n. 20 /2010 - Pace e Bene, Benvenuti!
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n. 20 /2010 - Pace e Bene, Benvenuti!
Suore Cappuccine del Sacro Cuore Centro Studi – Roccalumera, dic. 2009, Anno V, num. 20 1 EDITORIALE come avrete notato dalla copertina, questo è l’ultimo numero del bollettino interno del nostro istituto. Tutte le notizie di attualità riguardanti la nostra vita saranno pubblicate sulla rivista “Il Pane di S. Antonio”. Nuovo anno, nuova vita, novità e freschezza nello spirito e… nelle idee! Cinque anni fa, quando la Madre Generale, Sr M. Cecilia D’Arma, mi affidò questo incarico, non mi sentivo all’altezza di compierlo, pensavo che tante altre sorelle più esperte di me in grafica e nel mondo virtuale, avrebbero certamente eseguito più adeguatamente questo compito, ottenendo risultati migliori dei miei… Ma spesso i nostri pensieri, non sono i pensieri di Dio. La Madre non badò ai miei tentennamenti e m’incoraggiò almeno a provare. E sono passati cinque anni… Cammin facendo ho notato che il campo editoriale mi affascinava e che lavorare i testi con le immagini era divenuta una vera e propria passione. Tantissime volte mi sono commossa davanti ai vostri articoli che raccontavano il vostro vissuto e le vostre esperienze di gioia e di dolore… Per questo colgo l’occasione per ringraziare Madre M. Cecilia per non avermi assecondato nella mia esitazione e tutte le sorelle che hanno collaborato, che hanno scelto di raccontarsi per donare il bello e il buono nascosto nel cuore. Il nuovo anno sia ricco di speranza, profezia dei tempi nuovi, il miglior auspicio per le nostre virtù celate, ma da Dio rivelate. Auguro a me e a tutte voi, che il soffio dello Spirito renda sempre feconda la nostra esistenza di opere sante e intemerate. Che il nostro Re ci trovi sempre irreprensibili e sollecite ai Suoi benevoli richiami, brillanti e incomparabili nella carità… Sr. Adriana Mita 2 Dopo otto secoli di storia, Francesco continua ad essere voce chiara che ancora ha un messaggio di semplicità e di pace, di libertà e di letizia per il mondo attuale, questo perché la sua vita fu un chiaro e trasparente grido del Vangelo. Romano Guardini fa un preciso delineamento della santità di Francesco dentro la multiforme varietà della santità della Chiesa. "La sua caratteristica specifica afferma - sta proprio in questo, che Egli è una memoria vivente di Gesù Cristo. Gli altri Santi rendono contemporaneo Gesù Cristo, riproducendone i tratti e traducendolo nel linguaggio della situazione in cui vivono, delle circostanze, del tempo e del luogo. Francesco fa molto di più: egli non traduce, ma rende presente Gesù Cristo; di modo che chi ha la grazia di incontrarlo s'imbatte direttamente in Gesù Cristo”. 3 Il suo stile di vita, nel distacco pieno dai beni terreni, ci conferma che la felicità non si raggiunge nel possesso dei beni, ma nell’abbandono fiducioso nelle mani amorose di Colui che è perfetta, eterna, assoluta bontà e unica e vera ricchezza incorruttibile. Il suo messaggio ebbe e continua ad avere un ampio raggio di diffusione perché annunciato con il potente linguaggio dell’amore. Ci aiuti Francesco, l’uomo diventato preghiera, ad abbracciare le vicende degli uomini della nostra epoca, i difficili problemi sociali, economici, politici, tutte le sofferenze dell'uomo di oggi, i suoi dubbi, le sue negazioni, i suoi sbandamenti, le sue tensioni, i suoi complessi, le sue inquietudini. Ci aiuti a tradurre tutto ciò in semplice e fruttifero linguaggio del Vangelo, affinché Cristo stesso possa essere "Via - Verità - Vita" per l'uomo del nostro tempo. Tutti noi che seguiamo Cristo sulle orme di Francesco, sentiamo questo stesso anelito nel cuore perché è lo stesso vincolo di fraternità universale che ci unisce. e... 4 ... proprio