Malamusik - CLEAN edizioni

Transcript

Malamusik - CLEAN edizioni
Pietra Montecorvino is one-ofa-kind: an authentic person,
unafraid of the power of the
real. Her talent comes from the
ground up, her sense of humor
from the world around her.
She is outrageous, but there
is humanity and delicacy
underneath her explosive style.
She grabs you by the collar and
takes you on a journey into the
unknown.
She is a storyteller. And an
actress. And someone I look
forward to working with again,
and seeing her explode upon
the world.
Pietra Montecorvino è unica nel suo genere,
una persona autentica che non si lascia
intimorire dal potere della realtà.
Il suo talento è innato, il suo senso
dell’umorismo deriva dal mondo che la
circonda.
All’apparenza può sembrare oltraggiosa,
ma c’è umanità e delicatezza sotto le vesti
del suo stile esplosivo.
è una donna che sa prenderti per mano e
portarti in giro nell’ignoto.
È una narratrice, un’attrice, qualcuno con
cui ho voluto lavorare a tutti i costi e che
non vedo l’ora possa ‘esplodere’ nel mondo
intero.
John Turturro
Foto Matthew Sussman
Copyright © 2013 CLEAN
via Diodato Lioy 19, 80134 Napoli
telefax 0815524419-5514309
www.cleanedizioni.it
[email protected]
Tutti i diritti riservati
è vietata ogni riproduzione
ISBN 978-88-8497-245-3
Copyright © 2013 DVD Malamusik
Editing
Anna Maria Cafiero Cosenza
Progetto grafico
Costanzo Marciano
Copertina
Angelo Formisano
Foto copertina
Umberto Telesco
Foto retrocopertina
Luisa Terminiello
Credits
Estratto dallo spettacolo Malamusik
di Pietra Montecorvino
direzione artistica: Pietra Montecorvino
arrangiamenti musicali: Eugenio Bennato
light designer: Bruno Colella
sound designer: Albino D’Amato
chitarra battente, oud e violoncello:
Erasmo Petringa
contrabasso: Daniele Brenca
con la partecipazione di Attilio Pastore
e la voce di Massimiliano Colonna
video dello spettacolo: Fulvio Bennato
riprese video: Officine Sonore Network
I quadri sono di Pietra Montecorvino,
pp. 38, 44, 51, 54, 72, 90-91, 109
Si ringraziano:
Ivana
Annarita
Ciro
Patty
Daniela
Renato
Malamusik nasce dall’idea e dall’esigenza di Pietra Montecorvino di mettere in
scena un percorso musicale che attraversa Napoli, da interpretare in maniera
folle e originale. L’artista compie un viaggio nella canzone napoletana classica,
moderna, etnica; episodi di musica neomelodica scritta dai figli dei figli dei poeti di
contrabbando.
Gli arrangiamenti musicali e l’intuizione della “Malamusik” (Nu jeans e na maglietta,
Nu latitante) sono a cura di Eugenio Bennato.
Il DVD contiene
I parte
Lusingame
Señorita
Murì
Indifferentemente
Malafemmena
Nu jeans e na maglietta
Nu latitante
Carmela
II parte
Brigante se more
Tu si na cos grande
Comme facette mammeta
Addo’ sta Zazà
Tutto cambia
Senza voce
Amante italiano
‘O surdato ‘nnammurato
Sud
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Prefazione
9 Sogni
13 L’amore
16 La depressione
20 I misteri
28 Il tempo
31 La religione
34 Lo spettacolo
37 Quello che non dici
39 La libertà
45 Come vorrei fosse Napoli
47 Il silenzio
(ognuno si scrive il suo)
50 Buchi neri
52 Lettera d’amore mai spedita
(buona per tutti o quasi, potete dedicarla a chi vi ama)
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Racconti
Attraverso il paradiso
Il fiume
La pazza
Prefazione
(foto di Armando Percuoco)
T
utti hanno qualcosa da dire ma nessuno dice
la verità o meglio nessuno pare disposto
a dare, a offrire quell’attimo di preziosa
riflessione che appartiene a ognuno di noi.
