IN QUESTO NUMERO - LILT Cuneo – Lega Tumori Cuneo
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IN QUESTO NUMERO - LILT Cuneo – Lega Tumori Cuneo
SALUTE notiziario N.2 - 2008 Poste Italiane SpA - Sped. in Abb. Postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1, comma 2, DCB/CN ■ IN QUESTO NUMERO • DOVE SIAMO Pag. 2 • LA DELEGAZIONE DI ALBA Pag. 3 • NASTRO ROSA Pag. 4-5-6 • SCREENING Pag. 7 • VOLONTARIATO Pag. 8-9 • PROSTATA Pag. 10 • CANCRO DEL COLON Pag. 11 • APPUNTAMENTI Pag. 12 “Obiettivo Salute” - Periodico di informazione sulla salute della Lega contro i Tumori sezione Provinciale di Cuneo Segreteria: Via Meucci, 34 - Cuneo - Tel. 0171.697057 - Fax 0171.436316 - www.legatumoricuneo.it - E-mail: [email protected] Lega Contro i Tumori • Sez. Provinciale di Cuneo Notiziario n. 2 • 2008 Lega italiana per la lotta contro i tumori Il Direttivo Associazione senza fini di lucro onlus Obiettivi • • • • • • • • • • PRESIDENTE: GIRAUDO SERGIO VICEPRESIDENTE: GABUTTI GIUSEPPE sostenere la ricerca e la prevenzione aiutare le persone malate attività di informazione ed educazione sanitaria organizzazione incontri, seminari e corsi di formazione collaborazione con aziende ospedaliere e Asl reinserimento dei malati nel proprio ambiente di vita riabilitazione psicofisica promozione di centri per lo studio e ricerca su tumori diagnosi precoce informazione nelle scuole SEGRETARIA: MANA EMMA CONSIGLIERI: BONICCO PAOLA GARDELLI COSTANZA - LAGORIO BRUNA MANISCALCO ORESTE - PAUTASSO SERGIO PLATANO ENRICO - RAMONDA GIUSEPPINA ROGGIA SAVINO -SIVIERO GENNY VASCHETTO MARINA - VIVALDO SARA REVISORI DEI CONTI: GENTA GIANDOMENICO - REVELLO MAURO AGNESE ENRICO DOVE SIAMO Sede provinciale: CUNEO: Via Meucci 34 - Tel 0171.697057 Fax 0171.436316 - e-mail: [email protected] www.legatumoricuneo.it Delegazioni: ALBA: Via Gazzano, 1 - Tel. 0173.290720 MONDOVI’: Via Cuneo, 3 - Tel. 0174.41624 SALUZZO: Via Martiri, 66 - Tel. 0175.42344 COME PARTECIPARE ALLE ATTIVITA’ DELLA LILT Un’occasione per collaborare e contribuire all’attività dell’associazione: DIVENTARE SOCIO: Socio aderente: 10 euro Socio ordinario: 15 euro Socio simpatizzante: 25 euro Socio benemerito: 50 euro Socio sostenitore: 150 euro DIVENTARE VOLONTARIO: Coordinamenti Regionali: ALESSANDRIA - Tel. 0131/41301 ASTI - Tel. 0141/595196 BIELLA - Tel. 015/8352111 CUNEO - Tel. 0171/697057 NOVARA - Tel. 0321/35404 VERBANIO CUSIO OSSOLA - Tel. 0323/643668 VERCELLI - Tel 0161/255517 Sostegno alla Lega contro i tumori Contributi e oblazioni; Iniziative sposi: importo delle bomboniere devoluto alla Lega Contro i Tumori; Ricordo dei Vostri cari: raccolta di offerte in memoria e suffragio dei defunti; Iniziative natalizie: alla Lega Contro i Tumori l’equivalente della spesa per doni e regali. COSA SI PUO’ OTTENERE (oltre ad aiutare chi ne ha bisogno) Per i soci: • Visite specialistiche gratuite • Informazioni guidate sui vari centri specialistici nazionali ed internazionali • Possibilità di partecipare a corsi di educazione alla salute (dissuefazione al fumo) • Invio gratuito della rivista “Obiettivo salute” e partecipazione alla gestione delle varie attività. DIFFIDATE DA CHIUNQUE SI PRESENTI A DOMICILIO O TELEFONI A NOSTRO NOME CHIEDENDOVI DENARO! “Obiettivo Salute” - Periodico di informazione sulla salute della Lega contro i Tumori sezione Provinciale di Cuneo - Direttore Responsabile: Gianpaolo Marro - Redazione: Sergio Giraudo, Emma Mana, Elvio Russi e Savino Roggia - Segreteria: Via Meucci, 34 - Cuneo - Tel. 0171.697057 - Questo numero è stato stampato in 10.000 copie inviate gratuitamente ai soci ed amici della Lega contro i Tumori - Autorizzazione del Tribunale - di Cuneo n. 532 del 18.07.2000 La legge consente di dedurre dal reddito imponibile le tue offerte alla Lega Contro i Tumori TIPOLITOEUROPA - CUNEO 2 LILT DELEGAZIONE DI ALBA Giuseppe Gabutti “IL NONNO” Una sede provinciale a Cuneo e tre delegazioni (Alba, Mondovì e Saluzzo). Ecco la LILT Sezione Provinciale di Cuneo. Iniziamo con Alba, la sede è in Via Gazzano, 1 - Tel. 0173.290720 - Orario: Lun. Ven. 8,30-12,30 - 15-18 - Sab. 9-12. Giuseppe Gabutti Vice presidente della Lilt provinciale e responsabile della delegazione di Alba. Ex dipendente Ferrero, 78 anni, ha dato vita al gruppo di volontariato. Per tutti è il “nonno” instancabile coordinatore delle attività