Le Sirene, Scilla e Cariddi

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Le Sirene, Scilla e Cariddi
L’ E P I C A
CLASSICA
Odissea
Le Sirene, Scilla e Cariddi
EPICA
CL ASSICA
Trascorso un anno presso la maga Circe, Ulisse e i suoi compagni ripartono e giungono nella terra dei Cimmerii. Qui c’è l’accesso all’Ade,
il regno dei morti, dove Ulisse incontra la madre Anticlea, Achille e l’indovino Tiresia che gli predice il ritorno in patria, ma anche la morte di
tutti i suoi compagni. Ripreso quindi il mare, Ulisse incontra le Sirene dal
canto ingannatore e due terribili mostri: Scilla e Cariddi.
1. Sirene: secondo la
mitologia greco-romana, mostri marini con la
testa di donna e il corpo di uccello. Avevano
il potere di affascinare
con il loro canto i marinai, costringendoli a
naufragare sugli scogli.
Nel Medioevo il termine «sirena» indicava
una figura di donna con
la parte inferiore del
corpo a forma di pesce.
2. bonaccia: stato del
mare in calma e con assenza di vento.
3. pale: remi.
4. celere: veloce, rapida.
5. Argivi: gli abitanti di
Argo; nome esteso successivamente a indicare
tutti gli Achei.
6. Perimede ed Euriloco: due compagni di
Ulisse.
7. Scilla: ninfa bellis-
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sima trasformata in un
terribile mostro con
dodici piedi, due teste
e sei bocche. Risiedeva
in uno scoglio marino
sullo stretto di Messina di fronte a un altro
mostro, Cariddi, e lì divorava i marinai che si
avvicinavano.
8. Cariddi: ninfa bellissima trasformata in
mostro. Risiedeva in
uno scoglio marino di
fronte a Scilla e tre volte
al giorno inghiottiva le
onde del mare, rigettandole poi per altrettante
volte.
E intanto velocemente giunse la nave all’isola delle due Sirene1: un
vento favorevole la spingeva.
Allora subito il vento cessò e venne la bonaccia2 tranquilla: un dio
addormentò le onde.
Si alzavano in piedi i compagni: ammainarono la vela e la gettarono
in fondo alla nave. Poi sedevano ai remi e facevano biancheggiare
l’acqua con le lisce pale3 d’abete. E io tagliavo una grossa forma di
cera in piccoli pezzi con l’affilata arma di bronzo e li schiacciavo con
le mani robuste. E ben presto si ammolliva la cera poiché la vinceva la
grande mia forza, e lo splendore del Sole sovrano, figlio di Iperione.
Uno dopo l’altro, la spalmai sulle orecchie a tutti i compagni.
Essi mi legarono nella nave le mani e i piedi, stando io là ritto alla
base dell’albero: e a questo allacciavano le funi. Poi si sedevano e
andavano battendo coi remi il mare.
Ma quando ero tanto lontano quanto si fa sentire uno che grida, e
rapidamente loro spingevano, non sfuggì alle Sirene che passava vicino una celere4 nave, e intonavano un canto melodioso: «Vieni qui,
Odisseo glorioso, grande vanto degli Achei: ferma la nave, se vuoi
ascoltare la nostra voce. Nessuno mai è passato di qui con la nave
senza prima udire dalle nostre bocche la voce dal dolce suono: ma
poi se ne va con viva gioia e conosce più cose. Noi sappiamo tutto
quello che nell’ampia pianura di Troia soffrirono gli Argivi5 e i Troiani per volontà degli dèi. E sappiamo anche quanto avviene sulla terra
che nutre tanta gente».
Così dicevano emettendo la bella voce. E io volevo ascoltare e ordinavo ai compagni di sciogliermi e facevo segni con gli occhi. Quelli
curvandosi remavano.
Subito si alzavano in piedi Perimede ed Euriloco6, e mi legavano con
molte corde e mi stringevano ancora di più.