il 4 ottobre 2009 a Roccalumera, nel Santuario di S. Antonio, i giovani hanno celebrato il sacro Sull’altare vi erano la Parola, compagna fedele del santo e il Crocefisso di S. Damiano. Inclinato, ai piedi dell’altare, un grande TAU di juta e una lampada, a rappresentare la presenza di Francesco che dai Cieli prega per il suo popolo e intercede per noi presso l’Altissimo... Dopo aver fatto memoria della dipartita del Poverello, si è proseguito al “gesto del pane”, segno di condivisione. Pane da portare ai fratelli, nutrimento per la comunione e simbolo di fratellanza... Il gesto ha lasciato nei cuori un desiderio: ricercare chi è perduto e ricondurlo al Padre. Portarlo nel cuore e custodirlo nella preghiera... 5 Secondo la forma del Santo Vangelo LUBLINO 3 ottobre 2009 Le parole del Testamento di san Francesco d΄Assisi che le sorelle Marta, Anna G. e Anna P. hanno scelto per l'invito della loro Professione Perpetua sono queste: "Nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare, ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del Santo Vangelo” (San Francesco) Il 3 ottobre nella vigilia di festa di San Francesco d′Assisi nella nostra parrocchia di Lublino alle ore 12.00 le nostre tre sorelle: Sr Marta Kozak, Sr Anna Gadzała e Sr Anna Prus hanno emesso la loro Professione Perpetua. Alla presenza di tutta la Chiesa, le suore hanno professato la loro fede in Dio scegliendo la vita in povertà, castità e obbedienza. La celebrazione Eucaristica è stata presieduta dal Ministro Provinciale dei Frati Cappuccini, fr. Marco Przeczewski. Nell’omelia fr. Marco ha sottolineato l'importanza della vita veramente evangelica nel mondo di 6 oggi. Come esempio ha raccontato l′esperienza di San Francesco d′Assisi, e dei nostri Fondatori: Madre Veronica Briguglio e Padre Francesco Maria Di Francia. Con questi esempi ha invitato tutti ad avere lo stesso zelo per il Signore. Dopo la celebrazione Eucaristica abbiamo continuato la festa nell’anfiteatro dei Frati Cappuccini. Non sono mancati i cordiali auguri, dopo i quali, abbiamo mangiato insieme. C'é stata anche una bellissima scenetta preparata dalle suore, le bambine, le postulanti e le novizie, dedicata alle novelle sorelle perpetue. Ringraziamo Dio per il dono della vocazione religiosa di ognuna e le accompagniamo con la nostra preghiera. A queste nostre care sorelle auguriamo di vivere ogni giorno per il Signore e di donarsi pienamente a Lui e ai fratelli senza paura perché il Signore darà loro la Sua ricompensa nel tempo opportuno. 7 DISASTRO A GIAMPILIERI MESSINA - La nostra non è una relazione giornalistica, ma una semplice testimonianza della visita nella nostra casa di Giampilieri, quattro giorni dopo il catastrofico nubifragio. Appena abbiamo saputo che si poteva raggiungere le nostre consorelle di Giampilieri, siamo partite quattro suore da Roccalumera e due da Pistunina. Quello che volevamo fare era soprattutto portar loro qualcosa di viveri e dar loro un po’ di aiuto se necessario. L’unico modo di raggiungere Giampilieri era passare da Messina. Arrivate a Briga Marina abbiamo visto i primi segni forti della presenza dei soccorritori: il campo di calcio diventato punto di atterraggio degli elicotteri, tanti mezzi dei vigili di fuoco, tanti camion. Della tragedia parlavano pure le macchine distrutte lasciate qua e là sulla banchina … Subito dopo Briga troviamo un posto di blocco dei carabinieri, ma non ci fermano, probabilmente vedendo le suore e sapendo che abbiamo la casa a Giampilieri ci lasciano passare. Qualche decina di metri più avanti al bivio per salire ad Altolia, Mulino, Giampilieri Superiore… di là è scesa la valanga di fango con dei detriti. La strada è stata liberata, ma possono salire solo i mezzi di soccorso e i famigliari delle vittime. 