Paesi più sviluppati

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Paesi più sviluppati
Una storia globale della contemporaneità
Le relazioni fra società antropiche e ambiente
naturale
Sommario
• 1) I principali fattori che hanno determinato (e
determinano) le trasformazioni dell’ambiente
naturale e antropico
• 2) I fondamenti teorici dell’ecologismo
• 3) Lo sviluppo del movimento ambientalista
I MOTORI DEL CAMBIAMENTO
• TRANSIZIONE DEMOGRAFICA (1850-1950)
• Motivi: 1) Declino mortalità; 2) Allungamento vita
media (progressi medicina, miglioramento igiene,
benessere).
• Periodizzazione: in Europa iniziò a fine Ottocento
e terminò nella fine degli anni 60. In Asia iniziò
dopo il 1950. In Africa dura ancora oggi.
CONSEGUENZE DELL’AUMENTO
• INQUINAMENTO. Fra 1890 e 1990 la popolazione
è cresciuta di 3,5 volte, mentre il biossido di
carbonio (principale gas serra) di 17 volte e il
biossido di zolfo (responsabile piogge acide) di 13
volte. I Paesi poveri hanno avuto un impatto
enormemente inferiore, perché hanno continuato a
bruciare quasi esclusivamente biomassa.
• ESAURIMENTO RISERVE IDRICHE. Fra il
1900 e il 1990 il consumo di acqua è cresciuto di 9
volte e si calcola che l’aumento di popolazione vi
abbia inciso per 4/9, pari al 44%.
• CONSUMO DI SUOLO. Dovuto alla necessità di
nuovi terreni agricoli, di nuovi pascoli, di nuovi spazi
per le città. La principale conseguenza è stata la
deforestazione.
MOVIMENTI MIGRATORI
• 1500-1820: i movimenti migratori costituiti quasi
esclusivamente di schiavi e di un numero limitato di
fuoriusciti
• 1845-1950: ondate migratorie volontarie da Europa
verso America, Oceania e, in misura minore, Africa.
Casi significativi: Irlanda durante la carestia (emigrò
quasi un 1/3 della popolazione); Italia (dal sud Italia
verso america latina e Usa-Canada).
• 1950-1974: ondate migratorie non più esterne, ma
verso le aree sviluppate dei diversi paesi. Dovute allo
sviluppo industriale e al conseguente
INURBAMENTO della manodopera. Fenomeno
comune in tutti i paesi dove c’è sviluppo. Italia: da
sud a nord e centro.
AUMENTO + MOVIMENTI =
CRESCITA SENZA PRECEDENTI DELLE CITTA’
• 1700: solamente cinque città superavano il mezzo
milione di abitanti: Londra, Parigi, Istanbul, Tokio,
Pechino.
• 1900: le città con più di 500.000 abitanti erano
diventate 43. Fra 1 milione e 10 milioni: Glasgow,
Manchester, Birmingham, Londra, Parigi, Berlino,
Vienna, San Pietroburgo, Mosca, New York, Boston,
Filadelfia, Chicago, Calcutta, Pechino, Tokyo.
• 2000: 360 città sopra il mezzo milione. Oltre 10
milioni: Londra, Parigi, Mosca, Los Angeles, New
York, Città del Messico, Rio de Janeiro, San Paolo,
Buenos Aires, Lagos (Nigeria), Cairo, Teheran,
Karachi, Bombay, Delhi, Calcutta, Giakarta, Manila,
Shangai, Tokyo-Yokohama, Osaka-Kobe.
CITTÀ GENERANO UN FORTE IMPATTO
SULL’AMBIENTE:
• 1) Consumano quantità sempre maggiori di acqua,
energia e suolo;
• 2) Diffondono inquinanti, immondizia, rifiuti solidi e
liquidi.
PRODUCONO DUE TIPI DI CAMBIAMENTI:
• 1) Il primo dovuto all’inquinamento;
• 2) il secondo dovuto al consumo del suolo.