Tra tutti i romanzi scritti dai migliori autori navigano libri
improbabili come questo mio. Perché? Cosa mai voglio raccontare
me lo domando io stessa. Forse, la semplice necessità di
raccontarmi senza scrupoli, parlare in prima persona senza tabù.
Scrivere, nonostante il fatto che con una canzone riesco a esprimere
tutto ciò che voglio e non voglio dire.
Sono anni che mi esprimo senza veli, che, come una mitragliatrice,
dico e faccio quello che penso. Oggi mi rendo conto di essere andata
controcorrente con le mie idee e mi accorgo di quanto le mie scelte
siano lontane dal mondo dell’apparenza. Non credo che l’Arte possa
essere passeggera, l’Arte è per sempre e non può essere apparenza.
L’Arte è essenza, l’essenza di un essere indifeso ed emotivo che non
può vendere il culo per far parte di un mondo inesistente.
Essendo una cantante ho potuto vivere la mia vita tra il bene e il
male del palcoscenico, ma tenendomi sempre un po’ in disparte.
Spesso mi sono addirittura sentita in imbarazzo per le invadenze
altrui, per la spietatezza con cui le persone ottengono le cose
e quell’incoscienza che spinge al potere, un potere che fa della
sottocultura il padrone. Oggi pare serva chi non serve per servire a
tacere per sempre. Intanto, l’essere umano pare riesca ad abituarsi
bene a tutto e, perciò, a sopravvivere anche di questo.
Coltivo la necessità di vivere, per questo motivo resto a meditare,
a contemplare Arte, poesia e delicatezza che non va imposta, che
deve essere goduta, assaporata, continuamente inventata.
Foto Salvio Parisi
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Il sogno
N
(foto di Armando Percuoco)
on tutti ricordano quello che sognano,
beh, io non faccio parte di questa schiera
di persone; non solo mi ricordo tutto ma
ne sono talmente dentro, che al risveglio cerco
ancora di vivere quelle sensazioni e, solo nel
pomeriggio mi rassegno a pensare “e va bè però
è un sogno”.
Non vorrei stare a dire che attraverso i sogni riesco a determinare
meglio la mia realtà, il mio stato d’animo, ma riesco a sognare
quello che voglio.
È un mondo che non mi delude mai, riesco a stare al passo, è
come una vita parallela, mi rende giustizia sempre. Non ho quasi
mai sognato cose brutte, i miei sogni sono sempre onesti, giusti
e questa stessa onestà si trasforma in qualcosa di principesco, di
magico.
A volte mi basta aprire le braccia per volare alto come solo nei
sogni si può.
A parte strani incubi, una volta sognai di essere una regina, la
regina della Reggia di Caserta ed ero lì con i miei servitori, ma
c’erano degli infiltrati che volevano derubarmi e scoprivo poi
che erano i miei amici. Il giorno dopo feci lo stesso sogno ma gli
infiltrati arrivavano con i pullman a derubarmi e a stuprarmi,
veramente un sogno assurdo. Erano forniti di acqua, biscotti e
tutto l’occorrente per la gita alla Reggia, io ero incuriosita ma
turbata, questa era la sensazione.
Riuscivo a vederli, addirittura a sentirli anche se ero altrove
sana e salva, non so forse su una nuvola o forse in un luogo
indefinito, ma, come in una palla magica, potevo vedere quello che
succedeva nella Reggia. Mi sono poi svegliata, ma la sensazione
di essere stata regina era più forte dell’evento dissacrante,
dopotutto chi non ti vuole sfottere?
