Addio, Sandra

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Addio, Sandra
AMICI
La scomparsa di Sandra Mondaini
Addio, Sandra
Per 30 anni è stata
al fianco di AIRC,
oggi la ricordiamo
con affetto e gratitudine
a cura della REDAZIONE
imbolo di ironia e di divertimento leggero e
spensierato, Sandra Mondaini ha sempre dimostrato un forte impegno
per la ricerca, portando la sua leggiadria al servizio di
una causa che sentiva dal profondo.
Cinquant’anni di
carriera nello spettacolo e più di 30 di
impegno a favore della ricerca sul
cancro. Due anni fa ha detto addio
per sempre ai riflettori, che ha condiviso per mezzo secolo con il marito Raimondo Vianello, ma non ha
mai abbandonato AIRC. Qualche
S
decennio fa, ha scelto di sostenerla e
prestare il proprio volto, amato e
popolare, alle sue campagne, tra cui
la raccolta fondi tramite la distribuzione delle azalee nelle piazze italiane e quella per la promozione della
Settimana della
buona spesa.
Da allora non ha
mai mancato un appuntamento e per
questo ha ricevuto,
nel 2003, il premio
Credere nella ricerca, assegnato ogni anno dal presidente della Repubblica a chi si distingue per l’impegno nel supporto
alle attività dell’Associazione. “Per il
costante impegno a fianco di AIRC
nel testimoniare a favore della ricer-
La ricerca
non aspetta
e l’impegno
è per il futuro
30 | FONDAMENTALE | DICEMBRE 2010
ca oncologica”, recitava la motivazione.
Insieme a Raimondo, ha scelto
anche di essere testimonial della
campagna per i lasciti testamentari, che invita a destinare una parte
dei propri beni a favore della ricerca oncologica, attraverso il proprio
testamento. Un modo per impegnarsi in prima persona nella lotta
alla malattia, ma anche per dare il
buon esempio.
I personaggi a cui ha dato vita in
televisione sono entrati nella memoria di tutti gli italiani, grandi e
piccini: il buffo clown-bambino Sbirulino, ingenuo e scanzonato, o la
mogliettina intrattabile di Casa Vianello, trasmissione che, con titoli e
ambientazioni diverse, è andata in
onda con successo dal 1988 al 2007,
senza mai annoiare il pubblico.
Per l’attrice, la spinta a impegnarsi nella lotta contro le malattie
oncologiche con così tanta costanza è nata dall’esperienza personale.
A fianco delle gratificazioni lavorative, dell’amore del pubblico e della
felice vita privata, ha infatti incontrato più volte la malattia, che ha
colpito prima il marito e poi lei.
Ci piace ricordarla con una frase
che spesso ripeteva: "La ricerca non
aspetta, non ha tempo da perdere,
dobbiamo tutti imparare a non essere egoisti, a pensare che il nostro
impegno va a favore delle future
generazioni, dei nostri figli e nipoti". Grazie Sandra.