La celebrazione del mistero dell`Incarnazione nel rito ambrosiano

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La celebrazione del mistero dell`Incarnazione nel rito ambrosiano
La celebrazione del mistero dell'Incarnazione
nel rito ambrosiano
Come i Vangeli di Matteo, Luca e Giovanni iniziano la loro narrazione dal mistero dell'Incarnazione, così l'anno
liturgico cristiano prende il via dalla celebrazione del mistero dell'Incarnazione, che comprende il tempo di
Avvento, le festività natalizie e il ciclo delle manifestazioni.
Dentro questo impianto fondamentale, in certo modo comune alle diverse tradizioni liturgiche d'oriente e
d'occidente, il rito ambrosiano ha custodito fino a oggi la sua propria e peculiare qualità celebrativa, nella quale
la fedeltà storica e culturale al proprio passato si coniuga con il rinnovamento liturgico-pastorale promosso dalla
recente riforma conciliare e ancora in fase di completamento.
L'Avvento
L'Avvento ambrosiano, in analogia con la Quaresima, ha mantenuto costante la durata di sei settimane. Fino alla
recente riforma conciliare la data tradizionale di riferimento per il suo avvio era la domenica immediatamente
successiva alla festività di san Martino (11 novembre): da qui il nome popolare di Quaresima di san Martino.
Questo fatto garantiva che la sesta domenica, che - come vedremo - ha una sua particolare rilevanza, non
capitasse mai a ridosso della solennità del Natale.
Il Lezionario Ambrosiano approvato dalla Congregazione del rito ambrosiano nell'aprile del 2006 per superare
quello ad experimentum del 1976, e ora in attesa della recognitio della Congregazione del Culto Divino e della
Disciplina dei Sacramenti (in sigla NLA = Nuovo Lezionario Ambrosiano], intende riportare il calendario di
Avvento alla sua forma originaria, prevedendo, nel caso il 24 dicembre capitasse di domenica, la celebrazione di
una domenica prenatalizia.
Dal punto di vista catechetico-mistagogico fin dall'epoca tardo antica (secoli VII-VIII) le sei domeniche che
conducono la Chiesa ambrosiana a celebrare «la manifestazione nella carne del Logos divino» erano così
ordinate:
• La domenica della venuta del Signore (testo evangelico: Mt 24,1-42).
• La domenica dei figli del regno
(testo evangelico: Lc 3,1-18).
• La domenica delle profezie adempiute (testo evangelico: Mt 11,2-15).
• La domenica dell'ingresso del Messia (testo evangelico: Mt 21,1-9).
• La domenica del precursore
(testo evangelico: Gv 1,19-28).
• La domenica dell'Incarnazione
(testo evangelico Lc l,26-38a).
Questo schema, salvaguardato solo parzialmente nel Lezionario del 1976, è riproposto nella sua interezza dal
NLA. In esso rifulge l'approdo specificamente mariano della sesta domenica, chiamata dell'Incarnazione e
dedicata a celebrare la Divina Maternità della beata Vergine Maria, che costituisce in certo modo l'analogo
ambrosiano della solennità romana del 1° gennaio.
Gemme testuali di questa domenica sono i due prefazi ad libitum risalenti, secondo il Paredi, alla più antica
attestazione eucologica ambrosiana. Il primo canta l'integrale verginità di Maria: «È veramente cosa buona e
giusta... celebrare il mistero della beata Vergine Maria che, accogliendo con fede illibata l'annuncio dell'angelo,
concepì il tuo Verbo, rivestendolo di carne mortale; nell'esiguità del suo grembo racchiuse il Signore dei cieli e il
Salvatore del mondo e per noi lo diede alla luce, serbando intatta l'integrità verginale». Il secondo sviluppa con
ampiezza il parallelismo Èva-Maria, chiudendo sul parallelismo ancora più originario Adamo-Cristo: «La
ricchezza, dissipata da Èva peccatri-ce, da Maria ci è ridonata; da una donna si e infiltrato tra noi il veleno della
colpa, da una donna comincia l'opera della salvezza. All'insidia strisciante del male si oppone la forza del
Redentore; la maternità, che era diventata principio di morte, ci ridona il Dio vivo onde il genere umano risorge
libero dall'antica oppressione. Ogni miseria che ci e venuta da Adamo e vinta dalla sovrabbondanza del dono di
Cristo».
