LA CONCEZIONE DELL`IDENTITÀ SECONDO ANTHONY GIDDENS

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LA CONCEZIONE DELL`IDENTITÀ SECONDO ANTHONY GIDDENS
LA CONCEZIONE DELL’IDENTITÀ
SECONDO ANTHONY GIDDENS
Testo di riferimento:
Il mondo che cambia. Come la globalizzazione ridisegna la nostra vita,
A. Giddens, Edizione il Mulino, Bologna, 2000.
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INTRODUZIONE
«La nostra epoca si è sviluppata sotto l’impulso della scienza,
della tecnologia, del pensiero razionale, le cui origini sono
nell’Europa dei secoli XVII e XVIII» (Giddens, Il mondo che
cambia, pag.11):
-
pensiero illuminista;
industrializzazione;
secolarizzazione;
approccio razionale al mondo e alla vita.
Oggi viviamo in un mondo che cambia vorticosamente e ci
sfugge; la nostra vita non ci appare più sicura e prevedibile (in
questo senso, scienza e tecnologia spesso hanno prodotto l’effetto
contrario).
I cambiamenti e le trasformazioni strutturali delle società
contemporanee non sono confinati in una parte specifica del
globo, ma si estendono ovunque (ex rischi e incertezze ci
colpiscono a prescindere dal luogo in cui hanno origine): ciò è
dovuto ai processi di globalizzazione.
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CHE COS’È LA GLOBALIZZAZIONE?
La globalizzazione è un insieme di processi, un fenomeno
multidimensionale che, dal punto di vista analitico, comprende
aspetti:
-
economici (mercato globale);
-
politici (smantellamento dello Stato-nazione);
-
culturali (ridefinizione
nazionali);
-
tecnologici (implementazione di nuovi sistemi di comunicazione).
della
tradizione,
rinascita
identità
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LE CONSEGUENZE DELLA GLOBALIZZAZIONE
La globalizzazione sta ristrutturando il nostro modo di vivere,
influenza non solo gli avvenimenti su scala mondiale, ma anche la
nostra vita quotidiana:
-
pluralità di realtà e molteplici livelli d’analisi;
nuove sfide cognitive;
dibattiti pubblici sulla qualità relazionale dei rapporti sociali in una
dimensione planetaria.
Siamo oggi catapultati
comprende del tutto:
-
in
un
ordine
globale
che
nessuno
densità di scambi mondiali;
connessioni sociali globali;
flussi finanziari e di capitale a livello planetario;
comunicazione elettronica istantanea.
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LE CONSEGUENZE DELLA GLOBALIZZAZIONE
La globalizzazione:
-
da un lato, riguarda i grandi sistemi, come l’ordine finanziario
mondiale;
dall’altro lato, influisce sugli aspetti intimi e personali della
nostra vita quotidiana (ridefinizione di categorie spazio-temporali).
Per
alcuni
la
globalizzazione
assume
l’aspetto
dell’occidentalizzazione o dell’americanizzazione (espressioni
culturali come Coca-Cola, McDonald’s, Cnn).
Dal punto di vista culturale, le conseguenze della globalizzazione:
-
fondamentalismi (la tradizione è una sorta di potere laico capace
di contrastare le forze globalizzanti);
mentalità cosmopolita (dialogo tra località differenti).
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LA QUESTIONE DELL’IDENTITÀ
Le nazioni devono ripensare le loro identità ora che le vecchie
forme di geopolitica stanno diventando obsolete: in seguito alla
fine della “guerra fredda”, infatti, le nazioni non hanno più nemici,
bensì devono affrontare rischi e pericoli.
Questo non vale soltanto per la nazione: le istituzioni che ci
circondano sembrano le stesse di sempre, portano gli stessi nomi,
ma al loro interno stanno diventando qualcosa di diverso. Parliamo,
ad esempio, di famiglia, lavoro e tradizione come se essi fossero
uguali a ciò che erano in passato, ma in realtà mantengono
soltanto l’involucro esterno: ora sono istituzioni-guscio.
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RISCHIO
Il concetto di «rischio» nasce nei secoli XVI e XVII:
inizialmente, si riferisce alla navigazione in acque ignote
(dimensione spaziale);
in seguito, viene utilizzato in relazione allo sviluppo e alla
crescente importanza dei sistemi bancario e creditizio e delle
forme assicurative (dimensione temporale).
Tale concetto comincia a essere impiegato «in una società
orientata verso il futuro, che vede il futuro proprio come un
territorio da conquistare o da colonizzare» (Giddens, Il mondo che
cambia, pag.37):
-
trionfo razionalità tecnica;
dominio di Uomo su Natura.
