Giano Bifronte, i Faraoni e la Sfinge

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Giano Bifronte, i Faraoni e la Sfinge
Giano Bifronte e la Sfinge
Come visto in precedenza l’arco di cerchio formato dalle Piramidi di Giza ed altri elementi
topografici suggeriscono che il volto della Sfinge di Giza, la Leonessa, può essere ruotato
immaginariamente di 360°.
Tuttavia, l’angolo esatto che dovrebbe indicare il luogo dell’Enigma della Sfinge dovrebbe essere
quello che allinea la Sfinge con l’Italia e, più precisamente, quello che la pone in direzione
dell’Altopiano delle Rocche.
L’intersezione a croce, ricadente sull’Altopiano delle Rocche, delle traiettorie che vanno dalla
Sfinge di Giza fino a Genova e da Ostia Antica fino a Pescara, lascia supporre che ivi sia da
localizzare il luogo dell’Enigma.
La cosa più interessante è che, lungo la traiettoria, tra la Valle Subequana e l’Altopiano delle
Rocche, ci si imbatte in una montagna, il Monte Sirente, la cui forma ricorda proprio la Sfinge di
Giza.
Osservando la foto che segue, tratta da Google Earth, si noterà che la propaggine della montagna,
protesa verso l’Altopiano delle Rocche somiglia alla parte posteriore di un leone o leonessa sdraiati,
con la coda posta sul lato destro, come nella Sfinge.
Rispetto alla Sfinge la montagna manca della testa, mentre sono distinguibili le zampe anteriori,
tenendo presente ovviamente che la Sfinge è una rappresentazione iconografica dei luoghi.
Appena oltre le zampe si trova il paese di Cocullo, il cui antico toponimo Coculo è da leggersi
come co – culo.
Come tale esso è un rinvio topografico crittato all’Altopiano delle Rocche, dove si trova per
l’appunto il “culo” della Leonessa, nei pressi di Rovere.
Lo stemma del Comune di Cocullo contiene una colonnina greca spezzata, acefala, che dovrebbe
rappresentare, al tempo stesso, sia la traiettoria Sfinge Altopiano delle Rocche sia il Monte
Sirente, la cui forma è grosso modo quella di una Leonessa acefala.
Vi è poi un richiamo coperto all’Ureo 1 o Cobra egizio nei due Serpenti attorcigliati intorno ad una
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Colonna spezzata.
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Anche qui, benché i rettili siano due serpenti, il Cobra deve essere visto nella stessa Colonna, con le
membrane laterali del capo rappresentate dalle prime due spire di destra e sinistra, ma senza testa.
L’acefalia potrebbe essere un’allusione alla decapitazione del personaggio Enigma od alla sua
evirazione per vendetta.
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L'ureo, in greco οὐραὐος, in latino uraeus, era una decorazione a forma di serpente posta, in origine, ai lati del
disco solare e successivamente sul copricapo dei sovrani egizi.
Applicando il rotacismo alla lettera r si ottiene U – Leo, cioè il crittogramma della stessa Sfinge, costituito da Leo,
cioè Leone in latino e la U che rappresenta le sue zampe anteriori.
Egli dovrebbe essere colui o coloro che bruciavano gli ebrei (olocausto) e che veniva soprannominato dagli ebrei ureo
nel senso spregiativo di urina dopo la loro liberazione dalla schiavitù (esodo).
In tal senso depone anche l’interpretazione del crittogramma come U – Reus, il Reo, dal latino reus.
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In realtà i personaggi potrebbero essere tre, vale a dire i tre Faraoni più famosi Keope, Kefren e
Micerino, se le ulteriori spire si interpretano come altrettante membrane craniali di altrettanti
Cobra.
Le code dei due serpenti formano un ferro di cavallo o l’ultima delle lettere dell’alfabeto greco, la
lettera omega Ω, probabile simbolizzazione della fine di un ciclo di dure persecuzioni per gli ebrei.
Capovolgendola si ottiene una lettera upsilon υ, che, insieme alla lettera maiuscola mi, formata dal
tratto iniziale delle spire dei serpenti, dà la parola Μυ, prima sillaba di Mucca.
La omega può essere vista pure come una lettera alfa A, se si considera la linea trasversale formata
dal prato, avendosi in tal caso Ma, prima sillaba di Makka, ossia La Mecca ( Makkat alT
Mukarramah ).