8 Quello che colpisce subito è la sensazione di trovarsi in un cantiere piuttosto che sulla strada: camion che portano terra, masse di fango ai bordi della carreggiata e l’aria piena di polvere che non si posa. Chi è impegnato in prima fila nel lavoro di scavo si riconosce dagli stivali di gomma, dalla pala in mano… e dal volto mesto. Nonostante un movimento continuo si percepisce un insolito silenzio. Arrivate alla nostra casa di Giampilieri troviamo calma, tutto ordinato… chi potrebbe pensare che la notte tra l’1 e il 2 ottobre qui si sono rifuggiate circa 300 persone. Solo in una stanza, le brandine di alcuni vigili del fuoco che alloggiano qui. La nostra è una grande gioia ritrovare le sorelle: sr. Franca, sr. Terenzia, sr. Maurizia, sr. Rosangela e sr. M. Adelaide. Nella comunità è ospite pure la mamma di sr. M. Adelaide, la signora Ines, con la badante Rodica. Tutte stanno bene e ci comunicano quello che hanno vissuto. I racconti si intrecciano, ma dalle parole traspare la fortezza d’animo con la quale hanno affrontato quella notte apocalittica. Giovedì sera le nostre sorelle avevano la S. Messa e l’adorazione eucaristica in preparazione al 25° di professione di sr. M. Adelaide. Erano presenti alcuni ospiti del paese, il sacerdote e un gruppetto di suore di un’altra congregazione che sono venuti da Altolia. Visto che lo spaventoso temporale che si scatenava non passava, le suore hanno invitato tutti a cena. Dopo un fallito tentativo di portare alcuni vicini alle loro case, le nostre consorelle decidono di ospitare tutti da loro quella notte. Erano da poco a letto quando qualcuno bussa insistentemente alla porta, era un uomo tutto inzuppato di acqua che chiedeva ospitalità per la sua famiglia che è rimasta bloccata per strada sulla macchina. Avevano con loro un bambino di dieci mesi. Dopo che questa famiglia di Roccalumera è stata sistemata e sembrava che tutto si fosse calmato, di nuovo suona con forza il campanello. Era un maresciallo di carabinieri pallido in faccia che chiedeva accoglienza per le persone che sono rimaste intrappolate nelle loro macchine sulla strada tra Capo Scaletta e Giampilieri. Quando questo gruppo è arrivato, le suore si 9 sono trovate di fronte a una cinquantina di persone spaventate, bagnate dalla testa ai piedi, alcuni senza scarpe, infreddoliti e senza mangiare da tante ore. Tra questi c’erano alcuni feriti, che poi venivano trasportati all’ospedale. Il Maresciallo tornava più volte portando nuovi gruppi. Nella chiesa sono stati portati i turisti dei due pullman, circa cento persone, che erano diretti a Taormina. Tra questi si trovava un gruppo di Israeliani che poi ha mandato alle suore una lettera di ringraziamento. All’alba non si poteva muovere un passo nella casa tanto era stracolma, insieme al parroco si è deciso di aprire la chiesa di s. Mauro, che si trova vicino. Tutta la notte le suore preparavano qualcosa di caldo da bere, condividevano quello che potevano trovare a casa per dare da mangiare alle persone. All’indomani la protezione civile ha cercato altri posti più convenienti, anche perché dalle suore non c’era più acqua. Siamo rimaste ad ascoltare con attenzione e commozione, le sorelle ci facevano vedere sconcertate le foto delle persone nel giornale, che loro conoscevano, ma adesso non ci sono più. Loro condividono in pieno il dolore delle famiglie distrutte, ogni notizia dei corpi ritrovati tocca nel profondo. Ce ne stavamo già per andare, quando sono andata a vedere la chiesa delle suore e cercavo di immaginare come dovevano stare qui cento persone quella notte e cosa provavano. Nessuno tranne loro lo sa. Uscendo di là sulla parete ho visto un quadro di ceramica con una sola parola: “CREDO”: dopo tutto quello che è accaduto, questa parola risuona con una forza singolare… Sr Renata