conquiste - CISL Scuola Ravenna
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Mattei, 2 Villasanta (MB). Una copia E 0,60 - Arretrata E 0,82. Abbonamenti: annuale E 103,30; iscritti alla Cisl E 41,50; estero E 155,00; comprensivo di ”Conquiste dei Pensionati”: maggiorazione di E 1,66. C.C. Postale n. 51692002 intestato a: Conquiste del Lavoro, Via Po, 21 - 00198 Roma y(7HA0B0*QNOKLO( +@!#!#!=!& Anno 65- N. 254 GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 2013 Quotidiano della Cisl fondato nel 1948 da Giulio Pastore ---------- ISSN 0010-6348 www.conquistedellavoro.it Ue, scatta il meccanismo di allerta per l’Italia. Barroso: “Governo attui le riforme promesse” Fisco, i conti non tornano N ei primi nove mesi del 2013 le entrate tributarie sono diminuite dello 0,39% rispetto allo stesso periodo del 2012. Una pressione fiscale in costante aumento, dunque, non assicura più maggiori entrate. Nel solo mese di settembre - rileva Bankitalia - le entrate tributarie sono diminuite del 4,9% su base annua. Bankitalia sottolinea inoltre che il debito pubblico italiano a settembre è aumentato di 8,5 miliardi rispetto al mese precedente. Arzilla a pagina 3 Storti a pagina 2 Sanità Sicilia, codice rosso P alermo (nostro servizio) - "Poca trasparenza, troppi costi, troppe clientele. E nessuna strategia d’innovazione e crescita su come andare oltre a una mera logica di tagli a danno dei più deboli". È preoccupata la Cisl per l’emergenza che in Sicilia investe ogni settore dell’economia e della società: dalle politiche sociali alla formazione passando per la sanità. E lo dice, Maurizio Bernava, segretario generale regionale, al convegno Una follia. Come vendere Piazza di Spagna. Così Bonanni definisce la possibilità di cessione delle spiagge ai privati. L’ipotesi, prevista in alcuni emendamenti alla legge di Stabilità, è comunque bocciata dal Governo. Intanto la manovra è all’esame del Senato : tassazione casa e cuneo fiscale i due temi chiave organizzato a Palermo dal sindacato sulle “luci e ombre” della sanità nell’Isola. Un’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte della riforma del settore, la 5 del 2009, che in Sicilia vide la luce quando assessore era Massimo Russo e l’attuale assessore alla Salute, Lucia Borsellino, era dirigente generale. E la Borsellino ha preso parte al convegno, svoltosi alle Palme di Palermo, assieme a Bernava, al segretario del- la Funzione pubblica regionale della Cisl, Gigi Caracausi, al segretario della Cisl Medici siciliana Massimo Farinella. A Barbara Cittadini, presidente dell’Aiop Sicilia; a Giulio Guagliano, presidente del Consiglio di sorveglianza Seus continua a pagina 5 Umberto Ginestra L’AMAREGGIATA Guadagni a pag. 2 ai e Filca hanno hanno avviato un percorso ulla vertenza Heinz Italia Plasmon è staFai e Filca F di unificazione che dovrebbe portare a coHeinz Sil numero to raggiunto un accordo sugli esuberi: stituire nel 2015 la nuova federazione territofinale viene ridotto a 116, per e sviluppo sostenibile, con più di mezzo Avviato riomilione Plasmon, lati gestione dei quali sono stati concordadi iscritti. Ai consigli generali di ieri ha vari strumenti di tutela. “Un accordo partecipato Bonanni, che parla di “tappa impercorso di esuberi positivo portante per la Cisl”. in un contesto difficile”, commenta il segretario nazionale Fai Fabrizio unificazione Petrelli a pagina 5 ridotti Scatà. CURIOSAmente IL BLOG DEL DIRETTORE La tempesta perfetta L a tempesta perfetta si ha quando tutti i possibili fattori scatenanti si presentano contemporaneamente e si sommano tra loro per produrre il più devastante e catastrofico degli effetti; e vanno a colpire proprio lì dove c’è la massima vulnerabilità. Potremmo pensare all’Italia. Ma proviamo per una volta a pensare alla Germania, sulla quale ieri la Commissione Ue ha deciso ieri di avviare un’analisi sull’elevata eccedenza di bilancio, considerata ”ostacolo alla ripresa europea”. Curiosamente Berlino, in tutta risposta, sfi- dando ogni accusa di populismo che sul nostro paese peserebbe come un macigno, si concentrava invece sulla proposta congiunta Cdu/ Csu-Spd di indire referendum popolari sulle principali decisioni politiche dell’Ue, come il trasferimento di poteri a Bruxelles, l’ingresso di nuovi Paesi nell’Unione, o gli impegni economici della Germania a livello comunitario. Davvero democratica come ipotesi. Ma deve esserci altro se Christian Marazzi, professore e direttore di ricerca socio economica presso la Scuola Universitaria del- la Svizzera Italiana, rivela dal sito di Wall Street Italia come la Germania stia piuttosto tenendo nascosta una grave crisi bancaria interna e per questo vorrebbe che la supervisione dei bilanci degli istituti di credito dell’eurozona fosse condotta dalle autorità monetarie nazionali e non sovranazionali. Bizzarro, per chi impone al Sud regole ferree. E c’è di più. Molti siti specializzati denunciano senza mezzi termini l’immensa discarica ”derivata” radioattiva detenuta da Deutsche Bank e l’immondizia subprime nascosta tra gli scaffali e i forzieri delle ban- che regionali legate al potere politico tedesco, citando un’intervista al giornalista del New York Times Michael Lewis. I banchieri tedeschi (definiti sprezzantemente ”gli idioti di Düsseldorf” dagli squali di Wall Street), nel goffo tentativo di surclassare Goldman Sachs, avrebbero con disinvoltura prestato i soldi ai mutuatari subprime americani, agli speculatori del boom immobiliare in Irlanda e così via, per poi accorgersi - ohibò - che stavano collezionando perdite per centinaia di miliardi di $, esponendo gli istituti di credito. Da quel momento in poi la Germania ha cercato di fare qualunque cosa per nascondere la fragilità del suo sistema finanziario, sostenendo complesse creature