Come un sogno! - parrocchia di Gemona
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Come un sogno! - parrocchia di Gemona
ANNO LXXV - N. 4 DICEMBRE 2007 Il cielo s’è fatto terra Il centro del Cristianesimo, il suo arco portante è Gesù Cristo. Pienamente uomo e pienamente Dio, che unisce umanità e divinità senza fratture. In un’unica realtà vivente. Senza Cristo non c’è fede cristiana. “Gesù concentra nella sua persona tutto il programma dei cristianesimo” dice Hans Küng: un programma di liberazione dalle forze del male e del peccato e di apertura all’avvento dei Regno di Dio. Migliaia di volumi sono stati scritti su di lui. Attorno a Gesù si è combattuto, e si combatte ancora, la più grande battaglia culturale del mondo moderno, almeno di quello occidentale. Gesù è l’uomo “più determinante per la fede”. E questo perché, scrive Karl Jaspers, “ha portato l’essere umano a un limite che è il più rivoluzionario di ogni storia. È arrivato in un luogo dove non c’è altro che Amore e Dio”. “La storia è gravida di Cristo”, punta a Cristo. Fiodor Dostoevskij fa dire al protagonista de I demoni: “Il punto cruciale della questione sta in questo: se un uomo imbevuto della civiltà moderna, un europeo, può ancora credere: crede proprio alla divinità del Figlio di Dio, Gesù Cristo. In questo sta tutta la fede”. Blaise Pascal, filosofo e studioso di fisica, matematica e geometria: “Noi conosciamo Dio soltanto per mezzo di Gesù Cristo. Il Dio dei cristiani non è semplicemente un Dio autore delle verità matematiche e dell’ordine cosmico. Tutti coloro che cercano Dio fuori di Gesù Cristo e si arrestano alla natura cadono nel deismo o nell’ateismo: due cose che la religione cristiana rifiuta quasi in ugual misura”. (segue a pagina 4) Come un sogno! Sembra un sogno la profezia di Isaia che in questo tempo di Avvento ci ha preparato al Natale: “il lupo abiterà con l’agnello, la pantera con il capretto, un bambino metterà la sua mano in un nido di serpenti velenosi…”. Una visione bella come un sogno, irreale quanto un sogno, assurda come il sogno di Maria, una ragazzina che disse di sì alla maternità annunciata dall’angelo; come il sì trepidante di Giuseppe; come il sì dei pastori affascinati dal canto degli angeli; come il sì sussurrato con emozione da tanti di noi in questa notte Santa di Natale. E anche noi, almeno per lo spazio di tempo di un sogno, ad immaginare un mondo in cui non ci saranno più stranieri, perché gli uomini avranno capito di essere fratelli; in cui non ci saranno più violenze alle donne e bambini, perché tutti riconosceranno il diritto di tutti alla vita fin dal primo istante e alla gioia di esistere; e non ci saranno più guerre e gli arsenali saran diventati magazzini dove i carri armati saran trasformati in trattori, le mitragliatri- ci in tosa erba da giardino e i bombardieri trasformati in cargo per il trasporto di medicinali e viveri; quando in questo nostro fazzoletto di terra friulana i gemonesi si augureranno con il sorriso, ogni giorno: Buon Natate ! Questo sogno non è frutto di nostalgie infantili ma è rifarsi al grande sogno di Dio. E Dio pone i suoi sogni nel nostro cuore e nelle nostre mani. E dalle mani di Dio il mondo era uscito senza divisioni, morti e miseria, senza poveri perché non c’erano ricchi, senza aggressioni perché non c’era chi aggrediva. Natale ci riporta a quel mondo. Natale è l’iniziativa di Dio per ricominciare assieme a sognare con i suoi occhi e con il suo cuore. Ecco, spunterà quel giorno! Non dipende da noi e dalle nostre decisioni il suo spuntare: sarà un dono, quando Dio vorrà, quando noi sentiremo nella notte il canto degli angeli. Non smettiamo il giorno dopo Natale di desiderare, di sognare ancora; non dimentichiamo le origini della nostra storia di salvezza. Il sogno di Isaia ci dice di non abituarci al disordine di una storia vecchia di secoli di guerre fra terre vicine e lontane, di denunce fra fratelli per un’eredità mal gestita, di porte sbattute per incomprensioni in famiglia, di fughe dalla verità per le droghe e l’alcol che ci succhiano il gusto della vita e della libertà… Alimentiamo in noi un sogno che ci invita a tenere acceso in noi il desiderio della novità di Dio. Quando il Signore verrà e il sogno si realizzerà ci sorprenderà, ma non ci troverà impreparati! E allora Gemona canterà ai sonnecchianti “pastori” del mondo: “Gloria a Dio su, in alto nel cielo, e pace agli uomini che il Signore ama”. ...una ragazzina che disse di sì alla maternità annunciata dall’angelo... l’arciprete monsignor Gastone Candusso 1 IL BIMBO CHE RIMANE IN NOI Nel silenzio guardando le stelle vedi meraviglie, opere belle! Ti perdi in mille pensieri… ricordi, groviglio di immagini limpide e discordi. Ti rivedi bambino innocente gioioso di stare tra l’amica gente felice di quel che davi e ricevevi libero in cuore come meglio credevi. Nella veglia ora senti battiti lenti pensieri scorrono usuali… scadenti. Buttata ti pare l’intera tua vita la rivedi come ricchezza svanita. Ti cerchi, ti aggrappi ad ogni appiglio, ti accolli tue colpe senza battere ciglio. Ti senti or pronto per grandi promesse perché le speranze rimangon le stesse. Ti perdi… ma senti nel cuore che sollevarti può solo l’amore. Così fattomi piccino m’inchino anch’io e chiedo perdono al Bambino Buon Dio! Domani ogni incontro sarà per me vitale E con cuore sincero dirò a tutti: Buon Natale! Daniele Boezio Accompagnando la poesia, l’autore – che legge Voce Amica lontano da Gemona e che dedica il suo componimento ai coetanei del 1941 – ci scrive: Sarebbe bello se i bambini delle elementari e delle medie componessero una poesia sul Natale: ciò permetterebbe di avere un simpatico quadro di come e quanto è sentita questa bellissima festa e i versi potrebbero esser pubblicati su Voce Amica... Giriamo senz’altro la bella proposta ai catechisti e ci diamo appuntamento fra un anno raccomandando però ai giovani poeti la brevità. Un grazie e un invito Anche quest’anno il lavoro non è mancato, in parrocchia. A tutti i generosi che in qualsiasi forma hanno dato una, o tante mani, accogliendo gli appelli alla collaborazione e al servizio, il grazie più sentito. Ai parrocchiani di buona volontà l’invito a farsi avanti: l’anno prossimo c’è lavoro e soddisfazione per tutti: in duomo come in Salcons e al Glemonensis, nelle chiese e in museo, in canonica e perfino in Frate. E se non ce n’è, l’arciprete lo inventa certamente! 2 Celebrazioni e appuntamenti del tempo di Natale Novena di Natale, in San Rocco Da lunedì 17 a venerdì 21 dicembre alle ore 18,30: Novena di Natale con S. Messa e canto del Missus In questi giorni viene perciò sospesa la messa feriale in Santa Lucia Mercoledì 19 dicembre, in Santuario Ore 20: Liturgia penitenziale e confessioni Venerdì 21 dicembre, al Gelmonensis Ore 20.30: Spettacolo di Natale a cura del GRUPPO SPECIAL Sabato 22 dicembre, in Duomo Ore 20.30: I Cori della Parrocchia augurano “BUON NATALE GEMONA”, 140 voci in concerto Domenica 23 dicembre, in Duomo Ore 10.30: S.Messa e benedizione statuine di Gesù Bambino per i presepi di casa Ore 16: Vesperi in Santuario Lunedì 24 dicembre/Vigilia di Natale, in Duomo Ore 10-12 e 15-19: confessioni Ore 19: S. Messa della vigilia Ore 23: Veglia di preghiera “ASPETTANDO COLUI CHE VIENE” Ore 24: S. Messa della Natività Martedì 25 dicembre/Natale del Signore, in Duomo Ore 10.30: S. Messa Solenne Ore 19: S. Messa serale È sospesa la S. Messa delle ore 9 in Duomo Mercoledì 26 dicembre/S.Stefano Messe con orario festivo Lunedì 31 dicembre/Ultimo dell’anno, in Duomo Ore 19: S. Messa e canto del Te Deum Martedì 1 gennaio 2008 Messe con orario festivo Venerdì 4 gennaio, in Duomo Ore 20.30: Concerto “MELODIE E ATMOSFERE DI NATALE” Sabato 5 gennaio, in Duomo Ore 19: S. Messa prefestiva e benedizione del sale, dell’acqua e della frutta Domenica 6 gennaio, in Duomo Ore 10.30: Messa del Tallero Messe con orario festivo Domenica 13 gennaio, in Duomo Ore 10.30: S. Messa celebrata dall’Arcivescovo monsignor Pietro Brollo nell’anniversario della consacrazione episcopale Ore 11.30: Inaugurazione del Lapidario del Duomo con la benedizione di monsignor Brollo Auguriamo a tutti i parrocchiani un felice Natale ed un prospero Anno nuovo, nel nome del Signore IL CALORE CHE SCALDA IL CUORE LO DONA SOLO GESÙ E venne nel mondo la Luce vera Sembra così lontano, ma le settimane passano però e, alla fine del nostro itinerario di Avvento, tra corse estenuanti, malinconie più o meno diffuse, aria di festa e pacchi e pacchetti, pronti o non pronti, accadrà ancora: arriva il Natale. Natale, giorno benedetto: Dio, di nuovo, scommette sull’uomo. Dio, ancora, chiede ospitalità. Dio, l’inaudito, è qui. È nato, amici! È qui, oggi come allora, nel cuore di chi sa ancora stupirsi… il Signore viene! Ma attenti al “natalismo”. Così ho ribattezzato la sindrome da “buonismo natalizio”: è un atteggiamento che, ben più semplice della conversione, si accontenta di prendere a proprio uso e consumo la patina sentimentale che aleggia intorno alla culla e al bambino piccino e ai pastori eccetera eccetera. È un rischio ultradiffuso, che riempie le nostre chiese una volta all’anno ma che poche volte sfocia in un atteggiamento di fede. Pochi buoni sentimenti, in questa notte, ma molto coraggio a lasciarsi provocare. Questo bambino, così innocuo, suscita paura, stupore, come quando ci avviciniamo a qualcosa di grande, di sconosciuto. Chi lo avrebbe mai detto? Che il Dio cercato dall’uomo da sempre, la Risposta a tutte le nostre più profonde ed autentiche domande, il Creatore amato e temuto, intuito e adorato, avesse il volto e il sorriso di un neonato? Quanto di più disarmante, stupefacente, tenero, indifeso potete trovare dello sguardo di un bambino? Questo è il nostro Dio. Nei nostri momenti più duri questo deve consolarci: cosa doveva fare di più, Dio, per dimostrare che ci amava? Quale gesto più sconvolgente di questa debolezza voluta, consegnata, questa fiducia inaudita che Dio ha nell’uomo? Se il nostro cuore riesce ad aprirsi a queste inaudite altezze, credetemi, si ritrova come i pastori: avvolto dalla luce. Abitato dalla luce, illuminato dentro. Non siamo più noi a cercare, non dobbiamo più sforzarci, è lui che ci avvolge, è lui che ci cerca. La gioia, grande, per noi e per tutto il mondo è questo Dio che si fa presente, accanto a ciascuno di noi. Questo Dio che ancora sceglie di compromettersi, di amarmi, di accogliermi, di