Materiale formativo - burnoutintervention.eu
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Elisabeth Frankus Tanja Wehr Maren Satke Materiale formativo Questa pubblicazione è un prodotto di BOIT (502360-LLP-1-2009-1-AT-LEONARDO-LMP). Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione europea. L’autore è il solo responsabile di questa pubblicazione e la Commissione declina ogni responsabilità sull’uso che potrà essere fatto delle informazioni in essa contenute. Parte 1: Materiale formativo CONTENUTI Numero di partecipanti Durata dell’attività 2 WORKSHOP 1: DEFINIZIONE DI BURNOUT................................................................................................................................. 1.1.1.1 INTRODUZIONE AL CORSO........................................................................................................................................ 1.1.1.2 CONOSCERSI............................................................................................................................................................. 1.1.2.1 COS’E’ IL BURNOUT E COME SI RICONOSCE?.......................................................................................................... 1.1.2.2 ELENCA LE TUE IDEE RELATIVE AL BURNOUT.......................................................................................................... 1.1.3.1 IDENTIFICARE LE DIFFERENZE TRA STRESS E BURNOUT........................................................................................ 1.2.1.1 CARATTERISTICHE DELLE PROFESSIONI CHE FAVORISCONO IL BURNOUT............................................................ 1.2.1.2 LAVORI AD ALTO RISCHIO BURNOUT........................................................................................................................ 1.2.2.1 CARATTERISTICHE OCCUPAZIONALI CHE POSSONO FAVORIRE IL BURNOUT......................................................... 1.2.3.1 CONDIZIONI PERSONALI CHE POSSONO FAVORIRE IL BURNOUT............................................................................ 3 3 4 5 7 8 9 11 12 13 WORKSHOP 2: SEGNALI, EFFETTI E CONSEGUENZE DEL BURNOUT......................................................................................... 2.1.1.1 IDENTIFICARE GLI EFFETTI TIPICI DEL BURNOUT SULL’AZIENDA, A LIVELLO PERSONALE E INTERPERSONALE... 2.1.1.2 IDENTIFICARE I DIVERSI LIVELLI DELLE CONSEGUENZE COLLEGATE AI DIVERSI EFFETTI DEL BURNOUT............ 2.2.1.1 AFFRONTARE IL BURNOUT NELLA VALUTAZIONE DELLO STAFF: IMPARARE DAGLI ALTRI...................................... 2.2.2.1 DOMANDE ADEGUATE SUL BURNOUT PER LA VALUTAZIONE DEL PERSONALE...................................................... 2.3.1.1 IDENTIFICARE I SINTOMI CARATTERISTICI DEL BURNOUT....................................................................................... 2.3.2.1 VISIBILITA’ DEI SINTOMI DEL BURNOUT A LIVELLO INDIVIDUALE............................................................................ 2.3.3.1 SINTOMI DI BURNOUT NEL TEAM E A LIVELLO ORGANIZZATIVO: VISIBILITA’, RESPONSABILITA’ E COMPETENZE NECESSARIE.............................................................................................................................................................. 2.3.4.1 AFFRONTARE IL BURNOUT ALL’INTERNO DI UN TEAM E NEI CONFRONTI DEL PROPRIO SUPERIORE................... 16 16 17 20 21 22 26 WORKSHOP 3: PREVENZIONE/STRATEGIE D’INTERVENTO RELATIVE AL BURNOUT................................................................. 3.1.1.1 INTERVENTO E PREVENZIONE: CONCETTI................................................................................................................ 3.1.2.1 ESSERE CONSAPEVOLI DELLE PROPRIE RISORSE E DEI PROPRI LIMITI................................................................. 3.2.1.1 INFLUENZA SUL BURNOUT DA PARTE DELL’ORGANIZZAZIONE............................................................................... 3.2.1.2 MAPPA CONCETTUALE PER DEFINIRE IL BISOGNO DI MIGLIORARE........................................................................ 3.2.1.3 DEFINIRE LE RESPONSABILITA’................................................................................................................................. 3.3.1.1 INFLUENZA DEL TEAM SUL PROCESSO DI BURNOUT............................................................................................... 3.3.2.1 RISORSE E LIMITI NEL TEAM NEI CONFRONTI DEL PROCESSO DI BURNOUT......................................................... 3.3.3.1 TCI – INTERAZIONE INCENTRATA SUL TEMA............................................................................................................ 3.3.4.1 ELEMENTI FONDAMENTALI A LIVELLO INDIVIDUALE, DI TEAM ED ORGANIZZATIVO: UN GIOCO DI RUOLO............ 3.3.5.1 WORKSHOP FUTURO (ZUKUNFTSWERKSTATT)......................................................................................................... 3.3.5.2 STRATEGIE PER PORTARE LA TEORIA ALLA PRATICA............................................................................................... 33 33 34 36 37 39 40 41 43 45 50 51 29 31 WORKSHOP 1: DEFINIZIONE DI BURNOUT Risorse/Allegati Allegato 1: Dispensa dei contenuti del corso Workshop 1 2–15 10 Minuti Scopo Prima dell’inizio del corso il formatore discute la tematica del corso e le attività chiave. Obiettivi ■■ Capire la struttura ed i contenuti della formazione ■■ Conoscere gli argomenti chiave, e discutere i bisogni o gli interessi particolari dei partecipanti ■■ Comprendere il processo di valutazione del corso Metodologia di formazione Presentazione ■■ Accessori ■■ Stampa dell’allegato Descrizione dell’attività Il formatore presenta i contenuti ai partecipanti, spiega i differenti workshop ed il processo di valutazione del corso. Chiede ai partecipanti se sono interessati ad argomenti particolari o se nell’agenda dei lavori c’è qualche carenza. Suggerimenti per il formatore Il formatore dovrebbe leggere l’introduzione alla formazione e al processo di valutazione. ■■ Riassunto dell’attività Il formatore presenta i contenuti del corso e introduce il processo di valutazione. Definizioni, rischi e impatti Apprendere gli obiettivi del workshop 1: Capire il processo di burnout ■■ Dare una definizione comune di burnout ■■ Riconoscere i segnali e i sintomi del burnout ■■ Capire la differenza tra stress e depressione ■■ Comprendere gli effetti del burnout in relazione a: Comportamento generale nei confronti del lavoro Cambiamenti nei comportamenti all’interno del team Costi e altri impatti sull’azienda ■■ Capire il gruppo target e le professioni ad elevato rischio di burnout ■■ Capire il ruolo della vita privata sul rischio di burnout ■■ Parte 1: Materiale formativo 1.1.1.1 INTRODUZIONE AL CORSO Workshop 2 Segnali, sintomi e fasi Obiettivi di apprendimento nel workshop 2: Comprendere i segnali tipici del burnout ■■ Capire le responsabilità in caso di burnout ■■ Workshop 3 Strategie di intervento e prevenzione Obiettivi di apprendimento nel workshop 3: Conoscere le varie strategie di prevenzione ed intervento ■■ Riconoscere le aree di un possibile cambiamento in azienda ■■ Apprendere come trasferire queste conoscenze in base alla propria situazione ■■ Chiarimenti sulle possibilità di ciascun partecipante (incluso uno strumento per il cambiamento del processo) ■■ 3 Workshop 4 1.1.1.2CONOSCERSI Parte 1: Materiale formativo Sviluppo aziendale e suggerimenti per eventuali cambiamenti ■■ ■■ Applicazione della conoscenza Riflessione sui cambiamenti in azienda Metodo: La formazione è mista, sessioni faccia a faccia integrate da informazioni fornite tramite un sistema di gestione dell’apprendimento. Valutazione: Oltre a fornire tutti i contenuti relativi al tema del burnout verrà anche svolta una valutazione che permetterà il rilascio di un certificato di LIVELLO 5. 2–15 30 Minuti Scopo Generalmente un gruppo di persone provenienti da aziende diverse, che non hanno partecipato insieme ad attività di formazione continua, alcune volte ha delle limitazioni nel condividere le idee, i problemi relativi al proprio ambiente personale o lavorativo. I partecipanti, quindi, hanno bisogno di conoscersi meglio e di conoscere anche i rispettivi ambienti di lavoro. Obiettivi Conoscersi tra loro e creare il gruppo di lavoro ■■ Creare una buona atmosfera nell’ambito del workshop ■■ Allegato 2: Materiale di valutazione Metodologia di formazione Lavoro di gruppo ■■ Lavoro in coppia ■■ Accessori Carta ■■ Penna ■■ Descrizione dell’attività Il formatore chiede ai partecipanti di creare gruppi di 3 o 4 persone. Questo/a distribuisce le domande dell’allegato e le legge ad alta voce per evitare fraintendimenti. Nella fase successiva, i partecipanti risponderanno a turno alle domande mentre gli altri membri del gruppo scriveranno le risposte. Ogni persona intervistata può decidere di non rispondere a tutte le domande. 4 Suggerimenti per il formatore ■■ L’insegnante dovrebbe essere consapevole dell’emotività di alcuni partecipanti; ■■ Il formatore dovrebbe essere consapevole che l’intervista può a volte entrare nella sfera personale e non limitarsi alla sfera lavorativa. Riepilogo dell’attività Quest’attività è un rompighiaccio per i partecipanti i quali hanno la possibilità di conoscersi l’un l’altro scambiandosi informazioni generali su loro stessi e sulle loro vite aumentando la loro consapevolezza sui diversi ambiente di lavoro e sui problemi esistenti, se ce ne sono. Risorse/Allegati Domande: ■■ DATI PERSONALI: Come ti chiami?Dove vivi?Quanti anni hai? ■■ DOMANDE SUL PASSATO: Cosa volevi diventare quando eri più piccolo? ■■ DOMANDE RELATIVE AL LAVORO: dove lavori? Quale attività ami di più nel tuo lavoro? 1.1.2.1 COS’E’ IL BURNOUT E COME SI RICONOSCE? 2–15 20–30 Minuti Scopo I team leader ed i manager dovrebbero essere in grado di riconoscere le caratteristiche e gli indicatori del burnout al fine di prevenire il fenomeno all’interno del proprio team e del personale. La prevenzione del burnout impedisce il verificarsi di diverse situazioni problematiche nell’ambiente lavorativo e all’interno della squadra. Parte 1: Materiale formativo Alla fine di tutte le interviste i risultati saranno condivisi con tutto il gruppo e con il formatore. Obiettivi Sviluppare una consapevolezza nell’individuazione del burnout ■■ Divenire maggiormente sensibili nei confronti dei sintomi del burnout ■■ Metodologia di formazione ■■ Studio individuale ■■ Discussioni di gruppo Accessori Carta ■■ Penne ■■ Lavagna a fogli ■■ Evidenziatori ■■ Buste ■■ Metaplan Board ■■ Puntine ■■ Descrizione dell’attività Il formatore suggerisce un caso studio da analizzare: 5 Parte 1: Materiale formativo Ogni partecipante scriverà su un foglio se il caso studio è relativo al burnout o no, e se riconosce gli indicatori del burnout. I partecipanti inseriranno la loro risposta in una busta e la consegneranno al formatore. Il formatore ridistribuirà le buste ai partecipanti che leggeranno ad alta voce i commenti e esprimeranno il loro punto di vista. Il formatore stimolerà la discussione e cercherà di raggiungere un accordo all’interno del gruppo. Suggerimenti per il formatore Il formatore dovrebbe favorire la discussione ed incoraggiare i gruppi a discutere sui casi studio. Se i componenti del gruppo sembrano a loro agio è possibile saltare la fase delle buste e raccogliere i risultati su una lavagna ecc. Riepilogo dell’attività Quest’attività migliora le abilità dei partecipanti nel riconoscere e comprendere gli indicatori del burnout; Inoltre stimola i partecipanti a riflettere su cosa può prevenire il burnout (lavoro di squadra/condividere obiettivi/identificazione dei problemi e possibili soluzioni/distribuzione delle responsabilità) Referenze Documento teorico: 2.1.1, 2.1.2, 2.1.3 Risorse/Allegati Caso studio 1: Una donna di mezz’età ha due figli in età scolastica che vivono a casa. Oltre a questo deve prendersi cura di sua madre malata. Nel suo lavoro come project manager in una azienda deve affrontare delle richieste eccessive (soprattutto riguardo al tempo da dedicare al lavoro e alla pressione organizzativa). Ad ogni modo il suo ambiente familiare non le lascia abbastanza tempo per far fronte agli impegni di lavoro. Durante i ritagli di tempo deve 6 aiutare i bambini con i compiti, portarli a fare diverse attività extrascolastiche ed aiutare la mamma a cucinare e pulire. Inoltre inizia i giorni successivi con un livello di riposo insufficiente ed è sempre più irritata dalle richieste del lavoro. Infine inizia a staccarsi dal lavoro e dai colleghi così come dalla famiglia. Dopo un anno prende un congedo per malattia perché soffre di burnout. Caso studio 2: Il Sig. Smith è il proprietario di una piccola fabbrica con circa 10 dipendenti. Nel suo lavoro dipende molto dai suoi partner commerciali di lunga data con i quali condivide una stretta relazione a livello privato. Recentemente, i suoi partner commerciali non hanno fatto fronte ai loro debiti nei tempi stabiliti. Inoltre, la fabbrica ha avuto problemi finanziari. Il Sig. Smith si sente molto ferito e deluso dai partner. Dopo questi eventi il Sig. Smith sviluppa alcuni sintomi particolari. Si sente mentalmente esausto. Fa una grande fatica a fare qualsiasi cosa. Nonostante abbia preso un congedo di 4 mesi per malattia, non è ancora in grado di fare il suo lavoro perché si sente ancora molto stanco e ansioso. Nonostante normalmente sia molto socievole, tende ad evitare situazioni di socializzazione e diventa sempre più isolato dai parenti e dagli amici. Soffre anche di mal di testa occasionali e ha dolori al collo. Si sente senza potere e totalmente fuori controllo. 2–10 20 Minuti Scopo Condividendo esperienze personali, i capigruppo e i manager dovrebbero essere in grado di lavorare sulla conoscenza acquisita nelle precedenti sessioni (sessione 1.1.2.1). Dovrebbero riuscire a riportare esempi o situazioni reali verificatesi sul posto di lavoro collegate con il burnout e discutere su come esse possano aver un impatto sui risultati aziendali e sulle relazioni lavorative. Questi esempi verranno discussi dal gruppo al fine di rinforzare la percezione di cosa il bunout sia e non sia e di fornire un livello adeguato di comprensione per muoversi verso le fasi successive del corso. Obiettivi Capire cosa sia il burnout e cosa non sia ■■ Concordare una definizione comune di burnout e dei disordini associati (es. “Stress”). ■■ Quando i partecipanti non hanno più idee, il formatore insieme al gruppo discute ogni punto e fa una categorizzazione delle idee, concordandone con i partecipanti l’attinenza alla sindrome da burnout e stabilendo una definizione comune di burnout. Suggerimenti per il formatore ■■ Il formatore dovrebbe assicurare l’osservanza delle seguenti regole di etichetta es: limitare commenti e critiche fuori luogo sulle idee espresse dagli altri. ■■ le idee devono essere raccolte su una lavagna. ■■ Il formatore può sviluppare delle mappe mentali che stimolino processi associativi e creativi favorendo nuove idee. ■■ Il formatore dovrebbe avere familiarità con le definizioni comunemente accettate di burnout (vedi il documento teorico) e dovrebbe essere preparato a guidare il gruppo in questa direzione. Parte 1: Materiale formativo 1.1.2.2 ELENCA LE TUE IDEE RELATIVE AL BURNOUT Riepilogo dell’attività Quest’attività permette al gruppo di analizzare insieme problemi specifici, condividendo le proprie esperienze personali e la propria conoscenza. Il gruppo raggiungerà quindi una definizione comune di burnout che verrà utilizzata durante tutto il corso. Metodologia di formazione Brainstorming ■■ Accessori Lavagna con fogli girevoli ■■ Evidenziatori ■■ Descrizione dell’attività Il formatore invita i partecipanti del gruppo ad esprimere la loro idea e le loro esperienze relative al burnout, sia nel loro ambiente personale che nel loro ambiente di lavoro. 7 Parte 1: Materiale formativo 1.1.3.1 IDENTIFICARE LE DIFFERENZE TRA STRESS E BURNOUT 2–10 20–30 Minuti Scopo Stress, burnout e depressione vengono spesso utilizzati negli stessi contesti e le differenze non risultano chiare a tutti nonostante questi termini descrivano tre diverse situazioni. Conoscere e identificare le differenze tra questi tre fenomeni, così come ciò che li influenza è la chiave per prevenire il burnout. Obiettivi Accrescere la consapevolezza delle differenze tra stress e burnout ■■ Essere in grado di differenziare stress, burnout e depressione ■■ Metodologia di formazione ■■ Lavoro di gruppo Accessori ■■ Lavagna a fogli ■■ Pennarello ■■ Post-it/carte ■■ Lavagna e puntine Descrizione dell’attività I partecipanti formano gruppi di 4 persone. Ad ogni gruppo vengono dati dei fogli e un pennarello. Il formatore dà ai gruppi il compito di cercare alcune parole/caratteristiche che essi associano allo stress, al burnout o alla depressione e scrivere una parola per ogni foglio. 