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MINUTI SCIENTIFICA 190 :Layout 1 12/11/09 11:26 Pagina 35 Le diete per la prevenzione delle malattie cardiovascolari: quali sono le evidenze disponibili? CHRISTOPHER WALKER, Kaiser Permanente BRIAN V. REAMY, Uniformed Services University of the Health Sciences I pazienti intraprendono spesso diete disponibili commercialmente, rivolte contro l’obesità e per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Tali diete si possono basare su un’introduzione di carboidrati molto ridotta o ridotta, su un’introduzione di grassi molto ridotta, oppure sulla cosiddetta “dieta mediterranea”. La pubblicazione di alcuni studi su numerose diete particolarmente popolari ha reso più semplice il compito del medico che deve consigliare i propri pazienti circa i benefici ed i rischi associati a tali diete. Per la dieta Atkins, la dieta “a zona”, la dieta Sugar Busters! e la dieta South Beach sono in effetti disponibili dati che dimostrano la loro efficacia nell’ottenere un calo ponderale; tali diete non determinano inoltre un aumento di misure di outcome negative orientate alla malattia. Sono invece scarse le evidenze di effetti benefici orientati al paziente. Ampie evidenze orientate al paziente, che indicano una significativa diminuzione dei tassi di mortalità e del rischio di infarti miocardici ad esito fatale o non fatale, sono disponibili per la dieta mediterranea. Nel 2006 la American Heart Association ha pubblicato delle linee-guida che hanno integrato, in un’unica prescrizione dietetica, le indicazioni derivanti da una serie di interventi dietetici diversi. Il medico deve consigliare ai propri pazienti una dieta ricca di frutta, verdura, acidi grassi “salutari”, e che limiti invece l’introduzione di grassi saturi. Per ridurre il rischio cardiovascolare è utile un approccio individualizzato, in tappe successive, che preveda l’introduzione di 1-2 interventi dietetici ogni 3-6 mesi. (Am Fam Physician. 2009; 79 (7): 571-578. Copyright ® 2009 American Academy of Family Physicians). L’ aumento dei tassi di obesità e della prevalenza di patologie associate all’obesità hanno fatto entrare i consigli di tipo dietetico nella pratica medica quotidiana.1 Per raggiungere obiettivi di calo ponderale i pazienti si affidano spesso a diete disponibili commercialmente. Alcune di queste diete offrono promesse infondate, ma molte delle diete più note sono state sottoposte a studi controllati e randomizzati. Consigli appropriati da parte del medico sui rischi ed i benefici associati a tali diete possono essere di aiuto per i pazienti nel raggiungimento degli obiettivi. Molte delle diete disponibili commercialmente possono essere raggruppate in 4 categorie, in base alla combinazione di macronutrienti che viene consigliata: diete con introduzione di carboidrati molto ridotta; diete con introduzione di carboidrati ridotta; diete con introduzione di grassi molto ridotta; diete “mediterranee” (Tabella 1).232 Le diete maggiormente restrittive comprendono le diete con introduzione di carboidrati molto ridotta o ridotta, nonché le diete con introduzione di grassi molto ridotta. Questi interventi dietetici modificano i tipici rapporti tra i macronutrienti, con un aumento o una diminuzione dell’introduzione alimentare di lipidi, carboidrati e proteine. Diete meno restrittive, come ad esempio la dieta mediterranea e le indicazioni dietetiche formulate dalla American Heart Association (AHA),32 hanno invece l’obiettivo di aumentare l’introduzione di acidi grassi “salutari”, di fibre, nonché di frutta e verdura fresca. Per valutare le diverse diete è utile un approccio basato sull’analisi delle evidenze disponibili per quanto riguarda il calo ponderale, misure di outcome orientati alla malattia e misure di outcome orientate al paziente. Diete con introduzione di carboidrati molto ridotta Il Dr. Robert Atkins pubblicò la prima versione della “dieta Atkins” nel 1972.2 Questa dieta prevede un’introduzione di carboidrati molto ridotta, mentre non prevede il conteggio delle calorie o limitazioni delle porzioni degli alimenti. La dieta comprende 4 