una ~olitirn f inaniiaria e~ e~tera ~el ~overno

Transcript

una ~olitirn f inaniiaria e~ e~tera ~el ~overno
llD[Uffi~nti ~O[iali~ti intorno alla ~u~rra
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SERIE IV ~ r. ~ 3.
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~una ~olitirn finaniiaria e~ e~tera ~el ~overno·
J)ISCOltSO
dell'on. prof. ANTONIO GRAZIADEI
Tornata parlamentare 23 ottobre 1917
Centesimi
I.>
MILANO
Libreria Editrice « A VANTI! })
1917
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FONDAZIONE
ISTITUTO GRAMSCI
BIBLIOTECA
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Sulla politica finanziaria ed estera del Governo
I socialisti e la crisi.
Onorcrnli colleghi, io non inte ndo ucc11pal'mi della crisi.
Essu è talmente in atto, che pel momento non ci sono nemme no 1 ministri al loro banco. /Jreve ilarità,.
I reagenti più decisiYi di questa crisi sono --tali, da unn
µnrte le apostrofi a robuste tinte democratiche - d irò cosl
clell'onorernle Bissolati, dall'altra il discorso dell'ono
l'e\Ole Nitti, che, con dispiacere, non ,celo ul suo posto.
Il discor&o dell'onorernle Nitti si innalzò in questa atmosfera parlamentare, con tu tta la sapienza di nn pallone fre nato. Forse altri del mio gruppo, di me ben più autorevole, cerch er:\ di tagliare talune di quelle corde, affinchè
l'esperto navigatore dell'aria sia costretto a salire verso
zone dove i Yenli sono più tempestosi, e do Yc quindi occorre
meglio precisa re l'orientamento della propria bussola. Aci
og ni modo nel suo di&corso l'or1orevolc Ni lti ha già parlato
di uno stato di necessità; e poich<' esso, in ,·ia cli fatto, è innegabile, il Govcmo di domani saril, come quello di oggi,
prigioniero di una situazione che non può dominare.
Mai dunque, come oggi, una crisi ministeriale ha avuto,
per i grandi problemi che preoccupano il Paese, una cosi
scarsa im portanza. Forse , le unic he di fferenze saranno que&te: che s1 inaugurerà una pol itica di mug~iurc cord ialità
fra il potere esecnlivo e la Camera, e si adotter à - chi sa
poi per quanl0 tempo - una politica interna dalla mano inguantata.
Orbene, prr chi non creda nella storia alle a\·venture;
per chi sappia che il moYimento socialista, modmento lentamente ascensio nal€ di masse, non può contare sui terni
al lotto, è evid rnle che la politica liberale, la politica dalla
-8-
-2mano ingnantata, in complesso potrà giornr<' .ad nn tcm1?0, e
alle fortune nO!l passaggere dt'I no"tro. Purl1lo, e .agli mte
ressi sani del Paese. Comunqui:. rnlllliialc dowani, o cambiale posdomani. noi -.;iamu og~1 IJ,llf'lln cl11• fu11111!~ f' qu:ll?
che resl<'remo: c1 l'•J1ber\e1·e11HJ ali <JflJl•i.,11.1<1111., (H 1 In ."Il " . i
fn11ziune storica che osiamo attrilrnire al_ 110-;t1·'.~ P nf1t'!· .
Pr irhè dunque il nuO\'ù .\Jini 'ì 1e ro rs1 ... ti> !.l'lil, m·1 lirn1t1
in eui può comi\'err col YCcrhio 11un u11c111•u formulrnrnt<'
defunto, e poichè l~ situaziune si _impone al 11u~\~o co.me
s'imponeva al vecch10, .sembra .a n?1 che la co.sa .-;o,, ~unzrnl­
mente più opportuna sia propno d1 guardare in tuccin questa situazione.
Il tentativo di sfuggire alla discussione.
Lna fra le più tipiche m~nifestaz10.ni clrlla diffìdenza che
esisteYa fra il presente Gabinetto ed li Parlarnr11fo, è data.
a mio credere da questo fatto tra i mille: che ali? Camer~ .
con queste ridorren~i d~scussi~:mi sopra 11n eserc!Zlo provvisorio di pochi mesi, s1 ruggrnngern - d11\end?s1 parl~re
di tulle un po' - il risultato di eYitare un ampio d1batl1to
proprfo sul terreno che pur sarebbe stato, 1_11 una tal sede,
politicamente e tecnicamente, il più adatto: il terreno finanrava
ziario.
.
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E se le cose fossero andate come mgcnuam.ei: e spe . è
l'alleato del tempo - ì'ha definito così l'on.
e c10
il presidente del Con_sigl.io, si sarebbe tra l altro. ottenuto
questo non involontar10 risultato: che la ('.amera s1 sa~ ebb.e
chiusa ben presto, e che nel mese fatale cli no\'rmbre .' . ministro del tesoro avrebbe potuto mandare la sua cspos1Z1on.e
finanziaria in un ml urne chiuso da set te suggcll ~· al ~omi
cilio dei singoli deputati; evitando cosi la pubblica d1scu~­
sifme !'.Opra uno dei punti più delicati di tulla la nostra s1-
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1
u1<1zw11C;..
I fi ni del la c.ritic.a socialista.
I soliti faziosi, per il fatto che noi \'ogliarn<? guardared la
situazione realisticamente, diranno che noi m1r1amo a ermmerc lo spirito del Paese.
. .
.
A parte l'ingiuria che essa contiene, questa afiermaz1on~
potrebbe avere una parvenza lontana di verità, solo se. noi
mirassimo, come partito, a 'una propaganda o a un'azione
per una pace separata.
.
;\la, indipen dentemente dalla mostruosità morale di una
pace scpnraln: a parte la sua stessa impossibilità materiale e
tecnica, tanto .accrescmta da quando gli Stati Uniti, nostri
massimi fornitori di materie prime, sono entrati in guerra:
1! cuncello di una pace> separala è conlra1·ia al lo ;,pit·it.c
stesso dPlla dottrina che noi rappresentian10. Pe1· un partito
{'he si affenua infer11azionalista, nulla sar<>bbe più meschinan1enle gretto e localisla cl i una ercntualc pare i>cparata.
\oi \'ugliamo solfnnlu premere da questi banchi sul
nostro Governo, come negli altri Parlamenti dai banchi corrispondenti si pl'Cme sugli altri GoYerni, iaffìnchè lutti i
Go\erni con lemporuncamente si persuadano della assoluta
necessità di una rap ida pace. Pace la quale non dcre essere
- riconosc iamo la realtà della &toria - u n a pace a qualunque costo, e neppure u na pace di transazione - ma una
pn,ce - noi almeno tenteremo di indirizzarla in lai senso di \'era e propria trasformazione dei presenti rapporti inlernazional1.
L'inganno deg li interventisti .
La rerità è che coloro i ouali ci accusano di voler deprimere lo sp into del Paese, non del Paese sono preoccupati,
ma delle loro modeste persone.
Il nome augusto dcl Paese non è oggi purtroppo se non
un paraYrnto, dietro cui essi cercano cli 1w$condere le proprie specifiche responsabilità.
Con una ipotesi la cui sola formulazione è un'offesa
a troce, con sospetti che non possono partire se non da coscienze politicamente preoccupate, ten tano turbare la serenità d i giudizio dc l Paese, affinchè il Paese non comprenda
troppo presto la gravità enorme delle responsabi lità che
pesano sulle loro impari spalle.
Ma coloro che parlarono nei mon1enti più tempes tosi e
più tempesti\ i; coloro che, fino dai primissirni me,.;i ciel 1915,
e sul terreno obbiettivamente tecnico crrcarono di dimostrarvi che la vostra \'isione della sit~azione er.a con traria
alla realtà, non potrebbero certo tacere oggi, solo pcrch~
oggi la loro funzione è purtroppo resa dagli aHenimenl1
tanto più facile.
