tutta l`arte da vedere in

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tutta l`arte da vedere in
Vederea
©
Genova
e nella Riviera di Levante
ILGIORNALE DELL’ARTE
N. 1 LUGLIO-AGOSTO 2012
UMBERTO ALLEMANDI & C.
Ellequadro Documenti
Andrea Ciani arte & design
Galleria Arte Studio
Artré Gallery
Cerruti Arte
Galleria d’Arte Il Basilisco
Galleria Guidi
Galleria Martini e Ronchetti
Galleria San Lorenzo al Ducale
Galleria Studio 44
Guidi&Schoen Arte Contemporanea
Il Punto
Galleria Rotta Farinelli
Il Vicolo Galleria d’Arte
Immagine e Colore
MichiPasto Arte
UnimediaModern
VisionQuest Gallery
TUTTA L’ARTE DA VEDERE IN
LUGLIO-AGOSTO
SUPPLEMENTO A «IL GIORNALE DELL’ARTE» N. 322 LUGLIO-AGOSTO 2012
L’ottava edizione di «START», la manifestazione di Genova dedicata all’arte contemporanea, inaugurerà il 5 ottobre 2012 con un opening collettivo delle 23 gallerie partecipanti
ABC Arte
Tappeto rosso
3
Micky Wolfson Jr.: «A Genova la crescita
culturale e artistica è stata intensa e costante.
Non è una marea, è una leggera brezza
europea»
Per il collezionista e mecenate americano l’ambiente ligure è sempre
spettacolare, in particolare la riviera
ollezionista onnivoro e mecenate artistico,
Mitchell (Micky) Wolfson Jr., nato a Miami
nel 1939, spinto dalla stessa curiosità
che lo ha guidato nella ricerca di opere per le
sue sterminate collezioni, è in primo luogo un
grande viaggiatore che tra i luoghi di sosta
del suo ininterrotto itinerario in giro per il
mondo, oltre a Miami, Parigi e New York, ha
scelto anche Genova, dove approdò alla fine
degli anni Sessanta come viceconsole. Wolfson ha infatti mantenuto uno stretto legame
con la sua città d’elezione, dove è ospitata la
sua collezione d’arte decorativa e di propaganda
che nel 2007 ha donato alla Fondazione regionale per la Cultura e lo Spettacolo ed è
ora esposta alla Wolfsoniana,
il museo inaugurato nel
2005 nell’ambito del polo artistico di Nervi,
comprendente anche
la Galleria d’Arte Moderna, le Raccolte
Frugone e il Museo
Luxoro. Di passaggio per Genova,
proveniente da Art
Basel e in partenza per Londra, gli abbiamo rivolto alcune domande.
C
Che cosa trova di cambiato, nel campo dell’arte e della cultura, tra la Liguria di oggi e quella che scoprì alla fine degli anni Sessanta?
Niente. Genova è sempre la città più enigmatica della penisola, dove sono più frequenti le domande che le risposte. Lo charme è sempre stato il non sapere. Quando si chiede, la risposta è sempre vaga: è infatti una città schiacciata dal peso della sua storia. Inoltre, i genovesi sembrano inclini a esprimersi in un loro linguaggio originario, mentre per loro l’italiano è
un ostacolo alla comunicazione.
Come giudica oggi le trasformazioni, anche urbanistiche, determinate dall’«Expo» del 1992 e, successivamente, dall’anno di «Genova capitale europea della cultura» nel 2004?
Fa parte dell’ambizione dei genovesi e del loro innato orgoglio
dimostrare che sono all’altezza dei loro antenati. Non è una
questione spontanea o celebrativa: tutto è fatto in difesa della loro identità di popolo leader. In Liguria ha sempre dominato il segno di Giano bifronte: i liguri sono al tempo stesso arditi e timidi, orgogliosi e riservati, laici e religiosi, provinciali
e cosmopoliti, intimi e pomposi.
Che cosa le è piaciuto di più e che cosa di meno
in queste trasformazioni?
La crescita culturale e artistica è stata intensa e costante. Non una marea, ma una costante brezza europea. E per fortuna questi positivi cambiamenti, come si addice a una repubblica, sono stati voluti e richiesti dalla cittadinanza, non imposti dalle autorità. Quello
che è successo è stata l’espressione della volontà dell’intera comunità, in tutte le sue componenti.
Che cosa incarna meglio lo spirito della Liguria e
del suo capoluogo?
Il genio dei liguri si è sempre espresso nel
campo finanziario e imprenditoriale. Gli straordinari monumenti
creati da questa tradizione sono la pesante eredità storica con la quale, come dicevo, devono confrontarsi quotidianamente. Ma la
cosa più spettacolare per la Liguria è
l’ambiente, in particolare nella riviera,
grazie soprattutto all’esemplare ruolo delle soprintendenze.
Come spiega che a Genova, nonostante la crisi, siano attive
così tante case d’asta?
È nel sangue dei genovesi scambiare un valore per un altro.
Sono infatti degli ottimi cambiavalute.
Qual è il museo o l’istituzione culturale che meglio interpreta
la realtà artistica della regione?
La Wolfsoniana perché rispecchia l’estetica e l’intero contesto
culturale di un’epoca gloriosa della storia ligure e italiana: il Novecento. E poi è stato uno sposalizio perfetto tra iniziativa privata e responsabilità pubblica, come negli antichi tempi.
Che cosa non devono assolutamente perdere i turisti e i viaggiatori di passaggio in Liguria?
Un incontro con gli indigeni: le principali opere d’arte della regione. Ma, come ho detto, è difficile in Liguria rispondere a
certe domande: come si può scegliere tra una sessantina di
istituzioni e musei uno più bello dell’altro? Anche per me è difficile rispondere.
Matteo Fochessati
Sono quattro i musei del Polo di Genova Nervi
Collocati nella suggestiva cornice nado privato, quello dei fratelli Lazzaro
turalistica dei suoi parchi, i 4 musei
e Luigi Frugone, donato nel 1930 e
che compongono il polo museale di
nel 1950 al comune di Genova e deGenova-Nervi rappresentano un’omostinato a essere ospitato dal 1993 in
genea e complementare panoramica
una villa, ristrutturata negli anni ’50
sulle ricerche artistiche dell’Otto e del
dall’architetto Luigi Carlo Daneri. Il
Novecento. Un denominatore comune
nuovo allestimento della Galleria
tra le diverse istituzioni, che dialogad’Arte Moderna (GAM), inaugurato
no tra loro attraverso comuni iniziatinel 2004, ha invece ridato lustro a una
ve espositive e reciproci scambi tra le
collezione che, partendo da un nucleo
collezioni, è inoltre costituito dal fatcentrale, derivante dalle raccolte del
to che queste raccolte artistiche rapprincipe Odone di Savoia, documenta
presentano, in larga misura, il frutto
in maniera puntuale ed esaustiva le
ricerche artistiche italiane, dal Rodi importanti lasciti alla pubblica ammanticismo del primo Ottocento allo
ministrazione da parte di collezionisti
stile Novecento e al Futurismo. All’eprivati. È questo il caso del museo di Una sala della Wolfsoniana. Il Museo conserva oggetti e opere d’arte
strema propaggine a Levante si trova
più recente apertura, la Wolfsoniana, del periodo compreso fra il 1880 e il 1945
infine la Villa Luxoro che, trasformainaugurata nel 2005 per ospitare le
collezioni di arti decorative e di propaganda donate da Mitchell ta in museo, ospita adesso in un’atmosfera di dimora nobiliare le
Wolfson Jr. alla Fondazione regionale per la Cultura e lo Spettaco- raccolte donate dalla famiglia, comprendenti in gran parte opere
lo; ma analogamente anche le eccezionali collezioni artistiche del- di arte decorativa, ma anche una quadreria con alcune tele di Alesl’Ottocento, esposte alle Raccolte Frugone, provengono da un fon- sandro Magnasco.
