorità Bancaria Europea (EBA) la soglia minima era del 5%, ora la UE ha chiesto di portarla all’8%. I dati a dicembre 2012 sono i seguenti: INDICE VALORE ROE 35,60% ROA 1,50% ROCA 1% Cost/Income Ratio 27,90% Crediti in sofferenza netti/Crediti verso clientela 5% Core Tier 1 12,92% Considerando invece gli indici negli ultimi anni, si può osservare il percorso di crescita di Banca IFIS. 5 ROE 40,00% 35,00% 30,00% 25,00% 20,00% 15,00% 10,00% 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Il presente grafico sottolinea la netta crescita del Return on Equity evidenziando come questo sia stato trascinato dall’aumento dell’utile negli anni considerati o dalla diminuzione dell’equity. Banca IFIS tra il 2010 e il 2011 però aumenta il capitale sociale, cha da 34.300.160 diventa 53.811.095 Euro. Questo dovrebbe essere penalizzante a livello di ROE poiché aumentando il denominatore il ROE dovrebbe essere inferiore. Il ROE è quindi aumentato perché è aumentato l’utile. Tale aumento può essere però dovuto ad un aumento del margine d’interesse, un relativo aumento del margine di intermediazione o un aumento delle voci che stanno tra il margine d’intermediazione e l’utile (o diminuzione costi). Cerchiamo quindi di analizzare l’andamento del margine d’interesse e d’intermediazione negli anni considerati. € 300.000,00 L'evoluzione della marginalità € 250.000,00 € 200.000,00 € 150.000,00 Margine d'interesse € 100.000,00 Margine d'intermediazion
e € 50.000,00 € -­‐ 2007 2008 2009 2010 2011 2012 6 Il grafico relativo alla marginalità mostra come questa si sia evoluta negli ultimi sette anni, sia in termini di margine d’interesse sia in termini di margine d’intermediazione. Il margine d’interesse differisce dal margine d’intermediazione nella misura in cui in quest’ultimo sono comprese tra le altre voci anche le commissioni nette. Si può notare come, fino al 2011, il margine d’intermediazione aumenti, mentre il margine d’interesse rimanga quasi costante. Si può quindi dedurre in quegli anni siano aumentate notevolmente le commissioni, mentre gli interessi siano rimasti sostanzialmente invariati. Dal 2011 in poi, però, si noti che la differenza tra margine d’interesse e il margine d’intermediazione rimane costante. L’aumento che si registra quindi tra il 2011 e il 2012 in termini di margine d’intermediazione è dovuto ad un aumento degli interessi netti, e quindi del margine d’interesse. Proprio nel 2011 Banca IFIS inizia ad avere in portafoglio Titoli di Stato. Cerchiamo ora di capire se l’aumento del margine d’interesse sia da collegarsi alla presenza dei Government Bond. ROA vs ROCA 2,50% 2,30% 2,10% 1,90% 1,70% ROA 1,50% ROCA 1,30% 1,10% 0,90% 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Il grafico evidenzia l’andamento del ROCA e del ROA nel periodo considerato. Se fino al 2008 il ROCA aumenta, dal 2009 in poi diminuisce, fino a scendere sotto l’1%. Dallo scoppio della crisi in poi, la redditività creata dalle attività Core di Banca IFIS sembrerebbe sempre più diminuita. Se consideriamo però il ROA, questo dal 2009 al 2011 si mantiene costante e, nell’ultimo anno, vede un importante aumento. Questi andamenti spiegano cosa è accaduto in Banca IFIS. Se dal 2008 in poi la redditività delle attività core è diminuita, la redditività complessiva della Banca si è mantenuta costante (ed è persino aumentata recentemente) grazie alle attività non core, prima tra tutte l’investimento in Titoli di Stato, presenti in portafoglio dal 2011, anno in cui è iniziata l’esplosione del ROA. E’ stato quindi questo investimento che ha permesso di compensare la decrescita delle altre attività. 7 COST/INCOME RATIO 45,00% 43,00% 41,00% 39,00% 37,00% 35,00% 33,00% 31,00% 29,00% 27,00% 25,00% 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Il rapporto tra costi operativi e margine d’intermediazione dal 2010 in poi, nonostante il periodo di crisi, è diminuito. Per analizzare meglio le motivazioni di questo andamento, è utile inserire e commentare altri due grafici, che mostrano l’andamento delle due componenti che creano il rapporto. Costi Operativi € 80.000 € 300.000 € 70.000 € 250.000 € 60.000 € 200.000 € 50.000 € 150.000 € 40.000 € 100.000 € 30.000 € 50.000 € 20.000 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Margine di intermediazione € -­‐ 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Come si evince da grafici, entrambe le componenti del Cost/Income Ratio sono aumentate nel periodo considerato. Il rapporto dovrebbe quindi mantenersi costante. E così è fino al 2010. Dal 2011 in poi, però, il rapporto diminuisce in modo considerevole. Tale andamento è dovuto ad un aumento del margine di intermediazione (che è il denominatore del rapporto) in modo più che proporzionale rispetto ai costi operativi (il numeratore del rapporto). 8 Sofferenze Nette/Crediti verso la Clientela 6,00% 5,00% 4,00% 3,00% 2,00% 1,00% 0,00% 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Il grafico mostra che le sofferenze costituiscono una parte sempre più preponderante dei crediti verso clientela. E’ questo un trend in linea con quello del mercato, che mostra un deciso aumento negli ultimi anni. Rispetto però al rapporto medio crediti in sofferenza netti/crediti verso clientela delle banche italiane, Banca IFIS presenta una percentuale decisamente inferiore. Se infatti la media di mercato a dicembre 2012 era del 13,3%1, si può affermare Banca IFIS con il suo 5% abbia una qualità del credito migliore del mercato. CORE TIER 1 14,00% 13,00% 12,00% 11,00% COR TIER 1 10,00% 9,00% 8,00% 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 1 Dati ABI – Associazione Bancaria Italiana. 9 Il Core Tier 1 ha subito grandi variazioni nel periodo considerato. Se fino al 2009 è in costante diminuzione, tra il 2011 e il 2012 vede un importante aumento. L’aumento tra il 2011 e il 2012 è dovuto all’ingente utile di periodo, che ha incrementato il Core Tier 1. In linea generale, possiamo affermare che un aumento del Core Tier 1 sia dovuto ad una delle seguenti azioni: •
Aumento di capitale; •
Incremento dell’Equity per effetto degli utili; •
Acquisto di protezione, tramite strumenti derivati quali CDS per diminuire il Risk Weighting di un singolo asset; •
Aumento del rating di un singolo asset, in modo da diminuire il capitale assorbito; •
