Il primo materiale da BASE Jump

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Il primo materiale da BASE Jump
Il primo materiale da B.A.S.E. Jump
Uno dei grandi dilemmi che si trova ad affrontare un aspirante BASE Jumper quando inizia a
muovere i primi passi nell’ambiente del BASE, è la scelta del proprio materiale.
Il novello BASE Jumper, spesso senza la guida di un mentor instructor, si trova spaesato davanti
alla moltitudine di termini tecnici, modelli, optionals e soluzioni che il mercato dei materiali offre.
“posso utilizzare una sacca con chiusura a velcro nei salti terminali? tre anelli si o tre anelli no?
meglio acquistare una vela con le valvole o senza? tessuto leggero o classico? funi in dacron o
vectran?”
Queste e molte altre domande spesso non trovano facile risposta per chi da poco è entrato a far parte
di questa nuova attività.
Premesso che le direttive fornite dal produttore sono di fondamentale importanza , diciamo che gli
argomenti che andremo a trattare in questo articolo hanno come scopo quello di dare delle linee
guida alla scelta del primo materiale specifico da BASE jump.
Una volta appreso quello che è realmente questo sport, e una volta trovato un mentor/istruttore
competente in grado di trasmettervi la sua esperienza, non rimane che affrontare la scelta del
materiale.
I produttori di materiali non sono poi molti, la scelta può cadere solo su 4-5 nomi noti; questo però
sicuramente non è un limite in termini di qualità.
Tutti i principali costruttori lavorano su degli standard qualitativi molto elevati, e spesso sono loro
stessi BASE jumpers attivi che utilizzano e testano in prima persona i loro prodotti.
C’è da sottolineare che negli ultimi 5-6 anni il BASE ha vissuto una radicale metamorfosi!
Sempre più praticanti si sono avvicinati a questo sport attratti dalle moderne track-suit e wing-suit.
Ciò ha portato alla nascita di un vero e proprio sport nello sport. Sono ormai molti i BASE Jumpers
che saltano solo ed esclusivamente utilizzando tali sussidi o più in generale saltano solo in modalità
slider on!
Questo ha portato per così dire ad un allineamento da parte dei produttori di materiali in risposta
alla domanda. Si è assistito allo sdoppiamento del mercato, con una linea di prodotti dedicati ai
salti che prevedono l’utilizzo dello slider come appunto i salti con wing-suit o track-suit, e una linea
di prodotti per così dire “all round” che danno la possibilità di effettuare salti a 360°, ovvero sia con
che senza slider.
In questo articolo cercherò di esaminare solo l’aspetto tecnico relativo ai materiali che ci
permettono di saltare con entrambi i settaggi, ovvero slider on e slider off.
Tutto quello che concerne i materiali dedicati ad un uso specifico con wing-suit o track-suit e tutti
quei materiali strutturati esclusivamente per un impiego in modalità slider on verrà trattato in un
articolo a parte.
I costi di un materiale nuovo da BASE possono variare molto in base al modello e agli optionals
che si decide di acquistare.
Se dovessimo stimare una spesa per l’acquisto di un materiale nuovo completo di tutto il necessario
standard, potremmo tranquillamente calcolare una cifra che si aggira in torno ai 3000€, che può
superare abbondantemente anche i 3500€ con l’aggiunta di optionals e accessori vari.
Quasi tutti i produttori di materiali offrono ormai uno sconto se si acquista un pacchetto sacca più
vela.
Il radicale aumento di praticanti ha incrementato notevolmente il mercato dell’usato e ad oggi non
è poi così difficile trovare materiali in ottimo stato a cifre ragionevoli.
VELA
La vela è sicuramente uno dei
componenti più importanti del
nostro materiale, non che gli
altri non lo siano! ma è la vela
è lo strumento che frena la
nostra caduta e ci fa volare in
sicurezza fino alla zona
d’atterraggio. Diamo quindi
uno sguardo alle principali
caratteristiche delle varie vele
presenti sul mercato.