Czoboda 10 Con il 17 ottobre arriva per noi la gioiosa memoria dell’anniversario della nascita di Madre Veronica Briguglio e l’occasione per ricordare in maniera più speciale la sua vita segnata dall’amore incondizionato a Gesù e di servizio generoso ai bisognosi. Di Madre Veronica noi non possiamo narrare eventi prodigiosi poiché il suo passaggio per il mondo lo trascorse nel nascondimento e nel silenzio; quello che la contraddistinse fu la sua profonda umiltà e la sua ardente carità, virtù che attinse dal Cuore misericordioso di Cristo. Natala Briguglio, questo il suo nome di battesimo, nasce a Roccalumera il 17 ottobre 1870, da Gaetano e Domenica; quinta di sei figli. La sua famiglia di umili origini, viveva del faticoso lavoro della pesca. Sin da piccola avvertiva il desiderio di vivere l’ideale evangelico in modo profondo; a dieci anni la vediamo diventare Terziaria Francescana. La mano del Signore la conduce per le vie del servizio ai piccoli abbandonati e, nel 1897 assieme ad altre compagne, dà inizio alla nostra Congregazione. Madre Veronica, donna forte che seppe vincere le avversità incontrate nel cammino della vita, ci ha lasciato una grande eredità nel carisma che siamo state chiamate a custodire e trasmettere. Oggi riecheggiano alle orecchie del nostro cuore alcune delle sue esortazioni: “Crescete nel 11 numero, ma principalmente nella carità, crescete nell’amore a Gesù. Splenda in voi la carità fraterna” e ancora: “Siate generose nel perdono! Perdonate tutte le offese, anche le più gravi. Non ne serbate rancore con nessuno” e ci esortava: “Andate ai piedi de Tabernacolo e raccontate tutto a Gesù. Egli vi comprende, vi ascolta, vi consola”. E riguardo a se stessa manifesta: “Mi sono fatta piccina piccina, mi sono studiata di fare meglio che potevo la volontà di Dio”. E infine, “Siate lampade ardenti, perpetue davanti al Tabernacolo”. Brevi pensieri che fanno trasparire la sua grande carità e l’abbandono fiducioso nelle mani di Dio, a Lui il nostro ringraziamento per questa Madre umile e semplice alla quale possiamo guardare come “lampada luminosa per una Chiesa in cammino”. 12 Dal 29 ottobre al 3 novembre, la Domus Seraphica ha aperto le porte dell’accoglienza alle nostre superiore e alle formatrici che convenute dalle diverse case d’Italia, Polonia e Slovacchia, hanno fissato l’appuntamento a Nicolosi per vivere quattro giorni d’intimità con Cristo, di scambio fraterno e di riflessione sul servizio di autorità. Il tema dell’incontro: Il ruolo della superiora e della formatrici secondo lo stile materno di Madre Veronica, non poteva essere più indovinato, mirato a dare luce alle molteplici situazioni che vivono le diverse fraternità. La Madre Generale ha richiamato l’attenzione delle partecipanti sul valore dell’obbedienza secondo il modello di Cristo che “si è fatto obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2,8). L’invito a tornare alle nostre Costituzioni per riprendere la forza di vivere in pienezza il nostro impegno, si è fatto effettivo alla presenza di Gesù Eucaristia; è accanto a Lui che ci colloca il mistero di obbedienza e ci associa alla sua oblazione al Padre per la salvezza del mondo. Con forza è risuonata l’esortazione alle superiore ad essere le prime a dimostrarsi docili alla volontà di Dio, perché soltanto così potranno esigere dalle sorelle la piena docilità che verrà loro richiesta (Cf. CC N° 38). Monsignor Giuseppe Costa, invitato per un intervento, ha delucidato con molte immagini bibliche, gli atteggiamenti materni di Dio. Questi atteggiamenti propri della donna devono caratterizzare il nostro stare insieme come sorelle. Attingendoli direttamente da Dio, essi aiuteranno ciascuna di noi a vivere in modo competente il nostro servizio di aiuto. 