avvolgermi. Eppure, mi direte, non me ne accorgo. Vero: come la stragrande maggioranza degli abitanti di Betlemme, brava gente, magari “di chiesa”, che dormirono russando sonoramente quella notte, mentre Dio trovava ospitalità in una vecchia stalla… Natale è dramma, per ogni uomo di ogni tempo: il dramma della scelta fra tenebre e luce, fra Dio e il Nulla, fra lo stupirsi e l’adeguarsi. L’unico dramma della nostra vita, amici, è che Dio non ci trovi presenti, quando verrà, è che non riesca a nascere nel profondo del nostro cuore. Natale diventerà allora una memoria, una festa di buoni sentimenti. E basta. È Natale, che ci crediamo o no, Dio non chiede permesso per esistere, per nascere, per venire, per amarci. L’altro giorno (alla fine di novembre!) passeggiando per Udine notavo che tante persone avevano già addobbato le loro case o i loro negozi per Natale. Non ho biasimato il consumismo ultradiffuso,la religione ridotta a commercio o lo svilimento del messaggio vero del Natale: luci, lucette e canzoncine mi hanno fatto semplicemente tenerezza. Si, tenerezza. Ho intravisto il desiderio, seppure inconscio, di vivere la magia del Natale…ho pensato Chissà se il calore esteriore che quelle lucette evocano riesce a scaldare il cuore di chi le ha accese? Forse no: ma non penso che il riempirsi di segni esteriori così ostentati sia un caso. Servono a colmare qualcosa, a creare atmosfere di pace, Glemoaperto: news Avremmo dovuto iniziare questo articolo parlando di come si erano svolti i primi Glemoaperto di quest’anno, e invece ci ritroviamo qui a chiedere scusa, ma non ce l’abbiamo fatta: è stato tutto rimandato da gennaio in poi. Purtroppo per vari motivi non siamo riusciti ad organizzarci, anche per la necessità di trovare adulti che vogliano prendersi la responsabilità di organizzare e coordinare le attività. I giovani animatori sono pronti, volenterosi di coinvolgere i bambini e ragazzi di Gemona con la loro travolgente allegria; i bambini sono pronti a trascorrere insieme domeniche di allegria e crescita insieme. Quindi, adulti di Gemona, mamme o papà, nonni o nonne, anziani o giovani, single o maritati, stiamo cercando proprio voi! Voi che avete ancora voglia di divertirvi, voi che volete mettervi alla prova, voi che volete fare qualcosa per il prossimo, voi che magari non avete molto coraggio ma volete comunque provare, voi che amate la gioventù, voi che avete un po’ di tempo libero, o semplicemente voi che, da cristiani, sentite il dovere di fare qualcosa di concreto per la comunità. A don Oscar, ordinato diacono dall’arcivescovo monsignor Pietro Brollo il 21 ottobre scorso nel duomo di Udine, il nostro affetto e la nostra gratitudine nella preghiera. serenità, calore ormai difficili da avere. La risposta probabilmente è scontata…la luce interiore, il calore vero, quello che ti scalda il cuore, può portartelo solo il vero protagonista del Natale: l’uomo Gesù e noi dobbiamo impegnarci a credere che è lui e solo lui che può darci la felicità vera. E allora a tutti, specialmente ai ragazzi: Buon Natale. Con un unico semplice augurio: che anche questo Natale vi aiuti a sentire vicino Lui, l’eterno che si fa amico di ciascuno di noi. E, credetemi, vale veramente la pena di incontrarlo! don Oscar Non abbiate timore: chiunque abbia amore può svolgere questo compito, ognuno con le proprie qualità può portare aria nuova. Così, sperando che voi cogliate questo invito, ci diamo l’appuntamento a gennaio, ai Glemoaperto che riusciremo fantasticamente a realizzare insieme! Valentina P.S. Se sei disponibile telefona a don Gastone in canonica (0432-980608). AAA CAMPEGGI INVERNO OSAIS Ragazzi delle medie e giovani delle superiori (classi I e II) siete pronti per trascorrere dei fantastici giorni sulla candida neve ad Osais? Non potevano infatti mancare i campeggi invernali in quel ridente paesino di montagna che calorosamente ogni anno ci aspetta. Ricordo che tutti i ragazzi dalla prima media alla seconda superiore possono iscriversi in canonica, ma chiaramente, per questioni di posti, la precedenza verrà data a chi frequenta costantemente il Glemo: il sabato pomeriggio per le medie e il giovedì sera per le superiori! Vi aspettiamo numerosi!!! - dal 26 al 28 dicembre: I e II superiori - dal 28 al 30 dicembre: 1° turno medie - dal 1 al 3 gennaio 2008: 2° turno medie - dal 3 al 5 gennaio 2008: 3° turno medie 3 ANCHE QUEST’ANNO UNA BELLA RASSEGNA DI PRESEPI DA TUTTO IL MONDO A PALAZZO ELTI Il presepio: favola o mistero? Tanti anni fa il Presepio si poteva ammirare solo nelle chiese. Famoso quello di Madonna di Fossale (poi in parte recuperato in S.Rocco), quello del Santuario di S.Antonio, del Convento delle Suore… Poi sono arrivate le statuine di gesso colorato nelle case di chi poteva permetterselo, poi di carta ritagliata dalle riviste e rinforzata con il cartone poi, lentamente ma inesorabilmente indistruttibili e a dire il vero anche un po’ bruttine e sempliciotte, le statuine di plastica o resina (…made in China). Quest’anno dopo la polemica dello scorso Natale il presepio è tornato sugli scaffali dei negozi e nelle case di molti gemonesi. Il cielo s’è fatto terra segue dalla prima pagina “Cristo non è soltanto un’irruzione nella storia dell’uomo”, afferma Renè Latourelle. “È un’irruzione che rivela l’uomo a se stesso, che lo decifra, lo interpreta, lo trasfigura. Soltanto Cristo è la chiave del crittogramma umano, la cifra dell’uomo”. È Figlio di Dio, ma anche talmente uomo che, come dice il teologo Leonardo Boff, “umano così può essere solo Dio”. È il mistero e l’enigma dell’uomo: non poter essere se stesso, se non travalicando se stesso. E solo Cristo ci è riuscito. Gesù della storia o il Cristo della fede? Ma chi era Gesù veramente? Un enigma della storia? Un mito aureolato di infinito? Lo sconosciuto che tutti “tirano per la manica della giacca” per monopolizzarlo? Di volta in volta è stato visto come l’agitatore politico o il rivoluzionario sociale, l’hippy della cultura underground, il puro mistico, l’antiborghese fustigatore di ipocrisie, il grande maestro di morale come Buddha, Gandhi, Confucio... Una rapida analisi degli ultimi secoli ci può dare un’idea della battaglia culturale e religiosa che ha visto in prima linea l’intellighenzia tedesca, quasi tutta protestante. Sono in gioco i rapporti tra storia e fede nella persona di Gesù Cristo. Tre sono le tendenze che sintetizzeremo molto schematicamente. 4 Il presepio però non può essere mai “banale”, comunque rimane il tentativo di rappresentare la nascita di un Dio bambino: l’inserimento del Signore della storia nella nostra storia, nella nostra cultura, nelle nostre abitudini. Da una ricca collezione di presepi (oltre 1200) anche quest’anno verranno esposti nelle sale di Palazzo Elti oltre 150 presepi provenienti da tutto il mondo. In questa settima edizione ammireremo la fantasia un po’ magica dei presepi napoletani, la dolcezza di quelli della Val Gardena; l’eleganza barocca dei presepi europei e la drammaticità di quelli africani; il colore e il brio dei presepi dell’America latina e la composta drammaticità di quelli dell’America del nord; la stravaganza mista a dolcezza di presepi fatti in serie e il fascino di autentici piccoli capolavori usciti dalle mani di artigiani… Natale, favola o mistero? Dipende da come ci disponiamo ad ammirare un evento che comunque ha spaccato in due l’umanità! “E il Verbo, la Parola di Dio, si è fatta carne e venne ad abitare in mezzo a noi… Noi l’abbiamo vista e annunciata a voi” … e noi oggi ancora la contempliamo e la raccontiamo. l. Le interpretazioni razionalistiche e idealistiche. Il bilancio consuntivo di queste ricerche sul Gesù storico che ci dà Albert Schweitzer, il celebre medico ed esegeta, è nettamente negativo: “Gesù non è mai esistito”. Altri studiosi sono pìu sfumati e ammettono, sì, che è esistito, ma ne danno una figura riduttiva. Riassume Joachim Jeremias: “I razionalisti rappresentano Gesù come un predicatore di morale. Gli idealisti come la più alta manifestazione dell’umanità, i socialisti come l’amico dei poveri e gli pseudoscienziati ne fanno una figura da romanzo”. Rifiutato il discorso sulla sua divinità. Inaccettabile. filtrato dalla primitiva comunità cristiana e che noi dobbiamo “demitizzare”. “Demitizzare” divenne il nuovo verbo, e per due decenni influì fortemente sugli studiosi tedeschi e non solo tedeschi. Fino a che il pendolo oscillò nuovamente dal Cristo della fede al Gesù storico. 2. L’interpretazione mitica di Rudolf Bultmann. Lo studioso tedesco che domina la prima metà dei Novecento inverte la rotta. Per Bultmann l’importante non è il Gesù storico, ma il suo messaggio che ci viene trasmesso nei vangeli sotto il velo mitologico. “Io sono del parere – osserva Bultmann – che noi non possiamo sapere nulla della vita e della personalità di Gesù perché le fonti cristiane non sono interessate al riguardo se non in modo frammentario e con un taglio leggendario. Sono frutto di fantasia e materiale da romanzo, non sono ricerche critiche”. La fede non può fondarsi su fonti così fragili, di cui è impossibile una certezza storica. Del resto il Gesù storico non ha molta importanza. Quel che interessa è il suo messaggio, depurato da ogni velo mitologico: precisamente il Cristo della fede. In breve, con i vangeli non si raggiunge il Gesù storico ma solo il suo messaggio, La mostra rimarrà aperta fino al 21.1.2008 con orario 15-18 feriale, 10.30-12.30 e 15-19 festivi. 