“Torinese dell`anno”, Gianluigi Gabetti

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“Torinese dell`anno”, Gianluigi Gabetti
GIANLUIGI
GABETTI
IL TORINESE
DELL’ ANNO
2014
Il Premio “Il Torinese dell’anno”, istituito 38 anni fa dalla nostra Camera di
commercio, vuole, in deroga allo stile di riservatezza che ci contraddistingue,
celebrare quei torinesi, di nascita o di adozione, che hanno contribuito alla visibilità
nazionale ed internazionale di Torino in campo economico, culturale o sociale.
Siamo convinti, infatti, che questo riconoscimento e la celebrazione che da questo
ne deriva, possano essere di stimolo e di ispirazione per le nuove generazioni.
Per il Premio 2014 abbiamo scelto Gianluigi Gabetti, uomo conosciuto
ed apprezzato in tutto il mondo, che, sin dai primi passi della sua lunga carriera
ha fatto del mondo la sua casa e ha saputo portare responsabile innovazione in
tutti gli ambiti nei quali ha operato: dalla musica e dall’arte moderna per arrivare
all’industria ed alla finanza.
Mi fa piacere testimoniare che, grazie all’amicizia fraterna con suo figlio
Alessandro, ho potuto frequentarlo durante ormai quasi mezzo secolo e poter
così ricevere numerosi stimoli, che hanno contribuito alla mia crescita personale
e professionale ed in particolare una frase che mi disse quando decisi di rientrare
in Italia, dopo alcuni anni passati a lavorare all’estero: “Non perdere l’abbrivio!”.
Ed è proprio questa frase che penso possa riassumere la tenace e sabauda
operosità che guida e spinge noi Torinesi.
Celebriamo dunque Gianluigi Gabetti come Torinese dell’anno 2014 “per aver
rappresentato nella sua lunga carriera manageriale i più alti valori della
torinesità, mettendo a disposizione della maggiore realtà industriale italiana le
proprie straordinarie competenze imprenditoriali e finanziarie con impegno e
lealtà e contribuendo con lungimirante visione alla continuità dell’azienda e alla
creazione di occupazione e innovazione.”
Torino, 13 dicembre 2015
Vincenzo Ilotte
Presidente
della Camera di commercio di Torino
Gianluigi Gabetti con Vincenzo Ilotte e Alessandro Gabetti
Le radici della mia Torinesità
“Per tante famiglie come la nostra, la Torinesità che stava maturando da secoli, nel corso
dell’Ottocento divenne Patria, attraverso il progressivo avvicinamento dalla monarchia sabauda
al popolo, soprattutto sotto la spinta della borghesia.
Già nel 1500 erano sorte istituzioni che favorirono quel processo. Basti pensare all’Ordine Mauriziano
che fin da quell’epoca incominciò ad andare incontro alle esigenze della popolazione, anzitutto
attraverso la creazione di un Ospedale, diventato oggi uno dei principali in Europa.
L’Ordine Mauriziano diede vita anche ad altre realtà, quali la Palazzina di Caccia di Stupinigi,
oggi un Museo, dove per secoli i Savoia ospitarono le Case Regnanti europee: deboli sul piano delle
arti e delle lettere, ricambiavano in tal modo gli inviti ricevuti per gli spettacoli teatrali di Parigi,
Vienna e altri.
Altra istituzione assai rilevante fu il Monte di Pietà, dalla quale sorse l’Istituto San Paolo, oggi
Intesa Sanpaolo, una delle più importanti d’Europa.
Tra le altre Istituzioni che nei secoli hanno arricchito la nostra Città, va ricordata l’Università,
importante centro non solo per gli studi, ma anche per i movimenti liberali che
alimentarono il Risorgimento.
Né si devono dimenticare l’Accademia delle Scienze e l’Istituto Galileo Ferraris, che in vari momenti
sono stati di notevole importanza nella formazione del Politecnico.
Infine, meritano la dovuta attenzione gli importanti poli della Cristianità, fondati da Don Giovanni
Bosco, da Padre Giuseppe Cottolengo e da molte altre figure spirituali.
Tutto ciò contribuì a formare quella Torinesità alla quale tanto dobbiamo, ed io stesso ancor più
oggi, nel ricevere inopinatamente un premio proprio a quel titolo.”
Gianluigi Gabetti
Gianluigi Gabetti
Nasce a Torino il 29 agosto del 1924 da Elena Davicini e Ottavio Gabetti, “Servitore
dello Stato”, come soleva identificarsi il padre, volontario nella Prima Guerra
Mondiale e poi Prefetto “di carriera” esperto di diritto amministrativo. Ottavio viene
ricordato anche per i suoi continui contrasti con i gerarchi del “Regime Fascista”,
mentre la madre Elena Davicini è nipote di uno dei primi deputati “liberali” eletti al
Parlamento Subalpino, noto anche come principale progettista del Canale Cavour.
Il fratello di Gianluigi, Roberto (1925-2000), Professore ordinario della Facoltà di
Architettura del Politecnico di Torino, è ancora ricordato come progettista innovativo
e colto studioso.
