Come un sogno! - parrocchia di Gemona

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Come un sogno! - parrocchia di Gemona
ANNO LXXV - N. 4
DICEMBRE 2007
Il cielo s’è fatto terra
Il centro del Cristianesimo, il suo arco
portante è Gesù Cristo. Pienamente
uomo e pienamente Dio, che unisce
umanità e divinità senza fratture. In
un’unica realtà vivente.
Senza Cristo non c’è fede cristiana.
“Gesù concentra nella sua persona tutto il
programma dei cristianesimo” dice Hans
Küng: un programma di liberazione dalle
forze del male e del peccato e di apertura
all’avvento dei Regno di Dio. Migliaia di
volumi sono stati scritti su di lui. Attorno
a Gesù si è combattuto, e si combatte
ancora, la più grande battaglia culturale
del mondo moderno, almeno di quello
occidentale.
Gesù è l’uomo “più determinante per la
fede”. E questo perché, scrive Karl
Jaspers, “ha portato l’essere umano a un
limite che è il più rivoluzionario di ogni
storia. È arrivato in un luogo dove non
c’è altro che Amore e Dio”. “La storia è
gravida di Cristo”, punta a Cristo. Fiodor
Dostoevskij fa dire al protagonista de I
demoni: “Il punto cruciale della questione
sta in questo: se un uomo imbevuto della
civiltà moderna, un europeo, può ancora
credere: crede proprio alla divinità del
Figlio di Dio, Gesù Cristo. In questo sta
tutta la fede”.
Blaise Pascal, filosofo e studioso di fisica, matematica e geometria: “Noi conosciamo Dio soltanto per mezzo di Gesù
Cristo. Il Dio dei cristiani non è semplicemente un Dio autore delle verità matematiche e dell’ordine cosmico. Tutti coloro
che cercano Dio fuori di Gesù Cristo e si
arrestano alla natura cadono nel deismo o
nell’ateismo: due cose che la religione
cristiana rifiuta quasi in ugual misura”.
(segue a pagina 4)
Come un sogno!
Sembra un sogno la profezia di Isaia che
in questo tempo di Avvento ci ha preparato al Natale: “il lupo abiterà con l’agnello,
la pantera con il capretto, un bambino
metterà la sua mano in un nido di serpenti
velenosi…”. Una visione bella come un
sogno, irreale quanto un sogno, assurda
come il sogno di Maria, una ragazzina che
disse di sì alla maternità annunciata dall’angelo; come il sì trepidante di Giuseppe; come il sì dei pastori affascinati dal
canto degli angeli; come il sì sussurrato
con emozione da tanti di noi in questa
notte Santa di Natale.
E anche noi, almeno per lo spazio di
tempo di un sogno, ad immaginare un
mondo in cui non ci saranno più stranieri,
perché gli uomini avranno capito di essere
fratelli; in cui non ci saranno più violenze
alle donne e bambini, perché tutti riconosceranno il diritto di tutti alla vita fin dal
primo istante e alla gioia di esistere; e non
ci saranno più guerre e gli arsenali saran
diventati magazzini dove i carri armati
saran trasformati in trattori, le mitragliatri-
ci in tosa erba da giardino e i bombardieri
trasformati in cargo per il trasporto di
medicinali e viveri; quando in questo nostro fazzoletto di terra friulana i gemonesi
si augureranno con il sorriso, ogni giorno:
Buon Natate !
Questo sogno non è frutto di nostalgie
infantili ma è rifarsi al grande sogno di
Dio. E Dio pone i suoi sogni nel nostro
cuore e nelle nostre mani. E dalle mani di
Dio il mondo era uscito senza divisioni,
morti e miseria, senza poveri perché non
c’erano ricchi, senza aggressioni perché
non c’era chi aggrediva. Natale ci riporta
a quel mondo. Natale è l’iniziativa di Dio
per ricominciare assieme a sognare con i
suoi occhi e con il suo cuore. Ecco, spunterà quel giorno! Non dipende da noi e
dalle nostre decisioni il suo spuntare: sarà
un dono, quando Dio vorrà, quando noi
sentiremo nella notte il canto degli angeli.
Non smettiamo il giorno dopo Natale di
desiderare, di sognare ancora; non dimentichiamo le origini della nostra storia
di salvezza.
Il sogno di Isaia ci dice di non abituarci al
disordine di una storia vecchia di secoli di
guerre fra terre vicine e lontane, di denunce fra fratelli per un’eredità mal gestita, di
porte sbattute per incomprensioni in famiglia, di fughe dalla verità per le droghe e
l’alcol che ci succhiano il gusto della vita
e della libertà…
Alimentiamo in noi un sogno che ci invita
a tenere acceso in noi il desiderio della
novità di Dio. Quando il Signore verrà e il
sogno si realizzerà ci sorprenderà, ma non
ci troverà impreparati! E allora Gemona
canterà ai sonnecchianti “pastori” del
mondo: “Gloria a Dio su, in alto nel cielo,
e pace agli uomini che il Signore ama”.
...una ragazzina che disse di sì alla maternità
annunciata dall’angelo...
l’arciprete
monsignor Gastone Candusso
1
IL BIMBO CHE RIMANE IN NOI
Nel silenzio guardando le stelle
vedi meraviglie, opere belle!
Ti perdi in mille pensieri… ricordi,
groviglio di immagini limpide e discordi.
Ti rivedi bambino innocente
gioioso di stare tra l’amica gente
felice di quel che davi e ricevevi
libero in cuore come meglio credevi.
Nella veglia ora senti battiti lenti
pensieri scorrono usuali… scadenti.
Buttata ti pare l’intera tua vita
la rivedi come ricchezza svanita.
Ti cerchi, ti aggrappi ad ogni appiglio,
ti accolli tue colpe senza battere ciglio.
Ti senti or pronto per grandi promesse
perché le speranze rimangon le stesse.
Ti perdi… ma senti nel cuore
che sollevarti può solo l’amore.
Così fattomi piccino m’inchino anch’io
e chiedo perdono al Bambino Buon Dio!
Domani ogni incontro sarà per me vitale
E con cuore sincero dirò a tutti:
Buon Natale!
Daniele Boezio
Accompagnando la poesia, l’autore –
che legge Voce Amica lontano da Gemona e che dedica il suo componimento ai coetanei del 1941 – ci scrive:
Sarebbe bello se i bambini delle elementari e delle medie componessero
una poesia sul Natale: ciò permetterebbe di avere un simpatico quadro di
come e quanto è sentita questa bellissima festa e i versi potrebbero esser pubblicati su Voce Amica...
Giriamo senz’altro la bella proposta ai
catechisti e ci diamo appuntamento fra
un anno raccomandando però ai giovani
poeti la brevità.
Un grazie e un invito
Anche quest’anno il lavoro non è
mancato, in parrocchia.
A tutti i generosi che in qualsiasi
forma hanno dato una, o tante
mani, accogliendo gli appelli alla
collaborazione e al servizio, il grazie più sentito.
Ai parrocchiani di buona volontà
l’invito a farsi avanti: l’anno prossimo c’è lavoro e soddisfazione per
tutti: in duomo come in Salcons e
al Glemonensis, nelle chiese e in
museo, in canonica e perfino in
Frate.
E se non ce n’è, l’arciprete lo
inventa certamente!
2
Celebrazioni e appuntamenti del tempo di Natale
Novena di Natale, in San Rocco
Da lunedì 17 a venerdì 21 dicembre alle ore 18,30:
Novena di Natale con S. Messa e canto del Missus
In questi giorni viene perciò sospesa la messa feriale in Santa Lucia
Mercoledì 19 dicembre, in Santuario
Ore 20: Liturgia penitenziale e confessioni
Venerdì 21 dicembre, al Gelmonensis
Ore 20.30: Spettacolo di Natale a cura del GRUPPO SPECIAL
Sabato 22 dicembre, in Duomo
Ore 20.30: I Cori della Parrocchia augurano “BUON NATALE GEMONA”, 140
voci in concerto
Domenica 23 dicembre, in Duomo
Ore 10.30: S.Messa e benedizione statuine di Gesù Bambino per i presepi di
casa
Ore 16: Vesperi in Santuario
Lunedì 24 dicembre/Vigilia di Natale, in Duomo
Ore 10-12 e 15-19: confessioni
Ore 19: S. Messa della vigilia
Ore 23: Veglia di preghiera “ASPETTANDO COLUI CHE VIENE”
Ore 24: S. Messa della Natività
Martedì 25 dicembre/Natale del Signore, in Duomo
Ore 10.30: S. Messa Solenne
Ore 19: S. Messa serale
È sospesa la S. Messa delle ore 9 in Duomo
Mercoledì 26 dicembre/S.Stefano
Messe con orario festivo
Lunedì 31 dicembre/Ultimo dell’anno, in Duomo
Ore 19: S. Messa e canto del Te Deum
Martedì 1 gennaio 2008
Messe con orario festivo
Venerdì 4 gennaio, in Duomo
Ore 20.30: Concerto “MELODIE E ATMOSFERE DI NATALE”
Sabato 5 gennaio, in Duomo
Ore 19: S. Messa prefestiva e benedizione del sale, dell’acqua e della frutta
Domenica 6 gennaio, in Duomo
Ore 10.30: Messa del Tallero
Messe con orario festivo
Domenica 13 gennaio, in Duomo
Ore 10.30: S. Messa celebrata dall’Arcivescovo monsignor Pietro Brollo
nell’anniversario della consacrazione episcopale
Ore 11.30: Inaugurazione del Lapidario del Duomo con la benedizione di
monsignor Brollo
Auguriamo a tutti i parrocchiani un felice Natale ed un prospero Anno
nuovo, nel nome del Signore
IL CALORE CHE SCALDA IL CUORE LO DONA SOLO GESÙ
E venne nel mondo la Luce vera
Sembra così lontano, ma le settimane
passano però e, alla fine del nostro itinerario di Avvento, tra corse estenuanti,
malinconie più o meno diffuse, aria di
festa e pacchi e pacchetti, pronti o non
pronti, accadrà ancora: arriva il Natale.
Natale, giorno benedetto: Dio, di nuovo,
scommette sull’uomo. Dio, ancora, chiede ospitalità. Dio, l’inaudito, è qui. È
nato, amici! È qui, oggi come allora, nel
cuore di chi sa ancora stupirsi… il Signore viene!
Ma attenti al “natalismo”. Così ho ribattezzato la sindrome da “buonismo natalizio”: è un atteggiamento che, ben più
semplice della conversione, si accontenta
di prendere a proprio uso e consumo la
patina sentimentale che aleggia intorno
alla culla e al bambino piccino e ai pastori eccetera eccetera. È un rischio ultradiffuso, che riempie le nostre chiese una
volta all’anno ma che poche volte sfocia
in un atteggiamento di fede. Pochi buoni
sentimenti, in questa notte, ma molto
coraggio a lasciarsi provocare. Questo
bambino, così innocuo, suscita paura,
stupore, come quando ci avviciniamo a
qualcosa di grande, di sconosciuto.
Chi lo avrebbe mai detto? Che il Dio cercato dall’uomo da sempre, la Risposta a
tutte le nostre più profonde ed autentiche
domande, il Creatore amato e temuto,
intuito e adorato, avesse il volto e il sorriso di un neonato? Quanto di più disarmante, stupefacente, tenero, indifeso
potete trovare dello sguardo di un bambino? Questo è il nostro Dio.
Nei nostri momenti più duri questo deve
consolarci: cosa doveva fare di più, Dio,
per dimostrare che ci amava? Quale gesto
più sconvolgente di questa debolezza
voluta, consegnata, questa fiducia inaudita che Dio ha nell’uomo? Se il nostro
cuore riesce ad aprirsi a queste inaudite
altezze, credetemi, si ritrova come i
pastori: avvolto dalla luce. Abitato dalla
luce, illuminato dentro. Non siamo più
noi a cercare, non dobbiamo più sforzarci,
è lui che ci avvolge, è lui che ci cerca.
