non solo terra, ma soprattutto cielo

Transcript

non solo terra, ma soprattutto cielo
12 Maggio 2013
anno XXX - n. 890
g r at i s
Parrocchia corpus christi e regina del rosario - PP. vocazionisti - via Manzoni, 225 - 80123 napoli
tel. 081.5756742 - 081.7690623 - 340.2449501 - www.ilgranellino.it - e-mail: [email protected]
NON SOLO TERRA, MA
SOPRATTUTTO CIELO
di P. Lorenzo MontecaLvo sdv
“Mentre li benediceva, si staccò da loro e
fu portato su nel cielo” (Lc 24, 46-53)
D
a che cosa sei oggi sedotto? Dal cielo o dalla terra? sssssssssssssssssssssssssssssssss
Se sei sedotto dal cielo, attenzione! Attenzione perché, se vivi solo per il cielo, c’è il rischio
di dimenticare la terra. Dimenticando la terra essa diventa incolta. Dio creatore ha dato all’uomo
il comandamento di soggiogarla e di coltivarla,
perché porti frutti abbondanti. L’uomo, con la
sua intelligenza e il suo lavoro, è chiamato a migliorare continuamente le strutture esterne del
mondo. L’uomo deve mettere a frutto la sua intelligenza e le sue energie fisiche perché l’umanità
viva sempre più in strutture sociali migliori. Questa è la volontà di Dio.
Perciò all’uomo che guarda solo il Cielo il
Signore rivolge lo stesso rimprovero
che un marito rivolgerebbe a sua moglie dedita solo alle cose della Chiesa:
“Da quando frequenti la chiesa la nostra casa è diventata un mercato. Non
hai più amore per essa, non cucini bene come una volta, c’è polvere ovunque!”. Di solito quelli che vivono solo
per il cielo sono chiamati “bigotti” e
fanno un gran disservizio alla Verità
del Vangelo. Agli apostoli che stavano
fissando il cielo mentre Gesù se ne andava, due uomini in bianche vesti dissero, quasi con tono di rimprovero:
“Uomini di Galilea, perché state a
guardare in cielo?”.
e superbi. Senza la visione del Paradiso l’essere
umili, buoni, generosi, miti e misericordiosi non
avrebbe significato. Senza la speranza della vita
eterna, i fallimenti, le delusioni, le sofferenze e i
dolori che non hanno una soluzione umana porterebbero l’uomo al suicidio.
Se in questa generazione il suicidio, sia tra i
giovani che tra gli anziani, è diventato più frequente è perché molti non credono più nel Cielo.
“Tutto finisce in questa terra”, dicono gli atei.
Nei paesi dove per decenni le generazioni sono
cresciute senza la conoscenza del Vangelo (opera
diabolica del marxismo) la piaga del suicidio (fisico e morale) si è diffusa largamente. Nel cuore
dell’uomo, dal quale è stata tolta la visione del
Cielo, è stata piantato l’albero della morte, il cui
frutto è la miseria di ogni tipo.
* * *
* * *
S
e sei sedotto solo dalla terra, attenzione! Attenzione perché, se
vivi solo per la terra, la tua vita
diventa un assurdo. Senza un “al di
là” la tua vita non ha senso. Se si vive
solo per la terra si diventa egoisti, avari, violenti, invidiosi, golosi, lussuriosi
Gerusalemme:
il Monte dell’Ascensione
Q
ual è allora l’impegno dell’uomo illuminato dalla verità del Vangelo? È quello di camminare con i piedi sulla terra e con gli occhi
verso il Cielo. Viviamo nel mondo, ma non siamo
del mondo! Il mondo dev’essere considerato come
un trampolino che ci lancia verso il Cielo. “Fratelli – dice S. Paolo, il quale fece l’esperienza di vedere e gustare il Cielo dei Cieli – la nostra patria è
nei cieli e di là aspettiamo come Salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro
misero corpo per conformarlo al Suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a
sé tutte le cose” (Fil 3, 20-21).