Vederea
ILGIORNALE DELL’ARTE
Società editrice
Umberto Allemandi & C. spa,
via Mancini 8, 10131 Torino,
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Stampa
Cast, Moncalieri (To)
Genova
e nella Riviera di Levante
è una testata edita dalla
Società editrice
Umberto Allemandi & C.
nell’ambito della linea di periodici
«Vedere a...»
Curatore
Matteo Fochessati
Ha collaborato
Anna Orlando
Coordinamento redazionale a Torino
Lina Ocarino
Referente commerciale in Liguria
Valeria De Simoni 333 2778388
[email protected]
Sommario
Genova e dintorni
4
4
4
4
5
5
5
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6
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Galata Museo del Mare
Yves Klein, Giacomelli, Dondero
a Palazzo Ducale
Pinocchio. Biennale 2012
«Genova la bella» a Palazzo
della Meridiana
Un affresco di Strozzi
nel «Cambi Caffè»
Le case d’asta di Genova
L’Abbazia di Cervara
«START» a ottobre
«Astratta Due» alla Zappettini
Due mostre alla galleria Busi
La Spezia e dintorni
7
7
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7
7
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XXXIII Mostra Nazionale
dell’Antiquariato di Sarzana
La xilografia italiana
alla Palazzina delle Arti
Il Museo del Castello
di San Giorgio
«Superfici sensibili» al CAMeC
Marina Abramovic alla Marrana
arte ambientale
«Costellazione» da Cardelli
e Fontana artecontemporanea
IX «Festival della Mente»
a Sarzana
IL GIORNALE NON RISPONDE DELL’AUTENTICITÀ DELLE ATTRIBUZIONI DELLE OPERE RIPRODOTTE, IN PARTICOLARE DEL CONTENUTO DELLE INSERZIONI PUBBLICITARIE. LE OPINIONI
ESPRESSE NEGLI ARTICOLI FIRMATI E LE DICHIARAZIONI RIFERITE DAL GIORNALE IMPEGNANO ESCLUSIVAMENTE I RISPETTIVI AUTORI. SI CONSIGLIA DI VERIFICARE TELEFONICAMENTE
GLI ORARI DELLE MANIFESTAZIONI.
www.allemandi.com
Giacomo Durazzo
«coltivator di arti belle»
È dedicata a uno tra i più celebri protagonisti di quella potente e cosmopolita nobiltà che, con ampia visione internazionale e altrettanto significativa competenza finanziaria, governò per secoli la repubblica oligarchica genovese, la mostra «Giacomo Durazzo 1717-1794. Teatro musicale e collezionismo tra Genova,
Vienna e Venezia», visitabile al Museo di Palazzo Reale sino al 7 ottobre. L’evento espositivo, curato da
Luca Leoncini e presentato attraverso un suggestivo allestimento di Lui- La «Morte di Alceste» di Giovanni
gi Berio, non si limita però a docu- David, datata 1776; l’opera è a Torino,
mentare semplicemente la vicenda in collezione privata
biografica di questo discendente di
una tra le più ricche e influenti famiglie genovesi, ma innanzitutto mette in rilievo il suo gusto collezionistico e la sua fondamentale azione
di promozione culturale nel campo del teatro e della musica. Entrato
a far parte del corpo amministrativo della Repubblica di Genova, Durazzo ottenne infatti ben presto incarichi diplomatici a Parigi e a Vienna, dove giovanissimo fu nominato direttore dei teatri della capitale
austriaca, campo nel quale si distinse per le sue innovative scelte artistiche, come comprovato dal suo determinante contributo al lancio
di musicisti come Christoph Willibald Gluck. Trasferitosi quindi a Venezia come ambasciatore cesareo, durante il suo ventennale soggiorno nella città lagunare ordinò per conto del duca Alberto di SassoniaTeschen una straordinaria collezione di stampe, poi confluita all’Albertina di Vienna. Lui stesso collezionista di disegni, stampe e dipinti (tra i suoi capolavori si può ricordare la «Discesa al limbo» di Andrea Mantegna), il bibliofilo e connoisseur Durazzo fu dunque uno tra
i principali attori della cultura europea del Settecento, come testimoniato a imperitura memoria dai caratteri celebrativi della sua tomba,
collocata con grande rilievo nella chiesa di San Moisé a Venezia.
Giacomo Durazzo 1717-1794. Teatro musicale e collezionismo tra Genova,
Vienna e Venezia, fino al 7 ottobre
Museo di Palazzo Reale, Teatro del Falcone, via Balbi 10; tel. 010 2710236-286;
www.palazzorealegenova.it
Orario: ma-me 9-13,30; gi-do 9-19
Genova
e
dintorni
Il Galata racconta
In Palazzo Ducale un genio: Yves Klein,
4
la storia della
tra judo e teatro, le emozioni di Giacomelli,
navigazione e delle i reportage di Dondero
migrazioni via mare
I
L
Davanti al «Galata Museo del Mare» è ormeggiato il «Nazario Sauro», il più grande sommergibile italiano, varato nel 1976
storico, del piroscafo «Città di Torino» o della galea genovese del Seicento che, posta sullo scivolo di varo originale, è diventata sin dall’inaugurazione una tra le sue principali attrazioni. A partire da questa estate si potrà inoltre accedere sulla ricostruzione della nave, lunga 42 metri, con l’opportunità di esplorarne l’interno e di rivivere in prima persona, attraverso oggetti,
scenari e postazioni multimediali, la vita di bordo e le attività dei
diversi membri dell’equipaggio. Altrettanto affascinante risulta
la visita al sommergibile «Nazario Sauro», ormeggiato nella Darsena di fronte al museo e a cui si accede muniti di una audioguida interattiva, integrando questa esperienza attraverso le strumentazioni presenti al terzo piano del museo nella sezione pre-show.
