IN QUESTO NUMERO - LILT Cuneo – Lega Tumori Cuneo

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IN QUESTO NUMERO - LILT Cuneo – Lega Tumori Cuneo
SALUTE
notiziario N.2 - 2008
Poste Italiane SpA - Sped. in Abb. Postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1, comma 2, DCB/CN
■ IN QUESTO NUMERO
• DOVE SIAMO
Pag. 2
• LA DELEGAZIONE DI ALBA
Pag. 3
• NASTRO ROSA
Pag. 4-5-6
• SCREENING
Pag. 7
• VOLONTARIATO
Pag. 8-9
• PROSTATA
Pag. 10
• CANCRO DEL COLON
Pag. 11
• APPUNTAMENTI
Pag. 12
“Obiettivo Salute” - Periodico di informazione sulla salute della Lega contro i Tumori sezione Provinciale di Cuneo
Segreteria: Via Meucci, 34 - Cuneo - Tel. 0171.697057 - Fax 0171.436316 - www.legatumoricuneo.it - E-mail: [email protected]
Lega Contro i Tumori • Sez. Provinciale di Cuneo
Notiziario n. 2 • 2008
Lega italiana per
la lotta contro i tumori
Il Direttivo
Associazione senza fini di lucro onlus
Obiettivi
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PRESIDENTE: GIRAUDO SERGIO
VICEPRESIDENTE: GABUTTI GIUSEPPE
sostenere la ricerca e la prevenzione
aiutare le persone malate
attività di informazione
ed educazione sanitaria
organizzazione incontri, seminari
e corsi di formazione
collaborazione con aziende
ospedaliere e Asl
reinserimento dei malati
nel proprio ambiente di vita
riabilitazione psicofisica
promozione di centri per lo studio
e ricerca su tumori
diagnosi precoce
informazione nelle scuole
SEGRETARIA: MANA EMMA
CONSIGLIERI: BONICCO PAOLA
GARDELLI COSTANZA - LAGORIO BRUNA
MANISCALCO ORESTE - PAUTASSO SERGIO
PLATANO ENRICO - RAMONDA GIUSEPPINA
ROGGIA SAVINO -SIVIERO GENNY
VASCHETTO MARINA - VIVALDO SARA
REVISORI DEI CONTI:
 GENTA GIANDOMENICO - REVELLO MAURO
AGNESE ENRICO
DOVE SIAMO
Sede provinciale:
CUNEO: Via Meucci 34 - Tel 0171.697057
Fax 0171.436316 - e-mail: [email protected]
www.legatumoricuneo.it
Delegazioni:
ALBA: Via Gazzano, 1 - Tel. 0173.290720
MONDOVI’: Via Cuneo, 3 - Tel. 0174.41624
SALUZZO: Via Martiri, 66 - Tel. 0175.42344
COME PARTECIPARE ALLE ATTIVITA’ DELLA LILT
Un’occasione per collaborare e contribuire
all’attività dell’associazione:
DIVENTARE SOCIO:
Socio aderente: 10 euro
Socio ordinario: 15 euro
Socio simpatizzante: 25 euro
Socio benemerito: 50 euro
Socio sostenitore: 150 euro
DIVENTARE VOLONTARIO:
Coordinamenti Regionali:
ALESSANDRIA - Tel. 0131/41301
ASTI - Tel. 0141/595196
BIELLA - Tel. 015/8352111
CUNEO - Tel. 0171/697057
NOVARA - Tel. 0321/35404
VERBANIO CUSIO OSSOLA - Tel. 0323/643668
VERCELLI - Tel 0161/255517
Sostegno alla Lega contro i tumori
Contributi e oblazioni;
Iniziative sposi: importo delle bomboniere devoluto
alla Lega Contro i Tumori;
Ricordo dei Vostri cari: raccolta di offerte
in memoria e suffragio dei defunti;
Iniziative natalizie: alla Lega Contro i Tumori l’equivalente
della spesa per doni e regali.
COSA SI PUO’ OTTENERE
(oltre ad aiutare chi ne ha bisogno)
Per i soci:
• Visite specialistiche gratuite
• Informazioni guidate sui vari centri
specialistici nazionali ed internazionali
• Possibilità di partecipare a corsi
di educazione alla salute
(dissuefazione al fumo)
• Invio gratuito della rivista
“Obiettivo salute” e partecipazione
alla gestione delle varie attività.
DIFFIDATE DA CHIUNQUE SI PRESENTI
A DOMICILIO O TELEFONI A NOSTRO NOME
CHIEDENDOVI DENARO!