3. Il Gesù storico è essenziale. Fu un discepolo di Bultmann che all’inizio degli anni cinquanta tirò il sasso in piccionaia. Ernst Kasemann affermò, contro Bultmann, che il Gesù storico aveva una importanza essenziale per la fede cristiana. Una fede così profondamente “storica” come il cristianesimo, a che cosa si sarebbe ridotta senza basi storiche? E il Cristo della fede non si sarebbe dissolto rapidamente in un fantasma? Negata la storia, si finisce nel mito e si dissolve la realtà dell’incarnazione. Per gli evangelisti il Cristo glorioso dell’annuncio cristiano non si può scindere dal Gesù terreno. Vent’anni dopo, nel 1973, Kasemann ribadiva: “Lo scetticismo storico non ci è piu permesso, e lo affermo proprio come storico. È semplicemente falso che Paolo o Giovanni non sapessero nulla o non volessero sapere nulla del Gesù terrestre ... La critica perde la sua credibilità quando emette dei giudizi globali e si abbandona a uno scetticismo di principio”. In fondo, questo oscillare dei pendolo tra il Gesù storico e il Cristo della fede, ci insegna che storia e fede non sono incompatibili, come affermano certi storiografi laicisti. La sintesi storiafede non solo è possibile, ma è l’unica via per raggiungere la pienezza della verità. # CINQUE GIORNI DI RIFLESSIONE GUIDATI DAI MISSIONARI DI VILLAREGIA Un dovere per tutti: missionari in casa nostra Ogni tanto vengo a sapere che alcuni gemonesi sono andati in terre lontane a dare una mano in alcune missioni o in situazioni di necessità o emergenze. A tutti loro la nostra ammirazione e il nostro plauso! È vero che anche il Vangelo dice che la destra non deve sapere ciò che fa la sinistra, ma è anche vero che l’esempio vale molto più delle prediche. I numeri della nostra solidarietà missionaria pubblicati su Voce Amica nella rubrica “La Carità in cifre” ci dicono quanto ci stanno a cuore i nostri missionari e missionarie con i quali abbiamo avviato un gemellaggio fatto di adozioni a distanza, sostegno economico, scambio epistolare, momenti conviviali quando vengono a Gemona ed eventuali visite di alcuni gemonesi nelle loro missioni… Ma forse occorre un qualcosa in più, un renderci conto che anche noi qui nella nostra terra dobbiamo essere missionari, inviati “in missione” ad annunciare Gesù il Cristo. Saranno a Gemona nostri ospiti da mercoledì 16 a domenica 20 gennaio 2008 i Padri Missionari della comunità di Villaregia-Pordenone. Incontreranno i bambini e i giovani, visiteranno gli ammalati e anziani che lo richiederanno, animeranno le messe nelle liturgie e in Duomo, saranno disponibili ad ascoltarci e ci chiederanno di ascoltarli. Una settimana missionaria, una nuova originale “globalizzazione”, un aprire il cuore e la mente al mondo intero. L’Arciprete Questo il programma: Mercoledì 16 gennaio 2008 • Ore 10 in canonica: incontro con la parola di Dio • Ore 18 in Santa Lucia: S.Rosario e S.Messa • Ore 20.30 in Salcons: incontro con il Consiglio Pastorale e tutti gli operatori pastorali Giovedì 17 gennaio 2008 • Ore 9: incontro con i bambini della scuola S.Maria degli Angeli I fronti della carità Confidando nella generosità dei gemonesi, lanciamo anche quest’anno un appello per le iniziative di carità: la missione in India di Visakapatan di padre Pusch Panadan; quella delle Suore Francescane nella Repubblica Centroafricana; di padre Marchiol in Mozambico; degli Stimmatini a Manila (Filippine), oppure delle opere di monsignor Solari in Bolivia. Ma non possiamo dimenticare anche le necessità di casa, per le quali la Caritas parrocchiale è impegnata costantemente. Basta rendere concrete le buone intenzioni natalizie con un’offerta (seppure piccola). • Ore 14.30: incontro con i bambini del catechismo 1° turno • Ore 17.30: incontro con i bambini del catechismo 2° turno • Ore 18 in Taboga: S.Rosario e S.Messa • Ore 20.30 in Salcons: incontro con i genitori di bambini, ragazzi, giovani Venerdì 18 gennaio 2008 • Ore 9: incontro con i bambini della scuola S.Maria degli Angeli • Ore 14: incontro con i bambini della scuola S.Maria degli Angeli • Ore 15.30: visita agli ammalati • Ore 18 in Campagnola: S.Rosario e S.Messa • Ore 20.30: Veglia Missionaria Sabato 19 gennaio 2008 • Ore 10: visita agli ammalati • Ore 14.30 al Glemonensis: incontro con i ragazzi delle medie • Ore 16 in canonica: disponibilità per incontrarli • Ore 18.30 in Duomo: S.Rosario e Messa prefestiva • Ore 20.30 al Glemonensis: Serata speciale. Festa missionaria: di tutto, di più. Domenica 20 gennaio 2008 • Ore 9 in Duomo e nelle borgate: S.Messa • Ore 10.30 in Duomo: S.Messa • Ore 15 in canonica: disponibilità per incontrarli • Ore 18.30 in Duomo: S. Rosario e S. Messa La preparazione al matrimonio cristiano Non si insegna ad amare, si mostra come si ama. Non si convince dell’amore, ma si è convertiti all'amore dall'amore. La preparazione consiste nell’aiutare i fidanzati a vivere il fidanzamento e la prossima celebrazione del matrimonio come momento di crescita umana e cristiana nella Chiesa; nell’aiutarli a conoscere e a vivere la realtà del matrimonio che intendono celebrare, perché lo possano celebrare non solo validamente e lecitamente ma anche fruttuosamente, e perché siano disponibili a fare di questa celebrazione una tappa del loro cammino di fede; nel portarli a percepire il desiderio e insieme la necessità di continuare a camminare nella fede e nella Chiesa anche dopo la celebrazione del matrimonio (dal Direttorio di pastorale familiare per la Chiesa in Italia, n. 52) Il “corso” o l’”itinerario” di preparazione al matrimonio, che proponiamo anche nel 2008, non è un atto formale finalizzato a ottenere un attestato dal sapore burocratico, ma un’esperienza significativa che aiuta la coppia a verificare o a costruire il proprio progetto di famiglia cristiana. È anche un’esperienza di chiesa perché il cammino si svolge insieme con altre coppie in un contesto di dialogo, di confronto e di crescita comune. # PROGRAMMA DEL CORSO PER FIDANZATI Data Venerdì 15 Febbraio Venerdì 22 Febbraio Venerdì 29 Febbraio Domenica 2 Marzo Venerdì 7 Marzo Venerdì 14 Marzo Venerdì 28 Marzo Venerdì 4 Aprile Relatore Titolo intervento Ci amiamo.. tanto da sposarci Don Gastone Candusso I fondamenti dell’amore cristiano Don Federico Grosso Capaci di comprenderci Don Chino Biscontin Incontro di tutte le coppie a Pierabech (Forni Avoltri) Un amore responsabile Don Pierluigi Di Piazza Le fasi evolutive della coppia Maria Grosso Il coraggio di amare Fam. Zuccolo La celebrazione del matrimonio Don Rizieri De Tina Il corso si chiuderà domenica 6 aprile con la celebrazione della santa messa in Duomo ed un incontro conviviale per i partecipanti. 5 UNA LUNGA E GLORIOSA STORIA CHE CONTINUA L’Azione Cattolica ha 140 anni Quest’anno l’Azione Cattolica festeggia una doppia ricorrenza: i centoquarant’anni della sua fondazione ed i quarant’anni dal Concilio Vaticano II, che ha segnato il rinnovamento unitario dell’Associazione. L’Azione Cattolica dei tempi moderni riconosce nel giovane Mario Fani e in Giovanni Acquaderni gli iniziatori dell’Associazìone con i primi circoli della Società della Gioventù Cattolica (estate 1867) e riconosciuta da parte della Santa Sede nella primavera dei 1868, alla quale si aggiunsero poi l’Unione Donne e l’Unione Uomini. Gli anni che seguirono alla proclamazione dello Stato unitario italiano furono accompagnati da intensi fermenti culturali e da un anticlericalismo fortemente marcato soprattutto nelle scuole. L’ostilità verso il “Papa re” si estende a tutte le istituzioni religiose, si nega la potestà spirituale della Chiesa, si inneggia alla “Stato ateo” e alla “1egge atea”. L’idea di una associazione fra giovani cattolici nasce in questo clima di ostilità verso la religione e la Chiesa. Un giorno un insegnante si rivolge alla sua Il gruppo dei gitanti sulla costiera amalfitana. 6 scolaresca e l’apostrofa dicendo “spero che in questa classe non ci siano allievi tanto bigotti da andare a Messa la domenica”. Nel silenzio generale degli studenti (tra i quali gran parte a Messa ci andava), si alza il giovane Mario Fani e dice: “Io ci vado regolarmente ogni domenica”. Dell’accaduto ne parla con Acquaderni e, come detto, nel giugno dei 1867, si incontrano per fissare il programma della Società della Gioventù Cattolica, con lo scopo di formare giovani convinti, preparati e capaci di prendere posizione a difese della propria fede. Diverse iniziative sono state già predisposte per fare memoria dei percorso che ha portato l’Ac ad essere l’Associazione per tutti, in stretto rapporto con la realtà locale. Ricordando il modo con cui è nata l’Associazione, ripercorreremo la sua storia e scopriremo la vita di persone che hanno contribuito, grazie al loro impegno e alle loro scelte, alla fondazione e alla crescita dell’Azione Cattolica. Le celebrazioni culmineranno il 1° maggio 2008 con un pellegrinaggio a Roma, dove tutti gli associati si sono dati appuntamento, con la speranza di incontrare il Santo Padre in Piazza San Pietro e di celebrare la beatificazione di alcuni testimoni laici che hanno arricchito la nostra associazione. Come detto L’Azione Cattolica festeggia anche il quarantesimo anniversario del Concilio Vaticano II che ha segnato il rinnovamento radicale, la riscoperta cioè della formazione come elemento centrale della missione dell’Associazione, chiamata ad educare alla fede attraverso la testimonianza e le relazioni in ogni ambito del quotidiano. La formazione è sempre stata e continuerà ad essere una costante della vita dell’associazione. Il futuro dell’Ac dipende proprio da questa capacità di continuare a formare donne e uomini responsabili, in grado di fare la propria parte anche nella vita sociale. Se leggiamo i primi atti, alle origini della Società della Gioventù Cattolica troviamo subito il compito e l’impegno della formazione; in ogni successivo statuto, regolamento, piano educativo o proposta di lavoro, vediamo che questa caratteristica non è mai venuta meno. Chiederemo ancora ospitalità a “Voce Amica”, per dirvi chi siamo, cosa facciamo e per chiederci se, oggi, ha ancora senso aderire all’Azione Cattolica. Intanto la nostra Associazione parrocchiale continua nel cammino di formazione con lo stile dell’“ordinarietà” e la scelta delle “cose” di tutti i giorni come campo privilegiato dell’evangelizzazione, avendo come riferimento la comu(segue alla pagina successiva) ORVIETO, MONTECASSINO, POMPEI, NAPOLI, CAPRI, AMALFI E CASERTA LE TAPPE DELLA TRASFERTA Una gita parrocchiale per tutti i gusti Meta allettante, compagnia piacevole, temperature miti e tempo stabile: elementi più che sufficienti per affrontare una levataccia e un lungo viaggio, che inizia puntualmente alle ore 5.00 di lunedì 24 settembre. Il gruppo è silenzioso e un po’ assonnato, ma al chiarir del giorno si anima e, soprattutto, comincia a gustare le bellezze paesaggistiche di questa nostra Italia, che ad ogni curva offre panorami da sogno: tranquille distese pianeggianti, borghi medioevali arroccati sui colli, castelli e torri di avvistamento, vegetazione ricca e varia. Rapida giunge l’ora del pranzo nella bellissima Orvieto. Si prosegue direttamente per Montecassino. Otto chilometri di strada tutta curve e precipizi, che s’inerpica lungo il colle in cima al quale si erge imponente e maestosa l’Abbazia di Montecassino. Una guida ci illustra l’origine e le travagliate vicende di questo straordinario edificio, fondato da