Inquinamento
• ACQUA: lo sviluppo delle città ha causato la morte biologica dei
corsi d’acqua dovuta ai liquami urbani e agli scarichi industriali.
Fra il 1950 e il 1960 quasi tutti i corsi d’acqua dei paesi
industrializzati erano inquinanti. Casi più eclatanti: Reno in
Europa centrale, Fiumi italiani (Po, Arno, Tevere). Risoluzione: da
ANNI 70 la costruzione di fogne e depuratori.
• ARIA: riscaldamenti, auto e industrie inquinano profondamente
l’aria delle città. La prima causa è rappresentata dalle auto, seguita
dai riscaldamenti e dalle industrie (metalli pesanti).
• RIFIUTI. Alcuni esempi: agli inizi del 900, New York portava i
rifiuti al largo della baia per disperderli in acqua. Nel 1950 Città
del Messico produceva 3000 tonnellate al giorno di rifiuti arrivate
a 9000 nel 1990. In alcune città dell’India 1/5 dei rifiuti non viene
raccolto e lasciato per strada. Soluzioni: post 1945 si è iniziato a
interrare sistematicamente i rifiuti in apposite discariche, ad
incenerirli e a riciclarli. Problemi connessi: discariche inquinano
le falde idriche e i terreni, gli inceneritori di vecchia generazione
producevano diossine. Situazione attuale in alcuni paesi:
Consumo di suolo
• Nel 1900 le città occupavano lo 0,1% della superficie terrestre.
Nel 1990 l’1%.
• Fra il 1880-1940 le città divennero complessi sistemi tecnologici
che occupavano la superficie, il sottosuolo (fogne, acquedotti,
tubature varie), il cielo (grattacieli, ciminiere…)
• Dal 1950 le città iniziano a debordare verso il territorio
confinante. Nel 1980 i 2/3 della popolazione urbana viveva in
periferie lontane dal centro e spesso collegate solamente tramite
mezzi di comunicazione privati.
QUESTO MODELLO DI SVILUPPO SI AFFERMÒ PER
PRIMO IN AMERICA DEL NORD per:
• 1) terreni a buon mercato;
• 2) auto e carburante a prezzi accessibili;
• 3) mutui accessibili.
• Dal 1950 si è affermato in Europa e poi nel resto del mondo
METABOLISMO DI UNA CITTA’ (4 milioni ab.)
• ENTRA: 27.000 tonnellate di ossigeno; 1.068.000
tonnellate di acqua; 6300 tonnellate di alimenti;
11.700 tonnellate di petrolio; 18.000 tonnellate di
merci varie; 530 tonnellate di persone.
• ESCONO: 26500 tonnellate di biossido di
carbonio; 160 tonnellate di monossido di
carbonio; 310 di ossidi di zolfo; 120 di ossidi di
azoto; 40 di polveri; 819.000 di acqua dolce;
819.000 acque luride; 800 tonnellate di rifiuti;
6300 tonnellate di corpi solidi negli scarichi;
8.100 tonnellate di merci; 520 tonnellate di
persone.
I MOTORI DEL CAMBIAMENTO
INDUSTRIALIZZAZIONE
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ENERGIA
Fra il 1930 e il 1950 il petrolio sostituisce il carbone
Luoghi di produzione del petrolio (Baku Mar Caspio, poi TexasPennsylvania, Oklahoma, poi Messico-Venezuela, poi Libia,
Algeria, Golfo Persico, Nigeria)
Gestione: OPEC che nel 1973 (Yom Kippur) e nel 1979 alza di
molto i prezzi e il petrolio diventa un’energia costosa e non più
a basso costo
Conseguenze su ambiente: TRIVELLAZIONE (inquinamento
falde idriche e suolo); TRASPORTO (incidenti a petroliere:
1967 Torrey Canyon in Cornovaglia, 1989 Valdez in Alaska con
34.000 tonnellate, recentemente a Genova e in Spagna e
Galapagos); PIATTAFORME (incendio a piattaforma al largo
dello stato di Tabasco in Messico con fuoriscita di 600.000
tonnellate nel 1979)
• Conseguenze: 1) MERCIFICAZIONE DELLA
NATURA (commercio di specie rare di animali, di
materie rare come il legno tek o mogano…). I danni sono
enormi perché la natura non può sostenere il ritmo della
domanda commerciale. 2) INTACCATI I REGIMI DI
PROPRIETÀ COMUNE che tenevano sotto controllo il
cambiamento ambientale.