Deleveraging: dismissione di parte dell’attivo al fine di diminuire i RWA. In base alle informazioni in nostro possesso, quelle che abbiamo ricavato dai bilanci, non si può affermare con certezza quale delle azioni può aver influito sul Core Tier 1 di Banca IFIS. 10 IL FACTORING COS’E’ il FACTORING? Il factoring è una tecnica finanziaria basata sulla cessione dei crediti commerciali da parte di un’impresa. E’ un rapporto di carattere continuativo tra l’impresa (cedente) e una società di factoring, ovvero un operatore specializzato (factor). L’impresa si impegna a cedere una parte significativa dei propri crediti al factor, che, dietro un corrispettivo consistente in una commissione, finanzia l’impresa attraverso il pagamento dei crediti prima della relativa scadenza. Il factoring prevede allo stesso tempo un servizio gestionale dei crediti, affiancando così l’azienda nelle funzioni contabili, amministrative e finanziarie. Schema 1: Il Factoring L’operazione di factoring si avvia con la valutazione del portafoglio crediti dell’impresa da parte del factor. L’analisi dei crediti è sia di carattere quantitativo sia di carattere qualitativo. L’analisi quantitativa si pone l’obiettivo di identificare il valore della quota dei crediti ceduti rispetto all’ammontare complessivo di quelli detenuti dal cliente. L’analisi qualitativa invece vuole indagare la tipologia, il rischio associato, l’importo e la durata dei crediti. Durata e importo medio dei crediti commerciali sono due fattori critici da prendere in considerazione. La durata sottolinea come scadenze prolungate siano sintomo di una scarsa forza contrattuale dell’impresa e/o una difficoltà finanziaria del cedente. L’importo unitario dei crediti invece, se di ammontare ridotto, potrebbe far risultare l’operazione di factoring antieconomica per le parti. Viene inoltre accertata la regolarità dei crediti del cedente, verificando l’esistenza del rapporto commerciale sottostante, l’assenza di controversie in corso tra le parti e valutando i rischi connessi al singolo debitore o al segmento dei debitori individuati. Effettuate le analisi di cui sopra, è il factor ad indicare i crediti accettati in cessione, definendo un plafond globale, a carattere rotativo, riconosciuto all’azienda. 11 La cessione dei crediti può avvenire con due diverse tipologie, pro soluto e pro solvendo. Il factoring pro soluto prevede che sia il factor ad assumere completamente il rischio connesso all’insolvenza del debitore. Nel factoring pro solvendo, il factor si rivale sul cedente, che si assume il rischio d’insolvenza del debitore. I principali indicatori utilizzati per analizzare nel dettaglio l’attività di un operatore sono: •
Turnover, ovvero il flusso lordo dei crediti ceduti dalla clientela alla società di factoring in un determinato intervallo di tempo (ad esempio un anno); •
L’Outstanding, che rappresenta l’importo dei crediti acquistati dal factor in essere ad una determinata data. Si tratta di un dato contabile di consistenza riferito alla data di chiusura dell’esercizio, riscontrabile direttamente in bilancio quale principale posta dell’attivo del factor. Per quanto riguarda i servizi di carattere gestionale e assicurativo offerti dall’operatore, essi sono: •
Amministrazione, gestione e incasso dei crediti; •
Assistenza legale nella fase di recupero crediti; •
Valutazione dell’affidabilità della clientela; •
Garanzia del buon fine dell’operazione. Il servizio del factoring è offerto da società specializzate divisibili in factor bancari e factor finalizzati, da intermediari finanziari non bancari pluriprodotto e dalle banche. 12 FACTORING
COMPONENTE di SERVIZI
SERVIZI ASSICURATIVI
SERVIZI GESTIONALI
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•
•
•
•
Informazioni sui Debitori Gestione Portafoglio Crediti Contabilizzazione Riscossione Recupero •
COMPONENTE FINANZIARIA
•
Anticipazione su crediti Garanzia da insolvenza Scherma 2: I servizi del factoring CARATTERISTICHE DISTINTIVE DEL FACTORING Il factoring rappresenta uno strumento di copertura del fabbisogno finanziario di breve periodo di un’impresa. Rispetto all’articolata offerta disponibile sul mercato, esso si caratterizza per la rilevante componente di servizi al suo interno. La componente finanziaria del factoring consiste nello smobilizzo anticipato di crediti commerciali, che consente all’impresa di accrescere il proprio livello di liquidità a fronte del costo finanziario da sostenersi per l’anticipo concesso. Attraverso la tipologia del factoring pro soluto, il factoring non risulta essere solo una tecnica finanziaria e un servizio gestionale, ma anche uno strumento di gestione del rischio di credito per le imprese. In un rapporto di factoring esiste inoltre la possibilità di cedere crediti futuri derivanti da contratti di fornitura previsti ma non ancora completati. A differenza di altri strumenti di anticipo crediti, infatti, il factoring prevede una relazione duratura tra factor e cedente e tra 13 factor e debitori ceduti. Nel tempo il factor può raccogliere informazioni relative ai crediti ceduti e ai relativi debitori, contribuendo a ridurre il rischio dell’operazione di cessione e costituendo così un servizio autonomo. Un elemento caratterizzante del factoring è sicuramente l’approccio consulenziale nei confronti del cedente, che includono informazioni riguardanti l’ingresso in nuovi possibili mercati e l’affidabilità del singolo cliente, anche nella fase antecedente alla cessione del credito. Ricorrendo al servizio factoring in modo continuativo, il cedente può così esternalizzare classi di operazioni e fasi del processo produttivo legate alla gestione commerciale che richiedono un elevato grado di know-­‐how e specializzazione, non sempre disponibili all’interno dell’impresa. Si deduce quindi che esistano delle imprese maggiormente propense all’utilizzo del factoring. Le imprese più “adatte” sono: •
Imprese di recente costituzione; •
Imprese in fase di espansione; •
Imprese con grande componente di stagionalità; •
Imprese in cui la gestione del capitale circolante costituisce un aspetto strategico dell’attività (per esempio, le imprese Cash Absorber); •
Imprese sane ma dotate di requisiti patrimoniali e finanziari inadeguati rispetto al giro d’affari. TIPOLOGIE DI FACTORING In base all’importanza del servizio finanziario e alle tipologie di servizi offerti, si possono individuare diverse tipologie di Factoring: •
