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LA BANDA DELLO SPORT – CAPITOLO II
“Ma possibile che non vi rendete conto che è oltre la linea di un metro?” discuteva l’indomani Steff con
l’intera redazione quello che era a tutti gli effetti l’argomento sportivo del giorno: durante la gara
ciclistica dell’anno il corridore del Most Successful Team aveva tagliato per primo il traguardo con oltre
un metro di distacco dall’avversario del Thieves Team ma i giudici di gara, si sosteneva in malafede,
non avevano visto il sorpasso della linea di traguardo di oltre un metro e avevano invece assegnato la
vittoria proprio al Thieves Team che segretamente finanziava molti giornalisti della redazione (tra cui i
direttori Satana e Arrampicatore) per ottenere articoli compiacenti.
“Questo è il più grande scandalo che lo sport ricordi” continuava a sostenere Steff mentre gli altri
giornalisti cercavano in ogni modo di minimizzare l’accaduto.
Il Nano- “Sono cose che succedono. E poi non mi sembra nemmeno che abbia tagliato per primo il
traguardo. Le immagini non mi sembrano nemmeno tanto chiare. Che ne dici te” passando la foto a
Trepensioni.
Trepensioni- “No infatti. Non ci vedo nessuno scandalo”
Brontolone- “Io addirittura ho scritto un pezzo in cui affermo la totale regolarità della gara. Pezzo che
avrei finito almeno tre ore fa se le nostre macchine da scrivere non facessero così schifo. Ma che ci vuoi
fare con i direttori che ci ritroviamo…………”
Steff non si capacitava di come i suoi colleghi non riuscissero a vedere questo incredibile maltolto.
Steff- “Ma è assurdo che non riusciate a rendervene conto. Debbo subito scrivere un pezzo a riguardo”
Satana- “Qui l’unica cosa assurda sei tu. Azzardati a scrivere un pezzo contro quello che è successo alla
gara di ieri e ti rispedisco da dove sei venuto. Ci siamo chiariti?”, e lo azzittì con il suo solito potere
autoritario, mentre in lontananza vide la Serpe e il Siciliano che proprio in quel momento stavano
giungendo in redazione.
Proprio con questi due si appartò in una stanzetta a confabulare del piano deciso la notte precedente
nella cosiddetta “Riunione Parallela”.
Satana- “Allora? Tutto apposto?”
La Serpe- “Si tranquillo il Siciliano sa quello che deve fare. Non è vero?” e il Siciliano fece un cenno di si
con la testa mentre carico si dirigeva verso Steff che in quel momento come gesto di cortesia stava
pulendo la scrivania di Arrampicatore.
Avvicinandosi, il Siciliano a voce alta urlò: “Steff sei una merda!” seguito dall’applauso di una buona
parte dei colleghi presenti in studio. Ciò avvenne proprio sotto il naso dei direttori Ponzio Pilato,
Borghesotto e Arrampicatore che sapevano che quel “Steff sei una merda” non era in realtà indirizzato
a Steff ma era un modo di criticare l’apparato dirigente della redazione sportiva per il cambio di linea
editoriale che essa stava intraprendendo. I direttori sapevano che in quella delicata fase di transizione
sarebbe bastata una scintilla per scatenare una rivolta pertanto decisero di limitarsi a sospendere il
Siciliano per 2 settimane.
Ponzio Pilato- “Dobbiamo agire con forza e determinazione, dobbiamo sospendere anche chi ha
applaudito. Serve il pugno di ferro. Non dobbiamo fare sconti nemmeno agli amici”
Satana- “Si però se non ci fosse stato Steff il Siciliano non avrebbe potuto dare a nessuno della merda.
Ergo mi pare logico che debba essere sospeso anche Steff per istigazione all’insulto” provò a dire Satana
durante la riunione del Gran Consiglio convocata appositamente.
Arrampicatore- “Beh effettivamente Satana non ha tutti i torti. Sospendere anche Steff darebbe un
messaggio distensivo nei confronti dei nostri giornalisti. Farebbe vedere che noi non tendiamo ne da una
parte ne dall’altra e che a noi sta a cuore semplicemente che la transizione venga completata”
Ponzio Pilato- “Dunque dovremmo sospendere anche Steff?”
Arrampicatore- “Sospenderlo? Mi pare che non ci sia altro da fare. Anzi visto che ci sei ti consiglio di
metterla tu la firma sulla sua sospensione. Lo sai che si dice nei corridoi? Si dice che lui è un tuo figliaccio,
che è qui solo grazie a te e che grazie a te è intoccabile e può far tutto quello che vuole. Diglielo
Borghesotto non è così?”
