n. 20 /2010 - Pace e Bene, Benvenuti!

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n. 20 /2010 - Pace e Bene, Benvenuti!
Suore Cappuccine del Sacro Cuore
Centro Studi – Roccalumera, dic. 2009, Anno V, num. 20
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EDITORIALE
come avrete notato dalla copertina, questo è l’ultimo numero del
bollettino interno del nostro istituto. Tutte le notizie di attualità
riguardanti la nostra vita saranno pubblicate sulla rivista “Il Pane di S.
Antonio”.
Nuovo anno, nuova vita, novità e freschezza nello spirito e… nelle idee!
Cinque anni fa, quando la Madre Generale, Sr M. Cecilia D’Arma, mi
affidò questo incarico, non mi sentivo all’altezza di compierlo, pensavo
che tante altre sorelle più esperte di me in grafica e nel mondo virtuale,
avrebbero certamente eseguito più adeguatamente questo compito,
ottenendo risultati migliori dei miei… Ma spesso i nostri pensieri, non
sono i pensieri di Dio.
La Madre non badò ai miei tentennamenti e m’incoraggiò almeno a
provare. E sono passati cinque anni… Cammin facendo ho notato che il
campo editoriale mi affascinava e che lavorare i testi con le immagini era
divenuta una vera e propria passione. Tantissime volte mi sono
commossa davanti ai vostri articoli che raccontavano il vostro vissuto e le
vostre esperienze di gioia e di dolore… Per questo colgo l’occasione per
ringraziare Madre M. Cecilia per non avermi assecondato nella mia
esitazione e tutte le sorelle che hanno collaborato, che hanno scelto di
raccontarsi per donare il bello e il buono nascosto nel cuore.
Il nuovo anno sia ricco di speranza, profezia dei tempi nuovi, il miglior
auspicio per le nostre virtù celate, ma da Dio rivelate.
Auguro a me e a tutte voi, che il soffio dello Spirito renda sempre
feconda la nostra esistenza di opere sante e intemerate.
Che il nostro Re ci trovi sempre irreprensibili e sollecite ai Suoi benevoli
richiami, brillanti e incomparabili nella carità…
Sr. Adriana Mita
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Dopo otto secoli di storia,
Francesco continua ad essere voce
chiara che ancora ha un messaggio di
semplicità e di pace, di libertà e di
letizia per il mondo attuale, questo
perché la sua vita fu un chiaro e
trasparente grido del Vangelo.
Romano Guardini fa un preciso
delineamento della santità di
Francesco dentro la multiforme
varietà della santità della Chiesa.
"La sua caratteristica specifica afferma - sta proprio in questo, che
Egli è una memoria vivente di Gesù
Cristo. Gli altri Santi rendono
contemporaneo Gesù Cristo,
riproducendone i tratti e traducendolo
nel linguaggio della situazione in cui vivono, delle circostanze, del tempo e
del luogo. Francesco fa molto di più: egli non traduce, ma rende presente
Gesù Cristo; di modo che chi ha la grazia di incontrarlo s'imbatte
direttamente in Gesù Cristo”.
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Il suo stile di vita, nel distacco pieno dai
beni terreni, ci conferma che la felicità
non si raggiunge nel possesso dei beni,
ma nell’abbandono fiducioso nelle mani
amorose di Colui che è perfetta, eterna,
assoluta bontà e unica e vera ricchezza
incorruttibile.
Il suo messaggio ebbe e continua ad
avere un ampio raggio di diffusione
perché annunciato con il potente
linguaggio dell’amore.
Ci aiuti Francesco, l’uomo diventato
preghiera, ad abbracciare le vicende degli
uomini della nostra epoca, i difficili
problemi sociali, economici, politici, tutte
le sofferenze dell'uomo di oggi, i suoi dubbi, le sue negazioni, i suoi
sbandamenti, le sue tensioni, i suoi complessi, le sue inquietudini.
Ci aiuti a tradurre tutto ciò in
semplice e fruttifero linguaggio del
Vangelo, affinché Cristo stesso
possa essere "Via - Verità - Vita"
per l'uomo del nostro tempo.
Tutti noi che seguiamo Cristo sulle
orme di Francesco, sentiamo
questo stesso anelito nel cuore
perché è lo stesso vincolo di
fraternità universale che ci unisce.
e...