8 La seconda parte di questo esercizio consiste nella raccolta dei fogli e nel creare degli insiemi sulla lavagna. Il formatore prepara tre fogli intitolati “stress”, “burnout” e “depressione”. In gruppo, i partecipanti associano le parole sui fogli ai titoli. Il formatore deve essere consapevole che alcune parole sono probabilmente collegate a più di un titolo e il formatore deve essere consapevole delle parole/caratteristiche univoche per i tre diversi titoli. Ora il gruppo può discutere insieme e il formatore può distribuire il grafico dell’allegato e, se vuole, la descrizione ICD riguardo alla definizione medica sulla depressione e sul burnout. Suggerimenti per il formatore ■■ Il formatore potrebbe incontrare delle difficoltà se i partecipanti non riuscissero a distinguere gli indicatori di burnout e stress; in questo caso, dovrebbe facilitare il processo attraverso domande di riflessione (Quale è la definizione di stress? Quale è la definizione di burnout?) Dovrebbe anche preparare le definizioni per la propria conoscenza. ■■ Collegamento WHO http://www.who.int/classifications/icd/ icdonlineversions/en/: il formatore può cercare depressione e burnout e stampare gli estratti più rilevanti per i partecipanti. Riepilogo dell’attività Quest’attività ha lo scopo di facilitare e favorire la comprensione da parte dei partecipanti delle differenze tra stress da lavoro, burnout e depressione. Risorse/Allegati Allegato 1: Illustrazione grafica di stress, burnout e depressione. STRESS BURNOUT Metodologia di formazione ■■ Lavori in coppia ■■ Lavori di gruppo DEPRESSIONE § Ha bisogno di un terapista § Ha bisogno di medicinali E’ una malattia riconosciuta 1.2.1.1 CARATTERISTICHE DELLE PROFESSIONI CHE FAVORISCONO IL BURNOUT 2–10 Obiettivi ■■ Diventare consapevoli di particolari caratteristiche lavorative che possono promuovere il burnout ■■ Comprendere e individuare le caratteristiche lavorative che possono promuovere il burnout ■■ Riflettere sulla propria organizzazione 15–30 Minuti Scopo Ci sono specifiche caratteristiche professionali che possono favorire il burnout. Questo esercizio rende i partecipanti consapevoli che particolari situazioni lavorative possono intensificare il rischio che un membro dello staff soffra di burnout. Conoscere Parte 1: Materiale formativo e affrontare questo fattore di rischio può essere un buon punto di partenza verso la minimizzazione o l’eliminazione di questa eventualità all’interno di un’organizzazione o di un gruppo. Accessori Copie dell’allegato ■■ Lavagna a fogli ■■ Penne ■■ Descrizione dell’attività Il formatore chiede ai partecipanti di mettersi in coppie. Poi distribuisce il caso studio di Maslach e Leiter (allegato 1) e spiega ai partecipanti che devono prima leggere il testo da soli e poi sottolineare le carattaristiche riferite al lavoro che, secondo loro, favoriscono il burnout. Nella fase successiva i partecipanti scambiano i loro risultati nelle coppie e poi a tutto il gruppo. Il formatore prende appunti sulla lavagna. Alla fine della sessione il formatore distribuisce l’appendice 2 che descrive le caratteristiche del lavoro che favoriscono il burnout. Suggerimenti per il formatore ■■ Il formatore può preparare un ulteriore caso studio che contenga diverse caratteristiche lavorative che favoriscono il burnout 9 Il formatore può incoraggiare i partecipanti a scrivere i loro risultati sulla lavagna a fogli. ■■ Il formatore può chiedere ai partecipanti di riflettere sul loro ambiente lavorativo in relazione alle specifiche caratteristiche lavorative. Parte 1: Materiale formativo ■■ Riepilogo dell’attività I partecipanti riflettono sulle caratteristiche lavorative che favoriscono il burnout nell’ambito di un’organizzazione/gruppo con l’aiuto di un caso studio. Queste caratteristiche possono poi essere esaminate dai partecipanti in relazione al proprio ambiente personale e lavorativo. Referenze 1.Maslach, C., Leiter, M.P. (1997) The truth about Burnout, san francisco, Jossey Bass. 2.Maslach, C., Schaufeli, W. B. & Leiter, M. P. (2001). Job Burnout. In S. T. Fiske, D. L., Schachter & C. Zahn-Waxer (Eds.), Annual Review of Psychology, 53, 397–422. 3.Demerouti, E., Bakker, A. B., Nachreiner, F. & Schaufeli, W. B. (2007). The job demandsresources,model of Burnout. Journal of Applied Psychology, 86, 499–512. Risorse/Appendici Allegato 1: Caso studio “Linda” (Maslach Leiter 1997, p. 409) Linda è il vice presidente di una grande azienda. Il Consiglio d’Amministrazione ha recentemente annunciato la fusione con un’azienda più grande e nominato un nuovo Amministratore Delegato. Le giornate di Linda si sono improvvisamente riempite di liste infinite di incontri nelle due aziende per gestire la transizione… tutte le responsabilità di Linda restano invariate mentre è costretta a ricoprire funzioni ulteriori. Così lei è obbligata a fissare più incontri con più persone in uno stesso giorno, che 10 diventa molto lungo. Supera i limiti con incontri al mattino presto e serate passate in ufficio… Allegato 2: Caratteristiche lavorative che favoriscono il burnout Sovraccarico di lavoro ■■ Tempi stretti ■■ Richieste lavorative pressanti ■■ Numero delle ore lavorate, dei clienti ecc. ■■ Conflitto di ruolo ■■ Ambiguità di ruolo ■■ Non essere in grado di far fronte a richieste conflittuali nel lavoro ■■ Non conoscere con esattezza le proprie responsabilità lavorative ■■ Ambiente fisico (es: rumore, caldo…) ■■ Lavoro su turni ■■ Richieste emotive specifiche dei “lavoratori” (necessità di essere empatici, problemi, richieste da parte dei clienti…) ■■ Mancanza di risorse ■■ Mancanza di supporto da parte dei supervisori e dei collaboratori ■■ Assenza di autonomia lavorativa/controllo (cioè completa libertà decisionale sul lavoro) ■■ Mancanza di controllo sulle dimensioni importanti del proprio lavoro ■■ Mancanza di riscontri sui propri risultati lavorativi ■■ Mancanza di sicurezza sul lavoro ■■ Richiesta di dare di più “in termini di tempo, sforzi, capacità e flessibilità ricevendo meno in termini di opportunità di carriera” ■■ Suggerimenti per il formatore ■■ Se non c’è abbastanza tempo il formatore può utilizzare solo la presentazione. Riepilogo dell’attività Il partecipante avrà una visione delle tipologie di lavoro che sono più o meno soggette al rischio di burnout. 2–15 15 Minuti Scopo Questo esercizio mostra ai partecipanti varie professioni che sono notoriamente più soggette al rischio di burnout e la loro influenza sugli individui. Fornisce anche una comprensione dei diversi tipi di lavoro così come delle diverse posizioni, dello stato e dei tipi di condizioni lavorative che favoriscono il rischio di burnout. Risorse/Allegati Allegato: Lavori ad elevato rischio di burnout Persone che lavorano nel settore della cura alla persona Esperti del PC ■■ Educatori ■■ Personale che opera nelle carceri ■■ Ostetriche ■■ Rappresentati del Servizio clienti ■■ Insegnanti ■■ Manager ■■ Pastori e sacerdoti ■■ Poliziotti ■■ Paramedici ■■ Psicoterapisti ■■ Giudici ■■ Segretarie ■■ Operatori sociali ■■ Hostess/Stewart ■■ Dentisti ■■ Infermieri ■■ Parte 1: Materiale formativo 1.2.1.2 LAVORI AD ALTO RISCHIO BURNOUT ■■ Obiettivi Sviluppare consapevolezza delle particolari circostanze professionali che possono potare al burnout ■■ Metodologia di formazione Lavori di Gruppo ■■ Discussioni ■■ Accessori ■■ Fogli di carta ■■ Pennarelli ■■ Lavagna ■■ Puntine Descrizione dell’attività Il formatore distribuisce i fogli di carta con riportate diverse tipologie di lavoro e chiede ai partecipanti di decidere se questi lavori siano soggetti ad un alto o basso rischio di burnout. Il formatore prepara su una lavagna due sezioni “alto rischio” e “basso rischio” e i partecipanti dovrebbero discutere in gruppi o tutti insieme dove posizionare i vari lavori. Una lista di lavori può essere trovata nell’allegato. 11 Parte 1: Materiale formativo 1.2.2.1 CARATTERISTICHE OCCUPAZIONALI CHE POSSONO FAVORIRE IL BURNOUT 2–10 15–30 Minuti Scopo Dai media il burnout viene descritto come una malattia propria di specifici gruppi occupazionali. Nel corso degli ultimi anni questi settori sono cresciuti ed è divenuto difficile definire occupazioni ad alto rischio. Lo scopo di questo esercizio è di individuare i possibili gruppi occupazionali ad alto rischio e comparare questo rischio con i “miti creati dai media”. Nel fare ciò i partecipanti inizieranno a definire le caratteristiche lavorative specifiche che favoriscono il rischio di burnout. Obiettivi Diventare consapevoli delle caratteristiche occupazionali che possono favorire il burnout ■■ Riflettere sulle categorie di lavori che favoriscono l’insorgenza del burnout così come viene descritto dai media ■■ Definire le caratteristiche lavorative che possono favorire il rischio di burnout ■■ Riflettere sulla propria organizzazione ■■ Metodologia di formazione Brainstorming ■■ Lavori di gruppo ■■ Accessori Copia dell’allegato ■■ Lavagna a fogli ■■ Penne ■■ 12 Descrizione dell’attività Il formatore chiede ai partecipanti se conoscono qualche settore occupazionale specifico nel quale il burnout si verifica più spesso che in altri. Poi scrive i risultati sulla lavagna a fogli. Quindi distribuisce copie dell’allegato, dà ai partecipanti 10 minuti per leggere il testo e li spinge a discutere. Le caratteristiche lavorative specifiche che vengono definite durante il lavoro di gruppo vengono scritte nella lavagna a fogli mobili dal formatore. Suggerimenti per il formatore ■■ Il formatore può preparare delle domande per favorire la discussione. ■■ Può chiedere ai partecipanti di individuare prima le possibili categorie lavorative in cui il burnout è più diffuso e poi di riflettere sulle caratteristiche tipiche di questi lavori. ■■ Il formatore deve spiegare ai partecipanti che il burnout interessa le persone a prescindere dal settore in cui lavorano. Riepilogo dell’attività I partecipanti riflettono, prima su specifiche categorie lavorative nelle quali il burnout sembra essere un problema maggiore che in altre. In un secondo momento l’attenzione non viene posta tanto sulle categorie lavorative quanto sulle caratteristiche lavorative che favoriscono il burnout. Referenze 1.Schaufeli, W. B. & Enzman, D. (1998). The Burnout companion to study & practice. London: Taylor & Francis. 2.Burisch, M. (2006). Das Burnout-Syndrom: Theorie der inneren Erschöpfung [The Burnout-Syndrome: A Theory of inner Exhaustion]. Heidelberg: Springer Medizin Verlag. 3.Lee, R. T. & Ashforth, B. E. (1993). A further examination of managerial Burnout: Toward an 4.integrated model. Journal of Organizational Behavior, 14, 3–20. sono soggetti ad una sorta di scoraggiamento nei confronti del lavoro, cosa che potrebbe portare al burnout. Ad ogni modo ci sono solo poche ricerche su queste occupazioni. Lo stesso vale per molte altre occupazioni, per le loro caratteristiche specifiche e per i loro possibili effetti sul burnout che rimangono scarsamente studiate (es. settore imprenditoriale). 1.2.3.1 CONDIZIONI PERSONALI CHE POSSONO FAVORIRE IL BURNOUT 2–10 Parte 1: Materiale formativo Risorse/Allegati Schaufeli e Enzman (1998) sostengono che le categorie di lavoratori più frequentemente studiate riguardo la sindrome da burnout siano gli infermieri, gli insegnanti e coloro che lavorano nel sociale. Ciò che queste professioni hanno in comune è la “natura sociale” del lavoro. Burisch (2006), al contrario, ha portato avanti studi che si focalizzavano su categorie come studenti, atleti, giornalisti, giudici, bibliotecari e perfino disoccupati. Di conseguenza, il burnout può essere presente in tutte le categorie occupazionali. Tuttavia, ricerche più attuali esaminano le occupazioni che prevedono il contatto con le persone, ma “per le quali il contatto risulta più breve rispetto alla richiesta di una relazione più duratura” (Maslach et al., 2001, p. 408). Sulla base di questa ricerca i manager in modo particolare sono stati posti al centro dell’attenzione. Lee e Ashforth (1993) si sono concentrati particolarmente sui manager/supervisori nel settore dei servizi sociali. Essi hanno scoperto che la stanchezza emotiva è una caratteristica centrale del burnout a livello manageriale. Inoltre essi sostengono che i manager del settore sociale passino una grande quantità di tempo supportando i loro subordinati nell’affrontare situazioni problematiche. Poiché lavorano nel campo dei servizi sociali, inoltre, passano molto tempo anche con i destinatari finali dei servizi. Quindi, l’ammontare totale del tempo passato con i destinatari finali dei servizi sociali e i subordinati potrebbe accelerare lo sviluppo del burnout manageriale nel settore sociale. Altri studi hanno esaminato le caratteristiche specifiche di diverse occupazioni e il loro effetto sullo sviluppo del burnout (Burisch, 2006). Tali ricerche hanno stabilito che gli occupati con lavori più vicini al sociale (es: nuovi professionisti pubblici) potrebbero essere maggiormente soggetti al burnout. Questi lavoratori potrebbero avere delle aspettative molto idealistiche nei confronti del loro lavoro e potrebbero anche pensare di poter in qualche modo “salvare il mondo”. Di conseguenza, spesso 15–30 Minuti Scopo Sebbene i maggiori precursori del burnout si siano concentrati sull’ambiente lavorativo, diversi autori fanno presente che un ambiente familiare esigente, non può essere sottovalutato quando si esamina lo sviluppo del burnout. Questo esercizio cerca di accrescere la consapevolezza che, al di là alle condizioni lavorative, anche i fattori privati possono influenzare e favorire il burnout. Obiettivi Accrescere la consapevolezza che anche le condizioni della propria vita privata possono favorire il burnout ■■ Riflettere sulla propria conoscenza come manager o team leader della vita privata del proprio gruppo di lavoro ■■ Metodologia di formazione Lavori di gruppo ■■ Accessori Copia dell’allegato ■■ Lavagna a fogli ■■ Penne ■■ 13 Parte 1: Materiale formativo Descrizione dell’attività Il formatore distribuisce un testo (vedi allegato) e chiede ai partecipanti di leggerlo prima da soli, poi anche in gruppo, formando gruppi di 4/5 persone per riflettere sulle seguenti domande: ■■ In questo testo, quali sono le condizioni che promuovono maggiormente il burnout? ■■ Cos’altro nella tua vita privata potrebbe essere un fattore che favorisce il burnout? ■■ Se pensi ai membri del tuo gruppo, quanto sai della vita privata dei membri del tuo team? I membri del tuo staff hanno situazioni private difficili, ad esempio come quelle descritte nel testo? ■■ Quanto (quanto di più) vorresti sapere dei membri del tuo team? Le risposte a queste domande vengono discusse ampiamente. Il formatore può distribuire l’allegato 2 (descrizione dei fattori di rischio individuali di burnout) se lui/lei ha l’impressione che i partecipanti alla formazione siano interessati ad avere più informazioni. Suggerimenti per il formatore ■■ Il formatore può preparare ulteriori domande per la discussione. ■■ Il formatore deve spiegare che dipende dai manager e dai team leader quanto loro intendono sapere della vita privata dei membri del loro staff (non c’è una “quantità giusta”). ■■ Se il formatore ha l’impressione che i partecipanti non vogliano raccontare alcune informazioni o vogliano sapere come comportarsi per rispettare la privacy dei loro lavoratori, il formatore può incoraggiarli a riflettere su queste domande in modo indipendente (scambiando i risultati con gli altri partecipanti). ■■ Il formatore può distribuire l’allegato 2 (descrizione dei fattori individuali di rischio del burnout) se il formatore ha l’impres- 14 sione che i partecipanti siano interessati ad avere maggiori informazioni. Riepilogo dell’attività I partecipanti riflettono sulle circostanze della propria vita privata che potrebbero favorire il burnout. Inoltre, gli scopi di questo esercizio consistono nell’incoraggiare i partecipanti a pensare quanto, in qualità di responsabili del personale, conoscano della vita privata del loro staff. Referenze Maslach, C., Schaufeli, W. B. & Leiter, M. P. (2001). Job Burnout. In S. T. Fiske, D. L. Risorse/Allegati Allegato 1: Caso studio Una donna di mezz’età ha due figli in età scolastica che vivono a casa. Oltre a questo deve prendersi cura di sua madre malata. Nel suo lavoro come project manager in una azienda deve affrontare delle richieste eccessive (soprattutto relative al tempo e alla pressione organizzativa). Ad ogni modo il suo ambiente familiare non le lascia abbastanza tempo per far fronte alle richieste del lavoro. Durante i ritagli di tempo deve aiutare i bambini con i compiti, portarli a fare diverse attività extrascolastiche ed aiutare la mamma a cucinare e pulire. Inoltre inizia i giorni successivi con un livello di riposo insufficiente ed è sempre più irritata a dalle pressioni del lavoro. Infine inizia a staccarsi dal lavoro e dai colleghi così come dalla famiglia. Dopo un anno prende un congedo per malattia perché soffre di burnout. Allegato 2: Fattori di rischio individuali di burnout La maggior parte degli autori concorda con l’affermazione secondo cui il burnout non sia più un fenomeno soltanto sociale, ma anche un fenomeno individuale (cfr. Maslach et al., 2001). I fattori individuali giocano un piccolo ruolo nella spiegazione dello tendono ad avere livelli più alti di burnout. Anche l’autostima di una persona gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo del burnout. Le persone con livelli più bassi di autostima sono più soggette al burnout. In più, le caratteristiche della personalità come ad esempio l’ostilità, la depressione, la vulnerabilità, la competitività e l’eccessivo bisogno di controllo sono collegate ad alti livelli di burnout. Le persone sono diverse anche per quanto riguarda le loro attitudini nei confronti del lavoro. Quelle con aspettative lavorative maggiori (es che percepiscono il