Non è senz’altro facile tenere costantemente
la mente e il cuore rivolti verso la dimora eterna
nei cieli mentre si lavora e si suda su questa terra; perciò è importante che l’uomo impari a
compiere il detto dei mistici: l’azione nella contemplazione e la contemplazione
nell’azione. Il che significa che l’uomo, in tutto quello che fa e dice deve
avere come fine la gloria di Dio, proprio come esorta S. Paolo quando dice: “E tutto quello che fate in parole e
opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui
grazie a Dio Padre. Qualunque cosa
facciate, fatela di cuore come per il Signore e non per gli uomini, sapendo
che, quale ricompensa, riceverete dal
Signore l’eredità. Servite il Signore”
(Col 3, 23-24).
La costante visione del Cielo toglie
dal cuore dei credenti la paura della
morte (che è la causa di ogni peccato), così, quando un giorno essa arriverà, il credente potrà dire: “Quale
gioia quando mi dissero: Andremo alla casa del Signore” (Sal 121, 1). L’aspetto più grave dell’ateismo è lo spirito di tristezza che porta a peccare
contro la Speranza. La disperazione è
l’elisir del demonio.
n
2
il granellino
TERRA SANTA
LA VIA DELLA CROCE
Carla Russo De Dominici
Catia Taffon
È
proprio vero! Nella vita accadono le cose quando meno te lo aspetti! Non
sono solo semplici coincidenze, ma vere e proprie occasioni ed opportunità per riscoprire se stessi. In questo bellissimo pellegrinaggio mi è stata data
la possibilità di confrontarmi di nuovo con la mia spiritualità che probabilmente giaceva sopita da lungo (ma non troppo) tempo sulla superficie del mio
subconscio.
Sicuramente il momento per me più toccante è stato il dover rivivere mentalmente tutte le terribili sofferenze patite da Gesù; questi luoghi trasmettono
una sensazione di compenetrazione e commozione totale: l’Orto del Getsemani,
la Via Crucis, fino al Santo Sepolcro… tutto parla di Lui e dell’immenso dolore
sopportato per salvarci, in un crescendo, da parte mia, di lacrime e di stupore
per la ritrovata gioia nel constatare quanto amore ci ha donato. E lo stupore è
ancora più grande poiché tutti messaggi e i segni tangibili del passaggio terreno
di Cristo avvengono in un paese, Israele, pieno di contraddizioni. Infatti durante
il cammino si assiste anche alla terribile realtà presente sul territorio e cioè posti di blocco continui, giovani soldati armati, un vero assetto di guerra oltre ad
un miscuglio di religioni ed etnie molto diverse tra loro. Sembra incredibile ma
la pace in Terra Santa è ancora lontana...
n
IL VIAGGIO
Pina Lapadula
P
er me questi sette giorni in Terra Santa, sono stati emozionanti e… rinvigorenti per la mia fede nel Signore. Percorrere i luoghi dove la Sua storia è nata
e si è compiuta, ha fatto sì che il mio legame con Lui sia diventato un po’ più intimo e più personale, come se avessi conosciuto un amico più profondamente.
La visita alla Grotta di Betlemme è stato il momento più emozionante di
questo mio pellegrinaggio, nel vedere con i miei occhi il luogo dove “tutto” ha
avuto inizio è stato come se gli argini di un fiume si fossero rotti nel mio cuore
e un fiume di lacrime mi ha inondato il viso, ma era di certo un’emozione di
gioia, la gioia di appartenere a questa storia!
Ringrazio molto padre Lorenzo, perché con la sua guida, spirituale e concreta, mi ha chiarito su alcuni comportamenti da mettere subito in pratica nella
mia vita. Penso che per un cristiano questo non è un viaggio qualunque ma è
“il Viaggio” e ringrazio Dio di avermi dato la possibilità di averlo fatto.
n
PREGHIERA A MARIA
Antonella Scherillo
Madre Santa, ti lodo e ti ringrazio per tutto quello che fai per me, ti chiedo di presentarmi al tuo amato figlio, Gesù, al quale chiedo
con forza di cambiare il mio cuore e la mia
mente, di rendermi devota, senza invidie e
ambizione per le cose mondane, ma dedita
agli altri.