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RISCHIO
Il concetto di «rischio» racchiude le conseguenze dello sviluppo
industriale globale ed è connesso con le idee di probabilità e di
incertezza (ex cambiamenti climatici e danneggiamenti habitat
terrestre).
«Il rischio è il dinamismo che muove una società legata allo
scambio, che intende determinare il proprio futuro anziché
lasciarlo alla religione, alla tradizione o ai capricci della natura»
(Giddens, Il mondo che cambia, pag.38):
-
contratti assicurativi come base per un futuro creato dall’uomo;
-
welfare state (protezione contro malattia, infortuni, perdita
lavoro e vecchiaia).
ridistribuzione rischio
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RISCHIO
Due tipi di rischio:
-
esterno, riferito ai rischi provenienti dall’esterno, dagli elementi
fissi della natura e della tradizione;
costruito, riconducibile all’impatto delle nostre conoscenze e
attività manipolatorie sul mondo (ex coltura cibi geneticamente
modificati, matrimonio).
Ognuno di noi è tenuto a prendere coscienza dei problemi che
affliggono il pianeta, cercando di individuare l’insorgere di
situazioni di pericolo, che potrebbero mettere a rischio l’incolumità
fisica e psichica degli individui (ex messa in discussione dei saperi
esperti).
«Anche decidere semplicemente cosa mangiare, come fare
colazione, se bere caffè normale o decaffeinato, significa prendere
una decisione in un contesto informativo scientifico e tecnologico
conflittuale e mutevole» (Giddens, Il mondo che cambia, pag.45).
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TRADIZIONE
La parola «tradizione» deriva dal termine latino tradere che
significa trasmettere o dare qualcosa a qualcuno affinché lo
conservi.
La tradizione “non è sempre esistita” in quanto la
declinazione semantica che oggi viene assegnata a questo
termine (ovvero l’insieme dei costumi e delle memorie di una
determinata comunità) è «un prodotto degli ultimi duecento
anni in Europa» (Giddens, Il mondo che cambia, pagg.55-56).
La tradizione è un’invenzione della modernità, una
concertazione tra gli uomini e le donne moderni, i nuovi
attori istituzionali dell’epoca moderna e il loro passato.
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TRADIZIONE
La tradizione:
-
prima fase modernità: evocava i concetti di rito e di
ripetizione, designava l’appartenenza storica di un individuo a un
determinato gruppo sociale, stabiliva un frame cognitivo in cui
inscrivere l’esistenza del singolo, definiva «una specie di verità» e
forniva «sempre un quadro per l’azione» (Giddens, Il mondo che
cambia, pag.58);
-
seconda fase modernità: l’individuo diventa autore del proprio
progetto biografico, è chiamato a costruire e a definire la propria
identità.
la tradizione comincia a essere vissuta come una semplice e
naturale «eredità del passato» (Giddens, Il mondo che cambia,
pag.60), non più in grado di assicurare continuità e forma alle
esistenze individuali, gettate in un nuovo ordine sociale
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TRADIZIONE
«Dove si assiste a un ritiro della tradizione siamo costretti a
vivere in maniera più aperta e riflessiva» (Giddens, Il mondo che
cambia, pag.62).
I principi dell’autonomia decisionale e della libertà d’azione
comportano l’estendersi dell’idea e della realtà della dipendenza
(la dipendenza entra in gioco quando la scelta viene rovesciata
dall’ansia; la nostra vita quotidiana è sempre meno strutturata
dalla tradizione).
L’identità:
-
prima fase modernità: l’identità è sostenuta dalla stabilità delle
posizioni sociali degli individui nella società;
-
seconda fase modernità: l’identità viene creata e ricreata in modo
attivo.
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FAMIGLIA
«È in atto una rivoluzione globale nel modo in cui pensiamo noi
stessi e in cui formiamo legami e connessioni con gli altri, una
rivoluzione che avanza in maniera non omogenea nelle differenti
culture e regioni, incontrando molte resistenze» (Giddens, Il
mondo che cambia, pag.69).
La famiglia tradizionale era:
-
un’unità economica (attività agricola o trasmissione di proprietà);
-
il luogo in cui la sessualità degli individui era vissuta e finalizzata
alla riproduzione delle generazioni;
-
lo spazio sociale che perpetuava l’ordine politico della società del
tempo e in cui si veniva socializzati circa le disuguaglianze sociali
(alle donne e ai bambini non veniva riconosciuto alcun diritto,
mentre agli uomini, e soprattutto agli anziani, veniva attribuito un
ruolo fondamentale nel garantire l’ordine e la stabilità sociali).