lavoro come sfida, come divertimento..) e con un’attenzione ossessiva al successo nel lavoro (es: fare tutto, curare i pazienti..) sono più soggetti al burnout perché tendono a lavorare troppo. Di conseguenza, saranno probabilmente più stanchi e cinici nei confronti del lavoro se le loro aspettative non verranno soddisfatte. Parte 1: Materiale formativo sviluppo del burnout, rispetto, ad esempio, al sovraccarico di lavoro. Comunque, alcune persone, sono più soggette di altre al burnout. Ad esempio, i lavoratori più giovani e quelli con un più alto grado di istruzione tendono a accusare di più il burnout. Alcuni studi riportano anche che le donne riportano più alti livelli di stanchezza. Gli uomini, d’altra parte, riportano più alti livelli di depersonalizzazione e cinismo. Ad ogni modo, questi fattori possono giocare un ruolo piuttosto insignificante considerando le differenze di personalità (Maslach er al., 2011). I lavoratori che hanno un sistema di controllo esterno (es: chi attribuisce gli eventi e I traguardi della vita ad altre persone o situazioni più potenti, piuttosto che alla propria abilità e sforzo) fanno esperienza di più alti livelli di burnout. I lavoratori con meccanismi di difesa passivi piuttosto che attivi, di cooperazione e confronto, 15 Parte 1: Materiale formativo WORKSHOP 2: SEGNALI, EFFETTI E CONSEGUENZE DEL BURNOUT 2.1.1.1 IDENTIFICARE GLI EFFETTI TIPICI DEL BURNOUT SULL’AZIENDA, A LIVELLO PERSONALE E INTERPERSONALE 2–10 30 Minuti Scopo Raggiungere una comprensione comune dei termini effetti e segnali ovvero la percezione delle prime avvisaglie di burnout. Questo esercizio mira a fornire ai partecipanti la comprensione che gli effetti del burnout possono verificarsi a livelli diversi: sull’azienda, a livello personale e interpersonale (team). Gli effetti tipici su questi tre livelli verranno identificati da parte dei partecipanti. Obiettivi ■■ Comprendere i diversi livelli sui quali il burnout può avere un impatto: livello aziendale, personale e interpersonale ■■ Comprendere che il burnout non si limita ad una questione personale ma può influenzare anche il team di lavoro e l’azienda Metodologia di formazione Brainstorming ■■ Lavoro individuale ■■ Lavoro di gruppo ■■ Accessori Cartoncini ■■ Lavagna e puntine ■■ Penne ■■ 16 Descrizione dell’attività Il formatore chiede ai partecipanti di pensare agli effetti tipici del burnout (con riferimento alle loro definizioni). In 10 minuti i partecipati scrivono le loro idee sui cartoncini – un esempio per cartoncino. Prima che i partecipanti presentino i risultati, il formatore spiega ai partecipanti che gli effetti possono essere collegati a tre livelli diversi: livello aziendale, personale e interpersonale. Mentre presenteranno i cartoncini contenenti le idee sugli effetti del burnout ai partecipanti verrà richiesto di riflettere su questi livelli. Quindi il formatore attaccherà i cartoncini con l’aiuto del gruppo sotto il livello giusto nella lavagna preparata in precedenza con I tre titoli. Quando tutti i cartoncini saranno stati attaccati nella lavagna, il formatore potrà, se lo ritiene necessario, completare la lista insieme con i partecipanti. Alla fine il riassunto contenente i principali effetti del burnout potrà essere distribuito ai partecipanti. Suggerimenti per il formatore ■■ Il formatore deve preparare la lavagna con i tre titoli: livello aziendale, livello personale e livello interpersonal. ■■ Il formatore dovrà moderare la discussione che seguirà in relazione agli effetti e ai livelli. Riepilogo dell’attività I partecipanti discutono insieme al formatore degli effetti tipici e li posizionano in uno dei tre livelli: aziendale, personale o interpersonale. Referenze 1.Halbesleben, J. R. B. & Buckley, M. R. (2004). Burnout in organizational life. Journal of Management, 30, 859–879. 2.Maslach, C., Schaufeli, W. B. & Leiter, M. P. (2001). Job Burnout. In S. T. Fiske, D. L. Schachter & C. Zahn-Waxer (Eds.), Annual Review of Psychology, 53, 397–422. Risorse/Allegati Lista degli effetti tipici del burnout ■■ Risultati lavorativi ridotti ■■ Meno produttività ed efficienza ■■ Meno disponibilità ad aiutare gli altri nell’azienda ■■ Soddisfazione lavorativa minore ■■ Riduzione dell’impegno organizzativo ■■ Maggior intenzione di lasciare il lavoro ■■ Si diventa più orientati al conflitto ■■ Costi maggiori ■■ Perdite finanziarie a causa dell’alto tasso di assenteismo e di assenze per malattia ■■ Risultati organizzativi negativi ■■ Problemi di salute ■■ Depressione ■■ Perdita di autostima ■■ Benessere ridotto 2.1.1.2 IDENTIFICARE I DIVERSI LIVELLI DELLE CONSEGUENZE COLLEGATE AI DIVERSI EFFETTI DEL BURNOUT 3–15 45–60 Minuti Scopo Dai precedenti esercizi, i partecipanti hanno già un’immagine del burnout e delle sue conseguenze. Per avere un’idea di quanto diversi possano essere gli effetti del burnout a livello personale, interpersonale e aziendale, i partecipanti imparano, con l’aiuto di un modello a cubo, ad identificare le conseguenze del burnout, il loro impatto e le differenze tra conseguenze di breve, medio e lungo termine. I partecipanti imparano ad essere consapevoli delle tre dimensioni e a collegarle a ciò che pensano riguardo al burnout. Parte 1: Materiale formativo 3.Bakker, A. B., Demerouti, E., Verbeke, W. (2004). Using the job demands-resources model to predict Burnout and performance. Human Resource Management, 43, 83–104. Obiettivi ■■ Comprendere la complessità del burnout ■■ Identificare i diversi livelli di impatto del burnout per l’azienda, gli individui e il team in cui si sta lavorando ■■ Distinguere tra impatto a breve, medio e lungo termine a livello personale, interpersonale e aziendale ■■ Collocare su una linea del tempo le tre dimensioni: prospettiva, gravità dell’impatto e conseguenze ■■ Essere consapevoli che le conseguenze degli effetti del burnout possono diventare molto negative per l’azienda il livello individuale e il team con cui si sta lavorando Metodologia di formazione Lavori di gruppo ■■ 17 Parte 1: Materiale formativo Accessori ■■ Penne ■■ Lavagna a fogli ■■ Copie delle Appendici (caso studio e cubo) Descrizione dell’attività Il formatore distribuisce il caso studio e dà ai partecipanti 5 minuti per leggerlo. Poi spiega che il burnout è un fenomeno molto complesso e che un modello a cubo dovrebbe aiutarli a comprenderne le conseguenze. I partecipanti vengono sempre incoraggiati dal formatore a scambiarsi idee riguardo al caso studio, alle possibili conseguenze nel corso del tempo e a discuterne l’impatto tenendo in considerazione tutti e tre i livelli – individuale, team e organizzativo. I partecipanti vengono quindi incoraggiati a contribuire con esempi provenienti dal loro ambiente lavorativo. Dopo 30 minuti di discussione, l’assemblea, insieme al formatore, riassumerà le principali pietre angolari del cubo – in particolare gli estremi che sono più importanti per i manager e i team leader. (gruppi più piccoli possono essere costituiti dopo la presentazione del caso studio se il formatore ha l’impressione che le esperienze personali su cui discutere siano molte). Questi risultati possono essere riassunti su una lavagna a fogli. Suggerimenti per il formatore 18 ■■ Il formatore spiega i diversi livelli degli effetti del burnout che possono essere discussi nei gruppi con l’aiuto del caso studio. ■■ Il formatore chiarisce che in base alla prospettiva considerata (azienda, individuo, team) il burnout ha impatti diversi. ■■ Il formatore deve preparare una lavagna a fogli con un cubo. ■■ Il formatore deve incoraggiare i partecipanti a riportare le loro esperienze personali riguardo al burnout. ■■ Se necessario, il formatore può chiedere ai partecipanti di usare la lista di effetti dell’esercizio precedente. ■■ Dopo aver presentato il caso studio nell’ambito del cubo il formatore può suddividere l’assemblea in gruppi più piccoli per lo scambio delle esperienze e delle idee. Riepilogo dell’attività I partecipanti imparano quali sono i versi effetti del burnout rispetto ai tre livelli: azienda, individuale e team. I possibili effetti a breve e lungo termine vengono discussi prima sulla base del caso studio e poi sulla base delle esperienze e idee personali. Risorse/Allegati Allegato 1: Caso Studio Sig. Abbey lavora come project manager nell’area commerciale di una grande compagnia assicurativa. Negli ultimi due anni è stato implementato un nuovo sistema per l’amministrazione dei clienti e quindi Sig. Abbey è diventato responsabile di sempre più progetti. Il risultato dell’aumento di responsabilità e di lavoro è stato quello di lavorare 12–14 ore al giorno. In aggiunta a questo, è diventato usuale fare delle conference call con consulenti e project manager tecnici la sera dall’ufficio di casa di Sig. Abbey. Sempre più spesso ha dei disturbi di sonno e difficoltà di concentrazione e prendere dei sonniferi è diventata un’abitudine. Oltre al costante aumento di lavoro, Sig. Abbey sentiva che i suoi sforzi non venivano apprezzati, non ha mai avuto nessun feedback positivo e nemmeno mai un incentivo né tantomeno uno stipendio più alto. Al contrario il Sig. Posh, il supervisore del Sig. Abbey, un manager particolarmente orientato ai risultati ha paura che il crescente pessimismo del Sig. Abbey si ripercuota sui clienti in maniera negativa. Lo stesso Sig. Abbey ha iniziato a notare una crescente frustrazione all’interno del suo team perché dal momento in cui sono Parte 1: Materiale formativo cambiate le modalità di lavoro la comunicazione all’interno del suo team è diventata scarsa e l’aspetto sociale del lavorare insieme è diminuito enormemente. Anche i membri del team però hanno notato dei cambiamenti nel comportamento di Sig. Abbey. E’ molto silenzioso, lavora sempre più da solo reagendo con commenti cinici in risposta alla richiesta di aiuto per dei compiti specifici. Non va alle cene annuali di lavoro da due anni e non mostra interesse a partecipare alla festa di Natale con lo staff. Allegato 2: Cubo Raster BT… impatto a breve termine MT… impatto a medio termine LT… impatto a lungo termine Azienda Azienda Azienda Individuo Team Individuo Individuo Team Team LT MT Alto impatto Alto impatto Alto impatto BT LT MT Impatto medio Impatto medio Impatto medio BT LT MT Basso impatto Basso impatto Basso impatto BT 19 Parte 1: Materiale formativo 2.2.1.1 AFFRONTARE IL BURNOUT NELLA VALUTAZIONE DELLO STAFF: IMPARARE DAGLI ALTRI 2–15 40 Minuti Scopo Affrontare il burnout con uno staff può essere abbastanza difficile e impegnativo. I manager ed i team leader devono fare attenzione a parlare delicatamente delle questioni del relative al burnout perché gli altri potrebbero reagire anche con resistenza. Si devono scegliere quindi delle domande adeguate per riuscire ad individuare il personale a rischio di burnout. Obiettivi Rendere i partecipanti consapevoli delle difficoltà ad affrontare il burnout nella valutazione dello staff ■■ Scambiarsi esperienze nell’affrontare il burnout con uno staff ■■ Definire domande adeguate sul burnout e creare situazioni adeguate per poter affrontare il tema del burnout durante la valutazione dei membri dello staff ■■ Metodologia di formazione Lavoro di coppia ■■ Lavoro di gruppo ■■ Descrizione dell’attività Il formatore chiede ai partecipanti di formare gruppi di 3 persone. Poi consegna un foglio con tre domande (vedi allegato). Ai gruppi si chiede di discutere le domande e scambiarsi le loro esperienze o quelle degli altri. Dopo 20 minuti ogni gruppo presenta i propri risultati. Il formatore raggruppa le domande più rilevanti riguardo l’affrontare il burnout durante una valutazione dello staff come anche altri punti cruciali come le paure e le sfide citate dai partecipanti e le scrive su un foglio che deve essere ben visibile, appeso al muro. Suggerimenti per il formatore ■■ Il formatore deve fare da moderatore nella fase di presentazione. ■■ Le domande fatte per la valutazione dello staff devono essere concordate tra tutti i partecipanti. ■■ Si deve aver tempo di presentare esperienze di buone pratiche in quanto questo è un metodo di apprendimento tra i più efficaci. Riepilogo dell’attività I partecipanti si scambiano le loro esperienze o quelle di altre persone su come affrontare il burnout durante una valutazione dello staff. Esempi di buone o cattive pratiche vengono presentati dai partecipanti. Questa attività ha lo scopo di combattere la paura di affrontare il tema del burnout con lo staff. Risorse/Allegati Accessori Carta ■■ Penne ■■ Lavagna a fogli ■■ (Al di fuori delle tue esperienze) Cosa può essere impegnativo nell’affrontare il burnout con uno staff? (Al di fuori delle tue esperienze) Quali domande possono essere adeguate per affrontare il burnout in una valutazione dello staff? (Al di fuori delle tue esperienze) Quali possono essere le domande che devono essere assolutamente evitate riguardo il tema del burnout in una valutazione dello staff? 20 3–15 60–90 Minuti Scopo Frequentemente le valutazioni dello staff possono supportare un processo di collaborazione funzionale al lavoro. Quindi i manager ed i team leader dovrebbero parlare ad intervalli regolari al loro personale di quanto siano soddisfatti del proprio lavoro, dei problemi recenti, degli ostacoli o dei successi. Affrontare il tema del burnout in una valutazione del personale è difficile e delicato. Scegliere le domande più adeguate in questa situazione è determinante per il processo successivo (collaborazione e lavoro). Grazie allo scambio di esperienze fatto con gli esercizi precedenti, i partecipanti avranno già un’idea su come parlare del burnout in termini di cosa “può andar bene” e “ cosa può essere sbagliato” nel momento in cui si affronta il burnout durante una valutazione del personale. Obiettivi Definire domande adeguate per affrontare il problema del burnout durante una valutazione del personale ■■ Abituarsi a parlare di burnout relativamente a comportamenti durante una valutazione del personale ■■ Capire quanto sia difficile affrontare la questione del burnout con il personale ■■ Combattere la paura di affrontare il burnout durante una valutazione del personale ■■ Metodologia di formazione ■■ Brainstorming ■■ Lavoro di coppia ■■ Lavoro di gruppo Accessori ■■ Carta ■■ Penne ■■ Lavagna a fogli ■■ Video camera ■■ PC o TV per proiettare il video Descrizione dell’attività Grazie alle esperienze fatte nell’esercizio precedente I partecipanti hanno già un’idea di come affrontare il problema del burnout durante una valutazione del personale. Su queste basi i partecipanti ricevono dal formatore (vedi allegato) un elenco di domande tratte da MBI-GG (Maslach, 1996) che devono discutere dividendosi in gruppi da tre. Se queste domande, secondo loro, non sono adeguate per una valutazione dello staff (nel caso in cui oltre al ruolo di manager e/o team leader hanno anche ricoperto la posizione del personale in questione) gli viene chiesto di riformularle. Dopo 20 minuti ogni gruppo presenterà i propri risultati agli altri partecipanti. Tutti i partecipanti concorderanno poi un questionario formato da 6 domande scelte tra le più adeguate (sia tra quelle presentate inizialmente che tra quelle riformulate o tra altre). Nello step successivo il formatore chiederà a due volontari di simulare una situazione di valutazione del personale in cui una persona assume il ruolo del superiore e l’altra quello del personale (10–15 minuti). Le domande scelte dai partecipanti verranno quindi messe in pratica. Lo scopo è, da una parte, quello di sperimentare cosa significa fare certe domande e dall’altra che cosa significa riceverle. Gli altri partecipanti possono dare il loro feedback su ciò che hanno potuto osservare. Con il consenso dei partecipanti il formatore riprende la scena con la video camera e la proietta in TV o PC in modo che tutti i partecipanti possano rivedere la scena in un secondo momento. Parte 1: Materiale formativo 2.2.2.1 DOMANDE ADEGUATE SUL BURNOUT PER LA VALUTAZIONE DEL PERSONALE 21 Suggerimenti per il formatore Il formatore deve evidenziare il fatto che le domande distribuite potrebbero non essere tutte utilizzate e quindi che potrebbero essere riformulate. ■■ L’insegnate deve dare ai partecipanti sufficiente tempo per scambiarsi le idee. ■■ Se il tempo è ristretto l’insegnate deve saltare il secondo step e concentrarsi solo sul primo – qui i partecipanti possono anche cercare di entrare nel ruolo del personale mentre discutono le domande. ■■ Il formatore deve chiedere ai partecipanti il permesso di riprendere la scena allo step 2 e assicurarsi che questo video non arrivi in mano ad altri. Parte 1: Materiale formativo ■■ Riepilogo dell’attività All’inizio i partecipanti individuano le domande più adeguate per affrontare il problema del burnout nella valutazione del personale. Poi, il formatore sperimenta cosa significhi fare e ricevere le domande selezionate. Referenze Maslach, C. Jackson, S. E. & Leiter, M. P. (1996). MBI: The Maslach Burnout Inventory manual (3rd ed.). Palo Alto, CA: Consulting Psychologists Press. Risorse/Allegati Questionario per affrontare il burnout durante una valutazione del personale Ti senti emotivamente prosciugato dal lavoro? ■■ Ti senti stanco quando la mattina ti alzi e devi affrontare un altra giornata di lavoro? ■■ Il lavoro ti interessa meno rispetto all’inizio? ■■ Il tuo lavoro ti entusiasma meno rispetto all’inizio? ■■ Sei diventato più cinico sul tuo lavoro e ti chiedi se questo sia veramente utile? ■■ Hai dubbi sul significato del tuo lavoro? ■■ 22 2.3.1.1 IDENTIFICARE I SINTOMI CARATTERISTICI DEL BURNOUT 3–15 30–60 Minuti Scopo L’attività è volta a far si che i partecipanti siano più sensibili nell’individuare i sintomi del burnout tra il personale considerando che alcuni sintomi sono più o meno visibili dal manager e/o dal team leader. Obiettivi Individuare i sintomi caratteristici del burnout ■■ Diventare più sensibili ai sintomi di burnout tra il personale ■■ Metodologia di formazione Lavoro di gruppo ■■ Brainstorming ■■ Accessori ■■ Allegato ■■ Carte piccole ■■ Penne ■■ Lavagna di sughero Descrizione dell’attività Il formatore spiega ai partecipanti che ora inizieranno a parlare dei primi segnali caratteristici del burnout. Per iniziare chiede ai partecipanti di formare gruppi di 3 persone. Il formatore distribuisce delle fotocopie di un testo breve (vedi allegato) e dice ai partecipanti di leggere prima il testo da soli e poi di discutere con gli altri del proprio gruppo dei segnali caratteristici del burnout incontrati nella storia. Questi sintomi vanno scritti su delle carte – un sintomo per ogni carta. Dopo 15 minuti tutti i partecipanti Suggerimenti per il formatore ■■ Il formatore deve spiegare che alcuni sintomi del burnout potrebbero coincidere con gli effetti di cui si è discusso nella sessione precedente. ■■ L’insegnate deve incoraggiare i partecipanti a pensare ad altri sintomi non scritti nel testo. ■■ Il formatore deve garantire che tutte le proposte dei partecipanti siano rese visibili nella lavagna di sughero. ■■ Se il tempo è ristretto questo esercizio potrebbe essere usato come un esercizio e-learning. Riepilogo dell’attività In questo esercizio i partecipanti apprendono ad individuare i segnali caratteristici del burnout. Referenze 1.Schaufeli, W. B. & Enzman, D. (1998). The Burnout companion to study & practice. London: Taylor & Francis. 