San Benedetto da Norcia nel 529, sede principale dell’Ordine dei Benedettini, a 520 metri sul livello del mare. Rasa al suolo nel febbraio 1944 e riedificata nel dopoguerra, nel Medioevo l’Abbazia fu centro importantissimo di cultura. Durante i lavori di ricostruzione è stata ritrovata intatta l’urna di alabastro contenente le ossa di San Benedetto e Santa Scolastica. In serata raggiungiamo il centro di Gragnano, dove passeremo la notte. La giornata del 25 settembre si preannuncia molto emozionante: visiteremo gli scavi di Pompei, antico centro romano sepolto dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Malgrado la piog- L’Azione Cattolica (dalla pagina precedente) nità locale radunata attorno al nostro Parroco e al nostro Vescovo. Ogni quarta domenica del mese ci diamo appuntamento per un incontro di formazione e di approfondimento della Parola. Naturalmente queste riunioni non sono riservate ai soli aderenti all’Associazione; chi è interessato al nostro progetto di formazione e vuole unirsi a noi per scoprire il significato di essere “cristiani adulti e testimoni della fede e della speranza in Cristo Risorto”, sarà il benvenuto. gia, possiamo ammirare questo famosissimo centro archeologico che, attraverso cimeli, statue, pitture murali offre un quadro fedele dell’aspetto e della vita quotidiana di un’antica città romana. Ma a Pompei c’è un altro significativo appuntamento: quello con la Vergine del S. Rosario, nella maestosa, sontuosa basilica che sorge al centro della città. Dopo la Messa officiata da don Gastone, nostra guida spirituale, con altri sacerdoti, e seguita con particolare devozione da noi gemonesi, ci trasferiamo a Napoli dove trascorriamo un pomeriggio veramente piacevole ed interessante. Visitiamo dapprima la via dei presepi, via san Gregorio Armeno, con i più deliziosi e suggestivi esemplari di una consuetudine iniziata da San Francesco d’Assisi e diffusa in tutto il mondo. Altrettanto coinvolgente la visita alla cattedrale di San Gennaro, patrono dì Napoli. Veneriamo l’ampolla contenente il sangue del martire, che si liquefa tre volte all’anno, in maggio, in settembre e in dicembre. In un tour panoramico possiamo ammirare alcuni celebri monumenti della città partenopea: Castel dell’Ovo, Palazzo Reale, antichi palazzi, chiese barocche. Gustiamo un tipico caffè aromatizzato alla nocciola in una graziosa e tradizionale caffetteria vicino alla splendida Piazza del Plebiscito. regala scenari sempre diversi e suggestivi. Quasi al centro sorge Amalfi, bella e fiera del suo glorioso passato. Visitiamo lo stupendo Duomo di Sant’Andrea con l’attiguo chiostro del Paradiso, gioiello del 1268. Sostiamo nella piazza del Duomo, ci intrufoliamo nelle viuzze laterali, nei vicoli, nelle piazzette. Dispiace lasciare Amalfi, ma a Gragnano ci aspetta la visita ad un pastificio, che suscita in tutti grande ammirazione e incoraggia agli acquisti. Interessante poi la visita alla bella chiesa che sorge nel centro del paese, all’interno della quale il sacerdote ci accoglie raccontandoci la storia dell’edificio. Da sottolineare il comportamento veramente encomiabile di tre vigili urbani che, per agevolare il transito del nostro pullman attraverso il traffico cittadino, ci hanno scortato nel raggiungimento dapprima del pastificio, poi dell’hotel. A loro la nostra riconoscenza con grande simpatia. 26 agosto: si vola a Capri a bordo di un veloce aliscafo, che solca un mare dai colori eccezionali. L’isola è un luogo di spettacolare bellezza: coste alte, vegetazione ricca e rigogliosa. splendore di architetture secolari e ville storiche straordinarie. Isola incantevole in ogni suo più piccolo angolo. La ammiriamo nei bar della piazzetta, salotto mondano dell’isola, nelle boutique delle suggestive viuzze, smaglianti di perle e di coralli. Il gruppo si muove curioso e compiaciuto, tutti sono contagiati dall’atmosfera mondana e festaiola di una delle località più incantevoli della costiera. Lasciata Caserta, rieccoci insieme al simpatico Ettore, l’instancabile e sempre disponibile organizzatore del tour. Forse a volte siamo stati turisti un po’ indisciplinati, ma con la sua pazienza e la sua capacità di capire ogni esigenza non ci ha mai fatto sentire in colpa. Come esprimergli la nostra gratitudine? Partecipando ad un’altra gita con lui! E con don Gastone, sempre presente col garbo e la discrezione che gli sono propri; abbiamo gradito ed apprezzato le sue battute e la sua capacità di farsi turista spensierato fra turisti spensierati. Proprio come Renato, autista collaudato e superefficiente, che da vero professionista ha condotto e portato a termine felicemente un viaggio lungo e non privo di imprevisti. I giorni volano! Oggi, 27 agosto, siamo alla vigilia del rientro e ci godiamo dal pullman la straordinaria bellezza della costiera amalfitana, coi suoi paesi arroccati e le pareti rocciose a strapiombo sul mare. Vi è una sola strada, stretta e tortuosa, ma che ad ogni curva 28 agosto: il nostro bellissimo viaggio volge al termine, l’ultima meta è Caserta dove visitiamo la celeberrima reggia ed i suoi favolosi giardini. Tutto procede come da previsioni: la magnificenza dell’architettura, degli affreschi, degli arredi dello stupendo palazzo affascinano e conquistano i visitatori che osservano e ascoltano rapiti la preparatissima guida. A questo punto non resta proprio che augurare a tutti di poter partecipare a gite piacevoli e riuscite come questa. F. E. 7 QUALCHE RIFLESSIONE SUL SACRAMENTO DELLA CONFERMAZIONE Cresima–Confermazione–Maturità L’articolo che avevo scritto per lo scorso numero di Voce Amica si concludeva con una domanda un po’ provocatoria: Noi (adulti) oggi, ci sentiremmo, onestamente, di confermare la nostra fede e di impegnarci in un cammino permanente di educazione della fede? Mi ricollego dunque a questa domanda per proseguire il discorso con alcune osservazioni circa il sacramento della Confermazione o Cresima. Prima di tutto un tentativo di definizione Riporto, dal Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, una definizione stringata ma esauriente di Cresima: Si chiama Cresima (nelle Chiese orientali: Crismazione col Santo Myron) a motivo del suo rito essenziale che è l’unzione. Si chiama Confermazione, perché conferma e rafforza la grazia battesimale (n. 266). E al n. 268 dello stesso Compendio leggiamo: L’effetto della Confermazione è la speciale effusione dello Spirito Santo, come quella della Pentecoste. Tale effusione imprime nell’anima un carattere indelebile e apporta una crescita della grazia battesimale; radica più profondamente nella filiazione divina; unisce più saldamente a Cristo e alla sua Chiesa; rinvigorisce nell’anima i doni dello Spirito Santo; dona una speciale forza per testimoniare la fede cristiana. Alcune osservazioni Il linguaggio è un po’ complesso, ma mi pare che emergano chiaramente alcuni aspetti del sacramento della Cresima che vanno chiariti, se non altro per evitare spiacevoli equivoci…! Un primo elemento importante è il legame tra Cresima e Battesimo. Questi due sacramenti, assieme a quello dell’Eucaristia, costituiscono tre tappe di quel cammino unitario che si chiama iniziazione cristiana. Il nostro modo di viverli – nell’Oriente cristiano li celebrano assieme, in un’unica liturgia – non rende ragione di questa unità. Nella Chiesa latina celebriamo il Battesimo da bambini; la prima partecipazione piena all’Eucaristia (comunemente detta Prima Comunione) più o meno una decina d’anni dopo, nell’età della fanciullezza e la Cresima (almeno nella nostra diocesi di Udine) intorno ai sedici, diciotto anni, al confine tra l’adolescenza e la giovinezza. Da questa sistemazione, dettata da ragioni pastorali, ma teologicamente e liturgicamente poco convincente, prende origine il malinteso che la Cresima sia il sacramento della maturità cristiana, anche per il fatto che è quello celebrato in età più matura rispetto agli altri due. Ma è proprio così? Innanzitutto va chiarito che età anagrafica e maturità cristiana non camminano necessariamente di pari passo. In secondo luogo è l’Eucaristia, non la Cresima, il sacramento della maturità e il culmine dell’iniziazione cristiana. Infatti anticamente – e in Oriente ancor oggi – l’ordine era correttamente Battesimo-Cresima-Eucaristia e la celebrazione unitaria era presieduta dal Vescovo prevalentemente durante la Veglia pasquale. Dalle definizioni del Compendio emerge però un altro elemento che ci aiuta a chiarire quale tipo di maturità la Cresima conferisce: essa dona una spe8 ciale forza per testimoniare la fede cristiana. La Cresima, con il dono dello Spirito, compie nei cresimati lo stesso prodigio che si realizzò a Gerusalemme durante la Pentecoste, una cinquantina di giorni dopo la risurrezione di Gesù: un gruppo di uomini spaventati acquista un coraggio e una franchezza tali da annunciare un messaggio di salvezza e di speranza davanti a una folla enorme, facendosi intendere da tutti e convincendo molte persone ad unirsi al loro gruppo (cfr. At 2, 1 e ss.). È l’atto di nascita della Chiesa, la comunità dei discepoli di Gesù che ancor oggi vive e opera questa testimonianza. Il Cresimato allora è ufficialmente e fattivamente abilitato ad arricchire con la propria attiva testimonianza quella della comunità cristiana. Quindi è più corretto parlare, per il cresimato, di maturità testimoniale, ministeriale (da ministerium, cioè servizio) o ecclesiale. La realtà: domande e qualche provocazione Detto ciò verrebbe facile un’osservazione pessimistica (perché quasi sempre le osservazioni più facili e banali sono quelle pessimistiche!): Queste sono belle parole, che si lasciano scrivere sui catechismi, ma la realtà è che ai giovani non gliene frega niente… Non è mai giusto generalizzare. Nella nostra realtà gemonese ci sono giovani per i quali fare la Cresima significa realmente giocarsi in un impegno nella comunità che già viene svolto e che continua con più entusiasmo dopo la celebrazione del sacramento. Ce n’è altri per i quali il percorso di preparazione alla Cresima corrisponde alla scoperta che quelli della parrocchia non sono poi quel gruppo di sfigati che si credeva e che la loro compagnia e il parlarci e lavoraci assieme non è poi da buttar via. Per quanto riguarda quelli che non gliene frega – perché è evidente che ci sono anche loro, e non sono pochi – occorre farsi alcune domande e delineare alcuni compiti per la catechesi e, più in