“Obiettivo Salute” - Periodico di informazione sulla salute della Lega contro i Tumori sezione Provinciale di Cuneo - Direttore Responsabile: Gianpaolo Marro - Redazione: Sergio
Giraudo, Emma Mana, Elvio Russi e Savino Roggia - Segreteria: Via Meucci, 34 - Cuneo
- Tel. 0171.697057 - Questo numero è stato stampato in 10.000 copie inviate gratuitamente ai soci ed amici della Lega contro i Tumori - Autorizzazione del Tribunale - di
Cuneo n. 532 del 18.07.2000
La legge consente di dedurre dal reddito imponibile
le tue offerte alla
Lega Contro i Tumori
TIPOLITOEUROPA - CUNEO
2
LILT
DELEGAZIONE DI ALBA
Giuseppe Gabutti “IL NONNO”
Una sede provinciale a Cuneo e tre delegazioni (Alba, Mondovì e Saluzzo).
Ecco la LILT Sezione Provinciale di Cuneo.
Iniziamo con Alba, la sede è in Via Gazzano, 1 - Tel. 0173.290720 - Orario:
Lun. Ven. 8,30-12,30 - 15-18 - Sab. 9-12.
Giuseppe Gabutti
Vice presidente della Lilt provinciale e
responsabile della delegazione di Alba.
Ex dipendente Ferrero, 78 anni, ha dato
vita al gruppo di volontariato. Per tutti è
il “nonno” instancabile coordinatore delle
attività dell’associazione (28 volontari).
“Facciamo 1450 visite l’anno di prevenzione – spiega -. Con quattro automezzi
trasportiamo i pazienti che devono sottoporsi a radioterapia e chemioterapia
negli ospedali della Provincia di Cuneo e
per eventuali visite specialistiche nei vari
centri di ricerca. A sostenere la “missione” del gruppo sono le donazioni e le raccolte fondi. “L’anno scorso – prosegue –
sono stati venduti 6280 panettoni in 55
paesi dell’Albese. I nostri volontari percorrono 12 mila Km al mese per offrire
un servizio che l’ospedale non potrebbe
garantire. Dall’anno scorso abbiamo attivo anche il servizio di assistenza psicologica. Siamo costantemente alla ricerca
di nuovi volontari.
Per ampliare la collaborazione è stato
nominato dal Presidente il nuovo fiduciario Adriano Sugliano, che da agosto
collabora con tutta la delegazione.
Gianpaolo Sacchetto
È fra i responsabili della divisione senologica dell’Asl 18 per gli ospedali di Alba
e Bra. “Il Nastro rosa
– spiega – è un’iniziativa per sensibilizzarele donne alla prevenzione dei tumori
alla mammella. Com’è
cambiato l’approccio
al tumore da parte
delle donne? “Oggi c’è
maggior sensibilità
al problema, le visite
sono più frequenti.
La Delagazione di Alba
Un aspetto determinante, ci consente
spesso di diagnosticare la malattia anche nelle fasi iniziali. La diagnosi precoce
tempestiva è un fattore importante.
La guarigione riguarda l’80% dei casi”.
Quali sono le cause del tumore al seno?
“I casi di mutazioni genetiche sono molto
limitati, circa al 10% dei tumori. Per il
resto si tratta di tumori che sorgono ex
novo, e non è possibile determinare la
causa specifica. Certo, esistono fattori
di rischio: donne che hanno pochi figli,
non hanno allattato, o hanno assunto la
pillola in giovanissima età (14-15 anni) e
ne hanno fatto un uso prolungato.
In queste particolari situazioni la pillola
aumenta il rischio tumore. “Per ragazze
di 20 anni – prosegue – si consiglia l’autopalpazione, dopo i 30 anni una visita
senologica annuale con esame ecografico. Dopo i 40 anni una mammografia
biennale, dopo i 50 la visita e mammografia annuale”. Dopo la visita in collaborazione con la Lilt c’è la possibilità
di un esame ecografico approfondito in
ospedale.
Nel territorio dell’Asl ogni anno vengono
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scoperti 120 nuovo casi di tumore (a Cuneo sono 160).
Elisa Salvano
Psicologa della delegazione di Alba della
Lilt. L’approccio di fronte a questo tipo di
malattia è cambiato. E’ cresciuta anche
l’informazione che può contribuire a riconoscere i primi sintomi”. Anche l’opera di
sensibilizzazione di associazioni e volontari
ha fatto la sua parte. “Ad Alba in primavera si è tenuto un corso di formazione per
avvicinare i volontari ai problemi legati a
questa patologia. Oltre agli psicologi, hanno parlato oncologi e radioterapisti per
fornire le basi per agire e aiutare pazienti
e famiglie. Determinante è il supporto alla
persona, è giusto concedere l’opportunità
di avere uno spazio in cui si può condividere l’ansia e il malessere provocati dalla
malattia”. La Lega tumori mette a disposizione uno sportello per queste esigenze. “E’ una risorsa anche per i famigliari,
spesso oltre alla paziente il marito, il figlio
o il compagno sentono il bisogno di informarsi.