·
La guerra e la ric.c.hezza delle nazioni.
Onorevoli colleghi, il probl ema finanziario non è che uno
degli aspetti della situazione. ed è come tale che io mi sforzerò di t radurlo in rapida si n tesi .
*
-
-4Dichiaro subito che, per quanto graYe <>ia la cc,ndi·don(•
t'conomica e finanziaria, io non posso trasformarmi, c.-.n~r<•
la mia cominzione e contro il mio temperamento, nò in t.11
pessimista ~istematico, nè .in. u1_i profc:ta c.at~slrolìco.
Credclt1 sempre, e lo dbs1 s11~ dagli ul~1rn1 11.1cst dcl .191 l.
credetti sempre ad un.a guerra di p:n<>rrl11 ann! -:- cos1ocH
fui cont1·al'Ìo alle il111s10ni che le classi d11'1ge11li '-'I rrearono
in Italia durante lo stesso periodo -- anche p<•rchè ho sempre pensalo eh~ l~. ricch~zza cffcltirn elci sir.1goli J?apc;i, e
specialmente <lei p1u forti, fos~e mollo. m~gg10rc cll quello
che non risultasse dalle comuni rnlutaztoni.
.
Inoltre, onoreYoli colleghi, la più lanp acclllnulaztonc
elci rispa!·mi, possibile in lef!!!J? di gu~rra. P.er .la manrnnza
cli sicuri 1nrest1mcnli 111dustriali od agricoh: il rialzo enorme
elci prezzi, che gioYa a coloro che sono più Yenclitori che
consumatori, e sopratutto a coloro che possono consumare
in natura una parte <lei prodotti il cui prezzo è più 1·incnrato;
questi e altri fenomeni - la ct~i analisi risrarmi.erù a.Ila .Pa~
zienza della Camera - fanno s1 che, propno nei p<>rtodt. ~1
guerrn. aumenti, oltre ogni CC>mune previsione, la possib~­
lilà per lo Stato di attingere ai risparmi, alle ricchezze pri:
rnte, in 'i sta della sua ste5sa politica. Ii:ifin<>, per. 1 bisogn~
tecnici della guerra: per la rottura dei co11s11et1 r~pporlt
commerciali: per i prezzi eccezionali che lo Stato. è disposto
a pagare, possono sorgere talune nuoYe indusl_rt~. ~on tal~
margini, da permettere un ammortamento rap1diss1mo dei
capitali ime5titi .
Con questo, onoreYoli colleghi, mi guarderò l?ene <.lai
dire che la guerra, una così terribile ùirnratrice <11 _uomtrn
e ùi cose, arricchisca le :\azioni. Voglio soltanto dire che
le impoverisce con un ritmo assai più lento, di quello che
comunemente si credesse.
L a guerr a
e la speciale sit uazione economie.a dell'I t alia.
Certo, rispetto a questi fenomeni non tu tll i Paesi si
comportano nella stessa misura. La guerra ha creato due
grandi tipi cli ccon?mie : l'economia a tipo chinso, come
quella della Germania, che tutto produce .e consuma cnt!''?
la medesima cerchia; ed il tipo di economia degli Stati Unth
e ùell'lnghilterra : Paesi i quali, in piena guerra, sono esportatori di materie e di servizi, i cui prezzi aumentano continuamente.
Anche per questo, tutte le guerre in cui l'Inghilterra è
f) -
entrala sono state guerre di anni. A parte inrc1·0 la con:;,idcrazione della sua p(isizionc insula1·e, l'Inghillena, quan!o
più - entro ccl'ti limiti -- la guena i• luni;a, tanto più
guadagna nei rapporti con i suoi stessi alleali, allraYcrso al
crescente rialzo dei 11olt, del carbone e di tanti nitri prodotti.
Noi imccc, ono1·cy0Ji colleghi, ci tro\ iarno in una sitna
zione dircrsa e ben più graYe. Da noi, i11 seguito alla guerrn
"i SOllO perd li[(' le pri nei pali fon ti 110l'lllaJ i d'i rnportazionl'
m oro, le quali polc\'Hno, in parte, pareggiare la nostra bi
lancia commen·ialc; <', per con,erso, è au111cutala e11ormemcnle la quanlttù, ma sopratutto il prezzo, delle lllerci chr
dobbiamo impol'larc . Secondo una stat istica crn1t<'r11ila nell'otlima 1·clazio11c Alessio sul bilancio dcl trsoro l ~lllì-17, la
differenza delle importazioui :;,ulle esportazioni, eh<' ne l 1914.
era di 716 mil ioni, è salita nel 1915 ad oltrr d11e rni linrcli,
e nel 1916 ad olll'e ll'e.
Più grarc ancOl'a (• il faltu che per rel'tc rncrci, come
il grano, il ca1·bonc. ccc., l'aument'o ciel prezzo unitario ~
tale, che paghiamo somme di gran lnnga n11wgiori per mer~t
il!lportale in qna11tiU1 sempre minore. L'onorcYolc Alcssi<!
- nella citata relazione - rnlutma che nei primi dicci mesi
dcl 1914 un'importazione normale, o quasi, di carbone c!all'lnghillcrra ci c:ostarn '245 milioni, mentre nel 1915 una 1111portazione mollo minore ci costarn quasi un miliardo.
Dunque, in periodo di guerra, noi dobbiamo contrarre
debiti all'estero, non solo per i bisogni straordinari dell'~­
"crcito, ma ben anche per i bisogni ordina1·i delle industnc
<' della popolazione ciYile.
Ad ogni modo, concordo anch'io col c"1H'ello dcll'unorerole Nilti. Sono sempre staio, e più Yolle lo clissi, di CJl~e,;\n
opinione: che le massime difficoltà economiche e fìnanz 1arw
non si avranno dun1nte il periodo della guerra, ma dopo.
E ciò - ollre che per molti altri coefficienti che esc.ono clnl
quadro dcl mio esame - per il fa t to chr, volendo rimaner<'
sul terreno streltamcnle economico il successivo e pur lento
ribasso dri prezzi renderà sempre meno sosten ib ile !'enorme
rarico tr ibutario, nel momento stesso in cui il credi~o .apertoci dagl i :'l.ileali tenderà a cessare. La crisi fìnanzia~·tn al.lora si detcrminer;\ fatalmente, e, pensateci fìn eia oggt, sara
graYissima.
11 problema degli approvvigionamenti.
Per ora, la sola causa che tende con forza crescente a
r idurre la lunghezza dell.a. guerra, è costituita dal J?roblema
degli approvngionamenti. Il danaro, pei fenomeni che ho
-ridl'lln, >.i può sempn', entro cel'11 limiti, :illing1•rt•, r dal r1spanù1u nazionale e dal rispan11i11 <'slt'l't> . .\J;i quaud•) ::;1 tratta
d1 appro\' 1gionnm •nli, "I ha a rht• lan' t·1111 lll<'l'CÌ che, sopratutto per l'ali111t'lllazi1111e 11111a11;1. "t1llo diflil'llmc11tc suslituibili: la cui prnd11zi11nc i11tl·rn;1 d1111i11111..;Ct'. (H'J' li fatto
ste"'so della guena: e k cui i1npol'lazio11i dall'e-.11•1·0 111cn11trano st•111p1·e 11w.ggiori nstac11!1
Ol'IJcnc, il problema degli appr"111i,;io11a111eut1 è prop1'10
11no dt quelli pei quali più si ,., ri1clata la i111prl'parazione
del pre!:>ente (;abinetto e di 'flll'llo eh{' lo precedette.