generale, per la prassi comunitaria. Perché a costoro non frega nulla della Cresima e della religione in generale? Secondo me – e tengo a dire che non si tratta di un dogma di fede – sotto certi proclamati ateismi o agnosticismi si nasconde in realtà molta ignoranza, molta disinformazione. Prima di dire che rifiuta Dio, Gesù Cristo e la Chiesa, una persona onesta dovrebbe prendersi la briga di conoscere almeno per sommi capi le linee essenziali della proposta cristiana. Se poi il rifiuto è rivolto non a Dio o a Gesù, ma alla Chiesa e alle sue mancanze di coerenza e di testimonianza, talvolta può essere anche giustificato, ma va chiarito che Dio e Gesù Cristo sono molto più grandi della Chiesa e che se non si vuole ascoltare preti e suore, comunque è consigliabile leggere qualche pagine del Vangelo e trovare un amico fidato che aiuti a comprenderla rettamente! Coloro a cui non frega nulla sono da considerarsi definitivamente fuori gioco? Questa volta il parere non è personale, ma è un preciso e inderogabile impegno connesso all’indole missionaria della comunità cristiana. Il Vangelo va annunciato a tutti, cominciando da coloro che sono considerati i più lontani. E lontani da chi, poi? Da Dio? Come sono belle le parole del Salmo 138: Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell’aurora per abitare all’estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra. Se dico: “Almeno l’oscurità mi copra e intorno a me sia la notte”; nemmeno le tenebre per te sono oscure, e la notte è chiara come il giorno; per te le tenebre sono come luce. Dio è vicino a tutti e a tutti vuole dire il suo amore. Il vero fallimento della Chiesa è quando non riesce più a far percepire all’uomo, ad ogni uomo, questa verità. E allora, per individuare alcuni compiti catechistici e comunitari, veniamo alla domanda da cui siamo partiti: noi confermeremmo la nostra fede? Riflettere sulla Cresima e sulla maturità testimoniale che essa conferisce non vuol dire tanto arrabbiarsi o abbattersi perché i giovani cresimandi e cresimati non testimoniano abbastanza, ma chiedersi innanzitutto se noi, comunità cristiana, testimoniamo e che cosa testimoniamo. La testimonianza della Chiesa passa anzitutto attraverso le quotidiane scelte di campo, fatte secondo una logica autenticamente evangelica. In secondo luogo occorre che lo stile con cui viene proposto l’annuncio sia realmente al passo con i tempi. Il che non significa censurare ciò che sembra non incontrare il gradimento della maggioranza, né far assumere all’annuncio e agli annunciatori un’aria trasandata e giovanilistica di dubbio gusto. Essere al passo con i tempi vuol dire fermarsi a riflettere sulla cultura, sui linguaggi, sui nervi scoperti del nostro tempo e fare in modo che il nostro annuncio e la nostra catechesi facciano breccia, siano comprensibili, captino la lunghezza d’onda. Concretamente mi sembra che una strada percorribile sia andare all’essenziale, presentando la figura di Gesù in modo da farne emergere il fascino e l’inesauribile profondità, con una pluralità di linguaggi capaci di toccare le molte corde del cuore umano. Il Vangelo va annunciato con la parola, con l’arte, con la bellezza, con la musica, con il linguaggio della natura, con la poesia, con lo sport, con la vita affettiva e relazionale. Perché cedere alla monotonia, quando lungo i secoli e ancor oggi troviamo innumerevoli testimonianze dell’inesausto e variegato tentativo di esprimere quella verità tanto antica e sempre nuova che non cessa di stupire e di affascinare il cuore degli uomini? Allora, a mo’ di conclusione di queste riflessioni, vorrei proporre un’idea, forse un po’ stramba. Per poter essere accompagnatori efficaci e credibili dei nostri ragazzi verso la tappa della Cresima, forse occorre che anche noi, preti, catechisti, educatori, rifacciamo un cammino di Cresima, cioè di verifica della nostra maturità testimoniale, ministeriale ed ecclesiale. E se scoprissimo che alcuni settori del nostro agire pastorale ed ecclesiale sanno di vecchio, non conducono a nulla, anzi, sono controproducenti, allora dovremmo avere il coraggio di cambiare strada, perché la nostra testimonianza sia veramente matura, efficace, all’altezza dei tempi che viviamo e soprattutto di Colui che siamo chiamati ad annunciare. don Federico Ultimissime da Forni Esternamente non si vedono grandi cose ma internamente presto incominceranno gli idraulici, gli elettricisti, i gessini e i falegnami per predisporre gli impianti. Se tutto va bene potremmo organizzare il campo invernale a Forni Avoltri. Come chiameremo la nuova casa? A chi la dedicheremo? Attendiamo idee e suggerimenti… Come attendiamo ancora un gesto di solidarietà da parte dei gemonesi e simpatizzanti a cui sta a cuore questa iniziativa. I campi estivi dell’estate scorsa hanno avuto presenze lusinghiere. Tutto questo grazie alla generosità e bravura degli animatori, cuoche e fiducia delle famiglie. Ma è emersa anche la poca capienza della casa di Osais (non nostra ma di proprietà della Parrocchia di Pesaris) fino a dover sdoppiare i campi di IV e V elementare e inventare un campo di Indiani per sistemare la notte nelle tende i ragazzi di 1ª media. Vi saremo grati se sotto l’albero di Natale o accanto al presepio ci sarà anche un pensiero per questa iniziativa che senza dubbio sarà di beneficio per bambini, ragazzi, giovani, famiglie e anziani di Gemona (la casa infatti è stata pensata per ospitare anche famiglie e anziani!) Come si può dare una mano? •Con un’offerta di qualsiasi entità (il mare è fatto da tante gocce) • Con un “prestito grazioso”, un’offerta che la parrocchia si impegna alla restituzione senza interessi entro 10 anni (se le famiglie della parrocchia imprestassero o offrissero l’equivalente di un caffè per le 52 settimane di un anno il parroco e la fabbriceria dormirebbero più tranquilli la notte) • Sponsorizzando una parte dell’arredo della casa (magari in occasione di feste di famiglia, battesimi, prima comunione, matrimoni… o in ricordo di una persona cara). Comunque un cordialissimo grazie a tutti indistintamente se non altro per la passione che ci mettiamo per i nostri ragazzi. # La generosità AFDS Gemona Vivace e prolifica l’attività della Sezione AFDS di Gemona del Friuli dall’insediamento del nuovo direttivo. Dal maggio di quest’anno le iniziative si sono susseguite fino a concretizzarsi nella serata sanitaria informativa sul dono del midollo osseo e del sangue che si è svolta il 15 novembre scorso. Lo sforzo organizzativo dei consiglieri e di tutti i volontari ha fatto sì che la serata raggiungesse i risultati che ci si era prefissi: promuovere il dono del sangue insieme a quello del midollo osseo, unica terapia valida per la cura delle leucemie e delle malattie del sangue. Tema della serata è stato il coinvolgimento e la sensibilizzazione dei giovani che con la loro adesione possono incrementare la consistenza della “Banca” dei potenziali donatori di midollo in caso di trapianto. È stato altresì riconosciuto il costante e progressivo aumento dei donatori di sangue nella Sezione AFDS di Gemona e delle donazioni (soprattutto giovani, ma anche i ”vecchietti” fanno la loro parte!); è questo un dato fondamentale per poter garantire nel tempo l’autosufficienza della nostra Regione. Le toccanti testimonianze di nostri amici che con un dono hanno sal- Alcuni soci dell’AFDS cittadina in gita a Gurk in Carinzia. vato una vita umana, si scontrano con i racconti di chi, purtroppo, ha perso un familiare colpito dalla leucemia. AIL e ADMO hanno ringraziato i donatori di Gemona per l’impegno organizzativo e l’ospitalità. Passando ad altro, ci piace ricordare la gita sociale del settembre scorso svoltasi a Gurk in Carinzia. Nell’occasione la folta comitiva ha visitato il Duomo di Gurk, del quale ha apprezzato le splendide fattezze romaniche e soprattutto barocche, il mausoleo di S. Hemma, collocato nella cripta e gli affreschi gotici e rinascimentali. Poi, nel vicino Castello di Strassburg, ha consumato un originale e goliardico pranzo realizzato alla maniera medievale. Un momento di svago e di aggregazione che è stato utile concedersi. L’impegno di promuovere il dono del sangue non rallenta neanche con l’approssimarsi delle festività Natalizie. E’ un bel dono anche questo! Buon Natale e buone feste a tutti. Alberto Dragotti consigliere 9 IL LXXV ANNIVERSARIO DEL BOLLETTINO PARROCCHIALE/SECONDA PUNTATA Anche su Voce Amica i riflessi della storia Dopo i due articoli pubblicati sul numero di giugno scorso, riprendiamo con questo scritto il filo del discorso su Voce Amica, la voce che la Pieve di Santa Maria Assunta di Gemona utilizza da settentacinque anni per parlare con tutti i parrocchiani. Sta finendo il giugno del 1933 e monsignor Giovanni Battista Monai, che ha iniziato il 15 marzo il servizio di parroco di Gemona, pubblica il primo numero di Voce Amica che, come abbiamo visto, va a sostituire il bollettino Il Risveglio voluto dal predecessore monsignor Sclisizzo. Con l’auspicio che Voce Amica diventi il giornale di tutti i parrocchiani, che raggiunga tutte le famiglie della Pieve e quanti, lontani, ne conservano cara la memoria, monsignor Monai lancia – diremmo oggi – il suo manifesto nella convinzione che il parroco debba tenersi in relazione con tutti [...] per dire a tutti una buona parola, perché il sacerdote ha degli obblighi sacri verso i suoi parrocchiani e deve fare il bene delle loro anime. È, il suo, l’impegno di un padre il cui cuore è sforzato dalla grazia di Dio a voler bene, a far del bene e benché egli conosca di avere nello scrivere uno stile disadorno anzichenò, ciò non è motivo di preoccupazione: egli sa di conversare, a Gemona, con persone d’intelletto fine che, come lui, amano la precisione, la concisione, la schiettezza, la verità. Già dai primi numeri, infatti, l’arciprete Monai non si stanca di indirizzare, di segnalare, di ammonire, di insegnare sia parlando indistintamente alle sue pecorelle sia indirizzandosi specificamente ai giovani, cui riserva una particolare attenzione destinando uno spazio consistente del bollettino alle attività e alle iniziative delle associazioni giovanili maschile e femminili. Non mancano però informazioni storiche e culturali per le quali Monai trova un formidabile collaboratore in pre Bepo – il grande Giuseppe Marchetti – a cui affida la rubrica Storia ecclesiastica gemonese, pubblicata in 28 puntate dal primo numero del 1933 al