finanziarie come i vari fondi salvastati, non a caso come maggior contribuente: il governo tedesco versa (noi ci siamo impegnati per 125 miliardi) i soldi al fondo che a sua volta li presta ai governi in difficoltà che a loro volta li restituiscono alle loro banche che finalmente possono rimborsare i loro prestiti alle banche tedesche. E gli interessi sul debito aumentano, mentre in Italia ci interroghiamo sui nomi improbabili delle nuove tasse. [email protected] 2 GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 2013 186mila i lavoratori che benefiCig in deroga, Sroga,ono ciano della cassa integrazione in decon risorse disponibili per circa miliardi. Lo ha detto il ministro del Giovannini: 2,5 Lavoro Giovannini, nel corso del quetime di ieri, secondo cui per il ne beneficiano stion 2013 agli ammortizzatori sociali in derodestinati 2,205 miliardi, più 186 mila ga287sono milioni del piano di Azione e coesioper le quattro Regioni “obiettivo lavoratori. neconvergenza” (Calabria, Puglia, Campania e Sicilia). Nel 2013 risorse C’è poi l’impegno del Governo a stanziaaltri 330 milioni per il 2013, e l’amper 2,5 miliardi remontare totale delle risorse non sarà attualità S Per il Ministro “è evidente che se l’economia non riprende a crescere in modo persistente e consistente non riusciremo ad assorbire tutta la disoccupazione”. Anche martedì scorso, in occasione della riunione a Parigi. Giovannini ha evidenziato come “questa crisi ci lascia un capitale umano depauperato. Abbiamo bisogno di un investimento per ricostituire il capitale umano, che è uno dei motori di crescita, e ho fatto riferimento - ha detto - ad una possibile considerazione di queste spese in modo particolare ai fini del Patto di stabilità e crescita”. Legge di Stabilità. Bonanni pressa Governo e Parlamento: serve uno stimolo forte per rilanciare i consumi erve una terapia choc, non un brodino. Raffaele Bonanni insiste sulla necessità che la legge di Stabilità segni la svolta che era stata promessa. “Ovviamente va bene sostenere i più poveri, ma ci vuole qualcosa che faccia scaturire un’energia diversa per dare uno stimolo ai consumi che ormai sono ridotti al lumicino”, ha sottolineato il leader Cisl in una intervista radiofonica, nella quale ha lanciato in questo senso un appello ai partiti impegnati nell’esame parlamentare della manovra. Ma all’interno della maggioranza delle larghe intese il dibattito resta concentrato sulla decadenza di Berlusconi, che minaccia: se sarà votata, stop alla collaborazione con il Governo. Una posizione che accentua il solco tra falchi e colombe del Pdl-Forza Italia, in vista del Consiglio naziona- “Terapiachoc,nonbrodini” Pronta la spending review di Cottarelli: attesa per i costi standard nella sanità Al centro razionalizzazione e centralizzazione degli acquisti attraverso la Consip le di sabato prossimo. Ma non aiutano il confronto neppure le parole del candidato segretario del Pd Renzi, secondo il quale “i sindacati sono in crisi di rappresentanza e devono cambiare se vogliono sopravvivere”. (Replica Bonanni: “Renzi non ha mai conosciuto il mondo del lavoro dipendente, farebbe bene a partecipare a un corso sindacale. Gli farebbe bene un bagno di umiltà per riuscire meglio ad assolvere il suo compito di politico che intende gestire gli interessi genera- li”). In questo difficile contesto, ieri la commissione Bilancio ha ripreso l’esame della legge di Stabilità. Oggi le prime votazioni. Casa e cuneo restano i due temi chiave. Dichiarati inammissibili gli emendamenti presentati sia dal Pd sia dal Pdl che puntavano ad estendere la no tax area Irpef. Il Governo nei giorni scorsi aveva comunque già fatto notare che non c’erano le risorse per questa misura. Per Bonanni “sarebbe bene modificare la no tax area solo per i pensionati, in modo da equipararli ai lavoratori dipendenti e correggere, così, lo sfasamento che c’è attualmente tra pensionati e lavoratori. Se la no tax area fosse aumentata per tutti crescerebbero i portoghesi, cioé gli evasori che stanno insieme ai poveri e comunque l’intervento costerebbe troppo”. Quanto alla possibilità di cessione ai privati delle spiagge, come ipotizzato da un emendamento alla legge di Stabilità (ma sul quale c’è la contrarietà del Governo), il numero uno di Via Po ha bocciato questa idea sottolineando come le spiagge siano il patrimonio più intimo di una comunità e venderle sarebbe una follia (“come vendere piazza di Spagna”). Sulla questione “non c’è trasparenza, ci sono depistaggi. Il problema che bisogna rivedere la natura delle concessioni, spesso regalate a cifre irrisorie”. E sull’impegno dei leader europei a varare un piano per favorire l’occupazione giovanile, Bonanni ha espresso pare- mensile) aveva fatto sperare che il trend di crescita si fosse finalmente invertito. Il debito, però, è tornato a crescere, mentre le entrate scendono. E cresce anche il partito di chi sostiene che se si vuole che le entrate tornino a salire e che il debito scenda, bisogna prima preoccuparsi di creare la ricchezza, ridistribuendola in modo più equo. re positivo: “Va benissimo ma non basta, per creare lavoro giovanile serve un’economia sana. In Italia, nello specifico, occorre l’alternanza lavoro, scuola, università, ciò che è già realtà in altri Paesi. L’iniziativa a livello europeo così come gli incentivi sono un segno, ma è l’economia buona che assume i giovani”. In sintonia con Bonanni il presidente di Confindustria Squinzi. Che chiede più coraggio e più risorse per il cuneo fiscale, un alleggerimento della pressione, anche sulle famiglie. “Sappiamo benissimo che è prioritario portare l’Italia sotto il vincolo del 3 per cento del rapporto deficit-Pil, ma ci aspettavamo di più, molto di più sotto il profilo delle misure per la crescita. E anche per