Il Factoring completo, o Full Factoring, prevede che la società di factoring acquisti i crediti commerciali del cedente pro soluto su base continuativa, quando essi sorgono in relazione all’attività commerciale del cliente, amministrandoli e controllandoli fino a scadenza; •
L’International Factoring è il termine utilizzato per indicare operazioni in cui il creditore cedente e il debitore ceduto appartengano a due Paesi differenti. A sua volta, il factoring internazionale può essere: o
Factoring all’esportazione: quando il factor acquista i crediti dei fornitori nazionali (esportatori) verso gli acquirenti esteri; o
Factoring all’importazione: quando il factor acquista i crediti dei fornitori esteri (importatori) verso gli acquirenti nazionali. 14 Questo tipo di factoring prevede una gamma maggiore di servizi accessori, volti a semplificare alcuni problemi legati alla collocazione all’estero del debitore/creditore. Tra gli altri, vengono offerti servizi relativi alle seguenti criticità: o
Maggiori rischi dell’operazione, primo fra tutti il rischio cambio; o
Adempimento degli obblighi valutari imposti eventualmente dalle normative nazionali; o
Diversità di trattamento giuridico concernente il trasferimento dei crediti; o
Profitti contabili e fiscali. Nelle operazioni di International Factoring sono previsti quattro soggetti: le due controparti commerciali, domiciliate in Paesi diversi, un factor interno e uno esterno. L’operazione di factoring viene così sdoppiata in due operazioni di factoring domestico e conclusa attraverso rapporti reciproci tra i factor, che normalmente fanno parte della medesima catena internazionale. Schema 3: Il factoring Internazionale La figura sopra riportata è un esempio di factoring all’esportazione. In questo caso, il factor interno acquista dal fornitore i crediti che questi vanta nei confronti del cliente estero e li cede al factor estero. Il factor interno conclude il contratto di factoring con il fornitore e inizia a concedere anticipazioni sui crediti. Il factor estero approva i crediti e li gestisce fino all’incasso, quando provvederà a trasferire la relativa disponibilità al factor interno. 15 I COSTI DEL FACTORING E’ ora utile fare un breve approfondimento riguardante i costi che il cedente deve sostenere per usufruire del servizio di factoring. Il factoring, a differenza di altri prodotti, comporta il pagamento di due tipi di costi: •
Costo finanziario: relativo all’anticipazione del credito; o
Interessi su anticipi, calcolati dal momento della concessione fino al saldo del credito. •
Costo amministrativo (commissione di factoring): relativo alla gestione e, nel caso del pro soluto, all’assicurazione dei crediti; o
Commissione factoring, in relazione alla durata, all’importo medio delle fatture e al rischio. Per il factoring pro soluto la commissione sarà maggiore del factoring pro solvendo in quanto comprende una componente assicurativa per il cedente e espone il factor ad un maggior rischio; o
Costi di istruttoria, in quota fissa all’inizio del rapporto; o
Costi connessi alla gestione delle fatture, costo unitario da moltiplicare per il numero complessivo dei documenti ceduti. La valutazione dei costi e dei benefici complessivi dell’operazione di factoring impatta direttamente sulle variabili reddituali, finanziarie e gestionali dell’impresa che lo utilizza. I costi tradizionali di gestione dei crediti vengono sostituiti esternalizzando le attività di amministrazione e controllo dei crediti, affidandole interamente al factor. Solo un permanente outsourcing di queste operazioni può realizzare un’effettiva sostituzione dei costi fissi con i costi variabili con implicazioni sulla leva operativa aziendale. Inoltre l’utilizzo del factoring consente all’impresa cedente di rendere più equilibrata la propria struttura del passivo, diversificando le fonti di finanziamento e riducendo l’esposizione verso l’indebitamento tradizionale. 16 ANALISI DEL MERCATO DEL FACTORING E ANALISI DEI DATI DI BANCA IFIS MERCATO DEL FACTORING MONDIALE2 Il Factoring è una tecnica finanziaria utilizzata a livello globale. Fin da quando è stato inventato, il factoring è stata una tecnica che ha riscosso parecchio successo, permettendo di smobilizzare crediti e garantire l’esigibilità degli stessi. Negli ultimi anni, come mostra il grafico sottostante il trend positivo, è assolutamente confermato. Trend Turnover mondiale € 2.500.000,00 +22,24% € 2.000.000,00 +5,82% +28,42% € 1.500.000,00 +14,78% +1,84% -­‐3,10% 2007 2008 2009 € 1.000.000,00 € 500.000,00 € -­‐ 2006 2010 2011 2012 Il mercato mondiale ha fatto registrare un’importante crescita negli ultimi anni: se si esclude il 2009, anno in cui il dato è influenzato dal momento di crisi che il mondo stava attraversando, negli ultimi sei anni il turnover mondiale è in costante crescita. Si evidenziano a tal proposito il +22,24% del 2011 e il +5,82% del 2012. 2 Tutti i grafici nella presente sezione riportano dati in milioni di Euro 17 Trend Turnover internazionale € 350.000,00 +28,35% € 300.000,00 +36,53% € 250.000,00 +34,27% € 200.000,00 € 150.000,00 +20,16% +22,10% -­‐7,465% 2008 2009 € 100.000,00 € 50.000,00 € -­‐ 2006 2007 2010 2011 2012 In questo grafico si vuole far notare, coma la crescita a livello mondiale sia trascinata in modo significativo dall’aumento del Factoring internazionale. Ad esclusione del 2009, anno in cui inevitabilmente anche le esportazioni hanno risentito della crisi, il turnover generato dal factoring internazionale è sempre cresciuto a doppia cifra anno su anno. Anche in questo caso, evidenziamo il +35,53% nel 2011 e il +28,35% nel 2012. Tornando a guardare il fenomeno nella sua completezza, a livello globale, è possibile analizzare il contributo di ogni continente al fenomeno in termini di turnover. Infatti, il seguente grafico mostra il trend del turnover degli ultimi sette anni suddiviso per continenti. Turnover per continente € 1.400.000,00 € 1.200.000,00 Americas € 1.000.000,00 Europa € 800.000,00 Africa € 600.000,00 € 400.000,00 Asia € 200.000,00 Oceania € -­‐ 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 18 E’ possibile notare l’assoluto predominio dell’Europa, continente in cui la tecnica del Factoring viene molto utilizzata, anche