Chi aYern l'illusiune d1 1111a g11ena bt'l'lt', cl:1 c1·edern
potersi la Germania affamare r<1pidan1entc, non potern comprendere, malgrado l'c,;peri!'nza dci pnmi 110\ e .111cs1 della
immane lotta, che - ùatn specialmente l'azio1w dc'i sottomarini, la <1uale sino dagli ultimi mesi dcl 1911 si t'l'U andata
delineando nettamente - il problema degli app1·01 rigiu1wmenti !:>arebbe diYentnto grme anche per l'Jnlt'sa, I' specialmente per i meno ricchi fra i :suoi nùcrcnt1.
Forse perchè più \'icini ai bisogni ed aµ"II istinti delle
masse, i socialisti hanno intuito sin dall'inizio sehhPnc 11011
sempre in modo completo, clw 'il pniblcma d~gli appron igionamenti era uno ùei più grmi di tutta la sitiìazione. Fino
dall'ottobre del 1914 i rappresentanti dcllP noslrP 111assime
organizzazioni, i11 pubblico eù in priYato, richiama1·0110 J';1ttenzionc del G1J1el'n•> sulla importanza fondamentale dcll<1
questione.
·
.\Ii sin anche lecito ricordare che, nella tornala del '26 fehb_raio .1915, io ed il collega _Dugoni tratta111mo a l11ngo della
s1luaz1onc granana. Io anzi la prospettai colllt' nno fra gli
aspetti, non solo ùel problema degli appro1·1·igionament1,
ma anche del problema dei noli.
Se voi esaminerete la diminuzione della procl11zionc del
frumento in Italia dal 1916 al 1917 e la paragonerete con
quella. della Francia, nella stessa epoca, scorgerelr che la cli111111uz1one relat1,·a e molto più gr:nc per il nostro Paese
eh.e. non per. la Francia; e ciò, malgrado che la sitt.iazione
mili ~are. italiana sia fortunatamente migliore, oggi come
oggi, d1 quella francese.
. , ~Ii rifìuto dnn<{lte di accett<irc la tesi lnippo comoda per
11 C.c_iverno1 troppo lal'g1ln~e di facili rili/Ji, secondo la quale
le chffìcolla. clegh appro,ngionamcnti in lta li;1 dipenderebbero ~sclus1rnmei;ite. da~ fatto della g11crra.
.
D1pendono, >.1, 111 linea principale dalla guena; ma dipendono anche .dalla speclfìca impreparazione di coloro che
furono preposti a questo fondamentale servizio.
Poichè la Yirtù dei Parlamenti forti è di eon<.iderare in
7faccia gli anersal'Ì, così nei 101·0 difetti come nelle loro qualità, ro1 sia consentito ricordare che, "e c'era 11n Pae::;e per
il quale massime si prescnlaYano le cliffìcoltù dell'appronigionamento. qu<'I Paese era la (.ermanin. Eppure la 1;er111nni<J. ha risolto in parte questo terribile proble111<1, 111111
solo scncndosi delle conrp1isle territoriali, 111a raz1onnnd11
a tempo i Yi\eri, ed intensificando la prod11zion<' co11 pnicedimcnli chimici e 111ccca111ci della 111aggiol'<' P"tc111.ialitù.
Da noi, i1wccc, è possibil<' - ed è accaduto in q11csta sless;1
aula - che cornpctcnti cli <1gricoltnra wngano a dirri no11
essere a11rnenLabilc la produzione del grano, perchè 111ancano i concimi e le macchine.
Le spese per la guerra.
ì\In, onore1oli colleghi, \Cniamo senz'altro al co11tll cco11<J111irn e finanziario che più m'interessa.
Jl conto della gucnn ha sul terreno lllater1ale cl11c
aspetti: quello economico e <1uello finanziario.
Il computo cronolllicn abbraccia ben più coefficienti <'hc
quello finanziario. St'nonchè, per la natura stessa di questa
Assemblea, potrpbbe parere disquisizione catl<'<lratica il
lraltm·n<'. ~Ii li111itcr<'i qnindi al compnlo fìnanziar10 \ero t'
proprio: romp11to 11<'1 quale le responsabilitù, llflll soltanto
del pres!'nte, ma anche del pas<.alo Cahinctto. si co1H'l't•ta110
con matcmati.ca c\'idenza.
Le fonti alle q11ali ;Jtlingcrù "0110 i conti di"'! l!'slll'o ('
le situazioni ciel dC'l>ito pubblico d<>llo Stato.
Purtroppo, 1'1111 imo conto del tesoro compars" s11lla
Guz::el/r1 U/fìcir1/i> si rif<'1·i..;cc s,.0llanto al 31 agosto l\ll7. <'
l'ultima &itn.azione dcl debiti al 30 giugno 1917.
Eccone d11n(j11t' i 1·is11ltnti nelln loro linen più si1t!C'li{';1.
S'intende, che se i col leghi csigess<'ro sp iegnzioni, Ilo q11i i
dormncnt.i ncccssn1·i.
Io credo rhc i calcoli \adann fatti a partii'<' d:tl 111µ-lio
e agosto 1915. on<lf' includcni anche le spese per In prepnrnzione della g11cna. Orbene, la somma dci pag:111H'nti eseguili dai l\linistcri rnilitari neQ'li anni l9J 1-1:J, 1915-16 !'
1916-17, ammonta a 2:i miliardi
:236 milinni. Sottraendo k
spese milit:ni normali, clH' ci "arebbcl'o stalc anche senza
la ~ucna, e chr si pos:>ono ,·alntare a circa 7P. milioni l'
mezzo al m('sc, si ottiene un tùtak il quak - inclusr Il"'
sp!'sc per lr colonie, che og-g-i dci ono co11"idrrarsi come
\ere e proprie spc~e di guenn, perchè la nostra situazione
coloniale è connessa colla situazione gcnernk - amrnunln a
miliardi e mezzo. Siccome questi pagamenti giungono
r
n
-9-8l>ollanlo fino al giugno 1917. ho poi calcol:tlo l'incrcmenlo
sino ad oge:i. e ::,ono gi11nln alla ronelusioiw che a lutto ultobre 1917 i pagamenll milil<1ri a,.;c<'1Hlcrant11J a circa :26 miliardi e mezzo.
. E poichè. gli impeirn1 sono rerlu superiol'i nolf'\ ro\m(•nle
a1 pagament i. cr('do d i allenenni ad u n a cifra prudenziale
ritenendo eh<' l'insieme dellr spe-.c si :1ggireri1 finora intomo a i 30 miliard i almeno.
·Abbiamo poi all'~nc i rca :200 milioni ~11111111 per'" prnsioni
d.i gucna a .t11ll'nggi : spesa non ancora raggiu nta, rnu dir
s1 calcola dai ~OlllfH'!enl1 po,.;sa rnggi1111g<'1·si. q1w11d1J ]l' domande ullend1b1!1 s111ora prcs<'tilatc avrauno fatto il loro
corso. Poichè a que,;li 200 milioni di n uo\·u onerP Yilalizio
ann~o corrispo_ncle,. co ll a ~api)alizzazione al ;, per cento, un
de bito red1m 1htl<:> cli 4 rn1ltard1, la spesa lolal<' sarchi><', d11n<JUC, al 30 ollohrc 1917. eh circa :31 miliardi.
Quali prc\'isioni finanziarie i nostri c<J111pl'lcnli m C\ ano
fat te sul costo della nostra gucl'!'a? Allo ,o; lat.o dellP co>'C
mi. parrebbe ormai ingeneroso ricordarlo. ~li limiterò a
ch1cdcrc s~ un .g_io.rno la stnria 1Hm possa dirnnstrarr clic.
in colloq111 dec1Sl\'1, coloro nelle cui 111 ani stamno le sorti
del Paese Yalutarono la spesa probabile ari un ma,.;simo cli
6 miliardi.
11 debito per la guerra.