Squinzi “c’è bisogno di stabilità politica” per superare la crisi e tornare sulla via della crescita. Per il numero uno di Viale dell’Astronomia è poi “fondamentale tagliare inefficienze e sprechi, puntando sulla spending review in modo più serio e puntuale. Solo così si possono reperire risorse senza ricorrere a nuove tasse”. E appunto sulla spending review è in arrivo è il piano del Commissario Carlo Cottarelli, che ha trasmesso il proprio programma al Comitato interministeriale per la programmazione della spesa. Comitato che terrà la sua prima riunione lunedì prossimo a Palazzo Chigi. Cottarelli illustrerà il piano predisposto che, subito dopo, sarà trasmesso al Parlamento. Da questo lavoro potrebbero arrivare le risorse per ridurre ancora di più il costo del lavoro e le risorse per aiutare le famiglie in difficoltà e rilanciare lo sviluppo. Tra i settori maggiormente sotto i riflettori c’è la sanità e l’attesa è per l’accelerazione dei costi standard. Ma nel mirino anche le tante municipalizzate, le consulenze, l’utilizzo degli immobili pubblici. Un ruolo primario dovrebbe essere giocato anche dalla razionalizzazione e centralizzazione degli acquisti attraverso la Consip. I. S. Giampiero Guadagni Allarme Bankitalia: nei primi 9 mesi dell’anno le entrate sono scese dello 0,39%. E il debito sale costantemente L’austerityfamaleancheaiconti Il debito pubblico italiano I dati di Bankitalia Livello toccato dal debito delle pubbliche amministrazioni nel corso dell’ultimo triennio. Cifre in miliardi di euro Cifre in miliardi di euro 2.068,6 2.074,7 2.075,1 2.080 2013 2.020 2.014,6 1.995,1 2.017,6 1.982,2 1.974,7 1.943,4 2050 2000 1.995,1 1.977,5 1.976,8 1.977,5 1.990 1950 1.960 1900 1.930 1850 1.988,36 1.957,4 1.921,6 1.936,2 1.910,0 1.908,6 1.916,4 1.912,3 1.898,1 1.887,9 1.883,6 Lug Ago Set 2012 Lug Ago Set 2013 1.900 1.906,7 1.905,1 ENTRATE TRIBUTARIE 1.891,6 1.870 1.875,3 GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Fonte: Banca d’Italia L 2.060 2.000 1.975,6 1.955,1 2.068,6 2100 2.020,6 2.041,3 2.022,7 DEBITO PUBBLICO 2.072,8 2012 2011 2.050 2.072,8 2.060 2.034,7 conquiste del lavoro quindi inferiore a quello dell'anno scorso. Dal 2014, inoltre, “deve partire il meccanismo dei fondi di solidarietà bilaterali”. Il Governo, fa poi sapere Giovannini, “non emanerà d’imperio” il nuovo decreto ministeriale sui criteri per concedere gli ammortizzatori sociali in deroga. Ci sarà invece un percorso articolato e partecipato con la conferenza Stato-Regioni, le commissioni parlamentari e le parti sociali. E il Parlamento “sarà ampiamente coinvolto in questa discussione”. Le nuove disposizioni, però, opereranno solo per il futuro”. a spirale di austerity in cui è avvitata l’Italia, oltre a rinviare il rilancio dell’economia, comincia ad allontanare anche l’obiettivo della tenuta dei conti. La conferma arriva dai dati su entrate e debito diffusi ieri da Bankitalia. Nei primi nove mesi del 2013 le entrate tributarie si sono attestate a quota 278,593 miliardi di euro, in calo dello 0,39% rispetto allo stesso perio- GEN-SET 2013 278,6 ANSA do del 2012. Una pressione fiscale in costante aumento, dunque, non assicura più maggiori entrate. Nel solo mese di settembre di quest’anno - si legge nel Supplemento al Bollettino statistico della Banca d’Italia dedicato alla finanza pubblica - le entrate tributarie sono state pari a 21,455 miliardi di euro, in calo del 4,9% rispetto ai 22,579 miliardi incassati a settembre 2012. -0,3% su gen-set 2012 ANSA I dati di Bankitalia evidenziano inoltre che il debito pubblico italiano a settembre è salito a 2.068,565 miliardi di euro da 2.060 di agosto. In un solo mese, dunque, il debito è salito di 8,5 miliardi rispetto al mese precedente. Dall’inizio del 2013 l’aumento è stato di oltre 79 miliardi; rispetto a settembre 2012 la crescita è di 72 miliardi. A luglio un calo (di 2,3 miliardi su base 3 GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 2013 global B conquiste del lavoro A Cina, quattro mosse per rilanciare l’economia del gigante asiatico ruxelles (nostro servizio) – La Commissione europea aprirà un’indagine molto approfondita sui rischi macroeconomici dell’Italia, tre in particolare: debito pubblico elevato (133 per cento previsto nel 2013, 134 nel 2014), disoccupazione (12,2 per cento stimato per il 2013, 12,4 l’anno prossimo), perdita di quote di mercato nelle esportazioni. Il Paese, dunque, rimane uno Stato membro sotto osservazione dell’esecutivo Ue, non fosse altro perché, nel suo Alert mechanism report 2014, Bruxelles rileva che “povertà ed esclusione sociale in Italia sono aumentate in modo significativo”. Il debito pubblico, osserva l’Ue “resta una vulnerabilità significativa dell’Italia, soprattutto in considerazione delle prospettive deboli di crescita”. Nel 2012, si legge nel documento che la Commissione ha inviato a Consiglio, Parlamento europeo, Bce e Comitato economico e sociale europeo “il debito pubblico è salito al 127 per cento del Pil a causa del calo dell'attività economica e l'aumento degli interessi passivi”. Per questo, “mantenere un surplus primario elevato è importantissimo per mettere il debito su un percorso di discesa costante”. La perdita di quote di mercato “resta significativamente sopra la soglia diguardia”, e la performance dell’export “compete in modo sfavorevole rispetto a quelle delle economie avanzate”. Il tasso di disoccupazione giovanile e la percentuale di Neet (giovani che non lavorano, non studiano e non fanno formazione) “sono molto elevati”. Alla luce di questa situazione, dunque, la Commissione “ritiene opportuno, tenendo conto anche degli squilibri registrati nel mese di aprile, esaminare più in dettaglio i rischi legati alla persistenza degli squilibri stessi”. L’Italia, sostiene il presidente della Commissione europea, Barroso, “deve completare le riforme promesse dal governo”, approfittando anche del fatto che l’instabilità politica “non ha esposto a rischi i progressi raggiunti”. Con i progressi raggiunti finora, aggiunge Barroso, “si è vista una reazione positiva dei mercati, che ora sono più stabili ma sempre vulnerabili alle azioni dei leader politici, e quando hanno una chiara percezione della volontà dei governi di fare le riforme, le ricompense arrivano sempre”.