Spesso sogno un uomo con il quale non ho nessun tipo di rapporto
nella vita, l’avrò sognato almeno una ventina di volte da quando
Foto Salvio Parisi
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l’ho conosciuto, praticamente avrei una vita trascorsa insieme a
lui da raccontargli. Lui nei miei sogni è l’uomo perfetto, mi prende
per mano, mi porta in posti bellissimi e ogni volta che appare è
sempre più innamorato, soddisfa ogni mia richiesta, di ogni tipo e
mi dà baci lunghissimi che quasi manca l’aria.
Una volta mi ha salvato la vita: ero appesa a un tetto, si era rotta
una tegola ed era molto alto il salto che avrei dovuto fare, ma,
come un angelo, arriva lui, mi solleva con estrema facilità come
se non pesassi, e mi porta in una stanza con la moquette rossa.
Una stanza vuota con delle scatole aperte con dentro macchinette
per il caffè, compact disc, stampanti, cellulari e cose di questo
tipo; non era un magazzino, né un deposito, forse un ripostiglio
momentaneo dato che c’erano facchini che prendevano e
portavano queste scatole.
In ogni caso, lui mi aveva portato lì perché doveva darmi una cosa
che nessuno poteva vedere, mi chiese di chiudere gli occhi, ma
quando mi disse di riaprirli non c’era né più lui né più niente, la
stanza era magicamente arredata e le scatole sparite, solo una
tavola bianca apparecchiata con pietanze gustose messe lì quasi
come scenografia; sembrava come se fossi stata messa in una
scena da film, infatti, era proprio un set cinematografico e al tavolo
c’era lui bellissimo in smoking che sorrideva. Ricordo ancora il
gusto delle pietanze, era tutto così perfettamente finto che meglio
non poteva esistere, lui mi dichiarava il suo amore, mi toccava i
capelli, le spalle mentre io gustavo ogni sapore.
Un sogno bellissimo, non avrei voluto mai più svegliarmi, le sue
parole mi entravano letteralmente nel cuore, nello stomaco e nella
pancia dandomi sensazioni fortissime.
Eppure era solo un film ma sembrava vero, eravamo dei grandi
attori ma allo stop finisce la scena e se ne va. Ritorna, poi, la
stessa notte in un altro sogno.
Giuro di non essere mai stata amata così in vita mia; a ogni
risveglio mi rendo conto che è solo un sogno, eppure ogni volta lo
conosco un po’ meglio.
Ogni sogno è un’esperienza nell’anima e quella persona così
estranea e assente è l’unico uomo che conosco veramente nel
profondo, conosco la sua voce e i suoi respiri, i suoi baci, i suoi
passi, i suoi segreti eppure non so chi sia, conosco la sua faccia
ma non la sua vita, conosco la sua anima ma lui non conosce la
mia.
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Obbiettivamente non è facile distaccarsi da un sogno così
frequente e così bello e poi, il fatto che lui esista per davvero mi
sorprende, perché posso capire se l’avessi sognato una o due volte
ma non ho mai sognato tanto un uomo nella mia vita. Un sogno
così ricorrente è sempre lui così presente.
è strano tutto questo, ci sono persone che nella vita ho amato
veramente ma le ho sognate di rado, una presa per il culo perfetta
che un po’ mi soddisfa e un po’ m’imbarazza ma non oso capire,
non mi basta e poi stiamo parlando di sogni, perché approfondire?
è così bello sognare, è solo un sogno e non può far male ma posso
assicurare che quell’uomo non lo potrò mai più dimenticare.
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(foto di Tony Scognamiglio)
La religione
P
enso che la spiritualità sia una cosa
personalissima e istintiva.
Sicuramente ognuno di noi è influenzato
dal posto in cui nasce, e se siamo Cristiani o Musulmani non è un
caso. Litigi per questioni religiose sono assurde, è come litigare per
sesso, e sappiamo quanto è insensato, ognuno fa il suo di sesso!
La religione non può essere prigione, perché religione è libertà di
credere o non credere, la cosa più importante di questo mondo.
Io credo, e senza non saprei vivere. Ho bisogno di essere giudicata,
anche se solo virtualmente, da qualcuno, di credere che al di là della
morte ci sia un’altra esistenza, di convincermi che il bene sia meglio
del male.