fasi; nella fase iniziale il paziente deve osservare una stretta limitazione dell’introduzione di carboidrati (meno di 20 g al giorno). Ciascuna delle fasi successive prevede invece un aumento dell’introduzione di carboidrati, con l’utilizzazione del calo ponderale come parametro di valutazione della progressione della dieta. L’ef35 - novembre 2009 - Minuti MINUTI SCIENTIFICA 190 :Layout 1 12/11/09 11:26 Pagina 37 Sistema SORT (Strength of Recommendation Taxonomy, Tassonomia della forza delle evidenze): Indicazioni per la pratica clinica Indicazione clinica Livello di Referenza evidenza bibliografica Le diete con introduzione di carboidrati molto ridotta sono più efficaci delle diete con ridotta introduzione di lipidi nell’ottenere, nel breve periodo (6 mesi o meno), il calo ponderale, e non esercitano effetti sfavorevoli sul profilo lipidico B 2,11 Una dieta con introduzione di grassi molto ridotta, associata a cessazione del fumo, esercizio fisico e meditazione, può migliorare la perfusione cardiaca e ridurre i sintomi anginosi B 9,11,16-22 In pazienti con malattie cardiovascolari note la dieta mediterranea conferisce dei vantaggi in termini di morbilità e di mortalità A 23,31 Le indicazioni riguardanti le abitudini di vita e la dieta pubblicate nel 2006 dalla American Heart Association comprendono interventi alimentari basati su evidenze che sono in grado di ridurre il rischio cardiovascolare C 32 A = Evidenza coerente, di buona qualità ed orientata sul paziente; B = evidenza orientata sul paziente, scarsamente coerente o di qualità limitata; C = opinione generale, evidenza orientata sulla malattia, pratica clinica usuale, opinione di esperti, serie di casi clinici. Per informazioni sul sistema SORT di valutazione delle evidenze, si veda al sito http://www.aafp.org/afpsort.xml ficacia della dieta viene attribuita all’aumentato catabolismo dei grassi, nonché alla sazietà causata dalla restrizione dell’introduzione dei carboidrati ed alla conseguente chetosi. Misure di outcome orientate alla malattia Le diete con introduzione di carboidrati molto ridotta sono state estesamente studiate. 3-9,33 La maggior parte degli studi randomizzati e controllati ha tuttavia riguardato coorti di pazienti di dimensioni limitate, con una durata degli studi inferiore ad un anno. I tassi di abbandono sono risultati elevati; una percentuale compresa tra il 12% ed il 40% dei pazienti ha interrotto la dieta nel corso dello studio. Una grossa meta-analisi ha valutato 6 studi, per un totale di 447 pazienti in sovrappeso (indice di massa corporea [body mass index, BMI] superiore a 25 kg/m2).33 Nella maggior parte dei casi la dieta di controllo era costituita da una dieta con restrizione calorica e ridotta introduzione di lipidi. Entrambi i gruppi hanno presentato un calo ponderale. Il gruppo sottoposto a restrizione dell’introduzione di carboidrati ha presentato un calo ponderale più marcato a 6 mesi, ma non a 12 mesi. Tra i due gruppi non sono state descritte differenze significative per quanto riguarda i livelli di colesterolo legato alle lipoproteine a bassa densità (low-density lipoproteins, LDL). I pazienti con restrizione dell’introduzione di carboidrati hanno presentato, dopo 6 e 12 mesi, miglioramenti del colesterolo legato alle proteine ad alta densità (high-density lipopro- teins, HDL) e dei trigliceridi. Un recente studio randomizzato e controllato condotto su 311 donne in pre-menopausa ha descritto un calo ponderale più marcato tra le donne sottoposte alla dieta Atkins (-4,7 kg) rispetto a quanto descritto in pazienti sottoposte ad una dieta “a zona” (ridotta introduzione di carboidrati; -1,6 kg), alla dieta Ornish (introduzione di lipidi molto ridotta; -2,2 kg) o alla dieta LEARN ( Lifestyles, Exercise, Attitudes, Relationships, Nutrition; ridotta introduzione di carboidrati; 2,6 kg).9 Le pazienti sottoposte alla dieta Atkins hanno presentato una significativa diminuzione dei livelli di colesterolo-LDL, e nessuna diminuzione dei livelli di colesterolo-HDL e di pressione arteriosa. I livelli di insulina e di glicemia a digiuno non sono risultati diversi tra i