Il museo ha infine recentemente affiancato, a questa documentata ricostruzione della storia della navigazione, uno dei
temi sociali tra i più cruciali della nostra epoca, ovvero quello dell’emigrazione. Un nuovo padiglione di 1.200 metri quadrati, con oltre quaranta postazioni multimediali, propone le principali ricostruzioni ambientali delle destinazioni degli emigranti italiani (dalla celebre Ellis Island alla Boca di Buenos Aires e alle fazende brasiliane), ma presenta anche un barcone usato da
nordafricani per la traversata del canale di Sicilia e una serie di
materiali documentari, focalizzati sulle problematiche politiche ed
economiche legate ai recenti sviluppi del fenomeno migratorio.
Galata Museo del Mare, Calata De Mari 1 (Darsena, via Gramsci),
Genova; tel. 01023.45.655; www.galatamuseodelmare.it
Orario: da marzo a ottobre 10-19,30; da novembre a febbraio:
ma-ve 10-18, sa-do e festivi 10-19,30
tale, Klein tentò infatti di raggiungere una sintesi estetica tra judo, teatro e arte. Della disciplina sportiva orientale apprezzava il
movimento e la spiritualità, mentre rispetto al tradizionale genere teatrale contrappose un’esperienza alternativa, nella quale la
sua personale ricerca di una realtà oltre la rappresentazione trovò
un determinante contributo nella pratica delle arti marziali e della performance. Approfondendo tutta la complessità della sua
esperienza artistica (attraverso immagini, video e alcune opere
della moglie Rotraut Uecker) la mostra culmina, nella suggestiva installazione della Cappella di Palazzo Ducale, con l’evocativa esecuzione della sua «Monotone Symphony», scritta da Klein
su una sola nota ripetuta per 24 minuti.
Una differente spiritualità, espressione di una forte empatia
emozionale con i soggetti ritratti, emerge invece dalle foto di
Mario Giacomelli che il curatore della mostra Sergio Casoli,
insieme a Ettore Burbanza, ha suddiviso per serie tematiche.
Arricchita da suggestioni letterarie e artistiche, la sua ricerca fotografica, a partire dalla celebre serie dei «Pretini», acclamata negli anni Settanta al Metropolitan Museum di New York, ha sempre accentuato il valore emozionale dell’immagine, estendendo
questa sua disponibilità affettiva nei confronti dei personaggi ritratti al tema naturalistico, come nel caso delle sue vedute del paesaggio marchigiano, ripreso in maniera ricorrente nel corso di tutta la sua carriera. Un approccio estetico differente, ma non meno carico di umanità, è quello che ha caratterizzato invece tutta la carriera di un fotoreporter come Mario Dondero, a cui
Palazzo Ducale dedica una mostra antologica divisa in sei sezioni. Protagonista di tutti i principali eventi culturali del suo tempo, viaggiatore instancabile e testimone politicamente engagé dei
più memorabili fatti storici del Novecento, Dondero ha ritratto
celebri esponenti internazionali della letteratura, del cinema e del
teatro, contribuendo in maniera determinante, attraverso le sue
fotografie, alla fama e al successo delle più innovative correnti
artistiche dell’epoca.
© ARCHIVIO MARIO GIACOMELLI, SENIGALLIA
naugurato nel 2004, anno in cui Genova Capitale europea
della Cultura predispose all’interno di una complessiva riorganizzazione del suo sistema museale l’apertura di nuovi importanti strutture espositive, il Galata Museo del Mare detiene da allora il primato per il maggior numero di visitatori (200mila nel 2011), grazie anche alla sinergia con l’Acquario di Genova e La città dei bambini e alla complessiva offerta, gestita da Costa Edutainment, sui temi del mare e dell’ambiente, della scienza, della storia della navigazione e della
cultura. Realizzato su progetto dell’architetto sivigliano Guillermo Vazquez Consuegra attraverso il restauro e il riallestimento di uno dei più antichi dock commerciali del porto genovese, il Galata, che prendeva il nome da un quartiere di
Istanbul (sede fino al XV secolo di una delle più importanti comunità di genovesi nel Mediterraneo), ha aggiunto nel corso degli anni nuove importanti sezioni al suo percorso di visita. A fianco delle collezioni storiche del museo sono state approntate
grandi ricostruzioni in scala reale, come quelle di un brigantino dell’Ottocento, della tuga di un piroscafo del Novecento,
di ambienti della Genova ottocentesca con i vicoli del centro
a radicale rottura estetica espressa dall’opera del francese
Yves Klein si associa in genere ai suoi dipinti monocromi, uniformemente ricoperti di un particolare pigmento
blu, da allora identificato con il nome stesso del suo creatore. La ricerca estetica di assoluto, ostinatamente perseguita dall’artista nizzardo, si è tuttavia manifestata anche in altri
ambiti di intervento, che maggiormente potevano trasmettere l’idea del vuoto, dell’immateriale e dell’indefinibile a cui l’artista
aspirava. Ai due fondamentali campi operativi, entro i quali
sperimentò la sua volontà di superamento dei tradizionali confini dell’arte, il judo e il teatro, è ora dedicata a Palazzo Ducale la mostra curata da Bruno Corà, Sergio Maifredi e Daniele Moquayi. Affascinato dalla cultura e dalla spiritualità orien-
Yves Klein. Judo e Teatro. Corpo e Visioni, fino al 26 agosto
Mario Giacomelli. Un maestro della fotografia del Novecento, fino al 19 agosto
Mario Dondero. Dalla parte dell’uomo, fino al 19 agosto
Palazzo Ducale, Piazza Matteotti 9; tel. 010 557400; www.palazzoducale.genova.it
Orario: lu-do 9-19
«Genova la bella, il volto dipinto,
l’occhio scintillante…»
L’imponente acquerello del pittore inglese Henry Parke (1790-1835) prestato alla mostra
da Banca Carige
«Anthropometries de l’époque bleue» di Yves Klein, la celebre performance presentata alla
Galerie Internationale d’art contemporain di Parigi nel 1960; «Io non ho mani che mi accarezzino il viso» di Mario Giacomelli; «Il mondo di Piero della Francesca. Contadino italiano nella zona di Sansepolcro, Arezzo» di Mario Dondero
Baloccarsi nel Porto Antico (c’è Pinocchio!)