Lega Contro i Tumori • Sez. Provinciale di Cuneo
Notiziario n. 2 • 2008
NASTRO ROSA
CAMPAGNA PER LA PREVENZIONE
DEL TUMORE AL SENO
Dott. Flavio Cigna
A ottobre la LILT ripropone la campagna
nastro rosa, evento, ideato negli Stati
Uniti nel 1989 da Evelyn Lauder, dedicato
alla prevenzione del tumore mammario,
patologia complessa ed enigmatica che,
se lasciata a sé, è in grado di minare e
destabilizzare il nostro organismo.
Lo scopo è sensibilizzare le donne, offrendo informazioni per prevenire il tumore e
nel caso si presenti, di combatterlo sino
a sconfiggerlo.
La maggior parte delle persone ha un
atteggiamento fatalista nei confronti del
cancro, come se le statistiche riflettano
una situazione immutabile di condanna
che ci lascia senza alcuna possibilità di
intervento. Reagire nei suoi confronti,
non vuol dire attendere la comparsa della malattia, affidandosi poi alla chirurgia,
radioterapia e chemioterapia per sconfiggerlo, ma mettere in atto comportamenti che ci consentano di combatterlo
nelle sue fasi iniziali e talvolta prevenirne
la comparsa.
Quello mammario ha raggiunto livelli di
incidenza tali, da essere considerato
malattia sociale. La sua distribuzione
non è uniforme nel mondo, alta è la frequenza nei paesi industrializzati a partire
dagli Stati Uniti, Europa, contenuta in
quelli del Sud Est asiatico, Cina, India,
Thailandia, Giappone.
Lo studio dei flussi migratori, specie sulla popolazione giapponese emigrata negli
Stati Uniti, ha evidenziato che le differenze non sono dovute ad una predisposizione genetica, ma legati ai diversi stili di
vita e abitudini alimentari.
Il cancro non è un fenomeno che si instaura dall’oggi al domani, è il risultato
di un lungo processo (anni): la cellula
normale, subisce una serie di danni del
patrimonio genetico (mutazioni), provocati da aggressioni ambientali, chimiche,
radianti, virali o già presenti in quanto
trasmesse ereditariamente. Trasformandola, le permettono di aggirare i
nostri sistemi di difesa e acquisire nuove potenzialità, come quella di riprodursi
incessantemente, invadere i tessuti circostanti, diffondersi nell’organismo.
biamo impegnare ogni mezzo utile per
scoprirlo.
Nelle fasi iniziali non sono da considerare veri e propri cancri, possono diventarlo se: trovano un terreno fertile favorevole al loro sviluppo, riescono a superare
il nostro sistema immunitario. Sono in
grado di formare un reticolo vascolare
necessario al trasporto di nutrienti e ossigeno, indispensabili alla crescita.
I principali fattori per la mammella sono:
età, familiarità (aumenta in funzione del
grado di parentela, significativo se sono
state colpite due congiunte di primo grado, i controlli periodici devono essere
più frequenti), attività ormonale, menarca (prima mestruazione) precoce e menopausa tardiva, tipo di alimentazione.
Che siano poco pericolose è dimostrato
da alcuni studi di anatomia patologica
che hanno rilevato nel 33% di persone,
decedute per cause diverse, microtumori mammari nascosti nei tessuti;
percentuale assai più elevata di quella
dell’incidenza della malattia. Possiamo
paragonare il tumore ad un puzzle che
richiede una serie di tessere per essere
completato, ognuna supportata da una
nuova mutazione. Quando ciò succede
esplode in tutta la sua aggressività. Il
rischio di sviluppare un tumore mammario è abbastanza raro prima dei 30 anni,
divenendo più frequente con l’aumentare
dell’età, specie nelle vicinanze della menopausa. E’ in questo periodo che dob-
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In cosa consiste questo rischio? E’ la
probabilità di andare incontro ad una
determinata malattia tra gli individui che
sono esposti ad un fattore ambientale,
che si presume in rapporto casuale con
la stessa. Ha un valore indicativo; la sua
presenza richiede una sorveglianza periodica, non vuol dire per forza ammalarsi, la sua assenza non preserva dalla
malattia.
APPUNTAMENTI
A ottobre visite di prevenzione al seno
presso gli ambulatori della LILT della
Provincia di Cuneo:
• LILT CUNEO
Dott. Cigna - Tel. 0171.697057
• LILT ALBA
Dott. Sacchetto - Tel. 0173.290720
• LILT MONDOVÌ
Dott.ssa De Filippi - Tel. 0174.41624
• LILT SALUZZO
Dott. Cigna - Tel. 0175.42344
L’esperienza ci ha insegnato che il tumore mammario bisogna cercarlo, per
ottenere dei risultati è indispensabile la
collaborazione di tutti, in particolare delle donne. Prima viene scoperto maggiori
sono le probabilità di successo. La salute
del seno è garantita dalla capacità di rilevare le possibili manifestazioni.