La gioia, grande, per noi e per tutto il
mondo è questo Dio che si fa presente,
accanto a ciascuno di noi. Questo Dio che
ancora sceglie di compromettersi, di
amarmi, di accogliermi, di avvolgermi.
Eppure, mi direte, non me ne accorgo. Vero: come la stragrande maggioranza degli
abitanti di Betlemme, brava gente, magari
“di chiesa”, che dormirono russando sonoramente quella notte, mentre Dio trovava
ospitalità in una vecchia stalla…
Natale è dramma, per ogni uomo di ogni
tempo: il dramma della scelta fra tenebre e
luce, fra Dio e il Nulla, fra lo stupirsi e l’adeguarsi. L’unico dramma della nostra vita,
amici, è che Dio non ci trovi presenti, quando verrà, è che non riesca a nascere nel
profondo del nostro cuore. Natale diventerà
allora una memoria, una festa di buoni sentimenti. E basta. È Natale, che ci crediamo
o no, Dio non chiede permesso per esistere,
per nascere, per venire, per amarci.
L’altro giorno (alla fine di novembre!)
passeggiando per Udine notavo che tante
persone avevano già addobbato le loro
case o i loro negozi per Natale. Non ho
biasimato il consumismo ultradiffuso,la
religione ridotta a commercio o lo svilimento del messaggio vero del Natale:
luci, lucette e canzoncine mi hanno fatto
semplicemente tenerezza. Si, tenerezza.
Ho intravisto il desiderio, seppure inconscio, di vivere la magia del Natale…ho
pensato Chissà se il calore esteriore che
quelle lucette evocano riesce a scaldare il
cuore di chi le ha accese? Forse no: ma
non penso che il riempirsi di segni esteriori così ostentati sia un caso. Servono a colmare qualcosa, a creare atmosfere di pace,
Glemoaperto: news
Avremmo dovuto iniziare questo articolo
parlando di come si erano svolti i primi
Glemoaperto di quest’anno, e invece ci
ritroviamo qui a chiedere scusa, ma non
ce l’abbiamo fatta: è stato tutto rimandato
da gennaio in poi. Purtroppo per vari
motivi non siamo riusciti ad organizzarci,
anche per la necessità di trovare adulti
che vogliano prendersi la responsabilità
di organizzare e coordinare le attività.
I giovani animatori sono pronti, volenterosi di coinvolgere i bambini e ragazzi di
Gemona con la loro travolgente allegria; i
bambini sono pronti a trascorrere insieme
domeniche di allegria e crescita insieme.
Quindi, adulti di Gemona, mamme o
papà, nonni o nonne, anziani o giovani,
single o maritati, stiamo cercando proprio
voi! Voi che avete ancora voglia di divertirvi, voi che volete mettervi alla prova,
voi che volete fare qualcosa per il prossimo, voi che magari non avete molto
coraggio ma volete comunque provare,
voi che amate la gioventù, voi che avete
un po’ di tempo libero, o semplicemente
voi che, da cristiani, sentite il dovere di
fare qualcosa di concreto per la comunità.
A don Oscar, ordinato diacono dall’arcivescovo monsignor Pietro Brollo il 21 ottobre
scorso nel duomo di Udine, il nostro affetto
e la nostra gratitudine nella preghiera.
serenità, calore ormai difficili da avere.
La risposta probabilmente è scontata…la
luce interiore, il calore vero, quello che ti
scalda il cuore, può portartelo solo il vero
protagonista del Natale: l’uomo Gesù e
noi dobbiamo impegnarci a credere che è
lui e solo lui che può darci la felicità vera.
E allora a tutti, specialmente ai ragazzi:
Buon Natale. Con un unico semplice
augurio: che anche questo Natale vi aiuti
a sentire vicino Lui, l’eterno che si fa
amico di ciascuno di noi. E, credetemi,
vale veramente la pena di incontrarlo!
don Oscar
Non abbiate timore: chiunque abbia
amore può svolgere questo compito,
ognuno con le proprie qualità può portare
aria nuova. Così, sperando che voi
cogliate questo invito, ci diamo l’appuntamento a gennaio, ai Glemoaperto che
riusciremo fantasticamente a realizzare
insieme!
Valentina
P.S. Se sei disponibile telefona a don
Gastone in canonica (0432-980608).
AAA CAMPEGGI INVERNO OSAIS
Ragazzi delle medie e giovani delle superiori
(classi I e II) siete pronti per trascorrere dei fantastici giorni sulla candida neve ad Osais? Non
potevano infatti mancare i campeggi invernali
in quel ridente paesino di montagna che calorosamente ogni anno ci aspetta.
Ricordo che tutti i ragazzi dalla prima media
alla seconda superiore possono iscriversi in
canonica, ma chiaramente, per questioni di
posti, la precedenza verrà data a chi frequenta
costantemente il Glemo: il sabato pomeriggio
per le medie e il giovedì sera per le superiori!
Vi aspettiamo numerosi!!!
- dal 26 al 28 dicembre: I e II superiori
- dal 28 al 30 dicembre: 1° turno medie
- dal 1 al 3 gennaio 2008: 2° turno medie
- dal 3 al 5 gennaio 2008: 3° turno medie
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ANCHE QUEST’ANNO UNA BELLA RASSEGNA DI PRESEPI DA TUTTO IL MONDO A PALAZZO ELTI
Il presepio: favola o mistero?
Tanti anni fa il Presepio si poteva ammirare solo nelle chiese.
Famoso quello di Madonna di Fossale
(poi in parte recuperato in S.Rocco),
quello del Santuario di S.Antonio, del
Convento delle Suore…
Poi sono arrivate le statuine di gesso
colorato nelle case di chi poteva permetterselo, poi di carta ritagliata dalle riviste
e rinforzata con il cartone poi, lentamente ma inesorabilmente indistruttibili e a
dire il vero anche un po’ bruttine e sempliciotte, le statuine di plastica o resina
(…made in China).
Quest’anno dopo la polemica dello scorso Natale il presepio è tornato sugli scaffali dei negozi e nelle case di molti
gemonesi.
Il cielo s’è fatto terra
segue dalla prima pagina
“Cristo non è soltanto un’irruzione nella
storia dell’uomo”, afferma Renè
Latourelle. “È un’irruzione che rivela
l’uomo a se stesso, che lo decifra, lo
interpreta, lo trasfigura. Soltanto Cristo è
la chiave del crittogramma umano, la
cifra dell’uomo”. È Figlio di Dio, ma
anche talmente uomo che, come dice il
teologo Leonardo Boff, “umano così può
essere solo Dio”. È il mistero e l’enigma
dell’uomo: non poter essere se stesso, se
non travalicando se stesso. E solo Cristo
ci è riuscito.
Gesù della storia o il Cristo della fede?
Ma chi era Gesù veramente? Un enigma
della storia? Un mito aureolato di infinito? Lo sconosciuto che tutti “tirano per la
manica della giacca” per monopolizzarlo? Di volta in volta è stato visto come
l’agitatore politico o il rivoluzionario
sociale, l’hippy della cultura underground, il puro mistico, l’antiborghese
fustigatore di ipocrisie, il grande maestro
di morale come Buddha, Gandhi,
Confucio...
Una rapida analisi degli ultimi secoli ci
può dare un’idea della battaglia culturale
e religiosa che ha visto in prima linea
l’intellighenzia tedesca, quasi tutta protestante. Sono in gioco i rapporti tra storia e
fede nella persona di Gesù Cristo. Tre
sono le tendenze che sintetizzeremo
molto schematicamente.
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Il presepio però non può essere mai
“banale”, comunque rimane il tentativo
di rappresentare la nascita di un Dio
bambino: l’inserimento del Signore
della storia nella nostra storia, nella
nostra cultura, nelle nostre abitudini.
Da una ricca collezione di presepi (oltre
1200) anche quest’anno verranno esposti nelle sale di Palazzo Elti oltre 150
presepi provenienti da tutto il mondo. In
questa settima edizione ammireremo la
fantasia un po’ magica dei presepi napoletani, la dolcezza di quelli della Val
Gardena; l’eleganza barocca dei presepi
europei e la drammaticità di quelli africani; il colore e il brio dei presepi
dell’America latina e la composta drammaticità di quelli dell’America del nord;
la stravaganza mista a dolcezza di presepi fatti in serie e il fascino di autentici
piccoli capolavori usciti dalle mani di
artigiani…
Natale, favola o mistero? Dipende da
come ci disponiamo ad ammirare un
evento che comunque ha spaccato in due
l’umanità!
“E il Verbo, la Parola di Dio,
si è fatta carne
e venne ad abitare in mezzo a noi…
Noi l’abbiamo vista e annunciata a voi”
… e noi oggi ancora la contempliamo e
la raccontiamo.
l. Le interpretazioni razionalistiche e
idealistiche.
Il bilancio consuntivo di queste ricerche
sul Gesù storico che ci dà Albert
Schweitzer, il celebre medico ed esegeta,
è nettamente negativo: “Gesù non è mai
esistito”. Altri studiosi sono pìu sfumati e
ammettono, sì, che è esistito, ma ne
danno una figura riduttiva. Riassume
Joachim Jeremias: “I razionalisti rappresentano Gesù come un predicatore di
morale. Gli idealisti come la più alta
manifestazione dell’umanità, i socialisti
come l’amico dei poveri e gli pseudoscienziati ne fanno una figura da romanzo”. Rifiutato il discorso sulla sua divinità. Inaccettabile.
filtrato dalla primitiva comunità cristiana
e che noi dobbiamo “demitizzare”.
“Demitizzare” divenne il nuovo verbo, e
per due decenni influì fortemente sugli
studiosi tedeschi e non solo tedeschi.
Fino a che il pendolo oscillò nuovamente
dal Cristo della fede al Gesù storico.
2. L’interpretazione mitica di Rudolf
Bultmann.
Lo studioso tedesco che domina la prima
metà dei Novecento inverte la rotta. Per
Bultmann l’importante non è il Gesù storico, ma il suo messaggio che ci viene
trasmesso nei vangeli sotto il velo mitologico. “Io sono del parere – osserva
Bultmann – che noi non possiamo sapere
nulla della vita e della personalità di Gesù
perché le fonti cristiane non sono interessate al riguardo se non in modo frammentario e con un taglio leggendario. Sono
frutto di fantasia e materiale da romanzo,
non sono ricerche critiche”. La fede non
può fondarsi su fonti così fragili, di cui è
impossibile una certezza storica. Del
resto il Gesù storico non ha molta importanza. Quel che interessa è il suo messaggio, depurato da ogni velo mitologico:
precisamente il Cristo della fede. In
breve, con i vangeli non si raggiunge il
Gesù storico ma solo il suo messaggio,
La mostra rimarrà aperta fino al
21.1.2008 con orario 15-18 feriale,
10.30-12.30 e 15-19 festivi.
3. Il Gesù storico è essenziale.
Fu un discepolo di Bultmann che all’inizio degli anni cinquanta tirò il sasso in
piccionaia. Ernst Kasemann affermò,
contro Bultmann, che il Gesù storico
aveva una importanza essenziale per la
fede cristiana. Una fede così profondamente “storica” come il cristianesimo, a
che cosa si sarebbe ridotta senza basi storiche? E il Cristo della fede non si sarebbe dissolto rapidamente in un fantasma?