Ho bisogno d’amore e credere, quindi, che anche tu mi ami.
Non penso che la vita possa avere un senso se non ci fosse qualcosa
al di là della nostra volontà. Sarà solo suggestione ma, ogni volta
che mi sono rivolta a Dio, lui mi ha sempre ascoltata e, anche nei
momenti più bui, non mi sono mai sentita sola. Non credo nei preti,
nelle suore, nella Chiesa, ma credo in Dio.
Preferisco la messa musulmana alla nostra, ma solo per una
questione di spettacolarità e umiltà nei confronti della vita stessa.
La stessa religione si rovescia contro quest’ultima, è una questione
umana, è parte del progresso, e, quello che sarà valutando
l’ignoranza di chi prega. Aspetteremo secoli per liberare le anime
maledette.
Aprirei le Chiesa ai poveri, e, con il potere della stessa, non
permetterei mai al mondo la sopravvivenza. Ma questa è una
questione politica, e quindi religiosa.
Non ci si scontra mai per lo Spirito ma per eventuali poteri,
sporchi poteri, che noi, poveri cittadini di un pianeta meraviglioso,
ignoriamo, seppur pagandone le conseguenze, vittime di un senso
di colpa marchiato ancor prima di nascere.
Amo tutte le religioni, in maniera particolare il Buddismo. Penso che
sia una filosofia esistenziale, dettagliatamente quasi perfetta, ma
Foto Barbara Ledda
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stento a credere che Buddha non sia Dio e Dio non sia Allah.
È già molto che ce ne sia solo uno di Dio, se c’è davvero, figurarsi
quattro o cinque, è da pazzi fottuti!
A ogni modo, è giusto che in ogni posto ci sia un punto di
riferimento, ma da qui a fare guerre, per questioni, tra l’altro,
invisibili, mi sembra pura demagogia.
Intanto la storia di Cristo e delle sue belle parole, è la storia più bella
e affascinante mai sentita. In più, questo Cristo bonissimo di cui
chiunque s’innamorerebbe. Una storia così moderna e affascinante.
Cristo visto come uomo mortale, vicino a noi, come noi. Tutto ciò è
fantastico e, di certo, non limita le nostre aspettative, senza parlare,
poi, di quel genio di Dante Alighieri che ci ordina le idee dividendo e
nominando i luoghi del bene e del male.
Spesso vado in Chiesa, è un luogo che, comunque, mi suggestiona
e, in cui, la presenza del Divino rende onnipotenti e vicini a Dio che
non c’è.
È tutta una follia della mente, l’anima cerca spazio e, d’improvviso il
miracolo: Dio c’è.
Il miracolo è tutto! Fiori, prati, mare, sole, amore. Chi ha creato tutto
questo ben di Dio, se non un qualche grande, ma così grande, che
non vederlo è impossibile? Allora ognuno di noi, chi più chi meno,
avrà occhi per vedere oltre il proprio naso e, se non ci riesce, sarà
l’anima a pensarci.
Niente paura, siamo tutti legati allo stesso filo, l’invulnerabilità
dell’essere.
E se poi non ci avessi creduto, dove sarebbero andati tutti i
mali così scomparsi? Come farei a vivere pensando che bisogna
semplicemente morire?
Dio è in un respiro, in un mio stato d’animo, in un’atmosfera, e,
fin tanto che ci penso, mi porta a pensare che ci sia, che esista.
Forse è importante pregare, è una nenia che si libera nello spazio e
arriva da qualche parte, tu lo senti perché ti senti libero, leggero, in
armonia, e ogni cosa pare stai al suo posto.
(foto di Armando Percuoco)
Foto Annarita Esposito
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Lo spettacolo
L
’improvvisazione è un attimo fuggente, si
perde nel tempo, appartiene a ciò che non
puoi fermare, allora come coglierla?