gruppi. Altri studi hanno descritto, nei primi 6 mesi di trattamento, cali ponderali più marcati in pazienti sottoposti a diete con contenuto di carboidrati molto ridotto rispetto a quanto descritto per diete con ridotta introduzione di lipidi.3-6,33 Misure di outcome orientate al paziente Nessuno studio ha descritto differenze in termini di morbilità, mortalità o di misure di outcome cardiovascolari in associazione a diete con introduzione di carboidrati molto ridotta. Uno studio di coorte recentemente condotto in Svezia ha descritto un aumento dei tassi complessivi di mortalità in donne sottoposte ad un aumento dell’introduzione proteica e ad una diminuzione dell’intro37 - novembre 2009 - Minuti MINUTI SCIENTIFICA 190 :Layout 1 12/11/09 11:26 Pagina 38 duzione di carboidrati.10 I timori circa il rischio di coronaropatie potrebbero tuttavia riguardare solo le diete con introduzione di carboidrati molto ridotta e con elevato contenuto di grassi e proteine di origine animale. Le diete con introduzione di carboidrati molto ridotta e con grassi e proteine di origine vegetale risulterebbero infatti associate ad un lieve effetto benefico sul rischio cardiovascolare.34 La disponibilità di misure di outcome orientate al paziente è limitata dalla necessità di follow-up di lungo periodo e dalla scarsa compliance al trattamento da parte dei pazienti. I timori riguardanti i livelli elevati di colesterolo-LDL, l’accelerazione delle cardiopatie e la chetoacidosi non hanno ricevuto conferma. tati di modesta entità, simili a quelli descritti in pazienti sottoposti a diete Ornish, Weight Watchers e Atkins (i pazienti sottoposti a dieta Atkins non hanno evidenziato miglioramenti del colesterolo-LDL). Studi di popolazione di grosse dimensioni dimostrano che le diete con un indice glicemico più elevato sono associate a bassi livelli di colesterolo-HDL, noto fattore di rischio per le patologie cardiovascolari. Misure di outcome orientate al paziente Nessuno studio su diete con ridotta introduzione di carboidrati ha valutato misure di outcome orientate al paziente. Diete con introduzione di grassi molto ridotta Diete con introduzione di carboidrati ridotta Esistono diverse diete basate su una ridotta introduzione di carboidrati, come la dieta Sugar Busters!, la “dieta a zona” e la dieta South Beach.12-14 Molti di questi programmi dietetici si basano sull’indice glicemico, cioè sulla risposta dei livelli sierici di glucosio all’ingestione di 50 g di un determinato alimento. Gli alimenti con un indice glicemico più elevato determinano, nelle 2 ore successive all’assunzione, un aumento postprandiale più rapido dei livelli ematici di glucosio e di insulina. Molte diete con ridotta introduzione di carboidrati consigliano anche l’assunzione di fonti alimentari “più salutari” dei lipidi. Tra le diete con ridotta introduzione di carboidrati disponibili commercialmente, la dieta a zona e la dieta South Beach sono le uniche ad essere state sottoposte a studi randomizzati e controllati. Misure di outcome orientate alla malattia Uno studio condotto nel 2004 negli Stati Uniti ha messo a confronto la dieta South Beach con le indicazioni previste nell’ambito del National Cholesterol Education Plan (NCEP); i pazienti ammessi allo studio hanno seguito le due diete per 12 settimane.35 I soggetti sottoposti alla dieta South Beach hanno perso 2,5 kg in più rispetto ai pazienti sottoposti alla dieta NCEP. Tra i due gruppi non sono state descritte differenze per quanto riguarda i livelli ematici dei lipidi. In uno studio di confronto tra diete disponibili commercialmente, seguite per un periodo di un anno, i soggetti sottoposti alla dieta a zona hanno presentato calo ponderale ed un miglioramento dei livelli di colesterolo-LDL, colesterolo-HDL e di trigliceridi.11 Tali miglioramenti sono peraltro risul38 - novembre 2009 - Minuti Le diete con introduzione di grassi molto ridotta sono state messe a punto in seguito alla descrizione della correlazione esistente tra assunzione di grassi saturi e aterosclerosi coronarica.23 Tali diete limitano tipicamente l’introduzione di grassi fino a livelli