Negata la storia, si finisce nel mito e si
dissolve la realtà dell’incarnazione. Per
gli evangelisti il Cristo glorioso dell’annuncio cristiano non si può scindere dal
Gesù terreno. Vent’anni dopo, nel 1973,
Kasemann ribadiva: “Lo scetticismo storico non ci è piu permesso, e lo affermo
proprio come storico. È semplicemente
falso che Paolo o Giovanni non sapessero
nulla o non volessero sapere nulla del
Gesù terrestre ... La critica perde la sua
credibilità quando emette dei giudizi globali e si abbandona a uno scetticismo di
principio”. In fondo, questo oscillare dei
pendolo tra il Gesù storico e il Cristo
della fede, ci insegna che storia e fede
non sono incompatibili, come affermano
certi storiografi laicisti. La sintesi storiafede non solo è possibile, ma è l’unica
via per raggiungere la pienezza della
verità.
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CINQUE GIORNI DI RIFLESSIONE GUIDATI DAI MISSIONARI DI VILLAREGIA
Un dovere per tutti: missionari in casa nostra
Ogni tanto vengo a sapere che alcuni
gemonesi sono andati in terre lontane a
dare una mano in alcune missioni o in
situazioni di necessità o emergenze. A
tutti loro la nostra ammirazione e il
nostro plauso!
È vero che anche il Vangelo dice che la
destra non deve sapere ciò che fa la sinistra, ma è anche vero che l’esempio vale
molto più delle prediche.
I numeri della nostra solidarietà missionaria pubblicati su Voce Amica nella rubrica
“La Carità in cifre” ci dicono quanto ci
stanno a cuore i nostri missionari e missionarie con i quali abbiamo avviato un
gemellaggio fatto di adozioni a distanza,
sostegno economico, scambio epistolare,
momenti conviviali quando vengono a
Gemona ed eventuali visite di alcuni
gemonesi nelle loro missioni… Ma forse
occorre un qualcosa in più, un renderci
conto che anche noi qui nella nostra terra
dobbiamo essere missionari, inviati “in
missione” ad annunciare Gesù il Cristo.
Saranno a Gemona nostri ospiti da mercoledì 16 a domenica 20 gennaio 2008 i
Padri Missionari della comunità di Villaregia-Pordenone.
Incontreranno i bambini e i giovani, visiteranno gli ammalati e anziani che lo
richiederanno, animeranno le messe nelle
liturgie e in Duomo, saranno disponibili
ad ascoltarci e ci chiederanno di ascoltarli. Una settimana missionaria, una nuova
originale “globalizzazione”, un aprire il
cuore e la mente al mondo intero.
L’Arciprete
Questo il programma:
Mercoledì 16 gennaio 2008
• Ore 10 in canonica:
incontro con la parola di Dio
• Ore 18 in Santa Lucia:
S.Rosario e S.Messa
• Ore 20.30 in Salcons:
incontro con il Consiglio Pastorale
e tutti gli operatori pastorali
Giovedì 17 gennaio 2008
• Ore 9: incontro con i bambini
della scuola S.Maria degli Angeli
I fronti della carità
Confidando nella generosità dei gemonesi,
lanciamo anche quest’anno un appello per le
iniziative di carità: la missione in India di Visakapatan di padre Pusch Panadan; quella delle
Suore Francescane nella Repubblica Centroafricana; di padre Marchiol in Mozambico;
degli Stimmatini a Manila (Filippine), oppure
delle opere di monsignor Solari in Bolivia.
Ma non possiamo dimenticare anche le
necessità di casa, per le quali la Caritas parrocchiale è impegnata costantemente. Basta
rendere concrete le buone intenzioni natalizie
con un’offerta (seppure piccola).
• Ore 14.30: incontro con i bambini
del catechismo 1° turno
• Ore 17.30: incontro con i bambini
del catechismo 2° turno
• Ore 18 in Taboga: S.Rosario e S.Messa
• Ore 20.30 in Salcons: incontro con i
genitori di bambini, ragazzi, giovani
Venerdì 18 gennaio 2008
• Ore 9: incontro con i bambini
della scuola S.Maria degli Angeli
• Ore 14: incontro con i bambini
della scuola S.Maria degli Angeli
• Ore 15.30: visita agli ammalati
• Ore 18 in Campagnola:
S.Rosario e S.Messa
• Ore 20.30: Veglia Missionaria
Sabato 19 gennaio 2008
• Ore 10: visita agli ammalati
• Ore 14.30 al Glemonensis:
incontro con i ragazzi delle medie
• Ore 16 in canonica:
disponibilità per incontrarli
• Ore 18.30 in Duomo:
S.Rosario e Messa prefestiva
• Ore 20.30 al Glemonensis: Serata speciale. Festa missionaria: di tutto, di più.
Domenica 20 gennaio 2008
• Ore 9 in Duomo e nelle borgate:
S.Messa
• Ore 10.30 in Duomo: S.Messa
• Ore 15 in canonica:
disponibilità per incontrarli
• Ore 18.30 in Duomo:
S. Rosario e S. Messa
La preparazione al matrimonio cristiano
Non si insegna ad amare, si mostra come
si ama.
Non si convince dell’amore, ma si è convertiti all'amore dall'amore.
La preparazione consiste nell’aiutare i
fidanzati a vivere il fidanzamento e la
prossima celebrazione del matrimonio
come momento di crescita umana e cristiana nella Chiesa; nell’aiutarli a conoscere e a vivere la realtà del matrimonio
che intendono celebrare, perché lo possano celebrare non solo validamente e lecitamente ma anche fruttuosamente, e perché siano disponibili a fare di questa celebrazione una tappa del loro cammino di
fede; nel portarli a percepire il desiderio e
insieme la necessità di continuare a camminare nella fede e nella Chiesa anche
dopo la celebrazione del matrimonio (dal
Direttorio di pastorale familiare per la
Chiesa in Italia, n. 52)
Il “corso” o l’”itinerario” di preparazione
al matrimonio, che proponiamo anche nel
2008, non è un atto formale finalizzato a
ottenere un attestato dal sapore burocratico, ma un’esperienza significativa che
aiuta la coppia a verificare o a costruire il
proprio progetto di famiglia cristiana. È
anche un’esperienza di chiesa perché il
cammino si svolge insieme con altre coppie in un contesto di dialogo, di confronto
e di crescita comune.
#
PROGRAMMA DEL CORSO PER FIDANZATI
Data
Venerdì 15 Febbraio
Venerdì 22 Febbraio
Venerdì 29 Febbraio
Domenica 2 Marzo
Venerdì 7 Marzo
Venerdì 14 Marzo
Venerdì 28 Marzo
Venerdì 4 Aprile
Relatore
Titolo intervento
Ci amiamo.. tanto da sposarci
Don Gastone Candusso
I fondamenti dell’amore cristiano Don Federico Grosso
Capaci di comprenderci
Don Chino Biscontin
Incontro di tutte le coppie a Pierabech (Forni Avoltri)
Un amore responsabile
Don Pierluigi Di Piazza
Le fasi evolutive della coppia
Maria Grosso
Il coraggio di amare
Fam. Zuccolo
La celebrazione del matrimonio Don Rizieri De Tina
Il corso si chiuderà domenica 6 aprile con la celebrazione della santa messa in
Duomo ed un incontro conviviale per i partecipanti.
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UNA LUNGA E GLORIOSA STORIA CHE CONTINUA
L’Azione Cattolica ha 140 anni
Quest’anno
l’Azione Cattolica festeggia
una doppia ricorrenza: i centoquarant’anni
della sua fondazione ed i quarant’anni dal Concilio Vaticano II, che
ha segnato il rinnovamento unitario
dell’Associazione.
L’Azione Cattolica dei tempi moderni
riconosce nel giovane Mario Fani e in
Giovanni Acquaderni gli iniziatori
dell’Associazìone con i primi circoli
della Società della Gioventù Cattolica
(estate 1867) e riconosciuta da parte
della Santa Sede nella primavera dei
1868, alla quale si aggiunsero poi
l’Unione Donne e l’Unione Uomini.
Gli anni che seguirono alla proclamazione dello Stato unitario italiano furono accompagnati da intensi fermenti
culturali e da un anticlericalismo fortemente marcato soprattutto nelle scuole.
L’ostilità verso il “Papa re” si estende a
tutte le istituzioni religiose, si nega la
potestà spirituale della Chiesa, si
inneggia alla “Stato ateo” e alla “1egge
atea”.
L’idea di una associazione fra giovani
cattolici nasce in questo clima di ostilità verso la religione e la Chiesa. Un
giorno un insegnante si rivolge alla sua
Il gruppo dei gitanti sulla costiera amalfitana.
6
scolaresca e l’apostrofa dicendo “spero
che in questa classe non ci siano allievi
tanto bigotti da andare a Messa la
domenica”. Nel silenzio generale degli
studenti (tra i quali gran parte a Messa
ci andava), si alza il giovane Mario
Fani e dice: “Io ci vado regolarmente
ogni domenica”.
Dell’accaduto ne parla con Acquaderni
e, come detto, nel giugno dei 1867, si
incontrano per fissare il programma
della Società della Gioventù Cattolica,
con lo scopo di formare giovani convinti, preparati e capaci di prendere
posizione a difese della propria fede.
Diverse iniziative sono state già predisposte per fare memoria dei percorso
che ha portato l’Ac ad essere
l’Associazione per tutti, in stretto rapporto con la realtà locale. Ricordando il
modo con cui è nata l’Associazione,
ripercorreremo la sua storia e scopriremo la vita di persone che hanno contribuito, grazie al loro impegno e alle loro
scelte, alla fondazione e alla crescita
dell’Azione Cattolica.
Le celebrazioni culmineranno il 1°
maggio 2008 con un pellegrinaggio a
Roma, dove tutti gli associati si sono
dati appuntamento, con la speranza di
incontrare il Santo Padre in Piazza San
Pietro e di celebrare la beatificazione di
alcuni testimoni laici che hanno arricchito la nostra associazione.
Come detto L’Azione Cattolica festeggia anche il quarantesimo anniversario
del Concilio Vaticano II che ha segnato
il rinnovamento radicale, la riscoperta
cioè della formazione come elemento
centrale della missione dell’Associazione, chiamata ad educare alla fede
attraverso la testimonianza e le relazioni in ogni ambito del quotidiano. La
formazione è sempre stata e continuerà
ad essere una costante della vita dell’associazione. Il futuro dell’Ac dipende proprio da questa capacità di continuare a formare donne e uomini
responsabili, in grado di fare la propria
parte anche nella vita sociale. Se leggiamo i primi atti, alle origini della
Società della Gioventù Cattolica troviamo subito il compito e l’impegno della
formazione; in ogni successivo statuto,
regolamento, piano educativo o proposta di lavoro, vediamo che questa caratteristica non è mai venuta meno.
Chiederemo ancora ospitalità a “Voce
Amica”, per dirvi chi siamo, cosa facciamo e per chiederci se, oggi, ha ancora senso aderire all’Azione Cattolica.
Intanto la nostra Associazione parrocchiale continua nel cammino di formazione con lo stile dell’“ordinarietà” e la
scelta delle “cose” di tutti i giorni come
campo privilegiato dell’evangelizzazione, avendo come riferimento la comu(segue alla pagina successiva)
ORVIETO, MONTECASSINO, POMPEI, NAPOLI, CAPRI, AMALFI E CASERTA LE TAPPE DELLA TRASFERTA
Una gita parrocchiale per tutti i gusti
Meta allettante, compagnia piacevole,
temperature miti e tempo stabile: elementi più che sufficienti per affrontare
una levataccia e un lungo viaggio, che
inizia puntualmente alle ore 5.00 di
lunedì 24 settembre. Il gruppo è silenzioso e un po’ assonnato, ma al chiarir
del giorno si anima e, soprattutto,
comincia a gustare le bellezze paesaggistiche di questa nostra Italia, che ad
ogni curva offre panorami da sogno:
tranquille distese pianeggianti, borghi
medioevali arroccati sui colli, castelli e
torri di avvistamento, vegetazione ricca
e varia. Rapida giunge l’ora del pranzo
nella bellissima Orvieto.