2.Maslach, C., Schaufeli, W. B. & Leiter, M. P. (2001). Job Burnout. In S. T. Fiske, D. L. Schachter & C. Zahn-Waxer (Eds.), Annual Review of Psychology, 53, 397–422. Risorse/Allegati Allegato 1 Mr. Smith è il direttore di una scuola per la formazione aziendale. E’ responsabile di 15 insegnati che fanno parte di un gruppo molto legato e caratterizzato da una grande collaborazione. Ogni settimana c’è una riunione in cui si affrontano tematiche come le difficoltà con gli alunni o con i genitori degli alunni. Nonostante Mr. Smith stia ancora lavorando come insegnate di Inglese per alcune ore settimanali il suo contatto con gli alunni è minore rispetto a quello con il personale della scuola e quindi si diverte molto con i suoi alunni. L’insegnate di accounting Mr. White, non sta partecipando alle riunioni da qualche settimana. All’inizio Mr. Smith pensò che fosse molto impegnato a causa dell’avvicinarsi della fine dell’anno scolastico. Poi la signora Purple, l’assistente sociale della scuola, ha riferito a Mr. Smith che Mr. White non si vedeva spesso nella sala professori ultimamente e quando c’era era sempre di cattivo umore. Una volta ha iniziato a piangere mentre stava raccontando che uno dei suoi studenti non ascoltava la sua lezione. Mr. Smith conosceva Mr. White da 5 anni. All’inizio, fino a circa un anno fa, era stato un insegnate brillante e motivato. Amava essere circondato da ragazzi giovani e aveva con loro un bellissimo rapporto. Questo cambiamento fa molto pensare Mr. Smith che quindi decide di parlargli. All’inizio Mr. White cercò di evitarlo ma poi accettò di vederlo. Mr. Smith gli chiese come stava e se ultimamente ci fossero stati dei cambiamenti nella sua vita visto che gli era sembrato di notare in lui una certa stanchezza. Sebbene Mr. White volesse nascondere i propri sentimenti scoppiò subito in lacrime dicendo di sentirsi molto stanco, tanto da riuscire a malapena ad alzarsi la mattina. Spiegò che in un certo senso quasi temeva di fare lezione nonostante sapesse che gli alunni lo amavano. Aveva perso per qualche motivo tutte le sue energie. Mr. Smith gli propose quindi di prendersi una settimana di ferie. Il giorno del rientro a scuola si sentì molto bene e non vedeva l’ora di fare lezione con i suoi ragazzi. Poi però uno degli studenti, Steve, fece una battuta sul suo nuovo taglio di capelli e improvvisamente il malumore tornò: in passato avrebbe riso Parte 1: Materiale formativo si riuniscono e i gruppi presentano i loro risultati. Il formatore fa da moderatore in questa sequenza e mette le carte del gruppo piccolo sulla lavagna di sughero. Successivamente, il formatore invita i partecipanti a pensare ad altri sintomi caratteristici (più o meno visibili) sottolineando che alcuni sintomi potrebbero coincidere con gli effetti del burnout. Le nuove idee vengono scritte su carte piccole e vengono anche puntate nella lavagna di sughero. Il formatore completa l’elenco. Alla fine dell’esercizio il formatore distribuisce una lista di segnali caratteristici (vedi allegato 2). 23 Parte 1: Materiale formativo 24 insieme a Steve ma ora la sua autostima sembrava essere a terra, si innervosì talmente tanto che dovette abbandonare l’aula. Mr. White sentiva di aver fallito non solo come insegnante ma anche come persona in generale. Dopo questa esperienza il professor White abbandonò la scuola per 6 mesi nei quali non solo ha partecipato ad un gruppo di aiuto per persone affette da esaurimento ma anche a diversi incontri con uno psicoterapeuta. Si è preso del tempo per rilassarsi, trovare nuovi hobbies come leggere, correre, incontrare persone solo se ne aveva bisogno. Si sentiva sempre meglio giorno dopo giorno, più sicuro di sé e meno nervoso. Dopo un po’ di tempo riuscì nuovamente a stare in posti affollati. Non aveva paura di parlare dei propri sentimenti in quanto questo lo aiutava moltissimo a superare tutte le emozioni negative. Prima della sua depressione voleva sempre dare il 150 %, ora ha deciso di dare si il meglio di sé ma niente più e di non smettere mai di dare ascolto ai suoi limiti. Tornò a scuola con questo nuovo atteggiamento nei confronti della vita, chiedendo un part-time per il primi 6 mesi e Mr. Smith accettò. Allegato 2 Sintomi del Burnout a livello individuale Schaufeli e Enzman (1998) riportano 5 tipologie di sintomi a livello individuale: affettivo, cognitivo, fisico, comportamentale e motivazionale. 1. Sintomi affettivi: Cattivo umore/lunaticità ■■ Tendenza a piangere ■■ Esaurimento emotivo ■■ Aumento della tensione/ansia 2. Sintomi cognitivi: ■■ Impotenza/perdita di interessi e speranza ■■ Senso di impotenza/sensazione di sentirsi in “gabbia” ■■ Senso di fallimento ■■ Scarsa autostima ■■ Senso di colpa ■■ Idee suicide ■■ Mancanza di concentrazione/difficoltà a ricordare le cose/ difficoltà ad eseguire compiti difficili 3. Sintomi fisici: ■■ Mal di testa ■■ Nausea ■■ Vertigini ■■ Dolore ai muscoli ■■ Disturbi del sonno ■■ Ulcera/disordini gastrointestinali ■■ Stanchezza cronica 4. Sintomi comportamentali: ■■ Iperattività/impulsività ■■ Aumento di consumo di: caffeina, tabacco, alcol, droghe illecite ■■ Abbandono di attività ricreative ■■ Lamentele compulsive/negatività ■■ Maslach et al. (2001) aggiungono che bisogna fare molta attenzione ai sintomi di livello individuale quale l’esaurimento mentale o emotivo, quello comportamentale (piuttosto che fisico) e quello di riduzione dell’auto efficienza. Inoltre, bisogna tenere sempre presente che i sintomi del burnout sono sempre legati al lavoro e si manifestano nelle persone “normali” che non hanno necessariamente sofferto di patologie psichiche prima. Sintomi a livello interpersonale Schaufeli e Enzman (1998) descrivono anche un lungo elenco di sintomi a livello interpersonale. Di nuovo li distinguono in sintomi affettivi, cognitivi, comportamentali e motivazionali. I sintomi fisici non vengono considerati in quanto si possono osservare solamente a livello individuale. Scatti d’ira violenti ■■ Propensione ad atteggiamenti violenti ed aggressivi ■■ Aggressività verso i clienti/coloro che ricevono il servizio/ i pazienti ■■ Conflitti interpersonali, matrimoniali e familiari ■■ Isolamento e ritiro dalla società ■■ Rispondere ai clienti/coloro che ricevono il servizio/pazienti in modo meccanico 4. Sintomi motivazionali: ■■ Perdita di interesse ■■ Indifferenza nei confronti dei clienti/coloro che ricevono il servizio/pazienti ■■ Parte 1: Materiale formativo 5. Sintomi motivazionali: ■■ Perdita di zelo/perdita di ideali ■■ Rassegnazione ■■ Delusione ■■ Noia A livello interpersonale un impiegato che soffre di burnout, da una parte, ha un comportamento violento. Dall’altra parte,in molti casi si manifesta l’isolamento ed il ritiro dalla società. Un’altra cosa è importante a livello interpersonale. I clienti/coloro che ricevono il servizio/pazienti vengono trattati “come oggetti”. 1. Sintomi affettivi: ■■ Irritabilità ■■ Iper suscettibilità ■■ Riduzione di empatia emotiva con i clienti/con coloro che ricevono il servizio/aumento di irritabilità con i pazienti 2. Sintomi cognitivi: ■■ Percezione cinica e poco umana dei clienti/di coloro che ricevono il servizio/dei pazienti ■■ Negatività/pessimismo verso i clienti/verso coloro che ricevono il servizio/i pazienti ■■ Etichettare gli altri in maniera derogatoria 3. Sintomi comportamentali: 25 Parte 1: Materiale formativo Sintomi a livello organizzativo “A livello organizzativo, il burnout è principalmente e soprattutto caratterizzato da una riduzione di efficacia, scarse prestazioni lavorative e produttività minima.” (Schaufell & Enzman, 1998, p. 36). Altri sintomi sono: 1. Sintomi affettivi: Insoddisfazione lavorativa 2. Sintomi cognitivi: ■■ Cinismo riguardo il proprio ruolo nel lavoro ■■ mancanza di fiducia verso il management, colleghi e supervisori 3. Sintomi comportamentali: ■■ Ridotta efficacia/scarsa prestazione lavorativa/riduzione della produttività ■■ Aumento di turnover dello staff ■■ Aumento di malattia/assenteismo ■■ Essere molto dipendenti dai supervisori ■■ Aumento degli incidenti 4. Sintomi motivazionali: ■■ Perdita di motivazione al lavoro ■■ Difficoltà ad andare al lavoro ■■ Morale basso ■■ 2.3.2.1 VISIBILITA’ DEI SINTOMI DEL BURNOUT A LIVELLO INDIVIDUALE 3–15 30–50 Minuti Scopo I sintomi del burnout possono essere difficili da individuare da parte dei manager e team leader perché nascosti dietro determinati comportamenti del proprio personale. Sulla base di ciò i partecipanti devono essere consapevoli che il loro cerchio personale di influenza sul burnout a livello individuale è limitato e che quindi è molto importante definirlo. Non essendoci “giusto” o “sbagliato” ognuno deve definire i propri limiti. Obiettivi Essere consapevoli dei segni più visibili e meno visibili del burnout ■■ Definire un circolo di influenza sul burnout a livello individuale all’interno del personale ■■ Identificare delle strategie per quei sintomi su cui manager ed I team leader possono agire ■■ Metodologia di formazione Discussione ■■ Lavoro di gruppo ■■ Accessori Lavagna a fogli ■■ Penne ■■ Copie delle appendici secondo il numero dei partecipanti ■■ 26 2a Parte: Nel secondo step i partecipanti dovranno trattare l’argomento delle strategie da attuare per intervenire sulle cose scritte sulla lavagna. I partecipanti hanno tempo non solo di scambiarsi le proprie esperienze ma anche di creare nuove strategie di intervento tenendo sempre in considerazione i propri limiti (personali e inerenti al lavoro). Queste idee ed esperienze devono essere scritte sullo stesso foglio di lavagna (usando colori diversi per mettere bene in chiaro cosa appartiene al primo e cosa al secondo step). Dopo 30 minuti il gruppo si riunisce. Vengono presentati i risultati del primo e secondo step emersi da ogni gruppo e questi vengono discussi tra i partecipanti. Se rimane del tempo, il formatore ed i partecipanti possono concordare una (nuova) figura che identifica tutti i partecipanti. Questa contiene la posizione dei sintomi a livello individuale nei cerchi di responsabilità e di influenza e delle corrispondenti relazioni. Questo foglio di lavagna deve essere appeso al muro dal formatore in modo che tutti lo possano vedere. Suggerimenti per il formatore ■■ Il formatore deve sottolineare che le esperienze personali (positive e negative) dovrebbero essere prese in considerazione durante la discussione – possono essere costruiti nuovi modelli sulle basi di queste. ■■ Il formatore deve sottolineare che i manager ed i team leader devono assumersi assolutamente la responsabilità delle cose citate al centro del cerchio. ■■ Il formatore deve ricordare ai partecipanti che quest’esercizio è incentrato sul livello personale. ■■ Il formatore deve ricordare ai partecipanti che i cerchi possono essere diversi da persona a persona in quanto i limiti personali sono soggettivi. ■■ Il formatore deve sottolineare che la comunicazione è alla base di ogni strategia. ■■ Il formatore deve mettere in evidenza il fatto che alcuni sintomi sono più visibili di altri. ■■ L’insegnate può anche suddividere questo esercizio in due esercizi (divisione dopo la prima parte). ■■ Il formatore può anche utilizzare i risultati degli esercizi 2.3.1 come base ed iniziare con la seconda parte di questo esercizio (iniziando dalla 2a parte). Parte 1: Materiale formativo Descrizione dell’attività 1a Parte: Il formatore chiede ai partecipanti di formare gruppi di 3 persone. Poi distribuisce una lista di sintomi del burnout a livello individuale. In un primo momento ogni gruppo deve discutere i sintomi che il formatore ha scritto su un foglio di lavagna (vedi allegato 1) in relazione alla loro responsabilità e campo di influenza (“Come direttore, sono responsabile di questo o di quello?”Come manager o team leader posso intervenire come voglio nel processo del burnout? Se si, in che termini?”). Con l’aiuto dell’allegato 2 ogni gruppo dovrebbe definire la propria responsabilità principale, dove possono intervenire e cosa è fuori dal loro cerchio di responsabilità/influenza. I risultati dovrebbero essere scritti sulla lavagna. Riepilogo dell’attività Con l’aiuto di questo esercizio i partecipanti definiscono il loro cerchio personale di influenza e responsabilità sul burnout a livello individuale all’interno del loro personale. I partecipanti si scambiano le esperienze e discutono su nuovi metodi e possibilità di affrontare il problema. Referenze 1.Burisch, M. (2006). Das Burnout-Syndrom: Theorie der inneren Erschöpfung [The Burnout-Syndrome: A Theory of inner Exhaustion]. Heidelberg: Springer Medizin Verlag. 27 Parte 1: Materiale formativo 2.Schaufeli, W. B. & Enzman, D. (1998). The Burnout companion to study & practice. London: Taylor & Francis. 28 Risorse/Allegati Allegato 1 Malumore/lunaticità Esaurimento emotivo ■■ Alta tensione/ansia ■■ Impotenza/Perdita di interesse e speranza ■■ Senso di fallimento ■■ Scarsa autostima ■■ Senso di colpa ■■ Idee suicide ■■ Mancanza di concentrazione/difficoltà a ricordare/difficoltà a compiere attività complesse ■■ Mal di testa ■■ Vertigini ■■ Dolore ai muscoli ■■ Disturbi del sonno ■■ Stanchezza cronica ■■ Iperattività/impulsività ■■ Consumo maggiore di: caffeina, tabacco, alcool, droghe illecite ■■ Lamentele compulsive/negatività ■■ Perdita di zelo/perdita di idealismo ■■ Rassegnazione ■■ Delusione ■■ Noia ■■ ■■ Allegato 2 Cerchio di influenza e responsabilità Centro di influenza e responsabilità alto medio nullo 3–15 60 Minuti Scopo Dopo esserci occupati del cerchio di influenza e delle responsabilità del burnout a livello individuale, i partecipanti iniziano ad apprendere i segnali, le conseguenze e gli effetti del burnout a livello interpersonale ed organizzativo. Questo esercizio ha lo scopo di aiutare i partecipanti ad identificare i segnali del burnout e le conseguenze su questi livelli. Obiettivi Riconoscere che alcuni segnali di burnout e alcune conseguenze a livello di team ed organizzativo sono più visibili che altri ■■ Riconoscere che il manager e/o il team leader ha (più o meno) delle responsabilità ben definite ■■ Identificare strategie adattabili volte ad affrontare la situazione ed a intervenire sul processo di burnout ■■ Prendere in considerazione le competenze manageriali necessarie ■■ Metodologia di formazione Discussione ■■ Lavoro di gruppo Descrizione dell’attività Il formatore specifica che il burnout di un individuo può anche avere conseguenze sul team e a lungo termine su (tutta) l’organizzazione. Ora, lavorando di nuovo in gruppi di 3 persone i partecipanti ricevono un questionario (vedi allegato 1), che prima deve essere completato individualmente e successivamente discusso nei gruppi. I gruppi si riuniscono di nuovo (dopo 20 minuti) e si scambiano i risultati: il formatore assume il ruolo di mediatore e chiede ai partecipanti COME possono intervenire – prendendo la comunicazione come la base di ogni strategia. Parte 1: Materiale formativo 2.3.3.1 SINTOMI DI BURNOUT NEL TEAM E A LIVELLO ORGANIZZATIVO: VISIBILITA’, RESPONSABILITA’ E COMPETENZE NECESSARIE Considerando l’intervento e/o le strategie preventive, i partecipanti dovrebbero ricapitolare tutto su un foglio di lavagna e discutere sulle competenze manageriali cruciali necessarie per implementare il cambiamento di un processo (l’allegato 2 può essere utilizzata come documento di supporto per il formatore). Suggerimenti per il formatore ■■ Il formatore sottolinea che non tutti i sintomi e le conseguenze del burnout devono essere necessariamente visibili (e possono ancora avere un impatto nel team di lavoro e organizzativo). ■■ Il formatore deve incoraggiare i partecipanti a condividere le loro esperienze personali. ■■ Il formatore deve visualizzare le competenze concordate di management. ■■ Se c’è tempo a sufficienza il formatore potrebbe continuare a discutere con i partecipanti su come intendono il termine “competenze manageriali”. ■■ Accessori ■■ Copia dell’allegato ■■ Lavagna di sughero Riepilogo dell’attività I partecipanti arrivano a distinguere i sintomi visibili e non visibili del burnout e le conseguenze sul team e sull’organizzazione. Inoltre possono definire la loro responsabilità (ruolo) e competenze necessarie per intervenire. 