molto inferiori rispetto a quelli previsti dalle diete tradizionali con ridotta introduzione di grassi. La dieta di questo tipo più studiata è la dieta Ornish, che integra una dieta vegetariana Tabella 1. Componenti di alcune diete utilizzate per la Dieta Esempi disponibili Restrizione Introduzione in commercio calorica? di grassi Introduzione di carboi- Dieta Atkins drati molto ridotta2-11 salute Introdu di frut e verdu No Illimitata Molto limit Introduzione di carboi- Dieta South Beach, No drati ridotta / basso in- dieta “a zona”, dice glicemico9,11-15 dieta Sugar Busters! Illimitata Limit Introduzione di grassi molto ridotta9,11,16-22 Dieta Ornish No Meno del 10% delle calorie totali Dieta geta Dieta mediterranea23-31 - No Illimitata Illimi Linee-guida American Heart Association32 - Sì Illimitata Illimi HDL= high-density lipoproteins, lipoproteine ad alta densità. TLC = Therapeutic Lifestyle Changes, modificazioni terapeutiche delle abitudini di vita Inform per la MINUTI SCIENTIFICA 190 :Layout 1 12/11/09 11:26 Pagina 39 con un’introduzione di grassi corrispondente al 10% dell’introduzione calorica totale.17 L’intervento prevede anche programmi di esercizio fisico, di meditazione (1-2 ore al giorno) e l’interruzione del fumo. Ai soggetti partecipanti viene inoltre consigliato di evitare l’assunzione di alcool e di caffeina. Misure di outcome orientate alla malattia I risultati favorevoli descritti da uno studio-pilota hanno indotto all’esecuzione di una valutazione nel lungo periodo della dieta Ornish.19 I pazienti partecipanti erano uomini con diagnosi di coronaropatie. Lo studio-pilota iniziale, durato 3 settimane, aveva evidenziato una diminuzione dei livelli di colesterolo totale ed una tendenza all’aumento della frazione di eiezione. I livelli di colesterolo-HDL avevano invece evidenziato una diminuzione del 20%. Lo studio randomizzato e controllato, di durata pari a 5 anni, è stato condotto in seguito allo studio-pilota su pazienti con coronaropatia dimostrata angiograficamente; lo studio ha evidenziato una diminuzione del 20% dei livelli di colesterolo-LDL e nessuna modificazione dei livelli di colesterolo-HDL e di trigliceridi.20 I pazienti sottoposti alla dieta hanno presentato un calo ponderale pari in media a 5,8 kg, Tabella 2. Componenti fondamentali della dieta mediterranea Alimenti di origine vegetale (es. frutta, verdura, pane, cereali, patate, legumi) Alimenti prodotti a livello locale, con una utilizzazione minima di conservanti Pesce e pollame Assunzione infrequente di carni rosse Massimo 4 uova alla settimana Quantitativi limitati di prodotti derivati dal latte Olio di oliva come principale fonte di grassi Quantitativi limitati di vino rosso con i pasti Dessert composti principalmente da frutta fresca mentre i pazienti del gruppo di controllo non hanno presentato modificazioni del peso corporeo. Il gruppo di intervento ha presentato anche un miglioramento della perfusione miocardica, con un miglioramento medio pari all’8% della stenosi vascolare, rispetto ad un aggravamento del 27% descritto nel gruppo di controllo.21 Misure di outcome orientate al paziente Pazienti sottoposti alla dieta Ornish hanno pre- salute cardiovascolare zione i Introduzione Introduzione di grassi di frutta saturi e trans e verdura Problemi Riassunto ata Molto limitata Illimitata, ma scoraggiata Richiede il monitoraggio Non sono disponibili dati riguardanti misure di outcome dei chetoni nelle urine orientate al paziente o dati a lungo termine; può migliorare i livelli di trigliceridi e di colesterolo-HDL; più efficace nell’ottenere un calo ponderale nel breve periodo ata Limitata Limitata Richiede la conoscenza I principi ispiratori hanno solide fondamenta; non sono didell’indice glicemico sponibili molti dati orientati al paziente del delle e totali Dieta ve- Nessuna getariana Richiede la meditazione, Miglioramenti della perfusione e diminuzione dei sintomi; una dieta vegetariana, indicazioni dietetiche molto stringenti; diminuzione del l’interruzione del fumo colesterolo-HDL ata Illimitata Limitata Costosa; applicabilità li- Dati di mortalità eccellenti; dati