Borghesotto- “Si si li ho sentiti dire io così con le mie orecchie”
Ponzio Pilato- “Un mio protetto? Ma non diciamo sciocchezze ma se l’altro mese l’ho sospeso proprio io
per un mese intero solo perché i bagni in cantina erano fuori uso e lui era andato ai bagni principali che
stanno nella redazione di Attualità e Snobbismo dove a lui è stato vietato di andarci. Ma figuriamoci”
Arrampicatore- “Beh ad ogni modo deve essere sospeso”
Fu così che il Gran Consiglio direttivo decise quindi anche di sospendere Steff che altro non aveva fatto
se non ricevere l’insulto. Ma la situazione non andò come sperato per i direttori.
Sconcertati dall’improvvisa sospensione del loro amico, il Siciliano, molti giornalisti iniziarono una
vera e propria insurrezione con un fitto lancio di sassaiole verso la stanza del Gran Consiglio dove si
erano asserragliati i direttori intenti quasi a chiamare la polizia. Come se non bastasse, una parte di
rivoltosi, capitanati dal Nazista appose un enorme cartello proprio all’ingresso del palazzo del
giornale con su scritto “Steff merda”.
“Questo è in onore del Siciliano” si affettarono ad esclamare quella parte dei rivoltosi. Anche la Serpe
doveva partecipare al sit-in del cartellone ma all’ultimo si ritirò per paura di eventuali ripercussioni
sulla propria persona e preferendo mandar avanti gli altri si limitò alla sola protesta con sassaiola. Ciò
dimostrava quanto cinico e calcolatore fosse realmente la Serpe, forse la vera forza motrice della setta
sotterranea.
Ponzio Pilato- “Io lo sapevo. Ecco dove ci ha portato il non aver usato il pugno di ferro. Satana quelli
sono i tuoi amici, quelli che tu hai difeso. Ecco cosa ci stanno facendo ora. Siamo ancor di più lo zimbello
del giornale adesso”
Ponzio Pilato con un colpo di mano fece valere i suoi poteri di capo redattore e facendo intervenire la
polizia fece schedare e sospendere severamente tutti coloro che si erano macchiati dell’ignobile atto
del cartellone, mentre quando ancora nonostante tutto la fitta sassaiola di protesta continuava, uscì
insieme agli altri 3 direttori con i megafoni accesi provando a fare loro l’attenzione della folla.
Ponzio Pilato- “Ragazzi stiamo calmi. Per favore tornate tutti ai vostri posti”
Il Nano- “Calmi un corno! Quello che è successo è scandaloso. Come sta il Siciliano? Che gli avete fatto?”
Ponzio Pilato- “Vi assicuro che il Siciliano così me tutti quelli del sit-in del cartellone stanno bene.
Avranno una sospensione ma vi assicuro che non saranno toccati. Torneranno presto ai loro incarichi”
Brontolone- “Si ma è questa nuova linea editoriale che non ci piace. Prima si stava meglio”
Ponzio- “Su ne abbiamo già parlato! Vedrete che si starà meglio”
La Serpe- “Ma fintanto che ci sarà quello Steff, fintanto che lasciate che Steff scriva da noi come si farò a
stare meglio?”
La Biscia- “Già è lui il problema”, Brontolone- “Si dovete cacciarlo”, “Si cacciatelo”.
Ma improvvisamente in mezzo alla nebbia dei fumogeni si iniziò a vedere una figura. Era proprio Steff
che venuto a conoscenza degli scontri, e che il suo nome era sulla bocca dei rivoltosi, aveva deciso di
intromettersi per portare pace tra i manifestanti.
Steff- “Per piacere, a me piace questo giornale, questa redazione sportiva. Per cui vi chiedo se ce l’avete
con me prendetevela con me ma non prendetevela con il giornale. Se serve un capro espiatorio eccomi
sono qui ma risparmiate il giornale” dimostrando un grande gesto di eroismo e altruismo.
Ad Arrampicatore che nel frattempo aveva visto tutta la scena venne in mente una delle sue idee
geniali, una delle tante idee grazie alle quali era riuscito a scalare le vette di potere del giornale, non
solo della redazione sportiva, e a diventare uno dei tagliateste più temuto dell’intero giornale.
Arrampicatore chiamò Steff, lo fece venire accanto a lui e mettendogli una mano sulla spalla iniziò a
parlare a tutti i rivoltosi presenti che in silenzio lo ascoltarono.
Arrampicatore- “Che vi piaccia o no ora Steff fa parte della famiglia del giornale. Da oggi è a tutti gli
effetti un giornalista proprio come voi. Egli merita il vostro rispetto, perché ogni suo pensiero è
esattamente come quello di tutti gli altri”.
Al termine di tali parole la sommossa fu placata e si ritornò piano piano alla normale routine del
giornale.