Parlando di vele specifiche da
BASE la nostra attenzione può
cadere attualmente su 8 nomi e
4 case produttrici.
Troll - OSP
www.ataircanopies.com
Outlow www.squirre.ws
Black Jack - ACE www.asylumdesign.com
Flik - Lobo - Fox www.apexbase.com
Attenzione! ci sono altri produttori o rigger più o meno noti che producono validi prodotti, ma a
mio modesto parere credo che questi siano i principali nomi in commercio a cui un aspirante BASE
jumper dovrebbe dedicare le proprie attenzioni.
Le vele e le sacche menzionate in questo articolo hanno una storia di migliaia di salti alle spalle.
Centinaia di BASE Jumper le utilizzano con successo ormai da tempo, quindi il back ground e i
feed back ottenuti possono essere considerati più attendibili di altre con numeri decisamente
inferiori.
Tutti i modelli elencati rispondono egregiamente alle caratteristiche che una vela da BASE
dovrebbe avere.
Sono tutte vele a 7 cassoni caratterizzate da un low aspect ratio (Rapporto d’aspetto), che può
variare dal’1.9 a 2.1 in base al produttore.
Queste caratteristiche le rendono più adatte al volo alle basse velocità, ossia quando la vela vola
molto frenata o in una condizione di pre stallo, tutti scenari molto comuni per via delle strette zone
d’atterraggio che spesso impegnano il BASE jumper in approcci verticali privi di flare.
Quando scegliamo una vela dobbiamo porre molta attenzione alla misura che andiamo ad
acquistare. A differenza delle vele da skydiving la cui misura a volte viene scelta in base alle
performance in relazione al carico alare, quella della nostra vela da BASE dovrà essere fatta
esclusivamente sulla base del carico alare.
Per farla semplice! la misura della nostra vela da BASE dovrà essere fatta esclusivamente in
relazione a quanti chili dovrà sostenere, e a meno che il nostro peso non cambi nel tempo, rimarrà
tale anche se l’esperienza maturata sotto tale misura sarà ormai ottima.
Dopo anche migliaia di salti se il vostro peso in uscita non è mutato la misura della vostra vela non
varierà!
Le performance ricercate in una vela specifica da BASE sono ben diverse da quelle desiderate con
una vela da skydiving. Nelle vele da BASE si predilige la stabilità in apertura e un ottimo volo alle
basse velocità piuttosto che un elevata velocità orizzontale e un lungo flare.
Il carico alare di una una vela da BASE dovrebbe oscillare tra un minimo di 0.61 a un massimo di
0.76 libbre per piede quadro.
C’è chi preferisce vele maggiormente caricate e chi vele leggermente scariche, ma in entrambi i casi
è sempre meglio non eccedere in quanto sia una vela troppo carica che una troppo scarica possono
dare problemi. Un basso carico alare la farà penetrare meno nell’aria in caso di vento frontale,
renderà la vela meno reattiva ai comandi e potrebbe dare problemi in apertura, come slider alto o
scarsa pressurizzazione dei cassoni più esterni. Allo stesso tempo un eccessivo carico alare potrebbe
non farvi raggiungere la zona d’atterraggio prestabilita, potrebbe rendere duro l’atterraggio o farla
avanzare troppo rapidamente in avanti in fase d’apertura.
Le vele da BASE che possiamo trovare in commercio vanno da una misura minima di 160 piedi
quadri (PIA) ad una massima di 320 piedi quadri (PIA).
Le vele sono fabbricate in tessuto a bassa porosità tipo ripstop-nylon o una versione leggera di
questo (light fabric), e non in tessuto a porosità zero (ZP) come le normali vele da skydiving.
Il principale motivo di tale scelta è una migliore stabilità in apertura, che combinata ad un low
aspect ratio ne ottimizza le aperture in asse. Inoltre una vela in tessuto a bassa porosità è
decisamente più semplice da ripiegare rispetto ad una normale vela da paracadutismo in ZP, e in un
attività come il BASE dove la cura del ripiegamento è fondamentale non è sicuramente un fattore di
poco conto.