13 Don Giuseppe ci ha condotto anche a riscoprire con stupore la dimensione materna che deve accompagnare il nostro servizio. Maternità scaturita direttamente da Dio che educa, conduce, consola e sostiene il suo popolo come fa una madre con i figli. Maternità vissuta in pienezza dalla Vergine Maria. Contemplando attentamente la figura di Madre Veronica, don Costa ci ha fatto notare, come in lei eccelleva la maternità spirituale. Dalle testimonianze ricavate dalle suore che la conobbero, si deduce il senso materno con il quale conduceva l’Istituto. “Non comandava, ma pregava, non castigava, ma soffriva per la colpevole”. La persona consolata, capita, valorizzata, gratificata, obbedisce più volentieri. “Il comando deve essere dolce e soave”; la comunità si costruisce con la dolcezza, il clima di armonia si nutre con le buone maniere. I lavori di gruppo hanno favorito lo scambio delle esperienze, i momenti di ricreazione hanno facilitato la distensione e creato un clima fraterno, il servizio attento e premuroso delle suore della casa ci ha comunicato apprezzamento e stima e soprattutto i momenti di preghiera personale e comunitaria ci hanno permesso di ravvivare la nostra fede e sentirci sorrette dal Signore perché è stato Lui ad affidarci questo compito così delicato ed è Lui a darci la luce per ravvederci e continuare a svolgerlo con atteggiamenti più evangelici. La Madre Generale, nelle sue esortazioni iniziali e conclusive ha invitato ciascuna delle partecipanti a mantenere lo sguardo fisso sull’esempio donatoci dalla nostra Fondatrice per guidare le nostre fraternità secondo lo spirito che da Lei abbiamo ereditato, caratterizzato dalla carità, l’umiltà e la mitezza. 14 LUBLINO - Polonia 9 Dicembre 2009 San Nicola è vissuto negli anni 270 – 345. Secondo la leggenda si dice che ha ricevuto dai suoi ricchi genitori tanti beni, che volontariamente condivideva con i poveri. Per questo motivo godeva di stima e popolarità. E’ stato scelto come Vescovo di Mira, in Turchia. In Polonia è rimasta la tradizione della distribuzione dei regali per San Nicola nel giorno della sua memoria liturgica il 6 dicembre. In questo giorno tutti bambini bravi e meno bravi ricevono regali. Racconta la leggenda, che San Nicola tutto l’anno osserva i bambini e per quelli che sono bravi prepara i regali e i meno bravi ricevono la verga dipinta d’oro per motivarli ad essere più buoni. 15 Nella nostra casa di Lublino, il giorno 6 dicembre, è venuto San Nicola (Babbo Natale) e ha portato i regali per tutte le bambine. Quest’anno San Nicola è venuto con il suo fratello gemello. Ogni bambina, prima di ricevere il regalo, doveva cantare una canzone. Anche le suore sono state coinvolte in questo gioco e hanno cantato tanti canti. Quest’anno nessuna bambina ha ricevuto la verga, si vede che tutte si sono comportate bene. Alla fine, San Nicola ha cantato e ballato con noi. 16 I canti, i sorrisi e le voci dei bambini hanno riempito lo scorso 22 dicembre il palco della nostra casa di Roma; i genitori, disposti nel salone sono stati attenti nel seguire la recita che rendeva vicino e attuale il mistero del Natale. Un caldo momento di famiglia in cui è stato raccontato dai piccoli il grande avvenimento che cambia la storia dell’umanità: la nascita di Gesù a Betlemme che suscita l’adorazione dei pastori e dei magi e l’annuncio di pace e di salvezza per gli uomini di buona volontà. Risuona la Buona Novella, con più forza dall’innocenza e tenerezza dei bambini della Scuola Materna che hanno trasmesso alle proprie famiglie un canto di tenerezza, di gioia e di speranza. Una seconda circostanza speciale ha vissuto la nostra comunità di Roma che, come ogni anno per la festa di S. 17 Stefano, ospita le persone sole della nostra parrocchia per le quali il parroco assieme a un gruppo di collaboratori