L’autoesame: metodica che la donna può
attuare spontaneamente attraverso la
vista e il tatto. E’utile per imparare a
conoscere la propria ghiandola, bisogna
zione apparentemente sana. Viene proposta a tutte le donne comprese nella
fascia di età 45-69 anni con periodicità
programmata ogni 2 anni. Richiede una
mammografia, in due proiezioni, indagine
sensibile, specifica, facilmente ripetibile,
che consente il rilievo di lesioni di modeste dimensioni. Recenti studi, hanno
evidenziato la possibilità di attuare una
prevenzione primaria, attraverso un’alimentazione appropriata. Sostanze vegetali come i cereali integrali, frutta e
verdura, sono particolarmente indicate,
(aglio e cipolla) possiedono delle molecole che accelerano l‘eliminazione di sostanze cancerogene, oltre al potenziale
di inibire lo sviluppo delle cellule alterate,
portandole alla autodistruzione.
Nei frutti di bosco, tè verde, agrumi, altri
fitocomposti impediscono che i microtumori formino quel reticolo di vasi sanguigni necessario al loro nutrimento.
La soia e addirittura il cioccolato (amaro)
sono in grado di alterare l’attività di una
enzima chiave per la crescita delle cellule precancerose. Un regime alimentare
tanto che l’American Institute for Cancer Research suggerisce che se nella
dieta della popolazione vi fossero almeno
5 porzioni di frutta e verdura al giorno,
l’incidenza dei tumori diminuirebbe del
20%. Fonti di fibra, vitamine, antiossidanti, minerali, fitochimici (molecole biologicamente attive, presenti in numerosi
vegetali) neutralizzano i radicali liberi,
possiedono la capacità di intervenire su
un gran numero di eventi distinti, molti
associati allo sviluppo del cancro.
Le crocifere (cavolo e affini), le alliacee
contenente un gran numero di molecole
antitumorali ci permette di agire attaccando quelle cellule con potenziale canceroso impedendo la comparsa di nuove
mutazioni, durante quel lungo periodo di
latenza, necessario, per raggiungere lo
stadio maturo.
La prevenzione non si limiterebbe alla
non comparsa del cancro, ma permetterebbe di contrastare la crescita di quelle
cellule che hanno resistito all’azione dei
chemioterapici. Per quanto riguarda la
mammella, abbiamo visto che le donne
Esame ecografico
esaminarla a cadenza periodica mensile, rilevare consistenza, comparsa di
noduli, variazioni di quelli preesistenti,
secrezioni dal capezzolo, arrossamenti
superficiali.
Per una maggiore sicurezza è consigliabile utilizzare i programmi di diagnosi precoce e nelle regioni in cui è attivo, come
in Piemonte, partecipare allo screening.
Screening: sistematica ricerca della
comparsa di una malattia nella popola-
5
Lega Contro i Tumori • Sez. Provinciale di Cuneo
Notiziario n. 2 • 2008
asiatiche, che hanno una incidenza ridotta di questo tumore, la vedono quadruplicarsi in seguito alla loro emigrazione in
occidente, evento che pare strettamente
legato al modo di vivere occidentale, soprattutto essendo il tipo di alimentazione
molto diverso tra questi due mondi.
E’ stato assodato che il consumo regolare di prodotti a base di soia, riduce in
maniera consistente il rischio del cancro
al seno, specie se tale pratica inizia in
tenera età e si prolunga nel tempo.
Lo stesso effetto sembrerebbe avere la
presenza di alghe marine e vegetali crociferi, nella dieta orientale.
La natura dei grassi ingeriti pare essere
un altro fattore che rende le donne occidentali più suscettibili allo sviluppo del
tumore mammario.
Un incremento di grassi saturi (strutto,
burro, parte grassa delle carni), che
porta spesso all’obesità, condizione che
da sola raddoppia il rischio, abbinato ad
una carenza di poliinsaturi omega-3 e
Autoesame
Esame mammografico
monoinsaturi (germe di grano, semi, oli
vegetali di cartamo, di girasole, di soia,
di colza, olio di fegato di merluzzo.
I pesci grassi contengono acidi grassi insaturi linolenici e sono una buona fonte di
acidi grassi omega 3 come anche l’olio di
lino), tipica dell’alimentazione occidentale, aumenta fortemente questo rischio.
I cardini della prevenzione di questa
patologia si basano su uno stile di vita
diverso, specie per quanto riguarda il
modo di alimentarsi e nella diagnosi
6
precoce, ricordando che una lesione di
modeste dimensioni ha maggiori possibilità di rimanere localizzata nella sua sede
di origine, la sua asportazione richiede
interventi meno demolitivi, il possibile risultato è di raggiungere la guarigione.