Si prosegue direttamente per Montecassino. Otto chilometri di strada tutta
curve e precipizi, che s’inerpica lungo
il colle in cima al quale si erge imponente e maestosa l’Abbazia di
Montecassino. Una guida ci illustra l’origine e le travagliate vicende di questo
straordinario edificio, fondato da San
Benedetto da Norcia nel 529, sede principale dell’Ordine dei Benedettini, a
520 metri sul livello del mare. Rasa al
suolo nel febbraio 1944 e riedificata nel
dopoguerra, nel Medioevo l’Abbazia fu
centro importantissimo di cultura.
Durante i lavori di ricostruzione è stata
ritrovata intatta l’urna di alabastro contenente le ossa di San Benedetto e
Santa Scolastica.
In serata raggiungiamo il centro di
Gragnano, dove passeremo la notte.
La giornata del 25 settembre si preannuncia molto emozionante: visiteremo
gli scavi di Pompei, antico centro
romano sepolto dall’eruzione del
Vesuvio nel 79 d.C. Malgrado la piog-
L’Azione Cattolica
(dalla pagina precedente)
nità locale radunata attorno al nostro
Parroco e al nostro Vescovo. Ogni
quarta domenica del mese ci diamo
appuntamento per un incontro di formazione e di approfondimento della
Parola. Naturalmente queste riunioni
non sono riservate ai soli aderenti all’Associazione; chi è interessato al nostro progetto di formazione e vuole
unirsi a noi per scoprire il significato
di essere “cristiani adulti e testimoni
della fede e della speranza in Cristo
Risorto”, sarà il benvenuto.
gia, possiamo ammirare questo famosissimo centro archeologico che, attraverso cimeli, statue, pitture murali offre
un quadro fedele dell’aspetto e della
vita quotidiana di un’antica città romana. Ma a Pompei c’è un altro significativo appuntamento: quello con la
Vergine del S. Rosario, nella maestosa,
sontuosa basilica che sorge al centro
della città. Dopo la Messa officiata da
don Gastone, nostra guida spirituale,
con altri sacerdoti, e seguita con particolare devozione da noi gemonesi, ci
trasferiamo a Napoli dove trascorriamo
un pomeriggio veramente piacevole ed
interessante.
Visitiamo dapprima la via dei presepi,
via san Gregorio Armeno, con i più
deliziosi e suggestivi esemplari di una
consuetudine iniziata da San Francesco
d’Assisi e diffusa in tutto il mondo.
Altrettanto coinvolgente la visita alla
cattedrale di San Gennaro, patrono dì
Napoli. Veneriamo l’ampolla contenente il sangue del martire, che si liquefa
tre volte all’anno, in maggio, in settembre e in dicembre.
In un tour panoramico possiamo ammirare alcuni celebri monumenti della
città partenopea: Castel dell’Ovo,
Palazzo Reale, antichi palazzi, chiese
barocche. Gustiamo un tipico caffè aromatizzato alla nocciola in una graziosa
e tradizionale caffetteria vicino alla
splendida Piazza del Plebiscito.
regala scenari sempre diversi e suggestivi. Quasi al centro sorge Amalfi,
bella e fiera del suo glorioso passato.
Visitiamo lo stupendo Duomo di
Sant’Andrea con l’attiguo chiostro del
Paradiso, gioiello del 1268.
Sostiamo nella piazza del Duomo, ci
intrufoliamo nelle viuzze laterali, nei
vicoli, nelle piazzette. Dispiace lasciare
Amalfi, ma a Gragnano ci aspetta la
visita ad un pastificio, che suscita in
tutti grande ammirazione e incoraggia
agli acquisti. Interessante poi la visita
alla bella chiesa che sorge nel centro
del paese, all’interno della quale il
sacerdote ci accoglie raccontandoci la
storia dell’edificio. Da sottolineare il
comportamento veramente encomiabile
di tre vigili urbani che, per agevolare il
transito del nostro pullman attraverso il
traffico cittadino, ci hanno scortato nel
raggiungimento dapprima del pastificio, poi dell’hotel. A loro la nostra riconoscenza con grande simpatia.
26 agosto: si vola a Capri a bordo di un
veloce aliscafo, che solca un mare dai
colori eccezionali. L’isola è un luogo di
spettacolare bellezza: coste alte, vegetazione ricca e rigogliosa. splendore di
architetture secolari e ville storiche
straordinarie. Isola incantevole in ogni
suo più piccolo angolo. La ammiriamo
nei bar della piazzetta, salotto mondano
dell’isola, nelle boutique delle suggestive viuzze, smaglianti di perle e di
coralli. Il gruppo si muove curioso e
compiaciuto, tutti sono contagiati dall’atmosfera mondana e festaiola di una
delle località più incantevoli della
costiera.
Lasciata Caserta, rieccoci insieme al
simpatico Ettore, l’instancabile e sempre disponibile organizzatore del tour.
Forse a volte siamo stati turisti un po’
indisciplinati, ma con la sua pazienza e
la sua capacità di capire ogni esigenza
non ci ha mai fatto sentire in colpa.
Come esprimergli la nostra gratitudine?
Partecipando ad un’altra gita con lui! E
con don Gastone, sempre presente col
garbo e la discrezione che gli sono propri; abbiamo gradito ed apprezzato le
sue battute e la sua capacità di farsi
turista spensierato fra turisti spensierati.
Proprio come Renato, autista collaudato e superefficiente, che da vero professionista ha condotto e portato a termine
felicemente un viaggio lungo e non
privo di imprevisti.
I giorni volano! Oggi, 27 agosto, siamo
alla vigilia del rientro e ci godiamo dal
pullman la straordinaria bellezza della
costiera amalfitana, coi suoi paesi
arroccati e le pareti rocciose a strapiombo sul mare. Vi è una sola strada,
stretta e tortuosa, ma che ad ogni curva
28 agosto: il nostro bellissimo viaggio
volge al termine, l’ultima meta è
Caserta dove visitiamo la celeberrima
reggia ed i suoi favolosi giardini. Tutto
procede come da previsioni: la magnificenza dell’architettura, degli affreschi,
degli arredi dello stupendo palazzo
affascinano e conquistano i visitatori
che osservano e ascoltano rapiti la preparatissima guida.
A questo punto non resta proprio che
augurare a tutti di poter partecipare a
gite piacevoli e riuscite come questa.
F. E.
7
QUALCHE RIFLESSIONE SUL SACRAMENTO DELLA CONFERMAZIONE
Cresima–Confermazione–Maturità
L’articolo che avevo scritto per lo scorso numero
di Voce Amica si concludeva con una domanda un
po’ provocatoria: Noi (adulti) oggi, ci sentiremmo,
onestamente, di confermare la nostra fede e di
impegnarci in un cammino permanente di educazione della fede? Mi ricollego dunque a questa
domanda per proseguire il discorso con alcune
osservazioni circa il sacramento della Confermazione o Cresima.
Prima di tutto un tentativo di definizione
Riporto, dal Compendio del Catechismo della
Chiesa Cattolica, una definizione stringata ma
esauriente di Cresima: Si chiama Cresima (nelle
Chiese orientali: Crismazione col Santo Myron) a
motivo del suo rito essenziale che è l’unzione. Si
chiama Confermazione, perché conferma e rafforza la grazia battesimale (n. 266). E al n. 268 dello
stesso Compendio leggiamo: L’effetto della
Confermazione è la speciale effusione dello Spirito
Santo, come quella della Pentecoste. Tale effusione imprime nell’anima un carattere indelebile e
apporta una crescita della grazia battesimale;
radica più profondamente nella filiazione divina;
unisce più saldamente a Cristo e alla sua Chiesa;
rinvigorisce nell’anima i doni dello Spirito Santo;
dona una speciale forza per testimoniare la fede
cristiana.
Alcune osservazioni
Il linguaggio è un po’ complesso, ma mi pare che
emergano chiaramente alcuni aspetti del sacramento della Cresima che vanno chiariti, se non altro per
evitare spiacevoli equivoci…!
Un primo elemento importante è il legame tra
Cresima e Battesimo. Questi due sacramenti, assieme a quello dell’Eucaristia, costituiscono tre tappe
di quel cammino unitario che si chiama iniziazione
cristiana. Il nostro modo di viverli – nell’Oriente
cristiano li celebrano assieme, in un’unica liturgia
– non rende ragione di questa unità. Nella Chiesa
latina celebriamo il Battesimo da bambini; la prima
partecipazione piena all’Eucaristia (comunemente
detta Prima Comunione) più o meno una decina
d’anni dopo, nell’età della fanciullezza e la
Cresima (almeno nella nostra diocesi di Udine)
intorno ai sedici, diciotto anni, al confine tra l’adolescenza e la giovinezza. Da questa sistemazione,
dettata da ragioni pastorali, ma teologicamente e
liturgicamente poco convincente, prende origine il
malinteso che la Cresima sia il sacramento della
maturità cristiana, anche per il fatto che è quello
celebrato in età più matura rispetto agli altri due.
Ma è proprio così? Innanzitutto va chiarito che età
anagrafica e maturità cristiana non camminano
necessariamente di pari passo. In secondo luogo è
l’Eucaristia, non la Cresima, il sacramento della
maturità e il culmine dell’iniziazione cristiana.
Infatti anticamente – e in Oriente ancor oggi – l’ordine era correttamente Battesimo-Cresima-Eucaristia e la celebrazione unitaria era presieduta dal
Vescovo prevalentemente durante la Veglia
pasquale.
Dalle definizioni del Compendio emerge però un
altro elemento che ci aiuta a chiarire quale tipo di
maturità la Cresima conferisce: essa dona una spe8
ciale forza per testimoniare la fede cristiana. La
Cresima, con il dono dello Spirito, compie nei cresimati lo stesso prodigio che si realizzò a
Gerusalemme durante la Pentecoste, una cinquantina di giorni dopo la risurrezione di Gesù: un
gruppo di uomini spaventati acquista un coraggio e
una franchezza tali da annunciare un messaggio di
salvezza e di speranza davanti a una folla enorme,
facendosi intendere da tutti e convincendo molte
persone ad unirsi al loro gruppo (cfr. At 2, 1 e ss.).
È l’atto di nascita della Chiesa, la comunità dei
discepoli di Gesù che ancor oggi vive e opera questa testimonianza. Il Cresimato allora è ufficialmente e fattivamente abilitato ad arricchire con la
propria attiva testimonianza quella della comunità
cristiana. Quindi è più corretto parlare, per il cresimato, di maturità testimoniale, ministeriale (da
ministerium, cioè servizio) o ecclesiale.
La realtà: domande e qualche provocazione
Detto ciò verrebbe facile un’osservazione pessimistica (perché quasi sempre le osservazioni più facili
e banali sono quelle pessimistiche!): Queste sono
belle parole, che si lasciano scrivere sui catechismi, ma la realtà è che ai giovani non gliene frega
niente… Non è mai giusto generalizzare. Nella
nostra realtà gemonese ci sono giovani per i quali
fare la Cresima significa realmente giocarsi in un
impegno nella comunità che già viene svolto e che
continua con più entusiasmo dopo la celebrazione
del sacramento. Ce n’è altri per i quali il percorso
di preparazione alla Cresima corrisponde alla scoperta che quelli della parrocchia non sono poi quel
gruppo di sfigati che si credeva e che la loro compagnia e il parlarci e lavoraci assieme non è poi da
buttar via.
Per quanto riguarda quelli che non gliene frega –
perché è evidente che ci sono anche loro, e non
sono pochi – occorre farsi alcune domande e delineare alcuni compiti per la catechesi e, più in generale, per la prassi comunitaria.