Come avrete notato molte delle caratteristiche delle vele da BASE si avvicinano più a quelle di una
riserva da skydiving piuttosto che ad un principale.
La scelta di un tessuto ripstop leggero (light fabric) al posto del tessuto standard è spesso dettata
dalla ricerca di un risparmio di peso, specialmente per chi deve affrontare lunghe camminate in
montagna. Un altro vantaggio offerto dal tessuto leggero è una sostanziale riduzione del volume
d’impacco nella sacca, ciò si traduce in un miglior profilo aerodinamico, cosa spesso ricercata da
chi utilizza prettamente una wing-suit o track-suit nei suoi salti.
Di contro il tessuto leggero è più delicato e soggetto ad un usura maggiore rispetto al tessuto ripstop
standard.
Su alcuni dei modelli elencati è possibile
trovare di default o come optional una parte del
bordo d’attacco in tessuto ZP. Questo lo rende
molto più rigido, migliorandone il profilo, il
glide e le performance, oltre a ridurne
notevolmente la deformazione in fase
d’apertura.
Questo tipo di bordo d’attacco lo troviamo di
default sulle vele in tessuto leggero (light
fabric) ma può essere applicato come optional
anche alle vele in tessuto standard.
Il tessuto in ZP può a mio avviso rendere
leggermente più difficoltoso il ripiegamento
della vela, ma il problema si risolve una volta
acquisita una buona manualità, i vantaggi
offerti valgono sicuramente il disturbo.
Le vele da BASE per via delle sollecitazioni a cui sono sottoposte sono più rinforzate delle vele da
skydiving nei punti soggetti a maggior stress, come per esempio tra il punto di congiunzione tra
bridle e vela.
Tutti i modelli citati montano funi in dacron 600-800 lb. sulle le funi A-B-C-D e dacron 900 lb.
sulle le funi dei comandi.
Il dacron è l’unica opzione possibile se si decide di acquistare una vela che possa essere utilizzata
anche senza slider. Il dacron assorbe meglio le sollecitazioni rispetto a funi microline, vectran o
spectra, oltre a deformasi molto meno se sottoposto a violenti shock in apertura.
Alcuni produttori offrono come optional la possibilità di montare sulle funi A-B-C-D un fascio
funicolare in dacron 600-800b. di colore nero. Tale opzione non ha nessuna valenza particolare se
non estetica, tenete a mente però che a volte ripiegare in condizione di scarsa visibilità con un
fascio di colore scuro può risultare difficoltoso.
Le funi C e D più interne e le funi dei comandi sono sempre colorate in maniera differente dal resto
del fascio a seconda del produttore (generalmente sono di colore rosso), per agevolarne in
riconoscimento quando devono essere poste all’interno del tail gate.
Le funi dei comandi inoltre presentano più asole per la regolazione del settario dei freni, questo per
poterlo variare in base al tipo di salto che si intende effettuare.
Sulle moderne vela da BASE possiamo trovare sull’intradosso quelle che in gergo vengono
chiamate valvole (Vents). Queste prese d’aria che possono variare in numero e dimensioni da
produttore a produttore, hanno come scopo principale quello di accelerare la pressurizzazione della
nostra vela in fase d’apertura, migliorando di conseguenza la risposta e la reattività ai comandi.
Le valvole ottimizzano anche il volo con un approccio profondo dei freni o in fase di pre stallo.
La morfologia di queste valvole varia in base al modello di vela o casa produttrice, e possono essere
applicate all’intradosso da 1 a 7 cassoni, alcuni modelli come l’OSP o l’Outlaw ne montana 5 di
default.