dell’associazione (28 volontari). “Facciamo 1450 visite l’anno di prevenzione – spiega -. Con quattro automezzi trasportiamo i pazienti che devono sottoporsi a radioterapia e chemioterapia negli ospedali della Provincia di Cuneo e per eventuali visite specialistiche nei vari centri di ricerca. A sostenere la “missione” del gruppo sono le donazioni e le raccolte fondi. “L’anno scorso – prosegue – sono stati venduti 6280 panettoni in 55 paesi dell’Albese. I nostri volontari percorrono 12 mila Km al mese per offrire un servizio che l’ospedale non potrebbe garantire. Dall’anno scorso abbiamo attivo anche il servizio di assistenza psicologica. Siamo costantemente alla ricerca di nuovi volontari. Per ampliare la collaborazione è stato nominato dal Presidente il nuovo fiduciario Adriano Sugliano, che da agosto collabora con tutta la delegazione. Gianpaolo Sacchetto È fra i responsabili della divisione senologica dell’Asl 18 per gli ospedali di Alba e Bra. “Il Nastro rosa – spiega – è un’iniziativa per sensibilizzarele donne alla prevenzione dei tumori alla mammella. Com’è cambiato l’approccio al tumore da parte delle donne? “Oggi c’è maggior sensibilità al problema, le visite sono più frequenti. La Delagazione di Alba Un aspetto determinante, ci consente spesso di diagnosticare la malattia anche nelle fasi iniziali. La diagnosi precoce tempestiva è un fattore importante. La guarigione riguarda l’80% dei casi”. Quali sono le cause del tumore al seno? “I casi di mutazioni genetiche sono molto limitati, circa al 10% dei tumori. Per il resto si tratta di tumori che sorgono ex novo, e non è possibile determinare la causa specifica. Certo, esistono fattori di rischio: donne che hanno pochi figli, non hanno allattato, o hanno assunto la pillola in giovanissima età (14-15 anni) e ne hanno fatto un uso prolungato. In queste particolari situazioni la pillola aumenta il rischio tumore. “Per ragazze di 20 anni – prosegue – si consiglia l’autopalpazione, dopo i 30 anni una visita senologica annuale con esame ecografico. Dopo i 40 anni una mammografia biennale, dopo i 50 la visita e mammografia annuale”. Dopo la visita in collaborazione con la Lilt c’è la possibilità di un esame ecografico approfondito in ospedale. Nel territorio dell’Asl ogni anno vengono 3 scoperti 120 nuovo casi di tumore (a Cuneo sono 160). Elisa Salvano Psicologa della delegazione di Alba della Lilt. L’approccio di fronte a questo tipo di malattia è cambiato. E’ cresciuta anche l’informazione che può contribuire a riconoscere i primi sintomi”. Anche l’opera di sensibilizzazione di associazioni e volontari ha fatto la sua parte. “Ad Alba in primavera si è tenuto un corso di formazione per avvicinare i volontari ai problemi legati a questa patologia. Oltre agli psicologi, hanno parlato oncologi e radioterapisti per fornire le basi per agire e aiutare pazienti e famiglie. Determinante è il supporto alla persona, è giusto concedere l’opportunità di avere uno spazio in cui si può condividere l’ansia e il malessere provocati dalla malattia”. La Lega tumori mette a disposizione uno sportello per queste esigenze. “E’ una risorsa anche per i famigliari, spesso oltre alla paziente il marito, il figlio o il compagno sentono il bisogno di informarsi. Lega Contro i Tumori • Sez. Provinciale di Cuneo Notiziario n. 2 • 2008 NASTRO ROSA CAMPAGNA PER LA PREVENZIONE DEL TUMORE AL SENO Dott. Flavio Cigna A ottobre la LILT ripropone la campagna nastro rosa, evento, ideato negli Stati Uniti nel 1989 da Evelyn Lauder, dedicato alla prevenzione del tumore mammario, patologia complessa ed enigmatica che, se lasciata a sé, è in grado di minare e destabilizzare il nostro organismo. Lo scopo è sensibilizzare le donne, offrendo informazioni per prevenire il tumore e nel caso si presenti, di combatterlo sino a sconfiggerlo. La maggior parte delle persone ha un atteggiamento fatalista nei confronti del cancro, come se le statistiche riflettano una situazione immutabile di condanna che ci lascia senza alcuna possibilità di intervento. Reagire nei suoi confronti, non vuol dire attendere la comparsa della malattia, affidandosi poi alla chirurgia, radioterapia e chemioterapia per sconfiggerlo, ma mettere in atto comportamenti che ci consentano di combatterlo nelle sue fasi iniziali e talvolta prevenirne la comparsa. Quello mammario ha raggiunto