• Risultati: 1) Le grandi società hanno sostituito le
comunità locali; 2) finanziarizzazione dell’economia: i
prestiti ai paesi poveri hanno causato enormi disastri
ambientali perché i finanziamenti sono stati utilizzati in
opere infrastrutturali che non hanno tenuto conto degli
aspetti ambientali. I paesi in via di sviluppo si sono
opposti alla decisione della Banca Mondiale che nel 1987
per erogare fondi chiedeva una valutazione di impatto
ambientale. La loro priorità è lo sviluppo “a tutti i costi”.
La crescita demografica 1900-2100
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1900, 1.634.000
1950, 2.525.779
1975, 4.071.020
2000, 6.127.700
2025, 8.083.413
2050, 9.550.945
2075, 10.409.149
2.100, 10.853. 849
La crescita demografica 1950, 2011
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Asia 55,42%
Europa 21,61%
Africa 9,08%
Nord America 6,80%
America Latina e Caraibi
6,59%
• Oceania 0,50%
• Paesi più sviluppati
32,18%
• Paesi meno sviluppati
67,82%
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Asia 60,33%
Africa 15,00%
Europa 10,60%
America Latina e Caraibi
8,56%
Nord America 4,98%
Oceania 0,53%
Paesi più sviluppati
17,94%
Paesi meno sviluppati
82,06%
La crescita demografica 2050, 2100
• Asia 54,07%
• Africa 25,06%
• America Latina e Caraibi
8,19%
• Europa 7,42%
• Nord America 4,67%
• Oceania 0,59%
• Paesi più sviluppati
13,64%
• Paesi meno sviluppati
86,36%
• Asia 43,40%
• Africa 38,55%
• America Latina e Caraibi
6,79%
• Europa 5,89%
• Nord America 4,73%
• Oceania 0,64%
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• Paesi più sviluppati
11,83%
• Paesi meno sviluppati
88,17%
La crescita demografica. Densità
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1950
Mondo, 19 abitanti/km2
Paesi più ricchi, 15
Paesi più poveri, 21
Africa, 8
Asia, 44
Europa, 24
Nord America, 8
America Latina e caraibi,
8
Oceania, 1
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2100
Mondo, 80 ab/km2
Paesi più ricchi, 24
Paesi più poveri, 116
Africa, 138
Asia, 148
Europa, 28
Nord America, 24
America Latina e caraibi,
36
Oceania, 8
I paesi più popolati 1950, 2100
1) Cina, 550.771.000
2) India, 371.857.000
3) Usa, 157.813.000
4) URSS, 102.702.000
5) Giappone, 82.199.000
6) Indonesia, 74.837.000
7) Brasile, 53.975.000
8) Bangladesh, 37.895.000
9) Nigeria, 37.860.000
10) Pakistan, 37.541.000
1) India, 1.546.833.000
2) Cina 1.085.631.000
3) Nigeria 913.834.000
4) Usa 462.070.000
5) Indonesia, 315.296.000
6) Pakistan, 263.320.000
7) RD Congo, 262.134.000
8) Etiopia, 243.416.000
9) Uganda, 204.596.000
10) Niger, 203.781.000
I fondamenti teorici
dell’ecologismo
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Teoria dell’evoluzione-Ecologia
Paul Henry Thiry d’Holbach: Sistema della natura
(1770)
Jean Baptiste de Monet de Lamarck: Filosofia
zoologica (1809)
Darwin: L’origine dell’uomo (1871)
Ernst Haeckel: Morfologia generale degli organismi
(1866)
1893: presidente associazione britannica per la
promozione della scienza promosse l’ecologia al
rango di una delle tre parti della biologia.