Queste prese d’aria a forma rettangolare sono realizzate
entro il primo quarto di intradosso appena prima del bordo
d’attacco, e sono “chiuse” da una parte di tessuto a rete che
permette all’aria di passarvi attraverso durante la fase
d’apertura. Una volta che la vela è completamente gonfia
vengono ricoperte da delle parti in tessuto ripstop e
rimangono chiuse per via della pressione interna, rendendo
le caratteristiche di volo identiche a quelle di una vela priva
di valvole.
A mio avviso i vantaggi dati dalle valvole sono tali da non giustificare l’acquisto di una vela che ne
sia sprovvista, specialmente quando si prevede di fare salti senza slider.
Sull’estradosso del 3°- 4° e 5° cassone dell’OSP e sul cassone centrale dell’Outlow è stato installato
lo Slat system, ovvero una porzione di tessuto che ricrea una parte del bordo d’attacco.
Praticamente la nostra vela si trova per il 10% della prima parte del bordo d’attacco ad avere una
sorta di “biplano” il cui scopo è quello di migliorare il volo a freni profondi e ridurre la velocità
d’avanzamento (forward speed) in fase d’apertura.
Lo Slat system migliora il controllo della vela quando si devono affrontare atterraggi con approccio
verticale privi di flare, specialmente in zone d’atterraggio molto strette. Inoltre riducendo
l’avanzamento della vela in fase d’apertura ci concede più tempo per correggere un eventuale fuori
asse, specialmente quando questo avviene in prossimità dell’oggetto dal quale si è saltato come nei
salti senza slider.
Tutte le vele da BASE vengono fornite con uno slider di dimensioni opportune in rapporto ai piedi
quadri della vela.
Nel BASE vengono utilizzati sostanzialmente tre tipi di sliders. Tutti e tre i modelli sono
caratterizzati dall’avere una maglia rete al posto del normale tessuto (sail) che invece troviamo sugli
sliders delle normali vele da skydiving.
Il tessuto a bassa porosità o ZP sullo slider non ha riscontrato un grande successo sulle vele da
BASE, per la semplice ragione che ne rallenta troppo l’apertura con tutto ciò che ne consegue,
come fuori asse, slider alto sulle funi, perdita di quota eccessiva ecc.
Possiamo trovare sliders con una maglia a rete trama larga (large mesh), a trama più fine (small
mesh) o a trama larga con delle strisce di tessuto cucite sopra (slow slider).
La scelta della trama della parte a rete è dettata dal poter variare quindi accelerare o rallentare
l’apertura della nostra vela quando utilizzata con slider inserito (slider On).
Le vele da BASE vengono fornita con 4 connector links in acciaio (Maillon rapide) per poterle
connettere alle 4 bretelle della sacca. In alternativa possiamo trovare degli speciali soft links
strutturati per resistere alle sollecitazioni a cui sono soggetti.
Personalmente non utilizzerei i soft link su un materiale dedicato esclusivamente a salti slider off,
ma questa rimane una scelta soggettiva.
CONTAINER
I materiali specifici da BASE Jump balzano subito all’occhio dell’attento skydiver per due
principali caratteristiche. La prima è senza ombra di dubbio quella di essere sprovvisti di una vela di
riserva! la seconda quella che vede ripiegare la vela direttamente all’interno del contenitore anziché
in una normalissima POD.
Il fatto che non venga utilizzata una riserva credo che sia ben chiaro a tutti se si è arrivati al punto
d’acquistare un materiale!
Il non utilizzare una POD è una scelta logica dettata dal ridurre al massimo la possibilità di
malfunzionamenti come bag lock, line twist ecc.
Inoltre l’utilizzo della POD rallenterebbe ulteriormente la sequenza d’apertura della nostra vela,
cosa non compatibile con i tempi e gli spazi a disposizione in un normale salto di BASE.
La nostra sacca è composta sostanzialmente da 4 parti. Un imbraco su cui è montato un contenitore
all’interno del quale viene piegata la vela (free packed), le 4 bretelle alle quali viene connessa la
vela per mezzo di connector links o soft links, le maniglie dei comandi ed un bridle.