Perché a costoro non frega nulla della Cresima e
della religione in generale? Secondo me – e tengo
a dire che non si tratta di un dogma di fede – sotto
certi proclamati ateismi o agnosticismi si nasconde
in realtà molta ignoranza, molta disinformazione.
Prima di dire che rifiuta Dio, Gesù Cristo e la
Chiesa, una persona onesta dovrebbe prendersi la
briga di conoscere almeno per sommi capi le linee
essenziali della proposta cristiana. Se poi il rifiuto è
rivolto non a Dio o a Gesù, ma alla Chiesa e alle
sue mancanze di coerenza e di testimonianza, talvolta può essere anche giustificato, ma va chiarito
che Dio e Gesù Cristo sono molto più grandi della
Chiesa e che se non si vuole ascoltare preti e suore,
comunque è consigliabile leggere qualche pagine
del Vangelo e trovare un amico fidato che aiuti a
comprenderla rettamente!
Coloro a cui non frega nulla sono da considerarsi
definitivamente fuori gioco? Questa volta il parere
non è personale, ma è un preciso e inderogabile
impegno connesso all’indole missionaria della
comunità cristiana. Il Vangelo va annunciato a tutti,
cominciando da coloro che sono considerati i più
lontani. E lontani da chi, poi? Da Dio? Come sono
belle le parole del Salmo 138: Se salgo in cielo, là
tu sei, se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le ali
dell’aurora per abitare all’estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua
destra. Se dico: “Almeno l’oscurità mi copra e
intorno a me sia la notte”; nemmeno le tenebre per
te sono oscure, e la notte è chiara come il giorno;
per te le tenebre sono come luce.
Dio è vicino a tutti e a tutti vuole dire il suo amore.
Il vero fallimento della Chiesa è quando non riesce
più a far percepire all’uomo, ad ogni uomo, questa
verità.
E allora, per individuare alcuni compiti catechistici
e comunitari, veniamo alla domanda da cui siamo
partiti: noi confermeremmo la nostra fede?
Riflettere sulla Cresima e sulla maturità testimoniale che essa conferisce non vuol dire tanto arrabbiarsi o abbattersi perché i giovani cresimandi e cresimati non testimoniano abbastanza, ma chiedersi
innanzitutto se noi, comunità cristiana, testimoniamo e che cosa testimoniamo. La testimonianza
della Chiesa passa anzitutto attraverso le quotidiane scelte di campo, fatte secondo una logica autenticamente evangelica. In secondo luogo occorre
che lo stile con cui viene proposto l’annuncio sia
realmente al passo con i tempi. Il che non significa
censurare ciò che sembra non incontrare il gradimento della maggioranza, né far assumere all’annuncio e agli annunciatori un’aria trasandata e giovanilistica di dubbio gusto. Essere al passo con i
tempi vuol dire fermarsi a riflettere sulla cultura,
sui linguaggi, sui nervi scoperti del nostro tempo e
fare in modo che il nostro annuncio e la nostra
catechesi facciano breccia, siano comprensibili,
captino la lunghezza d’onda.
Concretamente mi sembra che una strada percorribile sia andare all’essenziale, presentando la figura
di Gesù in modo da farne emergere il fascino e l’inesauribile profondità, con una pluralità di linguaggi capaci di toccare le molte corde del cuore
umano. Il Vangelo va annunciato con la parola,
con l’arte, con la bellezza, con la musica, con il linguaggio della natura, con la poesia, con lo sport,
con la vita affettiva e relazionale. Perché cedere
alla monotonia, quando lungo i secoli e ancor oggi
troviamo innumerevoli testimonianze dell’inesausto e variegato tentativo di esprimere quella verità
tanto antica e sempre nuova che non cessa di stupire e di affascinare il cuore degli uomini?
Allora, a mo’ di conclusione di queste riflessioni,
vorrei proporre un’idea, forse un po’ stramba. Per
poter essere accompagnatori efficaci e credibili dei
nostri ragazzi verso la tappa della Cresima, forse
occorre che anche noi, preti, catechisti, educatori,
rifacciamo un cammino di Cresima, cioè di verifica della nostra maturità testimoniale, ministeriale
ed ecclesiale. E se scoprissimo che alcuni settori
del nostro agire pastorale ed ecclesiale sanno di
vecchio, non conducono a nulla, anzi, sono controproducenti, allora dovremmo avere il coraggio di
cambiare strada, perché la nostra testimonianza sia
veramente matura, efficace, all’altezza dei tempi
che viviamo e soprattutto di Colui che siamo chiamati ad annunciare.
don Federico
Ultimissime da Forni
Esternamente non si vedono grandi cose
ma internamente presto incominceranno
gli idraulici, gli elettricisti, i gessini e i
falegnami per predisporre gli impianti. Se
tutto va bene potremmo organizzare il
campo invernale a Forni Avoltri.
Come chiameremo la nuova casa? A chi
la dedicheremo? Attendiamo idee e suggerimenti…
Come attendiamo ancora un gesto di solidarietà da parte dei gemonesi e simpatizzanti a cui sta a cuore questa iniziativa. I
campi estivi dell’estate scorsa hanno
avuto presenze lusinghiere. Tutto questo
grazie alla generosità e bravura degli animatori, cuoche e fiducia delle famiglie.
Ma è emersa anche la poca capienza
della casa di Osais (non nostra ma di proprietà della Parrocchia di Pesaris) fino a
dover sdoppiare i campi di IV e V elementare e inventare un campo di Indiani
per sistemare la notte nelle tende i ragazzi di 1ª media. Vi saremo grati se sotto
l’albero di Natale o accanto al presepio ci
sarà anche un pensiero per questa iniziativa che senza dubbio sarà di beneficio
per bambini, ragazzi, giovani, famiglie e
anziani di Gemona (la casa infatti è stata
pensata per ospitare anche famiglie e
anziani!)
Come si può dare una mano?
•Con un’offerta di qualsiasi entità (il
mare è fatto da tante gocce)
• Con un “prestito grazioso”, un’offerta
che la parrocchia si impegna alla restituzione senza interessi entro 10 anni (se le
famiglie della parrocchia imprestassero o
offrissero l’equivalente di un caffè per le
52 settimane di un anno il parroco e la
fabbriceria dormirebbero più tranquilli la
notte)
• Sponsorizzando una parte dell’arredo
della casa (magari in occasione di feste di
famiglia, battesimi, prima comunione,
matrimoni… o in ricordo di una persona
cara).
Comunque un cordialissimo grazie a tutti
indistintamente se non altro per la passione che ci mettiamo per i nostri ragazzi.
#
La generosità AFDS Gemona
Vivace e prolifica l’attività della Sezione
AFDS di Gemona del Friuli dall’insediamento del nuovo direttivo.
Dal maggio di quest’anno le iniziative si
sono susseguite fino a concretizzarsi
nella serata sanitaria informativa sul
dono del midollo osseo e del sangue che
si è svolta il 15 novembre scorso.
Lo sforzo organizzativo dei consiglieri e
di tutti i volontari ha fatto sì che la serata
raggiungesse i risultati che ci si era prefissi: promuovere il dono del sangue
insieme a quello del midollo osseo, unica
terapia valida per la cura delle leucemie e
delle malattie del sangue. Tema della
serata è stato il coinvolgimento e la sensibilizzazione dei giovani che con la loro
adesione possono incrementare la consistenza della “Banca” dei potenziali donatori di midollo in caso di trapianto.
È stato altresì riconosciuto il costante e
progressivo aumento dei donatori di sangue nella Sezione AFDS di Gemona e
delle donazioni (soprattutto giovani, ma
anche i ”vecchietti” fanno la loro parte!); è
questo un dato fondamentale per poter
garantire nel tempo l’autosufficienza della
nostra Regione. Le toccanti testimonianze
di nostri amici che con un dono hanno sal-
Alcuni soci dell’AFDS cittadina in gita a Gurk in Carinzia.
vato una vita umana, si scontrano con i
racconti di chi, purtroppo, ha perso un
familiare colpito dalla leucemia.
AIL e ADMO hanno ringraziato i donatori di Gemona per l’impegno organizzativo e l’ospitalità.
Passando ad altro, ci piace ricordare la
gita sociale del settembre scorso svoltasi
a Gurk in Carinzia. Nell’occasione la
folta comitiva ha visitato il Duomo di
Gurk, del quale ha apprezzato le splendide fattezze romaniche e soprattutto
barocche, il mausoleo di S. Hemma,
collocato nella cripta e gli affreschi gotici e rinascimentali. Poi, nel vicino
Castello di Strassburg, ha consumato un
originale e goliardico pranzo realizzato
alla maniera medievale. Un momento di
svago e di aggregazione che è stato utile
concedersi.
L’impegno di promuovere il dono del
sangue non rallenta neanche con l’approssimarsi delle festività Natalizie. E’
un bel dono anche questo!
Buon Natale e buone feste a tutti.
Alberto Dragotti consigliere
9
IL LXXV ANNIVERSARIO DEL BOLLETTINO PARROCCHIALE/SECONDA PUNTATA
Anche su Voce Amica i riflessi della storia
Dopo i due articoli pubblicati sul numero
di giugno scorso, riprendiamo con questo
scritto il filo del discorso su Voce Amica,
la voce che la Pieve di Santa Maria
Assunta di Gemona utilizza da settentacinque anni per parlare con tutti i parrocchiani.
Sta finendo il giugno del 1933 e monsignor Giovanni Battista Monai, che ha iniziato il 15 marzo il servizio di parroco di
Gemona, pubblica il primo numero di
Voce Amica che, come abbiamo visto, va
a sostituire il bollettino Il Risveglio voluto
dal predecessore monsignor Sclisizzo.
Con l’auspicio che Voce Amica diventi il
giornale di tutti i parrocchiani, che raggiunga tutte le famiglie della Pieve e
quanti, lontani, ne conservano cara la
memoria, monsignor Monai lancia –
diremmo oggi – il suo manifesto nella
convinzione che il parroco debba tenersi
in relazione con tutti [...] per dire a tutti
una buona parola, perché il sacerdote ha
degli obblighi sacri verso i suoi parrocchiani e deve fare il bene delle loro
anime. È, il suo, l’impegno di un padre il
cui cuore è sforzato dalla grazia di Dio a
voler bene, a far del bene e benché egli
conosca di avere nello scrivere uno stile
disadorno anzichenò, ciò non è motivo di
preoccupazione: egli sa di conversare, a
Gemona, con persone d’intelletto fine
che, come lui, amano la precisione, la
concisione, la schiettezza, la verità.
Già dai primi numeri, infatti, l’arciprete
Monai non si stanca di indirizzare, di
segnalare, di ammonire, di insegnare sia
parlando indistintamente alle sue pecorelle sia indirizzandosi specificamente ai
giovani, cui riserva una particolare attenzione destinando uno spazio consistente
del bollettino alle attività e alle iniziative
delle associazioni giovanili maschile e
femminili. Non mancano però informazioni storiche e culturali per le quali
Monai trova un formidabile collaboratore
in pre Bepo – il grande Giuseppe Marchetti – a cui affida la rubrica Storia
ecclesiastica gemonese, pubblicata in 28
puntate dal primo numero del 1933 al
primo del 1936, ricca di notazioni e informazioni preziose, spesso accompagnate
da altri articoli e saggi su singole opere
d’arte o sulle chiese gemonesi.