prepara e serve il pranzo di Natale. Premurosi cominciano ad arrivare gli incaricati di portare piatti, bicchieri, posate e… pietanze! La specialità di Don Italo è la “pasta reale” che ci tiene a preparare Lui stesso. Quando arrivano gli invitati tutto è pronto per l’accoglienza e trascorrono nella gioia un paio di ore che servono a diminuire le tristezze, soprattutto quella della solitudine alla quale parecchie persone anziane sono costrette. Manifestando la gioia della giornata, qualche persona anziana le diceva a una nostra sorella: “Suora, ma è vero quello che sto vivendo? Non è un sogno? Mi pare un sogno! “ Sono iniziative che recano tanto bene ai nostri fratelli e sorelle in età avanzata, che pur vivendo in mezzo a tanta gente che popola le città, sperimentano drammaticamente la solitudine ed è un bene anche per coloro che servono, perché li abbiamo visti, infatti, muoversi tra cucina, refettorio e salone sempre con un sorriso sulle labbra. Si estenda la gioia di queste festività ai giorni dell’anno che arriva e la Buona Novella non cessi mai di essere annunciata, nelle parole e negli avvenimenti. 18 Il Centro Studi regala alle sorelle tutte, un piccolo gioiello nascosto nell’archivio generale. Un augurio antico, ma sempre nuovo che risveglia il cuore e lo proietta su nuovi orizzonti di santità individuale e universale… Circolare alle Suore Auguri per il S. Natale Natale 1935 Sorelle carissime nel Signore Ecco un altro Natale da aggiungere, se Dio vorrà, ai tanti più o meno numerosi, più o meno lieti, più o meno tristi che abbiamo passati nella vita! Un altro Natale, che voglio augurarvelo di tutto cuore, possa segnare un avanzamento nella vostra vita spirituale e far germogliare un nuovo fiore olezzante per la vostra eterna corona! Ah non sia mai, o Sorelle carissime, che la bella solennità passi senza lasciare alcun segno nuovo a qualcuna delle anime nostre. Il Natale di Gesù sia il Natale per tutte e per ciascuna di noi! Il 19 Natale di una nuova virtù, di una nuova immolazione, di una nuova dedizione allo sposo delle anime nostre! Sorelle, tutto passa nella vita! Tutto travolgono gli anni, tutto cadrà nell'oblio. Che cosa adunque ci resta? Quello soltanto che avremo fatto di bene. Amiamo con tutta l'anima Dio! Amiamo con tutta la carità il prossimo ed amiamoci tutte con scambievole affetto santo e con l'unico ideale di convergere in un sol punto pensieri ed affetti, desideri ed aspirazioni in Dio! Dio sia l'Alfa e l'Omega del nostro vivere, del nostro pensare, del nostro operare. Sorelle, il mio fraterno amplesso vi rechi tutte le benedizioni del Divino infante e tutti gli auguri di Pace e bene! La vostra aff.ma Sorella Maggiore [Lettera di Madre Veronica Briguglio, ASCSC, CII 1b 834] 20 ASSISI Quattro giorni di pioggia senza tregua. Quattro intensi giorni immersi fra la storia di Francesco e Chiara ascoltando la musica di Dio, respirando la stessa aria e attraversando i sentieri che ricordano due grandi amici: Francesco e Chiara. La nuova avventura di Capodanno ad Assisi, iniziata a Milano, ha portato una quarantina di giovani a sfidare il tempo. Siamo partiti da Milano il 28 dicembre in mattinata per arrivare nel pomeriggio ad Assisi. Ci faceva compagnia tanta voglia di stare insieme, di conoscersi, di condividere ciò che siamo e cercare insieme “i segni del Suo amore”. Ogni mattina iniziava con Lui e ogni sera terminava con Lui. Gesù è stato al centro delle nostre giornate. Anche quando alla sera del 31 dicembre insieme ad altri giovani in palestra abbiamo ballato – anche lì, Lui era presente – nella nostra danza di lode, di ringraziamento, di gioia. Poi la fiaccolata fino alla Porziuncola e infine la S. Messa con la quale abbiamo aperto l’anno nuovo. Auguri e si torna a casa per festeggiare ancora, mangiare