Toglimi dal bisogno di sentirmi amata,
ma insegnami ad amare senza interessi, così
come amo i miei figli Armando e Alfonso, te li
affido, tienili sotto il tuo manto celeste, falli
crescere santi insieme al padre e a me.
Ti prego per la mia madre terrena, fa’ che sia in Paradiso a godere del volto
di Gesù, benedici la mia famiglia di origine e la famiglia di mio marito.
Ti prego per la Chiesa, per il papa emerito Benedetto e per il papa Francesco
e per tutti i sacerdoti che conosco. Custodiscili nel corpo e nello spirito. Donaci, o
madre, tanti santi sacerdoti e converti il cuore di tutti quelli che scandalizzano.
Tua figlia.
C
i sono tornata per la seconda volta! Sperando che Gesù si ricordi di me,
che ho tanto bisogno del Suo aiuto. In ogni angolo che abbiamo toccato
P. Lorenzo ci ha accompagnato con costante pensiero alla memoria e importanza dei luoghi della vita di Gesù. La Via Crucis è stata per me il momento più intenso di questo pellegrinaggio.
Da sempre il Crocifisso dà ai cristiani un senso di profonda pena. Anche
a me, da ragazza, quel Crocifisso dava un senso di sgomento. Mio nipote, da
piccolo, vedendo sulla testata del letto il Crocifisso, mi diceva: “Nonna, perché hanno fatto così male a Gesù?”. E io rispondevo: “Perché gli uomini sono cattivi!”. Allora lui, anima innocente, metteva i bacini sul dito e li posava
su ogni piaga.
Sprofondando in quella realtà storica, mi sono sentita partecipe con
tutta me stessa di quell’Evento di 2000 anni fa. Padre Lorenzo ci ha guidati
nel percorso della Via Crucis, attraverso vicoli chiassosi e indifferenti. Per un
breve tratto anch’io ho caricato sulle spalle la croce con altri fratelli, ma
avrei voluto avere la forza per portarla fino alla fine del percorso. Le lacrime
mi scendevano copiose. Ogni stazione uno strazio, un rimorso.
Gesù che cade sotto la croce, per la prima, la seconda e la terza volta.
Quel corpo flagellato, martoriato che non ce la fa più. L’incontro con la Madre, il dolore atroce di Maria nel vedere il figlio condannato, umiliato e coperto di spine. La Veronica che asciuga il volto disfatto e così via via fino alla
crocifissione. La giornata era bella e luminosa. Gerusalemme, in quel momento, doveva ospitare una moltitudine di pellegrini, ognuno con la sua
croce ed ognuno implorante Gesù di aiutarlo a portarla!
Alla fine, una quiete profonda. Gesù ha sempre compassione di noi, deln
la nostra pochezza e della nostra fragilità. E ci consola.
AL SANTO SEPOLCRO
Fidelio Bolognini
H
o ricevuto dal Signore la grazia di poter partecipare al pellegrinaggio
che si è tenuto in Terra Santa nel mese di aprile 2013 sotto la guida di
padre Lorenzo.
Il penultimo giorno di permanenza, mi è capitato un episodio che ancora oggi mi sta creando disagi, e che, nello specifico, in quel giorno mi ha
impedito di prendere parte alla Via Crucis e alla visita del Santo Sepolcro.