E ovviamente non mancano i riferimenti
alle attività liturgiche e agli appuntamenti
religiosi – come la missione spirituale del
novembre 1933 per il 19° centenario della
redenzione; o la prima visita pastorale
10
A partire dal novembre 1933 Voce Amica documenta fatti e avvenimenti pubblicando fotografie di cui in queste pagine riproponiamo due esempi: il primo riguarda l’adunata di 1500
alunni della Dottrina cristiana il 27 ottobre 1935 nel cortile del Collegio dei P.P. Stimatini, l’altro
ricorda un gruppo di Gemonesi partecipanti al raduno di Genova del 13-15 marzo 1936.
dell’arcivescovo monsignor Nogara del
mese dopo ovvero il Congresso eucaristico parrocchiale del 1934. Così come non
mancano le notizie sulla vita civile, specchiata telegraficamente nelle cronache
desunte dai giornali. Ne è un bell’esempio l’ampio resoconto di un avvenimento
che destò vasto interesse in tutta la provincia: la grande Prima Mostra friulana
dell’Artigianato organizzata nei locali
delle Scuole elementari di Via Dante nell’agosto del 1935.
Ma è la vita morale di Gemona che sta a
cuore al suo pastore: talvolta sostenuta
con energici richiami all’adempimento
del precetto festivo, alla santificazione
della festa, alla conoscenza dei doveri del
cristiano, all’opportunità dell’apostolato
attraverso l’impegno nell’Azione cattolica, alla carità e all’amore; talaltra difesa
con ironia, attraverso la minuta rubrica
Perle di saggezza o i commenti gustosi di
Pense e Maravee – riportati da San
Cristoforo che firma la rubrica Il parere
di quei due – che non perdono occasione
per biasimare le cattive abitudini dei
gemonesi, anche se talvolta con un linguaggio poco... popolare.
Lo spunto ai forti richiami viene offerto
da dati concreti come quando, il 25 aprile
1934, si fa il censimento dei parrocchiani
che partecipano alla messa domenicale e
risultano inadempienti, perché assenti
non giustificati, ben 1330 adulti e 250
fanciulli. Oppure quando l’arciprete (giugno 1934), incontrando certe signorine
reduci da Ledis – dove si diceva fossero
andate a prendere il sole da naturiste –
ebbe l’impressione che avessero preso
lassù... un colpo di sole.
Per i giovani non mancano consigli per
una vita morigerata, lontana dai vizi; per
le ragazze calorosi inviti alla virtù e qualche spicciolo insegnamento di economia
domestica; per tutti un perentorio invito a
non lasciarsi ammaliare dal cinematografo – il cattivo educatore del gennaio
del 1935, che andrà redento e sanato
affinché divenga strumento di bene, di
educazione, di elevazione – e a non frequentare i balli pubblici e privati, del successivo febbraio.
Per coloro che lavorano lontano l’arciprete
ha un occhio di riguardo: non solo invita i
familiari a spedire Voce Amica a parenti ed
amici ma organizza anche incontri con i
parrocchiani di Milano (nel novembre del
1934) e di Genova (nel marzo del 1936)
dove i convenuti – soprattutto ragazze a
servizio – sono sempre numerosissimi.
Con le giovani, poi, è prodigo di consigli e
di suggerimenti non solo d’ordine morale
ma anche di carattere... sindacale – paga,
assicurazioni sociali, previdenza – segnalando l’opportunità di far sempre riferimento, nella città in cui si lavora, all’Ope-
ra cattolica di protezione della Giovane.
Il bollettino – che nel maggio 1934 aveva
emblematicamente assunto come testata il
bel disegno della cella campanaria del
nostro campanile, opera di Giuseppe
Barazzutti – diviene poi, dal secondo e
terzo anno di vita, anche un piccolo osservatorio su quanto accade in Friuli, in
Italia e perfino nel mondo con una rubrica
dedicata agli avvenimenti politici; e, contravvenendo a quelli che erano gli impegni del manifesto del primo numero –
Voce Amica parlerà [...] soltanto di ciò
che può interessare la vita religiosa parrocchiale –, la politica fa la sua comparsa
nel numero di novembre del 1935, dopo
qualche sporadico ammiccamento nelle
note di cronaca del tipo la settimanale
istruzione religiosa agli Avanguardisti
ricordata nel ’35 o l’annuncio che il campanone del Duomo e le campane delle
chiese suoneranno in occasione della
mobilitazione generale delle forze del
Regime per i preparativi contro l’Etiopia
– invitando la popolazione ad una solennissima funzione in onore della Madonna
da invocarsi con l’equivoco titolo di
Regina delle Vittorie – del settembre dello
stesso anno. Siamo alla vigilia della guerra che il regime fascista intende condurre
per la conquista di un impero coloniale
italiano e numerosi sono i giovani – come
segnala lo stesso numero del bollettino –
che partono per l’Africa orientale.
A novembre i toni si fanno più accesi: il
motivo è l’iniziativa di cinquanta governi
che si sono proposti di contrastare [con le
famose sanzioni, nda] l’opera a cui l’Italia
ha posto mano nell’Africa Orientale. Da
quello che l’arciprete chiama contrasto
[...] non possono che nascere delle difficoltà alle quali tutti sono chiamati a far
fronte con tre doveri: obbedire agli ordini
impartiti dalle superiori gerarchie con i
sacrifici che le sanzioni comporteranno;
obbedire volentieri, sempre e dovunque
con il desiderio di concorrere all’otteni-
mento della vittoria finale; pregare, in
questo frangente di crisi morale e sociale
di mondiale importanza, affinché i popoli
sappiano scegliere tra la luce abbagliante
dell’ateismo bolscevico e la luce vera che
si sprigiona dal Vaticano.
Pare di intravedere, in queste frasi che
sintetizzano l’articolo che le riporta, una
qualche sbadata contaminazione tra le
questioni legate al tentativo colonialista
italiano e quelle che sono le preoccupazioni delle gerarchie cattoliche nei confronti dell’ideologia marxista; ma forse
monsignor Monai non fa altro che seguire
quanto gli esponenti maggiormente pub-
blicizzati della Chiesa italiana apertamente dicono e scrivono negli anni immadiatamente successivi ai Patti lateranensi del
1929 che conclusero la contrapposizione
tra il Regno d’Italia e la Chiesa cattolica.
L’argomento comunismo verrà comunque
ripreso anche nell’ottobre dell’anno successivo sotto il titolo Un grido d’allarme,
con la testimonianza del vicario generale
dell’arcidiocesi di Barcellona sulle persecuzioni dei comunisti contro il clero, i
religiosi e i cattolici al tempo della guerra
civile di Spagna.
E poi, nell’aprile del 1937, richiamandosi
all’enciclica Divini Redemptoris appena
pubblicata da papa Pio XI, l’arciprete
metterà in guardia i gemonesi dal contagio di questa ideologia che in nome degli
operai oppressi e della fame vorrebbe
sconvolgere la società e sradicare la
Religione.
L’arrticolo Un grido d’allarme dell’ottobre 1936 ci dà però la possibilità di conoscere anche un altro giudizio politico dell’arciprete Monai: Hilter, che potrebbe
sembrare il campione anticomunista
avendo denunciato con linguaggio molto
robusto il nemico ideologico, ha invece il
grave torto di scimiottare proprio quelli
che lui intende di combattere. Un giudizio
severo che – come avremo modo di vedere – l’arciprete Monai manterrà anche
negli anni successivi.
(continua)
Fer
I sorprendenti 106 anni di Nonna Elisabetta
L’esistenza di Elisabetta Copetti vedova
Goi è stata per molti versi simile a quella di
molte donne nate e cresciute in Friuli nel
Novecento. Ma molte cose concorrono a
rendere eccezionale (e in qualche modo
esemplare) il racconto della sua vita: la sua
fenomenale longevità, che ha fatto di lei
una testimone di un arco di tempo straordinariamente lungo; la sua altrettanto fenomenale memoria; il calore ed il vigore con cui
narra le storie che ha visto e vissuto.
La biografia di questa semplice donna, in
bocca a lei, diventa un romanzo di generazioni ed avvenimenti. Nata il 3 novembre
1901 nel borgo gemonese di Zuccola,
nonna Elisabetta, dall’alto dei suoi 106
anni, è una delle persone più anziane della
regione È una vecchietta dai modi dolci
ma dal carattere forte e, relativamente
all’età, ancora lucida e attiva; è accudita
amorevolmente e con rispetto dai parenti e
dal personale della Casa per Anziani di
Gemona..
Dice che nella vita bisogna avere fede e
coraggio, dato che ogni giornata è una
prova da affrontare. Dio è il suo aiuto:
Nella mia camera c’è un crocifisso e tutte
le mattine quando apro gli occhi, lo guar-
do e ringrazio il Signore per la fede, la
forza e il coraggio che mi ha donato in
tutti questi anni della mia lunga vita.
Sabato 3 novembre monsignor Candusso
ha celebrato una messa alla quale, com’è
consuetudine da diversi anni, hanno partecipato figli, nipoti, pronipoti, parenti e
amici di Nonna Elisabetta. È seguito un
delizioso rinfresco offerto alla sua cittadina più anziana dal Comune di Gemona,
rappresentato nell’occasione dal vicesindaco Mariolina Patat.
11
ESTATERAGAZZI: LE ATTIVITA` DEGLI SCOUT
L’anno scout che si sta concludendo è
stato uno di quelli che non si dimenticano: il movimento scout mondiale,
infatti, ha festeggiato i suoi cento anni.
Molti i richiami e le occasioni per
ripensare alla nostra storia che si sono
intrecciati alle attività dei bambini, dei
ragazzi e dei giovani che oggi a
Gemona continuano a fare propria
quest’intuizione del fondatore BadenPowell.
Il Noviziato “Overland” di Gemona
durante il periodo estivo ha deciso di
vivere un’esperienza di Servizio all’estero.
Valutando le proposte della nostra
Associazione abbiamo colto l’occasione di provare una Route estiva con
gruppi dell’AGESCI provenienti da
varie parti dell’Italia, in particolare da
Milano, Novi Ligure e i nostri vicini
amici di Buja. Assieme a loro abbiamo
così partecipato ad una Route in Serbia,
all’orfanotrofio "Miroslav Antic-Mika"
della città di Sombor nella regione della
Vojvodina del Nord, vicino al confine
con la Croazia.
Durante l’anno, confrontandoci sul
significato più profondo del fare
Servizio, abbiamo maturato l’idea e la
volontà di provare un’esperienza di
volontariato, quindi questa esperienza
ci è sembrata adeguata alle nostre esigenze.
L’orfanotrofio ospita circa 30 bambini
di età compresa tra i 6 e i 18 anni. La
Il Branco Rocce Tremanti come meta
per le vacanze di branco ha scelto
Coritis, l’ultimo paesino della Val
Resia. Arrivati sul posto dopo una
breve camminata abbiamo trovato ad
accoglierci uno strano personaggio,
Zmuäilo, che ci ha raccontato di essere
ormai l’unico abitante di Coritis.
Rallegrato dalla nostra presenza ha
coinvolto il Branco in un concorso
d’arte e nella costruzione di nuove abitazioni in località “Coritis Riviera”,
tutto questo per attirare nuove persone
e ripopolare il paese. Abbiamo così
liberato la nostra fantasia nella costruzione di casette con legna e semplici
nodi; ci siamo anche cimentati nella
realizzazione di mosaici colorati, con i
quali abbiamo potuto abbellire i nostri
angoli di sestiglia. Non riuscendo ad
ottenere i risultati sperati, Zmuãilo ha
spiegato il vero motivo dell’abbandono
di Coritis: la fontana della Veselost
aveva smesso di funzionare. La
Veselost è una sostanza magica capace
di diffondere la felicità agli abitanti di
tutta la valle; prosciugata la fontana, gli
abitanti si sono impauriti e hanno
Il noviziato di Gemona all’orfanotrofio Miroslav Antic-Mika (Sombor – Vojvodina)
nostra principale occupazione sarebbe
stata di trascorrere con loro dei momenti in cui avremmo proposto delle attività di animazione, di gioco, piccole
attività manuali, il tutto finalizzato
all’educazione alla pace, obiettivo del
progetto nazionale AGESCI “Progetto
Serbia”.