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L’arbusto rappresenta una Menorah ebrea, cioè un candeliere a 7 braccia.
Immaginando di capovolgerla, si visualizzerà un tunnel con arcate in prospettiva, possibile
rappresentazione di un tunnel posto sotto l’area delle Piramidi di Giza, da dove parte la traiettoria
verso l’Altopiano 2 .
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Sul basamento si nota una specie di cupola con un braccio verticale formato da tanti funghi porcini,
possibile rappresentazione dei megaliti di Preta Pezzuta presso Fontavignone e dei megaliti dei Prati
del Sirente, posti lungo la traiettoria in questione.
Il basamento di per sé, invece, potrebbe rappresentare una struttura a gradoni o ziggurath, presente
sull’Altopiano ai tempi dei Faraoni ma attualmente ricoperta di terra.
Il primo braccio dell’enorme croce
, formata dalle traiettorie Giza —— Genova e Ostia ––
Pescara, va tirato dalla Sfinge fino alla Chiesa di San Lorenzo in Genova, situata affianco al porto.
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Si potrebbe anche ipotizzare l’esistenza di un tunnel segreto sotto uno dei paesi dell’Altopiano, Rovere o Rocca di
Mezzo, in base a quanto esposto nel corso della ricerca.
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Cattedrale di San Lorenzo - Genova
La chiesa è importante per la sua funzione indiziaria, in quanto le sue facciate gotiche a strisce
bianche e nere ed i suoi tre portali a sesto acuto dovrebbero rappresentare il copricapo del Faraone,
detto nemes, come suggerito dagli archi dei portali, simbolizzazioni dello stesso e del Serpente
Colubro (in spagnolo culebra: cul–ebra, cul - ebrea).
Il probabile significato è che all’incrocio delle due traiettorie Sfinge – Genova e Ostia Antica –
Ostia Eterna (Pescara) si trova il sepolcro della Sfinge medesima oppure che ivi si trovano i
sepolcri di più di un Faraone.
La Sfinge potrebbe essere un personaggio storico determinato dell’antico Egitto, che nell’antica
Roma venne definito Ostia Eterna, cioè Eterna Vittima Sacrificale, dal latino hostia, -ae ovvero
simboleggiare una serie di personaggi dell’antico Egitto e dei successivi epigoni del Nazismo
egizio, fino a Yoshua di Nazareth.
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Assumendo che il termine latino hostia sia una crittazione del greco ὀστέον, si tratterebbe di semplici
tombe con le ossa dei personaggi, ipotesi suffragata anche dal simbolo
x, conosciuto in massoneria come
skull and bones.
L’intersezione topografica, come visto lungo il corso della ricerca, la si ritrova riprodotta, in forma
crittata, in più di un manufatto artistico.
E’ molto interessante come viene rappresentata su di una moneta romana del III sec. a.C., dedicata a
Giano Bifronte, in latino Ianus Bifronte.
Anonymous. Circa 225-212 BC.
AR Didrachm or Quadrigatus (6.27 g). Laureate head of Janus / Jupiter in quadriga driven by Victory;
ROMA incuse on solid tablet. Crawford 28/3; Sydenham 64; RSC 23 (da Wapedia)
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Per individuarla occorre ruotare la moneta in senso orario di un angolo piatto, in maniera tale da
avere la scritta Roma a sinistra con la X dello scudo che rappresenta l’intersezione delle due
traiettorie predette, delle quali, quella da Genova alla Sfinge, continua lungo il bastone gigliato
dell’auriga.
Si noterà che il punto di incrocio delle due traiettorie è costituito da un pallino, lo stesso pallino che
si ritrova alle giuntura delle zampe dei quattro cavalli 3 .
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Verosimilmente, il pallino grande al centro del segnaposto simboleggia la tomba del personaggio
più importante, mentre quelli più piccoli rappresentano altrettante tombe minori.
Il punto di origine della traiettoria dalla Sfinge è reso palese anche dalla lettera finale A di ROMA,
a forma di Piramide, cha va collocata vicino allo scudo leggendo ROMA come AMOR, dalla X
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Le zampe dei cavalli sono in totale 16, 4 x 4, numero che, come visto nel corso della ricerca, dovrebbe essere un
crittogramma di Sadici o Zedekim o Maestri di Giustizia e come tale riferibile a Rocca di Mezzo.
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dello scudo che rappresenta la base della Piramide vista dall’alto (inscritta in un cerchio) e dai 4
cavalli.
