Ma c`è chi lo difende l «Ragazzi incoscienti>>

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Ma c`è chi lo difende l «Ragazzi incoscienti>>
RASSEGNA
STAMPA
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Edizione d~I
ANNO XXXIII
·.. 7 DlC. 201 t
La Pro v iucia
Skater, vigile punito
Ma c'è chi lo difende
«Ragazzi incoscienti>>
l
Si apre il dibattito dopo la sospensione dell'agent(
I comaschi scrivono a Lucini e alla Polizia locale ·,.
Graziani: «Vadano piano per non creare pericoli»
Ragazzi scatenati con dendomi. Ma a queste persone
lo skateboard, in città. Raffica di è concesso sempre tutto e di
lamentele da parte dei coma- più? Per la cronaca, questo è caschi, con lettere inviate al sinda- pitato anche ad altri cittadini, in
co Mario LuciDi, al comandan- quanto la zona è frequentata da
te della Polizia locale Vincenzo . irresponsabili». Anche in centro
Graziani ma anche a La Provin- storico non è difficile raccogliere testimonianze di commesse
cia.
o titolari di negozi funbondi per
le peripezie di qualche skater. In
Le testimonianze dirette
Il geometra comasco Beppe qualche caso urtano i passanti,
Dosi, racconta un'esperienza altre volte finiscono contro le
vissuta in prima persona e si vetrine.
schiera «senza se e senza ma»
Una situazione confermata
dalla parte del vigile finito alla dal comandante della Polizia loribalta nei giorni scorsi per aver cale: «Non abbiamo mai dato
pesantemente redarguito un ra- una multa a uno skater, anche
gazzo (il giovane sostiene di es- se interveniamo per redarguirsere stato strattonato e l'inchie~
sta interna si è conclusa con una
sospensione di due giorni per
l'agente) che sfrecciava con lo
skate sullungolago.
«<n via Vittorio Veneto, direzione monumento, mi sono trovato due di questi bravi ragazzi
in contromano - spiega il lettore- e velocissimi. Soltanto una
mia pronta e brusca frenata della vettura ha evitato il peggio.
Alle mie rimostranze, credo giuVIHCENIO GRAZ1ANI
COMANDANTE
ste, non solo mi hanno insultaPOLIZIA LOCALE
to, mi hanno anche accompagnato per un breve tratto irri-
Non diamo multe
ma èhiediamo
di fare attenzione
(Servizio riservato agli uffici del Comune di Como)
li, se vediamo che esagerano spiega Graziani-. Stando al Codice della strada, non si potrebbero utilizzare gli skate in centro, sono consentiti solo in apposite piste. Ma il Codice, se lo
prendiamo alla lettera, vietaanche di andare in bicicletta sul
marciapiede e molte altre cose.
Serve il buon senso. Comunque
confermo che anche a me so::c
arrivate segnalazioni scritte d~
parte di cittadini arrabbiati per·
ché urtati da qualche ragazzo
sullo skateboard, in centro». ~
«Nelle ultime settimane prosegue il comandante - in
realtà non si vedono quasi più
gli amanti dello skate, immagino per via del freddo. Torneranno in primavera, come al solito».
Pericoli In centro storico
«La zona in cui la concentrazione è più alta è, ormai da tempo,
quella all'esterno della chiesa di
San Francesco, di fianco altribunale. Ma il problema- conclude Graziani - tutt'al più si
crea se qualcuno sfreccia ad alta velocità nelle viette del centro. Invito i ragazzi a non creare
situazioni di pericolo». • M. Sad.
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«Gli skater, che amano
~ skate come sport, le regole le
. oscono bene e le rispettano.
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anno che non si può andare
trada e quando è successo di
re fermati per uso di "accetore senza feno" abbiamo riciEsciuto l'infrazione. È accad . a uno di noi. n codice dice
c
ente che in strada non
p · iamo andare».
\foardo Massa, 19 anni, è
llllllelle anime dello Skatepark
di c:'intù, uno dei pochissimi
parchi per gli skaters.
«Capisco che i cittadini di Como possano lamentarsi, più che
altro, immagino, per il rumore.
In genere a Como vanno in
skate davanti alla chiesa di San
Francesco. La velocità in genere è ridotta. I ragazzi comaschi
che usano lo skate in centro, in
genere sono quelli che non hanno l'auto e non possono venire
allo Skatepark di Cantù, gestito
con il Comune, o andare a quelli in Svizzera o a Seregno.
Lancio un appello: venite a
Cantù, potrete usare lo skate liberamente e anche portare i
bambini ai quali insegnamo skate in una struttura sorvegliata e
protetta I genitori che ci conoscono ci approvano e ci seguono
perché sanno che rispettiamò le
regole. Non siamo maleducati».