livelli di incidenza tali, da essere considerato malattia sociale. La sua distribuzione non è uniforme nel mondo, alta è la frequenza nei paesi industrializzati a partire dagli Stati Uniti, Europa, contenuta in quelli del Sud Est asiatico, Cina, India, Thailandia, Giappone. Lo studio dei flussi migratori, specie sulla popolazione giapponese emigrata negli Stati Uniti, ha evidenziato che le differenze non sono dovute ad una predisposizione genetica, ma legati ai diversi stili di vita e abitudini alimentari. Il cancro non è un fenomeno che si instaura dall’oggi al domani, è il risultato di un lungo processo (anni): la cellula normale, subisce una serie di danni del patrimonio genetico (mutazioni), provocati da aggressioni ambientali, chimiche, radianti, virali o già presenti in quanto trasmesse ereditariamente. Trasformandola, le permettono di aggirare i nostri sistemi di difesa e acquisire nuove potenzialità, come quella di riprodursi incessantemente, invadere i tessuti circostanti, diffondersi nell’organismo. biamo impegnare ogni mezzo utile per scoprirlo. Nelle fasi iniziali non sono da considerare veri e propri cancri, possono diventarlo se: trovano un terreno fertile favorevole al loro sviluppo, riescono a superare il nostro sistema immunitario. Sono in grado di formare un reticolo vascolare necessario al trasporto di nutrienti e ossigeno, indispensabili alla crescita. I principali fattori per la mammella sono: età, familiarità (aumenta in funzione del grado di parentela, significativo se sono state colpite due congiunte di primo grado, i controlli periodici devono essere più frequenti), attività ormonale, menarca (prima mestruazione) precoce e menopausa tardiva, tipo di alimentazione. Che siano poco pericolose è dimostrato da alcuni studi di anatomia patologica che hanno rilevato nel 33% di persone, decedute per cause diverse, microtumori mammari nascosti nei tessuti; percentuale assai più elevata di quella dell’incidenza della malattia. Possiamo paragonare il tumore ad un puzzle che richiede una serie di tessere per essere completato, ognuna supportata da una nuova mutazione. Quando ciò succede esplode in tutta la sua aggressività. Il rischio di sviluppare un tumore mammario è abbastanza raro prima dei 30 anni, divenendo più frequente con l’aumentare dell’età, specie nelle vicinanze della menopausa. E’ in questo periodo che dob- 4 In cosa consiste questo rischio? E’ la probabilità di andare incontro ad una determinata malattia tra gli individui che sono esposti ad un fattore ambientale, che si presume in rapporto casuale con la stessa. Ha un valore indicativo; la sua presenza richiede una sorveglianza periodica, non vuol dire per forza ammalarsi, la sua assenza non preserva dalla malattia. APPUNTAMENTI A ottobre visite di prevenzione al seno presso gli ambulatori della LILT della Provincia di Cuneo: • LILT CUNEO Dott. Cigna - Tel. 0171.697057 • LILT ALBA Dott. Sacchetto - Tel. 0173.290720 • LILT MONDOVÌ Dott.ssa De Filippi - Tel. 0174.41624 • LILT SALUZZO Dott. Cigna - Tel. 0175.42344 L’esperienza ci ha insegnato che il tumore mammario bisogna cercarlo, per ottenere dei risultati è indispensabile la collaborazione di tutti, in particolare delle donne. Prima viene scoperto maggiori sono le probabilità di successo. La salute del seno è garantita dalla capacità di rilevare le possibili manifestazioni. L’autoesame: metodica che la donna può attuare spontaneamente attraverso la vista e il tatto. E’utile per imparare a conoscere la propria ghiandola, bisogna zione apparentemente sana. Viene proposta a tutte le donne comprese nella fascia di età 45-69 anni con periodicità programmata ogni 2 anni. Richiede una mammografia, in due proiezioni, indagine sensibile, specifica, facilmente ripetibile, che consente il rilievo di lesioni di modeste dimensioni. Recenti studi, hanno evidenziato la possibilità di attuare una prevenzione primaria, attraverso un’alimentazione appropriata. Sostanze vegetali come i cereali integrali, frutta e verdura, sono particolarmente indicate, (aglio e cipolla) possiedono delle molecole che accelerano l‘eliminazione di sostanze cancerogene, oltre al potenziale di inibire lo sviluppo delle cellule alterate, portandole alla autodistruzione. Nei frutti di bosco, tè verde, agrumi, altri fitocomposti impediscono che i microtumori formino quel reticolo