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... proprio il 4 ottobre 2009 a
Roccalumera, nel Santuario di
S. Antonio, i giovani hanno
celebrato il sacro
Sull’altare vi erano la Parola,
compagna fedele del santo e il
Crocefisso di S. Damiano.
Inclinato, ai piedi dell’altare, un grande TAU di juta e una lampada, a
rappresentare la presenza di Francesco che dai Cieli prega per il suo popolo
e intercede per noi presso l’Altissimo...
Dopo aver fatto memoria della
dipartita del Poverello, si è proseguito
al “gesto del pane”, segno di
condivisione. Pane da portare ai fratelli,
nutrimento per la comunione e simbolo
di fratellanza...
Il gesto ha lasciato nei cuori un
desiderio:
ricercare chi è perduto e ricondurlo
al Padre. Portarlo nel cuore e
custodirlo nella preghiera...
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Secondo la forma del Santo Vangelo
LUBLINO 3 ottobre 2009
Le parole del Testamento di san Francesco d΄Assisi che le sorelle Marta,
Anna G. e Anna P. hanno scelto per l'invito della loro Professione Perpetua
sono queste:
"Nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare, ma lo stesso Altissimo
mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del Santo Vangelo”
(San Francesco)
Il 3 ottobre nella vigilia di festa di San Francesco d′Assisi nella nostra
parrocchia di Lublino alle ore 12.00 le nostre tre sorelle: Sr Marta Kozak, Sr
Anna Gadzała e Sr Anna Prus hanno emesso la loro Professione Perpetua.
Alla presenza di tutta la Chiesa, le suore hanno professato la loro fede in
Dio scegliendo la vita in povertà, castità e obbedienza.
La celebrazione Eucaristica è stata presieduta dal Ministro Provinciale dei
Frati Cappuccini, fr. Marco Przeczewski. Nell’omelia fr. Marco ha
sottolineato l'importanza della vita veramente evangelica nel mondo di
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oggi. Come esempio ha raccontato l′esperienza di San Francesco d′Assisi, e
dei nostri Fondatori: Madre Veronica Briguglio e Padre Francesco Maria Di
Francia. Con questi esempi ha invitato tutti ad avere lo stesso zelo per il
Signore.
Dopo la celebrazione Eucaristica abbiamo continuato la festa
nell’anfiteatro dei Frati Cappuccini. Non sono mancati i cordiali auguri,
dopo i quali, abbiamo mangiato insieme.
C'é stata anche una bellissima scenetta preparata dalle suore, le bambine,
le postulanti e le novizie, dedicata alle novelle sorelle perpetue.
Ringraziamo Dio per il dono della vocazione religiosa di ognuna e le
accompagniamo con la nostra preghiera.
A queste nostre care sorelle auguriamo di vivere ogni giorno per il Signore
e di donarsi pienamente a Lui e ai fratelli senza paura perché il Signore darà
loro la Sua ricompensa nel tempo opportuno.
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DISASTRO A
GIAMPILIERI
MESSINA - La nostra non
è una relazione
giornalistica, ma una
semplice testimonianza
della visita nella nostra
casa di Giampilieri,
quattro giorni dopo il
catastrofico nubifragio.
Appena abbiamo saputo che si poteva raggiungere le nostre consorelle di
Giampilieri, siamo partite quattro suore da Roccalumera e due da
Pistunina.
Quello che volevamo fare era soprattutto portar loro qualcosa di viveri e
dar loro un po’ di aiuto se necessario.
L’unico modo di raggiungere Giampilieri era passare da Messina.
Arrivate a Briga Marina abbiamo visto i primi segni forti della presenza dei
soccorritori: il campo di calcio diventato punto di atterraggio degli
elicotteri, tanti mezzi dei vigili di fuoco, tanti camion. Della tragedia
parlavano pure le macchine distrutte lasciate qua e là sulla banchina …
Subito dopo Briga troviamo un posto di blocco dei carabinieri, ma non ci
fermano, probabilmente
vedendo le suore e sapendo
che abbiamo la casa a
Giampilieri ci lasciano
passare. Qualche decina di
metri più avanti al bivio per
salire ad Altolia, Mulino,
Giampilieri Superiore… di là
è scesa la valanga di fango
con dei detriti. La strada è
stata liberata, ma possono
salire solo i mezzi di
soccorso e i famigliari delle
vittime.