Un evento espositivo sdoppiato in due sedi, il Museo Luzzati e i Magazzini del Cotone, entrambe collocate nell’area di quel Porto Antico che, progettato da Renzo Piano, ha festeggiato quest’anno il ventennale della sua inaugurazione, avvenuta nel 1992
in occasione dell’Esposizione Colombiana. A questo evento, che cambiò radicalmente il volto della
città, offrendole un affaccio al mare, precedentemente precluso, e contribuendo al suo rilancio turistico, è dedicato l’articolato programma espositivo della mostra «Pinocchio. Biennale 2012», accompagnata sino al 13 gennaio 2013 da un ricco
programma di proiezioni di film, spettacoli teatrali, dibattiti e laboratori per i bambini. Tutto in onore di quel burattino di legno che, da protagonista
della novella di Collodi, ha continuato a essere celebrato nel corso degli anni attraverso centinaia di
edizioni editoriali in tutte le lingue del mondo, svariate tipologie di pupazzi e celebri trascrizioni cinematografiche o televisive. Pinocchio ha inoltre L’opera «Pinocchio figlio dell’albero» di Flaincrociato, in tutto questo tempo anche le strade vio Costantini esposta al Museo Luzzati
di artisti e illustratori di ogni genere e provenienza, come ben documentato da questa esposizione.
Saranno infatti presentati in mostra dodici collage
inediti di Flavio Costantini, ideatore dell’evento, un
consistente numero di opere dell’artista pop americano Jim Dine e del pop italiano Ugo Nespolo, ma
anche grafiche di Roland Topor e di Mimmo Paladino, il Pinocchio trasgressivo di Stefano Grondona, le tavole di Jacovitti, i disegni di Lorenzo Mattotti per il nuovo film d’animazione di Enzo D’Alò,
le scenografie di Guido Fiorato, le illustrazioni dello «Zoo di Pinocchio» di Filippo Sassòli e, naturalmente, il fantastico universo «pinocchiesco» di Lele Luzzati.
Pinocchio. Biennale 2012, fino al 13 gennaio 2013
Museo Luzzati a Porta Siberia e Magazzini del Cotone
Museo Luzzati a Porta Siberia, Porto Antico 6; tel. 010 2530328;
www.museoluzzati.it, orario: ma-do 10-13 e 15-19
Magazzini del Cotone, modulo 1, Porto Antico; tel. 010 248571;
www.portoantico.it
Con la mostra, il cui titolo cita Alfred De Musset, allestita nei suggestivi spazi espositivi del Palazzo della Meridiana, i curatori Piero Boragina e Giuseppe Marcenaro ritornano ad analizzare, attraverso una
selezione di vedute di Genova, una tra le tappe meno note, ma più sorprendenti dell’itinerario del Grand Tour nella prima metà dell’Ottocento. I viaggiatori italiani e stranieri che all’epoca attraversavano la penisola, quasi in una sorta di iniziatico rito culturale, non mancarono
infatti, arrivati a Genova, di rimanere sbigottiti e affascinati di fronte
alle ricchezze artistiche e naturali del capoluogo ligure e della sua provincia. La scoperta da parte di tali viaggiatori, artisti e scrittori, di una
realtà così impressionante dal punto di vista estetico, ma anche la rivelazione della pittoresca magia di questo peculiare territorio, stretto
tra i monti e il mare, ci viene dunque restituita in mostra da una raccolta di paesaggi (dipinti, acquerelli e tempere), provenienti per la
maggior parte da collezioni private e quindi poco noti, se non del tutto inediti. Culminante con il dipinto di Henry Parke, appartenente alle collezioni della Banca Carige e raffigurante il panorama di Genova
e della sua costa, dal promontorio di Portofino a Capo Mele, questa
serie di vedute, realizzate spesso da artisti stranieri, ma anche da più
o meno celebri pittori italiani, tra i quali spicca Luigi Garibbo, testimonia inoltre lo specifico approccio documentario del periodo, nei
confronti del genere paesaggistico, in un’epoca precedente alla scoperta della fotografia. Ma rievoca anche gli emozionati sentimenti di
chi questa città e il suo territorio vide per la prima volta, restandone
folgorato per l’intensa e l’inaspettata bellezza.
Genova, la bella. Un Sogno di primo Ottocento, fino al 5 agosto
Palazzo della Meridiana, Piazza della Meridiana 1 - Salita San Francesco 4;
tel. 010 2541996; www.palazzodellameridiana.it
Orario: ma-ve 12-19, sa-do 10-19
5
Nel soffitto del Palazzo
c’era il «Trionfo» di Strozzi
Anche la più recente
iniziativa di diversificazione della propria
attività imprenditoriale, da parte di Cambi
Casa d’Aste, si è interamente configurata
nel segno dell’arte.
Dopo aver rilevato il
marchio Vedova Romanengo, titolata confetteria genovese di
antica
tradizione,
Marcello Cambi, fondatore della fortunata
impresa familiare con
sede nelle suggestive
sale del Castello Mackenzie, capolavoro architettonico di Gino
Coppedé, ha infatti
inaugurato un caffè-ristorante nel duecentesco Palazzo Doria, il
più antico degli edifici Figure allegoriche di Bernando Strozzi nella sala del
nella contrada della «Cambi Caffè» nel settecentesco Palazzo Branca Doria
nobile famiglia geno- in Vico Falamonica
vese, già appartenuto
a Branca Doria, personaggio rievocato da Dante nel penultimo canto dell’«Inferno». I lavori di ripristino e riallestimento al locale al
pianterreno del palazzo hanno contribuito a riportare alla luce l’affresco di Bernardo Strozzi sul tema de «Il trionfo di David», dedicato al committente, il marchese Stefano Gio. Doria, doge di Genova
nel 1633 e cugino di Gio. Carlo e Marcantonio Doria, due tra i più
significativi e illuminati collezionisti d’arte genovesi dell’epoca. Celato per anni da una controsoffittatura, l’affresco è stato recuperato grazie a un restauro seguito dalla Soprintendenza e sostenuto
dalla curia genovese, proprietaria dell’immobile, rivelando la straordinaria qualità di un’opera che conferma il geniale estro pittorico
dello Strozzi e la sua sapiente interpretazione dei dettami estetici
della cultura figurativa barocca. Altrettanto interessante, anche se
assegnabile a una diversa mano (forse di Lazzaro Tavarone oppure
di Bernardo Castello) la decorazione delle pareti, con scorci scenografici di paesi e architetture e figure di putti. Un’importante riscoperta che, grazie alla funzione pubblica attribuita al locale, ha permesso di recuperare la preziosa complessità del ciclo pittorico, rendendola finalmente fruibile in un’atmosfera di piacevole eleganza.