˘Con l’analisi annuale della crescita, che fornisce agli Stati membri orientamenti politici per l’anno successivo e la relazione sul meccanismo di allerta, la Commissione dà il via al semestre europeo, individuando eventuali squilibri economici e definendo le priorità economiche dell’Ue per l’anno successivo. Introdotto nel 2010, il semestre Dublino, dialogo sociale al centro dell’esecutivo Uni Global Union P roiettare la concertazione e la contrattazione verso l’attuazione di politiche internazionali volte a favorire l’occupazione giovanile e all'affermazione di un nuovo ruolo del sindacato a livello mondiale. Sono questi i temi del comitato esecutivo in corso questa settimana a Dublino di Uni Global Union, il sindacato internazionale che rappresenta oltre 20 milioni di lavoratori dei settori del terziario ai circa 900 sindacati esistenti in tutto il mondo. “Uni Global Union e i suoi prire agli investimenti stranieri, ricoscere maggiori diritti ai contadini, favorire uno sviluppo equilibrato delle megalopoli, lottare contro la corruzione. Sono le quattro linee guida, per ora alquanto generiche, del piano di riforme dell'economia adottate dai leader cinesi a conclusione del Plenum del 18esimo Comitato Centrale del Partito Comunista a Pechino sotto al presidenza di Xi Jinping. Chi si aspettava maggiore chiarezza e incisività forse è rimasto deluso, ma i dettagli del piano di riforma si conosceranno solo nei prossimi giorni. Sicuramente continueranno a diminuire le restrizioni agli investimenti, anche stranieri, e il Paese continuerà sulla strada delle liberalizzazioni. Ma il Plenum ha ribadito che “l'incoraggiamento e il sostegno” al settore privato deve comunque rimanere nei limiti imposti dal “ruolo di guida delle aziende di stato”. Al settore agricolo, penalizzato negli ultimi decenni, verranno garantiti maggiori diritti e ai contadini saranno concessi diritti di proprietà sulla terra, finora posseduta solo collettivamente. Grande impegno sarà ancora profuso nel monitoraggio e nella lotta alla corruzione, vera piaga della società cinese. Avvertimento di Bruxelles: “L’Italia deve completare le riforme promesse dal governo” IlBelpaeseappesantito dadebitoedisoccupazione Ue assicura che gli Stati membri discutano i loro programmi economici e di bilancio con i loro partner in momenti specifici dell'anno, consentendo loro di fare osservazioni sui programmi degli altri e permette alla Commissione di offrire un orientamento politico in tempo utile prima che vengano adottate decisioni a livello nazionale. Anche per i prossimi 12 mesi la Commissione intende mantenere la sua strategia per la crescita e l'occupazione con 5 cinque priorità principali: risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita, ripristino dell'erogazione del credito, crescita e competitività, lotta alla disoccupazione e alle conseguenze sociali della crisi, ammodernamento della pubblica amministrazione. Sul risanamento dei bilanci, la Commissione afferma che “grazie alla tempestività degli interventi gli Stati mem- bri possono rallentare il ritmo del risanamento e puntare maggiormente a migliorare la qualità della spesa pubblica e a modernizzare la pubblica amministrazione a tutti i livelli”. I Paesi con un maggior margine di bilancio “dovrebbero stimolare gli investimenti e i consumi privati, mentre gli investimenti a lungo termine nell'istruzione, nella ricerca e innovazione, nell'energia e nella tutela dai cambiamenti climatici dovrebbero sfuggire ai tagli di bilancio”. Il carico fiscale “dovrebbe essere trasferito dal lavoro al consumo, ai beni immobili o all'inquinamento”. Sul credito, Bruxelles osserva che “il settore finanziario è stato in parte risanato e le tensioni sui mercati si sono notevolmente allentate dalla metà del 2012”, mentre per la disoccupazione l’Ue riconosce che gli Stati membri “hanno fatto progressi per quanto ri- guarda la modernizzazione del mercato del lavoro”, e che il prossimo obiettivo è “aumentare il sostegno attivo e la formazione per i disoccupati, anche con il miglioramento dei servizi pubblici per l'impiego e l'introduzione di garanzie per i giovani, e modernizzare i sistemi di istruzione”. Ora, dunque, la sfida più impegnativa per l’economia Ue è “trovare il modo di sostenere il processo di ripresa in corso”. Domani mattina, intanto, sarà il giorno della verità per la Legge di Stabilità: la Commissione, infatti, adotterà i pareri sui documenti programmatici di bilancio presentati da 13 Stati membri della zona euro (gli altri 4 esclusi rientrano nel programma di assistenza macroeconomica). affiliati tra cui la Fisascat - ha dichiarato il segretario generale Pierangelo Raineri intervenuto nell’ambito della sessione conclusiva del comitato esecutivo -˘ possono giocare un ruolo fondamentale per costruire un nuovo modello di relazioni sindacali dove al centro c’è la partecipazione dei lavoratori e l’effettiva responsabilità sociale delle imprese”. “Questi temi dovranno essere oggetto di confronto a livello globale in tutti i settori del terziario, commercio, turismo e servizi - ha aggiunto - Il sindacato internazionale non solo dovrà divenire maggiormente rappresentativo ma dovrà essere in grado soprattutto di assicurare maggiori tutele contrattuali ed il rafforzamento dei diritti, della