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Quello che colpisce subito è la
sensazione di trovarsi in un
cantiere piuttosto che sulla
strada: camion che portano terra,
masse di fango ai bordi della
carreggiata e l’aria piena di
polvere che non si posa. Chi è
impegnato in prima fila nel lavoro
di scavo si riconosce dagli stivali di
gomma, dalla pala in mano… e dal
volto mesto. Nonostante un movimento continuo si percepisce un insolito
silenzio. Arrivate alla nostra casa di Giampilieri troviamo calma, tutto
ordinato… chi potrebbe pensare che la notte tra l’1 e il 2 ottobre qui si sono
rifuggiate circa 300 persone. Solo in una stanza, le brandine di alcuni vigili
del fuoco che alloggiano qui.
La nostra è una grande gioia ritrovare le sorelle: sr. Franca, sr. Terenzia,
sr. Maurizia, sr. Rosangela e sr. M. Adelaide. Nella comunità è ospite pure
la mamma di sr. M. Adelaide, la signora Ines, con la badante Rodica.
Tutte stanno bene e ci comunicano quello che hanno vissuto. I racconti si
intrecciano, ma dalle parole traspare la fortezza d’animo con la quale
hanno affrontato quella notte apocalittica.
Giovedì sera le nostre sorelle avevano la S. Messa e l’adorazione
eucaristica in preparazione al 25° di professione di sr. M. Adelaide. Erano
presenti alcuni ospiti del paese, il sacerdote e un gruppetto di suore di
un’altra congregazione che sono venuti da Altolia. Visto che lo spaventoso
temporale che si scatenava non passava, le suore hanno invitato tutti a
cena. Dopo un fallito tentativo di portare alcuni vicini alle loro case, le
nostre consorelle decidono di ospitare tutti da loro quella notte. Erano da
poco a letto quando qualcuno bussa insistentemente alla porta, era un
uomo tutto inzuppato di acqua che chiedeva ospitalità per la sua famiglia
che è rimasta bloccata per strada sulla macchina. Avevano con loro un
bambino di dieci mesi.
Dopo che questa famiglia di Roccalumera è stata sistemata e sembrava
che tutto si fosse calmato, di nuovo suona con forza il campanello. Era un
maresciallo di carabinieri pallido in faccia che chiedeva accoglienza per le
persone che sono rimaste intrappolate nelle loro macchine sulla strada tra
Capo Scaletta e Giampilieri. Quando questo gruppo è arrivato, le suore si
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sono trovate di fronte a una cinquantina
di persone spaventate, bagnate dalla
testa ai piedi, alcuni senza scarpe,
infreddoliti e senza mangiare da tante
ore. Tra questi c’erano alcuni feriti, che
poi venivano trasportati all’ospedale. Il
Maresciallo tornava più volte portando
nuovi gruppi.
Nella chiesa sono stati portati i turisti
dei due pullman, circa cento persone,
che erano diretti a Taormina. Tra questi
si trovava un gruppo di Israeliani che poi
ha mandato alle suore una lettera di
ringraziamento. All’alba non si poteva
muovere un passo nella casa tanto era
stracolma, insieme al parroco si è deciso di aprire la chiesa di s. Mauro, che
si trova vicino.
Tutta la notte le suore preparavano qualcosa di caldo da bere,
condividevano quello che potevano trovare a casa per dare da mangiare
alle persone.
All’indomani la protezione civile ha cercato altri posti più convenienti,
anche perché dalle suore non c’era più acqua. Siamo rimaste ad ascoltare
con attenzione e commozione, le sorelle ci facevano vedere sconcertate le
foto delle persone nel giornale, che loro conoscevano, ma adesso non ci
sono più. Loro condividono in pieno il dolore delle famiglie distrutte, ogni
notizia dei corpi ritrovati tocca nel profondo.
Ce ne stavamo già per andare, quando sono andata a vedere la chiesa
delle suore e cercavo di immaginare come dovevano stare qui cento
persone quella notte e cosa provavano. Nessuno tranne loro lo sa.