Salire su un palco ed esibirsi è un atto d’amore, più si ama e più
lo si riesce a trasmettere. È impossibile fare uno spettacolo senza
pubblico, non avrebbe senso, e questo è il bello dell’Arte che brilla
se la si diffonde. L’Arte, modo sublime di vedere la vita, di riuscire
a trasformarla, è un mondo nel mondo dove tu sei Dio e inventi,
decidi, trasformi, illudi. Un mondo in cui, a differenza della vita vera,
si sa cosa è magico e cosa non lo è perché si può morire per finta e
fare tutto l’impossibile che si vuole. Questo è lo spettacolo. La cosa
importante è che non si accontenti mai il pubblico ma se stessi.
L’Arte è nell’aria, già esiste, bisogna solo coglierla e mostrarla, è il
cibo dell’anima. Se non ci fosse il mondo sarebbe inutile nonostante
le bellezze naturali. L’essere umano ha bisogno di commuoversi se
pur davanti a una finzione.
Amo il cinema che tutto può, anche un temporale, e può fartelo
vedere, assaporare come fosse vero. Così fa la musica, e anche
la pittura. L’arte viaggia senza freni e senza passaporto, al di là
dell’ignoranza, e, quando si pensa di averla fermata, ecco che esce
da ogni pizzo e come l’Edera si moltiplica, non muore mai.
È su questa base che può esistere un rapporto vitale, un
compromesso tra mente e cuore. Il pensiero dell’umano è grande
quanto Dio e la sua ricchezza non ha prezzo.
Ho conosciuto artisti importanti, e ho imparato da loro più di quanto
avrei imparato da me stessa. Senza l’arte degli altri, io non potrei
essere un’artista, e semmai lo sia non seguirò il successo.
Quella è un’altra cosa, quello è un potere di cui non bisogna fidarsi.
Sto cercando altro, o, forse, solo un posto per dondolarmi a tempo
di un tamburo africano e senza nessun messaggio particolare.
Semplicemente suonare e stare bene, magari fermando parole che
altrimenti andrebbero perdute per sempre, parole che come biglie
rotolano, canzoni che tagliano come lame ogni volta che devo cantare.
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Ogni volta penso di non farcela poi ci riesco e vorrei fermare
il tempo sperando di riuscirci sempre allo stesso modo, ma,
puntualmente, mi convinco del contrario e poi mi ricredo.
Addirittura a volte mi manca la voce ma, come d’incanto, riappare.
“è un miracolo!”
Certo che sul palco succedono cose strane, si ha a che fare con la
magia, si sfida il tempo. Ogni spettacolo, seppur uguale, è diverso
dall’altro perché ogni giorno è un nuovo giorno per tutti noi.
La musica ha il potere di fermare il tempo, ovviamente
metaforicamente, e riesce a parlare di un’epoca. Perdersi nella
musica, nelle note che arrivano dritte al cuore senza mezzi termini,
è la cosa più bella dopo l’amore.
A ognuno la sua arte.
Forse una guerra può fermare la musica, ma certamente questa
non si può fermare da sé! L’Arte sopravviverà sempre e mai nessun
mercato sulle righe potrà interrompere questo processo perpetuo.
Il bello esiste così come il brutto, l’unica sostanziale differenza è che
il brutto si dimentica, tutto qua.
L’Arte non si può né fermare né sostituire, lo spettacolo è un’altra
cosa. Esiste addirittura lo spettacolo fatto dai mestieranti che, come
impiegati, eseguono i CERIMONIALI senz’anima con il sorriso
stampato sulle facce bianche. Questa è l’altra voce del senso del
vuoto, dello sfacelo, dell’improbabile. Tutti, a comando, applaudono
senza coscienza. L’educazione democratica tende a questo, e
cioè, all’appiattimento del genere umano in modo tale da poterlo
gestire ancora oggi, in questi tempi NETWORKIANI. Il tutto si
aggira nel potere della scatola magica, la tanto amata televisione
che ci propone la mediocrità per abituarci ad accontentarci senza
combattere. Ma le bugie hanno le gambe corte e l’evoluzione è
inadeguata, dietro l’angolo la musica vera esplode in ogni dove di
ogni vicolo, così l’Arte, al di là di quello che vorrebbe il sistema,
cresce senza mezzi termini imponendosi a tutti i costi perché lo
spettacolo deve continuare.