PRESERVAZIONISMO: Ralph Waldo Emerson,
Henry Thoreau, John Muir
CONSERVAZIONISMO: Gifford Pinchot, gestione
economicistica della natura
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SOCIETÀ STAZIONARIA
Paul Ehrlich, nel 1968 The Population Bomb: crescita
avrebbe originata crisi ecologica.
Stesso anno Garrett Hardin pubblica la The Tragedy of
the Commons: imporre limiti alle libertà individuali per
contenere drasticamente la crescita demografica.
Nel 1972 c’è A Blueprint for Survival di Edward
Goldsmith e Robert Allen (progetto per la sopravvivenza):
sostituire la società della crescita illimitata con una società
stazionaria fondata sul ritorno ad un sistema economico
chiuso e basato su piccole comunità.
Fra il 1972 e il 1974 il Club di Roma sovvenzionò le
ricerche del System Dynamics Group del MIT di Boston
che furono pubblicate in una serie di rapporti noti come
Limits to Growth: anche qui si parla di stato di equilibrio da
raggiungere attraverso stabilizzazione demografica e
«arresto di uno sviluppo economico libero».
ECOLOGIA POLITICA
• Approccio mainstream: Barry Commoner, The Closing Circle
(1971). Crisi dovuta all’insuccesso ecologico della tecnologia.
Non “dirigismo illuminato” ma una nuova organizzazione
sociale in grado di razionalizzare l’uso delle risorse.
• Secondo approccio: critica radicale a sistema economicistico e
produttivistico (quindi sia a capitalismo che a marxismo).
• Massimi rappresentanti: antropologo Serge Moscovici, Ivan
Illich e André Gorz.
• Moscovici: riavvicinamento dell’uomo alla natura,
antimodernismo e superamento della cesura operata da
cristianesimo e meccanicismo.
• Illich: rifiuto della società moderna e concetto di convivialità
(l’uomo sceglie liberamente fini e strumenti della produzione).
• Gorz: modello sociale alternativo sia a capitalismo che a
marxismo che fosse post-industriale e anti-produttivistico.
ECONOMIA DELL’AMBIENTE ed ECONOMIA ECOLOGICA
• ESTERNALITA’ NEGATIVE, elaborato da Cecil Pigou e Ezra Mishan.
• Approccio criticato da Kenneth Boulding, Herman Daly e
Nicholae Georgescu-Roegen.
• Boulding: econosfera, economia come sottosistema
dell’ecosfera perché tutte le attività erano originate dall’impiego
delle risorse naturali. Terra come astronave e uomo come
astronauta.
• Daly: stato stazionario, diminuire attività fino a creare una
economia in equilibrio. No crescita del PIL ma ricchezza
mantenuta in equilibrio ad un livello ottimale.
• Georgescu Roegen: concetto di entropia, l’entropia di un
sistema chiuso aumenta ininterrottamente e causa il passaggio
dall’ordine al disordine.
AMBIENTALISMO RADICALE
• Earth Liberation Front, Animal Liberation
Front; No Global
• ORGANICISMO: dottrine che interpretano il
mondo e la natura per analogia con l’organismo.
• Teoria più nota quella elaborata da James
Lovelock con Ipotesi Gaia in cui la Terra è
considerata come un essere vivente.
• Ecologia profonda: Arne Naess, superare l’antropocentrismo
poiché tutti esseri viventi hanno un uguale importanza.
Superamento modernità tecnologica, produttivismo, rigetto del
consumismo, decremento demografico, società basata su
piccolo comunità eco-sufficienti.