Ben caratterizzate nell'Avvento ambrosiano sono anche le ferie prenatalizie o altrimenti dette de Ex-ceptato,
che iniziano il 17 dicembre (o il 18, se il 17 cade di domenica). Esse sono caratterizzate da pericopi evangeliche
che presentano in successione gli antefatti del mistero del Natale e da una prima lettura, tratta sempre
dall'Antico Testamento, che presenta profezie e prefigurazioni della nascita del Salvatore.
Il NLA, in analogia con i primi tre giorni della settimana santa, ha proposto per questi giorni, a supporto delle
pericopi evangeliche, una duplice catechesi veterotestamentaria tratta dai libri di Rut e di Ester. In essa,
unitamente al tema cristologico della discendenza davidica, vengono riprese alcune figure tipologiche di
significato mariano ed ecclesiologico.
Le festività natalizie e il ciclo delle manifestazioni
Con ogni probabilità Milano ha conosciuto prima la solennità dell'Epifania, festa di chiara matrice orientale, e
poi la solennità del Natale, festa di origine romana. Ne da conferma il fatto che, sino a oggi, alcuni testi
ambrosiani dell'Epifania, come l'inno dei vespri e il prefazio del giorno, hanno conservato l'esplicita
menzione delle diverse manifestazioni del Signore - il battesimo al Giordano, le nozze di Cana, la
moltiplicazione del pani e, naturalmente, la visita e l'adorazione dei magi - come si trova nelle varie tradizioni
liturgiche dell'oriente cristiano.
Il NLA ha voluto dare uno sviluppo nuovo e originale a questa ricchezza di eventi racchiusi nella
solennità dell'Epifania configurando, nel tempo dopo l'Epifania, un vero e proprio ciclo delle manifestazioni:
la domenica del Battesimo al Giordano, in comune con il rito romano, la domenica delle nozze di Cana e la
domenica della moltiplicazione dei pani. Viene così a completarsi, sul versante del Lezionario, quanto già
esiste nei formulari del Messale che, pur denominati per annum alla romana, continuano ad alimentare
una contemplazione orante del mistero dell'Incarnazione.
Diverso, come già accennato, è il tenore liturgico della solennità del 1° gennaio nell'Ottava del Natale
del Signore. Se nel rito romano, recuperando la propria genuina tradizione, si è tornati a celebrare la
Divina Maternità della beata Vergine Maria, nel rito ambrosiano l'accento è posto, da antichissima
data, sul mistero della circoncisione del Signore, con il conseguente colore rosso dei paramenti.
La celebrazione di questo mistero del Signore - come canta il prefazio del giorno - pone al centro della
scena la piena sottomissione del Figlio di Dio, fatto uomo, alla legge di Mosè in vista della nostra futura
redenzione: «Cristo Signore nostro, per riscattarci dal peso della legge, secondo la legge fu circonciso».
Un diverso grado di solennità caratterizza, nel rito ambrosiano, le tre feste santorali che accompagnano la
solennità del Natale dal 26 al 28 dicembre. Il Lezionario delle feste di santo Stefano protomartire, di san
Giovanni evangelista e dei santi martiri Innocenti ha infatti struttura festiva (tre letture) e la loro
celebrazione vince anche sulla domenica, perché mescola alla memoria del santo una forte tonalità
natalizia.
Manca all'appello la festa della santa Famiglia, celebrata dal rito romano nella domenica seguente il Natale
(o comunque il 30 dicembre) e che il rito ambrosiano ha posticipato alla IV domenica di gennaio, in quello che
il NLA ha inteso ripristinare nella sua denominazione, genuinamente ambrosiana, di Tempo dopo l'Epifania.
curato da Sandro
Imparato