Come accennato per vele anche per quanto riguarda le sacche possiamo ormai tranquillamente
parlare due linee di mercato. Una linea specifica per i salti slider on, che punta a tutta quella
clientela che predilige salti che prevedono l’utilizzo di tracking suit e wing suit, e una linea di
materiali per chi fa salti BASE a 360 gradi ovvero sia con che senza slider.
Ancora una volta analizzeremo solo i modelli che possono essere utilizzati in entrambe le modalità.
Si possono trovare in stock o di seconda mano diverse sacche ormai fuori produzione ma pur
sempre molto valide e attuali, mentre i modelli attualmente in commercio sono 10, prodotti da 4
case produttrici.
Zak 3 - Hybrid 3 www.adrenalinbase.com
Apex Summit - Apex DP- Apex V (Velcro) www.apexbase.com
Perigee Pro - Perigee II (Velcro) www.asylumbase.com
Gargoyle - Helium - Genesis (Velcro) www.baserigs.com
Le sacche sono fabbricate normalmente in cordura o parapack. Le sacche in cordura sono
decisamente più robuste e soggette ad un usura minore rispetto alle sacche in parapack, quest’ultime
di pro possono avere il fatto d’essere leggermente più aerodinamiche grazie ad un tessuto che
scivola meglio sull’aria.
La scelta sul tipo di materiale da adottare per la nostra sacca è soggettiva e molto spessa più dettata
da un fattore estetico che altro.
I sistemi di chiusura delle moderne sacche da BASE sono fondamentalmente di due tipi, quelle con
chiusura a mezzo di due PIN e quelle a chiusura Velcro.
In passato è stato prodotto un modello con un unico PIN (Il Prism dell ex Basic Research) ma non
avendo riscontrato un grande successo è andato nel tempo fuori produzione.
Le sacche con chiusura dual PIN sono attualmente le più vendute e le più versatili, possono essere
utilizzate per praticamente tutti i tipi di salti compresi quelli con wing-suit, tracking-suit o aerials.
Il dual PIN distribuisce meglio la tensione sui loop di chiusura, abbassano il profilo della sacca e
riducono il rischio della fuoriuscita accidentale della vela qualora si dovesse sfilare fortuitamente
uno dei PIN.
Alcuni modelli hanno il loop di chiusura superiore innestato direttamente nella parte alta
dell’interno della sacca, questo per abbassarne ulteriormente il profilo rendendo di conseguenza
tutto il sistema più aerodinamico.
Le sacche con chiusura velcro introdotte a metà degli anni ’80 furono una vera e propria rivoluzione
nell’ambiente del BASE, fino ad allora la sacca tipo del “pioniere” BASE jumper era una
normalissima sacca da paracadutismo opportunamente modificata.
Le sacche con chiusura a velcro non sono più in auge da molti anni ormai, ma per motivi che
presumo per lo più commerciali alcuni produttori continuano a tenerne dei modelli in catalogo;
forse per via di una ridotta domanda da parte di una piccola cerchia di clientela, ma tale sistema di
chiusura credo non avrà un gran futuro.
Le sacche con chiusura a velcro sono sconsigliate per l’utilizzo con wing-suit o tracking suit,
richiedono una manutenzione maggiore per via dell’usura del velcro (dopo circa 100 salti andrebbe
sostituito) e non sono il massimo della scelta quando si decide di fare acrobazie aeree (aerials).
In pratica come principale vantaggio hanno quello di essere molto semplici e intuitive da chiudere,
anche il super principiante deve veramente impegnarsi per poter creare un pacco chiuso! Per il resto
tutto quello che si può fare con una sacca con chiusura a velcro lo si può fare con una sacca con
chiusura dual PIN, ma non viceversa! quindi avendo utilizzato per anni entrambe non vedo valido
motivo oggi per optare per una sacca con chiusura a velcro.