29 Parte 1: Materiale formativo Referenze Schaufeli, W. B. & Enzman, D. (1998). The Burnout companion to study & practice. London: Taylor & Francis. Effetti su Team Irritabilità Iper suscettibilità Aumento d’ira Cinismo e poca umanità Insoddisfazione lavorativa Efficacia ridotta Scarso rendimento al lavoro/bassa produttività Perdita di motivazione nel lavoro Morale basso Scatti d’ira violenti Ritiro ed isolamento dalla società Negatività/pessimismo Aumento malattia/ assenteismo Forte dipendenza dai supervisori Cinismo sul proprio ruolo di lavoro Conflitti interpersonali, matrimoniali e familiari Perdita d’interesse Difficoltà ad andare al lavoro 30 Organi zzazione Risorse/Allegati Allegato 1 Visibilità Molto Piutt Piutt bassa osto osto bassa alta Responsabilità propria Molto alta Molto Piutt Piutt bassa osto osto bassa alta Molto alta Comments Empatia ■■ Rispetto ■■ Collocazione effettiva dei compiti ■■ Comunicazione delle responsabilità relative al lavoro ■■ Gestione di situazioni complicate ■■ Affrontare i problemi (nel team ma anche individualmente) ■■ Guidare (vari modi di condurre) ■■ Comunicazione regolare (team – individuale – superiore) ■■ Ascoltare le proposte dello staff ■■ 2.3.4.1 AFFRONTARE IL BURNOUT ALL’INTERNO DI UN TEAM E NEI CONFRONTI DEL PROPRIO SUPERIORE 2–15 20–40 Minuti Scopo Se una persona sta vivendo il processo del burnout, il team in cui lavora potrebbe esserne coinvolto in qualche modo. Ad esempio, una conseguenza potrebbe essere che gli altri membri del team si debbano fare carico di parte del suo lavoro in quanto la persona affetta da burnout non riesce a portare a termine tutti i suoi compiti. Prima di una ristrutturazione interna il manager o il team leader deve informare gli altri membri del team. Questo può essere una sfida per questa persona. Questo esercizio ha lo scopo di supportare i partecipanti alla formazione a sentirsi più preparati e fiduciosi nell’affrontare questo tipo di scenario. Parte 1: Materiale formativo Allegato 2: Competenze Manageriali Cruciali Obiettivi Diventare più fiduciosi nel momento in cui capita di dover informare un team di un potenziale “caso” di burnout all’interno di questo ■■ Acquisire idee su come affrontare il burnout all’interno del team ■■ Scambiarsi esperienze sulla comunicazione del burnout all’interno del team ■■ Metodologia di formazione Lavoro di gruppo ■■ Discussione ■■ Accessori Copia dell’allegato ■■ 31 ■■ Parte 1: Materiale formativo ■■ Lavagna a fogli Penne Descrizione dell’attività Il formatore chiede ai partecipanti di immaginare che all’interno del proprio team ci sia una persona affetta dal processo di burnout. Una cosa è affrontare questo nella valutazione dello staff e un’altra è comunicare un caso di burnout all’interno del team dove è presente la persona direttamente interessata oppure al proprio superiore. Perciò il formatore descrive la seguente situazione ai partecipanti al corso: “Dovete dire al vostro superiore che uno dei membri del vostro staff sta vivendo il processo di burnout. Come vi preparereste? Come vi comportereste in questa situazione? Che tipo di esperienze avete già avuto? Cosa era positivo e cosa era negativo? Come procedereste?” In base al numero dei partecipanti, questa e le situazioni successive possono essere discusse sia all’interno dell’intero gruppo che in piccoli gruppi. Nel secondo caso piccoli gruppi scambiano le loro idee con l’intero gruppo. Successivamente il formatore dovrebbe descrivere la seguente situazione: “Ora pensate oltre: dovete dire al team di questo caso di burnout durante un meeting di team – ma questa volta il diretto interessato non è presente. Come vi preparereste? Come vi comportereste in questa situazione? Quali esperienze avete già avuto? Cosa è stato negativo e cosa è stato positivo?Come procedereste?” L’ultima situazione che il formatore descrive è la seguente: “Ora pensa al meeting del team in cui il diretto interessato è presente: devi informare il team. Come ti prepareresti? Come ti 32 comporteresti in questa situazione? quali esperienze hai già avuto? Cosa è stato positivo e cosa negativo? Come procederesti?” Suggerimenti per il formatore ■■ Il formatore deve informare i partecipanti che non esiste una soluzione “giusta” per questa situazione a causa dell’influenza di diversi fattori. ■■ Il formatore deve sottolineare l’importanza di essere bene preparati a queste situazioni. ■■ Il formatore può scrivere le domande in una lavagna a fogli in modo da farle vedere. ■■ Il formatore può adattare la discussione in base al tempo a disposizione. ■■ Il formatore può scegliere solo una o due situazioni da discutere. ■■ Il formatore può fornire al partecipante un caso studio su cui poter discutere le domande. ■■ Il formatore può aggiungere ulteriori situazioni. ■■ Il formatore deve incoraggiare i partecipanti al corso a scambiarsi esperienze positive e negative se possibile. Riepilogo dell’attività I partecipanti si confrontano sulla situazione difficile di comunicare il burnout di uno dei membri dello staff al proprio team. Con l’aiuto di questo esercizio i partecipanti riconosceranno la necessità di essere ben preparati in queste situazioni. Durante questo esercizio si possono scambiare esperienze personali e sviluppare nuove idee su come gestire questa situazione. 3.1.1.1 INTERVENTO E PREVENZIONE: CONCETTI 2–15 30–50 Minuti Scopo La prevenzione e l’intervento relativi al burnout costituiscono due diversi approcci e sono basati su concetti diversi. Questo esercizio ha lo scopo di spiegare i concetti di prevenzione e di intervento ai partecipanti al corso e di declinarli al livello individuale, di team ed organizzativo. Obiettivi Capire i concetti di intervento e prevenzione nel contesto del burnout ■■ Mettere in relazione i concetti a livello individuale, di team ed organizzativo ■■ Riflettere sulle conseguenze a livello individuale, di team ed organizzativo ■■ Metodologia di formazione ■■ Presentazione ■■ Discussione di gruppo Accessori Proiettore ■■ Presentazioni PowerPoint ■■ Lavagna a fogli ■■ Penne ■■ Descrizione dell’attività Per prima cosa il formatore presenta i concetti di prevenzione ed intervento con l’aiuto di una presentazione Power Point. Di seguito incoraggia i partecipanti a riflettere ed a discutere sul concetto di prevenzione e sulle sue conseguenze sui tre livelli (individuale, di team, organizzativo) – uno ad uno. Di seguito vengono discussi i tre livelli in riferimento al concetto di intervento. Le domande nell’allegato possono essere usate come punti di inizio. Il formatore raccoglie i risultati in due fogli da lavagna. Suggerimenti per il formatore ■■ Il formatore deve assicurare ai partecipanti tempo a sufficienza per scambiarsi le esperienze personali durante la discussione. ■■ Il formatore deve essere preparato con esempi delle conseguenze per entrambi i concetti su tutti 3 i livelli. ■■ Se il gruppo dei partecipanti è molto numeroso (più di 8 persone) il formatore dovrebbe suddividere il gruppo in due e affidare a ciascun gruppo un concetto ed il compito di discutere i tre livelli. Dopo circa 15–20 minuti i gruppi presentano a tutti i loro risultati. ■■ Il formatore può ricevere ulteriori informazioni nella presentazione del documento teorico dei capitoli 5 e 6. ■■ Il formatore può abbreviare o allungare la presentazione in base ai bisogni dei partecipanti. ■■ Il formatore può utilizzare le domande dell’allegato o svilupparne di nuove per iniziare la discussione/riflessione. Parte 1: Materiale formativo WORKSHOP 3: PREVENZIONE/STRATEGIE D’INTERVENTO RELATIVE AL BURNOUT Riepilogo dell’attività Il formatore presenta ai partecipanti al corso i concetti di prevenzione e di intervento sul burnout e li porta a riflettere su questi approcci considerando i livelli individuale, di team ed organizzativo. Risorse/Allegati Allegato 1: PowerPoint 33 Allegato 2: Domande Cosa significa per te prevenzione a livello individuale/di team/ organizzativo? ■■ Che tipo di strategie/azioni preventive hai già provato?Come hanno funzionato? ■■ Quali strategie/azioni preventive sui tre livelli puoi immaginare di provare? ■■ Cosa significa per te intervento a livello individuale/di team/ organizzativo? ■■ Che tipo di strategie/azioni di intervento hai già provato? Come hanno funzionato? ■■ Quali azioni/strategie di intervento sui tre livelli immagini di provare? Parte 1: Materiale formativo ■■ 3.1.2.1 ESSERE CONSAPEVOLI DELLE PROPRIE RISORSE E DEI PROPRI LIMITI 2–15 20–30 Minuti Scopo In riferimento alle attività di prevenzione e/o intervento al burnout le risorse dei manager/team leader sono limitate a causa della loro personalità e del loro ruolo nell’impresa. Avere la consapevolezza delle proprie risorse da una parte e dei propri limiti dall’altra è molto importante e questo esercizio ha lo scopo di renderli più evidenti al partecipante. Obiettivi Riconoscere le risorse personali per quanto riguarda l’affrontare il tema del burnout nel team ■■ Riconoscere le risorse relative al proprio lavoro per quanto riguarda l’affrontare il burnout nel team ■■ Riconoscere quali risorse professionali e/o personali che permettono ai partecipanti di affrontare il burnout all’interno del team, devono essere sviluppate ■■ Riconoscere i limiti personali per quanto riguarda l’affrontare il burnout nel team ■■ Riconoscere i limiti professionali, o relativi al lavoro per quanto riguarda l’affrontare il burnout nel team. ■■ Metodologia di formazione Intervista ■■ Lavoro di coppia ■■ Discussione di gruppo ■■ Accessori Copia dell’allegato ■■ 34 ■■ Penne Lavagna a fogli Descrizione dell’attività Il formatore spiega come certe risorse siano necessarie al fine di sviluppare ed implementare le strategie di intervento o prevenzione e che ciascuno deve essere consapevole delle proprie risorse da una parte e dei propri limiti dall’altra. Si chiede ai partecipanti di formare delle coppie. Il formatore distribuisce le fotocopie delle domande e spiega ai partecipanti che ora dovrebbero intervistarsi l’un con l’altro con l’aiuto delle domande appuntandosi le risposte. Dopo dieci minuti ci si scambiano i ruoli. Di nuovo insieme i partecipanti vengono incoraggiati a scambiarsi i risultati delle loro interviste. Suggerimenti per il formatore ■■ Il formatore se necessario può dare esempi di risorse e limiti professionali e personali. (vedi allegato 2). ■■ Il formatore deve mettere in chiaro che i limiti non sono solo negativi ma possono avere anche aspetti positivi come l’auto protezione. ■■ Il formatore può aggiungere ulteriori domande al questionario. Risorse/Allegati Allegato 1: Domande per l’intervista Allegato 2: Esempi di risorse personali ■■ Abilità comunicative (“buon ascoltatore”) ■■ Gestione del tempo ■■ Gestione dei conflitti ■■ Empatia ■■ Ecc. Esempi di risorse connesse alla posizione di lavoro “Potere” di influenzare i cambiamenti sul posto di lavoro ■■ Risorse finanziarie ■■ Risorse del personale ■■ Ecc. ■■ Parte 1: Materiale formativo ■■ Esempi di limiti personali ■■ Attitudine ad evitare i conflitti ■■ Riluttanza ■■ Ecc. Esempi di limiti connessi alla posizione di lavoro Responsabilità ■■ Limiti ad influenzare ■■ Limiti dovuti all’adempimento delle richieste (obiettivi economici, ecc.) ■■ Ecc. ■■ Quali sono le tue risorse personali per affrontare il burnout nel tuo team? ■■ Quali sono le tue risorse relative al lavoro? ■■ Dove vedi i tuoi limiti personali? ■■ Quali sono i limiti relativi alla tua posizione di lavoro? ■■ 35 Parte 1: Materiale formativo 3.2.1.1 INFLUENZA SUL BURNOUT DA PARTE DELL’ORGANIZZAZIONE 2–15 20–30 Minuti Scopo L’organizzazione/azienda, la sua struttura, la mission aziendale, i valori e, alla fine, i proprietari possono influenzare gli aspetti di promozione del burnout in modo positivo e/o negativo. Questo esercizio ha lo scopo di rilevare e definire I fattori di influenza organizzativa nei confronti del burnout prima a livello generale e poi secondo la propria azienda/organizzazione. Obiettivi Riconoscere l’influenza dell’organizzazione sul burnout in generale ■■ Riflettere su possibili fattori che in una organizzazione influenzano il burnout ■■ Riflettere sulle opportunità a livello organizzativo per prevenire il burnout ■■ Comprendere l’impatto della cultura aziendale sulle condizioni di promozione/prevenzione del burnout ■■ Scambio di esperienze sulle reazioni aziendali nei confronti di una persona che vive il processo di burnout ■■ Metodologia di formazione Presentazioni video ■■ Discussione di gruppo ■■ Accessori Video sulle vittime di burnout ■■ Attrezzatura tecnica per mostrare il video (computer, proiettore) ■■ 36 ■■ ■■ Penne Lavagna a fogli Descrizione dell’attività Il formatore mostra ai partecipanti il video di una vittima del burnout. Poi scrive le domande (vedi allegato) ed incoraggia i partecipanti a discutere le domande a livello generale e nei confronti dell’ambiente professionale. Suggerimenti per il formatore Se il gruppo è troppo numeroso, si possono formare gruppi più piccolo di tre o quattro persone l’uno per discutere le domande. ■■ Il formatore deve incoraggiare i partecipanti a scambiarsi esperienze (positive e negative). ■■ Il formatore non può forzare il partecipante a raccontare la propria esperienza lavorativa se non vuole farlo. ■■ Il formatore può aggiungere o cancellare alcune specifiche domande che non sono consone ai partecipanti. ■■ Risorse/Appendici Allegato: Domande per la discussione Cosa hai osservato nel video riguardo il livello organizzativo? ■■ Come si è comportata l’organizzazione nei confronti della vittima di burnout? ■■ Quali fatti possono aver influenzato l’organizzazione in generale? ■■ L’organizzazione va incolpata? ■■ Dal punto di vista dell’organizzazione: Che cosa avrebbe potuto prevenire il problema? ■■ Pensando alla tua organizzazione: Hai mai vissuto un’esperienza simile? ■■ Se hai già vissuto un caso di burnout in azienda, quale è stata la reazione da parte dell’organizzazione? ■■ 2–15 25–60 Minuti Scopo Per far si che avvengano dei miglioramenti si devono prima individuare le opportunità di miglioramento. Questo esercizio ha lo scopo di rendere consapevoli i partecipanti dei diversi campi di influenza che promuovono il burnout in generale e poi di riflettere sulle possibili influenze sulla propria organizzazione/situazione. Obiettivi Venire a conoscenza dei diversi campi che influenzano la promozione del burnout ■■ Adattare la conoscenza generale ad una organizzazione/ situazione ■■ Definire i fattori che influiscono (organizzativi e altri) sull’insorgenza del burnout all’interno del team ■■ Analizzare la struttura dell’organizzazione, ambiente lavorativo ■■ Analizzare le posizioni, i processi, o punti di intersezione che devono essere cambiati o migliorati ■■ Definire i bisogni necessari per migliorare ■■ Metodologia di formazione Lavoro individuale o di gruppo ■■ Discussione di gruppo ■■ Penne Lavagna di sughero o lavagna a fogli ■■ Adesivi colorati rotondi ■■ ■■ Descrizione dell’attività Il formatore distribuisce la mappa concettuale (allegato) che descrive i diversi campi che influiscono sul burnout. Poi incoraggia i partecipanti a trasferire questi campi al loro team e a definire i possibili fattori che influiscono sulla promozione del burnout nel team stesso (anche del tipo di mappa concettuale). Questo può essere fatto anche in lavoro individuale o di gruppo. Nello step successivo il formatore chiede ai partecipanti di pensare ai tre fattori di maggiore influenza nella loro situazione e di evidenziarli con un adesivo. Dopo 15 minuti di lavoro individuale e di gruppo il formatore raccoglie tutti i risultati, li attacca sulla lavagna di sughero o sulla lavagna a fogli e chiede ai partecipanti un loro feedback. Parte 1: Materiale formativo 3.2.1.2 MAPPA CONCETTUALE PER DEFINIRE IL BISOGNO DI MIGLIORARE Suggerimenti per il formatore Il formatore può fare delle domande che possono aiutare il partecipante a riflettere: Sul burnout nella propria organizzazione/team:cosa può influenzare la promozione del burnout? Quali campi influiscono sul burnout? Dove sono necessari miglioramenti/cambiamenti per ridurre la promozione del burnout? ■■ Se il formatore ha l’impressione che i partecipanti abbiano difficoltà ad approcciarsi al processo di mappa concettuale li può far riflettere sulla loro vita: “Pensando alla mia vita, che cosa potrebbe promuovere il burnout?” ■■ Il formatore deve spiegare ai partecipanti che la lista di priorità per i cambiamenti è individuale. ■■ Accessori Lavagna a fogli ■■ Copia dell’allegato ■■ Carte ■■ 37 Parte 1: