Il Prezzo della Reattiva La potenza attiva compie un lavoro

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Il Prezzo della Reattiva La potenza attiva compie un lavoro
Il Prezzo della Reattiva
La potenza attiva compie un lavoro trasformandosi in altre forme di energia, come
calore, illuminazione, movimento, mentre la potenza reattiva (induttiva) non si
trasforma, ma è necessaria per l’eccitazione dei circuiti elettromagnetici di
trasformatori, motori, reattori.
L’energia reattiva non trasformandosi in altre energie compie uno spostamento ciclico a
frequenza di rete, tra la centrale di produzione di energia (fornitore) e gli utilizzatori
(utente).
Ciò comporta un trasporto ozioso di corrente reattiva lungo le linee, introducendo
maggiori perdite elettriche e limitando la trasmissione di una maggiore potenza attiva.
Ipotizziamo che la una "azienda-tipo" abbia attivato una fornitura multioraria (ovvero
con tariffe differenziate per fasce orarie diverse da F1 a F4) in media tensione con un
consumo in F1 pari a 56.800 kVARh di energia reattiva.
Solo una parte dell'energia reattiva assorbita genera costi aggiuntivi.
Cerchiamo di capire se a questi assorbimenti di energia reattiva, in questa fascia
oraria, la "azienda-tipo" ha penali da pagare e se sì a quanto ammontano.
Il cosfi minimo, per non dover pagare penali, deve essere di 0,9 (φ < 25°). Questo
numero corrisponde ad avere un consumo di energia reattiva inferiore al 50% del
corrispondente valore di energia attiva.
Per il questo calcolo, ci servirà anche il dato di energia attiva consumata (ovvero il
"tradizionale" chilowattora): l'energia attiva assorbita nella medesima fascia è stata di
64.960 kWh.
Con questi due dati, possiamo arrivare a calcolare il "fattore di potenza", o cosfi, che ci
consentirà di completare le valutazioni.
Il calcolo da effettuare è una semplice operazione algebrica, più difficile da descrivere
che da fare: il cosfi è uguale al totale di energia attiva (64.960) diviso per la radice
quadrata del totale di energia attiva al quadrato (64.9602) sommato al totale di energia
reattiva al quadrato (56.8002). Il "cosfi" della "azienda-tipo" è dunque pari a 0,752.
Il cosfi così calcolato ci dà già un primo segnale: la "azienda-tipo" troverà in bolletta
costi aggiuntivi per l'energia reattiva, infatti valori di cosfi inferiori alla soglia 0,9
comportano un appesantimento della bolletta soprattutto quando il prelievo di energia
reattiva oltre il "consentito" si ripete nell'arco della giornata nelle ore che interessano le
fasce diurne F1, F2, F3 (non si conteggia l'F4 perché sono considerate "ore vuote").
Ad agevolare il Cliente per il controllo dei consumi di energia reattiva Edison Energia
consiglia ai propri clienti l'adozione di un sistema di telelettura (Energy Data Monitoring)
che preleva i dati direttamente dal contatore, tramite una scheda emettitrice di
segnale, e li aggrega secondo le fasce in vigore. In tempo reale, attraverso il Centro
Servizi Online del sito www.edisonenergia.it, consente di monitorare i consumi orari e
quartorari con particolare riguardo all'energia reattiva, alle penali applicate e alla
reportistica.
Adesso vediamo in dettaglio come effettuare (o controllare) il calcolo dei costi in
bolletta.
Reattiva... Ma quanto ci costi?
Per quantificare i costi aggiuntivi dei corrispettivi dovuti per l'energia reattiva si valuta
il "rapporto" tra il totale dell'energia attiva e l'energia reattiva assorbite in ciascuna
fascia.
Il 50% del prelievo totale per fascia di energia attiva determinerà la "franchigia" entro la
quale nessuna penale è dovuta.
Nel nostro caso, questo valore è di 32.480 kVARh (ossia 64.960/2).