primo del 1936, ricca di notazioni e informazioni preziose, spesso accompagnate da altri articoli e saggi su singole opere d’arte o sulle chiese gemonesi. E ovviamente non mancano i riferimenti alle attività liturgiche e agli appuntamenti religiosi – come la missione spirituale del novembre 1933 per il 19° centenario della redenzione; o la prima visita pastorale 10 A partire dal novembre 1933 Voce Amica documenta fatti e avvenimenti pubblicando fotografie di cui in queste pagine riproponiamo due esempi: il primo riguarda l’adunata di 1500 alunni della Dottrina cristiana il 27 ottobre 1935 nel cortile del Collegio dei P.P. Stimatini, l’altro ricorda un gruppo di Gemonesi partecipanti al raduno di Genova del 13-15 marzo 1936. dell’arcivescovo monsignor Nogara del mese dopo ovvero il Congresso eucaristico parrocchiale del 1934. Così come non mancano le notizie sulla vita civile, specchiata telegraficamente nelle cronache desunte dai giornali. Ne è un bell’esempio l’ampio resoconto di un avvenimento che destò vasto interesse in tutta la provincia: la grande Prima Mostra friulana dell’Artigianato organizzata nei locali delle Scuole elementari di Via Dante nell’agosto del 1935. Ma è la vita morale di Gemona che sta a cuore al suo pastore: talvolta sostenuta con energici richiami all’adempimento del precetto festivo, alla santificazione della festa, alla conoscenza dei doveri del cristiano, all’opportunità dell’apostolato attraverso l’impegno nell’Azione cattolica, alla carità e all’amore; talaltra difesa con ironia, attraverso la minuta rubrica Perle di saggezza o i commenti gustosi di Pense e Maravee – riportati da San Cristoforo che firma la rubrica Il parere di quei due – che non perdono occasione per biasimare le cattive abitudini dei gemonesi, anche se talvolta con un linguaggio poco... popolare. Lo spunto ai forti richiami viene offerto da dati concreti come quando, il 25 aprile 1934, si fa il censimento dei parrocchiani che partecipano alla messa domenicale e risultano inadempienti, perché assenti non giustificati, ben 1330 adulti e 250 fanciulli. Oppure quando l’arciprete (giugno 1934), incontrando certe signorine reduci da Ledis – dove si diceva fossero andate a prendere il sole da naturiste – ebbe l’impressione che avessero preso lassù... un colpo di sole. Per i giovani non mancano consigli per una vita morigerata, lontana dai vizi; per le ragazze calorosi inviti alla virtù e qualche spicciolo insegnamento di economia domestica; per tutti un perentorio invito a non lasciarsi ammaliare dal cinematografo – il cattivo educatore del gennaio del 1935, che andrà redento e sanato affinché divenga strumento di bene, di educazione, di elevazione – e a non frequentare i balli pubblici e privati, del successivo febbraio. Per coloro che lavorano lontano l’arciprete ha un occhio di riguardo: non solo invita i familiari a spedire Voce Amica a parenti ed amici ma organizza anche incontri con i parrocchiani di Milano (nel novembre del 1934) e di Genova (nel marzo del 1936) dove i convenuti – soprattutto ragazze a servizio – sono sempre numerosissimi. Con le giovani, poi, è prodigo di consigli e di suggerimenti non solo d’ordine morale ma anche di carattere... sindacale – paga, assicurazioni sociali, previdenza – segnalando l’opportunità di far sempre riferimento, nella città in cui si lavora, all’Ope- ra cattolica di protezione della Giovane. Il bollettino – che nel maggio 1934 aveva emblematicamente assunto come testata il bel disegno della cella campanaria del nostro campanile, opera di Giuseppe Barazzutti – diviene poi, dal secondo e terzo anno di vita, anche un piccolo osservatorio su quanto accade in Friuli, in Italia e perfino nel mondo con una rubrica dedicata agli avvenimenti politici; e, contravvenendo a quelli che erano gli impegni del manifesto del primo numero – Voce Amica parlerà [...] soltanto di ciò che può interessare la vita religiosa parrocchiale –, la politica fa la sua comparsa nel numero di novembre del 1935, dopo qualche sporadico ammiccamento nelle note di cronaca del tipo la settimanale istruzione religiosa agli Avanguardisti ricordata nel ’35 o l’annuncio che il campanone del Duomo e le campane delle chiese suoneranno in occasione della mobilitazione generale delle forze del Regime per i preparativi contro l’Etiopia – invitando la popolazione ad una solennissima funzione in onore della Madonna da invocarsi con l’equivoco titolo di Regina delle Vittorie – del settembre dello stesso anno. Siamo alla vigilia della guerra che il regime fascista intende condurre per la conquista di un impero coloniale italiano e numerosi sono i giovani – come segnala lo stesso numero del bollettino – che partono per l’Africa orientale. A novembre i toni si fanno più accesi: il motivo è l’iniziativa di cinquanta governi che si sono proposti di contrastare [con le famose sanzioni, nda] l’opera a cui l’Italia ha posto mano nell’Africa Orientale. Da quello che l’arciprete chiama contrasto [...] non possono che nascere delle difficoltà alle quali tutti sono chiamati a far fronte con tre doveri: obbedire agli ordini impartiti dalle superiori gerarchie con i sacrifici che le sanzioni comporteranno; obbedire volentieri, sempre e dovunque con il desiderio di concorrere all’otteni- mento della vittoria finale; pregare, in questo frangente di crisi morale e sociale di mondiale importanza, affinché i popoli sappiano scegliere tra la luce abbagliante dell’ateismo bolscevico e la luce vera che si sprigiona dal Vaticano. Pare di intravedere, in queste frasi che sintetizzano l’articolo che le riporta, una qualche sbadata contaminazione tra le questioni legate al tentativo colonialista italiano e quelle che sono le preoccupazioni delle gerarchie cattoliche nei confronti dell’ideologia marxista; ma forse monsignor Monai non fa altro che seguire quanto gli esponenti maggiormente pub- blicizzati della Chiesa italiana apertamente dicono e scrivono negli anni immadiatamente successivi ai Patti lateranensi del 1929 che conclusero la contrapposizione tra il Regno d’Italia e la Chiesa cattolica. L’argomento comunismo verrà comunque ripreso anche nell’ottobre dell’anno successivo sotto il titolo Un grido d’allarme, con la testimonianza del vicario generale dell’arcidiocesi di Barcellona sulle persecuzioni dei comunisti contro il clero, i religiosi e i cattolici al tempo della guerra civile di Spagna. E poi, nell’aprile del 1937, richiamandosi all’enciclica Divini Redemptoris appena pubblicata da papa Pio XI, l’arciprete metterà in guardia i gemonesi dal contagio di questa ideologia che in nome degli operai oppressi e della fame vorrebbe sconvolgere la società e sradicare la Religione. L’arrticolo Un grido d’allarme dell’ottobre 1936 ci dà però la possibilità di conoscere anche un altro giudizio politico dell’arciprete Monai: Hilter, che potrebbe sembrare il campione anticomunista avendo denunciato con linguaggio molto robusto il nemico ideologico, ha invece il grave torto di scimiottare proprio quelli che lui intende di combattere. Un giudizio severo che – come avremo modo di vedere – l’arciprete Monai manterrà anche negli anni successivi. (continua) Fer I sorprendenti 106 anni di Nonna Elisabetta L’esistenza di Elisabetta Copetti vedova Goi è stata per molti versi simile a quella di molte donne nate e cresciute in Friuli nel Novecento. Ma molte cose concorrono a rendere eccezionale (e in qualche modo esemplare) il racconto della sua vita: la sua fenomenale longevità, che ha fatto di lei una testimone di un arco di tempo straordinariamente lungo; la sua altrettanto fenomenale memoria; il calore ed il vigore con cui narra le storie che ha visto e vissuto. La biografia di questa semplice donna, in bocca a lei, diventa un romanzo di generazioni ed avvenimenti. Nata il 3 novembre 1901 nel borgo gemonese di Zuccola, nonna Elisabetta, dall’alto dei suoi 106 anni, è una delle persone più anziane della regione È una vecchietta dai modi dolci ma dal carattere forte e, relativamente all’età, ancora lucida e attiva; è accudita amorevolmente e con rispetto dai parenti e dal personale della Casa per Anziani di Gemona.. Dice che nella vita bisogna avere fede e coraggio, dato che ogni giornata è una prova da affrontare. Dio è il suo aiuto: Nella mia camera c’è un crocifisso e tutte le mattine quando apro gli occhi, lo guar- do e ringrazio il Signore per la fede, la forza e il coraggio che mi ha donato in tutti questi anni della mia lunga vita. Sabato 3 novembre monsignor Candusso ha celebrato una messa alla quale, com’è consuetudine da diversi anni, hanno partecipato figli, nipoti, pronipoti, parenti e amici di Nonna Elisabetta. È seguito un delizioso rinfresco offerto alla sua cittadina più anziana dal Comune di Gemona, rappresentato nell’occasione dal vicesindaco Mariolina Patat. 11 ESTATERAGAZZI: LE ATTIVITA` DEGLI SCOUT L’anno scout che si sta concludendo è stato uno di quelli che non si dimenticano: il movimento scout mondiale, infatti, ha festeggiato i suoi cento anni. Molti i richiami e le occasioni per ripensare alla nostra storia che si sono intrecciati alle attività dei bambini, dei ragazzi e dei giovani che oggi a Gemona continuano a fare propria quest’intuizione del fondatore BadenPowell. Il Noviziato “Overland” di Gemona durante il periodo estivo ha deciso di vivere un’esperienza di Servizio all’estero. Valutando le proposte della nostra Associazione abbiamo colto l’occasione di provare una Route estiva con gruppi dell’AGESCI provenienti da varie parti dell’Italia, in particolare da Milano, Novi Ligure e i nostri vicini amici di Buja. Assieme a loro abbiamo così partecipato ad una Route in Serbia, all’orfanotrofio "Miroslav Antic-Mika" della città di Sombor nella regione della Vojvodina del Nord, vicino al confine con la Croazia. Durante l’anno, confrontandoci sul significato più profondo del fare Servizio, abbiamo maturato l’idea e la volontà di provare un’esperienza di volontariato, quindi questa esperienza ci è sembrata adeguata alle nostre esigenze. L’orfanotrofio ospita circa 30 bambini di età compresa tra i 6 e i 18 anni. La Il Branco Rocce Tremanti come meta per le vacanze di branco ha scelto Coritis, l’ultimo paesino della Val Resia. Arrivati sul posto dopo una breve camminata abbiamo trovato ad accoglierci uno strano personaggio, Zmuäilo, che ci ha raccontato di essere ormai l’unico abitante di Coritis. Rallegrato dalla nostra presenza ha coinvolto il Branco