limitati per quanto rimitata in alcune popo- guarda studi di popolazione lazioni per la mancanza di prodotti o di fonti adeguate di acidi grassi ata Illimitata Grassi saturi: meno del 7% delle Linee-guida ampie calorie totali. Grassi-trans: meno dell’1% delle calorie totali Therata Informazioni tratte dalle referenze bibliografiche 2-32 Simile alla dieta TLC, ma con una maggiore enfasi sulla riduzione complessiva del rischio cardiovascolare e sui miglioramenti della salute a livello di popolazione 39 - novembre 2009 - Minuti MINUTI SCIENTIFICA 190 :Layout 1 12/11/09 11:26 Pagina 41 Tabella 3. Interventi sulle abitudini di vita consigliati dalla American Heart Association Intervento Migliora il profilo Migliora i tassi di lipidico? morbilità / mortalità? Conta delle calorie per ottenere una dieta ipocalorica (per il calo ponderale) Sì Sì Aumentare l’esercizio aerobico fino a 30 minuti o più al giorno per la maggior Sì parte dei giorni; aumentare fino a 60 minuti per ottenere un calo ponderale Sì Aumentare l’introduzione di frutta fresca e di verdure (non di succhi di frutta) Sì Sì Aumentare l’introduzione di cereali integrali e di altri alimenti con elevato con- Sì tenuto di fibre Risposta ignota Prendere in considerazione una supplementazione con stanoli vegetali Sì Risposta ignota Consumare olio di pesce due volte la settimana Sì Sì Aumentare l’introduzione di grassi salutari (es. olio di oliva, olio di canola, Sì noccioline) Sì Supplementazione con acidi grassi omega-3 in soggetti che abitualmente non Sì mangiano pesce Risposta ignota Limitare l’assunzione di grassi saturi e trans Sì Sì Limitare l’introduzione di alcool a 2 assunzioni di bevande alcoliche al giorno No tra gli uomini e ad una assunzione al giorno tra le donne Sì* Limitare l’introduzione di sale a 2 g al giorno No Sì (in soggetti con pressione arteriosa elevata) Ridurre al minimo il consumo di zucchero Sì Risposta ignota Fare attenzione quando si mangia fuori casa Risposta ignota Risposta ignota * L’astinenza dall’alcool può aumentare il rischio cardiovascolare. Informazioni tratte dalla referenza bibliografica 32 Dieta mediterranea Misure di outcome orientate alla malattia I dati riguardanti misure di outcome orientate alla malattia non sono univoci. Numerosi studi hanno evidenziato miglioramenti in termine di livelli di colesterolo-LDL, colesterolo-HDL, proteina-C reattiva e insulina.36,37 Altri studi hanno invece riscontrato solo minimi miglioramenti di questi marker.27,38 La mancanza di dati univoci è stata tuttavia superata dall’osservazione di chiare evidenze riguardanti le misure di outcome orientate al paziente. L’interesse nella cosiddetta “dieta mediterranea” ebbe inizio dopo che il Seven Countries Study evidenziò in una coorte di pazienti dell’isola di Creta bassi tassi di mortalità cardiovascolare, pur in presenza di un’elevata introduzione alimentare di grassi (35-40% delle calorie totali).23,24 Anche se la dieta mediterranea comprende diverse varianti “commerciali”, essa risulta tuttavia caratterizzata da alcune componenti principali (Tabella 2). Misure di outcome orientate al paziente La dieta mediterranea è stata estesamente studiata dal punto di vista del suo ruolo nella riduzione e nella prevenzione delle coronaropatie. La focalizzazione dell’interesse dei ricercatori su misure di outcome orientate al paziente distingue la dieta mediterranea dalle altre discusse nel presente articolo, per le quali l’interesse si è principalmente focalizzato su misure di outcome orientate alla ma- Dep. AIFA 6 Febbraio 2009 sentato una diminuzione del 91% della sintomatologia anginosa ad un anno, e del 72% a 5 anni.20 Il gruppo di controllo ha invece presentato un aumento del 186% della sintomatologia anginosa ad un anno ed una diminuzione del 36% a 5 anni; tale diminuzione appare attribuibile ai tassi più elevati di interventi di bypass e di angioplastica eseguiti nei pazienti del gruppo di controllo. 