Passarono giorni, settimane, mesi, e la situazione alla redazione sportiva del giornale si tranquillizzò.
La scelta del Gran Consiglio dei direttori sembrava aver dato i giusti frutti. Tutti i giornalisti si erano
ormai adeguati a tale nuova linea editoriale. Erano finalmente scomparsi articoli incitanti l’odio
sportivo e non, e il lessico si era fatto mielato, adeguato a lettori veri amanti dello sport nonché alle
famiglie. “Siamo finalmente un giornale adatto alle famiglie” amavano ripetere i direttori osservando
felici la nuova impennata delle vendite.
Questo clima da famiglia si era riversato anche nei momenti di pausa tra colleghi. Le vecchie
discussioni di incitamento all’odio che si tenevano nei momenti di pausa erano ormai solo un ricordo.
Nei momenti di pausa ora, andava di moda parlare di famiglia, di animalini in casa, di bricolage fai da
te e di igiene del corpo.
“Ho comprato un barbecue troppo al top” “Ho comprato un lucernaio troppo al top” “Ma avete visto che
anta da armadio che ho comprato? Cioè mica come le vostre questa si apre dall’interno verso l’esterno
con un movimento angolare. Questo è il top anta da armadio che si possa avere” amava spesso
intervenire Permalosino vantandosi dei suoi nuovi acquisti, salvo poi offendersi quando qualcuno gli
faceva vedere che era un normalissimo barbecue, lucernaio, anta da armadio.
“Ho finalmente comprato il nuovo telefono. Quello vecchio ce l’avevo ormai da due settimane. Speriamo
questo resista altrettanto” amava invece vantarsi la Biscia.
“Volete vedere che bell’armadio fatto in casa ho fatto? E già che c’ero tra una vite e l’altra mi sono messo
a sfornare questa Millefoglie alla zenzero” era invece il vanto di Borghesotto.
“Sapete anch’io ieri ho comprato…………..” “E che cazzo ce ne frega Steff?”. Ogni qual volta invece
provava ad intervenire nella discussione Steff.
La situazione nel frattempo per lui era si migliorata, ma non era divenuto affatto quello il cui pensiero
è uguale a quello di tutti gli altri. Spesso ricadeva su di lui ogni minima colpa, se c’era da punire
qualcuno quel qualcuno sarebbe sicuramente stato lui. E se c’era un direttore che doveva firmare tal
provvedimento disciplinare Satana non si faceva mai indietro. Come se a punirlo provasse una sorta di
appagamento per una propria insicurezza personale. Egli si sentiva infatti sbeffeggiato e deriso da
tutti i suoi sottoposti per via del fatto di essere considerato come colui che non era riuscito a mandar
via Steff. E tale umiliazione Satana non riusciva proprio a sopportarla. Spesso si rinchiudeva nei bagni
di nascosto dove nessuno poteva vederlo e tirando nevrastenici pugni al muro urlava tra se e se “Me la
pagherai!!! Me la pagherai!!!! Fosse anche l’ultima cosa che faccio me la pagherai!!!!!!”.
Non che con gli altri direttori la situazione fosse più rosea. In loro vi era quasi come l’idea che Steff
fosse un miracolato a rimanere ancora lì, un miracolato proprio da loro stessi e non li sfiorava mai
nemmeno per una volta l’idea che forse la cosa era reciproca se non totslmente il contrario. Che forse
erano miracolati anche loro ad avere tra le loro fila un giornalista bravo e competente come lo era
Steff. Questo sentirsi quasi in credito nei confronti di Steff portava i direttori a pretendere dei
fantomatici grazie ogni 5 minuti e a liquidare ogni richiesta di quest’ultimo con un “Ma dopo tutto
quello che la direzione ha fatto per te? Invece di ringraziarci ti lamenti pure?”.
Un giorno addirittura Steff fu sospeso da Borghesotto perché confuse il nome di un rasoio che diceva
di utilizzare. Ma nonostante tutto Steff continuava ad andare avanti conscio dell’importanza del suo
lavoro e conquistandosi ad uno ad uno la fiducia dei suoi colleghi. Dapprima completamente ostili ora
invece più d’uno non si facevano remore a dire che sotto sotto Steff era un valente giornalista. Tra loro
l’Esteta, Cambiomaglia, Spioncino, Napuliello. Molti di nascosto o alla luce del sole per quanto fosse
possibile si congratulavano con lui o comunque in maniera più o meno distaccata gli facevano velati
apprezzamenti pur sapendo di dover andare incontro alla cricca dei suoi potenti antagonisti.