il panettone con la crema al mascarpone preparato dai giovani e dai frati… qualche canto: “Chi è nato a gennaio si alzi, si alzi…” e poi a nanna perché fra un paio d’ore bisogna riprendere la via di ritorno. Grazie di cuore ai giovani e alla equipe della PGeV! E’ stata una bellissima esperienza attorno a Gesù e si sa che quando Lui è al primo posto tutto è al proprio posto. Sr. Malgorzata Jablonska 21 SERPELICE, Polonia Dal 26 al 30 dicembre a Serpelice, vicino a Biała Podlaska, in Polonia, si è svolto il nostro incontro di juniores. La principale guida è stato lo Spirito Santo e la Parola di Dio che abbiamo approfondito mediante la meditazione e l’adorazione davanti al Santissimo Sacramento. Ci ha accompagnato in questo cammino fra Tomasz Regiewicz OFM Cap, itinerante da Katowice, che ci ha fatto le catechesi, celebrato l’Eucarestia, pregato con noi e ci ha condiviso la sua esperienza di vita itinerante, insieme a fra Paolo, chierico della provincia di Cracovia. All’inizio dell’incontro abbiamo condiviso le nostre ricerche sul quinto capitolo del nostro documento “Spirito e Missione” intitolato: “Sorelle donateci le une alle altre”. Questa è la strada dell’amore a Dio e al prossimo, del reciproco servizio e accettazione. La nostra Madre Veronica diceva: “le contrarietà, le sofferenze, le calunnie sono le più belle cose che esistono nel mondo, quando si accettano per amore di Gesù” Nelle catechesi si è trattato tra gli altri temi, del mistero della Nascita di Gesù, nella grotta fuori della città, nella povertà, e dopo, della strada che lo porta alla crocifissione: fuori della città, quando fu messo nella tomba e avvolto in fasce. Questa strada di Gesù che ci ha fatto vedere il padre Tomasz, è la strada dell’amore, del rifiuto, della strada che dobbiamo percorrere. 22 Gesù a volte ci “spoglia” per mostrarci la vera nascita di Dio e il Suo grande amore per noi. Abbiamo parlato pure dei temi che riguardano l’amore fraterno, l’unione reciproca, l’accettazione dell’altro così com’è, le nostre difficoltà e fragilità nella relazione con il prossimo. E’ la strada che ci indica Gesù, Lui è la luce che disperde le tenebre. Mi vengono in mente le parole di Madre Veronica: “Il nostro pensiero, il nostro agire deve essere Gesù, per questo ci siamo fatte suore”. La ricreazione è trascorsa tra canti natalizi e racconti di fra Tomasz dell’esperienza di vita nella comunità itinerante che ha come caratteristica l’abbandono alla Provvidenza divina. Per me è stato un momento di riflessione sulla mia e nostra povertà. L’ultima ricreazione dell’incontro è stata un tempo di fruttuosa condivisione della nostra meditazione della Parola, che penetra e guida verso Gesù e il suo grande amore. E’ caduta la neve, dunque abbiamo fatto l’escursione e siamo andate in slitta. E non è mancato qualche piccolo incidente. Per me è stato una benedizione trascorrere un po’ di tempo con le sorelle. Madre Veronica ci sprona: “Usa sempre carità con tutti, la carità supera ogni altra cosa e ti forma un cuore d’oro”. sr. Justyna Biniecka 23 GUAJIRA, Colombia - Noi Suore che lavoriamo nella Delegazione Colombiana, ci siamo riunite assieme alle novizie, in un posto molto accogliente chiamato Betania, vicino alla nostra casa di Riohacha. Per tutte è stato un vero piacere poterci incontrare una volta l’anno, perché oltre a riposare dalle attività quotidiane, ci distendiamo, cerchiamo nuove forme per vivere il carisma, mettiamo in comune le nostre esperienze e desideri, le realtà di ogni fraternità e condividiamo le realizzazioni apostoliche. Per queste e tante altre ragioni, è una gioia immensa poterci incontrare tutte senza eccezione. L’incontro è durato tre giorni. Il 30 dicembre abbiamo iniziato realizzando parecchie dinamiche per creare tra noi un ambiente