Dopo le difficoltà del regime fascista e della guerra, nel 1946 Gianluigi si laurea a
pieni voti in Giurisprudenza presso l’Università di Torino, avendo come relatore il
professor Paolo Greco, con la tesi “I rapporti di controllo fra le Società per Azioni”,
tema al quale dedicherà gli ultimi 40 anni della sua vita di lavoro.
Nel 1961 sposa Bettina. Dal matrimonio nascono Cristina, oggi giornalista e
scrittrice, e Alessandro, che gli hanno dato sei nipoti.
La vita professionale di Gianluigi Gabetti si sviluppa attraverso tre periodi:
l’inizio in Banca Commerciale Italiana, l’esperienza in Olivetti e infine il lungo ed
entusiasmante periodo nel Gruppo IFI-Exor-Fiat.
A Torino in Banca Commerciale Italiana
Gianluigi Gabetti comincia a lavorare nel 1946 nella Sede di Torino della Banca
Commerciale Italiana, dove raggiunge il grado di Vice Direttore. Solo al momento di
lasciare la banca, nel 1959 incontra il Presidente Raffaele Mattioli che tenta invano
di dissuaderlo dal passare all’Olivetti e con cui stabilirà assidui rapporti fino alla sua
scomparsa nel 1973.
Con Olivetti a New York
Nel 1959 l’ingegner Adriano Olivetti lo assume personalmente in azienda. Nello
stesso anno, dopo un breve periodo in Italia, Gianluigi si trasferisce negli Stati Uniti,
in relazione all’acquisizione della Società Underwood, diventandone dapprima
A New York con Elserino Piol per il lancio della P101
Financial Vice President e in seguito Presidente. Per il suo operato, la Bema –
Business Equipment Manufacturers lo nomina Vice Presidente dell’Associazione.
A New York Gabetti coltiva anche le sue passioni culturali e musicali e proprio nel
vivace contesto americano avviene l’incontro con l’Avvocato Giovanni Agnelli, che
cambierà la sua vita.
Una vita nel Gruppo Agnelli
È il 1971 quando l’Avvocato lo invita a ricoprire la carica di Direttore Generale
dell’IFI- Istituto Finanziario Industriale. Gianluigi ne diventa poi Amministratore
Delegato, assumendo anche numerose cariche nelle società del Gruppo Agnelli.
Con l’Avvocato Agnelli
Insieme con l’Avvocato, capo carismatico di un gruppo assai diversificato, Gianluigi
si impegna a salvaguardare, in primis, il controllo della Fiat. Una politica condivisa
con Umberto Agnelli, Vice Presidente, e con i vertici dell’azienda: Cesare Romiti,
Paolo Mattioli e un gruppo di valorosi dirigenti che, anche attraverso una completa
riorganizzazione, imprimono all’azienda un vigoroso impulso.
In IFI, Gianluigi Gabetti avvia un vasto processo di diversificazione rispetto a
Fiat, attraverso l’attivazione di due sub holdings: IFIL,utilizzata per i significativi
investimenti in Italia nei primi anni ‘80 sotto la presidenza di Umberto Agnelli e con
l’amministratore delegato Mario Garraffo, e IFINT che opera sul piano internazionale
e a cui Gianluigi dedica una parte crescente del suo tempo.
IFINT aveva iniziato a operare nel settore immobiliare prima negli USA con CPI (Centri
Commerciali), acquistata congiuntamente con la Banca Lazard di New York, e poi in
Con Umberto Agnelli
Francia con Maison Phoenix. Negli investimenti successivi IFINT fa ricorso in larga
misura al “leveraged buy out”, con prudente rapporto debt/equity consigliato dal
capo della Banca Lazard, il mitico André Meyer, destinato a diventare, dopo anni di
reciproca stima professionale, il miglior amico di Gabetti negli USA, insieme a David
Rockefeller. Seguono interventi nel settore editoriale, assicurativo e cementiero. Ma
gli investimenti più importanti sono nel Rockefeller Center a New York e nella EXOR
S.A. di Parigi, con interessi nei settori delle acque minerali, dell’agroalimentare,
dell’immobiliare e del turismo. Oltre che in Europa e in Nord America, IFINT si
muove anche in Asia con successo.
Questo insieme di assets arricchisce il patrimonio di IFINT che, dall’iniziale dotazione
di 300 milioni di dollari, nel 1999 viene valutata circa 3 miliardi, maturando nel tempo
un ritorno di oltre 10% annuo composto. Il tutto è poi oggetto di un’OPA lanciata dalla
Accomandita GA e C., che fa riaffluire in IFI e IFIL le liquidità necessarie per colmare
i debiti, formatisi soprattutto per sottoscrivere aumenti di capitale della Fiat e per
riassumere una politica di dividendi. Anche in questa occasione la famiglia Agnelli,
che mai aveva negato alla Fiat i fondi necessari per far fronte ai ripetuti aumenti di
capitale, rimane fedele a quella tradizione.