libertà e di una giustizia sociale più corrispondente alle reali esigenze dei lavoratori in tempo di crisi”. Francia, addio alla fabbrica di pianoforti più antica del mondo tà Pleyel, fondata nel 1807, aveva chiuso nel 2007 la sede di Alès, reistallandosi a Saint Denis, a nord di Parigi, dove si era concentrata sui modelli a coda di alta gamma con un gruppo di 14 esperti artigiani. “L' azienda Pleyel conferma la chiusura della sua fabbrica a Saint-Denis, che dà lavoro a 14 dipendenti, tenendo conto della situazione di continue perdite e del livello molto debole di attività”, ha spiegato il presidente Bernard Roques in un comunicato. L'azienda Pleyel aveva ottenuto nel 2008 l’etichetta di "Impresa del patrimonio vivente" assegnata dallo Stato francese quale riconoscimento per essersi distinta come società d’eccellenza per il know-how artigianale ed industriale. La costruzione di un pianoforte Pleyel richiede 5.000 pezzi e tra 500 e 1.500 ore di lavoro assicurato da 20 diverse professionalità (liutai, falegnami, pittori, laccatori...), indica il produttore sul suo sito Web. C hiude definitivamente i battenti in Francia la mitica marca di pianoforti Pleyel, strumenti usati da Chopin, Liszt o Debussy, tanto per citare solo pochi nomi. L'antica fabbrica francese di pianoforti, chiuderà la sua ultima fucina a Saint-Denis, 200 anni dopo la creazione del marchio. Pleyel, da cui prende il nome la Salle Pleyel, importante Sala concerti a Parigi, scompare dopo avere prodotto circa 250mila pianoforti in due secoli, vittima della concorrenza asiatica, in particolare di Cina e Corea del sud. La socie- Pierpaolo Arzilla 4 GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 2013 presenti in Italia aumentano e Immigrati, Glisonostranieri sempre più stabili. E continuano a bene” alla nostra economia. È quanto la loro “far emerge dal Dossier statistico 2013: centinaia pagine e tabelle, a cura del Centro Studi e Idos, in collaborazione con l’Unar. Se“dote” diRicerche condo la stima del Dossier, la presenza straniecomplessiva è pari a 5.186.000 pervale rasone,regolare frutto non solo dell'ingresso di nuovi lama anche dei nati in Italia e dei ricon1,5 voratori, giungimenti familiari. Nel 2012 i bambini stranati nel Bel Paese sono stati poco meno miliardi nieri di 80mila, il 14,9% di tutte le nascite. Nell’insietra nati in Italia e ricongiunti, i minori non l’anno me, comunitari sono 908.539. I matrimoni misti conquiste del lavoro dibattito D isponibilità, qualità e sicurezza alimentare sono priorità etiche, oltre che economiche, a livello globale. Nella nostra economia, poi, l’agroalimentare è un settore di punta ma fortemente minacciato dalla crescita dei paesi emergenti. Il mantenimento dell’immagine positiva del ”made in Italy” rappresenta quindi un obiettivo politico e sociale prioritario, che implica una lotta efficace contro l’agro-pirateria e l’”Italian sounding”, cioè la commercializzazione di prodotti che ricalcano le nostre eccellenze senza rispettare la correttezza dei processi né garantire la qualità e la salubrità necessarie, oltre che violando le norme legislative nazionali ed europee. Il consolidamento delle nostre produzioni non può quindi passare per una ”concorrenza al ribasso”, ma deve puntare proprio sui fattori che ne hanno determinato il successo: qualità, tipicità e sicurezza, tecniche di produzione sostenibili, minimizzazione dell'impatto ambientale e degli sprechi alimentari ed energetici, mitigazione degli effetti negativi dei cambiamenti climatici in agricoltura. La varietà di prodotti alimentari italiani è conseguente alle condizioni culturali e naturali che rendono il nostro uno tra i paesi con la maggiore biodiversità vegetale e animale. L’Italia detiene il primato europeo in materia di sicurezza alimentare e vanta il minor numero di prodotti agroalimentari con residui superiori ai limiti consentiti, secondo il ”Rapporto annuale sugli agrofarmaci” dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Un primato che si lega alla crescente consapevolezza alimentare dei consumatori italiani, sia in termini di dieta, sia riguardo al consumo di alimenti a ridotto impatto ambientale ed energetico (prodotti tipici a filiera corta e da agricoltura biologica, Dop e Igv). A fronte di tali indubbi elementi positivi, il settore agroalimentare nazionale soffre della debolez- nel 2011 sono stati 18.005, l’8,8% di tutte le unioni celebrate nell’anno. Continuano a crescere tra i non comunitari i soggiornanti di lungo periodo, autorizzati a una permanenza a tempo indeterminato (oltre 2 milioni di persone), ma crescono anche i flussi di ritorno: complessivamente nel 2012 i permessi di soggiorno scaduti senza essere rinnovati sono stati 180mila. Dal punto di vista dei conti, la presenza di stranieri fa bene all’Italia. Il rapporto tra la spesa pubblica per l’immigrazione, da una parte, e i contributi previdenziali e le tasse pagate dagli immigrati, dall’altra, mostra che “anche nell’ipotesi meno favorevole di calcolo (quella della spesa pro-capite)”, nel 2011 gli introiti dello Stato riconducibili agli immigrati sono stati pari a 13,3 miliardi di euro, mentre le uscite sostenute per loro sono state di 11,9 miliardi, con una differenza in positivo per il sistema Paese di 1,4 miliardi. L’obiezione ricorrente, secondo cui l'integrazione degli immigrati costerebbe troppo all'Italia, non trova riscontro nell’analisi delle singole voci di spesa. Quanto al problema della criminalità degli immigrati, gli stranieri regolarmente presenti hanno un tasso di criminalità equiparabile a quello degli italiani; tra gli irregolari incidono invece molto i reati legati allo stesso status di irregolarità. Agroalimentare. Tipicità, tracciabilità e sicurezza dei prodotti diventano fattori prioritari