I PROGRAMMI
DI SCREENING MAMMOGRAFICO RIDUCONO
LA MORTALIT¿ PER TUMORE DELLA MAMMELLA
I risultati del progetto IMPATTO in uno
studio caso-controllo pubblicato dal British Journal of Cancer.
L’introduzione dei programmi di screening mammografico in Italia ha portato
ad un effettivo beneficio con una riduzione della mortalità per tumore della
mammella attribuibile all’impatto addizionale del servizio di screening rispetto
alla preesistente situazione di accesso
alla mammografia.
Il progetto IMPATTO, finanziato dalla Lega
Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT)
e dal Ministero della Salute e coordinato
presso l’Unità Operativa di Epidemiologia
Clinica e Descrittiva (dr. Eugenio Paci)
dell’Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (ISPO) di Firenze, si è proposto di valutare come l’introduzione dei
programmi di screening mammografico
in Italia abbia determinato cambiamenti in termini di stadiazione alla diagnosi,
mortalità per tumore mammario e utilizzo della chirurgia conservativa. E’ stata
istituita una banca dati che raccoglie
oltre 41.000 casi di tumore della mammella diagnosticati tra il 1988 e il 2001
in donne tra 40 e 79 anni residenti in
sei regioni (Piemonte, Veneto, EmiliaRomagna, Toscana, Umbria e Sicilia). Il
data set è in fase di aggiornamento con i
dati più recenti. Nell’ambito del progetto
IMPATTO, è stato condotto uno studio,
caso-controllo allo scopo di misurare
la riduzione della mortalità per tumore
della mammella dovuta all’attivazione di
un programma di screening. Sono stati
raccolti 1.750 casi di donne decedute
per tumore della mammella. La storia
di screening di queste donne è stata
confrontata con la storia di screening di
7.000 donne della stessa età e residenti
negli stessi comuni. I risultati dello studio mostrano che, in seguito all’attivazione di un programma di screening mammografico, la mortalità per tumore della
realtà, solo un 65-70% delle donne che
ricevono un invito effettuano realmente
una mammografia di screening e solo
queste donne possono aver avuto un
reale beneficio dal programma di screening. Lo sviluppo e la valutazione dei
programmi di screening sono realizzati
dai rispettivi Servizi Sanitari Regionali
Nuovi casi di carcinoma della mammella ogni 100.000 donne, divise per età
mammella si riduce del 25% nelle donne
residenti in quell’area (misura del beneficio a livello di comunità). La riduzione
di mortalità osservata nelle donne che
hanno effettuato almeno una mammografia di screening è nell’ordine del 50%
(misura del beneficio a livello individuale). La valutazione della riduzione di mortalità in uno studio caso-controllo viene
fatta confrontando a posteriori le storie
di screening di donne che sono decedute
per cancro della mammella (casi) con gli
screening di donne con caratteristiche
simili, ma non affette dalla malattia. In
7
e monitorati dal Centro per il Controllo
delle Malattie del Ministero della Salute attraverso l’Osservatorio Nazionale
Screening (www.osservatorionazionalescreening.it), I programmi organizzati di
screening mammografico sono rivolti alle
donne tra 50 e 69 anni e prevedono una
mammografla con intervallo biennale. Le
prime regioni in cui sono stati attivati i
programmi di screening mammografico
sono state la Toscana e il Piemonte e nel
corso degli anni novanta sono stati estesi ad una larga parte del territorio del
Nord e Centro Italia.
Lega Contro i Tumori • Sez. Provinciale di Cuneo
Notiziario n. 2 • 2008
CON VOLONT¿
Riflessioni sul volontariato in LILT
“Ognuno è custode di più vite, e guai a lui se non trova quelle da custodire,
guai a lui se custodisce male quelle che ha trovato”.
Elias Canetti
D.ssa Emanuela Pignata - Psiconcologa
Chi sono i volontari?
Persone, non super-eroi! Sono uomini,
donne, giovani e meno, con un lavoro, in
pensione, con un marito, una compagna,
dei figli oppure soli.
I volontari non vengono da Marte, o da
altri pianeti lontani: hanno una vita, un
cuore, una storia, una giornata fatta di
24 ore, di legami e bisogni che li hanno
condotti verso questa scelta. Qualcuno
velocemente, qualcuno a piccoli passi,
altri attraverso una corsa ad ostacoli. Una definizione condivisa li identifica
come “rappresentanti della società civile
che testimoniano con la loro azione la
solidarietà di una comunità verso i suoi
membri in condizione di disagio”.
Il volontariato ha subìto nel corso dell’ultimo ventennio una profonda trasformazione: è diventato, il cosiddetto “terzo
settore”, il “no-profit”, una forza strutturata, legittimata dalle Istituzioni, che
opera senza fini di lucro, caratterizzata
da forte motivazione e organizzazione.