Cervara è un luogo del cuore:
in luglio e agosto è visitabile
Uno angolo dell’incantevole giardino all’Italiana affacciato sul golfo di Portofino
dell’Abbazia della Cervara
Collocata sui rilievi di Santa Margherita Ligure, nel contesto di una
straordinaria cornice naturalistica, l’Abbazia della Cervara, riaperta
al pubblico nel 1999, conserva intatto il fascino della sua storia centenaria che prende avvio nel 1361 dalla sua fondazione come abbazia benedettina. Il complesso architettonico, dichiarato Monumento
Nazionale già nel 1912, fu infatti meta nel passato di personaggi illustri, come Francesco Petrarca, Santa Caterina da Siena, papa Gregorio XI e Giovanni d’Austria. Raggiunto il suo massimo splendore nel
Cinquecento, l’Abbazia subì nei secoli successivi diverse trasformazioni e adeguamenti architettonici, determinati dalle diverse proprietà a essa connesse, sino a vedere quasi interamente dispersi i suoi
beni mobili a seguito della soppressione degli ordini monastici istituita dalla Rivoluzione Francese. Solo dopo il 1990, anno in cui perviene all’attuale proprietà, la Cervara ritrova la sua sfavillante ricchezza artistica grazie a una serie di importanti restauri condotti, sotto la
supervisione della Soprintendenza, su progetto dell’architetto Mide
Osculati e, per quanto concerne, la decorazione pittorica interna ed
esterna, da Pinin Brambilla Barcilon. Il Centro di Conservazione e Restauro «La Venaria Reale» di cui è direttrice ha peraltro recentemente eseguito il restauro di otto preziosi arazzi fiamminghi conservati
nell’Abbazia e presentati al pubblico lo scorso aprile, in occasione della XIV edizione della Settimana della Cultura. Queste antiche tappezzerie, realizzate nel XVII secolo a Bruxelles e ad Anversa, nella cerchia dei Wauters, sono solo l’ultimo contributo a un percorso di visita che culmina con il giardino monumentale all’italiana, disteso su
due livelli e unico conservato in Liguria. La Cervara è aperta al pubblico nel mese di luglio e agosto, con visita guidata, nella prima e nella terza domenica del mese.
La Cervara. Abbazia di San Girolamo, Lungomare Rossetti, via Cervara 10,
Santa Margherita Ligure; tel. 0185 293139; www.cervara.it
Visite guidate: numero verde 800 652110
Genova
e
dintorni
«È nel sangue dei genovesi scambiare
un valore per un altro».
Forse per questo, e a dispetto della crisi,
in città sono numerose le case d’asta
A
paragone di città ben più grandi come Roma e Milano, a Genova è attivo un numero elevato di case
d’asta. Relativamente giovani sono la Cambi, gestita dall’omonima famiglia che l’ha fondata nel
1998, e la Wannenes, nata nel 2000 come Art Auctions, prima che ne prendesse le redini Guido Wannenes rinominandola nel 2008. Esse hanno svolto un’attività fortemente concorrenziale nei confronti di case più antiche come
la Rubinacci e la Boetto. Un paio d’anni fa, a breve distanza
dalla morte del suo fondatore e leader Piero Pagano, la Rubinacci non ha retto le pressioni di un mercato sempre più
esigente e selettivo. Viceversa, la Boetto, che risulta così la
più anziana ancora in attività, vive oggi una felice stagione di
rinnovamento che molto deve allo spirito dei cinque quarantenni che la gestiscono sotto la supervisione di Marco
Capozzi, fondatore con Umberta Cattaneo della Volta nel
1988: i suoi tre figli Alberto, Paolo e Francesco, e le due figlie
della marchesa Catteneo, Nicoletta ed Elena Spechel. La decana delle vendite all’incanto ha di recente inaugurato la
nuova sede lasciando Palazzo Lercari Parodi in via Garibaldi a vantaggio dell’ex monastero delle Fieschine in zona Manin, dove aveva già avuto sede per circa dieci anni la
Rubinacci.
Passando dai 900 di via Garibaldi ai 1.400 metri quadri delle Fieschine, la Boetto rinuncia alla centralità della sede nella pedonale via dei musei e al fascino dei suoi saloni affrescati a favore della comodità di un edificio settecentesco e dal
rigoroso impianto lineare.
Evidentemente, anche oggi che una fetta sempre maggiore di
compravendite avviene via internet, restano prioritarie le attività legate alla logistica, ovvero al trasferimento e al magazzino delle opere, così come anche la capienza degli spazi espositivi e amministrativi. La nuova sede affaccia su un grande
La nuova sede della Casa d’Aste Boetto nel settecentesco ex monastero delle Fieschine
a Manin
giardino che ospita coloratissime rose ma pure agevolmente
accoglie i veicoli sia dei clienti sia dei trasportatori.
Il trasferimento si è reso necessario soprattutto da quando tra
i 6mila lotti movimentati ogni anno ricoprono un ruolo sempre più importante quelli delle aste di design: due all’anno con una particolare attenzione a quello italiano, queste
vendite hanno raggiunto con l’arte moderna il fatturato dell’antico e dell’antiquariato, i settori tradizionali con cui era
partita un quarto di secolo fa l’attività della Boetto.
❑ Anna Orlando
A Genova in ottobre «START»: il contemporaneo in città
Chiusura espositiva durante la pausa estiva per le
gallerie si riversa per strada, le suggestive atmosfegallerie genovesi che si preparano comunque all’ure del più grande centro medioevale d’Europa.
scita collettiva di ottobre in occasione del consueto
appuntamento stagionale di «START». Dopo il granLe ventitre gallerie che partecipano all’ottava ediziode successo di pubblico delle scorse edizioni, anche
ne di «START» sono: ABC Arte, Andrea Ciani arte&dequesto autunno le gallerie genovesi schiacceranno
sign, Artré Gallery, CHAN Arte, Cerruti Arte, Ellequain contemporanea il tasto «START» per dare avvio a
dro Documenti, Galleria Arte Studio, Galleria d’Arte
una manifestazione che sembra godere di una cre- «START» riparte dal 5 ottobre
Il Basilisco, Galleria Guidi, Galleria Martini e Ronscente attenzione in città. L’aspetto innovativo delchetti, Galleria San Lorenzo al Ducale, Galleria Stul’evento riguarda infatti non solo l’ampia panoramica di proposte arti- dio 44, Studio Ghiglione, Il Grechetto Grafica Antica, Guidi&Schoen Arstiche da parte di tutte le principali gallerie genovesi, ma soprattutto la te Contemporanea, Il Punto, Galleria Rotta Farinelli, Il Vicolo Galleria
capacità di contribuire a rendere viva la suggestiva atmosfera del cen- d’Arte, Immagine e Colore, MichiPasto Arte, UnimediaModern, Violatro storico. Intrecciandosi con la movida, che durante il fine settimana box Art Gallery, VisionQuest Gallery.
anima piazzette e carruggi di tutta la zona urbana a ridosso del porto,
«START» rappresenta infatti un’occasione per riscoprire, attraverso una «START» Genova, opening collettivo il 5 ottobre dalle 18 alle 24
prospettiva contemporanea e un percorso artistico che dai locali delle Per informazioni: «START»; tel. 349 4503002; [email protected]; www.genovastart.com
Genova e dintorni
HANNO SCELTO
Pierluigi
e Natalina
Remotti 1
Marzia Ratti
3
L’artista
Il libro
«L’espace
de l’écriture»
di Marcel
Broodthaers
al MAMbo
di Bologna
Giulio Frigo
alla galleria
Minini
di Milano
«Wildt. L’anima
e le forme» ai
Musei San
Domenico a
Forlì
Ilaria Bonacossa «De Pisis e
4
Montale.