Uscendo di là sulla parete ho visto
un quadro di ceramica con una sola
parola: “CREDO”: dopo tutto quello
che è accaduto, questa parola risuona
con una forza singolare…
Sr Renata Czoboda
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Con il 17 ottobre arriva per noi la gioiosa memoria dell’anniversario della
nascita di Madre Veronica Briguglio e l’occasione per ricordare in maniera
più speciale la sua vita segnata dall’amore incondizionato a Gesù e di
servizio generoso ai bisognosi.
Di Madre Veronica noi non possiamo narrare eventi prodigiosi poiché il
suo passaggio per il mondo lo trascorse nel nascondimento e nel silenzio;
quello che la contraddistinse fu la sua profonda umiltà e la sua ardente
carità, virtù che attinse dal Cuore misericordioso di Cristo.
Natala Briguglio, questo il suo nome di battesimo, nasce a Roccalumera il
17 ottobre 1870, da Gaetano e Domenica; quinta di sei figli.
La sua famiglia di umili origini, viveva del faticoso lavoro della pesca. Sin
da piccola avvertiva il desiderio di vivere l’ideale evangelico in modo
profondo; a dieci anni la vediamo diventare Terziaria Francescana. La mano
del Signore la conduce per le vie del servizio ai piccoli abbandonati e, nel
1897 assieme ad altre compagne, dà inizio alla nostra Congregazione.
Madre Veronica, donna forte che seppe vincere le avversità incontrate
nel cammino della vita, ci ha lasciato una grande eredità nel carisma che
siamo state chiamate a custodire e trasmettere. Oggi riecheggiano alle
orecchie del nostro cuore alcune delle sue esortazioni: “Crescete nel
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numero, ma principalmente nella carità, crescete nell’amore a Gesù.
Splenda in voi la carità fraterna” e ancora:
“Siate generose nel perdono! Perdonate tutte le offese, anche le più gravi.
Non ne serbate rancore con nessuno” e ci esortava: “Andate ai piedi de
Tabernacolo e raccontate tutto a Gesù. Egli vi comprende, vi ascolta, vi
consola”. E riguardo a se stessa manifesta: “Mi sono fatta piccina piccina,
mi sono studiata di fare meglio che potevo la volontà di Dio”. E infine,
“Siate lampade ardenti, perpetue davanti al Tabernacolo”.
Brevi pensieri che fanno trasparire la sua grande carità e l’abbandono
fiducioso nelle mani di Dio, a Lui il nostro ringraziamento per questa Madre
umile e semplice alla quale possiamo guardare come “lampada luminosa
per una Chiesa in cammino”.
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Dal 29 ottobre
al 3 novembre,
la Domus
Seraphica ha
aperto le porte
dell’accoglienza
alle nostre
superiore e alle
formatrici che
convenute dalle
diverse case
d’Italia, Polonia e Slovacchia, hanno fissato l’appuntamento a Nicolosi per
vivere quattro giorni d’intimità con Cristo, di scambio fraterno e di riflessione
sul servizio di autorità.
Il tema dell’incontro: Il ruolo della superiora e della formatrici secondo lo
stile materno di Madre Veronica, non poteva essere più indovinato, mirato a
dare luce alle molteplici situazioni che vivono le diverse fraternità. La Madre
Generale ha richiamato l’attenzione delle partecipanti sul valore
dell’obbedienza secondo il modello di Cristo che “si è fatto obbediente fino
alla morte e alla morte di croce” (Fil 2,8).
L’invito a tornare alle nostre Costituzioni per riprendere la forza di vivere in
pienezza il nostro impegno, si è fatto effettivo alla presenza di Gesù
Eucaristia; è accanto a Lui che ci colloca il mistero di obbedienza e ci associa
alla sua oblazione al Padre per la salvezza del mondo. Con forza è risuonata
l’esortazione alle superiore ad essere le prime a dimostrarsi docili alla volontà
di Dio, perché soltanto così potranno esigere dalle sorelle la piena docilità
che verrà loro richiesta (Cf. CC N° 38).
Monsignor Giuseppe Costa, invitato per un intervento, ha delucidato con
molte immagini bibliche, gli atteggiamenti materni di Dio. Questi
atteggiamenti propri della donna devono caratterizzare il nostro stare
insieme come sorelle. Attingendoli direttamente da Dio, essi aiuteranno
ciascuna di noi a vivere in modo competente il nostro servizio di aiuto.