se, soprattutto negli ultimi tre anni, si registra una costante crescita dell’Asia trascinata, come vedremo, soprattutto dalla Cina. L'evoluzione dei principali attori negli ultimi 7 anni 100% 90% 80% 2,95% 5,83% 10,82% 13,01% 24,81% 21,70% 26,56% 24,78% 50% 40% 51,24% 50,62% 10% 30,63% 34,19% € 1.000.000 € 800.000 21,15% 60% 20,60% 21,50% 20% 22,73% 25,23% 24,02% 70% 30% € 1.200.000 19,61% 18,09% 22,54% 19,54% 18,55% Italy € 600.000 € 400.000 36,99% 37,81% 33,28% 30,00% 28,97% € 200.000 0% Cina Francia Uk Totale € -­‐ 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 A tal proposito, il 2011 diventa un anno cruciale in termini di player. Per la prima volta, infatti, non sono più Regno Unito, Italia e Francia i primi tre attori a livello globale, ma s’inserisce prepotentemente al primo posto la Cina, con un turnover pari a quasi 275miliardi di Euro ed un +78% rispetto al 2010. E’ importante notare inoltre che i primi quattro player in termini di turnover (Cina, Italia, Francia e UK, i player riportati nel grafico) complessivamente sono responsabili del 50% del turnover mondiale. 19 MERCATO FACTORING ITALIANO3 Analizzato il fenomeno a livello macro, cerchiamo ora di approfondire l’andamento del mercato del factoring rispetto al nostro Paese. 25,00% Variazione % Turnover 20,00% 15,00% 10,00% Italy +21,87% +22,24% +16,60% 5,00% Europa TOTAL WORLD +6,58% +5,82% +3,82% 0,00% 2011 2012 Con riferimento al mercato italiano, che rappresenta l’8,53% del mercato mondiale e il 14% di quello europeo, nell’ultimo anno si è registrato un rallentamento in termini di Turnover. Infatti il mercato, che nel 2011 cresceva del 21,87%, nel 2012 subisce un forte ridimensionamento, facendo registrare un +3,82%. Tale calo è maggiormente evidente se si paragona il trend italiano a quello europeo e mondiale negli ultimi due anni. Infatti, se nel 2011 la crescita del Turnover in Italia era in linea con quella mondiale e addirittura superiore a quella europea, nel 2012 lo scenario si modifica evidenziando che, oltre al rallentamento generale, la crescita italiana risulta inferiore sia a quella europea che a quella mondiale, con un turnover complessivo pari a circa 182 miliardi. 3 I grafici della presente sezione riportano dati in milioni di Euro 20 Turnover italiano a settembre € 130.000.000,00 € 120.000.000,00 € 110.000.000,00 € 100.000.000,00 € 90.000.000,00 € 80.000.000,00 set-­‐08 set-­‐09 set-­‐10 set-­‐11 set-­‐12 set-­‐13 Considerando i dati di Turnover al 30 settembre, dall’anno 2008 all’anno 2013, si può notare come il factoring abbia visto una forte crescita tra gli anni 2009-­‐2012.4 Outstanding Italiano € 60.000.000,00 € 55.000.000,00 € 50.000.000,00 € 45.000.000,00 € 40.000.000,00 € 35.000.000,00 € 30.000.000,00 mar-­‐08 mar-­‐09 mar-­‐10 mar-­‐11 mar-­‐12 mar-­‐13 Contemporaneamente, considerando l’andamento dell’Outstanding da inizio 2008 a settembre 2013 su base trimestrale, si può notare come ogni anno venga registrato un picco massimo nel mese di dicembre e di giugno. E’ possibile che in questi mesi vengano effettuate delle operazioni di importo maggiore in vista della chiusura dell’esercizio e della stesura del bilancio, in quanto vi sono aziende interessate a mantenere predeterminati standard di rotazione crediti, di indici di 4 Abbiamo creato il grafico utilizzando i dati di settembre e non quelli di dicembre, sicuramente più significativi, in modo da poter utilizzare i dati anche dell’anno 2013, e quindi avere un’analisi più aggiornata. 21 liquidità e di incidenza del capitale circolante sul totale attivo. A questo fine le imprese cedono dei crediti a titolo definitivo in occasione delle semestrali e in chiusura d’esercizio. Dal grafico si evidenzia inoltre come il trend sia comunque rialzista, a testimonianza di un sempre maggiore utilizzo del factoring da parte delle aziende negli ultimi anni. Analizzando più nel dettaglio i dati italiani, possiamo ulteriormente distinguerli per factoring pro soluto e pro solvendo. Pro Soluto Pro Solvendo Pro Soluto e Pro Solvendo € 140.000.000,00 € 120.000.000,00 € 100.000.000,00 € 80.000.000,00 € 60.000.000,00 € 40.000.000,00 € 20.000.000,00 € -­‐ 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Considerando invece l’outstanding diviso in operazioni pro soluto e pro solvendo, è possibile notare come, a partire dal 2008, anno in cui è scoppiata la crisi economico-­‐finanziaria che stiamo vivendo, le operazioni pro solvendo si siano sostanzialmente mantenute stabili, mentre le operazioni pro soluto abbiano subito un importante aumento, andando a contribuire in maniera preponderante alla crescita del turnover complessivo. Questo fenomeno può essere spiegato cercando di analizzare le esigenze delle imprese in un periodo di crisi. In un periodo di recessione, infatti, le imprese tendono a cedere crediti per un importo maggiore e compreranno garanzia sui crediti ceduti: sarà quindi preferito il factoring pro soluto al pro solvendo. Analizziamo adesso l’andamento del factoring in funzione della tipologia d’intermediario finanziario che eroga il servizio. 22 € 50.000 Anticipi Factoring: Banche vs Intermediari Xinanziari € 45.000 € 40.000 € 35.000 € 23.529 € 22.268 € 30.000 € 20.156 € 19.736 € 19.411 € 20.418 € 19.351 € 19.784 € 18.988 € 25.000 € 20.000 € 15.000 € 11.677 € 11.737 € 12.098 € 12.037 € 13.954 € 13.231 € 13.596 € 13.004 € 13.941 € 10.000 € 5.000 € 5.154 € 5.458 € 5.508 € 5.493 € 5.964 € 5.535 € 5.836 € 5.459 € 5.858 € -­‐ Anticipi su operazioni factoring pro soluto da Intermediari uinanziari Anticipi su operazioni factoring pro solvendo da Intermediari uinanziari Anticipi su operazioni factoring da Banche Dal grafico è nuovamente evidente come il numero di operazioni pro soluto sia sensibilmente maggiore delle operazioni pro solvendo, come già sottolineato dal grafico precedente. In questo grafico risulta inoltre chiaro come gli intermediari bancari ricoprano un ruolo assolutamente marginale nelle operazioni di Factoring, rimanendo quasi inalterate durante il periodo considerato. 