di competitività Ilrilanciodell'agricoltura passaperlaqualità za strutturale dovuta alla resse industriale alle in- cherà proprio sul livello ni italiane e permettenpresenza eccessiva di im- novazioni di processo e d’innovazione che il Pae- do di superare gli attuali prese meelementi critici, in dio-piccole, soparticolare nella La partita competitiva dei prossimi anni si lo parzialmente sostenibilità. Atcompensata dal- giocherà sul livello d’innovazione che il Paese sarà traverso un mila loro attitudiutilizzo dei in grado di dimostrare nel settore, mantenendo e gliore ne all’offerta di progressi scientifirafforzando la superiorità del made in Italy. nicchia, rispetci e tecnologici, to alla concorl’Italia potrà anMa occorre un efficace intervento del Governo, renza dei grandi che contribuire alche metta a sistema le competenze di enti di gruppi industriala sfida del millenricerca e università nel comparto, evitando li. L’Italia lamennio: ”nutrire il piaduplicazioni e incoraggiando sinergie ta inoltre una neta” attuando forte dipendenuna ”seconda rivoza dall’estero per oltre il di prodotto, in particola- se sarà in grado di dimo- luzione verde”. 50% per la materia prima re a quelle offerte dal strare nel settore, mante- Per intraprendere con grande sviluppo della ri- nendo e rafforzando la vegetale e animale delle cerca biotecnologica e superiorità del made in successo questa strada produzioni agroalimenta- nella ”food science”. Italy agroalimentare, va- occorre un efficace interri e agroindustriali. Infi- La partita competitiva lorizzando la qualità e la vento del Governo, che ne, è ancora scarso l’inte- dei prossimi anni si gio- sicurezza delle produzio- metta a sistema le com- Statuto e Regolamento Edizione 2013 pp. 116 / prezzo di copertina € 5,50 prezzo scontato € 4,40 per ordini superiori alle 100 copie prezzo speciale di € 3,50 petenze di enti di ricerca e università nel comparto, evitando duplicazioni e incoraggiando sinergie e complementarietà, anche attraverso progetti comuni su temi strategici come le biotecnologie, la difesa e la valorizzazione della biodiversità, il rapporto tra alimentazione e salute e l’uso sostenibile del territorio. È inoltre importante indirizzare l’attenzione e concentrare le risorse umane e finanziarie. Francesco Loreto e Mauro Gamboni Dipartimento scienze bio-agroalimentari Cnr Per informazioni e ordini tel. 06 44251174 fax 06 8552478 email [email protected] www.edizionilavoro.it GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 2013 Fai e Filca, insieme per una Cisl più rappresentativa U na Federazione da oltre mezzo milione di associati, capillarmente radicata nel territorio e in grado di aumentare ulteriormente la propria rappresentatività e l’impegno sul fronte della tutela degli iscritti: è quello che nascerà dalla unificazione tra la Fai-Cisl e la Filca-Cisl, le categorie dell’agroindustria e delle costruzioni. Ieri i Consigli generali unitari, alla presenza del se- gretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, hanno sancito il via libera ufficiale del percorso di unificazione, che si concluderà entro il 2015 dopo la costituzione, nel primo semestre del prossimo anno, della struttura associativa con il nome della futura Federazione. “I punti in comune tra le due categoria sono tanti ed importanti”, hanno dichiarato i segretari generali di Fai e Filca, Augusto Cianfoni e Domenico Pesenti. “Tra le affinità ricordiamo una antica consuetudine a vivere pienamente il territorio, una tradizione importante nella bilateralità, la contrattazione territoriale nei settori dell’agricoltura e dell’edilizia, la tutela dei lavoratori precari e di quelli impegnati nelle piccole realtà produttive, il rapporto individuale con il lavoratore e la presenza, tra le aziende dei nostri settori, di multinazionali. Insomma, si tratta di una tutela a tutto campo”. “L’avvio del percorso di unificazione di queste due grandi e storiche federazioni - ha detto Raffaele Bonanni concludendo i lavori - è un passo importante nel processo di riorganizzazione della nostra Confederazione, che è un vero cantiere aperto. In due anni - ha aggiunto Bonanni - contiamo di completare questo percorso importante e necessario che farà della Cisl un sindacato più forte, perché le proprie categorie saranno più forti e rappresentative”. Vanni Petrelli Bernava: occorre una riforma vera, la politica deve cessare l'occupazione militare del settore socio-sanitario TERRITORIO & IMPRESE Sicilia,corsiad’emergenza Segue dalla prima 118. E al leader nazionale della Cisl Fp, Giovanni Faverin. Così, si è parlato di Presidi territoriali di assistenza (Pta); di riorganizzazione dell'assistenza specialistica nei poliambulatori; di 118; di rimodulazione dei posti letto nelle case di cura private e, soprattutto, della pesante ingerenza politica nella sanità pubblica. È il grande nodo da sciogliere, ha affermato Bernava per il quale "la politica deve mollare l'occupazione militare della sanità come di ogni altro settore dell'economia e della società". Perché in Sicilia la politica ha occupato tutto. In questo senso il caso Humanitas, esploso nei giorni scorsi, “è stato la scoperta dell'acqua calda sugli oscuri intrecci politica-affari". Ma il segreta- conquiste del lavoro T orino (nostro servizio). Dal 2009 al 2012 la spesa corrente del servizio sanitario regionale è scesa da 8,5 miliardi a 8,2 miliardi di euro, al netto del valore economico degli ammortamenti. Inoltre, l’analisi dei dati del Piano nazionale esiti (Pne) - elaborato dall’Agenas per conto del ministero della Sanità e che consente di “misurare” la qualità dei servizi sanitari regionali e delle strutture ospedaliere del Paese - dimostra che, nel complesso, la sanità piemontese è di ottimo livello. “Si salvano più vite, ci