di vasi sanguigni necessario al loro nutrimento. La soia e addirittura il cioccolato (amaro) sono in grado di alterare l’attività di una enzima chiave per la crescita delle cellule precancerose. Un regime alimentare tanto che l’American Institute for Cancer Research suggerisce che se nella dieta della popolazione vi fossero almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, l’incidenza dei tumori diminuirebbe del 20%. Fonti di fibra, vitamine, antiossidanti, minerali, fitochimici (molecole biologicamente attive, presenti in numerosi vegetali) neutralizzano i radicali liberi, possiedono la capacità di intervenire su un gran numero di eventi distinti, molti associati allo sviluppo del cancro. Le crocifere (cavolo e affini), le alliacee contenente un gran numero di molecole antitumorali ci permette di agire attaccando quelle cellule con potenziale canceroso impedendo la comparsa di nuove mutazioni, durante quel lungo periodo di latenza, necessario, per raggiungere lo stadio maturo. La prevenzione non si limiterebbe alla non comparsa del cancro, ma permetterebbe di contrastare la crescita di quelle cellule che hanno resistito all’azione dei chemioterapici. Per quanto riguarda la mammella, abbiamo visto che le donne Esame ecografico esaminarla a cadenza periodica mensile, rilevare consistenza, comparsa di noduli, variazioni di quelli preesistenti, secrezioni dal capezzolo, arrossamenti superficiali. Per una maggiore sicurezza è consigliabile utilizzare i programmi di diagnosi precoce e nelle regioni in cui è attivo, come in Piemonte, partecipare allo screening. Screening: sistematica ricerca della comparsa di una malattia nella popola- 5 Lega Contro i Tumori • Sez. Provinciale di Cuneo Notiziario n. 2 • 2008 asiatiche, che hanno una incidenza ridotta di questo tumore, la vedono quadruplicarsi in seguito alla loro emigrazione in occidente, evento che pare strettamente legato al modo di vivere occidentale, soprattutto essendo il tipo di alimentazione molto diverso tra questi due mondi. E’ stato assodato che il consumo regolare di prodotti a base di soia, riduce in maniera consistente il rischio del cancro al seno, specie se tale pratica inizia in tenera età e si prolunga nel tempo. Lo stesso effetto sembrerebbe avere la presenza di alghe marine e vegetali crociferi, nella dieta orientale. La natura dei grassi ingeriti pare essere un altro fattore che rende le donne occidentali più suscettibili allo sviluppo del tumore mammario. Un incremento di grassi saturi (strutto, burro, parte grassa delle carni), che porta spesso all’obesità, condizione che da sola raddoppia il rischio, abbinato ad una carenza di poliinsaturi omega-3 e Autoesame Esame mammografico monoinsaturi (germe di grano, semi, oli vegetali di cartamo, di girasole, di soia, di colza, olio di fegato di merluzzo. I pesci grassi contengono acidi grassi insaturi linolenici e sono una buona fonte di acidi grassi omega 3 come anche l’olio di lino), tipica dell’alimentazione occidentale, aumenta fortemente questo rischio. I cardini della prevenzione di questa patologia si basano su uno stile di vita diverso, specie per quanto riguarda il modo di alimentarsi e nella diagnosi 6 precoce, ricordando che una lesione di modeste dimensioni ha maggiori possibilità di rimanere localizzata nella sua sede di origine, la sua asportazione richiede interventi meno demolitivi, il possibile risultato è di raggiungere la guarigione. I PROGRAMMI DI SCREENING MAMMOGRAFICO RIDUCONO LA MORTALIT¿ PER TUMORE DELLA MAMMELLA I risultati del progetto IMPATTO in uno studio caso-controllo pubblicato dal British Journal of Cancer. L’introduzione dei programmi di screening mammografico in Italia ha portato ad un effettivo beneficio con una riduzione della mortalità per tumore della mammella attribuibile all’impatto addizionale del servizio di screening rispetto alla preesistente situazione di accesso alla mammografia. Il progetto IMPATTO, finanziato dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) e dal Ministero della Salute e coordinato presso l’Unità Operativa di Epidemiologia Clinica e Descrittiva (dr. Eugenio Paci) dell’Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (ISPO) di Firenze, si è proposto di valutare come l’introduzione dei programmi di screening mammografico in Italia abbia determinato cambiamenti in termini