23 MERCATO DEL FACTORING DI BANCA IFIS5 In questo paragrafo, verranno illustrati i dati riguardanti il factoring di Banca IFIS. Si analizza per prima la posizione strategica di Banca IFIS rispetto i suoi competitors. Il seguente grafico evidenzia le maggiori società per turnover che operano nel settore del factoring in Italia (al 31 agosto 2013). Principali Operatori per turnover € -­‐ € 10 € 20 € 30 Milioni € 40 Mediofactoring Unicredit Iuitalia Factorit Ubi Factor MPS L&F Banca IFIS Centro Factoring GE Capital Emil-­‐Ro Factor E’ subito evidente che gran parte del settore è presidiata da soli tre operatori, tutte società di factoring specializzate ma appartenenti a grandi gruppi bancari. E’ importante quindi notare che il primo operatore bancario e il settimo operatore a livello nazionale è Banca IFIS, con un turnover complessivo pari a € 1.678.969.000 nel 2012. 5 I grafici della presente sezione, se non specificato diversamente, presentano dati in milioni di Euro 24 Turnover Banca IFIS € 4.000.000 € 3.500.000 € 3.000.000 € 2.500.000 € 2.000.000 set-­‐08 set-­‐09 set-­‐10 set-­‐11 set-­‐12 set-­‐13 Dal grafico risulta evidente come Banca IFIS, nel corso degli ultimi cinque anni, abbia registrato un importante aumento in termini di turnover, pari al 65%. Questo dato è inoltre in linea con quelli mondiali e italiani che ci confermano ulteriormente come il mercato del factoring sia in espansione. Outstanding Banca IXis € 2.500.000,00 € 2.000.000,00 € 1.500.000,00 € 1.000.000,00 € 500.000,00 € -­‐ 2009 Outstanding € 1.726.228,00 2010 2011 2012 € 2.063.014,00 € 2.122.981,00 € 2.352.274,00 In linea con l’andamento del turnover, anche l’outstanding di Banca IFIS risulta essere in crescita. Nel grafico che segue viene analizzato più nel dettaglio l’outstanding di Banca IFIS, suddiviso in operazioni pro soluto e pro solvendo. 25 Pro Soluto vs Pro Solvendo Pro soluto Pro solvendo € 1.800,00 € 1.600,00 € 1.400,00 € 1.200,00 € 1.000,00 € 800,00 € 600,00 € 400,00 € 200,00 € -­‐ 2009 2010 2011 2012 Esaminando il grafico, è possibile notare come il trend di operazioni pro soluto e pro solvendo realizzate da Banca IFIS negli ultimi quattro anni non rispecchi l’andamento del mercato nel suo complesso. Infatti, sul Monte Crediti totale di Banca IFIS, a differenza dei dati medi di mercato, pesano maggiormente le operazioni realizzate secondo la modalità pro solvendo. La clientela target di Banca IFIS sono le PMI alle quali interessa maggiormente la componente finanziaria (anticipazione delle fatture cedute) piuttosto che la componente di garanzia. Inoltre dal raffronto del grafico oggetto di analisi con quello relativo al mercato nel suo complesso, si evince che, se a livello nazionale le operazioni pro soluto fanno registrare una crescita negli ultimi anni, per quanto riguarda Banca IFIS queste decrescono nello stesso periodo. Banca IFIS con la sua divisione Banca IFIS International è uno dei principali player italiani nel factoring internazionale. Paragonando Banca IFIS International ai suoi maggiori competitors, questa si caratterizza per aver una penetrazione diretta in mercati esteri strategici. Infatti Banca IFIS International può vantare una presenza diretta in India, Polonia, Romania e Ungheria. Altra caratteristica comune a non tutti i competitor è quella di porsi non solo come intermediario nelle operazioni di factoring ma anche quella di accompagnare le aziende Italiane verso nuovi mercati e sostenere le loro esigenze operative legate alle problematiche dell’esportazione. La presenza diretta della banca in loco nei diversi Paesi esteri permette una maggior conoscenza del mercato e quindi una miglior consulenza strategica. Elemento importante non è solo il factoring alle esportazioni ma anche il factoring alle importazioni. Questo aiuta le aziende estere che operano in Italia offrendo la gestione e la garanzia contro il rischio d’insolvenza e il finanziamento dei crediti. Se invece la controparte è 26 un corrispondente Factor Chain International il finanziamento dei crediti non viene di norma preso in considerazione. Composizione percentuale del Turnover del Factoring 5,70% 14,30% Nord Italia Centro Italia 54,70% 25,30% Sud Italia Estero In conclusione si vuole dare una chiave di letture alla continua crescita del factoring in relazione alle caratteristiche dell’economia italiana. In particolare si vuole evidenziare il reale sostegno che questa tecnica è in grado di dare alle imprese pubbliche e private nella loro gestione dei debiti e crediti commerciali che nel corso degli ultimi esercizi hanno attraversato una crisi economico-­‐finanziaria. Infatti il fabbisogno finanziario, soprattutto di breve periodo, di molte imprese è aumentato a causa dell’allungamento dei tempi di pagamento nelle transazioni commerciali, arrivando a sfiorare i 105 giorni. Contestualmente a questo problema è cresciuta inoltre la quota di crediti commerciali regolata oltre la scadenza, con ritardi che si estendono sino ai due mesi. Elemento tipico del sistema economico italiano è il mancato rispetto dei tempi di pagamento da parte delle Pubbliche Amministrazioni alle aziende con tempi medi doppi rispetto alla clientela privata. Questo fenomeno sta assumendo un carattere patologico che ha quindi favorito, attraverso operazioni di anticipo fatture, il settore del factoring al fine di una sopravvivenza del tessuto economico italiano. 27 BANCA IFIS: IL FUNDING ATTRAVERSO I TITOLI DI STATO In questa sezione del paper si vuole esaminare l’esposizione di Banca IFIS in Titoli di Stato italiani, approfondendo le politiche d’investimento e le strategie sottostanti. Per meglio analizzare questa importante voce di bilancio è stato contattato il tesoriere di Banca IFIS, Dott. Gabriele Giubilato, il quale ci ha spiegato l’origine e l’evoluzione del portafoglio titoli della banca. Si è deciso di dedicare una sezione apposita di questo paper al portafoglio Titoli di Stato in quanto hanno rappresentato un importante driver di crescita negli ultimi due anni. Inoltre, riteniamo che questa sia una sezione fondamentale per analizzare la banca, in quanto rispetto ai principali istituti di credito italiani è proporzionalmente più esposta. Infatti, considerando il totale attivo di 8 miliardi, Banca IFIS ha un’esposizione su Titoli di Stato per 5 miliardi (62%) mentre Unicredit, con un attivo di 431 miliardi nel 2012 è esposta per 29 miliardi ovvero il 7%, Intesa con 90 miliardi su 648 (che rappresenta circa 13,5%) e il Banco Popolare con 13 miliardi su 132 (pari al 10%). Esposizione in Titoli di Stato/Totale Attivo Titoli di Stato 100% 80% 60% 40% 63% 20% 0% 7% Unicredit 14% 10% Intesa Banco Popolare Banca IFIS Di seguito si procede nell’analizzare le motivazioni che hanno portato alla decisione di creare un portafoglio di Titoli di Stato talmente ingente. Il portafoglio titoli nasce da un’evoluzione delle necessità di funding della banca. Fino al 2007-­‐