Materiale formativo 38 Riepilogo dell’attività I partecipanti individuano i vari campi di influenza sul burnout e riflettono su questi relativamente alla loro situazione organizzativa/team. I partecipanti definiscono le priorità per i cambiamenti. Risorse/Allegati Mappa Concettuale Bisogni Necessari Per Il Miglioramento 2–15 20–60 Minuti Scopo Prima di dare il via al processo di cambiamento, devono essere definite le responsabilità: chi può e chi non può stabilirle? Con l’aiuto di questo esercizio i partecipanti descrivono la loro struttura organizzativa riconoscendo quindi se sta a loro il compito di cambiare le cose o se la responsabilità di questo ricade su altri. Obiettivi Analizzare la struttura dell’organizzazione, ambiente lavorativo ■■ Analizzare le responsabilità ■■ Distinguere i vari livelli in cui vanno cambiate le cose (nel team, nel management intermedio, ecc.) cambiamento dei punti elencati nella lista delle priorità. Inoltre i partecipanti devono definire le loro responsabilità all’interno del diagramma. Quando tutti i partecipanti hanno finito, il formatore chiede ai partecipanti di formare gruppi di due e di presentarsi i risultati l’un con l’altro. Successivamente, nel gruppo si discute sulle tempistiche riferendosi a quelle cose che i partecipanti possono cambiare o su cui possono avere una certa influenza. I risultati del lavoro di coppia possono poi essere esposti a tutti. Suggerimenti per il formatore ■■ Il formatore deve essere consapevole di come reagire quando un partecipante dice di non avere nessuna influenza in nessun punto. Parte 1: Materiale formativo 3.2.1.3 DEFINIRE LE RESPONSABILITA’ ■■ Metodologia di formazione ■■ Lavoro di gruppo o lavoro individuale ■■ Discussione di gruppo Accessori Copia dell’allegato ■■ Carte ■■ Penne ■■ Lavagna a fogli con diagramma organizzativo vuoto ■■ Lavagna di sughero Riepilogo dell’attività I partecipanti descrivono il loro diagramma organizzativo. Sulla base di questo definiscono le responsabilità all’interno dell’azienda. E’ importante che i partecipanti individuino le loro responsabilità nella promozione del burnout. Gli step successivi verranno discussi e definiti con degli esempi. Risorse/Allegati Allegato: Diagramma Organizzativo Vuoto ■■ CHI E’ RESPONSABILE? INTERNAMENTE ESTERNAMENTE Descrizione dell’attività Questo esercizio si costruisce sulle basi dei risultati dell’esercizio 3.2.1.1. Il formatore incoraggia i partecipanti a prendere la loro lista delle priorità dei cambiamenti necessari. Poi distribuisce un diagramma organizzativo vuoto (allegato), chiede loro di compilarlo e di evidenziare le persone a seconda della loro influenza sul 39 Parte 1: Materiale formativo Scrivere i vari livelli organizzativi della propria azienda ed evidenziare chi è responsabile della realizzazione del cambiamento organizzativo specifico. 3.3.1.1 INFLUENZA DEL TEAM SUL PROCESSO DI BURNOUT Con delle frecce si possono disegnare le varie dipendenze. 2–15 20–30 Minuti Scopo Il team, cioè i suoi membri e lo stile di lavoro, possono avere un impatto sulla promozione o prevenzione del burnout. Questo esercizio è volto ad individuare e definire i fattori di influenza del team sul burnout inizialmente a livello generale e successivamente relativamente ad un team in particolare. Obiettivi Riconoscere l’influenza del team sul burnout in generale ■■ Riflettere sui possibili fattori di influenza di un team nei confronti del processo di burnout ■■ Riflettere sulle opportunità e sulle risorse a livello di team per prevenire il burnout ■■ Comprendere l’impatto dello stile di lavoro e della struttura del team sulle condizioni di promozione/prevenzione del burnout ■■ Scambio di esperienze sulle reazioni dei team nei confronti della persona che vive il processo di burnout ■■ Metodologia di formazione Presentazioni video ■■ Discussioni di gruppo ■■ Accessori Video di una vittima di burnout ■■ Attrezzature tecniche per la proiezione del video (computer, videoproiettore) ■■ Penne ■■ Lavagna a fogli ■■ 40 Suggerimenti per il formatore ■■ Se il gruppo è troppo numeroso si possono formare gruppi più piccoli, di tre o quattro persone per discutere le domande. ■■ Il formatore deve incoraggiare i partecipanti a scambiarsi le esperienze (positive e negative). ■■ Il formatore non può forzare il partecipante a raccontare le proprie esperienze di lavoro se questo non vuole. ■■ Il formatore può aggiungere o cancellare domande specifiche che non sono presenti o che non sono adatte ai partecipanti. Risorse/Allegati Allegato: Domande per la discussione ■■ Cosa hai osservato nel video a livello di team? ■■ Come si comportano i membri del team nei confronti della vittima di burnout? ■■ Quali fattori possono aver influenzato il team o il team leader in generale? ■■ Il team è da colpevolizzare? ■■ Dal punto di vista del team:Chi avrebbe potuto prevenire il problema, e come? ■■ Dove e come può il team leader/tu influenzare la situazione? ■■ Dove e come possono gli altri membri del team influenzare la situazione? ■■ Pensando al tuo team: hai avuto esperienze simili? ■■ Pensando al tuo team: che tipo di risorse avete nel vostro team? ■■ Se nella vostra azienda c’è già stato un caso di burnout, quale è stata la reazione da parte del team? 3.3.2.1 RISORSE E LIMITI NEL TEAM NEI CONFRONTI DEL PROCESSO DI BURNOUT 2–15 15–30 Minuti Scopo I team sono fatti di persone e quindi differiscono molto in quanto a risorse e limiti. Questo esercizio ha l’obiettivo di rendere consapevoli i partecipanti di quelle che sono le risorse e i limiti nei loro team; in quanto le suddette risorse e limiti hanno influenza positiva o negativa sulle condizioni di burnout e sulla relativa gestione del burnout all’interno del team. Parte 1: Materiale formativo Descrizione dell’attività Il formatore mostra ai partecipanti al corso il video di una vittima di burnout. Poi scrive delle domande (vedi allegato) ed incoraggia i partecipanti a porsi alcune domande a livello generale e nei confronti dei loro ambienti professionali. Obiettivi Riconoscere le risorse e i limiti personali e professionali di un membro del team che influenzano la promozione del burnout in maniera positiva o negativa ■■ Riconoscere le risorse ed i limiti personali e professionali di un membro del team nella gestione del burnout all’interno di un team ■■ Definire quali risorse sviluppare in un team a supporto della prevenzione e della gestione del burnout ■■ Metodologia di formazione Mappa concettuale ■■ Lavoro a coppia ■■ Accessori Carta ■■ Penne colorate ■■ Lavagna a fogli ■■ 41 Parte 1: Materiale formativo Descrizione dell’attività Il formatore spiega che ogni team ha molte risorse personali e professionali più o meno visibili da parte del team leader. Chiede ai partecipanti di pensare al proprio team e di scrivere le risorse generali in una mappa concettuale con al centro scritto “risorse personali e professionali del mio team”. Dopo 10 minuti i partecipanti dovrebbero evidenziare quelle risorse che potrebbero essere d’aiuto per prevenire il processo di burnout all’interno del team. Le risorse personali dovrebbero poi essere aggiunte utilizzando un colore differente. Il prossimo compito è quello di elencare i possibili limiti dei membri del team e di sé stessi nella prevenzione e nell’intervento sul burnout. In coppia i partecipanti, dopo essersi scambiati risultati, dovrebbero confrontare la lista dei limiti con la mappa concettuale delle risorse e cercare di trovare elementi che compensino i limiti dalla figura delle risorse. L’obiettivo è quello di combinare più limiti possibili con le risorse (di altri membri del team) e quindi di ridurre la lista dei limiti. Per i rimanenti limiti si potrebbero sviluppare delle strategie. Suggerimenti per il formatore Il formatore deve spiegare che alcuni limiti di una persona possono essere compensati con le risorse di un’altra persona. ■■ Il formatore può fornire esempi di risorse personali e professionali e dei limiti se necessario (vedi allegato 1). ■■ Il formatore deve chiarire che i limiti non sono solo negativi ma possono anche avere aspetti positivi come l’auto protezione. ■■ 42 Risorse/Allegati Allegato 1: Esempi di risorse personali Abilità comunicative (“buon ascoltatore”) ■■ Gestione del tempo ■■ Gestione dei conflitti ■■ Empatia ■■ Ecc. ■■ Esempi di risorse relative alla posizione di lavoro “Potere” di influenzare i cambiamenti sul posto di lavoro ■■ Risorse finanziarie ■■ Risorse del personale ■■ Ecc. ■■ Esempi di limiti personali Attitudine ad evitare i conflitti ■■ Riluttanza ■■ Ecc. ■■ Esempi di limiti relativi alla posizione di lavoro Responsabilità ■■ Potere di influenzare gli altri in base alla posizione di lavoro ■■ Limiti dovuti all’adempimento delle richieste (obiettivi economici, ecc.) ■■ Ecc. ■■ 1–15 20–60 Minuti Scopo L’ Interazione Incentrata sul Tema (TCI-Theme Centered Interaction) è un metodo inventato da Ruth Cohn, uno psicologo tedesco che lavorò anche nel campo pedagogico. E’ un metodo ed un concetto per gruppi e team utilizzato per sviluppare l’apprendimento e le pratiche di lavoro. Viene usato in diversi contesti: viene spesso inserito negli approcci sistemici, nella terapia della gestalt, nei problemi educativi e didattici, nella gestione degli affari e nei problemi di salute (Ruth Cohn utilizzava originariamente questo metodo per supportare la salute umana). Nel contesto di BOIT la TCI può supportare i team leader ed i manager nello sviluppo di abilità tipiche del leader. Obiettivi ■■ Comprendere il modello TCI ■■ Trasferire le abilità TCI nella pratica personale: Rafforzare ed attivare l’autonomia e la responsabilità individuale (nel contatto con altre persone) Definire le risorse individuali Supportare i contatti, i meeting, l’atmosfera lavorativa Analizzare relazioni e tensioni Chiarire gli obiettivi comuni, i problemi ed il contenuto Chiarire le problematiche di rivalità e competizione sul lavoro Sviluppare le abilità di leadership Metodologia di formazione Presentazione del modello TCI ■■ Accessori Fotocopie con gli obiettivi e gli assiomi ■■ Grafico con il modello TCI ■■ Descrizione dell’attività Il formatore presenta il modello TCI: La TCI supporta le persone che lavorano nel sociale e che devono lavorare in team, dovendo condurre, guidare e apprendere allo stesso tempo. Un degli obiettivi è la creazione di un clima di lavoro che stimoli e scateni la creatività. La TCI è orientata verso le risorse presenti ed ha l’obiettivo di individuare i punti di forza di ciascuna persona, e come questi potrebbero essere utilizzate al meglio. Ogni membro del gruppo ed ogni partecipante si prende la responsabilità delle proprie azioni e del successo di ciò che si è pianificato. Attraverso questo metodo i processi di apprendimento e di lavoro sono più intensi e soddisfacenti. Quindi è anche un metodo/modello che aiuta i processi di pianificazione del gruppo al fine di individuare le azioni più giuste da compiere. Parte 1: Materiale formativo 3.3.3.1 TCI – INTERAZIONE INCENTRATA SUL TEMA Ci si concentra su tre punti principali Io, Noi e Cosa (Quindi io, il gruppo ed l’argomento) Cosa Globo Io Noi Io = ogni persona coinvolta con tutte le sue forze e debolezze, motivazioni e condizione attuale Noi = la dinamicità del gruppo,cioè lo sviluppo della qualità delle relazioni e della collaborazione nel gruppo Cosa =l’argomento, il compito, la questione, l’obiettivo, il contenuto – la ragione per cui il gruppo è unito Globo =l’ambiente, la struttura, lo scenario, le condizioni di base dell’organizzazione e la situazione politica 43 Parte 1: Materiale formativo Questi quattro elementi sono legati l’uno all’altro. Se il processo di gruppo si ferma, il formatore può controllare se c’è troppa o troppo poca enfasi sugli elementi. L’idea di base dipende da tre assiomi Autonomia (autonomia ed interdipendenza) Stima (rispetto) Superamento dei confini (libertà di decisioni) Il formatore descrive la possibilità di vedere e guidare un gruppo attraverso gli occhi della TCI e spiega proprio le quattro parti (l’Io, il Noi, il Cosa ed il Globo). Suggerimenti per il formatore Prima di parlare ai partecipanti della TCI il formatore si deve sentire sicuro sull’argomento. ■■ Il formatore può semplicemente spiegare solo la teoria oppure in aggiunta iniziare un esercizio sulla TCI. ■■ Il formatore può sensibilizzare il gruppo per bilanciare le attività. ■■ Ad un meta-livello il formatore può usare questo metodo per vedere se il bilanciamento del processo di gruppo procede ancora bene. ■■ Riepilogo dell’attività Il formatore presenta il modello della TCI ai partecipanti e spiega loro che questo è un modo per controllare e migliorare le proprie competenze nella guida del team. Referenze 1.Cohn, Ruth C. 1975: Von der Psychoanalyse zur Themenzentrierten Interaktion, Stuttgart. 2.Cohn, Ruth C. & Farau, Alfred 1984: Gelebte Geschichte der Psychotherapie, Stuttgart. 44 3.Cohn, Ruth C. & Terfurth, Christina (Hrsg.) 1993: Lebendiges Lehren und Lernen. TZI macht Schule, Stuttgart. 4.Ewert, Friedrich 2008: Themenzentrierte Interaktion (TZI) und pädagogische Professionalität von Lehrerinnen und Lehrern. Erfahrungen und Reflexionen, Wiesbaden. 5.Klein, Irene 41992: Gruppenleiten ohne Angst. Ein Handbuch für Gruppenleiter, München. 6.Kroeger, Matthias 41989: Themenzentrierte Seelsorge, Stuttgart. 7.Langmaack, Barbara 2001: Einführung in die Themenzentrierte Interaktion TZI. Leben rund ums Dreieck, Weinheim. 8.Langmaack, Barbara & Braune-Krickau, Michael 51995: Wie die Gruppe laufen lernt. Anregungen zum Planen und Leiten von Gruppen. Ein praktisches Lehrbuch, Weinheim. 9.Löhmer, Cornelia & Standhardt, Rüdiger 2006: TZI – die Kunst, sich selbst und eine Gruppe zu leiten. Einführung in die Themenzentrierte Interaktion, Stuttgart. 10.Lotz, Walter & Christel Wagner (Hrsg.) 2007: Themenzentrierte Interaktion in der Beratung und in therapeutischen Prozessen, Mainz. 11.Lotz, Walter 2003: Sozialpädagogisches Handeln. Eine Grundlegung sozialer Beziehungsarbeit mit Themenzentrierter Interaktion, Mainz. 12.Reiser, Helmut & Lotz, Walter 1995: Themenzentrierte Interaktion als Pädagogik, Mainz. 13.Reiser, Helmut 2006: Psychoanalytisch-systemische Pädagogik. Erziehung auf der Grundlage der Themenzentrierte Interaktion. Stuttgart. 14.Rubner, Eike (Hrsg.) 1992: Störung als Beitrag zum Gruppengeschehen. Zum Verständnis des Störungspostulats der TZI in Gruppen, Mainz. 3.3.4.1 ELEMENTI FONDAMENTALI A LIVELLO INDIVIDUALE, DI TEAM ED ORGANIZZATIVO: UN GIOCO DI RUOLO 10–15 30–50 Minuti Scopo Le persone si dovrebbero comportare in maniera tollerante ed onesta l’un con l’altro. La domanda è. Quali sono le origini del comportamento di ciascuno nei confronti degli altri? Molte persone non vedono più il lavoro come un luogo in cui passano diverse ore e ricevono uno stipendio regolare. Il trend attuale è quello di avere più attività possibili e di guadagnare molti soldi. Nonostante l’idea non sia del tutto negativa, si deve pensare alle possibili conseguenze sul proprio corpo ed sulla propria anima come l’ esaurimento emotivo e altre “sindromi da burnout”. Parte 1: Materiale formativo 15.Sauer-Schiffer, Ursula & Ziemons, Michael (Hrsg.) 2006: In der Balance liegt die Chance. Themenzentrierte Interaktion in Bildung und Beratung. Beiträge zur Beratung in der Erwachsenenbildung und ausserschulischen Jugendbildung, Münster. 16.Schneider-Landolf, Mina; Zitterbarth, Walter; Spielmann, Jochen (Hrsg.) 22010: Handbuch der TZI, 2., durchgesehene Aufl., Göttingen. 17.Stollberg, Dietrich 1982: Lernen weil es Freude macht, München. 18.Themenzentrierte Interaktion (Fachzeitschrift) erscheint zweimal jährlich im Psychosozial-Verlag, Giessen Obiettivi ■■ Esplorare le esperienze esistenti, discutere i limiti e le relazioni tra diverse persone sul lavoro ■■ Individuare le risorse ed i limiti personali (ed organizzativi) in rapporto ai vari stati e ai ruoli nelle situazioni di lavoro interattivo ■■ Individuare i limiti di intervento a diversi livelli organizzativi ■■ Migliorare l’autoanalisi e la prestazione individuale, di team ed organizzativa in termini di qualità totale e produttività ■■ Migliorare la flessibilità operativa estendendo la gamma di qualifiche degli impiegati ■■ Fornire opportunità per individuare i segnali ed i sintomi del burnout ■■ Sviluppare un modo di pensare che favorisca il cambiamento 45 Metodologia formativa Gioco di ruolo ■■ Lavoro di gruppo Parte 1: Materiale formativo ■■ Accessori Carte con scenari di ruolo (allegato) ■■ Descrizione dell’attività Il formatore spiega che questo è un esercizio di gruppo per esplorare il burnout all’interno dell’organizzazione. Chiede dei volontari per il gioco di ruolo ed altri (2–3 volontari) che facciano da osservatori. Il resto del gruppo fungerà da osservatore. Il formatore dice ad ogni osservatore (decide lui/lei chi avrà questo ruolo) di osservare un volontario che impersona un ruolo e di prendere appunti su tutti gli argomenti trattati. Poi il formatore comunica ad ogni volontario il ruolo da impersonare (allegato 1–2). Entro 2–3 minuti i partecipanti si possono preparare ed entrare nel ruolo. Il formatore spiega i ruoli di G., il team leader/manager: G. lavorava come team leader in una grande azienda da 15 anni. Poco dopo il suo ingresso in azienda il suo interesse naturale venne stimolato fortemente. Gli vennero date responsabilità tali da suddividere ogni momento della giornata come segue: pranzava mentre il team stava preparando il lavoro o quando supervisionava i subordinati. Dopo il lavoro veniva spesso visto lavorare oppure arbitrare una squadra di pallone. G. diventò team leader ed era quindi nella posizione di supervisionare e dirigere un piccolo dipartimento. A volte, per partecipare a meeting che si tenevano nella sede principale, doveva viaggiare per tre ore. La domenica doveva allenare una squadra junior, ed aveva anche altre responsabilità da aggiungere alla lunga lista di appuntamenti. Durante le vacanze era il primo che organizzava eventi nel dipartimento. Praticamente possiamo dire che la sua vita era totalmente dedicata al lavoro. 