di stadiazione alla diagnosi, mortalità per tumore mammario e utilizzo della chirurgia conservativa. E’ stata istituita una banca dati che raccoglie oltre 41.000 casi di tumore della mammella diagnosticati tra il 1988 e il 2001 in donne tra 40 e 79 anni residenti in sei regioni (Piemonte, Veneto, EmiliaRomagna, Toscana, Umbria e Sicilia). Il data set è in fase di aggiornamento con i dati più recenti. Nell’ambito del progetto IMPATTO, è stato condotto uno studio, caso-controllo allo scopo di misurare la riduzione della mortalità per tumore della mammella dovuta all’attivazione di un programma di screening. Sono stati raccolti 1.750 casi di donne decedute per tumore della mammella. La storia di screening di queste donne è stata confrontata con la storia di screening di 7.000 donne della stessa età e residenti negli stessi comuni. I risultati dello studio mostrano che, in seguito all’attivazione di un programma di screening mammografico, la mortalità per tumore della realtà, solo un 65-70% delle donne che ricevono un invito effettuano realmente una mammografia di screening e solo queste donne possono aver avuto un reale beneficio dal programma di screening. Lo sviluppo e la valutazione dei programmi di screening sono realizzati dai rispettivi Servizi Sanitari Regionali Nuovi casi di carcinoma della mammella ogni 100.000 donne, divise per età mammella si riduce del 25% nelle donne residenti in quell’area (misura del beneficio a livello di comunità). La riduzione di mortalità osservata nelle donne che hanno effettuato almeno una mammografia di screening è nell’ordine del 50% (misura del beneficio a livello individuale). La valutazione della riduzione di mortalità in uno studio caso-controllo viene fatta confrontando a posteriori le storie di screening di donne che sono decedute per cancro della mammella (casi) con gli screening di donne con caratteristiche simili, ma non affette dalla malattia. In 7 e monitorati dal Centro per il Controllo delle Malattie del Ministero della Salute attraverso l’Osservatorio Nazionale Screening (www.osservatorionazionalescreening.it), I programmi organizzati di screening mammografico sono rivolti alle donne tra 50 e 69 anni e prevedono una mammografla con intervallo biennale. Le prime regioni in cui sono stati attivati i programmi di screening mammografico sono state la Toscana e il Piemonte e nel corso degli anni novanta sono stati estesi ad una larga parte del territorio del Nord e Centro Italia. Lega Contro i Tumori • Sez. Provinciale di Cuneo Notiziario n. 2 • 2008 CON VOLONT¿ Riflessioni sul volontariato in LILT “Ognuno è custode di più vite, e guai a lui se non trova quelle da custodire, guai a lui se custodisce male quelle che ha trovato”. Elias Canetti D.ssa Emanuela Pignata - Psiconcologa Chi sono i volontari? Persone, non super-eroi! Sono uomini, donne, giovani e meno, con un lavoro, in pensione, con un marito, una compagna, dei figli oppure soli. I volontari non vengono da Marte, o da altri pianeti lontani: hanno una vita, un cuore, una storia, una giornata fatta di 24 ore, di legami e bisogni che li hanno condotti verso questa scelta. Qualcuno velocemente, qualcuno a piccoli passi, altri attraverso una corsa ad ostacoli. Una definizione condivisa li identifica come “rappresentanti della società civile che testimoniano con la loro azione la solidarietà di una comunità verso i suoi membri in condizione di disagio”. Il volontariato ha subìto nel corso dell’ultimo ventennio una profonda trasformazione: è diventato, il cosiddetto “terzo settore”, il “no-profit”, una forza strutturata, legittimata dalle Istituzioni, che opera senza fini di lucro, caratterizzata da forte motivazione e organizzazione. All’interno dell’équipe di cure il volontario è una figura non professionale che occupa lo spazio dell’affettività, dell’amicizia, della giusta distanza. Quale la loro scelta? Intrecciare la loro vita con altre vite, di persone che soffrono, delle loro famiglie, di quelle parti di famiglia che rimangono, perché la malattia a volte, ne tiene lontano qualcuno. Una scelta con una forte motivazione etica, che porta con sé disponibilità, altrui- Il gruppo volontari della LILT CUNEO smo, gratuità. Il malato è fatto di corpo, psiche, valori e stili di vita: il volontario è un portatore d’aiuto che comunica provando a superare i limiti che porta