• Primitivismo: John Zerzan: ritorno ad uno stato pre-agricolo
del periodo pre-neolitico. Cause primarie della crisi ecologica
sono individuate nell’agricoltura e nell’allevamento (ma
anche nell’alienazione dovuta all’organizzazione del lavoro).
• Bioregionalismo:: basato sul concetto di bioregione,, ovvero
luogo geografico facilmente riconoscibile per specie vegetali,
animali e per la cultura umana. COMUNITA’ degli Elfi ma
anche Slow Food. In Italia esiste una Rete bioregionale italiana.
• Antiutilitarismo: equa distribuzione delle risorse. Serge
Latouche con la decrescita.
• Ecofemminismo: termine coniato dalla femminista francese
Francoise d’Eaubonne. La massima teorica è Carolyn Merchant
con volume La morte della natura. Principale esponente attuale
è Vandana Shiva.
Lo sviluppo
del movimento ambientalista
L’era dell’ambientalismo romantico
Fondamenta: Ruolo delle idee romantiche; Riserve di caccia
poi trasformate in parchi.
• 1824: Society for the Prevention of Cruelty to Animals
• 1865: Commons, Open Spaces and Footpaths Preservation
Society (la più antica associazione ambientalista)
• 1895: in Austria Der Naturfreund
• 1898:: in Italia Pro Montibus et Sylvis e il Gruppo
naturalistico Giuseppe Ragazzoni
America:
• 1876: Appalachian Mountain Club (White Mountains nel New
Hampshire)
• 1892: Sierra Club per preservare Mount Rainier e Yosemite
Valley
• 1897: New Jersey Audubon Society
Legislazione:
• XVIII secolo: leggi per tutela della Mauritius, Tobago e Saint
Vincent.
• GB: Alkali Act: 1863, Rivers Pollution Act: 1876
• Usa: Timber Culture Act nel 1873 per favorire la riforestazione.
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Aree protette:
1826: nel regno delle Due Sicile boschi di Montecalvo, San Vito,
Carditello e Calvi
1832: Hot Springs in Arkansas
1853: Fontainebleau in Francia.
1872: Yellowstone
1879: National Park nel Nuovo Galles in Australia
1885: Banff National Park in Canada
1894: Tongariro National Park in Nuova Zelanda
1898: Sabie Sand in Sudafrica
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1900-1950
Conservazionismo Progressista
Politiche ambientali di Roosevelt: 1901-1908: Forest
Service Gifford Pinchot e Bureau of the Biological
Survey: lotta agli animali predatori (squilibri
naturali: Italia oggi)
Aldo Leopold: Game Management (gestione della
selvaggina come se fosse attività produttiva).
Critiche dalle associazioni naturaliste e svolta di Aldo
Leopold che elaborò una sorta di etica della terra
(Land Ethic) per cui CONSERVAZIONISMO
assume l’accezione di massima riduzione della
pressione antropica su un ambiente naturale.
• Stati Uniti diventano il paese guida per la protezione
naturale: associazioni e legislazione
• 1905: National Audubon Society e American Bison Society
• 1922: Adirondack Mountain Club e Izaak Walton League
(prima grande associazione con 100.000 soci)
• Anni ’30: Wilderness Society, National Wildlife Federation
(principale ssociazione Usa con 5 milioni di soci) e Wildlife
Society.
• Legislazione: 1900 Lacey Act per vietare commercia caccia di
frodo; 1916 National Park Act e 1918 Migratory Bird Treaty
Act per protezione uccelli migratori.
• Anni ’30:
• Migratory Bird Hunting Stamp Act: acquisto di marca da
bollo con proventi destinati a protezione aree umide
• Soil Conservation Act: Soil Conservation Service per
contrastare l’erosione
• Pittman-Robertson Act: sovvenzioni per la salvaguardia.