Confesso che tale episodio in un primo momento mi ha turbato, ma, memore delle riflessioni suscitate il giorno precedente dalla visita al Getsemani, lo
Spirito Santo mi ha poi ispirato ad affidarmi totalmente alla volontà del nostro Padre Buono, sicuro che, in un modo o nell’altro, sarebbe intervenuto
nella mia vita. Egli, nella Sua infinita Misericordia, ha trasformato questo
episodio, per me negativo, in un occasione di gioia, riversando la Sua Grazia
sugli altri fratelli che partecipavano al pellegrinaggio, i quali, proprio grazie
agli eventi che si sono succeduti, hanno potuto celebrare la Santa Messa innanzi al Santo Sepolcro, regalo speciale anche per Padre Lorenzo, che ha
potuto celebrare la Santa Messa, nel giorno del suo compleanno, in un luogo santo nel quale non aveva mai avuto la possibilità di officiare.
A tali notizie, la mia esultanza nel nome del Signore è stata grande, e
questa testimonianza va a lode e gloria del Suo Santo Nome. Il Signore benedica voi tutti e vi conceda la Pace.
n
Se stai leggendo questo giornalino,
non ti dimenticare di sostenerlo economicamente. Qualunque contributo
è gradito.
il granellino
3
MARCELLINO PANE E VINO
Fabrizio de Falco
P
er chi ama Gesù Cristo il film “Marcellino pane e vino” è certamente tra i più belli in assoluto. È un
film del 1955 che partecipò al Festival di Cannes. Già all’epoca ebbe un grandissimo successo. Ha
commosso intere generazioni e può essere anche attualmente visto soprattutto tramite DVD. Provo ad
elaborarne un sintetico riassunto.
I frati di un convento accolgono con amore un neonato privo di genitori e lo chiamano Marcellino.
Il bambino ha ormai cinque anni. È dolcissimo e vuole tanto bene ai frati. Ad ognuno di loro ha dato un
soprannome. Ad esempio Frà Pappina, Frà Din Don, Frà Malato. Il sogno di Marcellino è però quello di
poter conoscere la propria mamma, che è in cielo.
Un giorno Marcellino sale su una scala che conduce in una stanza isolata. Lì trova un grande crocifisso. Il bambino, vedendolo sofferente, corre in cucina a prendere un pezzo di pane e lo offre a Gesù. Il
crocifisso comincia miracolosamente ad animarsi. Gesù allunga la mano per ricevere il pane. Il giorno
dopo Marcellino gli porta non soltanto il pane, ma anche il vino. Poggia tutto su un tavolo ed avvicina
una sedia per far sedere Gesù il quale, sceso dalla croce, gli parla dicendogli con dolcezza: “Non ti faccio
paura?” “No”. “Sai allora chi sono?” “Sì, sei Dio”. “Tu sei un bambino buono ed Io ti benedico. D’ora in
poi ti chiamerai Marcellino pane e vino”. Il bambino domanda come sono le mamme e Gesù risponde
con queste commoventi parole: “Danno, danno sempre tutto. Danno se stesse, la vita e la luce degli occhi ai propri figli fino a che diventano vecchie e curve”. “Anche brutte?” domanda Marcellino. “Le mamme non diventano mai brutte.” risponde Gesù.
Un giorno i frati seguono di nascosto Marcellino per capire cosa stesse facendo in quella stanza. Ed
ecco che, con grande emozione, assistono a questo dialogo tra lui e Gesù: “Bravo Marcellino, tu sei un
bambino buono e Io ti voglio dare in premio quello che più desideri al mondo. Dimmi, vuoi essere frate
come frà Bernardo, come frà Pappina o come il Padre superiore? Oppure vuoi che Manuel venga a giocare con te?” “No, voglio soltanto vedere la mia mamma e poi anche la tua.”. “E vuoi vederla adesso?”
“Sì” “Dovrai dormire” “Ma io non ho sonno” “Ti addormenterò Io. Vieni, dormi Marcellino”. Gesù addormenta Marcellino e lo porta in Paradiso dalla mamma tra la commozione dei frati.
n
A COLLOQUIO
CON UN PADRE VOCAZIONISTA…
Discepolo: Don Marco, perché don Giustino ha speso tutta la sua vita per promuovere le vocazioni alla vita sacerdotale e alla vita consacrata?