2008, Banca IFIS non aveva un portafoglio di titoli e si finanziava utilizzando principalmente il 28 canale interbancario. Con canale interbancario s’intende il mercato di prestiti tra banche che, attraverso una piattaforma, in Italia la piattaforma E-­‐Mid, si prestano reciprocamente denaro, tramite depositi vincolati, su periodi fissi, dall’overnight all’anno. L’interbancario fino al 2007 era un mercato abbastanza liquido ma, a seguito dell’esplosione della crisi, si ridimensionò quasi totalmente. Infatti, se prima della crisi il mercato interbancario muoveva giornalmente in Italia circa 45 miliardi, oggi muove meno di 2 miliardi di Euro, quasi solo esclusivamente su base overnight. Vista la contrazione del mercato interbancario, Banca IFIS iniziò a chiedersi come fare funding, fino a quando l’allora Amministratore Delegato decise di aprire un conto on line, Rendimax, riuscendo quindi così ad avere quattro miliardi di liquidità. Raccolta quindi tale somma, si pose il problema di come utilizzare i fondi ricevuti tramite il conto online, in eccedenza rispetto alle esigenze della banca. Decisero così di creare per la prima volta un portafoglio titoli, nato inizialmente come Titoli obbligazionari bancari italiani. Questa scelta è stata dettata dal fatto che Titoli obbligazionari bancari sono rifinanziabili sia tramite operazioni pronti conto ermine con Investment Banks, sia tramite operazioni repo stanziando i titoli presso la BCE. Questo portafoglio raggiunse consistenza di 500milioni di Euro nell’aprile 2009. In quel periodo non era interessante investire in Titoli di Stato, a causa dei rendimenti tendenti a zero o addirittura negativi. I Titoli bancari che Banca IFIS deteneva in portafoglio avevano caratteristiche ben definite. Erano infatti titoli: •
Con scadenza da 3 a 5 anni; •
Floater, in modo che Banca IFIS potesse non utilizzare derivati per proteggersi dal rischio tasso; •
Con rendimento tra gli 80-­‐120 bps sopra il tasso Euribor a 3 mesi. Sul finire del 2009 il sistema politico economico iniziò a mutare nuovamente in modo sfavorevole. Se infatti ad aprile le borse ripresero, facendo quindi sperare nell’uscita dalla recessione, a fine anno si ripresentò una nuova crisi, totalmente nuova per l’Europa. Iniziò così, con la Grecia, la crisi del debito sovrano, che portò all’aumento dei rendimenti dei Titoli di Stato dei Paesi periferici. Nel 2010-­‐2011 l’azione congiunta del downgrade inflitto a tutti i Paesi periferici e, per quanto riguarda l’Italia, della forte instabilità politica, portò lo spread dei Titoli di Stato italiani rispetto ai Bund tedeschi a dieci anni a 550bps e il rendimento dei BOT al 6% (ricordiamo che adesso il rendimento medio di un BOT a un anno si attesta sotto l’1%). Ad inizio 2012, con i primi segni di miglioramento per l’Italia, Banca IFIS iniziò ad aumentare l’esposizione in Titoli di Stato, arrivando ad avere un portafoglio pari a 3 miliardi di Euro, con 29 rendimenti molto interessanti. Da qual momento in poi, l’investimento in Government Bond continuò ad aumentare, fino ad arrivare a fine 2013 ad essere pari a 8,4 miliardi di Euro. Il portafoglio Titoli di Stato (che a Novembre 2013 è pari a 8,4 miliardi di Euro) aveva, ed ha tutt’oggi, alcune caratteristiche fondamentali: •
E’ tendenzialmente a breve termine; •
Per la parte meno a breve, i titoli sono Floater, in modo da neutralizzare il rischio tasso. Banca IFIS così, non essendo esposta a tale rischio, è libera di non entrare in swap. Non ha titoli a medio termine con tasso fisso e non pensa di averne in futuro: avrebbe così un rischio tasso, e dovrebbe quindi utilizzare strutture di copertura tramite derivati, più problematici nella gestione. Per quanto riguarda il rischio di credito decide di non coprirsi, pensando che se l’Italia defaultasse, ipotesi tra l’altro in cui Banca IFIS non crede, il problema non sarebbe più bancario sistemico in cui passerebbe in secondo piano l’eventuale problema della perdita su Titoli di Stato. Facendo un’analisi di questa strategia a posteriori, si è dimostrata una scelta vincente. Se infatti Banca IFIS si fosse coperta dal rischio default Italia tramite CDS, avrebbe perso una parte importante di margine; •
La duration del portafoglio Titoli di Stato ad oggi è bassissima, pari a 8 mesi. Questa scelta è dettata dal fatto che Banca IFIS, come il resto delle banche italiane, è soggetta a stress test da Banca d’Italia; •
La vita media residua ponderata è pari a 2 anni. Composizione del portafoglio titoli per scadenze 3% 11% 28% Fino a 3 mesi 3-­‐6mesi 21% 6mesi-­‐1anno 1-­‐2anni 2-­‐5anni 37% 30 Analizzate quindi le motivazioni che hanno spinto Banca IFIS ad investire in Titoli di Stato e le principali caratteristiche del suo portafoglio Titoli, cerchiamo ora di indagare le metodologie con cui Banca IFIS si rifinanzia nell’acquisto di Government Bond. Tendenzialmente, Banca IFIS si rifinanzia per il 90% facendo ricorso al mercato pronti contro termine tramite la piattaforma MTS, Mercato Titoli di Stato, in cui operano le principali banche europee. Questa scelta è dettata dal fatto che l’alternativa principale sarebbe il rifinanziamento tramite repo con la BCE, ma considerando l’ultimo periodo, i tassi non sono stati favorevoli. Osservando infatti i tassi in questo momento, non sempre è conveniente utilizzare i pronti contro termine piuttosto che i Repo, o viceversa. Il tasso Overnight sul mercato MTS è pari a 0,02%. Ciò significa che, su un nozionale di 100 milioni di Euro, si pagano interessi pari a circa 55 Euro. Il tasso per finanziamenti settimanali è di 0,09%, mentre quello mensile è dello 0,35%. Rivolgendosi alla BCE, però, ci si può finanziare, indipendentemente dalla scadenza, allo 0,25%. E’ chiaro quindi che, in base alla situazione dei tassi attuale, non sia conveniente finanziarsi ad un mese tramite pronti contro termine e che quindi Banca IFIS, come ci è stato confermato dal Dott. Giubilato, si stia finanziando tramite BCE. Scadenza Tasso MTS Tasso BCE Overnight 0,02% 