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Don Giuseppe ci ha condotto anche a
riscoprire con stupore la dimensione
materna che deve accompagnare il nostro
servizio. Maternità scaturita direttamente
da Dio che educa, conduce, consola e
sostiene il suo popolo come fa una madre
con i figli. Maternità vissuta in pienezza
dalla Vergine Maria.
Contemplando attentamente la figura di
Madre Veronica, don Costa ci ha fatto notare, come in lei eccelleva la
maternità spirituale. Dalle testimonianze ricavate dalle suore che la
conobbero, si deduce il senso materno con il quale conduceva l’Istituto. “Non
comandava, ma pregava, non castigava, ma soffriva per la colpevole”. La
persona consolata, capita, valorizzata, gratificata, obbedisce più volentieri. “Il
comando deve essere dolce e soave”; la comunità si costruisce con la
dolcezza, il clima di armonia si nutre con le buone maniere.
I lavori di gruppo hanno favorito lo scambio delle esperienze, i momenti di
ricreazione hanno facilitato la distensione e creato un clima fraterno, il
servizio attento e premuroso delle suore della casa ci ha comunicato
apprezzamento e stima e soprattutto i momenti di preghiera personale e
comunitaria ci hanno permesso di ravvivare la nostra fede e sentirci sorrette
dal Signore perché è stato Lui ad affidarci questo compito così delicato ed è
Lui a darci la luce per ravvederci e continuare a svolgerlo con atteggiamenti
più evangelici. La Madre Generale, nelle sue esortazioni iniziali e conclusive
ha invitato ciascuna delle partecipanti a mantenere lo sguardo fisso
sull’esempio
donatoci dalla
nostra Fondatrice
per guidare le
nostre fraternità
secondo lo spirito
che da Lei abbiamo
ereditato,
caratterizzato dalla
carità, l’umiltà e la
mitezza.
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LUBLINO - Polonia 9 Dicembre 2009
San Nicola è vissuto negli anni 270 – 345. Secondo la leggenda si dice che
ha ricevuto dai suoi ricchi genitori tanti beni, che volontariamente condivideva
con i poveri. Per questo motivo godeva di stima e popolarità.
E’ stato scelto come Vescovo di Mira, in Turchia.
In Polonia è rimasta la tradizione della distribuzione dei regali per San Nicola
nel giorno della sua memoria liturgica il 6 dicembre. In questo giorno tutti
bambini bravi e meno bravi ricevono regali.
Racconta la leggenda, che San Nicola tutto l’anno osserva i bambini e per
quelli che sono bravi prepara i regali e i meno bravi ricevono la verga dipinta
d’oro per motivarli ad essere più buoni.
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Nella nostra casa
di Lublino, il giorno 6
dicembre, è venuto
San Nicola (Babbo
Natale) e ha portato i
regali per tutte le
bambine. Quest’anno
San Nicola è venuto
con il suo fratello
gemello.
Ogni bambina, prima
di ricevere il regalo, doveva cantare una canzone.
Anche le suore sono state coinvolte in questo gioco e hanno cantato tanti canti.
Quest’anno nessuna bambina ha ricevuto la verga, si vede che tutte si sono
comportate bene.
Alla fine, San Nicola ha cantato e ballato con noi.
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I canti, i sorrisi e le voci
dei bambini hanno
riempito lo scorso 22
dicembre il palco della
nostra casa di Roma; i
genitori, disposti nel
salone sono stati attenti
nel seguire la recita che
rendeva vicino e attuale il
mistero del Natale.
Un caldo momento di
famiglia in cui è stato
raccontato dai piccoli il
grande avvenimento che
cambia la storia
dell’umanità: la nascita di
Gesù a Betlemme che suscita l’adorazione dei pastori e dei magi e
l’annuncio di pace e di salvezza per gli uomini di buona volontà.
Risuona la Buona Novella, con più forza dall’innocenza e tenerezza dei
bambini della Scuola Materna
che hanno trasmesso alle
proprie famiglie un canto di
tenerezza, di gioia e di
speranza.
Una seconda circostanza
speciale ha vissuto la nostra
comunità di Roma che, come
ogni anno per la festa di S.
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Stefano, ospita le persone
sole della nostra parrocchia
per le quali il parroco
assieme a un gruppo di
collaboratori prepara e
serve il pranzo di Natale.