Dopo che furono passati oltre, e non udivamo più la voce delle Sirene
e neppure il canto, in fretta i miei fedeli compagni si tolsero via la cera
che avevo spalmato loro sulle orecchie, e sciolsero me dai legami.
Noi navigavamo dentro lo stretto, gemendo. Da una parte c’era Scilla7;
e dall’altra la divina Cariddi8 cominciò spaventosamente a inghiottire
l’acqua salata del mare.
Rosetta Zordan, Il Narratore, Fabbri Editori © 2008 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education
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9. mugghiava: rumo-
reggiava.
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10. ghermì: afferrò.
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E quando la rigettava, come una caldaia sopra un gran fuoco, gorgogliava l’onda rimescolandosi tutta: la schiuma era sollevata in alto e
ricadeva sulla vetta di entrambi gli scogli. Ma appena lei riassorbiva
l’acqua, tutta dentro si mostrava sconvolta: all’intorno la roccia mugghiava9 terribilmente, sotto compariva la terra nera di sabbia.
La pallida paura afferrava i miei compagni.
Noi guardavamo verso di lei con il terrore della morte. E intanto Scilla mi ghermì10 dal fondo della nave sei compagni, che erano i migliori
per forza di braccia.
Volsi lo sguardo di sulla prua alla nave e a un tempo dietro i compagni: ma ormai ne vidi solo i piedi e le mani mentre venivano levati
in alto. E gridando mi chiamavano per nome – ed era allora l’ultima
volta – disperati.
Come quando su di un promontorio il pescatore con una lunga canna butta giù ai pesci piccoli l’inganno dell’esca, lanciando in mare il
corno di bue selvatico che protegge la cordicella sopra l’amo; e guizza
il pesce quando egli lo cattura e lo getta fuori dell’acqua: così si dibattevano quelli a venir sollevati verso le rocce.
E là sull’entrata della spelonca lei se li mangiava che gridavano ancora, e mi tendevano le mani nella mischia atroce.
Quella fu davvero la cosa più miserevole che vidi con questi miei occhi fra tutte le disavventure che soffersi, esplorando le vie del mare.
EPICA
(da Odissea, canto XII, trad. di G. Tonna, Garzanti, Milano)
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Proposte di lavoro
COMPRENDERE
1. Ulisse giunge dapprima: (indica con una crocetta la risposta esatta)
allo stretto di Scilla e Cariddi
all’isola delle Sirene
allo scoglio di Cariddi
2. Come vengono descritte le Sirene?
3. Che cosa fa Ulisse per impedire ai compagni di udire il canto delle Sirene?
4. Ulisse conosce quale grave pericolo costituisca il canto delle Sirene, di conseguenza:
si spalma sulle orecchie dei pezzetti di cera
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ordina ai compagni di allontanarsi in fretta remando il più velocemente possibile
si fa legare all’albero della nave
5. Che cosa promettono le Sirene a Ulisse?
6. Udendo il canto delle Sirene, Ulisse:
si slega e le raggiunge
ordina ai compagni di slegarlo
prega i compagni di legarlo con funi ancora più resistenti
7. Scilla e Cariddi sono due mostri molto pericolosi. Perché rispettivamente?
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8. L’incontro con Scilla e Cariddi è drammatico perché:
Cariddi fa affondare la nave di Ulisse
Scilla e Cariddi divorano tutti i compagni di Ulisse
Scilla afferra e divora sei compagni di Ulisse
ANALIZZARE
9. Nell’episodio delle Sirene quale particolare caratteristica di Ulisse viene evidenziata?
RIFLETTERE SULLA LINGUA
10. Collega ciascun nome al corrispondente epiteto.
ODISSEO
celere
CANTO
glorioso
NAVE
divina
PAURA
melodioso
CARIDDI
pallida
11. Nell’episodio di Scilla e Cariddi sono presenti
due similitudini.
Individuale e sottolineale.
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