All’interno dell’équipe di cure il volontario
è una figura non professionale che occupa lo spazio dell’affettività, dell’amicizia,
della giusta distanza.
Quale la loro scelta?
Intrecciare la loro vita con altre vite, di
persone che soffrono, delle loro famiglie,
di quelle parti di famiglia che rimangono,
perché la malattia a volte, ne tiene lontano qualcuno.
Una scelta con una forte motivazione etica, che porta con sé disponibilità, altrui-
Il gruppo volontari della LILT CUNEO
smo, gratuità. Il malato è fatto di corpo,
psiche, valori e stili di vita: il volontario è
un portatore d’aiuto che comunica provando a superare i limiti che porta con sé
il linguaggio verbale, provando a stare,
ad esserci, a comprendere e accogliere
le sofferenze emotive, in quello spazio
che esiste fra il “curare” e il “prendersi
cura”. A vederli così, durante il loro “servizio”, ci possono dare l’impressione di
essere di fronte a qualcuno che viene da
Marte, anche se il cartellino che portano
li riconduce sulla terra, ad un contesto di
appartenenza: c’è scritto un nome, c’è la
sigla della Lilt.
Il volontario non è un “solista”, ma parte
integrante di un sistema più complesso:
se sorgono dubbi o perplessità, li manifesta all’interno del gruppo, chiedendo
confronto, supporto,chiarimenti ed avanzando proposte o suggerimenti.
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Il volontario non è neppure il “protagonista”: al centro della scena vi è il malato,
le cui esigenze orientano il comportamento di tutti coloro che lo assistono.
Trascorre accanto al malato molto tempo, e deve essere “capace di ascoltare”:
questo significa entrare in sintonia con il
malato, comprendere le parole dette e le
risposte non date, far capire la propria
disponibilità a condividere momenti che
possono anche essere di silenzio, di riflessione.
La fiducia è un ingrediente indispensabile
nel rapporto tra volontario e malato, una
fiducia che deve essere conquistata ed
alimentata da un comportamento sempre corretto e sincero. Il volontario non
può “giocarsi” questa fiducia fornendo al
malato rassicurazioni illusorie. Il volontario della Lega Italiana per la Lotta contro
i Tumori agisce all’interno di un progetto
che prevede la sua partecipazione con
ruolo e compiti ben definiti, di pari dignità con gli operatori sanitari. Nella sua
attività si adegua ad un’etica di comportamento le cui regole sono raccolte in un
“Codice Deontologico”. La gratuità è la
caratteristica primaria del volontariato
e ne contraddistingue l’operato. Gratuità non significa soltanto che il volontario
non percepisce alcun compenso in denaro per la sua opera; significa anche che
egli non si aspetta benefici di alcun genere, né favori, né gratificazioni.
Una delle domande che spesso vengono
fatte loro è “perché?”.
Questa domanda gliela faccio anch’io
quando li conosco e tante altre volte
ancora, e se la fanno anche loro: si interrogano e spesso si sorprendono perché la risposta non è una sola, e non è
sempre la stessa. Volontari si diventa,
è necessario frequentare un corso di
formazione, dove vengono affrontati e discussi temi che riguardano aspetti sanitari, psicologici e sociali. La frequenza al
corso è presupposto indispensabile per
intraprendere l’attività di volontariato.
Si parla di formazione “continua”: il volontario non è mai solo, qualunque sia
l’ambito di operatività scelto. E’ parte integrante di un gruppo, e le riunioni periodiche con i responsabili della formazione
continua gli consentono uno scambio di
esperienze, un costante aggiornamento,
la possibilità di rapportare il proprio impegno a quello degli altri. Ci sono diversi
tipi di attività che è possibile svolgere:
volontari per l’assistenza, il trasporto, le
attività di segreteria, promozione, prevenzione.
La formazione è “continua” perché vengono proposti durante l’anno altri momenti
di approfondimento teorico (corso per
volontari Lilt sulle cure palliative, la cui
ABBIAMO
BISOGNO
nuova edizione è in programma nell’autunno). “Continua” perché in gruppo ci
si interroga: il contatto con la vita degli
altri, a qualsiasi punto questa sia, non
permette a nessun volontario di rimanere fermo. Un grazie a tutti i volontari, per
l’umiltà e il coraggio di raccontarsi nei
momenti di gruppo, per fare quelle domande che non sempre hanno risposta,
per condividere esperienze e momenti di
vita dall’incontro con i malati e i loro familiari, che restituiscono senso a questa
scelta.
Grazie per quando arrivate
di corsa, ma ci siete.
Grazie per quando raccontate
l’emozione di un incontro
con la genuinità delle parole semplici.
Grazie perché andate avanti,
con volontà.