I n che. mo~lo si è proneùulo alle spese den u nziate? Il
concctlo d1rctllvo del GoYerno è s tato sempl ice, cd :.mch<'.
su l ter~·eno s trettamente tecnico, pienamente attend ib ile.
. Il. Go".erno ha pensato: giacchè si tralla cli spese straord10ar 1e, v1 farò fronte con entrate s lraordi1iaric mie a dire
~on de bili; mi ser virò poi delle en trate ord inari'c, cioè <)elle
1mposle, per pagar~ S"li in teressi corrisponde nti . Man mano
dunque facern deb1l1, ed allZ i prima d i farli, il GoYernn
aum~nlav~ ~e 1mpo?te d i q uel tan to che era necessario per
coprne gh mtcr ess1 relatiYi ni capital i mutuali all 'interno o
<il l'estero.
'{celiamo dunque quali. e quant i sicno slali quesli debiti.
. Senza. entrare m anah si tecniche chr, l'ora non consenl 1re.bbe, ncorderò come all'ingl'Osso i clrbili dello Stalo si
dl\·i dan~>, secon~? la nos.lra amm in istrazione, in due grandi
calcgor1c : deb1ll propnamente detti, cioè operazioni d1
lu nga durala? e d~b.1li cli l~s?reria, a più breve sC<.ldenza ..
_Orbene, 1 d~b1t1 pubhl1c1 propriamente dcli i, erano 111
rap 1~ale, al 30 grng no 19_14, <.li 14 mi liardi e tre quarti, e a!
30 giugno 1917, dt 30 ru1hard1 in c ifra tonda; e il carico clegl1
inleressi corrispondenli, al 30 giugno Hll-1, di 523 milion!,
e al 30 giugno 1917, di un n 1iliardo e 27-1 milioni. In tre anm,
dunque, un aumento del debito propriarnenle detto. per ol~
tre 15 miliardi in capitale e per ollre 7:i0 milioni in mtcress1
annui.
Passiamo ai debiti di tesoreria. Essi al 31 ngosto 191·1
amrnontayano ad un capitale di un miliardo e 3i7 milioni,
cd al 31 agoo;lo Hll7 ad un capitale di 11 milinl'di e mezzo.
Donde un ;i11me11fo di più che allri 10 llliliardi.
J;; opportu110 ossenare che al gl'andc acrrescimcn~o dc!
delJtln p11blilico propriamente c]ptto, i pr('sl iti 11az~onal1
hanno co11lri llll ilo con circa <lito miliardi C' rnrzzo, e 1 prc;;lili all'c,.;lr1•0, sc11 1prc fino al 30 giugno 1 ~) 1 7, co~l cir~<~
cinq11c miliardi <' 303 1ui lio11i. Per riò rlic rig11:1rd:t 1 dcbd1
di t<:>so r eria. pu l'l roppo vi concorrono i biglieli i d i Sta~~ per
oli re un mili<mlo e i bigliel i i d i Banca per nitre d1 1c m1ltard1
e GOO lllil ion i. Hagr!'i11ngiau10 così, ben ll'e mi liurrli e mezzn
d1 sola circolazion<' per conto dello Staio.
I~ q11esla la forma di debito che più costa al Paese. Essa
11011 pr11'la, n rpiasi, intereso;i, ma conlrilrniscc --:- non c~rlo
ne è l'unica ca11sa - al fortissimo rialzo dcll'agg10, e qurnd1
<il rial7.o nel prezzo delle merci importale dall'e_slero ..
niassmuendo. onorcrnli colleghi, il totale dei nuovi debiti accesi dal giuuno 1914, incluso l'onere capitale pc~' le
pensioni ed il 1>ro6abilc aumento in qnesli nltirni mesi, s1
PleYa a ben trcnlatre miliardi.
Sommando il debito che csisteYn prima della gue!'l''.l col
debito poslcriorr, si mrira a ll a conclusion e c.hc oggi 1 debiti dell o Stato in cifra tonda ammontano a circa quarantanove miliardi.
Se fosse rnro - io non l'ho mai creduto per le ragioni
g ià esposte - che la r icchezza cl cll'Italia ammon tasse .a soli
no\'an la mi liardi bisognerebbe r itenere che più dPlla mcU1
della ricchezza n'azionale fos&e già ipotecata eia debiti (Com112cn/i).
L 'aumento del carièo tributario .
S i è \ islo come il Governo abbia pro\' ed uto in linea
tecn ica al scnizio dei debit i : esso ha acnesciute le entrale.
Orbenr, poichè il GoYerno ha aumentalo a tale scopo le
imposte, quale è l'incremento della pressione tributaria che
il Paese ha suhìlo in cp1esli tre anni?
Secondo i soliti conti del Tesoro, mentre nel!' onno
finanziario 1913-1914 le entrale cfietliYe ordinarie, cioè le
imposte cù i redditi dei servi zi pubblici, ammontavano a
- 10due mi liardi e mezzu; nell'anno 1916-li &alirnno a circa
quattro miliardi e mezzo.
Dunque il nostro Pae::.e ha sopportalo rn tre Hn111 u11
aumento di pressione tributaria, pari a ben d 11 c miliardi.
In altri termini, le imposte sono cresciute in tre <11mi di ben
11 ii per cento. Queste cifre irnpone11ti dimostrano • sì la potenzialità economiça del nostro Paese ma accrescono
anche la responsabilità del Governo.
'
La guerra e la finanza di class~ .
È lecito ora a d un part ilo come il nostro por&i un a domanda, tu tt'altro che accadem ica: m q11ale m isura hann u
conco1·so a questi oneri le -classi a bhi rnli e le non abbienti?
Come imposte che colpiscono più sperialru cnlc la prop r ietà si possono considerare le i 111posLc di re t te, i centesimi
di guerra, le imposte sugli extra profilt1 r sulle esenzioni
dal servizio militare, e .le tasse sugli affari. Ebbenl'. gli abbienti, sopra i due miliardi giù accennati, pagano i08 lllilioni. II resto e cioè 1,2?0 milioni colpi<;cono- i cnnsurui :
\'ale a dire la gran massa laroratrire <' ro11s11mat1·ire. In
cifre proporzionali, la proprietà ha ..;11hilo un a11m~11to d1
oneri del 37 per ce n to : il popolo consumatore 1111 a n menl<•
di oneri rle l 63 per cento.
Ecco. in regime di classe, la finanza clrmocrat1ca della
guena (Commenti).
.se anche si usassero calcoli più approssimati vi, la conclus10nr rester eb be, qnando si \'Ululasse chr, n on dico tutta,
ma certo molta parte delle imposte dirette, per il giuoco
della r ipercussio ne dei tr ibuti, in ultima ana lisi a nch'essa
si scarica sui consum ator i, sotto forma d i a u me nt o dei fìitti
e de i prezzi.
La guerra ~ la riforma tributaria.
~Ia, ollrechè d i clas&e, la politica fi nanzia ri a e tributaria del <~oYerno è stata specialmente spereqnatrice e vessatoria.
.