L’esperienza è stata molto coinvolgente: abbiamo avuto la possibilità di provare sulla nostra pelle la condizione di
vita di un orfanotrofio, di conoscere la
cucina e le tradizioni della Serbia, altri
fratelli Scout, ma soprattutto di vivere
con questi bambini che, nonostante le
difficoltà con cui avevano a che fare
quotidianamente, si sono dimostrati
assolutamente irresistibili!
Al momento della partenza non sono
mancanti i ringraziamenti da parte dei
bambini, ma noi ci siamo resi conto che
siamo noi in debito con loro perché non
ci hanno aperto solo gli occhi su una
situazione che noi giovani rischiamo di
non conoscere, ma anche e soprattutto,
il cuore.
lasciato Coritis al suo destino. Dopo
varie peripezie abbiamo trovato il colpevole: Veselina, l’acquaiola a guardia
della fontana. Sosteneva di aver spento
la fontana perché ormai nessuno in
paese condivideva la felicità avuta
dalla Veselost, accontentandosi di
vivere in pace la propria vita. Grazie ai
nostri sforzi per aiutare Coritis e
Zmuãilo, Veselina, vedendoci così
determinati, si è ravveduta e ha deciso
di riattivare la fontana, eseguendo un
rito magico a cui tutti noi abbiamo
preso parte. Il paese si è così subito
ripopolato; infatti, prima che ce ne
andassimo, è giunta sul luogo la famiglia Udorovic, una compagnia zingara
esperta in balli e danze, che ha festeggiato con noi il lieto evento, permettendoci di ritornare nelle nostre case
contenti e soddisfatti, non solo per aver
aiutato Zmuãilo, ma anche per aver
imparato tante piccole ma utili cose,
come tenere in ordine le proprie camere, o lavare da soli i piatti in cui mangiamo, apprendendo quindi come
gestire autonomamente i propri impegni.
Anche noi del Branco Rocce Brune
quest’estate abbiamo scelto come meta
per le nostre Vacanze di Branco lo
sperduto paesino in cima alla Val
Resia: Coritis. Ad accoglierci al nostro
arrivo non abbiamo trovato la gente
del posto, ma Agilulfo, un elfo in carne
ed ossa!
Il popolo degli elfi attraverso Agilulfo
ci ha proposto una grande e impegnativa sfida: un’oscura e malefica strega
assieme ai suoi perfidi scagnozzi sta
lavorando ad un grande incantesimo
per rendere il mondo grigio, per togliere a tutti il colore, la gioia, tutte le cose
belle, tutti i nostri sorrisi, la voglia di
fare e di giocare insieme... L’impresa è
stata davvero ardua ma alla fine ce
l’abbiamo fatta ! Giocare tutti insieme,
fianco a fianco, ci ha insegnato l’importanza dell’unione e della comunità.
Ciao, siamo Francesco e Caterina,
esploratori del Reparto Don Pio
Gabos.
Il nostro campo estivo l’abbiamo trascorso a Forni di Sotto, ma è un’altra
l’avventura che vi vogliamo raccontare
Quest’anno abbiamo avuto l’occasione
di partecipare dal 27 luglio all’8 agosto
in Inghilterra al Jamboree (foto qui
sotto), cioè il raduno mondiale degli
scout, a cui hanno preso parte 40000
scout provenienti da 158 nazioni: noi
eravamo gli ambasciatori del gruppo di
Gemona!
Il primo agosto ricorreva il centenario
dalla nascita dello scoutismo e in tutto il
mondo, all’alba, gli scout hanno rinnovato assieme a noi la loro promessa, e ci
siamo sentiti davvero parte di una grandissima famiglia. È stata un’esperienza
straordinaria perché oltre ad avere conosciuto ragazzi provenienti da tutto il
mondo e aver potuto apprendere i vari
modi di fare scoutismo, abbiamo avuto
la possibilità di lavorare assieme a loro.
Infatti ogni giorno veniva svolta un’attività diversa che ci vedeva coinvolti tutti
lasciandoci comunque il tempo libero
che utilizzavamo per incontrarci e confrontarci. In conclusione ci auguriamo
che qualcun altro abbia l’occasione di
partecipare ai prossimi Jamboree; ne
vale davvero la pena!
ESTATERAGAZZI: LE ATTIVITA` DEGLI SCOUT
Branco Rocce Brune: vacanze di branco a Coritis
Durante le uscite anche se con i piedi
indolenziti e stanchi siamo stati felici di
essere in compagnia dei nostri amici,
immersi nella bellezza dei paesaggi e
della natura.
Attraverso la costruzione dei nostri
rifugi nel bosco abbiamo capito quante
cose si possono fare insieme e con le
nostre mani, e tutti presi dal lavoro,
abbiamo continuato anche in compagnia di Sorella Pioggia!
Cent’anni fa, proprio in questo stesso
periodo, Baden Powell, fondatore del
movimento scout, sull’isola di
Brownsea accompagnava una ventina
di ragazzi al primo campo scout della
storia. Assieme a tutti gli scout del
mondo, il primo agosto, anche noi a
Coritis abbiamo rinnovato la nostra
Promessa e abbiamo potuto scoprire
quali sono stati i primi passi della grande avventura scout che ancora oggi
attraverso tutti noi continua.
E mentre questo accadeva a Coritis,
due esploratori gemonesi partecipavano
alla cerimonia del rinnovo molti chilometri più a nord... ecco il loro racconto.
PAGINA DEL COORDINAMENTO
DELLE ASSOCIAZIONI CULTURALI E DI
VOLONTARIATO SOCIALE DI GEMONA
Associazioni aderenti al Coordinamento:
A.C.A.T. (sezione di Gemona),A.T.Sa.M. - Associazione Tutela Salute
Mentale,A.V.U.L.S.S. (sezione di Gemona),Amici del Laboratorio
Internazionale della Comunicazione,Amnesty International - Gruppo
Italia 143,Associazione Musicologi, Buteghe dal Mont - Glemone,
Gruppo Caritas della Parrocchia di S. Maria Assunta, Centro Giovanile
Parrocchiale Glemonensis, C.A.V. - Centro Aiuto alla Vita, C.I.D.I. della
Carnia e del Gemonese, Comitato per la Costituzione, Comitato per
la Solidarietà di Osoppo, Friûl Adventures - Fiore (Osoppo), Gruppo
Scout AGESCI Gemona 1, Gruppo Special - Amici si può, Gruppo “Un
blanc e un neri“, Pense e Maravee Associazione Culturale.
VIOLENZA
SULLE DONNE:
UN PROBLEMA
SOTTOVALUTATO
In Italia, un milione di donne ha subito violenza
fisica o sessuale negli ultimi dodici mesi
L’impegno di Amnesty International tramite la
campagna “Mai più violenza sulle donne”
Fra tutte le forme di violenza, quella di cui sono
vittima le donne è una delle meno note e più sottovalutate. L’idea prevalente nell’immaginario collettivo si discosta in modo netto dalla situazione
reale.
2OWUHDOO¶LQÀXHQ]DGLIDWWRULGLWLSRVRFLDOHHGLFHUWL
retaggi culturali, questa distanza fra realtà ed opinione comune è l’effetto della principale caratteriVWLFDGHOODYLROHQ]DVXELWDGDOOHGRQQHODGLI¿FROWj
che si incontra nel farla emergere, poiché le stesse
vittime sono le prime a non denunciarla. La violenza sulle donne viene spesso ed a torto considerata
una questione secondaria, legata a situazioni di crisi
e di guerra lontane dal contesto locale. Recenti indagini, tuttavia, confermano la gravità e l’attualità
del problema anche nel territorio locale, smentendo
quanti lo sottovalutano e consegnando all’opinione
pubblica un fenomeno dalle dimensioni enormi,
per questo particolarmente preoccupante: in Italia,
infatti, negli ultimi dodici mesi un milione di donQHKDVXELWRYLROHQ]D¿VLFDRVHVVXDOH
Amnesty International (AI), l’organizzazione internazionale che si batte per la difesa dei diritti umani,
è impegnata da anni nel riconoscimento di un’effettiva parità nei diritti delle donne. Recentemente
$,KDLQWHQVL¿FDWRLVXRLVIRU]LLQTXHVWDGLUH]LRQH
attraverso la campagna “Mai più violenza sulle
GRQQH´XQ¶D]LRQHVSHFL¿FDFKHFRQVLVWHLQXQDVHrie di iniziative a diversi livelli per far conoscere a
fondo la natura del problema e far sì che i diritti e le
garanzie assicurate dalla Dichiarazione Universale
dei diritti umani diventino per tutte una realtà.
Il problema della violenza sulle donne, proprio perché nella gran parte dei casi non viene denunciato,
risulta particolarmente complesso ed articolato:
per questo motivo l’azione di Amnesty International si rivolge a interlocutori diversi e cerca di interYHQLUHHI¿FDFHPHQWHVXWXWWLLOLYHOOLGHOODVRFLHWjH
dell’opinione pubblica.
In primo luogo la campagna è indirizzata ai goverQL H DOOH DVVHPEOHH OHJLVODWLYH QD]LRQDOL DI¿QFKp
UDWL¿FKLQR H DSSOLFKLQR VHQ]D ULVHUYH OD &RQYHQzione delle Nazioni Unite per l’eliminazione di
ogni forma di discriminazione nei confronti delle
donne ed adottino tutti gli strumenti necessari a
FRQWUDVWDUH HI¿FDFHPHQWH LO SUREOHPD DQFKH QHOla sua dimensione internazionale, riconoscendo
protezione alle vittime e assicurando i responsabili alla giustizia. Un esempio a questo proposito
è rappresentato dalla questione della tratta delle
donne e delle ragazze nell’industria commerciale
del sesso, problema di assoluto rilievo in Europa
che può essere contrastato soltanto con un’azione
FRQJLXQWDIUDJOLVWDWL2JJHWWRGLXQDVSHFL¿FDH
recente convenzione europea, sottoscritta da tutti
gli stati ma da alcuni di essi (fra cui la Grecia) non
DQFRUDUDWL¿FDWDODTXHVWLRQHqDOO¶RUGLQHGHOJLRUno ed è attualmente al centro dell’appello che AI ha
rivolto alle autorità elleniche. A livello dei singoli
stati, la campagna chiede inoltre l’abolizione di
tutte le leggi che favoriscono l’impunità per stupro
o omicidio di donne, l’adozione e l’applicazione di
leggi che proteggano la donna, la considerazione
della violenza all’interno della famiglia alla pari di
un’aggressione in altri contesti, la considerazione,
a tutti gli effetti, dello stupro e delle altre forme di
violenza sulle donne come crimini.
Anche quando fossero coronate da un successo, le
iniziative sul piano legislativo e giudiziario della
campagna “Mai più violenza sulle donne” non saUHEEHUR FRPXQTXH VXI¿FLHQWL D GHWHUPLQDUH XQD
VROX]LRQHHI¿FDFHHGXUDWXUDGHOSUREOHPD$FFDQto agli appelli e alle pressioni sulle autorità legislative e sui governi, l’iniziativa trova il suo completamento in un’azione diffusa, con un paziente
ed intenso lavoro a livello locale, “dal basso”. Tale
opera di sensibilizzazione cerca di agire sul contesto culturale, ponendo le basi per la creazione di un
DPELHQWHFKHDLXWLOHGRQQHDGDIIURQWDUHHI¿FDFHmente la violenza. Alle vittime, che spesso tolleUDQRWDFLWDPHQWHODYLROHQ]DVXELWDUL¿XWDQGRVLGL
considerarla un reato, devono essere fornite condizioni e strumenti che permettano loro di affrancarsi dalle violenze. Il contesto sociale e culturale
deve inoltre essere educato a non discriminare o
stigmatizzare le vittime per la scelta di denunciare
il torto subito. Diversamente dai tempi di approvazione di una legge, questo tipo di azione richiede
un orizzonte temporale più ampio, ma rappresenta
allo stesso tempo l’unica strada da percorrere per
far sì che l’attenzione sul problema si mantenga ad
un livello alto.