Le eccedenze di energia reattiva tra 50% ed il 75% dei valori di energia attiva, registrati
nella fascia considerata, sono soggetti al pagamento di un corrispettivo fissato.
Sia, ad esempio, di 1,518 centesimi di Euro per kVARh.
Nel nostro caso raggiungono i 16.240 kVARh (ossia 0,75*64.960-32.480 = 16.240).
Le eccedenze di energia reattiva che invece superano il 75% dei valori di energia attiva
registrati nella fascia, sono soggetti al pagamento di un corrispettivo fissato più alto.
Nel nostro caso raggiungono i 8.080 kVARh (ossia 56.8002 -(32.480 + 16.240)).
Se, ad esempio, i corrispettivi salgono a 1,895 centesimi di Euro/kVARh, dai calcoli,
quindi, risulta che questo mese la "azienda-tipo" pagherà una penale per basso fattore di
potenza in F1 pari a circa 400 euro + IVA (ossia 16.240*0,01518 + 8.080*0,01895).
L'importo complessivo dovrà essere calcolato ripetendo questa operazione per tutte le
fasce di fornitura, escludendo (salvo diverse disposizioni del Distributore Locale) la F4.
Questo è un costo che sicuramente potrebbe essere evitato sia con un costante
monitoraggio di prelievi attraverso i servizi di telelettura sia attraverso un sistema di
rifasamento adeguato.
Reagire alla reattiva: conviene un impianto di rifasamento?
Il "fattore di potenza" è un indicatore importante non solo per tenere sotto controllo la
fornitura energetica, ma anche per valutare l'andamento e l'efficienza di alcuni aspetti
importanti della produzione. Un elevato assorbimento di energia reattiva, infatti,
comporta diversi svantaggi tecnici, come l'aumento delle cadute di tensione e le perdite
di energia nei conduttori.
Quindi, migliorare questo indicatore significa non solo ridurre i costi ma anche
migliorare l'efficienza degli impianti, evitando danni e inconvenienti. Come fare?
Si può ricorrere ad accorgimenti tecnici che possono essere effettuati direttamente sugli
impianti, oppure è possibile valutare l'introduzione di un impianto di rifasamento.
Nel primo caso (intervento sull'impianto - sistema diretto) è necessario intervenire
direttamente sugli impianti dell'azienda, seguendo alcune importanti linee guida:
• utilizzare motori e trasformatori correttamente dimensionati, in modo che non debbano
funzionare a carico ridotto;
• non lasciare in funzione impianti senza carico o a tensioni superiori a quelle nominali, perché
tale condizione comporta un maggior assorbimento di potenza reattiva;
• non mantenere in esercizio motori difettosi
Se tutto ciò non fosse sufficiente occorre allora "rifasare", ovvero inserire nel ciclo
produttivo uno o più "elementi capacitivi" (detti "rifasatori"- il sistema "indiretto"), che
consente di compensare l'eccessiva energia reattiva richiesta dal carico impedendo che
essa venga prelevata dalla rete del Distributore Locale.
Questa opzione non esclude il sistema diretto, ma piuttosto lo integra.
Per affrontare la scelta sulle modalità e sugli strumenti per rifasare, è necessario
effettuare valutazioni molto attente e specifiche. Il posizionamento e il
dimensionamento dei condensatori deve essere valutato in funzione della natura e
dell'andamento giornaliero dei carichi seguendo metodologie di rifasamento
centralizzato, distribuito, "per gruppi" o misto.
Per arrivare all'identificazione della soluzione più adatta, Edison Energia offre ai propri
clienti un servizio chiamato "Rifasamento" strutturato in modo da fornire al cliente la
consulenza necessaria per comprendere le cause e gli effetti dell'eccessivo prelievo di
energia reattiva dalla rete di alimentazione, l'analisi dei dati di consumo di ciascun sito,
l'identificazione della soluzione impiantistica ottimale "su misura", la realizzazione e
l'installazione del sistema di rifasamento ritenuto più idoneo, la successiva verifica delle
performance e la consegna dell'impianto al cliente.