con sé il linguaggio verbale, provando a stare, ad esserci, a comprendere e accogliere le sofferenze emotive, in quello spazio che esiste fra il “curare” e il “prendersi cura”. A vederli così, durante il loro “servizio”, ci possono dare l’impressione di essere di fronte a qualcuno che viene da Marte, anche se il cartellino che portano li riconduce sulla terra, ad un contesto di appartenenza: c’è scritto un nome, c’è la sigla della Lilt. Il volontario non è un “solista”, ma parte integrante di un sistema più complesso: se sorgono dubbi o perplessità, li manifesta all’interno del gruppo, chiedendo confronto, supporto,chiarimenti ed avanzando proposte o suggerimenti. 8 Il volontario non è neppure il “protagonista”: al centro della scena vi è il malato, le cui esigenze orientano il comportamento di tutti coloro che lo assistono. Trascorre accanto al malato molto tempo, e deve essere “capace di ascoltare”: questo significa entrare in sintonia con il malato, comprendere le parole dette e le risposte non date, far capire la propria disponibilità a condividere momenti che possono anche essere di silenzio, di riflessione. La fiducia è un ingrediente indispensabile nel rapporto tra volontario e malato, una fiducia che deve essere conquistata ed alimentata da un comportamento sempre corretto e sincero. Il volontario non può “giocarsi” questa fiducia fornendo al malato rassicurazioni illusorie. Il volontario della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori agisce all’interno di un progetto che prevede la sua partecipazione con ruolo e compiti ben definiti, di pari dignità con gli operatori sanitari. Nella sua attività si adegua ad un’etica di comportamento le cui regole sono raccolte in un “Codice Deontologico”. La gratuità è la caratteristica primaria del volontariato e ne contraddistingue l’operato. Gratuità non significa soltanto che il volontario non percepisce alcun compenso in denaro per la sua opera; significa anche che egli non si aspetta benefici di alcun genere, né favori, né gratificazioni. Una delle domande che spesso vengono fatte loro è “perché?”. Questa domanda gliela faccio anch’io quando li conosco e tante altre volte ancora, e se la fanno anche loro: si interrogano e spesso si sorprendono perché la risposta non è una sola, e non è sempre la stessa. Volontari si diventa, è necessario frequentare un corso di formazione, dove vengono affrontati e discussi temi che riguardano aspetti sanitari, psicologici e sociali. La frequenza al corso è presupposto indispensabile per intraprendere l’attività di volontariato. Si parla di formazione “continua”: il volontario non è mai solo, qualunque sia l’ambito di operatività scelto. E’ parte integrante di un gruppo, e le riunioni periodiche con i responsabili della formazione continua gli consentono uno scambio di esperienze, un costante aggiornamento, la possibilità di rapportare il proprio impegno a quello degli altri. Ci sono diversi tipi di attività che è possibile svolgere: volontari per l’assistenza, il trasporto, le attività di segreteria, promozione, prevenzione. La formazione è “continua” perché vengono proposti durante l’anno altri momenti di approfondimento teorico (corso per volontari Lilt sulle cure palliative, la cui ABBIAMO BISOGNO nuova edizione è in programma nell’autunno). “Continua” perché in gruppo ci si interroga: il contatto con la vita degli altri, a qualsiasi punto questa sia, non permette a nessun volontario di rimanere fermo. Un grazie a tutti i volontari, per l’umiltà e il coraggio di raccontarsi nei momenti di gruppo, per fare quelle domande che non sempre hanno risposta, per condividere esperienze e momenti di vita dall’incontro con i malati e i loro familiari, che restituiscono senso a questa scelta. Grazie per quando arrivate di corsa, ma ci siete. Grazie per quando raccontate l’emozione di un incontro con la genuinità delle parole semplici. Grazie perché andate avanti, con volontà. A NOVEMBRE DI TE IL PROSSIMO CORSO PER SMETTERE DI FUMARE DIVENTA ANCHE TU VOLONTARIO Dal mese di ottobre NUOVI CORSI per volontari in ambito oncologico PER INFORMAZIONI: Tel. 0171.697057 Per informazioni e prenotazioni: Tel. 0171.697057 9 Lega Contro i Tumori • Sez. Provinciale di Cuneo Notiziario n. 2 • 2008 Il dilemma della prostata Il dÈpistagedel cancro della prostata Ëal centro di un acceso