Alcuni recenti segnali, come il successo della recente manifestazione nazionale contro la violenza
sulle donne svoltasi a Roma lo scorso 24 novembre
ed il percorso parlamentare di un’apposita legge
in materia, fanno pensare che l’opera di sensibilizzazione svolta negli ultimi anni da Amnesty International e da altre associazioni per la tutela dei
diritti delle donne cominci a smuovere l’opinione
pubblica.
Prima che un vero e proprio “salto culturale” riesca
QHOGLI¿FLOHFRPSLWRGLIDUXVFLUHGH¿QLWLYDPHQWH
dal silenzio questa forma di violenza nascosta e
allo stesso tempo tristemente diffusa, molto tuttavia resta ancora da fare.
Per maggiori informazioni sul tema è possibile visitare le pagine web di AI, all’indirizzo www.amnesty.it/campagne/donne.
Anagrafe parrocchiale
BATTESIMI
50 Copetti Gaia n. l’11.5.07 batt. il 9.9.07
51 Venturini Leonardo di Valentino e
Marchetti Jessica, n. il 17.2.07 batt. il
15.9.07
52 Altomare Martina di Marco e Copetti
Anna, n. il 26.2.07 batt. il 16.9.07
53 Cattelan Christian Sergio di Andrea e
Scidà Elisa, n. il 13.2.07 batt. il 16.9.07
54 Rovesti Rebecca Caterina di Fabrizio
e Borgobello Lucia, n. il 9.5.07 batt. il
16.9.07
55 Treu Diego di Denis e Valent Silvia, n. il
2.4.07 batt. il 16.9.07
56 Venturini Giorgia Stella di Massimo e
Peacock Karen, n. il 4.3.07 batt. il
16.9.07
57 Zamolo Marco di Enzo e Sabbadini
Roberta, n. il 29.3.07 batt. il 16.9.07
58 De Clauser Francesca di Tullio e
Bondino Sonia, n. il 24.2.07 batt. il
22.9.07
59 Rizzi Gaia di Fulvio e Vaccai Rina, n. il
22.3.07 batt. il 29.9.07
60 Castellarin Grace di Paolo e Bertossio
Lara, n. il 4.2.07 batt. l’8.10.07
61 Allegretti Thomas di Vincenzo e
Cargnrlutti Patrizia, n. il 30.1.07 batt. il
21.10.07
62 Angelone Ginevra di Francesco e Berti
Silvia, n. il 13.6.07 batt. il 21.10.07
63 Canavese Giada di Fabio e Colaone
Serena, n. il 10.1.07 batt. il 21.10.07
64 Mignogna Riccardo di Luca e Galantin
Laura, n. il 14.3.07 batt. il 21.10.07
65 Seravalli Matilde di Davide e Contessi
Paola, n. il 12.6.07 batt. il 21.10.07
66 Taverna Emma Elena di Lucio e Braida
Martina, n. il 21.6.07 batt. il 21.10.07
67 Venturini Francesco di Giovanni e
Damiano Mariangela, n. il 15.7.07 batt. il
21.10.07
MATRIMONI
8 Guerra Luca – Gimmillaro Alessia,
sposati in Duomo l’8.9.07
9 Venturini Valentino – Marchetti
Jessica, sposati in Duomo il 15.9.07
10 Carlassara Federico – Nicoletti Laura,
sposati in Duomo il 15.9.07
11 Gubiani Maurizio – Lamesta Sara,
sposati in Duomo il 15.9.97
12 Simeoni Nicola – Venchiarutti Nadia,
sposati in Duomo il 22.9.07
13 Verilli Valter – Pittino Renata, sposati
in Duomo il 23.9.07
14 Rizzi Fulvio – Vaccai Rian, sposati in
Duomo il 29.9.07
15 Del Degan Emanuel – Proietti
Veronica, sposati in Duomo il 29.9.07
16 Goi Paolo – Forgiarini Elisa, sposati in
Duomo il 13.10.07
17 Boezio Federico – Palese Dayna, sposati in Duomo il 13.10.07
DEFUNTI
57 Fantini Amalia di anni 87 il 9.9.07
58
59
60
61
62
63
64
65
66
67
Galliano Barbina
n. 8.11.1935 m. 1.6.2007
Franco Rosso
n. 29.4.1946 m. 10.9.2007
Riccardo Rosso
n. 13.11.1940 m. 24.9.2007
Ugo Della Marina
n. 7.2.1924 m. 5.10.2007
Piccoli suor Afra di anni 104 il 9.9.07
Rosso Franco di anni 61 il 10.9.07
Argenta Ruggero di anni 53 l’11.9.07
Silvestri Elda ved. Di Bernardo di anni
72 il 16.9.07
Forgiarini Anna Saltari di anni 84 il
19.9.07
Revelant Orsolina ved. Sangoi di anni
83 il 21.9.07
Rosso Riccardo di anni 66 il 24.9.07
Cortella Adriana Patat di anni 72
l’1.10.07
Della Marina Ugo di anni 83 il 5.10.07
Sabidussi Aldo di anni 51 il 7.10.07
Mariano Colussi
n. 21.7.1932 m. 19.10.2007
68 Lepore Fabio di anni 81 l’11.10.07
69 Milanese suor Lorenzina di anni 92 il
15.10.07
70 Mari Maria ved. Iosio di anni 92 il
15.10.07
71 Colussi Mariano di anni 75 il 19.10.07
72 Cragnolini Giuseppina ved. Mardero
di anni 82 il 23.10.07
73 Orso suor Daniel di anni 74 il 2.11.07
74 Murello suor Antida di anni 98 il
3.11.07
75 Marini Maria ved. Forgiarini di anni 88
il 9.11.07
76 Cuzzi Leonardo di anni 87 il 18.11.07
Mandi Fabio
All’età di 81 anni, l’11 ottobre scorso è scomparso Fabio Lepore, figura caratteristica dell’agricoltura gemonese. Era stato uno dei promotori della Festa del Ringraziamento che il
mondo dell’agricoltura celebra ogni anno al termine dei raccolti e ci piace ricordarlo così
come si presentava sotto il duomo, in attesa della benedizione dei prodotti della terra e
delle macchine agricole, per poi sfilare fino al municipio.
15
È STATA LA PRIMA AD ESSER RICOSTRUITA DOPO IL TERREMOTO
La chiesa di San Rocco in Borgo del Ponte
Costruita tra la fine del
Quattrocento e il 1521 a seguito di un voto fatto dalla
Magnifica Comunità per impetrare la fine di un lungo periodo di epidemie di peste, la piccola chiesa di San Rocco era
stata eretta sulle fondamenta di
un torrione della seconda cinta
murata risalente alla seconda
metà del 1200. L’antico torrione sorgeva a difesa di una
delle porte cittadine munita di
ponte levatoio: da qui il nome
di borgo del ponte dato alla
zona quando venne urbanizzata all’interno della nuova cintura murata, sul finire del secolo successivo. La costruzione
aveva preso la forma circolare
dell’edificio precedente, così
come s’è potuto constatare
durante i lavori di ricostruzione dopo il 1976, e la mantenne
fino agli inizi del Seicento.
Vi aveva sede la Confraternita
di San Rocco, istituita sul finire del Quattrocento dopo che il
santo era stato proclamato compatrono di
Gemona nel 1476 (a lui nel 1489 dedicherà un inno in latino l’umanista pordenonese Pietro Capretto, al tempo cappellano del nostro duomo). Nel 1620 fu
costituita in città la Confraternita del
Crocifisso e la chiesa, divenutane la sede,
venne ampliata con l’innesto, verso valle,
di un’aula rettangolare. In quel che rimaneva della costruzione cinquecentesca,
divenuto presbiterio, fu collocato l’altare
maggiore, dedicato appunto al Crocifisso, mente ai lati furono sistemati l’altare di San Rocco e quello dell’Addolorata.
Incamerata dal governo del Regno Italico
nel 1806, la chiesa fu messa all’asta e
rimase bene privato fino al 1817 quando
fu riassegnata alla pieve di Gemona.
Nel 1841 vennero completati i lavori di
ampliamento che avevano permesso di
16
Gesù assiso tra la Vergine e il Battista, tra
i Santi, gli Apostoli e gli Evangelisi mentre San Michele pesa l’operato di ogni
essere umano chiamato a giudizio dalle
trombe degli angeli.
Coloro che attendono d’entrare in paradiso sono chiamati dai Santi Rocco ed
Emidio, i patroni invocati contro pestilenze e terremoti. Le anime dei dannati
vengono condotte alle pene eterne.
L’aula ospita anche quattro buone tele
seicentesche (gli Evangelisti) dono della
famiglia Someda de Marco.
Nel periodo natalizio in San Rocco
viene allestito il presepe con personaggi
in parte recuperati da quelli dello storico
presepe della chiesa di Fossale e recentemente restaurati e rinfrescati da Giovanni Seravalli.
Le vicende della storia gemonese legate
alla chiesa di San Rocco e la storia della
devozione al santo in Friuli sono state
descritte da monsignor Pietro Londero
(Pieri Piçul) nell’opera San Roc in
Friûl.
Fer
ampliare la capienza della chiesa con la
costruzione di due piccole navate dalla
curiosa pianta triangolare. L’interno fu
arricchito di stucchi e dipinti del Tiani
mentre il soffitto fu affrescato dal pittore
veneziano Sebastiano Santi con la rappresentazione del Giudizio Universale.
Nel 1863 venne costruito il campanile.
Distrutta dal terremoto, fu riedificata su
iniziativa del concittadino monsignor
Pietro Londero grazie al lavoro di molti
volontari e ai contributi di privati ed enti
giunti da tutto il mondo.
Il progetto, che ha riproposto l’edificio
nella sua forma ottocentesca, è stato eseguito dall’ingegner Pino Crapiz e dal
perito Pietro Renier. Prima tra le chiese
riedificate a Gemona dopo la distruzione,
venne consacrata da monsignor Alfredo
Battisti, allora arcivescovo di Udine, il
16 agosto 1982.
La chiesa è corredata di opere offerte da
artisti gemonesi: alle spalle dell’altare
maggiore, realizzato utilizzando uno
splendido acquaio secentesco dono delle
sorelle Costalonga, sta il bel Crocifisso
scolpito da Paolino Urbani; i due altari
laterali sono dotati di pale dipinte da Giovanni Seravalli (San Rocco sana una
bimba appestata) e da Giovanni Pittini
(Pietà); il grande affresco del soffitto,
che ripropone in una ariosa composizione moderna il tema del Giudizio Universale (foto qui sopra) è stato realizzato
da Bruno Tuti con uso sapiente di cromatismi e forza espressiva: vi si presenta
Il Lapidario del Duomo
Con l’anno nuovo sarà possibile visitare
gran parte dei vani sotterranei del Duomo
destinati ad ospitare il Lapidario, realizzato su progetto dell’architetto Alberto
Antonelli con il contributo del Rotary
Club di Gemona.
La benedizione dell’opera e l’inaugurazione di questi nuovi spazi, destinati
all’esposizione di pietre lavorate salvate
dai crolli del 1976, avverrà domenica 13
gennaio ad opera dell’arcivescovo monsignor Pietro Brollo, al termine della celebrazione eucaristica che il presule celebrerà in duomo alle 10,30.
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