Don Marco: don Giustino afferma che l’opera delle opere è l’opera delle Divine
Vocazioni, perché sono in ordine alla santificazione universale. Illuminato dallo
Spirito Santo, sin da quando era seminarista, don Giustino aveva capito che “il
più grande bisogno delle anime e quindi il più grande servizio che si possa loro
rendere è il buon religioso e il santo prete” (Asc. Vol. I, 749)
Discepolo: Perché la residenza dei Vocazionisti è chiamata “Vocazionario”?
Don Marco: Il Vocazionario, nella mente di don Giustino, è il luogo dove i Vocazionisti formano “giovani idonei e volenterosi, che si preparano al servizio del regno
di Dio, nelle diocesi, nelle famiglie religiose e in mezzo al mondo” (Vol. I, 750)
Discepolo: È vero che nel Vocazionario si accettano soprattutto le vocazioni povere, cioè i figli del popolo che sono sprovvisti di mezzi finanziari?
Don Marco: È verissimo. Io, infatti, sono proprio uno di quei figli del popolo che,
accolto gratuitamente, è diventato prete. Ecco perché il Signore benedice largamente chi devolve contributi economici, anche piccoli, a beneficio dei Vocazionari gratuiti.
Discepolo: Don Marco, qual è il compito del vero Vocazionista?
Don Marco: È quello di consacrarsi totalmente al culto, all’apostolato, alla ricerca e al servizio delle Divine Vocazioni al clero diocesano e religioso. Per questo
don Giustino istituì il Vocazionario.
Discepolo: Per quel che riesco a capire, secondo don Giustino anche la famiglia
deve essere chiamata “Vocazionario”!
Don Marco: Senz’altro. Le vocazioni nascono nella famiglia in cui i genitori, con
spirito vocazionista, si dedicano alla formazione della santità dei figli. La famiglia è il primo Vocazionario. Per questo motivo i preti Vocazionisti devono dedicarsi all’apostolato della santificazione delle famiglie.
<17 continua>
soLo gesÙ saLva!
antonio de Fenza
Una mattina, mentre percorrevo Via Caravaggio, la mia
mente era affastellata da pensieri contorti e insistenti. Pensavo
tra me e me: “Lascio la comunità con la quale condivido il
cammino di fede, in fondo non mi serve”, “a cosa mi serve tutto questo?”, “Tanto poi in chiesa ci vado lo stesso…”. era tutto un via vai di parole, un miscuglio di ipotesi dentro di me.
all’improvviso, in mezzo a questo “via vai”, compare una
frase che mi aveva detto Padre Lorenzo: “solo un cammino
di fede ti può salvare!” e proprio pochi secondi dopo, mentre
questa frase mi si ripeteva in mente, ecco che nel senso contrario di marcia, sale un camioncino bianco. Davanti, sul cofano, stampate queste parole: “solo Gesù ti salva!”.
Ho chiesto subito a mio figlio, che era con me, se aveva
notato quella scritta e la sua risposta fu: “Papà, si vede che
questa scritta la dovevi vedere solo tu!”.
subito ho pensato che nulla è impossibile a Dio. so con
certezza che lui è presente nella mia vita e che da solo non andrei da nessuna parte. i miei pensieri, le mie idee, non servono se prima non entro nel cuore del Padre celeste.
n
Pa r r o c c h i a c o r P u s c h r i s t i
OrariO Messe
Feriale
9.00
sabato 19.00
domenica
9.00 - 10.30 - 12.00 - 19.00
la puntualità è segno di rispetto
4
il granellino
Assistente spirituale: Padre Lorenzo Montecalvo sdv
cell. 340.2449501
Care amiche e cari amici,
gesù, Maria e giuseppe!
ancora una volta, a nome del Beato don Giustino e della società Divine Vocazioni,
vi ringrazio per la vostra generosità nel pregare per le vocazioni alla vita sacerdotale,
nel dare il vostro contributo economico per le vocazioni povere e nel fare un piccolo
sacrificio per la santità di tutti i sacerdoti.