«Le occasioni»
tra poesia
e pittura»
al Museo
Cantonale di
Mendrisio fino
al 26 agosto
Alice e Carlotta
Pezzolo,
Hilda e Nicolò
Ricaldone
5
1
2
3
4
5
La Fondazione Zappettini di nuovo in astratto
La mostra
Maurizio Galletti Nel 2013 a
2
Palazzo Ducale
sui «cartelami»:
apparati
scenografici
effimeri del
tardobarocco
«Allan Kaprow.
Art as Life» al
Museo di Villa
Croce nel 2008
Il dopo
mostra
La persona
Meglio le riviste Il Museo d’arte
d’arte se fanno contemporanea
una buona
di Villa Croce
informazione
Nelle case
genovesi
con le loro
pregevoli
collezioni
Andrea
Fustinoni,
presidente
del Fai Liguria
Rubens
e l’architetto
perugino
Galeazzo Alessi,
autore
di Santa Maria
di Carignano
Le poesie
e i saggi
di Edoardo
Sanguineti
I locali del
centro storico
e nella Piazza
delle Erbe
Caterina
Marcenaro,
direttrice
dei Musei Civici
nel secondo
dopoguerra,
scomparsa
nel 1976
Agostino
Bonalumi
ed Enrico
Castellani
«25 modi per
piantare un
chiodo» di Enzo
Mari, edito da
Mondadori
La Fondazione A Punta
Pinault a Punta della Dogana
della Dogana
e al Lu.C.C.A.
a Venezia
«Bagattelle.
Intorno
a un compito
di civiltà»
di Massimo
Marasso,
edito da Galata
Il Parco d’arte
ambientale
La Marrana a
Montemarcello
Mario Airò con
il programma
di residenze per
giovani artisti
autofinanziato
insieme a Diego
Perrone
6
Laurie Anderson Tutti quelli di
e le sue
Italo Calvino
performance
a Genova, nel
1975, con la
Saman Gallery.
Tra i genovesi:
Vitone, Viel e
Tripodina
Fondazione Pierluigi e Natalina Remotti;
Direttore Soprintendenza Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria;
Direttore Istituzione per i Servizi Culturali del Comune della Spezia;
Curatrice del Museo d’arte contemporanea di Villa Croce;
I galleristi della Chan Contemporary Art
Il museo
La Liguria
è un museo
diffuso
e Genova
ha musei tra
i più importanti
d’Italia
Il «Caffè degli
specchi»
a Genova
per la storia
e lo charme
Tiziano
Mannoni,
l’intelligenza
e l’umanità
della «superba
Genova»
Renzo Piano
e il «suo» porto
di Genova
Sorta nel 2003 per promuovere e documentare le
esperienze della Pittura Analitica (o Nuova Pittura),
di cui Gianfranco Zappettini fu uno tra i principali
esponenti, la Fondazione Zappettini di Chiavari, la
cui attività si è successivamente sdoppiata attraverso l’apertura di una sede a Milano, ha perseguito in
questi anni anche l’obbiettivo di documentare tutte
le principali tendenze della odierna pittura astratta
e i loro potenziali collegamenti con quella storicizzata area di ricerca che, all’epoca, intrecciò importanti collegamenti con il contesto internazionale, in
particolare con quelli tedesco e francese. All’interno di questo programma di iniziative si colloca la
mostra «Astratta Due», curata dal direttore della
Fondazione, Riccardo Zelatore, e accompagnata da
un ricco catalogo con testo critico di Alberto Rigoni. I sei giovani artisti selezionati per la mostra (Valerio Bevilacqua, Barbara Colombo, Greta Grillo, Aurelio Santoro, Rita Siragusa e Alessandro Traina) perseguono infatti, sulla scia delle principali tendenze
astratte, che si sono affacciate sul panorama artistico della seconda metà del Novecento, un innovativo approccio analitico nei confronti della pittura e
delle sue potenzialità espressive. Anche in questa
occasione dunque la finalità della Fondazione, ovvero il riaggiornamento critico e l’inquadramento sto-
Una sala della mostra «Astratta Due» con opere di Aurelio Sartorio
rico del fenomeno della Nuova Pittura, non si manifesta attraverso un semplice inquadramento documentario, ma bensì grazie a un proficuo e approfondito confronto con le esperienze emergenti.
Astratta Due. Valerio Bevilacqua, Barbara Colombo, Greta Grillo, Aurelio Sartorio, Rita Siragusa e Alessandro Traina, fino al 31 luglio
Fondazione Zappettini, Corso Buenos Aires, Chiavari;
tel. 0185 324524 www.fondazionezappettini.org
Orario: 15-19, sabato e festivi chiuso
Nella galleria di Cristina gli omini sono di terracotta
Il Museo
Chiossone,
eccezionale
raccolta d’arte
orientale
Da «Mescite» in Don Gallo,
via Sant’Agnese persona sempre
e da «Zaccaria» aperta a tutti
nella piazzetta
SS. Cosma
e Damiano
Due mostre estive per la storica Galleria Cristina
Busi di Chiavari: termina l’8 luglio la personale di
Vincent Maillard che, nato a Parigi nel 1957, ma
da anni residente a Genova, espone i suoi omini di
terracotta, divenuti cifra stilistica e narrativa di un
suo personale universo metafisico. Ai mondi fantastici dell’artista francese, nella cui ironica umanità Lele Luzzati riconobbe un lirismo a lui congeniale, succederà invece dal 12 luglio al 12 agosto una
collettiva, visitabile su appuntamento, che riunisce
opere di alcuni dei principali artisti che negli ultimi anni hanno esposto in galleria: Baricchi, Castelnovi, Copello, Corona, Leverone, Lunati, Salietti,
Sturla e Zanni.
Vincent Maillard, fino all’8 luglio, ma-ve 17-20, sa 10-12 e 17-20
Baricchi, Castelnovi, Copello, Corona, Leverone, Lunati,
«Il divano», un’opera in bronzo di Sergio Zanni
Salietti, Sturla e Zanni, dal 12 luglio al 2 agosto; visitabile su appuntamento
Galleria Cristina Busi, via Martiri Liberazione 195/2, Chiavari;
tel. 0185311937; www.galleriacristinabusi.it
La Spezia e dintorni
7
A Sarzana antiquari in Fortezza e Piazza d’Armi
Che cosa sapete di xilografia?
