Gilberto Govi è la genovesità

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Gilberto Govi è la genovesità
Gilberto Govi è la genovesità
APRILE 26, 2016 ·
In occasione del cinquantenario di Gilberto Govi, uno dei più acclamati attori teatrali italiani,
Genova, la sua culla, gli rende un doveroso tributo, quale più autentico e genuino interprete
della genovesità.
Vincitore di due Oscar TV, Govi divenne popolarissimo anche in tutta Italia, portando il dialetto
ligure e un pezzo importantissimo della nostra cultura nelle case di tutto lo Stivale. Chi non
ricorda ad esempio “pignasecca e pignaverde”il suo “vero pesto genovese”?
( https://www.youtube.com/watch?v=kCniMKRd-z4)
Come segnala Valerio De Luca da fine aprile a luglio Genova ricorderà l’attore con convegni,
mostre e omaggi di colleghi sia sul versante nazionale (Fo, Benigni, Proietti, Verdone,
ecc…) sia su quello genovese (Crozza, Solenghi, Bizzarri, Lastrico,…). In più la mostra che si
inaugura giovedì 28 aprile nella Loggia dei Banchi “Gilberto Govi. L’attore, la maschera, il
genovese” renderà note le diverse sfaccettature di questo grande artista, anche con le due
caricature inedite in foto.
Caricature Govi
Caricature inedite dalla mostra “Gilberto Govi. L’attore, la maschera, il genovese”
caricature Govi
Gli appuntamenti:
28 aprile Ore 12,00
Cerimonia a Staglieno
Deposizione di una corona sulla tomba di Govi, interverrà il Sindaco
5 aprile – Convegno “Govi da ieri a domani” (Palazzo della Borsa)
…e dal 28 aprile al 26 giugno la MOSTRA “Gilberto Govi. L’attore, la maschera, il
genovese” (Loggia di Banchi)
A cinquant’anni dalla morte, Gilberto Govi (1885-1966) continua a emanare una fascinazione
irresistibile. Periodicamente vengono riproposte le registrazioni televisive dei suoi spettacoli, si
pubblicano libri e articoli, escono DVD con programmi che lo riguardano. Così viene tramessa
anche ai più giovani l’ammirazione per una personalità fuori dal comune.
Le varie manifestazioni riunite nel “Progetto Govi 2016” intendono appunto onorare questo
persistente vitalità di Govi e nello stesso tempo tentare una lettura più organica di quella che è
stata la sua multiforme attività in teatro, nel cinema e alla televisione.
Govi è stato certamente il fondatore del teatro dialettale genovese. Ma i suoi personaggi
hanno scavalcato gli angusti limiti del localismo, per attingere una significazione più vasta.
Non a caso le tournées delle sue compagnie hanno toccato tutte le maggiori città della
penisola, da Bolzano a Palermo, da Torino a Napoli, da Milano a Roma, fino a spingersi in
Argentina e a Parigi, suscitando sempre entusiastici consensi. E la lingua parlata all’ombra
della Lanterna, pur considerata da molti impervia, con lui non è mai stata un ostacolo alla
comprensione. Gli acrobatismi di una strepitosa mimica facciale, quel malizioso roteare di
pupille, gli stralunati toni e ritmi delle battute, i “caratteri” bislacchi così vividamente portati
in palcoscenico, travolgevano fulmineamente lo spettatore e ne suscitavano la risata. Ma non
si trattava soltanto di una incisiva figurazione esteriore, ammaliante per l’alto virtuosismo
scenico, bensì del riflesso di una importante verità sottostante.
Nelle sue rappresentazioni, nei suoi protagonisti e nelle sue storie, infatti, si può afferrare
l’autobiografia di una città. Una autobiografia, beninteso, non documentaria, ma umana e
fantastica; e una città immaginaria, per quanto riconoscibile in alcuni tratti esemplari,
proiezione di un talento prodigioso, fedele a una tenace memoria di vicoli e piazzette animate,
scagni in penombra, traffici sui moli, imprenditori avari, armatori tutti d’un pezzo, furbi
mediatori marittimi, capifamiglia vessati da mogli aggressive, ragazze da marito a caccia di
buoni partiti.
Non bisogna però giudicare Govi sulla base del suo repertorio. Certe trame oggi ci
possono apparire lise, l’ideologia talvolta caduca, la società rispecchiata irrimediabilmente
obsoleta. Ma questa non è altro che la superficie di un fenomeno formato da molti strati.
Govi non è stato un interprete di testi, bensì un “attore creatore”. La partitura drammaturgica
costituiva per lui solo materiale da manipolare per una invenzione originale, che si attuava
espressamente sul palcoscenico. Valentinetti, Morucchio, Palmerini, Orengo, Canesi, i
commediografi da lui più frequentemente rappresentati, ma pure Bacigalupo che ha firmato i
leggendari Manezzi pe majà ‘na figgia, non sono che punti di partenza.