• Canada: secondo agli Usa con 15 parchi di cui 8 antecendi al
1915
• Gran Bretagna: Royal Society for the Protection of Birds nel
1889; 1899 Ebenezer Howard fondò la Garden Cities
Association per promozione delle città giardino (fenomeno
europeo fra anni 10 e 50); 1926 Patrick Abercrombie fondò il
Council for the Preservation of Rural England.
• Svizzera: Ligue suisse pour la protection de la nature (1908).
• Francia: Ligue pour la protection des Oiseax (1912)
• Germania: Verein Naturschutzpark e Wandervogel per
ritorno alla natura.
• Parchi: primi in Svezia nel 1909 poi Svizzera in Engandina, poi
in Spagna e in Italia con Gran Paradiso nel 1922, Abruzzo nel
1923, Circeo nel 1934 e Stelvio nel 1935.
• Europa Est: zapovednik in Russia e Parco di Bialowieza in
Polonia nel 1932.
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Legislazioni extra Usa:
In Italia legge per la protezione del paesaggio nel 1922 e il Testo
Unico delle leggi sanitarie nel 1934.
America Latina: Perù nel 1906 legge per proteggere depositi di
Guano e in Venezuela nel 1917 legge per difendere uccelli da
caccia intensiva (piume di aironi).
Primo parco in Argentina nel 1922 Parque Nacional del Sur: ruolo
di Perito Francisco Moreno.
Africa: parchi nel 1925 Alberta National Park fra Congo e Ruanda,
1926 Kruger e 1929 Game Reserve del Serengeti in Tanzania.
Society for the Preservation of the Fauna of the Empire (1903):
popolazioni autoctone fuori dai parchi.
India: politica dei parchi nazionali fra anni 30 e 40 (3 parchi) e
conflitti con la popolazione locale.
Australia: Royal Australasian Ornithologist Union nel 1901 e nel
1909 Gould League of Bird Lovers e Wildlife Preservation Society
of Australia.
Nuova Zelanda: nel 1923 la Royal Forest and Bird Protection
Society
Dopo 1950: ambientalismo moderno
• Nel 1962 Primavera Silenziosa della Carson. Il 22 aprile
1972 negli Stati Uniti l’Earth Day.
• WWF: a Ginevra nel 1961 da Julian Huxley, Edward
Nicholson e Peter Scott. Raccogliere fondi per programmi di
conservazione. Manifesto di Morges e The 1001: a Nature
Trust. Critiche.
• Friends of the Earth: 1969 da David Brower, direttore del
Sierra Club. Per polemica con Sierra Club sul nucleare.
• Greenpeace: a Vancouver in Canada nel 1971 da piccolo
gruppo anti-nucleare Don’t Make a Wave Committee nato nel
1969. Aleutine, Mururoa con affondamento nel 1985 del
Rainbow Warrior.
• Earth First! Nel 1979. primitivista ed ecocentrista. Azione
diretta.
• Anni ’90: nuove organizzazioni radicali come Earth
Liberation Front e Animal Liberation Front.
PARTITI VERDI
• United Tasmania Group nel 1972: conquista il
3,9%. Dal 1976 il centro dell’attività politica diventa
la Tasmanian Wilderness Society e nel 1983 il suo
direttore Bob Brown diventa il primo ambientalista
eletto nel parlamento della Tasmania.
• Values Party in Nuova Zelanda primo partito verde
nazionale nel 1972. 5,3% nelle elezioni nazionali del
1975. Poi breve declino.
• Nel 1983 nasce il primo partito nord-americano:
Green Party of Canada.
• 1984 negli Usa: Green Committees of
Correspondence.
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EUROPA:
1973: nasce in Inghilterra prima partito PEOPLE, poi Ecology
Party e Green Party
Irlanda: Ecology Party of Ireland e dal 1983 Green AllianceComhaontas Glas.
Belgio: ECOLO in Vallonia nel 1980 su successo di due liste
formatesi per elezioni amministrative ed europee (Wallonie
Ecologie e Europe Ecologie), 2 deputati nel 1981 e 5 nel 1985.