Giunta quest’anno alla sua trentatreesima edizione la Mostra Nazionale dell’antiquariato di Sarzana conferma la vocazione antiquaria della cittadina dell’estremo levante ligure, come attestato
dalle numerose gallerie e botteghe artigianali che
popolano il suo centro storico. Rigorosamente selezionati dall’Associazione Antiquari Sarzanesi e
dall’ente organizzativo, per continuare a mantenerne alto il livello qualitativo della mostra, gli oltre cinquanta antiquari italiani e stranieri esporranno, nei suggestivi spazi della Fortezza Firmafede, in due distinte sezioni, «Salone degli Antiquari» e «Preziosi in Fortezza», secondo una formula vincente avviata da alcuni anni. A fianco di
questi settori, dedicati rispettivamente a mobili
antichi, quadri, oggetti d’arredamento e a gioielli, argenti e preziosi in genere, un unico grande
spazio ospiterà il gruppo degli antiquari sarzanesi. Inoltre nella Piazza d’Armi del monumentale
complesso mediceo, sarà collocato un nuovo padiglione che garantirà una più funzionale fruizione della mostra. A fianco della esposizione maggiore, improntata come si è detto alla eccellenza
qualitativa degli espositori selezionati, si svilupperanno una serie di importanti eventi collaterali, focalizzati sul tema dell’«arte dell’abitare»,
con ampie aperture dunque al design e all’arte
contemporanea. Nelle vie del borgo, infine, occa-
A Levanto, in quel lembo orientale della costa della riviera ligure, nel quale il pittore Antonio Discolo si ritirò nel 1905 (prima a Manarola, poi a Bonassola) in un volontario romitaggio artistico e
umano, si tenne nel 1912, a un anno di distanza
dalla fondazione della rivista «L’Eroica» da parte
di Ettore Cozzani, una articolata mostra di xilografia che, curata dallo stesso Cozzani, da Franco Oliva e da Emilio Mantelli, sancì la definitiva affermazione dell’autonomia estetica di questa tecnica artistica.
A cento anni di distanza da quell’importante evento espositivo, alla Palazzina delle Arti della Spezia
la mostra «La xilografia italiana. Dalla mostra internazionale di xilografia di Levanto a oggi. 19122012» intende ripercorrere, attraverso le figure dei
maestri del Novecento, questa specifica esperienza artistica, documentandone la continuità espressiva sino ai giorni nostri. Accompagnata da un catalogo, fitto di contributi di specialisti del genere
(Renato Barilli, Francesca Cagianelli, Roberta Coreggi, Umberto Giovanili, Leo Lecci, Carla e Agostino Pagano, Letizia Pecorella Vergnano, Marzia Ratti, Sandro Ricaldone, Manuela Rossi, Franco Sciardelli, Gian Carlo Torre, Giuseppe Virelli e Silvia Zanini), l’esposizione offre anche l’opportunità di approfondire, attraverso il riscontro con la tradizione, le più recenti tendenze di una forma artistica
Un’istantanea della scorsa edizione della Mostra Nazionale dell’antiquariato di Sarzana
sioni interessanti (e più abbordabili) si potranno
trovare sulle bancarelle della consueta rassegna
«Soffitta nella Strada».
XXXIII Mostra Nazionale dell’Antiquariato, 11-26 agosto
Fortezza Firmafede (La Cittadella); tel. 0187 6141;
www.sarzanaantiquariato.it
Orario: 18-24
«Uomo alla finestra», una xilografia in nero di Benvenuto M.
Disertori
tuttora in grado di sopravvivere nel complesso panorama estetico contemporaneo.
La xilografia italiana. Dalla mostra internazionale di xilografia di Levanto a oggi. 1912-2012, fino al 14 ottobre
Palazzina delle Arti, via del Prione 236, La Spezia;
tel. 0187 778 544; www.comune.laspezia.it
Orario: me-do 10-12 e 16-19
La cornice è cieca, la superficie è sensibile
La fortificazione di San Giorgio,
che collocata sulle colline della
Spezia offre dalla sua terrazza
una straordinaria vista del golfo, è stata sottoposta alla fine
degli anni Novanta a un intervento di restauro e di allestimento
museografico per trasformarla
in sede delle civiche collezioni
archeologiche «Ubaldo Formentini». L’importante raccolta, allestita in un percorso espositivo
suddiviso in dodici sale, conserva reperti che documentano in Testa di statua stele «Verrucola» di eta
maniera esauriente l’evoluzione del Rame-Bronzo, conservata nel Museo
storico-culturale del territorio, archeologico del Castello di San Giorgio
dalla Preistoria al Medioevo. Di
forte richiamo risulta in particolare la sezione dedicata alle statue
lunigianesi risalenti al IV millennio che, in un ideale percorso archeologico della zona, si collegano ai reperti esposti nel Museo archeologico nazionale e nel sistema museale della zona archeologica di Luni, dove spicca un ampio settore riservato alle epigrafi e all’esposizione di oggetti d’uso quotidiano. Il Museo del Castello di
San Giorgio durante i mesi di luglio e agosto con la manifestazione
«Notti al castello e dintorni» proporrà incontri letterari, curati dalla direzione delle Biblioteche Civiche, serate archeologiche e laboratori per bambini.
Il CAMeC (Centro Arte Moderna e Contemporame luogo privilegiato e autoreferenziale del lonea) della Spezia propone una riflessione su due
ro autoanalitico processo artistico. Altrettanto
aspetti materiali del prodotto artistico: il supsuggestiva appare la riflessione suscitata dalporto e la cornice. Il doppio evento espositivo,
la serie pittorica «Cornice cieca», realizzata da
Concetto Pozzati tra il 2010 e il 2012. Protacurato da Marzia Ratti, presenta la collettiva
gonista della scena pop italiana, l’artista ope«Superfici sensibili. Dialoghi con il supporto» e
rante a Bologna dal 1955 ha inteso infatti sovla personale «Concetto Pozzati. Cornice cieca».
vertire i tradizionali ruoli delle componenti tecNella prima, attraverso opere di Burri, Fontana,
niche dell’opera d’arte, sostituendo l’opera con
Manzoni, Castellani e Bonalumi, solo per citala sua cornice. Il museo ospita infine sino al 26
re alcuni nomi, si mette in evidenza come nella seconda metà del ’900 il supporto, da mera
agosto la personale dell’artista svizzera Beatriz
superficie su cui stendere il colore sia assurto
Millar il cui lavoro, improntato da un approca elemento centrale dell’azione estetica. Succio concettuale, si esplicita attraverso differencessivamente questo «dialogo con il supporto»,
ti forme espressive: pittura, scultura, fotograalimentato da una tendenza al monocromo che Un «Achrome» di Piero Manzoni del 1958
fia, video e performance.