41 - novembre 2009 - Minuti MINUTI SCIENTIFICA 190 :Layout 1 12/11/09 11:26 Pagina 43 Tabella 4. Misure di outcome cardiovascolare di alcune diete Tipo di dieta ColesteroloLDL ColesteroloHDL Dieta con in- Nessuna mo- Aumento troduzione di dificazione carboidrati molto ridotta Trigliceridi Eventi BMI cardiovascolari Forza delle evi- Referenze denze per misu- bibliografiche re di outcome cardiovascolare Diminuzione Assenza di dati Diminuzione C 2-11 Dieta con intro- Nessuna mo- Nessuna mo- Nessuna mo- Assenza duzione di car- dificazione dificazione dificazione di dati boidrati ridotta / basso indice glicemico Diminuzione C 17-20,22 Dieta con in- Diminuzione Diminuzione Diminuzione Diminuzione Diminuzione B troduzione di grassi molto ridotta 9,11,16-22 Dieta mediter- Diminuzio- Aumento ranea ne/nessuna modificazione Diminuzione Diminuzione Nessuna mo- A dificazione 23,31 L i n e e - g u i d a Diminuzione Aumento American Heart Association Nessuna mo- Assenza dificazione di dati Diminuzione C* 32 A = Evidenza coerente, di buona qualità ed orientata sul paziente; B = evidenza orientata sul paziente, scarsamente coerente o di qualità limitata; C = opinione generale, evidenza orientata sulla malattia, pratica clinica usuale, opinione di esperti, serie di casi clinici. * Evidenze combinate di interventi combinati. BMI = body mass index; indice di massa corporea. HDL = high density lipoprotein; lipoproteina ad alta densità. LDL = low density lipoprotein; lipoproteina a bassa densità. Informazioni tratte dalle referenze bibliografiche 2-11, 16-32 lattia. Il Lyon Diet Heart Study è uno studio randomizzato e controllato riguardante 300 pazienti, nei quali è stata valutata l’efficacia della dieta mediterranea nella prevenzione secondaria delle coronaropatie. 27 I pazienti del gruppo sottoposto alla dieta hanno ricevuto una supplementazione con acido alfa-linoleico, fonte di acidi grassi omega3. I pazienti del gruppo di controllo hanno invece seguito una dieta standard con ridotta introduzione di grassi. Dopo 27 settimane di trattamento non sono state descritte differenze significative tra i due gruppi per quanto riguarda lipidemia, pressione arteriosa e BMI.27 Il gruppo sottoposto alla dieta mediterranea ha presentato tuttavia una diminuzione del 73% del rischio relativo di infarto miocardico fatale o non fatale, nonché una diminuzione del 70% del rischio complessivo di morte da qualsiasi causa. I pazienti sottoposti alla dieta mediterranea hanno presentato inoltre una diminuzione del rischio relativo dei seguenti end point: angina, ictus, scompenso cardiaco, embolie polmonari, trombosi venose profonde. Queste osservazioni sono risultate indipendenti da variabili come livelli di colesterolo totale, pressione arteriosa, sesso maschile, assunzione di acido acetilsalicilico. Livelli sierici elevati di acido alfa-linoleico sono risultati associati a misure di outcome migliori. Dopo 46 settimane di terapia la compliance dei pazienti alle indicazioni dietetiche è risultata superiore al 70%. Risultati simili sono stati osservati anche nello studio GISSI (Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nell’Infarto), che ha dimostrato come, dopo un infarto, una supplementazione con acidi grassi poli-insaturi n-3 (olio di pesce) ottiene una diminuzione del 10% del rischio di recidive di infarto, ictus e morte.28 Le differenze tra 43 - novembre 2009 - Minuti MINUTI SCIENTIFICA 190 :Layout 1 12/11/09 11:26 Pagina 45 i gruppi si sono manifestate entro 3 mesi dall’inizio del trattamento. Un altro studio ha descritto, in pazienti ad alto rischio, una diminuzione dei tassi di infarto in seguito all’adozione di una dieta mediterranea con supplementazione di soia e di oli di semi di senape.29 Queste osservazioni suggeriscono che i benefici associati alla dieta mediterranea possono essere ottenuti anche senza un’utilizzazione rigorosa solo di alimenti provenienti dai paesi dell’area mediterranea. Il meccanismo attraverso il quale si otterrebbe tale riduzione del rischio non è peraltro chiaro; secondo alcuni autori sarebbero coinvolti una diminuzione dell’infiammazione associata all’introduzione di grassi poli- e mono-insaturi,39 nonché un aumento dei livelli di colesterolo-HDL.30 Il primo studio condotto negli Stati Uniti sulla dieta mediterranea è