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(foto di Armando Percuoco)
Quello che non dici
E
quello che non dici, non va detto. Le cose
che non si dicono, quelle non dette per
pudore o per intimità, sono tutte quelle che
appartengono alla sfera del sesso?
Tutti abbiamo dei segreti che non diremmo mai a nessuno perché
appartengono alla nostra privacy. Quante volte, per esempio,
avremmo voluto dire ti amo e non l’abbiamo detto, oppure voler
mandare al diavolo qualcuno senza mai farlo, oppure sopportare
l’alito cattivo di chi ti parla senza avere il coraggio di dire: “Mi stai
ammazzando fatti un po’ più in là”.
Insomma, ciò che avremmo voluto dire e, che in realtà, non abbiamo
mai detto almeno il cinquanta per cento delle volte, appartiene
alle cose non dette. Quelle parole che parlano nel silenzio della
nostra mente, scandite, precise, sicure. Parole che non diremmo
mai, di disaccordo, di perversione o, semplicemente, di disprezzo,
quando, con una risata, tutto sembra andare bene. Questa si può
chiamare falsità, ma si tratta del nostro mondo intimo e segreto in
cui incappiamo nello sdoppio della personalità. La persona si divide
in due, l’uno ascolta mentre l’altro commenta senza paura di essere
ascoltato in quanto è solo un pensiero e, da tale, non ha voce se non
quella interiore.
Le cose che non dici spesso parlano d’amore, di quell’amore sfiorato,
intravisto, adorato e mai raccolto, quell’amore sublime, al di sopra
di ogni cosa, che andrebbe gridato mentre tace. Nell’anima, spesso,
accade anche questo.
Tra le parole mai dette, tutto ciò che è muto resta un pensiero,
seppur reale, che nessuno saprà mai oltre te.
Sono tante le cose che vorrei dire, ma queste appartengono
al mondo del detto. Quelle che non ho detto diventano, poi, la
convinzione che mi spinge a dire ciò che dico.
Il pensiero, più della parola espressa, è il vero riferimento a noi
stessi.
Le parole che non ho mai detto sono la mia verità.
Foto Barbara Ledda
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La libertà
A
ognuno il suo Mondo.
Ogni essere umano ha bisogno di sentirsi
libero perché questa è la nostra natura.
Ognuno intende il termine ‘libertà’ a modo proprio, anche se questo
sembra avere un solo significato.
Che bella parola ‘libertà’, riempie la bocca e soddisfa il cuore.
Il cuore, infatti, è collegato a questa parola più di ogni altro organo,
perché la percepisce nelle sue pulsazioni oltre alla paura e all’amore.
Essere liberi significa sentirsi leggeri e camminare sospesi tra la
terra e il cielo. Non è impossibile, questa è libertà. Chi è libero
non ha paura di morire, non ha paura di restare solo, non ha paura
di vivere. L’ultima parola che vorremmo pronunciare prima di
andarcene è proprio questa: libertà.
Sarei voluta essere lì pronta per odiare chi mi odia ma la libertà non
me l’ha permesso. Avrei voluto volare in alto quando tutti puntavano
in basso ma spesso sono caduta.
Ora le mie ali sono consumate dal tempo, la mia voce dal canto.
Oggi non volo, zoppico, ma ho deciso di imparare anch’io a volare.
Non ho le ali, ma lo so fare.
Ho incontrato gente libera, giravano il mondo loro e sognavano il
paradiso, ma più crescevo, più i miei incontri venivano caratterizzati
da gente sempre meno libera, gente che non sognava più.