46 Più tardi, le persone intorno a lui notarono un cambiamento di carattere, solitamente rilassato, caldo e sicuro. G non si rendeva conto di niente. Da perfezionista aveva sempre goduto di grandi aspettative da parte di coloro che lo guidavano, ed anche il suo entusiasmo dava spesso dei risultati. Cinque anni fa ci furono dei cambiamenti che gli avevano dato la sensazione che i suoi sforzi non venissero apprezzati abbastanza. Con meno entusiasmo per il team ed il dipartimento, G. perse il suo interesse e divenne più distaccato. Un capo, nel passato pieno di apprezzamenti ed incoraggiamenti, lentamente divenne negativo e cinico nei confronti dei suoi subordinati. Diventava più critico e vedeva sempre meno cose positive. Adottò uno stile di lavoro autocratico ed anche per questo ricevette minor rispetto e pochi risultati da parte della sua squadra. Divenne sempre più irritabile e durante momenti di tensione sfidava i suoi capi e anche i suoi dipendenti e questo portò ad un conflitto e ad una diminuzione di efficienza lavorativa. Nei primi anni del suo lavoro, frequentava dei seminari di formazione e leggeva molto più riguardo tutti gli aspetti del suo lavoro. Ora sembrava riluttante ad apprendere nuove idee e studi rispetto agli ultimi cinque anni. Anzi, sembrava percorrere lo stesso anno 5 volte, ripetendo gli stessi errori come capo di dipartimento, e non riuscendo ad evitare conflitti inutili con il caposquadra ed i subordinati. Si trovò quindi a dover dare spiegazioni sul suo comportamento di fronte al CEO. Il formatore dovrà preparare l’aula: posizionerà le sedie in semicerchio e dirà che questa sarà la stanza dove parteciperanno ad una discussione. Farà segno di iniziare l’esercizio. Ci sono 15 minuti a disposizione per il gioco di ruolo. Il formatore spiega quali ruoli stanno giocando: Un capo gerarchico ■■ Un capo di un dipartimento o team ■■ Da uno a tre subordinati ■■ Dopo il gioco di ruolo il formatore farà le seguenti domande ai partecipanti: ■■ Quanto è stato difficile l’esercizio? ■■ Come si sono sentiti gli attori? ■■ Quali sono state le osservazioni degli altri? ■■ Quanto questo esercizio riflette la realtà in cui viviamo? ■■ Quali sono i problemi specifici sottolineati in questo esercizio? ■■ Quanto possiamo noi o l’organizzazione che ci rappresenta aiutare a risolvere questi problemi? Suggerimenti per il formatore Il formatore deve essere consapevole che questo esercizio stimolerà la creatività – così i giocatori possono uscirne con diverse idee e scenari. ■■ Il formatore deve controllare i tempi. ■■ Il formatore farà un riassunto delle discussioni di gruppo dopo il gioco di ruolo. ■■ Riepilogo dell’attività I partecipanti al corso giocano un ruolo in una determinata situazione: alcuni giocano un ruolo altri osservano. Con l’aiuto delle domande del formatore verrà discussa la scena, con lo scopo di riflettere sull’argomento come per esempio sui segnali del burnout, sull’angoscia accumulata, sul perfezionismo, sull’ incapacità di riconoscere i propri limiti, sulla motivazione. Referenze 1.Friedman, H., and Diamatteo, R. (1989). Health Psychology. New Jersey: Prentice Hall, Englewood Cliffs. 2.Iamandescu, I.B. (1993). Stresul psihic şi bolile interne. Bucureşti: Editura All. 3.Kaplan, R., and Sallis (Jr.) J. F., and Patterson, Th. L. (1993). Health and Human Behavior. New York: McGraw Hill Book Co. 4.Marian, M. (Ed.) (2006). psihoterapii. Teorii, metode, intervenţie. Oradea: Editura Universitatii din Oradea. 5.Marian, M., Drugas, M., and Roseanu, G. (2005). Perspective psihologiece asupra sanatatii si bolii. Oradea: Editura Universitatii din Oradea. Risorse/Allegati Allegato 1: Descrizione dei ruoli Capo gerarchico Hai deciso di riferire al CEO le lamentele sul comportamento del suo subordinato, riportando aspetti negativi relativi al malcontento del personale riguardo G Situazione Informi direttamente il subordinato delle lamentele fatte al CEO ed anche della decisione di prendere delle azioni disciplinari. ■■ Parte 1: Materiale formativo Gli osservatori appunteranno che cosa è da considerare rilevante nella successione dei ruoli. I ruoli possono essere cambiati secondo gli obiettivi della sessione. Capo di dipartimento – capo di G. Fai presente l’insoddisfazione dei subordinati ed il disappunto per il disinteresse di G. nei confronti dell’andamento dell’azienda. Viene fatto presente un atteggiamento di negatività, cinismo e disinteresse. Situazione Non sei felice e non sai perché. non ti senti apprezzato dal capo della CEO dell’azienda. Nemmeno i tuoi subordinati non sembrano interessarsi molto degli obiettivi verso i quali stai cercando di guidarli. ■■ Subordinati Rappresenti la categoria che si occupa di eseguire gli ordini anche se non li condividi. Sei consapevole che dopo il programma di lavoro qualsiasi errore tu faccia questo sarà a carico del capo di dipartimento e questo verrà punito dai superiori gerarchici. ■■ 47 B Compito 2: Considera come si sente e immagina come lei vorrebbe che lui reagisse -> gioca il suo (di lei) ruolo Compito 3: Considera come si sente e immagina come lei vorrebbe che lui reagisse -> gioca il suo (di lei) ruolo Non sei felice e non sai perché. non ti senti apprezzato dal capo della CEO dell’azienda. Nemmeno i tuoi subordinati non sembrano interessarsi molto degli obiettivi verso i quali stai cercando di guidarli. • Learning materials Page 2 Subordinati Privato: BOIT-GIOCO DI RUOLO Carta BOIT-ROLEPLAY staffdello cardstaff 2 2 ge a te. Non capisci il perché degli ordini contraddittori, questo è Compiti: il motivo per cuiditicome stai lamentando con di G. e non ne astai Non sei contento vieni trattato da G. ile capo di come lui si rivolge te. Non capisci il perché degli ordini contraddittori, questo è il motivo per cui ti stai lamentando con il capo di Obiettivo: parlando direttamente con il tuo superiore. G. e non ne stai parlando direttamente con il tuo superiore. Situazione supportare i PMs nel reporting (30%) supportare la gestione finanziaria (30%) Helpdesk per i progetti (20%) Lavoro di segreteria (20%) non ci sono obiettivi predisposti Lavora esattamente 38 ore alla settimana, frequenta l‘Università per ottenere una laurea e tiene dei corsi alla Folk-highschool. Compito 1: Descrivere lo stato emotivo di questa persona (come si sente) 3 carte descrivere lo stato di stress di questa persona, 3 carte descrivere i desideri e le prospettive riguardo la vita professionale (3 carte) Gioco di ruolo nella situazione 1 Allegato2:2:Descrizione Descrizionedettagliata dettagliata ruolo Allegato deldel ruolo Compito 2: Considera come si sente e come lei vorrebbe che lui si comportasse -> gioco di ruolo Compito 3: Considera come si sente e come lei vorrebbe che lui si comportasse -> gioco di ruolo Ministeri Nazionali CEO CFO Interno TL: Team Leader Amministrazioni superiori Fondazioni PA PA Competitori Enti regolatori Esterno PM 1 L1 Ln L2 Ln PM 2 Ln Ln PM 3 Ln Ln Ln Ln Ln Ln Learning Materialimaterials di apprendimento Page 1 1 pagina Learning materials Materiali di apprendimento PA2: 30 anni, sposato, 1 figlio di un anno PA2: Lavora in ufficio da 5 mesi dopo lo stage. 30 anni, sposato, 1 figlio di un anno Compiti: supportare i PMs nel reporting (30%) Lavora in ufficio da 5 mesi dopo lo(30%) stage. supportare la gestione finanziaria Helpdesk per i progetti (20%) (30%) Compiti: supportare i PMs nel reporting Lavoro di segreteria (20%) supportare la gestione finanziaria (30%) Helpdesk per i progetti (20%) Obiettivo: non ci sono obiettivi predisposti Lavoro di segreteria (20%) Privato: ultimi mesi prima di terminare il suo PhD. Lavora esattamente 38 ore in modo dapoter Obiettivo: non ci sono obiettivi predisposti vedere spesso suo figlio Privato: 1: ultimi mesi prima di terminare suo PhD. Lavora esattamente ore in modo dapoter Compito Descrivere lo stato emotivo diilquesta persona (come si sente)38 3 carte vedere spesso suodifiglio descrivere lo stato stress di questa persona, 3 carte desideri e le prospettive vita professionale(3 carte) Compito 1: descrivere Descriverei lo stato emotivo di questariguardo personala(come si sente) 3 carte Gioco di ruolo nelladisituazione 1 descrivere lo stato stress di questa persona, 3 carte desideri e le prospettive vitaluiprofessionale(3 Compito 2: descrivere Considera icome si sente e come lei riguardo vorrebbelache si comportassecarte) -> gioco di ruolo Gioco di ruolo nella situazione 1 Compito 3: Considera come si sente e come lei vorrebbe che lui si comportasse -> gioco di ruolo Compito 2: Considera come si sente e come lei vorrebbe che lui si comportasse -> gioco di ruolo Compito 3: Considera come si sente e come lei vorrebbe che lui si comportasse -> gioco di ruolo 43 anni, divorziato, 1 figlio Team leader da 2 anni. Has a good personal situation to her subordinates. Compiti: assegnare i compiti a tutti i PMs (20%) progetti di supporto e controllo finale(40%) sviluppare nuovi progetti e networking (40%) Obiettivo: Assicurare i posti di lavoro con nuovi progetti (3 per PM) migliorando l‘efficienza della distribuzione dei compiti ai nuovi Pas Privato: Lavora circa 50 ore la settimana per finanziare la scuola materna (deve essere a casa alle16:30); lavoro d‘ufficio anche a casa Compito 1: descrivere lo stato emotivo di questa persona (come si sente) 3 carte; descrivere la situazione di stress di questa persona (3 carte) descrivere i desideri e prospettive riguardo la vita professionale (3 carte) gioco di ruolo nella situazione1 Compito 2: Considera come si sente e immagina come lei vorrebbe che lui reagisse -> gioca il suo (di lei) ruolo Compito 3: Considera come si sente e immagina come lei vorrebbe che lui reagisse -> gioca il suo (di lei) ruolo Learning Materialimaterials di apprendimento BOIT-GIOCO DI RUOLOstaff Cartacard dello1 staff 1 BOIT-ROLEPLAY Learning materials TL: Team Leader: Page 22 pagina Page 3 pagina 3 Learning Materialimaterials di apprendimento BOIT-ROLEPLAY BOIT-ROLEPLAY staffstaff cardcard 3 3 BOIT-GIOCO DI RUOLO Carta dello staff EU Com Interim Orgas Page 4 Page 44 pagina PM1: Project manager 60 anni, sposato, PM1: Project manager lavora in ufficio da 30 anni. Mancano 2 anni alla pensione 60 anni, sposato, Compiti: coordina il 1, 2 e 3 progetto (75%) lavora in ufficio da 30controlla, anni. Mancano 2 anni alla pensione pianifica, organizza, relaziona sviluppa nuove progettuali Compiti: coordina il 1, 2 eproposte 3 progetto (75%) (30%) pianifica, controlla, relaziona Obiettivo: 3 progetti organizza, paralleli, responsabilità di sviluppo per un anno sviluppa nuove proposte progettuali (30%) Status: Finalizzare un progetto importante Obiettivo: 3 progetti paralleli, responsabilità di sviluppo un aver annopianificato le ferie) Relazione finanziaria report finanziario finale per (dopo 2 altri progetti fase iniziale Status: Finalizzare un in progetto importante 67 Privato: Relazione finanziaria report finanziario finale (dopo aver pianificato le ferie) Lavora circa 45 ore alla settimana. 2 altri progetti in fase Si deve prendere curainiziale della moglie che è malata cronica. Vuole andare in vacanza dopo aver terminato un progetto Lavora circa 45 ore alla settimana. BOIT-ROLEPLAY staff card 5 4 BOIT-ROLEPLAY staff card 5 staff BOIT-GIOCO DI RUOLO Carta dello Enti finanziatori BOIT-GIOCO DI RUOLO Spiegazione generale Parte 1: Materiale formativo Situazione la categoria che si occupa di eseguire gli ordini anche se non li condividi. SeiPA1: (Assistente tecnico) Rappresenti consapevole che dopo il programma di lavoro errorelui tu si faccia 50 anni, sposato, 1 figlio di 17 anni Non sei contento di come vieni trattato daqualsiasi G. e di come rivol-questo sarà a carico del capo di dipartimento e questo verrà punito dai superiori gerarchici. Lavora in ufficio da 20 anni. Membro del sindacato, Betriebsrat. Privato: Si deve prendere della di moglie che è malata cronica. Vuole3 andare Compito 1: Descrivere lo statocura emotivo questa persona (come si sente) carte in vacanza dopo aver terminato un progetto descrivere lo stato di stress di questa persona, 3 carte e le prospettive vita professionale(3 carte) Compito 1: descrivere Descrivere ilodesideri stato emotivo di questariguardo personala(come si sente) 3 carte Gioco di ruolo nelladisituazione 1 descrivere lo stato stress di questa persona, 3 carte descrivere come i desideri e le prospettive riguardo la vita Compito 2: Considera si sente e come lei vorrebbe che luiprofessionale(3 si comportassecarte) -> gioco di ruolo Gioco di ruolo nella situazione 1 Compito 3: Considera come si sente e come lei vorrebbe che lui si comportasse -> gioco di ruolo Compito 2: Considera come si sente e come lei vorrebbe che lui si comportasse -> gioco di ruolo Compito 3: Considera come si sente e come lei vorrebbe che lui si comportasse -> gioco di ruolo Learning Materialimaterials di apprendimento 48 Learning materials PA1: (Assistente tecnico) 50 anni, sposato, 1 figlio di 17 anni Page 5 5 pagina Page 5 descrivere come i desideri e le prospettive riguardo la vita (3 -> carte) Compito 2: Considera si sente e come lei vorrebbe che luiprofessionale si comportasse gioco di ruolo Gioco di ruolo nella situazione 1 Compito 3: Considera come si sente e come lei vorrebbe che lui si comportasse -> gioco di ruolo Compito 2: Considera come si sente e come lei vorrebbe che lui si comportasse -> gioco di ruolo Compito 3: Considera come si sente e come lei vorrebbe che lui si comportasse -> gioco di ruolo Learning materials Page 6 Learning Materialimaterials di apprendimento Page 6 pagina Compito: Compito: 6 Learning materials Learning Materialimaterials di apprendimento 45 anni, sposato, 3 bambini (6, 7, 10) PM3: Lavora in ufficio da 10 anni; aggiornamento sul lavoro completato al 100% dopo 45 anni, sposato, 3 bambini 7, 10) che i figli vanno a(6, scuola Compiti: Lavora inilufficio 10 anni; (75%) aggiornamento sul lavoro completato al 100% dopo coordina 1, 2 e da 3 progetto che i figli organizza, vanno a scuola pianifica, controlla, relaziona sviluppa nuove proposte progettuali coordina il 1, 2 e 3 progetto (75%) (30%) Compiti: controlla, relaziona Obiettivo: 3pianifica, progetti organizza, paralleli, responsabilità di sviluppo per un anno sviluppa nuove proposte progettuali (30%) PM3: 1. progetto critico, 1 progetto buono appena definito, 1 applicazione mancata Obiettivo: Critico: 3 progetti paralleli, responsabilità di sviluppo per un anno Chiarificazioni nel contenuto e finanziamenti rischia di dover rimborsare 50buono k entro 2 settimane PM3: 1. progetto critico, 1 progetto appena definito, 1 applicazione mancata Privato: Critico: contenuto e finanziamenti Cura deiChiarificazioni propri genitorinel (ogni 2 weekend) che vivono vicino. Figli che vanno a rischia di dover rimborsare 50 k entro 2 settimane scuola Privato: 1: Cura dei propri genitori (ognidi2 questa weekend) che vivono Figli che vanno a Compito Descrivere lo stato emotivo persona (comevicino. si sente) 3 carte scuola descrivere lo stato di stress di questa persona, 3 carte e le prospettive riguardo la(come vita professionale (3 carte) Compito 1: descrivere Descriverei desideri lo stato emotivo di questa persona si sente) 3 carte Gioco di ruolo nelladisituazione 1 descrivere lo stato stress di questa persona, 3 carte descrivere come i desideri e le prospettive riguardo la vita (3 -> carte) Compito 2: Considera si sente e come lei vorrebbe che luiprofessionale si comportasse gioco di Gioco di ruolo nella situazione 1 ruolo Compito 3: 2: Considera Compito Considera come come si si sente sente ee come come lei lei vorrebbe vorrebbe che che lui lui si si comportasse comportasse -> -> gioco gioco di di ruolo ruolo Compito 3: Considera come si sente e come lei vorrebbe che lui si comportasse -> gioco di ruolo Learning Materialimaterials di apprendimento Learning materials BOIT-ROLEPLAY staff card BOIT-GIOCO DI RUOLO Carta staff 6 BOIT-ROLEPLAY staff carddello 5 5 PM3: Page 7 pagina Setting3:3:Incontro Team meeting #3 (+1 Scena del team #3 weeks) Setting 3: Team meeting #3 (+1 weeks) CEO: C‘è una buona notizia: per migiorare la situazione ci sono nuove opportunità: CEO: C‘è unarichiesta buona notizia: per migiorare la situazione ci offerta(appalto) sono nuove opportunità: Nuova di proposte entro 2 settimane ed un entro 4 Nuova richiesta di proposte entro settimane nelle aree tematiche per2 ilsettimane PM 2 e 3.ed un offerta(appalto) entro 4 settimane nelle aree tematiche per il PM 2 e 3. TL: assegnare compiti a tutti i PMs TL: assegnare supportare compiti il PM3 a tutti i PMs supportare il PM3 PA: supportare il PM3 nel controllo del progetto PA: supportare il PM3dinel