Ma Massa è anche convinto che
sugli skaters pesi un po' di pregiudizio: «A volte sugli skaters
pesa il pregiudizio, gli skaters si
vestono in modo che può fare
pensare che siano dei balordi, o
dei drogati, ma se ti droglù sullo skate non ci vai, non ce la fai
fisicamente.
Per skateare ci vuole forza fisica e fiato, se ti fai le canne o
peggio non riesci». • c. COL
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(Servizio riservato agli uffici del Comune di Como)
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ANNO XXXIII
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di CARLA COLMEGNA
scomparsa la paura
degli adulti» e ai ragazzi va messo «il
guinzaglio». Lo dicono gli psicologi.
La prima affermazione la
dice Gustavo Pietropolli
Charmet, psicoterapeuta,
presidente dell'Istituto Mi•
notauro e del Centro aiuto
alla famiglia in crisi e al bambino maltrattato di Milano.
La seconda Anna Mascell~­
ni, responsabile del servizio
clinico dell'Accademia di psicoterapia della famiglia di
Roma. Ma Charmet lo dice
agli adulti affinchè a cambiare siano i ragazzi, gli adolescenti in particolare.
L'analisi del professore fa
da~pecchio~di})attito (...)
(...) che si è acceso in questi giorni in città sull'incoscienza e farroganza degli skaters che sfrecciano in
centro. Al comando e al sindaco sono arrivate lettere di comaschi che chiedono più vigilanza sui ragazzi con lo skate, e che si schierano dalla parte del vigilepunito.Alcunidiloro«senzaseesenzama>>.L'agente avrebbe fatto bene, interpretando il desiderio
di coloro che vorrebbero mettere in riga quei ragazzi e che non lo possono fare. Per paura. dicono, Visto
che chi ci ha provato, a sgridarli, si è preso sfottò e
rimbrotti.
Gli skater "seri" rispondono alle contestazioni dei
comaschi dicendo·che loro le regole le conoscono
bene e che, quando hanno ricevuto richiami dai vigili li hanno riconosciuti e hanno pagato. Il problema dell'imprudenza avrebbe dunque una faccia da
sanzionare, che riguarda il non rispetto delle regole, e una richiesta da avanzare al Comune, quella di
un parco, uno Skatepark come quello comunale di
Cantù, regolare, gestito daglistessiskaters che sono
anche insegnanti di chi vuole imparare a stare in
equilibrio. nprimo caso è quello che oggi interessa
di più i comaschi, sanzionare gli imprudenti che non
hanno regole. Ma, come dice ancora Charmetil problema dei ragazzi senza regole oggi non è la "violenza" dei loro comportamenti, «ma lo spegnimento
completo della capacità di combattere dei ragazzi».
Come dire che è il momento che gli adulti recuperino la capacità di porre freni e limiti, regole precise e decise; confini che, Anna Mascellani, responsabile del servizio clinico dell:Accademia di psicoterapia della famiglia di Roma, definisce il «guinzaglio». Non per imprigionare, ma al contrario per li~ra:e· per n;ndere gli adolescenti più sicuri e capaCI pm di segwre da soli le regole anche quando i ge-
(Servizio riservato agli uffici del Comune di Como)
7 Df C. 2012
nitorinonsarannopiùlìaripetergliele.Lasocietàsi
accor~e ~he la fam_iglia è in difficoltà, dicono gli
e~rti e I comaschi che chiedono più sgridate per
~ skaters, ma nesSlUlo sa esattamente cosa fare pe
ruutarla,lafamiglia
r
Il guinzaglio per i ragazzi deve essere tenuto da
qualcuno.
_Evocare ~ucazione e polso fermo peri ragazzi è
utile, ;na lo e anche incentivare la formazione degli
adulti Anna Mascellani dice, soprattutto dei padri
~e hanno.perso la capacità di essere autoritari e di
mcarnare il comando e le regole.
Per Charmet è evidente oggi «la scomparsa della
paura degli adulti e la scomparsa del sentimento di
col!.,a, penso -ha avuto modo di dire lo psicologo in
un corwegno dell'anno scorso sull'educazione al tempo della crisi- che sia una questipne di cui dobbiamo ~c~uparci seriamente, perché questo significa
che il Sistema educativo della colpa e del castigo è
stato abrogato, senza che nessuno ci avvertisse ed è
stato sostituito da modello educativo della rel~o­
ne,.che mette sui banchi di scuola, molto precoce~ente, dei bambini che sono radicalmente narcisi~~e~onoconvinticheilsésiapiùimportantedel­
l istituZione e dell'adulto che hanno difronte e che
pensano, anche se non riescono a dirselo ufficialmente, che l'adulto e l'istituzione, per esempio la
scu?~ debb~o essere al servizio della propria capacrtà espreSSIVa, della propria capacità di sviluppare abilità o competenze».