Anche il redattore capo Ponzio Pilato sotto sotto amava l’operato di Steff anche se spesso non ne
comprendeva il significato. Per quanto forse un po’ tontolone e troppo credulone aveva visto la luce
della sincerità e della grandezza negli occhi di Steff. Eppure irradiato da tale luce non riusciva a farla
emergere e renderla sua. Non riusciva quindi a brillare di tale luce riflessa donatagli. Come colui che
ha ricevuto un regalo ma che non lo ha ancora capito.
“Ehy, quell’accento è acuto eh! Stiamoci attenti” “Il Congiuntivo Trapassato di propendere è che noi
fossimo propenduti non che noi fossimo propesi. Stiamoci attenti eh, che queste cose sono fondamentali.”
“Ma che mi hai combinato qua? Jorge Guillermo de la Silva nel 1965 giocava con lo Sporting Ciudadela e
non con l’Atletico Punta Alta. Dai lo sanno tutti, correggi.” “Guarda che ho ricontrollato, il bilancio del
sesto semestre presenta un aumento del 14,3% e non del 14,4% come hai scritto l’altra volta. Correggi.”
Cagacazzi passava da un collega all’altro ricontrollando i loro articoli alla ricerca del seppur minimo
errore, invitandoli a correggerli allorquando ne trovava uno e dandogli una pacca sulle spalle a mo’ di
incoraggiamento.
Improvvisamente partì una sirena d’allarme e in sottofondo la voce di Borghesotto:
“Emergenza! Emergenza! Cagacazzi corri subito in sala riunioni. Abbiamo appena mandato in stampa
un articolo con perché con l’accento grave. Corri corri!”.
Al suono di tali sinistre parole Cagacazzi lasciò cadere il reportage sul campionato di seconda
categoria boliviana che stava leggendo e iniziò a correre verso la sala delle riunioni del Gran Consiglio.
Come era potuto accadere? Colpa forse delle tastiere americane che non riconoscono
automaticamente l’errore sul perché?. Tormenti questi che angosciavano la mente di Cagacazzi
durante quell’affannosa corsa.
Una volta di fronte la porta del Gran Consiglio entrò senza bussare e senza più un fiato.
Sbrocc il Borghesotto fece volar via il tappo di una bottiglia di champagne mentre gli altri direttori
Ponzio Pilato, Arrampicatore e Satana applaudivano.
Ponzio Pilato- “Ahahahah! Ci è cascato! Complimenti Cagacazzi ti abbiamo nominato nuovo direttore”.
Cagacazzi era colmo di gioia. Non tanto per la nomina a nuovo direttore quanto perché nessun articolo
era stato mandato in stampa con un accento grave al posto di uno acuto.
Borgesotto- “Avevamo bisogno di un nuovo direttore e abbiamo scelto te, sei contento?”
Satana- “Oh ora però è di prassi. E’ norma che ogni nuovo direttore sospenda un sottoposto così, senza
giusta ragione. Chi vogliamo scegliere eh? Eh?”
Cagacazzi- “Beh potremmo scegliere Steff. Dai tanto una sospensione in più, una in meno…….”
Satana- “Ottimo! Ah e già che ci sei, ti autorizzo a sospenderlo ogni qual volta noterai nei suoi articoli
ogni minimo errore grammaticale. Non puoi capire quante lettere di lettori indignati io riceva ogni
giorno. Mi scrivono eh ma non si può più leggere questo giornale, cosa è diventato? quel vostro
giornalista scrive sbagliando accenti, è inammissibile!”
Borghesotto- “Ma francamente debbo dire che pur non capendoci nulla di quello che scrive, ho sentito
dire che i suoi articoli sono molto apprezzati.”
Satana- “Eh mi raccomando eh! Difendiamolo sempre. E intanto il nostro giornale va in malora!”
Borghesotto- “Beh per onestà devo dire che con la nuova linea editoriale e soprattutto da quando c’è
Steff la nostra redazione vende come non mai prima d’ora”
Satana- “Si si come no………….” . Cercando con una mano di sciogliere il pugno, evidenza di un
nervosismo, fatto con l’altra.
Cagacazzi fu presentato come nuovo direttore a tutta la redazione, e il suo primo provvedimento fu
quello di sospendere Steff come atto sacrificale in nome della nuova nomina.
Ponzio Pilato- “Biscia dov’è il tuo nuovo articolo?”
Biscia- “Sarà pronto tra qualche ora. E poi cos’è tutta questa fretta, neanche dovessimo fare un
magazine”
Ponzio Pilato- “Eh se, magari la Proprietà ci passasse i soldi per fare un magazine”
Biscia- “Beh ho sentito che non servono poi molti soldi. Ci sono casi di giornalisti che si sono
autofinanziati”
Ponzio Pilato- “Dici d’avvero?” e prese immediatamente la cornetta del telefono.
Una nuova idea stava nascendo nella redazione del giornale