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FAMIGLIA
A partire dagli ultimi decenni del XX secolo la famiglia in quanto
istituzione sociale si trasforma:
-
in seguito alla scoperta dell’amore romantico e alla diffusione e
alla pratica dei metodi contraccettivi, si profila un nuovo modo di
vivere ed esperire la sessualità: si tratta di ciò che Giddens
definisce “sessualità duttile”, «vale a dire una sessualità
eccentrica, libera dai vincoli della riproduzione, dalla fallocrazia,
dagli stereotipi di genere, fondata sull’autonomia della persona e
non necessariamente orientata alla monogamia e alla stabilità»
(Giddens, La trasformazione dell’intimità);
-
al centro delle dinamiche sociali, oggi, la nuova protagonista è la
coppia, ovvero un’istituzione che ha «la propria storia esclusiva,
la propria biografia basata sulla comunicazione emozionale o
intimità» (Giddens, Il mondo che cambia, pag.76).
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FAMIGLIA
La relazione, all’interno della coppia, si basa sulla fiducia
reciproca, sul rispetto e sulla comprensione dell’altro/a, sul
riconoscimento dell’eguaglianza tra uomo e donna: si realizza così
ciò che Giddens chiama «democrazia delle emozioni», ovvero una
nuova modalità di vivere le interazioni sociali, le quali ora si
costruiscono in seguito all’adempimento di determinati doveri e al
godimento di specifici diritti.
«Tutte queste qualità corrispondono ai valori della democrazia
politica. In democrazia tutti sono per principio uguali, e
l’uguaglianza di diritti e responsabilità (almeno in linea di principio)
porta con sé il rispetto reciproco» (Giddens, Il mondo che cambia,
pag.79). Ciò vale per i rapporti:
-
d’amore e sessuali (parità);
genitori-figli (ex bambini esprimono il loro punto di vista);
amicali.
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DEMOCRAZIA
La democrazia, secondo Giddens, è «un sistema che implica la
libera competizione fra partiti politici per le posizioni di potere»
(Giddens, Il mondo che cambia, pag.86).
Le istituzioni democratiche oggi sono in crisi: sono in crisi
proprio nel momento in cui la democrazia, in seguito
all’imposizione del libero mercato sulla scena economica, è ormai
divenuta la principale forma politica di riferimento.
Mentre la democrazia si diffonde in tutto il mondo, infatti, i
cittadini degli Stati democratici sono sempre più disillusi nei
confronti dei loro rappresentanti politici, generando quello che
Giddens definisce il «paradosso della democrazia».
i partiti politici non svolgono più quel ruolo d’intermediazione tra la
società civile, lo Stato e il mercato che essi ricoprivano nella prima
modernità
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DEMOCRAZIA
La rivoluzione nelle comunicazioni ha reso la cittadinanza più
attiva e più riflessiva;
-
se nella prima fase della modernità i protagonisti della vita
politica erano i partiti politici generalisti che si rivolgevano a un
pubblico indistinto di cittadini e si proponevano di diffondere un
complesso e unitario sistema di conoscenze;
-
nella modernità avanzata scendono in campo i gruppi
organizzati di cittadini (i comitati) che hanno obiettivi mirati e
specifici, che sostengono istanze locali e che sperimentano forme
di partecipazione diretta alle decisioni politiche.
Secondo Giddens, è necessaria una profonda ristrutturazione
della politica a partire da una ridefinizione della democrazia
stessa (democrazia democratizzante).
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DEMOCRAZIA
«È necessario un approfondimento della democrazia, perché i
vecchi meccanismi di governo non funzionano in una società dove
i cittadini dispongono delle stesse informazioni di coloro che sono
al potere» (Giddens, Il mondo che cambia, pag.92): questo
affinché tale sistema politico possa rispondere alle esigenze delle
popolazioni locali e alle richieste della società transnazionale (ex i
rischi ecologici e le fluttuazioni nell’ecomia globale non rispettano
i confini nazionali).
Ciò dipenderà anche dal «rafforzamento della cultura civica» e
dall’istituzionalizzazione delle forme attraverso cui la società civile
agisce, perché quest’ultima è «l’arena dove gli atteggiamenti
democratici, come la tolleranza, devono essere sviluppati»
(Giddens, Il mondo che cambia, pagg.94-95).
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