controlloper delilprogetto creare materiale marketing PM2 creare materiale di marketing per il PM2 PM1: In ferie PM1: In ferie PM2: 2 progetti ben avviati, 1 definito con successo, 1 applicazione mancata PM2: 2 progettiaben avviati,partecipanti 1 definito con Problemi trovare10 allasuccesso, settimana12applicazione per ciascun mancata progetto in Problemi a trovare10 quanto non ci sono PApartecipanti disponibili alla settimana 2 per ciascun progetto in quanto non ci sono PA disponibili PM3: 2 progetti di nuovo attivi,il report per il progetto critico è stato consegnato con PM3: 2 progetti nuovo attivi,il report per il progetto critico è stato consegnato con l‘aiuto del di PM1. l‘aiuto del PM1. PA2: supportare il PM1 nella documentazione del progetto PA2: supportare il PM1 nella del progetto Servizio d‘assistenza dadocumentazione PA1 per i clienti/partners Servizio d‘assistenza da PA1 per i clienti/partners 7 Page 7 Compito: Compito: Scena 1: Incontro del team (15 min) Il team sta lavorando, settimana 1 (progetti con durata di 2 anni) PA: sostiene PM2 attraverso il controllo del progetto Creazione di materiali di marketing per PM2 Helpdesk per clienti e partner PM1: completamento di un progetto importante Ultimi giorni per il report finanziario (vacanze programmate subito dopo) Ha bisogno di supporto per PA1 dai colleghi 2 ulteriori progetti all’inizio PM2:Lavoro di progetto (report e controllo) 2 progetti in corso, 1 concluso con successo, 1 progetto non andato a buon fine Reclutamento di 10 partecipanti per la settimana 2 all’interno del progetto 1 Occupato a tempo pieno PM3: 1 progetto critico, 1 progetto recentemente concluso, 1 progetto non andato a buon fine Critico: Chiarimenti per contenuti e finanze Rischio di dover restituire 50.000,00 euro Ha bisogno di supporto urgente da PA1 ed un collega PA2:sostiene PM3, segue la documentazione necessaria Helpdesk per clienti/partner BOIT-GIOCO DI RUOLO Scenario 1 TL: assegnare attività a tutti i membri del team (P1 0 normale (fase finale), P2 = bene, P3 = critico) Attività Descrivere la situazione ed assegnare le risorse necessarie al progetto Descrivere la situazione ed assegnare le risorse necessarie al progetto Trovare un compromesso; Trovare un compromesso; si può discutere la situazione ma si deve trovare una soluzione si può discutere situazione ma si deve trovare una soluzione Pianificare cose la realizzabili Pianificare cose realizzabili Page 9 Page 9 pagina Parte 1: Materiale formativo 2 progetti bene avviati, e1dedica terminato contempo successo, Ha un nuovo fidanzato molto al lui 1 applicazione persa Attualmente ospita 10 partecipanti alla settimana 2 per ciascun progetto Compito 1: Descrivere lo stato emotivo di questa persona (come si sente) 3 carte Privato: Ha un nuovo fidanzato e dedica moltopersona, tempo al3lui descrivere lo stato di stress di questa carte e le prospettive riguardo la (come vita professionale (3 carte) Compito 1: descrivere Descriverei desideri lo stato emotivo di questa persona si sente) 3 carte Gioco di ruolo nelladisituazione 1 descrivere lo stato stress di questa persona, 3 carte Privato: BOIT-GIOCO DI RUOLO Scenario 22 2 BOIT-ROLEPLAY - Setting card BOIT-ROLEPLAY - Setting card sviluppa progettuali coordina nuove il 1, 2 eproposte 3 progetto (75%) (30%) pianifica, controlla, relaziona 3 progettiorganizza, paralleli, responsabilità di sviluppo per un anno sviluppa nuove proposte progettuali (30%) PM2: Normale lavoro su progetti (reporting and controllo) Obiettivo: 23progetti progettibene paralleli, responsabilità sviluppo per un anno avviati, 1 terminatodicon successo, 1 applicazione persa Attualmente ospita 10 partecipanti allaand settimana 2 per ciascun progetto PM2: Normale lavoro su progetti (reporting controllo) Compiti: Obiettivo: Setting 2: Team meeting #2 Setting2:2:Incontro Team meeting #2 #2 Scena del team CFO: Gli obiettivi nell‘anno corrente non sono stati ancora raggiunti, 2 ulteriori CFO: Gli obiettivi nell‘anno correnteapplicate non sono statiporossime ancora raggiunti, 2 ulteriori applicazione devono essere nelle 4 settimane altrimenti un applicazione devono essere applicate porossime 4 settimane altrimenti un PM ed il nuovo PPA dovranno essere nelle licenziati PM ed il nuovo PPA dovranno essere licenziati TL: assegnare compiti a tutti i PMs TL: assegnare compiti supportare il PM3 a tutti i PMs supportare il PM3 PA: supportare il PM3 nel controllo del progetto PA: supportare il PM3dinel controlloper delPM2 progetto creare materiale marketing creare materiale di marketing per PM2 PM1: definire un progetto importante (ultimi steps – salvo) PM1: definire unsettimana progetto importante (ultimi steps – salvo) prossima ferie per 3 settimane settimana feriediper 3 settimane 2prossima altri progetti nella fase safe start (possibile ferie) 2 altri progetti nella fase di safe start (possibile ferie) PM2: 2 progetti ben avviati, 1 definito con successo, 1 applicazione mancata PM2: 2 progetti ben avviati, 1 definito Problemi a trovare10 partecipanticon allasuccesso, settimana12applicazione per ciascun mancata progetto in Problemi a trovare10 quanto non ci sono PApartecipanti disponibili alla settimana 2 per ciascun progetto in quanto non ci sono PA disponibili PM3: 1. Progetto critico, 1 buon progetto definito recentemente, 1 applicazione PM3: 1. Progetto critico, 1 buon progetto definito recentemente, 1 applicazione mancata mancata Critico: Chiarimenti nel contenuto e finanziari Critico: Chiarimenti nel contenuto e finanziari Bisogno urgente di supporto per PA 1 e un collega, ancora in fase critica Bisogno urgente di supporto per PA 1 e un collega, ancora in fase critica PA2: Supporto del PM1 nel progetto, documentazione PA2: Supportodidel PM1 nel progetto, Servizio assistenzada PA1 perdocumentazione i clienti/partner Servizio di assistenzada PA1 per i clienti/partner 9 BOIT-ROLEPLAY Setting card BOIT-ROLEPLAY - -Setting card BOIT-GIOCO DI RUOLO Scenario 33 3 43 anni, single PM2: Lavora in ufficio da 10 anni 43 anni, single Compiti: coordina il 1, 2 e 3 progetto (75%) Lavora inorganizza, ufficio da 10 anni relaziona pianifica, controlla, BOIT-ROLEPLAY BOIT-ROLEPLAY staffstaff cardcard 6 65 BOIT-GIOCO DI RUOLO Carta dello staff PM2: Descrivere la situazione ed assegnare le risorse necessarie al progetto Descrivere la situazione ed assegnare le risorse necessarie al progetto Trovare un compromesso; Trovare un compromesso; si può discutere la situazione ma si deve trovare una soluzione si può discutere situazione ma si deve trovare una soluzione Pianificare cose la realizzabili Pianificare cose realizzabili Learning Materialimaterials di apprendimento Learning materials Page 1010 pagina Page 10 70 70 71 71 Descrivi la situazione e assegna le risorse necessarie al progetto Ci deve essere un compromesso La situazione può essere discussa ma deve essere risolta Cercare di programmare in modo sostenibile Materiali di apprendimento pagina 8 49 Parte 1: Materiale formativo 3.3.5.1 WORKSHOP FUTURO (ZUKUNFTSWERKSTATT) Il formatore ed il gruppo dovrebbero avere un’idea comune sull’argomento che andranno a discutere. Poi il formatore può iniziare il processo. Ci sono tre fasi del Zukunftswerkstatt: La prima fase è la cosiddetta Fase di Critiche o Grievance In questa fase i partecipanti possono dire tutto quello che a loro non piace, cosa è sbagliato, qualsiasi esperienza negativa avuta in campo lavorativo. Questo non viene fatto per analizzare i problemi ma per raccogliere le impressioni. Questo può essere fatto con delle carte oppure con un foglio grande che viene lasciato sul tavolo in modo che tutti possano scrivere o disegnare le loro idee. Alla fine il formatore può raccogliere le carte oppure affiggere il foglio grande al muro. Alla fine il formatore raggruppa tutte le risposte e le classifica a seconda degli argomenti. 2–20 40–60 Minuti Scopo Il Zukunftswerkstatt è stato inventato originalmente per incoraggiare il processo democratico e per sostenere la cittadinanza attiva come partecipazione comunitaria. E’ un metodo che analizza la situazione reale lasciando molto spazio per le critiche, dà la possibilità all’immaginazione di correre liberamente e si chiude con una pianificazione concreta di cambiamenti pratici. Obiettivi Analizzare i punti critici ■■ Creare un piano di sviluppo ■■ Accessori Grossi fogli di carta Bianca sui tavoli ■■ Carte ■■ Penne ■■ Lavagna di sughero o di fogli La seconda fase è la cosiddetta Fase di Fantasia e Utopia Il formatore ora dice a tutti di pensare ad un mondo perfetto. Tutto è possibile, nessuna frontiera, nessun ostacolo. Come sarebbe il lavoro quindi? Questo può essere fatto con delle carte oppure con un foglio grande che viene lasciato sul tavolo in modo che tutti possano scrivere o disegnare le loro idee. Alla fine il formatore può raccogliere le carte oppure puntare il foglio grande al muro. Alla fine il formatore raggruppa tutte le risposte e le classifica a seconda degli gli argomenti. Ora inizia la parte più importante e più lunga: Descrizione dell’attività Prima il formatore spiega il background del future workshop e come continuerà il processo. Il workshop futuro è stato creato da Norbert R. Müllert, Rüdiger Lutz e Robert Jungk, un famoso filosofo ed uno scienziato. Hanno inventato il metodo per promuovere la creatività e per aiutare le persone a trovare una soluzione ai problemi sociali. La terza fase è la cosiddetta Fase di Realizzazione o Pratica Qui è importante prendere in considerazione le critiche e l’utopia e vedere cosa può essere realizzato. Il gruppo dovrebbe essere diviso in gruppi piccoli che sono poi liberi di fare brainstorming su tutto quello che gli viene in mente. Alla fine ogni gruppo dovrebbe presentare i loro risultati e gli altri gruppi dovrebbero discutere con loro riguardo cosa credano sia una buona idea, ecc. Metodologia di formazione Brainstorming ■■ Discussione di gruppo ■■ ■■ 50 3.3.5.2 STRATEGIE PER PORTARE LA TEORIA ALLA PRATICA Infine tutti dovrebbero sviluppare insieme un piano strategico per i passi successivi e sugli obiettivi da raggiungere in un determinato periodo di tempo. Dopo un po’ ci dovrebbe essere un follow up per vedere cosa poteva essere tradotto in pratica e cosa no e perché. Oppure se ci sono nuove idee e suggerimenti su cosa cambiare. Suggerimenti per il formatore ■■ Il formatore dovrebbe cercare di indirizzare i partecipanti se non sono abituati a pensare in modo utopistico. Riepilogo dell’attività I partecipanti al corso attraversano tre fasi con situazioni diverse: una negativa, una molto positiva ed una realistica (neutra) che mirano a guidare il partecipante verso un piano strategico per i passi successivi. Referenze Kuhnt, Beate and Müller, Norbert R. (2004) Moderationsfibel Zukunftswerkstätten: Verstehen, Anleiten, Einsetzen AG Spak Verlag 2–15 45–60 Minuti Scopo I cambiamenti spesso richiedono un piano. Perciò i partecipanti pianificheranno, con l’aiuto di questo esercizio, i loro step successivi sulle strategie di intervento e prevenzione del burnout. Parte 1: Materiale formativo Ogni gruppo presenta i loro risultati ed il moderatore/insegnante raggruppa i suggerimenti sulle carte e li punta al muro. Obiettivi ■■ Strategie di brainstorming ■■ Sviluppare un piano per gli step successivi (piano d’implementazione) Metodologia di formazione Brainstorming ■■ Lavoro in piccoli gruppi ■■ Discussione di gruppo ■■ Accessori Copie dell’allegato ■■ Lavagna di sughero ■■ Descrizione dell’attività Il formatore distribuisce lo strumento di pianificazione (vedi allegato) e lo spiega. Poi incoraggia i partecipanti a pensare, con l’aiuto delle fotocopie, alle strategie per cambiare le cose. Prima essi riflettono individualmente su cosa vorrebbero cambiare, come e chi ne potrebbe essere responsabile. Poi formano gruppi di due tre persone per presentare i risultati. Insieme possono pensare a possibili strategie future per implementare il processo 51 Parte 1: Materiale formativo di cambiamento. I risultati del team possono poi essere presentati a tutti se vogliono. Suggerimenti per il formatore Il formatore distribuisce l’allegato. ■■ Questo esercizio si può basare sui risultati 3.2.1.1 e 3.2.1.2. ■■ Riepilogo dell’attività I partecipanti riflettono sulla loro situazione, sulle cose che vogliono cambiare e sulle strategie da sviluppare che, idealmente, dovrebbero essere implementate realmente. Risorse/Allegati Allegato 1: Strumento di programmazione Cosa voglio raggiungere? Definizione dei miei Obiettivi ………………………………………………………….. Quali sub obiettivi (step intermedi) sono quindi necessari? Sub obiettivo 1: ……….………………………………….. Sub obiettivo 2: ……….………………………………….. Sub obiettivo 3: ………….……………………………….. … 52 Momento del WS 4 6 Mesi dopo BOIT 2 Anni dopo BOIT Come posso riconoscere il cambiamento? (Indicatori) ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Che contributo posso dare? ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Dove sono i limiti delle mie possibilità/mie responsabilità? Cosa è al di la dei miei poteri? ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Per che cosa ho bisogno di un supporto interno? Dove/Come lo posso ottenere?Le risorse sono disponibili? ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Per che cosa ho bisogno di supporto esterno? Dove/Come lo posso ottenere?Le risorse sono disponibili? ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Che cosa ho implementato/ iniziato? ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Difficoltà impreviste,che si sono verificate durante la fase di implementazione ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Nuovo sub obiettivo (1.1, 1.2, 1.3, …) che deve essere sviluppato a causa delle difficoltà impreviste 1.1 1.2 1.3 1.4 1.1 1.2 1.3 1.4 1.1 1.2 1.3 1.4 ■■ ■■ Parte 1: Materiale formativo Sub obiettivo 1: ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ 53 Parte 1: Materiale formativo Nuovo sub obiettivo 1.1: 54 Momento del WS 4 6 Mesi dopo BOIT 2 Anni dopo BOIT Come posso riconoscere il cambiamento? (Indicatori) ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Che contributo posso dare? ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Dove sono i limiti delle mie possibilità/mie responsabilità? Cosa è al di la dei miei poteri? ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Per che cosa ho bisogno di un supporto interno? Dove/Come lo posso ottenere?Le risorse sono disponibili? ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Per che cosa ho bisogno di supporto esterno? Dove/Come lo posso ottenere?Le risorse sono disponibili? ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Che cosa ho implementato/ iniziato? ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Difficoltà impreviste,che si sono verificate durante la fase di implementazione ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Nuovo sub obiettivo sviluppato a causa delle difficoltà impreviste 1.1.1 1.2.1 1.3.1 1.4.1 1.1.1 1.2.1 1.3.1 1.4.1 1.1.1 1.2.1 1.3.1 1.4.1 ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Momento del WS 4 6 Mesi dopo BOIT 2 Anni dopo BOIT Come posso riconoscere il cambiamento? (Indicatori) ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Che contributo posso dare? ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Dove sono i limiti delle mie possibilità/mie responsabilità? Cosa è al di la dei miei poteri? ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Per che cosa ho bisogno di un supporto interno? Dove/Come lo posso ottenere?Le risorse sono disponibili? ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Per che cosa ho bisogno di supporto esterno? Dove/Come lo posso ottenere?Le risorse sono disponibili? ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Che cosa ho implementato/ iniziato? ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Difficoltà impreviste,che si sono verificate durante la fase di implementazione ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Nuovi sub obiettivi (2.1, 2.2, 2.3, …) sviluppati a causa delle difficoltà impreviste 2.1 2.2 2.3 2.4 2.1 2.2 2.3 2.4 2.1 2.2 2.3 2.4 ■■ ■■ Parte 1: Materiale formativo Sub obiettivo 2: ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ 55 Parte 1: Materiale formativo Sub obiettivo 3: 56 Momento del WS 4 6 Mesi dopo BOIT 2 Anni dopo BOIT Come posso riconoscere il cambiamento? (Indicatori) ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Che contributo posso dare? ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Dove sono i limiti delle mie possibilità/mie responsabilità? Cosa è al di la dei miei poteri? ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Per che cosa ho bisogno di un supporto interno? Dove/Come lo posso ottenere?Le risorse sono disponibili? ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Per che cosa ho bisogno di supporto esterno? Dove/Come lo posso ottenere?Le risorse sono disponibili? ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Che cosa ho implementato/ iniziato? ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Difficoltà impreviste,che si sono verificate durante la fase di implementazione ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Nuovi sub obiettivi (3.1, 3.2, 3.3, …) sviluppati a causa delle difficoltà impreviste 3.1 3.2 3.3 3.4 3.1 3.2 3.3 3.4 3.1 3.2 3.3 3.4 ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■