in un concorso d’arte e nella costruzione di nuove abitazioni in località “Coritis Riviera”, tutto questo per attirare nuove persone e ripopolare il paese. Abbiamo così liberato la nostra fantasia nella costruzione di casette con legna e semplici nodi; ci siamo anche cimentati nella realizzazione di mosaici colorati, con i quali abbiamo potuto abbellire i nostri angoli di sestiglia. Non riuscendo ad ottenere i risultati sperati, Zmuãilo ha spiegato il vero motivo dell’abbandono di Coritis: la fontana della Veselost aveva smesso di funzionare. La Veselost è una sostanza magica capace di diffondere la felicità agli abitanti di tutta la valle; prosciugata la fontana, gli abitanti si sono impauriti e hanno Il noviziato di Gemona all’orfanotrofio Miroslav Antic-Mika (Sombor – Vojvodina) nostra principale occupazione sarebbe stata di trascorrere con loro dei momenti in cui avremmo proposto delle attività di animazione, di gioco, piccole attività manuali, il tutto finalizzato all’educazione alla pace, obiettivo del progetto nazionale AGESCI “Progetto Serbia”. L’esperienza è stata molto coinvolgente: abbiamo avuto la possibilità di provare sulla nostra pelle la condizione di vita di un orfanotrofio, di conoscere la cucina e le tradizioni della Serbia, altri fratelli Scout, ma soprattutto di vivere con questi bambini che, nonostante le difficoltà con cui avevano a che fare quotidianamente, si sono dimostrati assolutamente irresistibili! Al momento della partenza non sono mancanti i ringraziamenti da parte dei bambini, ma noi ci siamo resi conto che siamo noi in debito con loro perché non ci hanno aperto solo gli occhi su una situazione che noi giovani rischiamo di non conoscere, ma anche e soprattutto, il cuore. lasciato Coritis al suo destino. Dopo varie peripezie abbiamo trovato il colpevole: Veselina, l’acquaiola a guardia della fontana. Sosteneva di aver spento la fontana perché ormai nessuno in paese condivideva la felicità avuta dalla Veselost, accontentandosi di vivere in pace la propria vita. Grazie ai nostri sforzi per aiutare Coritis e Zmuãilo, Veselina, vedendoci così determinati, si è ravveduta e ha deciso di riattivare la fontana, eseguendo un rito magico a cui tutti noi abbiamo preso parte. Il paese si è così subito ripopolato; infatti, prima che ce ne andassimo, è giunta sul luogo la famiglia Udorovic, una compagnia zingara esperta in balli e danze, che ha festeggiato con noi il lieto evento, permettendoci di ritornare nelle nostre case contenti e soddisfatti, non solo per aver aiutato Zmuãilo, ma anche per aver imparato tante piccole ma utili cose, come tenere in ordine le proprie camere, o lavare da soli i piatti in cui mangiamo, apprendendo quindi come gestire autonomamente i propri impegni. Anche noi del Branco Rocce Brune quest’estate abbiamo scelto come meta per le nostre Vacanze di Branco lo sperduto paesino in cima alla Val Resia: Coritis. Ad accoglierci al nostro arrivo non abbiamo trovato la gente del posto, ma Agilulfo, un elfo in carne ed ossa! Il popolo degli elfi attraverso Agilulfo ci ha proposto una grande e impegnativa sfida: un’oscura e malefica strega assieme ai suoi perfidi scagnozzi sta lavorando ad un grande incantesimo per rendere il mondo grigio, per togliere a tutti il colore, la gioia, tutte le cose belle, tutti i nostri sorrisi, la voglia di fare e di giocare insieme... L’impresa è stata davvero ardua ma alla fine ce l’abbiamo fatta ! Giocare tutti insieme, fianco a fianco, ci ha insegnato l’importanza dell’unione e della comunità. Ciao, siamo Francesco e Caterina, esploratori del Reparto Don Pio Gabos. Il nostro campo estivo l’abbiamo trascorso a Forni di Sotto, ma è un’altra l’avventura che vi vogliamo raccontare Quest’anno abbiamo avuto l’occasione di partecipare dal 27 luglio all’8 agosto in Inghilterra al Jamboree (foto qui sotto), cioè il raduno mondiale degli scout, a cui hanno preso parte 40000 scout provenienti da 158 nazioni: noi eravamo gli ambasciatori del gruppo di Gemona! Il primo agosto ricorreva il centenario dalla nascita dello scoutismo e in tutto il mondo, all’alba, gli scout hanno rinnovato assieme a noi la loro promessa, e ci siamo sentiti davvero parte di una grandissima famiglia. È stata un’esperienza straordinaria perché oltre ad avere conosciuto ragazzi provenienti da tutto il mondo e aver potuto apprendere i vari modi di fare scoutismo, abbiamo avuto la possibilità di lavorare assieme a loro. Infatti ogni giorno veniva svolta un’attività diversa che ci vedeva coinvolti tutti lasciandoci comunque il tempo libero che utilizzavamo per incontrarci e confrontarci. In conclusione ci auguriamo che qualcun altro abbia l’occasione di partecipare ai prossimi Jamboree; ne vale davvero la pena! ESTATERAGAZZI: LE ATTIVITA` DEGLI SCOUT Branco Rocce Brune: vacanze di branco a Coritis Durante le uscite anche se con i piedi indolenziti e stanchi siamo stati felici di essere in compagnia dei nostri amici, immersi nella bellezza dei paesaggi e della natura. Attraverso la costruzione dei nostri rifugi nel bosco abbiamo capito quante cose si possono fare insieme e con le nostre mani, e tutti presi dal lavoro, abbiamo continuato anche in compagnia di Sorella Pioggia! Cent’anni fa, proprio in questo stesso periodo, Baden Powell, fondatore del movimento scout, sull’isola di Brownsea accompagnava una ventina di ragazzi al primo campo scout della storia. Assieme a tutti gli scout del mondo, il primo agosto, anche noi a Coritis abbiamo rinnovato la nostra Promessa e abbiamo potuto scoprire quali sono stati i primi passi della grande avventura scout che ancora oggi attraverso tutti noi continua. E mentre questo accadeva a Coritis, due esploratori gemonesi partecipavano alla cerimonia del rinnovo molti chilometri più a nord... ecco il loro racconto. PAGINA DEL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI CULTURALI E DI VOLONTARIATO SOCIALE DI GEMONA Associazioni aderenti al Coordinamento: A.C.A.T. (sezione di Gemona),A.T.Sa.M. - Associazione Tutela Salute Mentale,A.V.U.L.S.S. (sezione di Gemona),Amici del Laboratorio Internazionale della Comunicazione,Amnesty International - Gruppo Italia 143,Associazione Musicologi, Buteghe dal Mont - Glemone, Gruppo Caritas della Parrocchia di S. Maria Assunta, Centro Giovanile Parrocchiale Glemonensis, C.A.V. - Centro Aiuto alla Vita, C.I.D.I. della Carnia e del Gemonese, Comitato per la Costituzione, Comitato per la Solidarietà di Osoppo, Friûl Adventures - Fiore (Osoppo), Gruppo Scout AGESCI Gemona 1, Gruppo Special - Amici si può, Gruppo “Un blanc e un neri“, Pense e Maravee Associazione Culturale. VIOLENZA SULLE DONNE: UN PROBLEMA SOTTOVALUTATO In Italia, un milione di donne ha subito violenza fisica o sessuale negli ultimi dodici mesi L’impegno di Amnesty International tramite la campagna “Mai più violenza sulle donne” Fra tutte le forme di violenza, quella di cui sono vittima le donne è una delle meno note e più sottovalutate. L’idea prevalente nell’immaginario collettivo si discosta in modo netto dalla situazione reale. 2OWUHDOO¶LQÀXHQ]DGLIDWWRULGLWLSRVRFLDOHHGLFHUWL retaggi culturali, questa distanza fra realtà ed opinione comune è l’effetto della principale caratteriVWLFDGHOODYLROHQ]DVXELWDGDOOHGRQQHODGLI¿FROWj che si incontra nel farla emergere, poiché le stesse vittime sono le prime a non denunciarla. La violenza sulle donne viene spesso ed a torto considerata una questione secondaria, legata a situazioni di crisi e di guerra lontane dal contesto locale. Recenti indagini, tuttavia, confermano la gravità e l’attualità del problema anche nel territorio locale, smentendo quanti lo sottovalutano e consegnando all’opinione pubblica un fenomeno dalle dimensioni enormi, per questo particolarmente preoccupante: in Italia, infatti, negli ultimi dodici mesi un milione di donQHKDVXELWRYLROHQ]D¿VLFDRVHVVXDOH Amnesty International (AI), l’organizzazione internazionale che si batte per la difesa dei diritti umani, è impegnata da anni nel riconoscimento di un’effettiva parità nei diritti delle donne. Recentemente $,KDLQWHQVL¿FDWRLVXRLVIRU]LLQTXHVWDGLUH]LRQH attraverso la campagna “Mai più violenza sulle GRQQH´XQ¶D]LRQHVSHFL¿FDFKHFRQVLVWHLQXQDVHrie di iniziative a diversi livelli per far conoscere a fondo la natura del problema e far sì che i diritti e le garanzie assicurate dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani diventino per tutte una realtà. Il problema della violenza sulle donne, proprio perché nella gran parte dei casi non viene denunciato, risulta particolarmente complesso ed articolato: per questo motivo l’azione di Amnesty International si rivolge a interlocutori diversi e cerca di interYHQLUHHI¿FDFHPHQWHVXWXWWLLOLYHOOLGHOODVRFLHWjH dell’opinione pubblica. In primo luogo la campagna è indirizzata ai goverQL H DOOH DVVHPEOHH OHJLVODWLYH QD]LRQDOL DI¿QFKp UDWL¿FKLQR H DSSOLFKLQR VHQ]D ULVHUYH OD &RQYHQzione delle Nazioni Unite per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne ed adottino tutti gli strumenti necessari a FRQWUDVWDUH HI¿FDFHPHQWH LO SUREOHPD DQFKH QHOla sua dimensione internazionale, riconoscendo protezione alle vittime e assicurando i responsabili alla giustizia. Un esempio a questo proposito è rappresentato dalla questione della tratta delle donne e delle ragazze nell’industria commerciale del sesso, problema di assoluto rilievo in Europa che può essere contrastato soltanto con un’azione FRQJLXQWDIUDJOLVWDWL2JJHWWRGLXQDVSHFL¿FDH recente convenzione europea, sottoscritta da tutti gli stati ma da alcuni di essi (fra cui la Grecia) non DQFRUDUDWL¿FDWDODTXHVWLRQHqDOO¶RUGLQHGHOJLRUno ed è attualmente al centro dell’appello che AI ha rivolto alle autorità elleniche. A livello dei singoli stati, la campagna chiede inoltre l’abolizione di tutte le leggi che favoriscono l’impunità per stupro o omicidio di donne, l’adozione e l’applicazione di leggi che proteggano la donna, la considerazione della violenza all’interno della famiglia alla pari di un’aggressione in altri contesti, la considerazione, a tutti gli effetti, dello stupro e delle altre forme di violenza sulle donne come crimini. Anche quando fossero coronate da un successo, le iniziative sul piano legislativo e giudiziario della campagna “Mai più violenza sulle donne” non saUHEEHUR FRPXQTXH VXI¿FLHQWL D GHWHUPLQDUH XQD VROX]LRQHHI¿FDFHHGXUDWXUDGHOSUREOHPD$FFDQto agli appelli e alle pressioni sulle autorità legislative e sui governi, l’iniziativa trova il suo