Premurosi cominciano ad
arrivare gli incaricati di
portare piatti, bicchieri,
posate e… pietanze! La
specialità di Don Italo è la “pasta reale” che ci tiene a preparare Lui
stesso.
Quando arrivano gli invitati tutto è pronto per l’accoglienza e
trascorrono nella gioia un paio di ore che servono a diminuire le
tristezze, soprattutto quella della solitudine alla quale parecchie persone
anziane sono costrette.
Manifestando la gioia della giornata, qualche persona anziana le diceva
a una nostra sorella: “Suora, ma è vero quello che sto vivendo? Non è un
sogno? Mi pare un sogno! “
Sono iniziative che recano tanto bene ai nostri fratelli e sorelle in età
avanzata, che pur vivendo in mezzo a tanta gente che popola le città,
sperimentano drammaticamente la solitudine ed è un bene anche per
coloro che servono, perché li abbiamo visti, infatti, muoversi tra cucina,
refettorio e salone sempre con un sorriso sulle labbra.
Si estenda la gioia di
queste festività ai giorni
dell’anno che arriva e la
Buona Novella non cessi
mai di essere
annunciata, nelle parole
e negli avvenimenti.
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Il Centro Studi regala alle sorelle tutte, un piccolo gioiello
nascosto nell’archivio generale. Un augurio antico, ma
sempre nuovo che risveglia il cuore e lo proietta su nuovi
orizzonti di santità individuale e universale…
Circolare alle Suore
Auguri per il S. Natale
Natale 1935
Sorelle carissime nel Signore
Ecco un altro Natale da aggiungere, se Dio vorrà, ai tanti più o meno
numerosi, più o meno lieti, più o meno tristi che abbiamo passati nella vita!
Un altro Natale, che voglio augurarvelo di tutto cuore, possa segnare un
avanzamento nella vostra vita spirituale e far germogliare un nuovo fiore
olezzante per la vostra eterna corona! Ah non sia mai, o Sorelle carissime, che
la bella solennità passi senza lasciare alcun segno nuovo a qualcuna delle
anime nostre. Il Natale di Gesù sia il Natale per tutte e per ciascuna di noi! Il
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Natale di una nuova virtù, di una nuova immolazione, di una nuova dedizione
allo sposo delle anime nostre!
Sorelle, tutto passa nella vita! Tutto travolgono gli anni, tutto cadrà
nell'oblio. Che cosa adunque ci resta? Quello soltanto che avremo fatto di
bene.
Amiamo con tutta l'anima Dio! Amiamo con tutta la carità il prossimo
ed amiamoci tutte con scambievole affetto santo e con l'unico ideale di
convergere in un sol punto pensieri ed affetti, desideri ed aspirazioni in Dio!
Dio sia l'Alfa e l'Omega del nostro vivere, del nostro pensare, del nostro
operare.
Sorelle, il mio fraterno amplesso vi rechi tutte le benedizioni del Divino
infante e tutti gli auguri di Pace e bene!
La vostra aff.ma Sorella Maggiore
[Lettera di Madre Veronica Briguglio, ASCSC, CII 1b 834]
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ASSISI Quattro giorni di
pioggia senza tregua.
Quattro intensi giorni
immersi fra la storia di
Francesco e Chiara
ascoltando la musica di
Dio, respirando la stessa
aria e attraversando i
sentieri che ricordano
due grandi amici:
Francesco e Chiara. La
nuova avventura di
Capodanno ad Assisi, iniziata a Milano, ha portato una quarantina di
giovani a sfidare il tempo. Siamo partiti da Milano il 28 dicembre in
mattinata per arrivare nel pomeriggio ad Assisi. Ci faceva compagnia
tanta voglia di stare insieme, di conoscersi, di condividere ciò che siamo
e cercare insieme “i segni del Suo amore”. Ogni mattina iniziava con Lui
e ogni sera terminava con Lui. Gesù è stato al centro delle nostre
giornate. Anche quando alla sera del 31 dicembre insieme ad altri giovani
in palestra abbiamo ballato – anche lì, Lui era presente – nella nostra
danza di lode, di ringraziamento, di gioia. Poi la fiaccolata fino alla
Porziuncola e infine la S. Messa con la quale abbiamo aperto l’anno
nuovo. Auguri e si torna a casa per festeggiare ancora, mangiare il
panettone con la crema al mascarpone preparato dai giovani e dai
frati… qualche canto: “Chi è nato a gennaio si alzi, si alzi…” e poi a
nanna perché fra un paio d’ore bisogna riprendere la via di ritorno.