sono dei tempi di risposta migliori sulle patologie più importanti, e questo avendo risparmiato 400 milioni grazie alla riorganizzazione dei servizi, secondo il piano di rientro che ci è sta- rio Cisl ha anche sottolineato che la riduzione dei costi strutturali in Sicilia va fatta “puntando sulla medicina del territorio per rendere efficienti i servizi dando risposte alla domanda sociale". La riforma della sanità, qui è rimasta infatti una grande incompiuta perché si è esaurita in una mera logica di tagli. Invece "bisogna spostare strutture e servizi nel territorio: costerebbero meno e sarebbero più vicini alla gente". Inoltre, la Regione dovrebbe dotarsi di una "centrale unica degli acquisti". E dovrebbe lavorare per uscire dall’emergenza etico-istituzionale che opprime l’Isola come quelle economica e sociale. Ne è riprova, ha rimarcato Bernava, "lo scandalo del 118 col continuo ricorso ai servizi esterni nonostante il corredo di strutture e personale". Per questo, ha insistito, “in Sicilia c'è bisogno di una riforma vera della sanità. Ma vanno coinvolte le forze sociali. "Una politica degenerata non può pensare di fare da sola". Insomma, nella sanità siciliana brillano delle luci ma si allungano pure tante ombre, è la tesi della Cisl. Tra le eccellenze spiccano il Centro cardiologico pediatrico del Mediterraneo Bambin Gesù di Taormina, le sale operatorie intelligenti dell'Ismett, la chirurgia robotica mininvasiva dell'ospedale Villa Sofia-Cervello, l'assistenza ai midullolesi nel presidio Villa delle Ginestre, la cardiologia di Catania, l'istituto di ricerca Oasi di Troina, la fondazione Bonino Pulejo per la cura dei pazienti neurolesi. Ma sui tanti aspetti negativi, Caracausi è andato giù a muso duro. Incitando la Regione a fidarsi delle parti sociali. E quanto al 118, è un ottimo servizio - ha detto - ma va gestito e controllato. E non è vero che ci sono 600 dipendenti in esubero perché 480 lavorano in convenzione con le Asp e gli altri 120 si potrebbero assegnare a servizi che oggi vengono esternalizzati". Un’immagine emblematica dello stallo in cui versa la riorganizzazione della sanità in Sicilia, per il segretario della Fp regionale la fornisce, inoltre, la vicenda della selezione dei nuovi direttori generali. “Una selezione-farsa” ha attaccato Caracausi per il quale “ora è necessario superare la fase commissariale che rende precaria la gestione delle Aziende. Il governo proceda all’espletamento delle procedure concorsuali entro il termine assoluto del 31 dicembre”. I temi dell’integrazione sociosanitaria, della medicina del territorio e di una compiuta riforma della sanità nell’Isola, toccati anche da Farinella il cui intervento ha preceduto la replica dell’assessore. Che ha tenuto a rimarcare di apprezzare le proposte della Cisl che sono “coerenti con la nostra azione di governo e faranno parte della fase 2 della riforma”. Ma Borsellino ha ammesso pure che "una delle ombre della riforma in Sicilia riguarda la piena attivazione dei Pta, che richiede una programmazione articolata e una riconversione delle risorse umane”. Abbiamo un numero di posti letto in linea con la popolazione, ha quindi aggiunto precisando che “puntiamo a valorizzare le eccellenze sia pubbliche che private”. Faverin ha chiuso i lavori. “Le ombre maggiori della sanità siciliana – ha detto il leader Fp – sono rappresentate dalla mancanza di coraggio. Il settore è potenzialmente in grado di migliorare moltissimo sotto tutti i punti di vista ma finora c'è stata scarsa lungimiranza nel renderlo innovativo. La Sicilia potrebbe essere piattaforma per il Nordafrica ma dovrebbe spendere meglio e puntare sulle competenze”. Umberto Ginestra Il caso. Il governatore celebra la “sua” riforma, Cisl Cgil e Uil non ci stanno: vincono le lobby Sanità,inPiemontesindacati all’attaccodellagiuntaCota to imposto appena insediata la Giunta. La verità è che la nostra riforma funziona e tutti i dati lo confermano”, ha dichiarato alcuni giorni fa il presidente Roberto Cota, presentando i dati ai giornalisti. Immediata la replica delle federazioni regionali del Pubblico impiego di Cgil Cisl e Uil, che attaccano la giunta Cota, accusandola di essere inadeguata a risolvere i veri problemi della sanità regionale. Secondo Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, il Piano socio sani- tario regionale è stato oggetto di mercato tra partiti e lobby. Il blocco del turn over, che dal 2010 ha privato di circa 3000 addetti la sanità regionale, la mancata riorganizzazione e razionalizzazione dei servizi, l’incapacità gestionale, hanno comportato perdite di tempo e di denaro e una diminuzione del livello qualitativo e quantitativo dei servizi. “Il risultato di questa poco edificante gestione - commenta il segretario regionale della Cisl Fp, Gian Piero Porcheddu - è che il governo, con il tavolo Massicci, è il solo vero “gestore” della sanità, il solo che decide dove tagliare e come tagliare e che trova degli esecutori più realisti del re, i quali, invece di applicare il rapporto di 3 posti letto per acuti ogni 1000 abitanti, previsto dalla già rigida norma nazionale, lo riduce ulteriormente a 2,87 ogni 1000 abitanti, con una perdita di 600 posti letto per il Piemonte rispetto alla media nazionale”. I sindacati lamentano la mancata riorganizzazione e razionalizzazione dei servizi ospedalieri e del territorio, la creazione delle federazioni sanitarie - da sempre considerate inutili sovrastrutture e che saranno definitivamente abolite dal primo gennaio 2014, nessuna azione sui costi standard e sulla riduzione della spesa farmaceutica e sull’utilizzo delle convenzioni con i medici di base. “Si tratta - aggiunge Porcheddu - di motivi suffi- cienti, a una classe politica seria, per dimettersi con effetto immediato. In questi