Tutti i modelli menzionati escluso il Perigee Pro montano di default degli angoli dinamici sul fondo
della sacca (Dynamic corners). Questi angoli “aperti” hanno la funzione di scongiurare pericolose
interferenze tra il fondo della sacca e la vela in fase di uscita dal container.
In sostanza si tratta di una piccola accortezza che scongiura però la possibilità da parte della vela di
far leva sugli angoli vivi creati dal punto di congiunzione tra pattina inferiore e laterali della sacca.
Ne consegue una minor possibilità di incorrere in fuori asse o pericolosi line twist, visti anche gli
angoli di volo a cui spesso si trova ad aprire il moderno BASE jumper.
L’imbraco montato sulla maggior parte delle sacche da BASE è molto simile a quello utilizzato
sulle normali sacche da paracadutismo, a parte per alcune piccole accortezze come i clip di
sicurezza sui cosciali o le bretelle integrate.
L’unica azienda che ha da poco introdotto un sistema di imbraco decisamente innovativo è
l’AdrenalinBASE con l’ABX system.
https://www.facebook.com/AdrenalinBase/posts/10153284619468751
Il sistema ABX lavora su un concetto già in uso ormai da anni sui normali imbrachi da parapendio.
E’ un sistema rivoluzionario che ha riscosso un grande successo tra i BASE Jumper e che molto
probabilmente verrà adottato anche da altre case produttrici in futuro.
Tra le principali novità che troviamo sul sistema ABX rispetto ad un classico imbraco da BASE vi è
un particolare incrocio a X dei nastri portanti che vanno alle bretelle. Questo permette di ridurre
notevolmente la possibilità di fuori asse o line twist dovuti ad un’asimmetria del corpo durante la
fase d’apertura, grazie appunto al bilanciamento dei carichi sulle bretelle.
Le moderne sacche da BASE possono essere dotate di un sistema di sgancio a tre anelli identico a
quello utilizzato sulle sacche da skydiving oppure di un sistema integrato che vede le bretelle
montate direttamente sull’imbraco. Optare per uno o per l’altro è una scelta puramente soggettiva e
in linea di massima chi decide per un materiale che ne è sprovvisto lo fa per un risparmio di peso.
Se si devono affrontare lunghe camminate in montagna ogni singolo grammo che riusciamo a
toglierci dalle spalle è cosa gradita, anche perché in fondo il sistema tre anelli nel BASE non ha poi
un grande impiego.
Questi oltre ad aggiungere peso richiede un controllo in più e ovviamente ha un costo aggiuntivo.
Nel BASE come ben sappiamo vengono utilizzati materiali mono-vela, quindi è fin troppo chiaro
che il sistema di sgancio viene in aiuto solo in caso d’atterraggio in acqua, su piante o in altre rare e
particolari circostanze; per ovvie ragioni non andremo MAI a trazionare la maniglia di sgancio
quando la vela sta volando sopra la nostra testa!
Logicamente se si prevede di fare molti salti in prossimità di specchi d’acqua o vicino ad un fiume
in corrente è vivamente raccomandato un sistema di sgancio, viceversa onestamente non ne vedo
questa grande necessità in quanto in caso di atterraggio sulle piante, e parlo per esperienza
personale, si riesce sempre a districarsi dal problema senza per forza sganciare la vela.
Un altro optional a mio avviso molto valido di cui possiamo equipaggiare la nostra sacca da BASE
è il sistema di rilascio per le funi dei comandi (Break release system).
Questo sistema montato sopra le maniglie dei comandi ci permette di disconnettere la fune del
comando dalla maniglia stessa in caso di necessità.
Essendo le funi dei comandi quelle più lunghe dell’intero complesso sono anche le più soggette a
creare linee over o altri problemi. Il BRS ci permette di risolvere un line over senza per forza dover
ricorrere al coltellino per tagliare la fune del comando.
Ad ogni modo i materiali da BASE sono sempre muniti di un hook knife per ogni evenienza.