offriva al colore la possibilità di farsi forma, ha
assunto un’ulteriore valenza espressiva nell’esperienza di quegli ar- Superfici sensibili. Dialoghi con il supporto, fino al 30 settembre
tisti che, a partire dagli anni ’70, diedero una rigorosa impronta con- Concetto Pozzati. Cornice cieca, fino al 30 settembre
cettuale al loro «fare pittura». Gli esponenti del filone della pittura Beatriz Millr [pUR nUR], fino al 26 agosto
analitica, tra i quali Cacciola, Pinelli, Verna e Zappettini, misero in- CAMeC, piazza Cesare Battisti 1, La Spezia; tel. 0187 734593; camec.spezianet.it
fatti in primo piano nella loro ricerca il tema del supporto, inteso co- Orario: ma-sa 10-13 e 17-20, do e festivi 11-19
Notti al castello e dintorni, luglio e agosto
Museo del Castello di San Giorgio, via XXVII Marzo, La Spezia; tel. 0187 751142;
www.museodelcastello.spezianet.it
Orario estivo del Museo: 9,30-12,30 e 17-20, lunedì 09.30-12.30, martedì chiuso
I «classici» di Cardelli & Fontana
Storica galleria del levante ligure, Cardelli & Fontana propone per questa
estate con la mostra «Costellazioni» una selezione
dei principali artisti trattati in oltre trent’anni di
attività. A rimarcare la
passione comune che ha
legato la promozione di
queste opere, appartenenti a periodi differenti, Una sala della galleria Cardelli & Fontana
dall’astrazione storica alla contemporaneità, i quadri in mostra sono esposti attraverso un accrochage che non rispetta il loro inquadramento storico, ma che corrisponde ai percorsi critici e poetici di chi ha le raccolte nel corso degli anni e ne ha ordinato l’allestimento. Questi gruppi di opere, distinti e eterogenei, propongono dunque un peculiare punto di vista su incroci estetici inaspettati e spesso sorprendenti, ma che tuttavia trovano una loro coerenza estetica nell’attività di chi li ha selezionati, offrendo la possibilità al visitatore di condividerne l’esperienza. Tra gli
artisti selezionati si trovano maestri storici dell’astrazione geometrica,
come Bruno Munari, Gualtiero Nativi, Mario Nigro, Mauro Reggiani e
Manlio Rho, contrapposti alle opere di artisti più o meno giovani e appartenenti a non omogenei universi estetici, come Mirko Baricchi, Renato Boero, Giuseppe Maraniello, Simone Pellegrini e Vettor Pisani.
Una sorta quindi di ripensamento del lavoro svolto, ma anche una stimolante occasione per nuove inedite proposte di lettura critica.
Costellazione, estate 2012
Cardelli & Fontana artecontemporanea, via Torrione Stella Nord 5, Sarzana;
tel. 0187 626374; www.cardelliefontana.com
Orario: ma-sa 9.30-12,30 e 16,30-19,30, lu 16,30-19,30
COURTESY FAMA GALLERY, VERONA
Quelle notti di Lunigiana piena...
Le performance infinite di Marina Abramovic
Sarà Marina Abramovic, questa estate, la principale protagonista dell’attività espositiva della
Marrana arteambientale di Grazia e Gianni Bolongaro che, nella splendida cornice naturalistica di Montemarcello, presso Ameglia (La Spezia), ha arricchito nel corso degli anni un invidiabile patrimonio di installazioni, attraverso opere
di Ettore Spalletti, Hossein Golba, Kengiro Azuma, Lugi Mainolfi, Philip Rantzer, Mario Airò, vedovamazzei, Maria Magdalena Campos-Pons, Joseph Kossuth, Jannis Kounellis, Jan Fabre, Ottonella Mocellin & Nicola Pellegrini e Gabriella Benedini. L’evento «Marina Abramovic. Corpo =
Energia / Body = Energy» avrà luogo dal 1 al 29
luglio attraverso la proiezione di alcuni significativi video della artista jugoslava che, consacrata
tra molti altri riconoscimenti dal Leone d’Oro alla Biennale di Venezia del 1997, è considerata «Dozing Consciousness» di Marina Abramovic
come una tra le più importanti performer del panorama artistico internazionale. Introdotta dalla sintesi del filmato «The artist is present» (un
documentario che descrive le tensioni linguistiche della sua esperienza artistica, focalizzata
sull’uso espressivo del corpo), la panoramica
sulla sua ricerca sarà completata dalla proiezione di due video, «Dozing Consciousness» del
1997 e «Vanitas» del 2010, che documentano
due fasi distinte, anche temporalmente, del suo
lavoro.
Marina Abramovic. Corpo = Energia / Body = Energy,
dall’1 al 29 luglio
La Marrana arte ambientale, via della Marrana 2,
Montemarcello, Amagli (La Spezia); tel. 0187 600158;
www.lamarrana.it
Orario: sa-do 17-21; [email protected]
Ronconi, Masbedo & C. allargano la vostra mente
Dopo il successo dello scorso anno, quanun ulteriore avvicinamento tra questi prodo furono registrate oltre 40mila presentagonisti chiamati alla ribalta e gli spetze, il «Festival della Mente», ideato e ditatori avrà luogo nell’ambito della sezioretto da Giulia Cogoli e promosso dalla
ne «approfonditaMente». A queste lezioni-laboratori a numero chiuso della duraFondazione Carispe e dal Comune di Sarta di circa due ore e mezzo interverrà in
zana, giunge questa estate alla sua IX ediquesta edizione il duo di videoartisti Mazione. Interamente focalizzato sui moltesbedo. Tra i numerosi eventi, saranno inplici percorsi della creatività nei diversi
fine presentati i «Libri del Festival della
campi dell’arte, della scienza, della letteMente», collana diretta da Giulia Cogoli,
ratura, della musica, della filosofia, deltra i cui titoli del 2012 vanno citati «D’ala psicoanalisi, del teatro e del cinema
questo evento si struttura, nella suggemore e di ragione. Donne e spiritualità»
stiva cornice del centro storico di Sarzadi Laura Bosio, «Cosa farò da grande? Il
futuro come lo vedono i nostri figli» di Guna, attraverso conferenze, letture, spettacoli, performance, workshop e labora- Il Festival della Mente, il primo festival europeo dedicato alla crea- stavo Pietropolli Charmet e «Teatro deltori per i bambini e i ragazzi. E in questa tività, nella cornice della Fortezza Firmafede di Sarzana eretta per il la conoscenza» di Luca Ronconi e Gianfranco Capitta.
manifestazione che, in tre giornate (dal volere di Lorenzo il Magnifico fra il 1487 e il 1492
31 agosto al 2 settembre) dense di avvenimenti, si prefigge di stimolare e allargare gli orizzonti intellettivi IX Festival della Mente, dal 31 agosto al 2 settembre
dei partecipanti attraverso l’esempio e il diretto intervento di colo- Sarzana (La Spezia), varie sedi; tel. 0187 614239, 0187 620419;
ro che dedicano interamente la propria attività ai processi creativi, www.festivaldellamente.it