Questi ultimi stanno a significare che il luogo segreto si trova nei pressi del territorio degli Equi,
essendo cavallo in latino equus, plurale equi.
Osservando le zampe anteriori dei cavalli si intravvede l’abbozzo di un orso con la testa ed il muso
sotto la pancia del cavallo in primo piano: tale particolare dovrebbe significare che il territorio in
questione è a ridosso della Marsica, simboleggiata dall’Orso marsicano.
Si possono notare altri particolari rilevanti: l’auriga è un Uomo-Donna, cioè un guerriero romano
con i seni, la parte finale del bastone è una freccia che indica verso la X, la briglia, dalla figura con
le ali in poi, rappresenta le tre Piramidi di Giza ed una E capovolta, Piramidi che sono di nuovo
rappresentate dai triangolino, visibili per metà, all’altezza del collo dei cavalli.
In realtà, s’intravvede anche un quarto triangolino all’altezza del collo del primo cavallo, una quarta
Piramide egizia, forse la Piramide di Djoser.
E’ da osservare ancora che i quattro triangolini sembrano essere altrettante frecce che indicano
verso le zampe dei cavalli, dove sono i pallini, cioè i punti di localizzazione di alcune delle tombe.
Un’altra freccia direzionale è formata dal gomito del braccio destro dell’auriga, che indica una
traiettoria parallela a quella che si suppone vada da Giza a Genova.
Essa sembra indicare verso l’ala della figura piccola, la cui forma è quella della testa di un rapace,
probabile allusione ad Horus e a L’Aquila.
L’auriga tiene in mano una piantina a tre foglie, in seguito divenuto il fleur de lys o Giglio di
Firenze o de’ Medici 4
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, che simboleggia un’altra freccia direzionale: quella della
traiettoria da Acciano verso l’Altipiano.
Facendo ruotare ulteriormente il recto della moneta, gli spazi tra le lettere M ed A capovolte
formano una cresta di gallo o anche le tre Piramidi di Giza, con quella di Micerino a destra.
La lettera O, invece, sembra la parte finale di una croce ansata o Anke.
Lo spazio tra la O e la R capovolti danno corpo alla testa di un uccello con il becco e ad un
monolite.
Il verso della moneta è inciso con l’immagine di Giano Bifronte 5 , ulteriore indicazione del fatto
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che la traiettoria deve essere tracciata dalle Piramidi di Giza a Genova, poiché da Ianus deriva il
toponimo Genova o Genoa, originariamente Ianua, che in latino significa porta.
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Il cognome Medici oltre a riferirsi alla famiglia storica fiorentina è da riferire alla Famiglia degli Ermetici, cioè della
cripto-massoneria, plurimillenaria fratellanza risalente ai tempi dell’antico Egitto (criptoebrei).
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Ianus Bifrons è un acrostico interpretabile come I anus davanti e dietro (bifrons), cioè davanti e dietro a Uomo–
Donna o Italia ( I ), il personaggio rappresentato in sembianze femminili, con il seno, sull’auriga, probabile allusione ad
un personaggio maschile castrato e trasformato in donno (eunuco) per vendetta.
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Ma Ianus è anche all’origine del toponimo Acciano, paese non distante da Rocca di Mezzo.
Infatti, Acciano può essere fatto derivare dall’espressione latina ad Ianus, cioè verso Ianus,
localizzato sull’Altopiano delle Rocche.
Sull’Altopiano il riferimento è probabilmente a Rovere: il ramoscello ha due frecce contrapposte e
indirizzate verso il pugno chiuso, da qui si diparte un’altra freccia, formata dal gomito, in direzione
Rocca di Mezzo, da dove il personaggio alato guarda verso Rovere, peraltro simboleggiato dal
possente fallo del personaggio: robur.
Dal punto di vista criptico Acciano significa ad I Anus, interpretabile in varie maniere, tra le quali
ad Italiam Agnus e ad Iesu Anum, cioè “in Italia è Gesù di Nazareth” e, in tono derisorio, “in
culo a Gesù”, rappresentato nel recto della moneta sotto forma di un fallo, formato dal collo unico
delle teste e dalle loro facce (vedi supra katz, cazz’, Gath e G.A.D.U.)
Credo che nella moneta possa essere rintracciato anche l’accenno ad un collegamento navale tra
l’antico Egitto e le coste laziali, dal porto di Alessandria fino ad Ostia, sicuramente esistente in
epoca repubblicana ma già esistente molti secoli prima della fondazione di Roma (723 a.C.).