dibattito tra urologi ed epidemiologi. Che cosa bisogna pensarne, quali sono i loro argomenti, quale atteggiamento deve adottare il paziente? Alcune cifre: il cancro della prostata è tra quelli più frequenti nell’uomo dopo 50 anni, con oltre 50,000 nuovi casi e 10.000 decessi l’anno. Oggi, 15 000 pazienti in cui si è scoperta la malattia vengono controllati periodicamente, 15 000 vengono operati e gli altri trattati con radioterapia. La diagnosi precoce è al centro di una vivace polemica tra gli urologi e alcuni epidemiologi. Perché bisogna sottoporsi a esami preventivi e chi deve essere trattato? Ciò perché gli effetti secondari non sono indifferenti. I sostenitori della prevenzione raccomandano un test ogni anno negli uomini tra 50 e 75 anni. Come si procede? Il medico effettua un esame clinico della prostata: l’esplorazione rettale. Prescrive anche un esame complementare: il dosaggio del PSA (PSA totale), l’antigene specifico della prostata, attraverso un prelievo di sangue. Tuttavia, solo la biopsia, quando è indicata, permette di affermare la presenza della malattia. In genere, dopo i 50 anni, il 40% delle biopsie sono positive. Gli urologi raccomandano una prevenzione individuale e non di massa del cancro della prostata. E’ quando il tumore è molto piccolo - sostengono - che il cancro ha più probabilità di guarire (90 95%), ma, a questo stadio, è asintomatico. Bisogna dunque ricercarlo, per scoprirlo. In un uomo giovane preso in cura per un tumore localizzato ad un stadio precoce, il cancro della prostata non inciderà sulla sua speranza di vita. Tra 1995 e 2004, la diagnosi precoce ha fatto abbassare la percentuale di tumori metastatici al momento della diagnosi dal 24 al 6 %. Il cancro della prostata è curabile quando è diagnosticato precocemente. Quando è trattato, le complicazioni maggiori, l’impotenza o l’incontinenza, possono diminuire grazie alle nuove tecniche come la curieterapia o gli ultrasuoni focalizzati ad alta intensità. Ma esse non sono ancora utilizzabili per tutti. Il cancro della prostata si evolve lentamente, da 15 a 20 anni in media, ma certe forme aggressive progrediscono rapidamente. venzione individuale, ma di una campagna generalizzata. Per di più, il dosaggio del PSA è un impreciso test. Quanto ai controlli, perché non aspettare che si manifestino spontaneamente i sintomi? Ogni uomo, correttamente informato, è libero di sottoporsi o meno individualmente ai test annui per la diagnosi precoce. Il dialogo col proprio medico curante rimane essenziale. E’ questo un argomento a favore della diagnosi precoce. Esistono, infatti, strumenti predittivi che permettono di valutare l’aggressività del tumore, come il punteggio di Gleason a partire dalle analisi dell’anatomopatologo. La diagnosi precoce non implica sistematicamente il trattamento. Tra le opzioni possibili, il controllo periodico viene sempre più proposto e scelto: un terzo dei pazienti viene controllato regolarmente per seguire l’evoluzione della malattia, senza trattamento specifico. La diagnosi precoce sembra una pratica di buonsenso, che migliora la situazione dei pazienti, tuttavia, vi sono altri punti di vista. Da tempo, infatti, gli studi autoptici hanno dimostrato che, a 60 anni, il 40-50% degli uomini ha un cancro alla prostata. La maggioranza dei tumori dunque non si manifesterà clinicamente, e ancora meno ucciderà. Di fronte all’infatuazione per la diagnosi precoce del cancro della prostata e ai tanti PSA effettuati ogni anno, c’è chi sostiene che in sostanza non si tratta più di una pre- 10 Tumore della prostata Cancro del colon LE REGOLE PER EVITARLO Per evitare il cancro del colon-retto, bisogna mettere a punto una vera strategia. Farsi controllare ogni due anni fin dai 50 anni ed adottare sane abitudini di vita Certe parti del corpo sono sempre state tabù. L’imbarazzo che deriva dalla loro evocazione, anche di fronte ad un medico, basta a fare arretrare il paziente. Se il cancro del seno, dell’utero e della prostata sono curati meglio oggi, è in particolare grazie ad una certa disinibizione. Le pratiche di prevenzione diventano correnti. Non succede altettanto per il colon e il retto. Il cancro del colonretto conta ogni anno 36.000 nuovi casi. Un malato su due non sopravvive! Tuttavia oltre alle indagini mediche, la prevenzione è semplice ed efficace: mangiare sano e