completamento in un’azione diffusa, con un paziente ed intenso lavoro a livello locale, “dal basso”. Tale opera di sensibilizzazione cerca di agire sul contesto culturale, ponendo le basi per la creazione di un DPELHQWHFKHDLXWLOHGRQQHDGDIIURQWDUHHI¿FDFHmente la violenza. Alle vittime, che spesso tolleUDQRWDFLWDPHQWHODYLROHQ]DVXELWDUL¿XWDQGRVLGL considerarla un reato, devono essere fornite condizioni e strumenti che permettano loro di affrancarsi dalle violenze. Il contesto sociale e culturale deve inoltre essere educato a non discriminare o stigmatizzare le vittime per la scelta di denunciare il torto subito. Diversamente dai tempi di approvazione di una legge, questo tipo di azione richiede un orizzonte temporale più ampio, ma rappresenta allo stesso tempo l’unica strada da percorrere per far sì che l’attenzione sul problema si mantenga ad un livello alto. Alcuni recenti segnali, come il successo della recente manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne svoltasi a Roma lo scorso 24 novembre ed il percorso parlamentare di un’apposita legge in materia, fanno pensare che l’opera di sensibilizzazione svolta negli ultimi anni da Amnesty International e da altre associazioni per la tutela dei diritti delle donne cominci a smuovere l’opinione pubblica. Prima che un vero e proprio “salto culturale” riesca QHOGLI¿FLOHFRPSLWRGLIDUXVFLUHGH¿QLWLYDPHQWH dal silenzio questa forma di violenza nascosta e allo stesso tempo tristemente diffusa, molto tuttavia resta ancora da fare. Per maggiori informazioni sul tema è possibile visitare le pagine web di AI, all’indirizzo www.amnesty.it/campagne/donne. Anagrafe parrocchiale BATTESIMI 50 Copetti Gaia n. l’11.5.07 batt. il 9.9.07 51 Venturini Leonardo di Valentino e Marchetti Jessica, n. il 17.2.07 batt. il 15.9.07 52 Altomare Martina di Marco e Copetti Anna, n. il 26.2.07 batt. il 16.9.07 53 Cattelan Christian Sergio di Andrea e Scidà Elisa, n. il 13.2.07 batt. il 16.9.07 54 Rovesti Rebecca Caterina di Fabrizio e Borgobello Lucia, n. il 9.5.07 batt. il 16.9.07 55 Treu Diego di Denis e Valent Silvia, n. il 2.4.07 batt. il 16.9.07 56 Venturini Giorgia Stella di Massimo e Peacock Karen, n. il 4.3.07 batt. il 16.9.07 57 Zamolo Marco di Enzo e Sabbadini Roberta, n. il 29.3.07 batt. il 16.9.07 58 De Clauser Francesca di Tullio e Bondino Sonia, n. il 24.2.07 batt. il 22.9.07 59 Rizzi Gaia di Fulvio e Vaccai Rina, n. il 22.3.07 batt. il 29.9.07 60 Castellarin Grace di Paolo e Bertossio Lara, n. il 4.2.07 batt. l’8.10.07 61 Allegretti Thomas di Vincenzo e Cargnrlutti Patrizia, n. il 30.1.07 batt. il 21.10.07 62 Angelone Ginevra di Francesco e Berti Silvia, n. il 13.6.07 batt. il 21.10.07 63 Canavese Giada di Fabio e Colaone Serena, n. il 10.1.07 batt. il 21.10.07 64 Mignogna Riccardo di Luca e Galantin Laura, n. il 14.3.07 batt. il 21.10.07 65 Seravalli Matilde di Davide e Contessi Paola, n. il 12.6.07 batt. il 21.10.07 66 Taverna Emma Elena di Lucio e Braida Martina, n. il 21.6.07 batt. il 21.10.07 67 Venturini Francesco di Giovanni e Damiano Mariangela, n. il 15.7.07 batt. il 21.10.07 MATRIMONI 8 Guerra Luca – Gimmillaro Alessia, sposati in Duomo l’8.9.07 9 Venturini Valentino – Marchetti Jessica, sposati in Duomo il 15.9.07 10 Carlassara Federico – Nicoletti Laura, sposati in Duomo il 15.9.07 11 Gubiani Maurizio – Lamesta Sara, sposati in Duomo il 15.9.97 12 Simeoni Nicola – Venchiarutti Nadia, sposati in Duomo il 22.9.07 13 Verilli Valter – Pittino Renata, sposati in Duomo il 23.9.07 14 Rizzi Fulvio – Vaccai Rian, sposati in Duomo il 29.9.07 15 Del Degan Emanuel – Proietti Veronica, sposati in Duomo il 29.9.07 16 Goi Paolo – Forgiarini Elisa, sposati in Duomo il 13.10.07 17 Boezio Federico – Palese Dayna, sposati in Duomo il 13.10.07 DEFUNTI 57 Fantini Amalia di anni 87 il 9.9.07 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 Galliano Barbina n. 8.11.1935 m. 1.6.2007 Franco Rosso n. 29.4.1946 m. 10.9.2007 Riccardo Rosso n. 13.11.1940 m. 24.9.2007 Ugo Della Marina n. 7.2.1924 m. 5.10.2007 Piccoli suor Afra di anni 104 il 9.9.07 Rosso Franco di anni 61 il 10.9.07 Argenta Ruggero di anni 53 l’11.9.07 Silvestri Elda ved. Di Bernardo di anni 72 il 16.9.07 Forgiarini Anna Saltari di anni 84 il 19.9.07 Revelant Orsolina ved. Sangoi di anni 83 il 21.9.07 Rosso Riccardo di anni 66 il 24.9.07 Cortella Adriana Patat di anni 72 l’1.10.07 Della Marina Ugo di anni 83 il 5.10.07 Sabidussi Aldo di anni 51 il 7.10.07 Mariano Colussi n. 21.7.1932 m. 19.10.2007 68 Lepore Fabio di anni 81 l’11.10.07 69 Milanese suor Lorenzina di anni 92 il 15.10.07 70 Mari Maria ved. Iosio di anni 92 il 15.10.07 71 Colussi Mariano di anni 75 il 19.10.07 72 Cragnolini Giuseppina ved. Mardero di anni 82 il 23.10.07 73 Orso suor Daniel di anni 74 il 2.11.07 74 Murello suor Antida di anni 98 il 3.11.07 75 Marini Maria ved. Forgiarini di anni 88 il 9.11.07 76 Cuzzi Leonardo di anni 87 il 18.11.07 Mandi Fabio All’età di 81 anni, l’11 ottobre scorso è scomparso Fabio Lepore, figura caratteristica dell’agricoltura gemonese. Era stato uno dei promotori della Festa del Ringraziamento che il mondo dell’agricoltura celebra ogni anno al termine dei raccolti e ci piace ricordarlo così come si presentava sotto il duomo, in attesa della benedizione dei prodotti della terra e delle macchine agricole, per poi sfilare fino al municipio. 15 È STATA LA PRIMA AD ESSER RICOSTRUITA DOPO IL TERREMOTO La chiesa di San Rocco in Borgo del Ponte Costruita tra la fine del Quattrocento e il 1521 a seguito di un voto fatto dalla Magnifica Comunità per impetrare la fine di un lungo periodo di epidemie di peste, la piccola chiesa di San Rocco era stata eretta sulle fondamenta di un torrione della seconda cinta murata risalente alla seconda metà del 1200. L’antico torrione sorgeva a difesa di una delle porte cittadine munita di ponte levatoio: da qui il nome di borgo del ponte dato alla zona quando venne urbanizzata all’interno della nuova cintura murata, sul finire del secolo successivo. La costruzione aveva preso la forma circolare dell’edificio precedente, così come s’è potuto constatare durante i lavori di ricostruzione dopo il 1976, e la mantenne fino agli inizi del Seicento. Vi aveva sede la Confraternita di San Rocco, istituita sul finire del Quattrocento dopo che il santo era stato proclamato compatrono di Gemona nel 1476 (a lui nel 1489 dedicherà un inno in latino l’umanista pordenonese Pietro Capretto, al tempo cappellano del nostro duomo). Nel 1620 fu costituita in città la Confraternita del Crocifisso e la chiesa, divenutane la sede, venne ampliata con l’innesto, verso valle, di un’aula rettangolare. In quel che rimaneva della costruzione cinquecentesca, divenuto presbiterio, fu collocato l’altare maggiore, dedicato appunto al Crocifisso, mente ai lati furono sistemati l’altare di San Rocco e quello dell’Addolorata. Incamerata dal governo del Regno Italico nel 1806, la chiesa fu messa all’asta e rimase bene privato fino al 1817 quando fu riassegnata alla pieve di Gemona. Nel 1841 vennero completati i lavori di ampliamento che avevano permesso di 16 Gesù assiso tra la Vergine e il Battista, tra i Santi, gli Apostoli e gli Evangelisi mentre San Michele pesa l’operato di ogni essere umano chiamato a giudizio dalle trombe degli angeli. Coloro che attendono d’entrare in paradiso sono chiamati dai Santi Rocco ed Emidio, i patroni invocati contro pestilenze e terremoti. Le anime dei dannati vengono condotte alle pene eterne. L’aula ospita anche quattro buone tele seicentesche (gli Evangelisti) dono della famiglia Someda de Marco. Nel periodo natalizio in San Rocco viene allestito il presepe con personaggi in parte recuperati da quelli dello storico presepe della chiesa di Fossale e recentemente restaurati e rinfrescati da Giovanni Seravalli. Le vicende della storia gemonese legate alla chiesa di San Rocco e la storia della devozione al santo in Friuli sono state descritte da monsignor Pietro Londero (Pieri Piçul) nell’opera San Roc in Friûl. Fer ampliare la capienza della chiesa con la costruzione di due piccole navate dalla curiosa pianta triangolare. L’interno fu arricchito di stucchi e dipinti del Tiani mentre il soffitto fu affrescato dal pittore veneziano Sebastiano Santi con la rappresentazione del Giudizio Universale. Nel 1863 venne costruito il campanile. Distrutta dal terremoto, fu riedificata su iniziativa del concittadino monsignor Pietro Londero grazie al lavoro di molti volontari e ai contributi di privati ed enti giunti da tutto il mondo. Il progetto, che ha riproposto l’edificio nella sua forma ottocentesca, è stato eseguito dall’ingegner Pino Crapiz e dal perito Pietro Renier. Prima tra le chiese riedificate a Gemona dopo la distruzione, venne consacrata da monsignor Alfredo Battisti, allora arcivescovo di Udine, il 16 agosto 1982. La chiesa è corredata di opere offerte da artisti gemonesi: alle spalle dell’altare maggiore, realizzato utilizzando uno splendido acquaio secentesco dono delle sorelle Costalonga, sta il bel Crocifisso scolpito da Paolino Urbani; i due altari laterali sono dotati di pale dipinte da Giovanni Seravalli (San Rocco sana una bimba appestata) e da Giovanni Pittini (Pietà); il grande affresco del soffitto, che ripropone in una ariosa composizione moderna il tema del Giudizio Universale (foto qui sopra) è stato realizzato da Bruno Tuti con uso sapiente di cromatismi e forza espressiva: vi si presenta Il Lapidario del Duomo Con l’anno nuovo sarà possibile visitare gran parte dei vani sotterranei del Duomo destinati ad ospitare il Lapidario, realizzato su progetto dell’architetto Alberto Antonelli con il contributo del Rotary Club di Gemona. La benedizione dell’opera e l’inaugurazione di questi nuovi spazi, destinati all’esposizione di pietre lavorate salvate dai crolli del 1976, avverrà domenica 13 gennaio ad opera dell’arcivescovo monsignor Pietro Brollo, al termine della celebrazione eucaristica che il presule celebrerà in duomo alle 10,30. Periodico parrocchiale fondato nel 1933 Proprietà: Pieve di Santa Maria Assunta Parrocchia di Gemona – Periodicità trimestrale – Direttore resp. Mauro Vale – Aut. Tribunale Tolmezzo n. 163 del 0404-2006 – Stampa: Arti Grafiche Friulane / Imoco spa, (Ud) Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c legge 662/96 – Filiale di Udine In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a corrispondere la tassa prevista TAXE PERÇUE 33013 GEMONA (UD) TASSA RISCOSSA ITALY