Capovolgendo la moneta, infatti, si potrà scorgere lo scafo ed i fasciami di una quadrireme, formato
dalle zampe dei cavalli; le zampe posteriori rappresentano anche i remi.
In dialetto ‘nanz e arret’, cioè Nazaret e vuol essere una frase di insulto a Yoshua: ‘nanz e arret’ a Gesù (anche nel
senso di Yoshua ossia gli artefici dello shoah).
Lo scudo con la X rappresenta il porto di approdo in Italia, raffigurata sotto forma di uno stivale
coincidente con la coda del cavallo e la punta delle tre penne sporgenti oltre la stessa (lo scudo va
immaginato dall’altro lato della coda-stivale come indica l’ala-freccia).
In tale contesto il piccolo personaggio alato sta a significare la notevole velocità della quadrireme
ed il breve tempo occorrente per il collegamento tra Alessandria e Roma, mentre i possenti cavalli
la potenza dell’imbarcazione: potrebbe trattarsi anche di una quinquereme se l’auriga viene visto
come un altro cavallo.
Il collegamento tra le Piramidi di Giza e l’Altopiano delle Rocche è rinvenibile anche in un’altra
moneta romana del III sec. a.C., dedicata a Giano, nella quale, oltre al segnaposto del recto X, nel
verso, si vede un sepolcro o sarcofago con il coperchio parzialmente aperto e la figura di un egizio,
con le gambe piegate, che sembra venirne fuori.
L’incisione potrebbe essere interpretata anche come la rappresentazione di uno stretto pertugio
attraverso il quale si accede ad un locale sotterraneo.
Anonymous (Rome). Circa 240-225 BC. Æ Aes Grave As (259.53 g).
Bearded head of Janus , I horizontally below; on a raised disk Prow of galley right; I above; all on a raised
disk (da Wapedia).
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Anche qui, immaginando di ruotare di 180° la moneta, si avrà che le due facce guardano una verso
l’alto ed una verso il basso, così facendo supporre l’esistenza di un tunnel verticale per l’accesso ad
una Camera segreta.
Sempre a proposito della moneta commentata in precedenza bisogna osservare che può fornire
un’indicazione topografica diversa rispetto a quella già esposta.
Infatti, rigirando il nome ROMA in AMOR, si avrà che la prima traiettoria parte dalle Piramidi di
Giza e giunge a Roma, rappresentata dalla X con il pallino al centro, per proseguire verso il
Principato di Monaco.
L’altra traiettoria parte da Olbia 6 in Sardegna e arriva a Pescara.
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Se si accetta tale ipotesi il luogo sotterraneo delle tombe, tra le quali quelle di “Amor”, andrebbe
ubicato a Roma, nelle cui vicinanze si estendeva il territorio degli Equi (i cavalli) e dei Marsi
(l’orso).
Lungo la traiettoria che va da Roma a Pescara si trova Rovere rappresentato dall’enorme fallo:
quercus robur o Robur Marsorum.
Le zampe dei cavalli rappresentano i sette colli di Roma, la figura alata l’Esquilino, da leggersi
come est Aquilinus e la figura possente dell’auriga Uomo-Donna (Amore) il Quirinale, da leggersi
come qui urinalis, cioè quello che urina: Ureo o U Leo.
Il senso sarebbe che l’Aquilino, cioè i Faraoni o i Leoni d’Egitto (Sfingi o “Leonesse”),
simboleggiati dall’artiglio dell’aquila
, metafora delle Piramidi, furono
segretamente collocati in un ambiente ipogeo sotto uno dei colli di Roma.
Così ragionando, il tunnel formato dalle zampe anteriori e posteriori dei cavalli, a sinistra e a destra,
si troverebbe sotto Roma e, forse, potrebbe trattarsi di più tunnel intercomunicanti, simboleggiati
dalle sette sottili zampe posteriori.
E’ lì che sarebbero i sarcofagi dei Faraoni.
Tale ipotesi, tenendo conto della datazione delle monete, risalente al III sec. a.C., sembra più
verosimile rispetto a quella delineata lungo tutto il corso della ricerca, che vorrebbe il tunnel
sotterraneo con le relative Camere sotto il paese di Rocca di Mezzo.
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Vedi supra nel testo la spiegazione del collegamento delle Piramidi con la città sarda.