1 settimana 0,09% 1 mese 0,35% 0,25% E’ importante però fare una precisazione: i dati presentati sono relativi ai primissimi giorni di dicembre. La scadenza del 31 dicembre è una scadenza tecnica in cui le banche che sono solite erogare finanziamenti ad altri istituti finanziari preferiscono non prestare perché vogliono evitare di gonfiare i propri bilanci. È normale quindi a fine anno sia difficile o oneroso per Banca IFIS finanziarsi tra la fine dell’esercizio e l’inizio di quello successivo. Fino a metà novembre, Banca IFIS non utilizzava il finanziamento tramite BCE, se non per una parte limitata di portafoglio, pari a 500 milioni relativa alla Long Term Financial Operation, operazione lanciata dalla BCE nel 2011 e che è tutt’ora presente nel portafoglio della banca. In questo momento, a causa delle motivazioni sopra esposte, Banca IFIS ha quindi aumentato il suo finanziamento tramite BCE, arrivando a finanziarsi per un importo totale di 2 miliardi di Euro. E’ importante ora capire come sono iscritti a bilancio i Titoli presenti nel portafoglio di Banca IFIS. 31 In linea teorica, i Titoli di Stato possono essere iscritti in 3 modi diversi nel bilancio di una banca: •
HTM (Held To Maturity): sono titoli iscritti a Stato Patrimoniale che devono essere obbligatoriamente portati fino a scadenza. In caso di perdita, questa impatta sul capitale regolamentare; •
HFT (Held For Trading): sono titoli iscritti a Stato Patrimoniale, le cui perdite impattano direttamente sul conto economico dell’intermediario; •
AFS (Available For Sale): sono titoli iscritti a Stato Patrimoniale che, come dice il nome, sono disponibili per la vendita. In caso di perdita, questa impatta direttamente a patrimonio di vigilanza. A novembre 20136, con un portafoglio pari a 8,4 miliardi di Euro, Banca IFIS ha iscritto in HTM 5,9 miliardi, mentre in AFS i restanti 2,5 miliardi. Entrando più nello specifico, i titoli iscritti in AFS sono quelli con vita residua inferiore o al massimo pari all’anno. Sono quindi Bot, i CTZ o BTP comprati dopo l’emissione. La parte più cospicua di portafoglio, costituita da CCT floating, è invece iscritta in HTM in quanto Banca IFIS tiene effettivamente quei titoli in portafoglio fino alla scadenza. La filosofia di Banca IFIS è infatti abbastanza particolare: da quando ha creato un portafoglio titoli, è stata quasi esclusivamente compratrice, senza praticamente mai vendere nulla dal suo portafoglio. E’ questo un modo di operare molto diverso da quello di altre banche italiane, che sono solite fare trading. Si può così definire Banca IFIS come una Bond Holder in quanto quando comprava un titolo le è sempre stato chiaro che lo avrebbe tenuto fino a scadenza. Questa strategia si è eccellente: se infatti avesse fatto trading avrebbe perso una parte cospicua del suo margine, a causa soprattutto dei costi di transazione. Ci si è domandati, per concludere, quali fossero le strategie future di Banca IFIS relativamente all’investimento in titoli. In questo momento il portafoglio di Government Bond ha raggiunto la dimensione massima che la banca si era prefissata all’inizio dell’operazione. Banca IFIS, quindi, non prevede di aumentare ulteriormente la propria esposizione. Inoltre, in questo momento, il CCT con scadenza novembre 2018 (5 anni) offre uno yield pari al 2%, un rendimento sensibilmente minore del rendimento medio del portafoglio. Anche per questa ragione, la banca non crede di implementare ulteriormente il portafoglio. Infine, Banca IFIS non crede sia possibile tornare ad investire nel settore obbligazionario bancario. Rispetto a quando Banca IFIS investiva nell’obbligazionario, nel 2009, infatti, il settore bancario italiano ha subito un fortissimo impatto negativo a livello di downgrade. I titoli emessi 6 I seguenti dati aggiornati sono stati forniti durante la conference call con il Dott Giubilato 32 dalle banche, quindi, non sono più stanziabili in BCE. Inoltre, se nel 2009 i titoli obbligazionari bancari assorbivano capitale pari al 20%, oggi hanno un diverso, maggior, assorbimento di capitale, pari al minimo del 50% in base al rating7. Fin quando la situazione economico-­‐finanziaria non cambierà offrendo yield su Titoli di Stato inferiori a quelli a cui ci si è abituati negli ultimi anni, Banca IFIS immagina di continuare ad avere un portafoglio di Government Bond a medio/breve periodo abbastanza significativo. Ciononostante, il trend ribassista fatto segnalare di recente dai rendimenti potrebbe far cambiare la strategia della banca in merito a questa asset class riducendo nel tempo la propria esposizione. Caratteristiche principali del portafoglio titoli di Banca IFIS: Duration 8 mesi Vita media ponderata 2 anni Ammontare totale 8,4 miliardi € Ammontare iscritto in HTM 5,9 miliardi € Ammontare iscritto in AFS 2,5 miliardi € Floater o Fix? Fix a breve, Floater a medio Copertura da rischio tasso? No Copertura dal rischio Paese? No Finanziamento Prevalentemente su MTS 7 L’assorbimento di capitale di un bancario varia in funzione del rating dell’emittente. L’assorbimento minimo è del 20% (e non del 50 come da noi dichiarato), ma sul mercato non si trovano istituti di credito con rating talmente alto da permettere un assorbimento di capitale pari al 20%. 33 NOT PERFORMING LOANS I crediti iscritti nel bilancio di una banca non sono sempre totalmente esigibili. Per questo, vengono divisi in due categorie: •
In bonis; •
Di difficile esigibilità. I crediti di difficile esigibilità si distinguono a loro volta in due categorie: •
Incagli; •