Sin da r11iando ebb i l'onore di parlare per Jr prime rnlte
in questa Cantl'l'a - l'onorernle (;ioli tt i <'l'a a ll ora polc n tiss11no, e non poleYa parere ing-en<'1·oso l'o111 lrnlle r lo a viso
aperto - io ebbi a rimpro\'erarlo perchè non aYe\ a adoper~to re~ l men te la sua grande i.nfluenza personale allo scopo
eh real izzare c1uella famosa riforma tribu taria c he facern
pnre cli sè rnsì bella mo&tra nei suoi discc1rsi ~l c l tor<ili. Tn-
11 lend 1auwc 1 Jo 11 011 'oglio esage r are, ni· ho urn1 esagera Lu,
come 1.ta fal l o, a parulc, la democr azia, l'importanza di una
riforma tributaria. Xessnna rifor ma tribu ta ri a, per quant"
radicale, polrù m ai imped ire che tutte le classi pagh111u a
caro prezzo una politica la qua.le sia sproporzionat.a alle
forze reali dcl Pa<•se. Così come nessuna riforma trib u taria,
per quanto audace, potrù mai e\'itare che, atlNlYcr so il fenomeno della ripercu ssione, i ricchi :icaricl1ino su i con·
sumat ori g r a n parte dci n uovi oneri. Tuttalia u na riforma
tributar ia, falla q mllldo po teva e dornrn esser fa tt a, c io(·
ue l periodo delle ,·acch e g rasse, a llorch è si arernno llolern l i
avan zi drl b ila11cio, u 11a tale riform a, se avrebbe pot uto cssC" rc strum ento immediato cli mi n ori s per e qua zi o11i e di rn aggiori sc mp lifi cm.. ion i, sarebbe a nche di ven tala sopral1lllo
str um en to fu lurn di p ossi bili alle~gerimen t i dci consu111uln ri , C' di maggiore clasli ri là fi nanziaria per i conlribnc11ti
l' per lo :-;fesso bi lan cio del lo Stato.
L'onor e,ole .\leda, che per sonalmente è uomo capacissimo, ha deposi lato nelle m ani, n on so quanto, oggi, sicure,
dcll'onorcYoi<' p1·esidenlt' del Consig lio, il libro sugg<'llato
della sua riform a tributaria.
Se essa conispond esse a quel tanto che se ne è letto sui
g-1ornali, tec n icamente presenterebbe alcuni lati noteYolis..;1mi . Ma realizzare oggi, anche dato che fosse possibile,
una riforllla tri b utaria, oggi che non si è più in tempo di
fare una politir,'l di a ll eggerimento dei consum i, signi fì ca
dare al Paese non più nna rifor m a sociale, come auebb r
potuto essere, in alt r i 0 m ig liori tempi, ma una riforma mer a mente fisca le.
Sn qu esto p unto n on voglio ahusare della vostra p.azien za ; ma in sede più opportuna anò occasione di dimostrani qu an lo la man can za cl i strumenti tec n ici adegnali ,
man ca nw che è colpa collettiva cli t ut ti i Governi precede nti, abbia esacerbat o le condi zioni d ei contrib ue nti cl i
tutt e le c lassi cd accresciu to sper equ azio n i e in g iusti z ie.
La duplice responsabilità del Governo.
Consentitem i p i nl loslo c he dalla quest ione finanziaria.
sostan za de lla situazion e presente, io tenti di sali r0 a CJ11:1lche co nsiderazione' di politica generale.
Due, secondo no i, son o gli ordini principal i cl i rcsponsabilit:'1, che grarn 1111 sul Gowrno italiano e sullr classi d irigen ti dcl nostro Pnesc. L'nn a responsabil itù è F-peci fka,
e r iguarda il l<'mpn, il m odo, k con dizion i da yoi ndn tt a ft'
per rcalizzarr la politica dcll'i 1itencntn dn '"i crccl11tn la
l:! --
migli?re; l'altra responsa~illtù è d.i c:1ralte!·(: più 1;1:11t'ralP
e s1 riconnette al si:;tema y1gentc elci rappurl1 111tcrnaz1oual1:
sistema del quale l'intenenfo italiauu è Ull episodio, sia pur
furse, alla lunga, ineYilabile.
I gravissimi errori nella politica dell'intervento.
;\un rnglio 11m discuter~ la. spiegazione :->_lonca della tc,,1
dcll'intenenli> dello Stato italiano nel confllllo, allora prc~
\'alentemcnle europeo, oggi mondiale. Ebbi uccasiunc d1
esprimere al proposito la mia opi11i11111• p(•t·sonalr mollo 111
tempo, e cioè sull'1luanli .' dcl 1° settembre 19!·1. ì\lantcngu
rccisnn1e11lr quanto cl1ss1 fino da allora. 1la d11 · · pur 1·e11clcndosi couto in linea di fatto, delle· C'<lll'i<' che a\'l'cbbcrn
111clollo le cla~si dirigenti alla politica ddl'inlcr\'er!lo .-.s1
oppose in tempo al facili,.;1110 i111 adcnlt', e cercò cli n_chia 111are !"attenzione della Camera e del Paese s11 taluu1 de~
problemi economici e fìnam.iari e s11 talune· q11c:,l!<rni degli
approniqionamenti. che l>isoi,rm11 ~! affrontare rad1c~lrncnll'.
prima ancora della nostra culrala tll guerra, e sriccwlm~nte
1n Yista di cs«a: chi combatlt'. sul l1'rrcno tecnico, le tllu"iuu1 snlla guerra di pochi mesi e d1 pochissimi miliardi ,
,.;11lla grande ora di certi Stati balcnniri, sulla Yalan!!'a !'llssa.
"ul rapido affamarnenlo della 1_;crma11in, P Yin (~icf'tHln, og_g1
ha diritto di respingere J"acCU'-a di \o\pr,,j S('J'\'ll'C dcl facile
senno del poi e di affermare ancorn 1111a \'nlla chP n~ssun
rapporto necessario esiste tra la lc,.;i tendenzia le .c1e11:1111er~
\enlo, e il modo, il tempo, le condizioni con c.111 Y01 ed 1
Yuslri predecessori la traduceste in pratica.
. . .
Questi gnnissimi errori di tempo e di cond1z1om non
sono l'effetto necessario della tesi dcll'intencnlo, sono purtroppo l'effetto necessario della \ostra, di1·ò così, scarsa
preparazione.
L'artificioso
alibi degli interventisti.
Oggi i responsabili dei più gravi erron tecnici e della
assurda Yalulazione prevalente in quell'epoc~, tendo_no a
crear"'i un alibi audace, e dicono: Bisognava mlel'\'enir~ al
più presto, perchè occo1TcYa sah·arc la H11ssia, e qurnd1
l'Intesa.
.
Risponderò con le stesse pal'Ole chP ebbi l.' onore di
pronunziare in. questa Came~·a i~ una mcmor~~btle d1sc\1Ssione. «Come c1lladrno d'Italia m1 auguro che 11 no_slro tntenento ahbia arnlo, in linea di fallo, il massimo risultalo;
-
13 -
nta pers•malmculc penso che non si possono giudicare gli
11<J1niui di r:O\crno e le classi dirigenti da quello che è a11c11uto contro le loru fll'e\ isioni ed i loro giudizi. ì\oi dohhia1110 1al11tarc gli uommi in base alle pre\'isioni <' ai giudizì pC'i quali realmente si. mossc1·0:. Ogni azione umar.i a,
qualunque pssa sia, rletcnruna u~ eftcll~;. cd anche un rn,IPnenlo prematuro e s<1lto lui l1 gli aspetti _1mprepar~llo, puo
'-t'111prc giu1are agli alleali . .M;~, q1w11rlo 10 de\'O g1ud1_carc
In c<1pactlit dcl GoYcmo a cr1ns1dcrare la realtà della s1luazio nl', dc•vo osscnarc che non c'è nessun (;o\'erno al mondo,
che s1 1n1101·n per "alvarc coloro che sono in pericolo di naul'rngar<'. La 'erili1 ,·era (• questa: che se \I Uo1cri:i9 è. scese~
in gucna ne l maggio, si era impegnalo s1110 dagl i 11.ll1m1 cli
aprì!<» c non si sarebbe impegnalo all<_ll'<.l, se, dalt 1 suoi
l,!l'a\'issimi errori di apprezzamento lcc111co, non avesse c_rcdulo di potersi assoriare. con una brew~ guerra, .alle rapide
forluHc dcll'Jntcsa "·
011orp1·0Ji colleghi. due soli dal! di fatto ricorderò, che
depongono rcc1samc11tc contro il GoYel'nO.