Pregate, pregate, pregate molto per i sacerdoti, perché siano santi e santificatori.
Che nelle vostre case non manchi mai la preghiera del s. rosario!
invitate amici e parenti a pregare con voi, soprattutto in questo mese di maggio.
Nella casa dove c’è preghiera c’è Dio, c’è amore, pace e prosperità.
Don Giustino vi benedica in tutto quello che dite e fate per le divine vocazioni.
P. Lorenzo Montecalvo
LA PAGLIARELLA
Linda Silvestre
Il pomeriggio del 30 aprile sono andata alla preghiera dei cenacoli per le vocazioni alla “Pagliarella”. Sembrava quasi come se l’appuntamento fosse in un ristorante casereccio, ma in realtà
la “Pagliarella” è un luogo sacro per i Vocazionisti ed ora lo è anche per me e per tutte le mie sorelle nella preghiera.
In quella piccola capanna, posta nel giardino della casa paterna di don Giustino ed oggi ricoperta di fiori, egli nutriva i giovani con le parole del Signore. Che silenzio! Un’oasi di pace! Tra gli
alberi si intravedevano gli scivoli e le altalene per i bimbi dell’asilo, a cui le dolci sorelle danno
tutto l’amore. I piccoli, in questo santo posto, tra fiori e odor di pulito, cominciano l’ingresso a
scuola.
Socchiudevo gli occhi ai raggi del sole che riscaldavano tutte noi come a volerci proteggere e
sentivo la presenza di don Giustino. Rivedevo
la sua immagine e il suo sorriso, che sembrava
esprimere tutta la gioia nell’averci lì.
È stato bello pregare insieme sotto la pagliarella, proprio dove lo Spirito del Signore ha
poi ispirato padre Lorenzo a parlarci dell’amore. L’amore da donare all’altro senza ricevere
niente in cambio. L’amore, vero valore della
sofferenza che non teme la morte.
La fede cresce quando è vissuta come amore ricevuto e quando viene comunicata come
esperienza di grazia e di gioia. Essa apre il cuore ad accogliere l’invito del Signore ad ascoltare la Sua Parola.
Grazie a quel “sì”, detto al primo invito ad
un cenacolo ho imparato a conoscere la vita e
la spiritualità di don Giustino e pregare per le
vocazioni apre sempre di più il mio cuore alla
gioia della presenza del Signore tra noi. Quel
piccolo contributo che lascio mi fa sentire partecipe alla vocazione di quel giovane che arriva
a rispondere alla Sua chiamata.
grazie!
ProssiMi
aPPuntaMenti
POSILLIPO
Giovedì 16 maggio 2013
Ritiro spirituale in preparazione alla Pentecoste
Via Manzoni 225 – dalle 9.00 alle 15.30
Tutti sono invitati. Si desidera la presenza dei responsabili dei cenacoli di preghiera.
POSILLIPO
Giovedì 30 maggio 2013
Anniversario ordinazione sacerdotale di
P. Lorenzo
Corpus Christi – Eucaristia alle 19.00
Tutti sono invitati alla Mensa eucaristica e all’agape.
SOCCAVO Lunedì 3 giugno 2013
Incontro alle ore 18.30
PIANURA
Venerdì 7 giugno 2013
Incontro al Vocazionario alle ore 18.00
Pellegrinaggio a Medjugorje
dal 30 luglio al 2 agosto.
Partenza in aereo da Napoli.
Info: Padri Vocazionisti
tel.: 081.5756742
supplemento al n. 5 (maggio 2013) [anno LXXXVi] della rivista “spiritus Domini” - Direttore responsabile: sante attanasio,
Via Manzoni, 225 - 80123 Napoli - autor. del Trib. di Napoli n. 1445 del 17-2-1961 - stampa: Graphicus - Napoli - Tel. 334.308.15.15