Il sogno di tutta l’umanità è sentirsi liberi di vivere la propria vita,
a ognuno la sua parte. Come in un film, le parti son già fatte e gli
attori le conoscono. è simile al cerchio che si crea tra l’umanità e
la sua libertà, così, perpetuamente, non esiste libertà mia se non
c’è la tua. È conseguenza di un pensiero che vola oltre, e, se arriva
dall’altra parte del Mondo, è come un uccello migratore.
È una buona ragione per vivere.
Ascoltare in silenzio quello che ci circonda è la libertà degli animali
che, come mai, amano correre, nuotare, saltare, strisciare, volare.
Tante lotte sono state fatte per la libertà, almeno per quella di
parola, per una democrazia quantomeno civile, ma troppo sangue
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è stato versato nelle piazze e troppa gente ha perso la vita per un
diritto così ovvio.
Perché di fronte a tale evidenza indietreggiamo? Nessuno lo sa?
Paura degli altri che non c’è…
Da piccola le prendevo sempre da mia madre perché era mia
abitudine scappare, ora che sono grande scappo lo stesso e nessuno
mi dice niente anche se mi cercano ugualmente. Ringraziando Dio,
non le prendo più. Perché tutti mi vogliono quando non ci sono?
Lo so che centra poco nel discorso, mi è venuto così alla mente
pensando quando è rara la libertà.
La Libertà di dire vaffanculo alle ingiustizie, a tutti quelli che
giudicano, a tutti quelli che fingono, a tutti quelli che pensano
di essere migliori degli altri. Vaffanculo a quelli che si piangono
addosso e a quelli che fanno finta di stare bene.
Per non offendere nessuno, me ne vado a fare in culo pure io.
Ma non si può finire così, quindi, per par condicio, devo avere anche
la libertà di dire che vi amo tutti, brutti, belli, buoni, cattivi, buffoni
e convinti. Anche se per gioco, ci ho provato. Ora chiedo scusa e
me ne vado, libera da ogni luogo comune qui espresso, via da me
stessa. Me ne vado verso un lido, verso il sole, me ne vado a far
l’amore e, se mi chiami, non ci sto.
Poi, tornerò alle falde del mio peccato, sarò pronta per rotolare come
una pietra dalla montagna fino al mare. Sarò come sarò, come un
fiume circonciso. Saremo come stelle che brillano, saremo un soffio
di vento, un corpo, un amore, un fiore.
Non vorrei mai dirti che non ho sfiorato il colle. Non vorrei mai
cadere giù dove, per poco e niente, mi fucilavano. No, non vorrei
mai essere quella donna che viene presa a pietrate, ma, purtroppo,
sono anche quella donna che non ha libertà e muore nel silenzio del
suo dolore, senza piangere, senza ridere. No, non può essere vero.
Vergogna a tutto ciò che priva la vita anche a una formica.
Mi dispiace, ma un giorno tutti pagheremo ogni gesto, ogni azione,
ogni minimo particolare. Tutti condannati, tutti fucilati.
A ognuno la sua parte.
Non abbiate fretta, per volare e sentirsi liberi c’è tutta l’eternità e
tutti lo potranno fare. Io preferisco cominciare da viva, perché da
morta non so cosa ne sarà di me e della mia libertà, anche se già
avverto che volare è come morire, e, forse, è questa la libertà.
A ogni modo, bisogna morire con l’anima pulita cosicché anche se
mi spari non morirò mai. L’immortalità dell’anima. è lei che vola, lei
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che sa, lei che decide, che impone. Non può esistere libertà senza
anima e senza pensiero.
I pensieri volano o si scagliano come biglie. Non voglio giocare,
voglio imparare a essere libera, libera, libera.
Sospesa fra la terra e il cielo, come un gabbiano in volo,
libera di andare e di tornare, e poi sognare di diventare mare,
riemergere e trovare quell’unico orizzonte immenso circolare.
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