li primo è q11csto. L'on. Sonnino è pc~·so:ia tropp1J dcl!!Hl !lo dico con profouda cd anlica c<m,·mzwne, per tentare giuorhi Yolgari. Ebbene. J'u1tii:i1a pari<' ciel Liuto Fudr
contiene ntrì telegrammi, in cui s1 accenna al pcrt'colo che
la Hussia dccisamPnte Yincitrice obblighi l',\ustrw ad una
pare separata, in modo rhe que,;la sia J?Oi più libera di difendere contro di noi IP sue fronl1crc. E <Jllf'sto dunque un
indizio sintomatico rhc il GO\·crno si impegnò allora, non
giù per salrnre la H11ssia, ma per sa!rnrsi dai su<:?i suc<:,ess1
1·itcnuli clc fìHi livi, ('per non perdere ,i! .c1:cduto 111l1mo. treno~
:\on basta. Si IPgga la (;w:::ctlrt l //1rntlc d~ll. maggt<:? 191.i
111 poi, pc1· due o tre mesi, e si YCdrù che tull1 1 dccre~1 luogotencuziali emanati allora rccarnno. q11cslo .ternllnc_ di tem~
po : fìno al 31 dicembre 1915. Percile oggi , 1111cce, 1 decreti
luogolcnenziali riguardanti la gucl'l'a portano un altro termine: cli tre o di sei mesi dopo la fine (quando Ycrrà) della
guerra? Evidentemente il Governo credette a llora che l<i
11oslra guerra e la stessa guerra mondiale. a1esscro polntci
concludersi prima della fìne del 1915.
La politica degli approvvigionamenti
conferma gli errori degli interventisti.
Dati lalt crilcrì, si comprende allvra anche uua politica
granaria quale fu !fUella del ministro di agricoltura. pred~­
cessore dell'attuale ministro: politica errata, ma difesa m
-
quel tempo anche dal nostro oltuno Canepa, il <Jliale do' e' a
poi.' ch~all'.a.to ?-d .alto uffi:cio, con:,,tatarne e sco~tnrne gli
1rr1mediab11I efletl1. Da noi allora, e per sole cons1clerazioni
tecniche, si chiedeYa la testa ùel ministro. ottimo, rispettabilissimo, ma incompetente. (Irzterr11::io11i del deputato C11rzcµa).
Parlerà dopo, on. Canepa. L·ou. Cunepa, che {'hiuma\ a
allora la nostra preoccupazione piccola cosa ha Yolato per
la politica infausta dell'on. CaYasoln....
'
CANEPA. - Di fronte alla guerra, era mio do\ eJ'<' !
(Cvmmenli) .
GRAZIADEf. - Eran:tmo allora nel febbraio 1915 e si
di&cu.leva, sul puro terreno lecnico, degli approvvigionamenl! granari, che tanto più doYcrnno interessare i fautori
della guerra. Oggi l'on. Canepa è anch'e&so responsnbil<' di
quegli enon tecnici, che, ripeto, non htrn110 nulla a che
Yedere con la tesi clell'interrnnto, ma hanno a che Yedere
col fatto di 1111a <'.omunc impreparazione.
G li errori del Govern o germanico e di que llo itali ano.
Oggi i responsabili di tanti e grm issi mi errori tecnici
i quali nulla per sè &tessi auebbero a che Ycclere con In
tesi clell'intenento - cerrnno cli prepararsi un altro alibi.
E l'un. :.\ilti nel suo discorso a compensazioni, in cui doYeYa
dolc1ficarc tante amarezze, ha creduto opportuno associar:;1
ad un tale lcnlatirn.
dice dnnqu~: In questa f.Sucrra tutti
hanno sbagliato. Lo Stato germarnco non credcrn forse eh
andare a Pari15i in pochi giorni e di Yincrr<' la g11ena in
tre mesi?
l~ vero. È da considerarsi come 11na gl'ande fori tuia cl)('
anche lo Stato. germanico a!)bi.a sbagliale le SII<' previsioni,
e che non abbia potuto realizzare i snoi piani politicamen!<'
inaccettabili da chiunque.
L? Stato germnni.co ha commesso, prima rhr la guerra
scoppiasse, e qu1~d1 111 rapporto ad una gnerra non ancora
111 ::.v!luppo, f?l'an c~TOJ'I, sopi:atutto di. natura psirologica,
perchè, per I cccess1rn orgoglio teutonico, ha ritrnnto che
pochi Paesi avrebbero osato opporsi alle sne sopraffazioni.
Però la responsabilità delle classi dirigenti ilnlianr r d<'I
( r0Yel'110 i_tal~ano "·molto m~ggiore, in Cj11(1J1fO \'Oi UY()f(' ;1\ U(O
ncn:e me~1. <h. tragica. csperrenz<1 per poter gindirnrr i rnrattert IC'cn.1c.1 d1 qucs!a. gnena" comprendere il problema degli
<t!JP!'o\'ng1011arnent1 e la sua 1mp<irtanza, valutare l<l più prohabil.r .du_rat.a. dcl tremendo conf1ilto. n!'nrl1{', dnnrjtl('. in
rond1z1on1 d1 fayorf', troppo pocn, e mak, a\'cle , ic;to <'.pro,·Yetluto.
SJ
15 -
14 -
Le cause prevalenti della guerra mondiale,
ed il p resent~ sistema internazional~.
. .\la, OllOL'P\ ol 1 <'ollegh I Cd è '(llC!-.l<t r11Il11t1a pal'le dcl
1u111 d1sc111·so), 1111 allra responsabil1tù i11co111lw sul CIJ\crno
ilali_a110: 1yspos;diilil:'t, per giudic'.lre. la qualt• nnn dobbiamo
pPt'o t·ons1dnan· il solo GoYerno tlahano, ma !11tti i (;oyerni
d ' Europa, cd il t'o11gegno dei loro rapporli. Saremmo inrero
l1ll'lltal111e11te disonesti e per di più anti-i11ternazio11alisti se
1·1Lenessin10 d1c il (;orerno italiano i11 qual.-.iasi <'a.c;o fc~sse
stato se1t1pre libero nei propri all1.
Orbene, onorernli colleghi, q11alunq11e pulessei·o essere
le spiegazioni -.!ol'il'11r e tecnirhc di un inlel'\'Clllo fatto in
a ltro momento e con ben altra preparazione; a111mcllcnùo
anzi, C'lw ad u11 cerio istante esso a\cssc potuto considerarsi
inevitabile, dali gli odierni 1:apporti internazionali; come
socialisti noi acet1siamo Yoi e tutti gli altri <;cJ\Cl'lli d'Europa
di una medcsimn e comune responsabilità.
.
Al di sopra delle particolari specifiche colpe della. Ger111an"t e dell'Austria (specifiche colpe che 1101 nou abbiamo
mai negalo, e che nbbiam<J, anzi, ,;empn• condannato, talchè
-.ia1110 s!nli i più implacabili accusalu1·i d1 q11ci socialisti tedeschi che se ne resero indirettamente solidal l), pesa su lutti
i (~orcrni e su tutte le classi dirigenti d!'ll.E11ropa e dcl
111011clo, una cum11ne e t1·emenùa respunsalJilitù. La I ;ermania
e l'Auslt·ia si sono as-;unte la responsahititù ben determinata di accostare il fìammifern alla poheriera: 111a la pohe1·1<'1·a c'el'a nuche prima, ed era opera di t11tti mi inclistintallll'llle. (lnlerru=ioni).
Era opera di due grnndi fattori: del cara.llC't'e politico di
!11t\i gli SI.a.ti d'Europa, che sono nelle mani cli classi priYiIC'g1ate _pol1t1camente od economicame11te, di cla.<;si, quindi,
le t[11alt male rappresentano gli interessi più larghi e dura~un dcli.a col.lell1v1tà; ed anche di un sistema dci rapporti
1nternaz1011al1, basato sulla concorrenza anarchica mirante
alla polenza 1rn1'.amentc materiale, ed n.' ente per 1~1ezzi (mi
si perrnelta cli dirlo, anche se tanti eroi cadono) la Yiolenza
e qualche Yolta la frode.