Grazie di cuore ai giovani e alla equipe della
PGeV! E’ stata una bellissima esperienza
attorno a Gesù e si sa che quando Lui è al
primo posto tutto è al proprio posto.
Sr. Malgorzata Jablonska
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SERPELICE, Polonia Dal 26 al 30 dicembre a Serpelice, vicino a Biała
Podlaska, in Polonia, si è svolto il nostro incontro di juniores. La principale
guida è stato lo Spirito Santo e la Parola di Dio che abbiamo approfondito
mediante la meditazione e l’adorazione davanti al Santissimo Sacramento.
Ci ha accompagnato in questo cammino fra Tomasz Regiewicz OFM Cap,
itinerante da Katowice, che ci ha fatto le catechesi, celebrato l’Eucarestia,
pregato con noi e ci ha condiviso la sua esperienza di vita itinerante, insieme a
fra Paolo, chierico della provincia di Cracovia.
All’inizio dell’incontro abbiamo condiviso le nostre ricerche sul quinto capitolo
del nostro documento “Spirito e Missione” intitolato: “Sorelle donateci le une
alle altre”. Questa è la strada dell’amore a Dio e al prossimo, del reciproco
servizio e accettazione. La nostra Madre Veronica diceva: “le contrarietà, le
sofferenze, le calunnie sono le più belle cose che esistono nel mondo, quando
si accettano per amore di Gesù”
Nelle catechesi si è trattato tra gli altri temi, del mistero della Nascita di Gesù,
nella grotta fuori della città, nella povertà, e dopo, della strada che lo porta
alla crocifissione: fuori della città, quando fu messo nella tomba e avvolto in
fasce. Questa strada di Gesù che ci ha fatto vedere il padre Tomasz, è la
strada dell’amore, del rifiuto, della strada che dobbiamo percorrere.
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Gesù a volte ci “spoglia” per mostrarci la vera nascita di Dio e il Suo grande
amore per noi.
Abbiamo parlato pure dei temi che riguardano l’amore fraterno, l’unione
reciproca, l’accettazione dell’altro così com’è, le nostre difficoltà e fragilità
nella relazione con il prossimo. E’ la strada che ci indica Gesù, Lui è la luce che
disperde le tenebre. Mi vengono in mente le parole di Madre Veronica: “Il
nostro pensiero, il nostro agire deve essere Gesù, per questo ci siamo fatte
suore”.
La ricreazione è trascorsa tra canti natalizi e racconti di fra Tomasz
dell’esperienza di vita nella comunità itinerante che ha come caratteristica
l’abbandono alla Provvidenza divina. Per me è stato un momento di riflessione
sulla mia e nostra povertà.
L’ultima ricreazione dell’incontro è stata un tempo di fruttuosa condivisione
della nostra meditazione della Parola, che penetra e guida verso Gesù e il suo
grande amore.
E’ caduta la neve, dunque abbiamo fatto l’escursione e siamo andate in slitta.
E non è mancato qualche piccolo incidente. Per me è stato una benedizione
trascorrere un po’ di tempo con le sorelle. Madre Veronica ci sprona: “Usa
sempre carità con tutti, la carità supera ogni altra cosa e ti forma un cuore
d’oro”.
sr. Justyna
Biniecka
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GUAJIRA, Colombia - Noi Suore che lavoriamo nella Delegazione
Colombiana, ci siamo riunite assieme alle novizie, in un posto molto
accogliente chiamato Betania, vicino alla nostra casa di Riohacha.
Per tutte è stato un vero piacere poterci incontrare una volta l’anno, perché
oltre a riposare dalle attività quotidiane, ci distendiamo, cerchiamo nuove
forme per vivere il carisma, mettiamo in comune le nostre esperienze e
desideri, le realtà di ogni fraternità e condividiamo le realizzazioni apostoliche.
Per queste e tante altre ragioni, è una gioia immensa poterci incontrare tutte
senza eccezione.
L’incontro è durato tre giorni.