A NOVEMBRE
DI TE
IL PROSSIMO
CORSO PER
SMETTERE
DI FUMARE
DIVENTA ANCHE TU
VOLONTARIO
Dal mese di ottobre
NUOVI CORSI
per volontari in ambito
oncologico
PER INFORMAZIONI:
Tel. 0171.697057
Per informazioni
e prenotazioni:
Tel. 0171.697057
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Lega Contro i Tumori • Sez. Provinciale di Cuneo
Notiziario n. 2 • 2008
Il dilemma della prostata
Il dÈpistagedel cancro della prostata Ëal centro di un acceso dibattito
tra urologi ed epidemiologi. Che cosa bisogna pensarne, quali sono i
loro argomenti, quale atteggiamento deve adottare il paziente?
Alcune cifre: il cancro della prostata è
tra quelli più frequenti nell’uomo dopo
50 anni, con oltre 50,000 nuovi casi e
10.000 decessi l’anno. Oggi, 15 000
pazienti in cui si è scoperta la malattia
vengono controllati periodicamente, 15
000 vengono operati e gli altri trattati
con radioterapia.
La diagnosi precoce è al centro di una
vivace polemica tra gli urologi e alcuni
epidemiologi. Perché bisogna sottoporsi a esami preventivi e chi deve essere
trattato? Ciò perché gli effetti secondari
non sono indifferenti. I sostenitori della
prevenzione raccomandano un test ogni
anno negli uomini tra 50 e 75 anni.
Come si procede? Il medico effettua un
esame clinico della prostata: l’esplorazione rettale. Prescrive anche un esame
complementare: il dosaggio del PSA (PSA
totale), l’antigene specifico della prostata, attraverso un prelievo di sangue. Tuttavia, solo la biopsia, quando è indicata,
permette di affermare la presenza della
malattia. In genere, dopo i 50 anni, il
40% delle biopsie sono positive.
Gli urologi raccomandano una prevenzione individuale e non di massa del cancro
della prostata. E’ quando il tumore è molto piccolo - sostengono - che il cancro ha
più probabilità di guarire (90 95%), ma,
a questo stadio, è asintomatico. Bisogna
dunque ricercarlo, per scoprirlo. In un
uomo giovane preso in cura per un tumore localizzato ad un stadio precoce, il
cancro della prostata non inciderà sulla
sua speranza di vita. Tra 1995 e 2004,
la diagnosi precoce ha fatto abbassare
la percentuale di tumori metastatici al
momento della diagnosi dal 24 al 6 %. Il
cancro della prostata è curabile quando
è diagnosticato precocemente. Quando è
trattato, le complicazioni maggiori, l’impotenza o l’incontinenza, possono diminuire grazie alle nuove tecniche come la
curieterapia o gli ultrasuoni focalizzati ad
alta intensità. Ma esse non sono ancora
utilizzabili per tutti. Il cancro della prostata si evolve lentamente, da 15 a 20
anni in media, ma certe forme aggressive progrediscono rapidamente.
venzione individuale, ma di una campagna generalizzata. Per di più, il dosaggio
del PSA è un impreciso test.
Quanto ai controlli, perché non aspettare che si manifestino spontaneamente i
sintomi?
Ogni uomo, correttamente informato, è
libero di sottoporsi o meno individualmente ai test annui per la diagnosi precoce. Il dialogo col proprio medico curante rimane essenziale.
E’ questo un argomento a favore della diagnosi precoce. Esistono, infatti,
strumenti predittivi che permettono di
valutare l’aggressività del tumore, come
il punteggio di Gleason a partire dalle
analisi dell’anatomopatologo. La diagnosi
precoce non implica sistematicamente
il trattamento. Tra le opzioni possibili,
il controllo periodico viene sempre più
proposto e scelto: un terzo dei pazienti
viene controllato regolarmente per seguire l’evoluzione della malattia, senza
trattamento specifico.
La diagnosi precoce sembra una pratica
di buonsenso, che migliora la situazione
dei pazienti, tuttavia, vi sono altri punti
di vista. Da tempo, infatti, gli studi autoptici hanno dimostrato che, a 60 anni,
il 40-50% degli uomini ha un cancro alla
prostata. La maggioranza dei tumori
dunque non si manifesterà clinicamente, e ancora meno ucciderà. Di fronte
all’infatuazione per la diagnosi precoce
del cancro della prostata e ai tanti PSA
effettuati ogni anno, c’è chi sostiene che
in sostanza non si tratta più di una pre-
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Tumore della prostata
Cancro del colon
LE REGOLE PER EVITARLO
Per evitare il cancro del colon-retto, bisogna mettere a punto una vera strategia. Farsi controllare ogni due anni fin dai
50 anni ed adottare sane abitudini di vita
Certe parti del corpo sono sempre state
tabù. L’imbarazzo che deriva dalla loro
evocazione, anche di fronte ad un medico, basta a fare arretrare il paziente.