di fiducia e distensione; in seguito, padre Francisco 24 Cifuentes OFMCap, ci ha aggiornate sulla realtà sociale, approfondendo le diverse mentalità: premoderna, moderna e postmoderna e la forma come ognuna effettua la nostra vita religiosa. Di ognuna si è risaltata la parte positiva e i limiti, specialmente nell’ambito familiare. Lui ci ha invitate a saper convivere con queste realtà e soprattutto a dare una risposta saggia che parta dal Vangelo. Giorno 31 ci ha accompagnate e guidate le riflessioni P. Miguel Angel OFMCap. Egli ci ha presentato il fondamento dei consigli evangelici e ha risaltato l’importanza di mantenere l’armonia con le diverse relazione della persona umana: con se stessa, con gli altri, con il mondo e con Dio. Ci ha proposto un progetto di vita da attuare in questo anno a livello personale e comunitario; una significativa sfida da compiere! Sono state molte le occasioni di condivisione: l’Eucarestia, i pasti, i giochi, i canti, la passeggiata… tutto in spirito di letizia e semplicità. Con una speciale bibita abbiamo festeggiato il compleanno della nostra delegata Sr Maria Celeste, brindando per la sua vita che è un vero regalo per tutte noi. Per tutto questo non ci stanchiamo di rendere grazie a Dio, perché è stato Lui a rendere possibile questo meraviglioso incontro; e chiediamo a Colei che ci accompagna e intercede per noi: Maria Santissima, che continui a benedire la nostra comunità in questo nuovo anno che stiamo iniziando. Hna. Luz Esperanza 25 Sr. Nazzarena Nania Sr. Nazzarena nasce a Catania il 13 febbraio 1911. Entra nell’Istituto nel 1932 e nel 1934 emette la Professione religiosa. Durante i suoi lunghi anni di vita religiosa, espleta con serietà, senso di responsabilità e dedizione l’ufficio di organista, di insegnante di musica e maestra di ricamo. La delicatezza d’animo, il senso di precisione, la gentilezza nei tratti sono i segni distintivi di Sr Nazzarena. La ricordiamo come una suora dal cuore semplice, umile, ricca di creatività che si stupiva di fronte alle cose belle della vita; una suora che amava e serviva il Signore con gioia e umiltà; una suora che invitava alla lode del Signore con il dono innato della musica. E quando negli ultimi anni non poté più esercitare tale ufficio, spesso a Scillichenti, dove trascorse gli ultimi 16 anni della sua vita, si recava al pianoforte e lì faceva vibrare quelle note che non poteva trattenere dentro di sé. Nell’ottobre del 2008 colpita da emorragia cerebrale, viene subito trasportata nell’infermeria di Catania, dove rimane più di un anno, rimanendo in una grave situazione e con scarsissime facoltà comunicative e conoscitive. Un’improvvisa broncopolmonite ne ha determinato la fine repentina. Innalziamo pertanto la nostra preghiera al Sommo Bene, affinché per la sua infinita misericordia, la nostra sorella Nazzarena venga ammessa al più presto alla visione beatifica del suo volto. Ricordiamo ancora: il fratello di Sr Maria Anna e Generosa Genchi il fratello di Sr Anna Szaniawska la sorella di Sr M. Chiara Granieri la mamma e gli zii Pietro e Nino di Sr Graziella Pulitano il cognato di Sr Serena Tessitore il fratello della Madre Generale e Sr M. Consolata il nipote di Sr Chiara Vena la nonna di Sr Jarmila Veronica Hanakova la sorella di Sr Modesta Farinella 26 Indice Editoriale pag. 2 Un saio che parla pag. 3 Secondo la forma del Santo Vangelo pag. 6 Disastro a Giampilieri pag. 8 Una lampada sul nostro cammino pag. 11 Nella dinamica dell’obbedienza pag. 13 Canti e danze con S. Nicola pag. 16 Un annuncio che non si ferma mai pag. 17 La Madre alle figlie pag. 19 Capodanno ad Assisi pag. 21 Juniores alle fonti della propria identità pag. 22 La gioia nasce camminando insieme pag. 24 Necrologio pag. 26 27 Centro Studi Roccalumera [email protected] 28