stato pubblicato nell’ambito del National Institutes of Health – AARP Health and Diet Study.40 Da tale studio è emersa un’associazione inversa tra l’aderenza alle indicazioni della dieta mediterranea ed i tassi di mortalità da malattie cardiovascolari, da neoplasie e da tutte le cause. Tali effetti sono risultati più marcati tra i pazienti fumatori. I risultati di questo studio dovranno essere confermati da altri studi condotti utilizzando protocolli randomizzati e controllati. L’implementazione pratica della dieta mediterranea negli Stati Uniti presenta diversi problemi, come ad esempio i costi economici più elevati associati all’acquisto di frutta e verdura fresca, rispetto ad alimenti conservati.31 Le linee-guida dietetiche della American Heart Association Le linee-guida pubblicate nel 2006 da AHA avevano l’obiettivo di integrare tra loro diversi interventi, riguardanti l’alimentazione e le abitudini di vita (Tabella 3).32 Anche se non sono state oggetto di studi specifici, tali linee-guida incorporano diverse indicazioni orientate al paziente, come ad esempio la necessità di aumentare l’introduzione di frutta, verdura, grassi “salutari” e fibre. Fanno parte integrante delle linee-guida anche le indicazioni a limitare l’introduzione di sale, zucchero e grassi-trans. Diverse altre diete soddisfano questi principi, come ad esempio la dieta TLC (Therapeutic Lifestyle Changes) pubblicata dal National Heart, Lung and Blood Institute degli Stati Uniti.41 Le linee-guida offrono al medico un elenco piuttosto completo di interventi basati su evidenze, che i pazienti possono intraprendere “passo-per-passo”. Come tradurre in pratica le indicazioni Un efficace counseling dietetico è difficilmente implementabile nell’ambito di una visita ambulatoriale standard. Una buona conoscenza clinica delle diete più comuni disponibili in commercio può aiutare il medico nell’offrire ai pazienti indicazioni obiettive e specifiche per le loro esigenze. Benché tutte le diete discusse nell’articolo presentino degli effetti benefici orientati alla malattia, i dati disponibili circa gli effetti benefici orientati al paziente sono più limitati. Nessuna delle diete discusse risulta peraltro associata ad un peggioramento di misure di outcome orientate al paziente. Nel caso di pazienti con significative patologie associate, nei quali diete con restrizione dell’introduzione di determinati alimenti potrebbero causare delle complicanze, occorre prendere in considerazione l’intervento di uno specialista. Un’analisi delle misure di outcome orientate al paziente evidenzia i risultati migliori per le diete che prevedono un’elevata assunzione di frutta, verdura e grassi salutari, e che limitano l’assunzione di grassi saturi (Tabella 4).2-11,16-32 Le lineeguida di AHA incorporano molte di queste indicazioni senza incorrere in pesanti restrizioni dietetiche. Per un’efficace implementazione di tali linee-guida può essere utile un approccio individualizzato al singolo paziente ed impostato in maniera progressiva, con l’introduzione di 1-2 interventi ogni 3-6 mesi. Le opinioni e le affermazioni contenute nel presente articolo rappresentano opinioni personali degli autori, e non possono essere considerate opinioni ufficiali dello U.S. Air Force Medical Department o della U.S. Air Force in generale. Gli Autori Il Dr. C. Walker è medico di base presso Kaiser Permanente, di Vacaville, California (Stati Uniti). Il Dr. Brian V. Reamy è Associate Professor of Family Medicine presso la Uniformed Services University of the Health Sciences, F. Edward Hébert School of Medicine, di Bethesda, Maryland. Note bibliografiche 1. Centers for Disease Control and Prevention. Prevalence of overweight and obesity among adults: United States, 1999-2002. http://www.cdc.gov/nchs/products/pubs/pubd/hestats/obese/obse99.htm. Accessed January 9, 2009. 45 - novembre 2009 - Minuti MINUTI SCIENTIFICA 190 :Layout 1 12/11/09 11:26 Pagina 46 2. Atkins RC. Dr. Atkins’ New Diet Revolution. New York, NY: Avon Books; 1997. 3. Yancy WS Jr, Olsen MK, Guyton JR, Bakst RP, Westman EC. 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