I bridle dei materiali da BASE sono sempre più lunghi rispetto ai bridle delle normali sacche da
skydiving, questo per permettere al pilotino di raggiungere una zona fuori dalla turbolenza che
viene a crearsi dietro il corpo del BASE jumper in caduta libera.
Tutte le sacche da BASE sono vendute con un bridle lungo 9 piedi (275cm circa) indifferentemente
che il sistema di chiusura sia velcro o PIN.
Tra gli altri optionals di cui possiamo munire alcuni modelli di sacche troviamo gli snodi
sull’imbraco e le tasche cargo montate sotto i cosciali.
Ancora una volta la scelta d’acquistare o meno tali sistemi è prettamente soggettiva e non aggiunge
o toglie nulla in termini di sicurezza, al massimo aggiungono un po' di peso al nostro materiale o
fanno salire leggermente il prezzo di listino.
Tutti i produttori di materiali da BASE danno in dotazione con il container una sacca di trasporto
(Stash bag), la cui funzione è semplicemente quella di riporvi il materiale quando per esempio si
cammina in montagna o si sale un antenna.
PILOTINI
Il pilotino rappresenta il cuore dell’apertura!
Nel BASE non si utilizza un misura unica di pilotino estrattore, ma tutta una gamma di diametri
espressi in pollici da utilizzare in base ai secondi di caduta libera che il BASE jumper intende fare.
I pilotini che possiamo trovare in commercio partono da un diametro minimo di 32 pollici ad uno
massimo di 52 pollici e i produttori sono soliti fornire delle tabelle con dei range per indicare i
secondi entro i quali una determinata misura deve essere utilizzata.
Per esempio! un salto dove si prevede di coprire un tempo di caduta libera pari a 3 secondi necessita
di un pilotino di diametro maggiore rispetto ad un salto dove il tempo di caduta libera è di 10
secondi; questo per via della minor resistenza che il nostro pilotino incontra sull’aria a causa della
bassa velocità. Dunque un pilotino più grande sarà necessario alle basse velocità per poter fornire
una resistenza adeguata ed estrarre la vela dal container; viceversa disponendo di maggior velocità
incontrerà più resistenza al vento relativo quindi sarà sufficiente un pilotino di diametro inferiore.
Due cose importante da tenere in considerazione quando si sceglie il diametro da utilizzare oltre ai
secondi di caduta libera, sono il tipo di salto che si intende effettuare ed il peso della vela che il
pilotino deve estrarre dal container.
Quando si utilizzano wing-suit, track suit o qualsivoglia sussidio che riduce la velocità verticale, è
buona norma prevedere l’utilizzo di un pilotino maggiorato rispetto allo standard che si
utilizzerebbe in un salto in “slick”.
Non ultimo bisogna considerare che la forza richiesta ad un pilotino per estrarre una vela di 300
piedi quadri è maggiore rispetto a quella necessaria per una vela di 200 piedi quadri.
Ormai quasi tutti i produttori offrono pilotini costruiti in tessuto ZP, anche se in giro si possono
ancora trovare pilotini in vecchio tessuto F111. Il mio consiglio è quello di acquistare sempre
pilotino in tessuto ZP che offrono una miglior resistenza all’usura.
Tutti i produttori hanno in catalogo pilotini scaricati (vented), ovvero pilotini costruiti con un foro
nella parte centrale del tessuto ripstop. Questo foro “chiuso” da una trama a rete, ha la funzione di
stabilizzare il pilotino una volta in pressione riducendo notevolmente pericolose oscillazioni laterali
che potrebbero compromettere l’uscita in asse della vela dal container.
Questo foro centrale noto anche come foro apicale, lavora in maniera analoga a quello dei
paracadute a calotta rientrante.
I Pilotini da BASE sono privi di kill line in quanto non collassabili, sono molto più rinforzati
rispetto ai normali pilotini da skydiving ed in base al modello e ai secondi per cui sono stati
progettati montato una parte a rete a maglia fina o a maglia larga.