Per capire Govi il riferimento non è il lavoro sul personaggio di Alberto Sordi che, nelle sue
commedie filmiche ben strutturate dagli sceneggiatori, con sottolineature appena un po’
accentuate rispetto al reale, illustra le distorsioni di una società cialtrona attraverso individui e
vicende attendibili, in cui si incappa ovunque, dal bar sotto casa al posto di lavoro.
Govi ci invita a un viaggio più spericolato.
Nelle sue esibizioni spira infatti una salutare doppiezza, che è il segno della grande arte
comica dell’“attore solitario”, da Petrolini a Totò. Pur muovendosi in una cornice corale, costui
si scava una nicchia nella quale si prende i suoi tempi, dilata le battute in una metrica
recitativa incontinente, infrange i canoni della verosimiglianza e della coerenza, si mette di
traverso a un ordinato sviluppo delle psicologie e degli intrecci. E con questa indipendenza e
autonomia rispetto ai copioni scritti, troppo spesso intrisi di moralismo e conformismo, sabota
le convenzioni filistee e la vocazione all’ammaestramento dei suoi autori, per sbucare nei
territori libertari dell’assurdo, dello sberleffo, dell’energia turbolenta, in cui il senso pieno,
compatto, costruttivo della discorsività ufficiale viene posto in sospensione o deriso.
In che modo e fino a che punto il “mito” di Govi interpella oggi la stagione del “dopo Govi” nel
campo dello spettacolo?
La linea ligure della comicità, che ha trovato la sua consacrazione in Villaggio, Grillo,
Solenghi, Bizzarri e Lastrico,non discende direttamente da Govi, ma ciò che le
conferisce identità forte, cioè l’esaltazione della performance singola anche nell’ambito di
un’articolata orchestrazione, lo scardinamento della normalità, l’oralità divagante, le “parti”
fuori asse, il gioco col linguaggio, il lazzo improvvisato, le insistite inflessioni di un vernacolo
nativo, sarebbero impensabili senza il lievito di quella straordinaria esperienza.G.C.
IL PROGRAMMA
5 maggio
CONVEGNO “Govi da ieri a domani”
Sede: Palazzo della Borsa (via XX settembre, 44)
Ore 10,00/13,00 – 14,30/18,00
Interventi:
Vito Molinari: Govi, il comico
Eugenio Buonaccorsi: Govi e la tecnica dell’attore
Lorenzo Coveri: Govi e il dialetto
Roberto Cuppone: Govi e la drammaturgia veneta
Giulio Baffi: Govi e il teatro napoletano
Silvana Zanovello: Govi, un’icona oltre la genovesità
Claudio Bertieri: Govi e il cinema
Piero Campodonico: Govi com’era
Gian Domenico Ricaldone: Govi al Museo Biblioteca dell’Attore
Giunio Lavizzari: Il dopo Govi sulle scene dialettali
Jurij Ferrini: Mettere in scena Govi oggi
Mauro Pirovano: Da Govi, senza Govi
Luca Bizzarri: Il mio maestro di dialetto
Maurizio Lastrico: Govi e il genovese oltre Genova
Prossimi eventi:
6 maggio Ore 17,30
Rassegna Cinematografica
“Colpi di Timone”, 1942, regia di Gennaro Righelli
Palazzo della Borsa – Sala delle Grida
Ingresso gratuito
12 maggio Ore 17,30
Rassegna Cinematografica
“Che tempi”, 1947, regia di Giorgio Bianchi
Palazzo della Borsa – Sala delle Grida
Ingresso gratuito
18 maggio Ore 17,30
Rassegna Cinematografica
“Il diavolo in convento”, 1950, regia di Nunzio Malasomma
Palazzo della Borsa – Sala delle Grida
Ingresso gratuito
18 maggio Ore 20,30
Le compagnie FITA (Federazione Italiana Teatro Amatoriale) del teatro in genovese
presentano lo spettacolo
“Piggiasse o mà do Rosso o cartà”
Teatro della Corte
31 maggio Ore 17,30
Rassegna Cinematografica
“Lui, lei e il nonno”, 1961, regia di Anton Giulio Majano
Cinema America
Ingresso gratuito
21 giugno Ore 17,30
PREMIO GOVI
Sede: Palazzo Tursi
Il Sindaco consegna il premio all’attore Luca Zingaretti per la valorizzazione del dialetto nelle
sue interpretazioni
14 luglio Ore 20,30
Le compagnie FITA (Federazione Italiana Teatro Amatoriale) del teatro in genovese
presentano lo spettacolo
“Piggiasse o mà do Rosso o cartà”
Porto Antico – Piazza delle Feste
…inoltre
28 maggio Ore 9,30
Visite gratuite al cimitero di Staglieno “Staglieno delle celebrità” con visita alla tomba di
Govi
4 giugno Ore 9,30
Visite gratuite al cimitero di Staglieno “Staglieno delle celebrità” con visita alla tomba di
Govi

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