Sofferenze o Not Performing Loans. Gli incagli sono rappresentati da crediti la cui controparte sta vivendo una situazione di temporanea difficoltà. A differenza dei not performing loans, sono recuperabili e richiedono quindi accantonamenti a riserva per il rischio inferiori. Fanno parte degli Incagli tutti gli inadempimenti superiori ai 270 giorni o quelle situazioni in cui la somma degli scaduti supera gli affidamenti in misura almeno del 10%. Le sofferenze o Not Performing Loans (prestiti non performanti) sono attività che non riescono più a ripagare il capitale e gli interessi dovuti al creditore. Si identificano in tutti quei crediti la cui riscossione non è certa, in quanto i soggetti debitori attraversano uno status di persistente instabilità patrimoniale e finanziaria. Come conseguenza a questa particolare tipologia di crediti, gli intermediari creditizi accantonano delle riserve in proporzione al credito, al rischio e alla sua condizione. Le riserve saranno quindi di importo monetario maggiore rispetto a quelle destinate alla copertura degli Incagli. Not performing loans 14,00% 13,30% 12,00% 10,00% 8,00% 6,00% 4,00% 2,00% 0,00% 34 Come si nota dal grafico soprastante il mercato dei Not Performing Loans a dicembre 2012 è pari al 13% dei crediti erogati ai privati in Italia. Questo dato conferma la potenzialità di questo business che potrebbe permettere a banca IFIS di implementare il proprio margine d’intermediazione. Per sorvegliare il rischio a livello sistemico la Banca d’Italia ha creato la Centrale dei Rischi, un database nel quale confluiscono tutte le posizioni debitorie di ogni soggetto nei confronti degli intermediari finanziari, permettendo così di controllare la solvibilità dei clienti e la loro esposizione complessiva. Banca IFIS opera in questa Area di Business da quando, attraverso l’OPA conclusasi nel 2011, ha acquisito Toscana Finanza, azienda italiana attiva nella acquisizione pro soluto e nella gestione crediti di difficile esigibilità. Ad oggi il portafoglio di Banca IFIS comprende oltre 500.000 posizioni acquistate da società più grandi dette Originator. Tali portafogli vengono acquistati al 2-­‐3% del valore nominale e costituiscono la base del lavoro di recupero che viene svolto attraverso la rete di professionisti presenti in CrediFamiglia, la nuova realtà di Banca IFIS creata per la risoluzione dei debiti finanziari. Analizzando più nel dettaglio la tipologia di Not Performing Loans, questi sono crediti al consumo e quindi debiti per l’acquisto di beni come auto, elettrodomestici e spese di varia natura (non immobili). Gli strumenti utilizzati per l’estinzione del debito sono i piani di rientro e le transazioni. I piani di rientro prevedono un graduale rimborso a rate costanti. Tale piano è garantito dalla sottoscrizione di effetti cambiari che rappresentano un’assicurazione, in quanto in caso di insolvenza il creditore può predisporre un’immediata azione giudiziaria nei confronti del firmatario. Le transazioni, comunemente chiamate anche stralci, sono invece un accordo tra creditore e cliente nel quale si concorda in via bonaria il rientro del debito. Più specificatamente è previsto un abbattimento degli interessi maturati ed eventualmente anche parte del capitale uniti ad una dilazione dei tempi di pagamento. La crescita di questa Area di Business all’interno di Banca IFIS è dovuta ai benefici che l’acquisto di Not Performing Loans porta sia ai i soggetti debitori, che attraverso un piano di rinegoziazione possono migliorare la propria posizione finanziaria, sia agli originators, i quali vedono migliorare i propri indici di vigilanza attraverso la monetizzazione del credito ceduto che permette così un abbattimento dei costi di gestione e, più in generale, una “pulizia del bilancio”. 35 CONCLUSIONI L’analisi del modello di business effettuata sulle principali aree strategiche di Banca IFIS ci ha permesso di entrare in contatto con la realtà del Gruppo e di elaborare quindi alcune considerazioni. In primo luogo, facendo un’analisi critica, ci si può domandare quale possa essere il futuro di Banca IFIS, in relazione al fatto che la crescita esponenziale dell’ultimo biennio è stata trainata non tanto dalle attività core della Banca, quanto principalmente dall’investimento in Titoli di Stato, che contribuisce alla formazione del margine d’interesse con 93milioni sui 145milioni totali. A causa di una minore esposizione in Titoli di Stato, il margine di intermediazione potrebbe diminuire. In questo caso sarà necessario per Banca IFIS indentificare una nuova area di business in cui poter investire per riuscire a sostenere i costi, che negli ultimi anni sono esplosi. Se non dovesse essere in grado di trovare un’altra area in grado di generare interessi adeguati alla copertura dei costi, o meglio sfruttare aree di business già presidiate, sarà costretta a ridimensionare la sua struttura. Per quanto riguarda il factoring, in questi anni ha visto una crescita significativa, sia a livello mondiale sia considerando il nostro Paese. Anche Banca IFIS, che come gruppo Bancario è il primo operatore indipendente in Italia nel factoring e settimo tra tutti gli istituti specializzati in questo strumento, ha registrato una notevole crescita in termini di turnover. Ciononostante, l’attività core della Banca rappresenta solo una piccola parte dell’attivo, testimoniando ancora una volta come la recente crescita del Gruppo non sia conseguenza del core business. La prossima opportunità da cogliere sul factoring sarà il factoring international, affiancando le aziende italiane che vogliono esportare i nuovi in mercati attraverso la gestione del credito ed eliminando il rischio di insolvenza? In ultimo, il business dei Not Performing Loans. E’ in forte crescita e, visto il momento di crisi che l’Italia sta attraversando, è un’ottima occasione di sviluppo. Il margine di interesse derivante dal business NPL è passato, tra il 2011 e il 2012 da 11,51 milioni di Euro a 22,37 milioni di Euro. Anche in questo caso, Banca IFIS, tramite crescita esterna, è stata in grado di sfruttare nel modo più profittevole possibile un’opportunità che si è presentata sul mercato. Da quanto sopra esposto, è evidente Banca IFIS sia un operatore capace di sfruttare al meglio le opportunità del mercato, riuscendo ad ottimizzare i tempi ed anticipando le eventuali strategie dei competitors. Questa caratteristica è sicuramente influenzata dalla struttura particolarmente flessibile del Gruppo, che permette di riorganizzarsi e adeguarsi alle esigenze per poter rispondere alle opportunità presenti sul mercato. 36 BIBLIOGRAFIA e SITOGRAFIA Munari Luciano, Strumenti finanziari e creditizi. Dai bisogni alle soluzioni. 2006, McGraw-­‐Hill Nadotti, Porzio, Previati, Economia degli intermediari finanziari. Milano: McGraw-­‐Hill, 2013. ABI: www.abi.it Assifact: www.assifact.it Banca IFIS: www.bancaifis.it Borsa Italiana: www.borsaitaliana.it Banca Intesa: www.intesasanpaolo.com Banco Popolare: www.bancopopolare.it Credifact: www.portalefactoring.it Factor Chain International: www.fci.nl Unicredit: www.unicredit.it 37