AGALEV (Groen!),nato come partito del distretto di Anversa
ottenne 2 deputati nel 1981 e 4 nel 1981.
LUSSEMBURGO: Dei Greng nel 1983 e due seggi alle politiche
del 1984.
Olanda: Groen Links con due deputati nel 1989 (esiste una
seconda formazione minore DeGroenen).
Francia: nel 1973 Ecologie et Survie di Antoine Waechter e
Solange Fernex. Nel 1974 l’agronomo René Dumont partecipò
alle presidenziali ottenendo l’1%. Nel 1981 Brice Lalonde ottenne
un buon risultato nelle presidenziali (quasi 4%). Il partito verde
nacque nel 1984 con risultati modesti e il miglior risultato fu alle
presidenziali del 1988 con Antoine Waechter (3,78%).
• Austria: Die Grunen nel 1986 e subito 8 deputati.
• Svizzera: nel 1983 nascono una formazione di lingua
francese (Federation des Partis Ecologistes de Suisse)
e tedesca (Grune Alternative). 1986 nasce Parti
Ecologiste Suisse che prende forza in tutto il paese,
continua ad esistere anche l’Alternative che però è
radicata solamente in qualche cantone di lingua
tedesca.
• Germania: 1980 con guida di Joschka Fisher, Daniel
Cohn-Bendit e Petra Kelly. Nel 1983 conquistarono
27 seggi alla Dieta Federale. Partito diviso in due
correnti, una radicale di Rudolf Bahro. Nel 1985
Fisher ministro in Assia e ben 44 seggi alle politiche
del 1987.
• Area mediterranea: Os Verdes nel 1987, Los
Verdes nel 1984 e la Federazione delle liste Verdi
in Italia con 13 seggi nel 1987.
• Area scandinava: Vihrea Lutto in Finlandia
partito principale con 2 deputati nel 1983 e 4 nel
1987. In Svezia Milioparteit de Grona, in
Danimarca De Gronne e in Norvegia Milioparteit
de Gronne restano ai margini del sistema
parlamentare.
• Elezioni europee: nel 1979 nasce un
Coordinamento dei partiti verdi e radicali
europei. Nel 1984 entrano in Parlamento con 11
eletti e formano il Gruppo Arcobaleno con i
regionalisti e, cosa singolare, con gli anti-europeisti
danesi.
Verdi dopo 1989:
• Successo negli anni ’90 con partecipazione a
coalizioni di governo in Belgio, Germania,
Finlandia, Francia e Italia.
• Inizio 2000: declino dei consensi.
• Sviluppo nei paesi extra europei con alcuni
successi in Messico (quarta forza politica), Brasile
(al governo con Lula), Australia e Nuova Zelanda
e in Kenya dove Wangary Maathai, fondatrice
del Green Belt Movement, è stata nominata
viceministro dell’Ambiente.
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Cause declino:
permanenza di stato minoritario, raramente
oltre il 10%.
partecipazione alle alleanze di centro-sinistra:
da movimenti di lotta a forze di governo =
istituzionalizzazione che, di fatto, riposiziona i
partiti verdi su posizioni moderate
forma partito nazionale mentre necessiterebbe
dimensione transnazionale perché i problemi
ambientali non sono delimitabili
Global Greens: Canberra nel 2001 e Sao Paulo
nel maggio 2008. Global Green Charter.
Dall’ambientalismo all’egoismo ambientale
• NIMBY: NOT IN MY BACK YARD contro
costruzione di infrastrutture.
• SINDROME NIMBY: perché non si disconosce
utilità ma non la si vuole nel proprio territorio.
• Primi casi: Natucket Sound in Massachusetts
contro pale eoliche e Saint Lucie in Florida.
• Forte sviluppo in Italia: casi celebri Scansano in
Toscana.
• Perché Italia: debolezza dei partiti che inoltre si
disputano il consenso di questi gruppi.