Se il cancro del seno, dell’utero e della
prostata sono curati meglio oggi, è in
particolare grazie ad una certa disinibizione. Le pratiche di prevenzione diventano correnti. Non succede altettanto per
il colon e il retto. Il cancro del colonretto conta ogni anno 36.000 nuovi casi.
Un malato su due non sopravvive! Tuttavia oltre alle indagini mediche, la prevenzione è semplice ed efficace: mangiare
sano e muoversi tanto!
Il cancro del colon-retto è la terza forma
di neoplasia più frequente nell’uomo e la
seconda nella donna. Si sviluppa spesso a partire da un’escrescenza benigna,
polipo o adenoma. Del resto il 90% dei
pazienti in cui il cancro è stato diagnosticato ad uno stadio precoce (stadio I)
guariscono, contro il 3% per le disgnosi
di stadio IV. Per scoprire e diagnosticare un cancro del colon retto, l’esame più
efficace è la colonscopia per via endoscopica. Questa consiste nell’esplorare
il grosso intestino, il colon per mezzo di
una sonda introdotta per via naturale.
Peraltro oltre alla scoperta eventuale di
un cancro, se il medico individua uno o
parecchi polipi, procede al loro prelievo
immediato. Il problema è che il carattere
intrusivo di quest’esame dissuade più di
una persona. Nel 2003 ha fatto la sua
comparsa un nuovo metodo il Test Hemoccult II. L’obiettivo è scoprire tracce
di sangue microscopico nelle feci, dovuto
all’eventuale esistenza di un polipo.
Se il test è negativo, la persona è invitata a ripeterlo dopo due anni, se è positivo il medico prescrive una colonscopia.
Il test è raccomandato per ogni persona
dai 50 ai 74 anni. Quasi tutti i carcinomi del colon-retto sono il risultato della
degenerazione lenta di polipi inizialmente
benigni. Occorrono dai 6 ai 10 anni per
la trasformazione del polipo in cancro.
Sono stati pubblicati molti rapporti
sull’argomento, nei quali si insiste su alcune raccomandazioni basilari (vedere riquadro). La frutta e la verdura hanno un
effetto protettivo. Un elevato consumo di
verdure diminusce del 20% il rischio di
sviluppare un cancro del colon-retto.
Le crocifere (cavoli, rape e broccoli) e
le carote sembrano particolarmente
protettive. Il consumo di alimenti ricchi di fibbre (cereali frutta, verdura e
legumi) accellera il transito intestinale,
diminuendo così il tempo di contatto tra
le sostanze cancerogene e le mucose
dell’apparato digerente. Si ha lo stesso
effetto in coloro che praticano un’attività fisica regolare, che può andare dalla
semplice marcia a una seduta di sport
più impegnativa. Il rischio relativo al cancro del colon sarebbe diminuito dal 40 al
50% negli sportivi assidui. Senza contare che coniugare sport ed alimentazione
equilibrata, permette di controllare il
proprio peso, cosa che costituisce un
altro segno di buona salute.
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CINQUE BUONE REGOLE
1. Sorvegliare il peso
Il rischio di cancro è minimo quando
l’indice di massa corporea (IMC) è
mantenuto tra 18.5 e 25. Per ottenerlo, bisogna dividere il peso (in Kg)
per l’altezza (in metri) al quadrato.
2. Combattere la sedentarietà
Basta praticare l’equivalente di almeno
30 minuti di marcia veloce al giorno:
bici, marcia, giardinaggio, scale.
3. Non troppa carne rossa
Deve essere consumata nella cornice
di un’alimentazione varia e non dovrebbe superare più del 10% dell’apporto
energetico totale.
4. Stop all’eccesso di alcol
Nei forti bevitori, più di 6 bicchieri di
vino o 1.5 litri di birra al giorno, il rischio di sviluppare un cancro del colonretto è moltiplicato da 1.5 a 3 volte...
5. Cinque volte al giorno
frutta e verdura.
Bisognerebbe mangiare almeno quotidianamente 600 g in tutte le forme:
crude, cotte purè...
Lega Contro i Tumori • Sez. Provinciale di Cuneo
Notiziario n. 2 • 2008
APPUNTAMENTI
CON LA LEGA CONTRO I TUMORI
IN PROVINCIA DI CUNEO
OTTOBRE MESE ROSA
Visite di prevenzione al seno negli ambulatori
di Cuneo, Alba, Mondovì e Saluzzo.
PREVENZIONE TUMORI CUTANEI
Durante tutto l’anno visite di prevenzione ai tumori
della pelle negli ambulatori di Cuneo, Alba, Mondovì e Saluzzo.
CORSI DI FORMAZIONE PER VOLONTARI
CORSI PER SMETTERE DI FUMARE
Per appuntamenti e informazioni telefonare a:
Cuneo: 0171.697057 • Alba: 0173.290720
Mondovì 0174.41624 • Saluzzo 0175.42344
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