Nei suoi ruoli di Amministratore con ampie deleghe gestionali e strategiche,
Gianluigi mantiene sempre il sostegno e la condivisione dei suoi principali azionisti,
l’Avvocato Giovanni Agnelli per IFI e IFINT e il Dottor Umberto Agnelli per IFIL.
Un network “internazionale”
Negli USA Gianluigi Gabetti crea un’importante relazione con la Banca Lazard, presieduta
da Michel David Weill, nella persona di André Meyer: un grande amico per Gabetti,
impareggiabile esperto di finanza internazionale e soprattutto prezioso consigliere sul
piano strategico e operativo, ormai scomparso.
Gianluigi avvia ottime relazioni anche con altre banche: principalmente la Chase Manhattan
Bank, durante la Presidenza di David Rockefeller, la First National City Bank, oggi Citigroup,
sin dai tempi di Walter Wriston e oggi con l’ex collega Alberto Cribiore, e Credit Suisse.
Con il Presidente degli Stati Uniti Lindon Johnson
Ottimi anche i rapporti con le banche d’affari Goldman Sachs, J.P.Morgan, Morgan
Stanley; la Banca Rothschild, da Sir Evelyn Rothschild e Lord Jacob Rothschild fino
a David Rothschild; Blackstone Group, fondato dagli amici Peter Peterson e Steve
Schwarzman.
Sempre stimolanti e fruttuosi sono i contatti con Fayez Sarofim e Warren Buffet.
Ma a rivelarsi molto importante è il rapporto personale di Gabetti con David Rockefeller:
un legame che dura ancora oggi. Con David Rockefeller Gabetti fonda, fra l’altro, il
Council per le Relazioni fra Italia e Stati Uniti, oggi presieduto da Sergio Marchionne, e la
Trilateral Commission.
Era stato proprio David Rockefeller a invitare Gabetti, quando era in Olivetti, a
entrare sia nel Consiglio della New York Philharmonic sia nell’esclusivo Consiglio
del MoMA – Museum of Modern, di cui Gabetti è Life Trustee. Il banchiere aveva
infatti molto apprezzato l’originalissima esposizione sponsorizzata dalla Olivetti al
MoMA per esporre le opere salvate dopo la alluvione che aveva colpito Firenze nel
1966.
Far parte del Consiglio della New York Philharmonic, all’epoca diretta da Pierre
Con David Rockefeller
Nel 1982 riceve dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro
Boulez, rappresenta per Gabetti un’occasione fondamentale per arricchire le proprie
competenze musicali, anche grazie alla conoscenza personale di personaggi come
Leonard Bernstein e di numerosissimi direttori delle orchestre europee in tournée al
Fisher Hall e al Carnegie Hall, nonché dei più famosi cantanti in scena al Metropolitan.
Dopo l’Avvocato
Con la scomparsa dell’Avvocato Agnelli nel 2003 il fratello Umberto, succeduto alla
Presidenza del Gruppo Fiat, chiama al suo fianco Gianluigi Gabetti, affidandogli il
ruolo di Amministratore Delegato e Presidente di IFIL.
Dopo la repentina e dolorosa scomparsa anche di Umberto, gli azionisti della
Giovanni Agnelli e C. chiedono a Gabetti di assumere temporaneamente anche
la responsabilità di vertice dell’IFI e la Presidenza dell’Accomandita stessa, sia
a riconoscimento del lavoro svolto sia soprattutto per assicurare compattezza
e continuità ad uno stretto rapporto tra azionista e management, quanto mai
necessario in momenti tanto drammatici. In tale direzione si muovono in perfetta
sintonia Gabetti e John Elkann, che chiamano Sergio Marchionne ad assumere la
carica di Amministratore Delegato della FIAT, mentre Luca Montezemolo assume
la Presidenza della FIAT.
Tocca a Gabetti il compito di difendere l’integrità del controllo della FIAT dalle
speculazioni, mediante un complesso di operazioni messe in opera con l’avvocato
Franzo Grande Stevens, che si concludono con un buon esito, permettendo così lo
straordinario rilancio del Gruppo.
Nel 2008 i tempi sono ormai maturi per iniziare il passaggio dei poteri alla nuova
generazione nella persona di John Elkann. Nel 2011 Gabetti riesce finalmente
a realizzare il suo ultimo proposito a chiusura della propria vita professionale:
Con Sergio Marchionne
rimettere al successore designato John Elkann le cariche di Presidente della
capogruppo EXOR, emersa dalla fusione di IFI e IFIL e della Giovanni Agnelli C.
È la realizzazione di un sogno a lungo agognato.
Nel frattempo la FIAT, sotto la regia di Sergio Marchionne e di John Elkann, affronta
un’importante sfida sul mercato statunitense conquistando il controllo della
Chrysler. Infine, le recentissime brillanti acquisizioni del gruppo di riassicurazione
PartnerRe e dell’Economist ad opera del Presidente John Elkann.
Con John Elkann
Pubblicazione a cura del Settore Comunicazione esterna e URP
della Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Torino
Stampato nel novembre 2015
2014 GIANLUIGI GABETTI