L'esperienza della guerra conferma le previsioni
e le dottrine socialist~.
. ~oi riteniamo eh~. finchè a capo degli Stati d'Europa
111narranno queste minoranze, pericolose c;in per il pri' i-
'
- Hl Irnio politico cd economico, sia pn qurlln sollanlo rr1inn
mfco· finchè ali Stati o i gruppi di Stnti -.1 faranno la con,
..,
'
.
I I
correnza che- si fanno ura, la guerra s_ara .:-.cmpn:. lt1 • '.l <'
circostanze, una conseguenza nccess:11·1a d1 tali I ,oy~rni. "
di tale sistema di !'appurti internazionali .. Quello che' 01 chw
1mnntt> con lc.rv:cra affermazione, l'cqui!IIJl'IO europeo, rh<'
cosa e{·a, se 1H~l il fragile ponte su11::1bisso?
Sempre i socialisti pi_ù aulore~·ol! pr~~e11l1rono e lJl'<'dissel'o che, dati i presenll rnpport1 d1 polil1ca rstcra e data
la composizione odierna dev:li Stati, la guerra sarrbbr chrenula inc,itabile.
Il 24 norernbre 191'.2, mentre infuriarn la pri111a guerra
balcanica si raccoglievano a Basilea, sollo la rnlln solenne
cli una meravigliosa cattedrale, i p r 1ncipali 1·upp 1·csc11tanti
del socialismo europeo.
In quella riunione si Yota\a un ~mlinc .dcl gior~10 nel
quale si clict>rn fra l'altro. «I g~·and1. popoli .e11r?pr1. sono
costantemente messi sul punto d1 'Pnn· gettati gli 1rn1 co,nlro· gli altri ... . La crisi dei B<~lcani direrrrb.lJ~', ,gcnerall;;zandosi, il più spaYentoso pericolo per la Cl\'Il la r per il
proletariato .... ».
;\'ui socialisti, dunque,. ril~niarno che la "tt:ss:~, esp(:rienza di questa g-uerra abbia dimostrato anche :11 p111 ostinati la innegabile bontà della nostra tesi fondamentale: e,
cioè C'hc simili disastri non saranno e,·itabili, fìno a chr
non' si saranno ottenute profonde modifìcazioni nella composizione interna dei singoli Stati.. e fìnchè non si sarà raggiunta una profonda trasformaz10ne del presente s1stem:1
dei rapporti internazionali .
-
17 -
, iH'nzn di pop1,Jazio11i miste, come di qll(•l!t' fPderazioni
ltnerc, le quali, se siauo rnramente libere, non possono non
riscuotere in modo particolare la nostra simpatia d1 inlPr11azionalisti. Dico: se 5iano libere, perchè noi di:-:-ling11iarno
fra le fcderazirllli libere tipo nord-americano, cle\cl~co e inglc::.t', e le federazioni 11011 libere, tipu aus!ro-n11~nr1cn.. .
;\'ui siallln intc·rnazionalisti, 11w non rimiro le \az111111.
bensì anche pl'r le \azioni, giac~hè_ ritc:ni~mo d1e l'uni.e()
nwzw per tutelm·c durc_rnll_ncntc 1 dll'lllt d1 tutte Il' naz1011alit~1, piccole e grandi, sia proprio quelle~ d1 crral'e un
sistema che tali diritti disciplini cd nnnomzz1 sut~o pr111cipi di più larga giustizia, e per interessi più \asl1 e' permanenti.
S tato ~ naz i on ~ .
,\ycndo questa concezione, noi cli5ltnguiamo, nei limiti
creali dalle necessità, lo Stato dalla nazione.
La nazione è un fenomeno immanente, la cui trasformazione e la cui coordinazione con le altre nazioni r!cl1ie~c
11n più lungo processo storico. La politic.a clPgl~ Stati rar1<1,
111yece, secondo gli interessi delle classi che II g?Yernano.
Soi, ari esempio, riteniamo che I~ Stato gcrfl'!an1co :1Ji!)1a
tradito gli intc1·essi Yeri della naz10ne g;~r111ar~1c~. 111:-1 !·1teniarno anche che gli inleressi della nazione 1lallana ~1an~
male interpretali dallo Stato italiano: il q~rnl<>, non solo e
in mano di una minoranza, ma d1 una m111oran1a, la cui
scarsa preparazione tecnica ha dato i risultati chr ha dato.
(Commenti).
Il Socialismo ~ il pri ncipio di nazionalità.
Nazionalità ~ nazi onalismo.
Noi socialisti, per antica e co&la n le clollri na, abbiamc!
sempre riconosciuto il fatto storico del le nazionalità, e glt
stali di necessità, che questo fatto determinano. "la per noi
il fallo storico delle nazionalità non è se non un caso s1wciale e rorrei dire, senza ombra di offesa al sentimento c~i
alcu no, un caso particolarmente localista, per quanl~ st.01:1camente importantissimo, cli un processo e di un prtnc1p10
ancor più larghi ed umani: processo e principio che furono
affermali in recenti consessi socialisti, da voi erroneamente
accusati, e che ancora una Yolla suona cosl: ogni popolo
ha diritto di disporre di sè medesimo liberamente.
La comprensivilà più alta e morale di questa fo1·mola
è tale, da .abbracciare a n ch e la possibilità, così della con-
Appunto perchè noi siamo internaziona_listi nell'it?tcressc
anche delle nazioni, grandi e piccole, noi combatl1ai:n.o l_e
teorie funeste del nazionalismo: tomba della. pari.e p1u \I~
tale e più nobile ciel principio st<'sso cli nazionalità. Se ' 1
era uno Stato, che avern in Europa più forza per prncl.amar<'
11na cosl nefasta ed immorale dottrina, ~econdo cui ogni
aggregato politico avrebbe d.iritto di espandersi, senza nlcu'.1
riguardo ai clirilli degli altri, questo Stato era lo. St~l.o gei.manico, data la grande capacità tecnica dei suoi d1.r1gent1.
Se dunque, ciò malgrado. il .n~zion_alis~o gcrma~1eo non
raggiungerà, per fortuna, lutti i suoi fim, no~, sarà questa
la sconfìtla del nazionalismo nella sua forma prn feroce, ma
anche più l ogica e più tecnicamente capace?
..
-
18 -
L~ dottrin~ socialist~ ed il president~ Wilson.
Del resto, tranne !'on. Sonnino, che è lrnppn couscrnl.lorc per ammettere certi p_rincipì" lulli i 111agi.;-iori nomini
politici dell'Intesa hanno r1conosc111lo che la lrng1ca cspc1·it•nza di questa guerra è la confcnna d<'ll<' sani' clottrmc
mlcmazionalistc dcl Socialismo.
11 presidente \\'ilson nel suo messaggio ckl gc1111 a10 1917
Mfermarn: «Un giusto stato di spi l'ilo cd 1111 giusto sentimento fra le nazioni sono allretlanto ncccssal'Ì, quanto le
nazionalità. Occorre quindi che il dirillo sia basalo sulla
fo rza comune, non sulla forza individuale, o i ndi~iclualistica,
dci singol i Stati. I GoYcrni trnggono il loro potCJ"e dal consenso di tutt i coloro che sono goYcrnati, e non esiste il
menomo diritto di far passare di mano i11 mano da potentato
a potentato i piccoli, come se essi costituissero un patrimonio prirato ».
I socialisti e la pac~ in concreto.