I Pilotini che possono essere utilizzati per i salti che non prevedono lo stivaggio nel BOC ma tenuti
direttamente in mano generalmente non montano un nottolino, e molto spesso ciò avviene sulle
misure che vanno dal 42 pollici a salire.
Il nottolino del nostro pilotino da BASE è una parte molto importante! non deve mai montare un
hacky sack, ovvero la tradizionale pallina che possiamo trovare sui normali pilotini da skydiving e
non deve mai avere un singolo punto di fissaggio sulla parte in tessuto. Queste accortezze sono
prese per scongiurare una possibile interferenza tra bridle e nottolino che potrebbe impedire al
pilotino di gonfiarsi correttamente.
Per ovviare a ciò alcuni produttori montano nottolini interni o adottano una speciale cordura per
ricoprirli, quest’ultimo accorgimento inoltre ne migliora la presa ed evita di infilarci
accidentalmente dentro le dita!
Da un po' di tempo Squirrel ha messo sul mercato dei pilotini innovativi noti come Snatch.
https://squirrel.ws/equipment/base-jumping/snatch
Lo Snatch è in sostanza un pilotino a forma toroidale formato da due dischi alternati uno in tessuto
ZP e uno a rete, hanno una forma che richiama molto i paracadute militari e ancora una volta tale
scelta è stata adottata per migliorarne la stabilità durante la fase d’estrazione della vela dal
container.
I nottolini dello Snatch, per le misure che ne prevedono uno, sono leggermente più piccoli e più
leggeri (sono costruiti in fibra di carbonio), ciò per ridurre al minimo la possibilità di interferenza
con il bridle.
Il concetto su cui si basa lo Snatch è molto valido ma i pilotino tradizionali rimangono altrettanto
validi e funzionali.
Ancora una volta la scelta è a mio avviso soggettiva e dipende molto da quanto si vuole investire.
Una considerazione riguardo gli strumenti per piegare.
Ci sono varie tecniche di ripiegamento per una vela da BASE, c’è chi preferisce piegare in piedi
con il classico Pro Pack per poi completare il lavoro a terra senza l’utilizzo di nessun morsetto. C’è
chi inizia a piegare in piedi per terminare il lavoro a terra con l’ausilio di 4 o più pinze e c’è chi
piega direttamente a terra utilizzando sin da subito le pinze.
Se optate per un ripiegamento che prevede l’utilizzo delle pinze per aiutarvi a mantenere le pieghe
del tessuto in posizione, accertatevi che queste abbiano i bordi dei becchi arrotondati e che non vi
siano parti appuntite che possano danneggiare la vela.
Indifferentemente dal tipo di ripiegamento che adottate scegliete sempre strumenti che non rovinino
il tessuto della vostra vela.
Ricordatevi che il vostro materiale da BASE ancor più che un materiale da skydiving è soggetto
“solo” alla vostra diretta cura e manutenzione, non vi è nessuna scadenza o normativa da rispettare
se non quella dettata dal buon senso! quindi abbiatene riguardo.
Abbiamo visto che i fattori da tenere in considerazione quando ci si appresta ad acquistare un primo
materiale specifico da BASE sono molti. La prima domanda da porsi è che tipo di salti andrò a fare,
e se si prevede di non cimentarsi in salti senza slider, i famosi salti “bassi”, si potrà optare
tranquillamente per dei materiali specifici per quel tipo di impiego.
Viceversa un materiale “all round” vi permetterà di fare si gli uni che gli altri senza grosse
limitazioni.
Affidatevi sempre a produttori noti nell’ambiente, questo a garanzia di serietà e qualità del prodotto.
Non acquistate un materiale usato di cui non siete certi in termini di provenienza e usura, e
soprattutto affidatevi al vostro mentor/instructor o alla guida di un dealer per aver la certezza che
l’acquisto che state andando a fare sia adeguato alle vostre esigenze.
…Abbiate cura del BASE e il BASE avrà cura di voi!