muoversi tanto! Il cancro del colon-retto è la terza forma di neoplasia più frequente nell’uomo e la seconda nella donna. Si sviluppa spesso a partire da un’escrescenza benigna, polipo o adenoma. Del resto il 90% dei pazienti in cui il cancro è stato diagnosticato ad uno stadio precoce (stadio I) guariscono, contro il 3% per le disgnosi di stadio IV. Per scoprire e diagnosticare un cancro del colon retto, l’esame più efficace è la colonscopia per via endoscopica. Questa consiste nell’esplorare il grosso intestino, il colon per mezzo di una sonda introdotta per via naturale. Peraltro oltre alla scoperta eventuale di un cancro, se il medico individua uno o parecchi polipi, procede al loro prelievo immediato. Il problema è che il carattere intrusivo di quest’esame dissuade più di una persona. Nel 2003 ha fatto la sua comparsa un nuovo metodo il Test Hemoccult II. L’obiettivo è scoprire tracce di sangue microscopico nelle feci, dovuto all’eventuale esistenza di un polipo. Se il test è negativo, la persona è invitata a ripeterlo dopo due anni, se è positivo il medico prescrive una colonscopia. Il test è raccomandato per ogni persona dai 50 ai 74 anni. Quasi tutti i carcinomi del colon-retto sono il risultato della degenerazione lenta di polipi inizialmente benigni. Occorrono dai 6 ai 10 anni per la trasformazione del polipo in cancro. Sono stati pubblicati molti rapporti sull’argomento, nei quali si insiste su alcune raccomandazioni basilari (vedere riquadro). La frutta e la verdura hanno un effetto protettivo. Un elevato consumo di verdure diminusce del 20% il rischio di sviluppare un cancro del colon-retto. Le crocifere (cavoli, rape e broccoli) e le carote sembrano particolarmente protettive. Il consumo di alimenti ricchi di fibbre (cereali frutta, verdura e legumi) accellera il transito intestinale, diminuendo così il tempo di contatto tra le sostanze cancerogene e le mucose dell’apparato digerente. Si ha lo stesso effetto in coloro che praticano un’attività fisica regolare, che può andare dalla semplice marcia a una seduta di sport più impegnativa. Il rischio relativo al cancro del colon sarebbe diminuito dal 40 al 50% negli sportivi assidui. Senza contare che coniugare sport ed alimentazione equilibrata, permette di controllare il proprio peso, cosa che costituisce un altro segno di buona salute. 11 CINQUE BUONE REGOLE 1. Sorvegliare il peso Il rischio di cancro è minimo quando l’indice di massa corporea (IMC) è mantenuto tra 18.5 e 25. Per ottenerlo, bisogna dividere il peso (in Kg) per l’altezza (in metri) al quadrato. 2. Combattere la sedentarietà Basta praticare l’equivalente di almeno 30 minuti di marcia veloce al giorno: bici, marcia, giardinaggio, scale. 3. Non troppa carne rossa Deve essere consumata nella cornice di un’alimentazione varia e non dovrebbe superare più del 10% dell’apporto energetico totale. 4. Stop all’eccesso di alcol Nei forti bevitori, più di 6 bicchieri di vino o 1.5 litri di birra al giorno, il rischio di sviluppare un cancro del colonretto è moltiplicato da 1.5 a 3 volte... 5. Cinque volte al giorno frutta e verdura. Bisognerebbe mangiare almeno quotidianamente 600 g in tutte le forme: crude, cotte purè... Lega Contro i Tumori • Sez. Provinciale di Cuneo Notiziario n. 2 • 2008 APPUNTAMENTI CON LA LEGA CONTRO I TUMORI IN PROVINCIA DI CUNEO OTTOBRE MESE ROSA Visite di prevenzione al seno negli ambulatori di Cuneo, Alba, Mondovì e Saluzzo. PREVENZIONE TUMORI CUTANEI Durante tutto l’anno visite di prevenzione ai tumori della pelle negli ambulatori di Cuneo, Alba, Mondovì e Saluzzo. CORSI DI FORMAZIONE PER VOLONTARI CORSI PER SMETTERE DI FUMARE Per appuntamenti e informazioni telefonare a: Cuneo: 0171.697057 • Alba: 0173.290720 Mondovì 0174.41624 • Saluzzo 0175.42344 www.legatumoricuneo.it - E-mail: [email protected] INIZIATIVE NATALE 2008 Invece delle solite strenne, devolvi un contributo alla Lega Contro i Tumori. Darai il tuo sostegno alla ricerca, allíinformazione, prevenzione e assistenza oncologica nella tua provincia. • CONTRIBUTO AUGURI in sostituzione di gadget • OFFERTA PANETTONI: panettoni o pandoro - confezione panettone + spumante - cesti gastronomici (panettone, vino, torrone, frutta secca…) • PALLINE DI NATALE IN VETRO SOFFIATO • CARTONCINI DI AUGURI LA LEGGE CONSENTE DI DEDURRE DAL REDDITO IMPONIBILE LE TUE OFFERTE ALLA LILT