Onore\Oli colleghi, poichè nulla è più contrario ad una
sana propaganda per la pace, che gli equirnci, le passioni
e l'artificio, determinatisi intorno nlle nostre opinioni, io
, i riassumerò, in questa estrema parte dcl mio discorso, i
nostri c;·iteri sulla pace.
Ho già detto che noi respingiamo il concetto della pace
separala: la quale, in ultima analisi, rappresenterebbe una
delle forme peggiori della pace a rpialunq11c costo. (Commenti).
I recenti Conregni Socialisti, da \oi. imolontariarnentr,
spero calunn iali, hanno affermalo il nosti·o desiderio di
una pace rapida, ma senza ~nnes~ioni :. formul.a 'Jllesta che,
specialmente nel momento m cui re111rn lanciata, suonara
particolarmente a favore della libertà dcl Uclg10, e qumd1
anche contro le mire dello Stato germanico.
Il concetto della nace senza mrnessioni, cornc è stato
formu lato anche da tin Gorcrno allealo, significa dunqlll'
che si respingono le rere annessioni 11cl senso ordinario
della parola: le quali consistono nel fur passare, come il
presidente \.\'ilson lament~va, territori e parti di p<'polo
da un Gorerno all'altro, contrariamente alla YOlontà clegll
interessati. Ma noi non chiamiamo annessioni, nel senso
tradizionale della politica territoriale degli Stati odierni,
quelle che siano le libere aggregazioni, quelli che siano i
li beri riassestamenti. (Interruzioni - Commenti).
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19 -
La guerra e la giustizia internazional~.
Pc15onalmente io penso in linea di fatto che, nel presente -;islcma dci rapporti intcrnaz10nali, la guerra possa
arerc la funzione negatirn d'impedire il prevalere dell'mgiuslizia altn11, rua non que.lla. p~sitiya di creare. una rcr.a
e prop1·ia giustizia, giacchè i "!nc~tor1. ~el ùomam ~etc_rm1nerebbcro alla tor ,·olla altre 111giust1z1e nel propr10 mtercsse.
l\oi dunque riteniamo che ~a g.u~rra, per sè, non poss.a
dare al mondo la somma di giustizia desiderata per tutti,
e che un riassetto internazionale veramente organico, equo
e completo, così per. i g~andi co~e per i p i ~coli, no.n ~o.ssa
aversi se non si mutmo i presenll rapporti 111ternaz10nah.
Noi perciò diamo. t~n valore relat.irnmente scarso alle
modificazioni tcrritorial1. Mirando noi sopra tutto ~ un~
trasformazione morale e giuridica dei presenti rapp~rti d~g~1
Stati delle due l'una: o questa trasformazione YOt, nei hm1ti 'dei \Ostri interessi di classe, potrete dare all'.atto. d~ll~
pace e allora IP. garanzie strategiche e i confini m1gl1on
ananno un valore modesto; oppure non potrete o saprete,
e allora onorc>oli colleghi, quale decisa importanza potranno àvere· i confini rettificati, .agli effetti di una vera tranquilli là fulura?
Siamo e resteremo per l'Internazionale.
Noi qumdi, ùa questi banchi...come dai banchi .si~ilar1
ùi tulli i Parlamenti d·Europa, d1c1amo al Governo italiano,
ma diciamo contemporaneamente a lutti i Governi: Non
dimenticate che l'Europa difficilmente potrà, dopo la pace,
sopportare l'onere enorme degli interessi dei debiti pubblici da \'Oi creati, e, peggio ancora._ tollerare le conseguenze
di una nuova gara negli armamenti.
. . ..
Se voi saprete dare al mondo u'.la pace .che, n!'li !~miti
della vostra costituzione di Stato, dia a tult1 sufficienti garanzie, l'Europa potrà for.se ripre~dere il suo ~ranquill<?
cammino. Se no, onore\Olt collegh1, è da temersi da tutti
che in Europa, dopo la guerra, .si assista a moYimenti politici tali, per cui quelli cieli~ pnma metà del secolo scorso
possano parere cYenti trascurabili.
Comunque, qualsiasi cosa mi fac~iate, qualunque sia la
politica interna che voi adotterete, noi possiamo parafrasare
oggi1 come parafrasammo ieri, .e come parafrasere~o domani. le parole di un illustre scrittore francese, la cm gran-
,
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20 -
tlczza fu bestemmiala perchè super:n-a di troppo la cupa
ora volgente: «Noi abbiamo ùue cillù: la nostra patria e
la cillù di domani. Della prima siamo gli ospiti, della seconda gli edi fìcatori. Diamo alla prima il nostro corpo e
il leale riconoscimc11t11 dello stato di ncces~llà comunque
dclcrminatosi; ma nulla cli quanto più amiamo, nulla ha
diritti sul nostro spirito . Lo spirito è la luce. \ostro ùo1c.re è innalzarlo al ùi disupr<l delle nubi che tentano d1
oscurarlo. Nostro dovere è di costr11i1·c, r più larga e più
alta, la cinta della gl'undc cillù di domani, in cui dovranno
l'illnirsi le anime solidali dei lavoratori e degli uomini liberi dcl mondo ridiventato civile». (Vivissimi applausi all'Esl!'ema Sinislra).
Mtlann ·- Coopf'1·aliY11 Tipografia 11 ..g!i Operai
\ ia Spartaco, 6.
DOCUMENTI SOCIALISTI INTORNO ALLA GUERRA
l'l{I MA SIWIE.
Contic1ie: ln dr·liliernzionc dcl Co11 \'f'!.!,'110 rii Hril11g11ri; 11 :JL1,
uif0sto 1~ella Dira:r.io11<J del Partito Social1~ta Italiano; la dichiarazi011e rl1illa ;\J 111<11 a11:r.n 'i<Jcialista nnstriaca per eLirct d1
l•'erÌeric11 Acller; 1 discorsi p1·011n11ciat.i alla (\1111Ara rla1 depntnt1 '1'urat1, 'rrev0s, Lncci, ::\Ia:r.zon1, :\lorligl"a11i, l>11golli. lfo11ti11i, ).furµ;ari, Y,ih<Jnlì: uc111chl~ gli appelli 110111imtli.
St1//(J /'.!, OJ11lSCOli
L. 1,SECOXDA SEHfE.
Uo11tie11e la Co1mne1nora:1,io1ie dni So.stri :\f<irr.1 fotta <la
Filippo 'l'nrat.i, e i discon;i pronmH·iati alla ('n1uc:1a dai d('pnt.ati ::\1ocliglia11i, '1'11rat.1, 'l're\'es, Ltwl;i, (; 1•nzindei: Pram"
J•e>lini, Casnlilfi, Cug11olio, Dngoni; ~laf'lì. i1oncl1l; gli ap1 ~Ili
nominali.
Sono a/l;·i 1-2 opusmli L. 1,50
TEHZA. SERJE.
Contiene, oltrP J'a11torlifesa rli Frrleric·o Adle1·: i cliseu1 si
prnnnnciati alla <'n111er;1 dai drpntati :\Iorliglia11i, Tnrnti.
'f'rp\·es, Benr,im, l\[nf'li. C'asalini; 'l'odr>scl1i11i, :\l11snt1i, ':\Iara11·i:.çnn.~, BrunPlli. BnHsi, Houanl ì, l'ncC'i.
1 '2 lljl l(SI'')/ i L. 1,80
I 36 opuscoli L. 4.
<llL-\.H'l'A. SERIE.
ì\. 1. Lu cnsi 1ninisle1·iale e i! 1>ole1·e milifa1'!', diHCOl'HO clell'on. av,-. G. E. l\Iomc.1,1 ' ' ' .
,, 2. La .r;uer1·a e la 1·ea::;ione. diseorso <lell'ou. aY\'ocato <+M;-.;1 zr'o B1·~'.\T1x1 .
L. 0.10
,: 0.10
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