Il 30 dicembre abbiamo iniziato realizzando parecchie dinamiche per creare
tra noi un ambiente di fiducia e distensione; in seguito, padre Francisco
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Cifuentes OFMCap, ci ha
aggiornate sulla realtà
sociale, approfondendo le
diverse mentalità: premoderna, moderna e postmoderna e la forma come
ognuna effettua la nostra
vita religiosa. Di ognuna si
è risaltata la parte positiva
e i limiti, specialmente
nell’ambito familiare. Lui ci
ha invitate a saper
convivere con queste realtà e soprattutto a dare una risposta saggia che parta
dal Vangelo. Giorno 31 ci ha accompagnate e guidate le riflessioni P. Miguel
Angel OFMCap. Egli ci ha presentato il fondamento dei consigli evangelici e ha
risaltato l’importanza di mantenere l’armonia con le diverse relazione della
persona umana: con se stessa, con gli altri, con il mondo e con Dio. Ci ha
proposto un progetto di vita da attuare in questo anno a livello personale e
comunitario; una significativa sfida da compiere! Sono state molte le occasioni
di condivisione: l’Eucarestia, i pasti, i giochi, i canti, la passeggiata… tutto in
spirito di letizia e semplicità.
Con una speciale bibita abbiamo festeggiato il compleanno della nostra
delegata Sr Maria Celeste, brindando per la sua vita che è un vero regalo per
tutte noi. Per tutto questo non ci stanchiamo di rendere grazie a Dio, perché è
stato Lui a rendere possibile questo meraviglioso incontro; e chiediamo a Colei
che ci accompagna e intercede per noi: Maria Santissima, che continui a
benedire la nostra comunità in questo nuovo anno che stiamo iniziando.
Hna. Luz Esperanza
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Sr. Nazzarena Nania
Sr. Nazzarena nasce a Catania il 13
febbraio 1911. Entra nell’Istituto nel 1932 e nel
1934 emette la Professione religiosa. Durante i
suoi lunghi anni di vita religiosa, espleta con
serietà, senso di responsabilità e dedizione
l’ufficio di organista, di insegnante di musica e
maestra di ricamo. La delicatezza d’animo, il
senso di precisione, la gentilezza nei tratti sono i
segni distintivi di Sr Nazzarena. La ricordiamo
come una suora dal cuore semplice, umile, ricca di
creatività che si stupiva di fronte alle cose belle
della vita; una suora che amava e serviva il
Signore con gioia e umiltà; una suora che invitava alla lode del Signore con il dono
innato della musica. E quando negli ultimi anni non poté più esercitare tale ufficio,
spesso a Scillichenti, dove trascorse gli ultimi 16 anni della sua vita, si recava al
pianoforte e lì faceva vibrare quelle note che non poteva trattenere dentro di sé.
Nell’ottobre del 2008 colpita da emorragia cerebrale, viene subito trasportata
nell’infermeria di Catania, dove rimane più di un anno, rimanendo in una grave
situazione e con scarsissime facoltà comunicative e conoscitive. Un’improvvisa
broncopolmonite ne ha determinato la fine repentina. Innalziamo pertanto la nostra
preghiera al Sommo Bene, affinché per la sua infinita misericordia, la nostra sorella
Nazzarena venga ammessa al più presto alla visione beatifica del suo volto.
Ricordiamo ancora:
il fratello di Sr Maria Anna e Generosa Genchi
il fratello di Sr Anna Szaniawska
la sorella di Sr M. Chiara Granieri
la mamma e gli zii Pietro e Nino di Sr Graziella Pulitano
il cognato di Sr Serena Tessitore
il fratello della Madre Generale e Sr M. Consolata
il nipote di Sr Chiara Vena
la nonna di Sr Jarmila Veronica Hanakova
la sorella di Sr Modesta Farinella
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Indice
Editoriale
pag. 2
Un saio che parla
pag. 3
Secondo la forma del Santo Vangelo
pag. 6
Disastro a Giampilieri
pag. 8
Una lampada sul nostro cammino
pag. 11
Nella dinamica dell’obbedienza
pag. 13
Canti e danze con S. Nicola
pag. 16
Un annuncio che non si ferma mai
pag. 17
La Madre alle figlie
pag. 19
Capodanno ad Assisi
pag. 21
Juniores alle fonti della propria identità
pag. 22
La gioia nasce camminando insieme
pag. 24
Necrologio
pag. 26
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Centro Studi
Roccalumera
[email protected]
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