49. “Paradiso perduto” di Henry Miller (1954)

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49. “Paradiso perduto” di Henry Miller (1954)
49. “Paradiso perduto” di Henry Miller (1954)
Un nuovo acquisto nella mia Rosa di Autori. Un grande, illustre acquisto.
Un autore che conosce la vita del barbone e porta avanti la sua carriera sulla corrente “beat”,
colpevole (insieme ad altri) di aver rivoluzionato i costumi degli Stati Uniti della metà del
Novecento. Come molte opere risalenti alla corrente pre-hippy e urban-avventuriera, anche i libri di
Miller hanno provocato scandalo su entrambe i lati dell’Oceano Atlantico; il bello, però, è che molti
di questi hanno una forte componente autobiografica.
La trama, in sintesi: Henry Miller, a Parigi, conosce e frequenta un elemento assolutamente curioso,
certo Moricand. Affascinante per i suoi modi, per la sua cultura e per la sua intelligenza, Moricand è
un perfetto signore parigino caduto in due inferni comunicanti: la malasorte finanziaria e il
completo disinteresse per il lavoro. Essendo un astrologo di buone capacità, amante del demoniaco
e dell’occulto ed individuo pieno di fisime e manie, infatti, egli pretende di fare la vita agiata degli
uomini di cultura vivendo alle spalle dei conoscenti e degli amici. Ovviamente tutti lo sganciano
come una merda puzzolente, perché nessuno al mondo è così furbo da fregare regolarmente sempre
le stesse persone.
Ma Miller, anarchico figlio del sole, non si tira indietro (Miller è già uno scrittore con un certo
seguito e può permettersi di allungare regolarmente qualcosa a Moricand senza batter ciglio).
Poi arriva la seconda guerra mondiale e i due si perdono di vista.
Si ritrovano dopo la guerra, quando, nella sua casa di Big Sur, California, Miller riceve una lettera
di Moricand che chiede pietosamente aiuto; egli ora vive in Svizzera e la sua condizione è
assolutamente disperata. L’idea: Miller lo invita a vivere con sé e la sua famiglia. Grosso errore.
Moricand arriva, mantiene le pretese e le abitudini da signore che ha sempre avuto, si rifiuta di
imparare l’inglese, si fa mantenere completamente da Miller e vive nella stanza che questi ha
preparato per lui come farebbe un pipistrello. La vita di Miller diventa molto difficile, anche i suoi
amici gli consigliano di allontanare Moricand che ritengono assolutamente insopportabile.
Un finale prevedibile ma notevolmente narrato. Quasi epico.
Un libro triste, amaro, ironico, cazzone, a volte divertente, assolutamente molto originale ed al
contempo semplice nei messaggi; un gran libro.
Parola di LordCasco