LE FUNZIONI DI JAKOBSON - Istituto Comprensivo Statale di

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LE FUNZIONI DI JAKOBSON - Istituto Comprensivo Statale di
Antonella Pulvirenti www.maestrantonella.it LE FUNZI ONI DI J AKOBSON Comunicare significa condividere, "mettere qualcosa in comune con gli altri”, “far conoscere”. La comunicazione può essere verbale (che usa le parole) o non verbale (che usa gesti, espressioni, immagini, suoni, colori…). In ogni caso, che sia verbale o non verbale, nella comunicazione ci sono sempre 6 elementi fondamentali:
- I l mittente, chi invia un messaggio;
- il destinatario (o interlocutore, o ricevente) del messaggio;
- il contesto, cioè la situazione in cui il messaggio viene inviato;
- il codice, ossia la forma del messaggio (parole/ linguaggio, gesti, immagini, suoni od altro) che deve essere comprensibile al mittente e al destinatario, altrimenti non si riesce a comunicare: se mi parlano in cinese, io probabilmente non capirò nulla, perché non conosco il codice di questa lingua;
- il canale che consente di stabilire la comunicazione e di mantenerla (il linguaggio orale o scritto, la vista… ma anche il telefono, la connessione ad internet, la pellicola di un film, un canale televisivo…);
- il messaggio, che è il contenuto della comunicazione, quello che viene espresso e recepito Secondo Jakobson, ai 6 elementi della comunicazione corrispondono altrettante funzioni: þ þ þ þ þ þ la funzione referenziale (il contesto) la funzione emotiva (il mittente) la funzione conativa (il destinatario) la funzione fàtica ( il contatto) la funzione poetica ( il messaggio) la funzione metalinguistica (il codice) Queste 6 funzioni non si trovano quasi mai da sole: nella stessa comunicazione se ne trovano quasi sempre almeno due o tre assieme. Vediamo quali sono e che ruolo hanno nella nostra vita di tutti i giorni:
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La funzione referenziale è ciò di cui si parla, l’argomento della comunicazione: un titolo in una pagina del libro, ad esempio, ha una funzione referenziale
Il mittente esprime sempre un suo punto di vista, il suo “sentire” : questa è la funzione emotiva, che si dimostra attraverso il tipo di parole usate, i gesti o il tono della voce. Ad esempio, se l’insegnante ti dice <Ma bravo!!!> puoi capire subito (dal suo tono di voce, dallo sguardo, dall’espressione del viso e dai gesti) se pensa veramente che tu sia stato bravo, oppure se, secondo lei, hai fatto qualcosa che non va…
La funzione conativa (dal latino conari = tentare) si ha quando il mittente cerca di convincere il destinatario usando particolari espressioni (nel caso linguaggio) o tecniche (nel caso dell’uso di immagini, suoni, gesti…). Se chiedi qualcosa dicendo <Mammina, per favore..> stai
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cercando di ottenere il tuo scopo mettendo in atto le strategie di persuasione che conosci benissimo… La pubblicità utilizza tantissime tecniche messe assieme in un unico messaggio (slogan, immagine, ecc.) per convincere le persone ad acquistare un prodotto, usando proprio la funzione conativa.
La funzione fàtica serve ad introdurre il messaggio, a richiamare l'attenzione dell'ascoltatore sul canale comunicativo. Le sigle televisive che precedono i vari programmi, servono proprio a questo, ma anche le frasi che usiamo e sentiamo ogni giorno:"pronto?"; "buongiorno!"; "attenzione!"; “desidera?”; “come va?”; “chi si vede!” ecc.
La funzione poetica serve a dare un “certo effetto” al messaggio; si trova la funzione poetica nella scelta di determinate parole e frasi, ma anche, nella comunicazione non verbale, nella scelta delle immagini, dei colori, dei suoni… Il messaggio può cambiare completamente a seconda delle parole, dei colori, dei suoni usati! Non serve solo nei testi poetici, ma anche nei discorsi (dei politici, ad esempio…) e si usa moltissimo nella pubblicità.
La funzione metalinguistica è presente quando si chiede o si riceve una spiegazione sul codice stesso della comunicazione: il dizionario, il libro in cui sono spiegate le regole della grammatica, una dimostrazione di una formula di geometria… hanno una funzione metalinguistica.