mesi noi siamo stati propositivi: abbiamo sollevato i problemi (la ristrutturazione della rete dell’emergenza, la riconversione dei piccoli presidi ospedalieri, la rete dei servizi territoriali solo per citarne alcuni) e abbiamo proposto soluzioni, ma le risposte sono state evasive ed inconcludenti”. L’atto di accusa dei sindacati è la dimostrazione che il clima sulla sanità si è fatto davvero incandescente in Piemonte. “Non possiamo sopportare oltre una tale situazione - fanno sapere Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl - e, pertanto, metteremo in campo le nostre conoscenze e la nostra forza per cambiare il corso di questa assurda situazione che penalizza cittadini e lavoratori”. Rocco Zagaria 6 GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 2013 accordo che salvaguarderà cenEsodati, Untinaia di lavoratori esodati. È quello raggiunto da sindacati e Regione accordo Lombardia per ”tamponare” le ricadudella riforma Fornero sui lavoratori alla Regione terimasti senza lavoro e senza stipendio. "L'accordo per gli esodati - comLombardia. menta il segretario generale della Cisl Gigi Petteni - è una ciambelPetteni (Cisl): lombarda la di salvataggio che permetterà posiad alcune centinaia di lavouna risposta tivamente ratori rimasti senza lavoro nè pensiodi avere una soluzione concreta e concreta nedi poter accedere al loro pensiona- "Abbiamo voluto contribuire come sindacato a creare una risposta concreta per tutelare chi era stato lasciato nel limbo - dice ancora Petteni - In attesa che a Roma si faccia di più per dare risposte utili ai troppi lavoratori lasciati a piedi dalla riforma Fornero, in Lombardia abbiamo deciso di usare lo strumento della mobilità in deroga, previsto appositamente per questi casi eccezionali, con il quale una particolare categoria di lavoratori potrà quindi essere salvaguardata entro il dicembre 2014. È un modo concreto per dare una piccola soluzione ulte- riore ad un grande dramma sociale". Secondo il segretario generale della Cisl lombarda, l'intesa firmata è "un altro tassello concreto e positivo nella complessa e impegnativa azione sul lavoro che come parti sociali e Regione stiamo facendo in Lombardia". "Ma dobbiamo di certo accelerare e impegnarci di più - sottolinea - Come Cisl Lombardia pensiamo che nelle prossime settimane Regione e parti sociali dovranno affrontare nuovi argomenti e nuovi strumenti per dare ancora più sostegno all'occupazione e battere la crisi". Sperimentazioni. Il 6 febbraio l’ufficio seguirà i dipendenti: a casa, in un caffé, dovunque re al sito del Comune (www.comune. milano.it/GiornataLavoroAgile) e compilare la scheda online. Ovviamente per la riuscita sarà fondamentale l’appoggio del sistema imprenditoriale. “Coniugare flessibilità e lavoro e conciliare tempi vita e tempi lavoro - osserva il direttore generale di Assolombarda, Michele Angelo Verna - sono temi attuali e sempre più centrali nella vita delle persone e delle aziende. Partecipare a questa iniziativa è una tappa di un cammino che da anni ci vede impegnati nel fare informazione e nel diffondere cultura fra le aziende. È un’ulteriore occasione per lavorare insieme, aziende, associazioni, istituzioni, per creare una positiva contaminazione del territorio. La nostra città è da sempre all’avanguardia nell’essere fucina di sperimentazione”. È il caso, ad esempio, del coworking (ambienti attrezzati, condivisi da più lavoratori indipendenti gli uni dagli altri). Da luglio a ottobre sono state 130 le persone che hanno deciso di avvalersi del voucher fino a 1.500 euro messo a disposizione da Comune e Camera di commercio per chi sceglie uno dei 24 spazi già accreditati in città. I firmatari del protocollo si impegneranno da qui a febbraio per promuovere la partecipazione all’iniziativa. mento". conquiste del lavoro cronache Comecambialavita seillavorodiventa“agile” M ilano (nostro servizio) - Il 6 febbraio 2014 a Milano si lavorerà in modo diverso. Con tempi e in luoghi differenti dal solito. È questo l’obiettivo, e l’auspicio, di un progetto lanciato e sottoscritto ieri con un protocollo da un nutrito gruppo di promotori (Comune, Anci, sindacati confederali, Abi, Assolombarda, Università Bocconi, Confcommercio, Aidp, Valore D). Quel giorno, in quella che verrà chiamata la Giornata del lavoro agile i dipendenti delle aziende che aderiranno all’iniziativa potranno lavorare ovunque (da casa, da un locale pubblico, da un parco, da una postazione di coworking), con orari elastici. Una sorta di flessibilità al contrario, insomma. Un nuovo modello organizzativo che va incontro alle esigenze dei lavoratori e delle imprese. Una scommessa. “È certamente una scommessa - spiega il segretario della Cisl milanese, Renato Zambelli - anche piuttosto impegnativa. L’idea è di favorire la conciliazione tra vita privata e professionale del dipendente, procurando insieme un vantaggio per l’azienda. Molti studi, del resto, dimostrano che un lavoratore soddisfatto è più produttivo. Questi temi sono da tempo al centro della contrattazio- ne aziendale. Con questa sperimentazione proviamo a spostare l’attenzione sul territorio, per vedere se anche a questo livello può funzionare un modello organizzativo più flessibile. Non sarà facile, ma vale la pena provare. Serve il coinvolgimento di tutti i soggetti in campo. Milano è una realtà complessa: basti pensare che ogni giorno riceve da fuori oltre 700mila pendolari”. Buona parte di questi giunge in città in automobile. L’obiettivo del progetto è anche quello di abbattere le emissioni inquinanti. E di fare risparmiare tempo (quanto ce ne vuole per andare e tornare dal lavoro?). “Ancora una volta - nota l’assessore al Tempo libero, Benessere e Qualità della Vita, Chiara Bisconti - Milano si propone come laboratorio per un nuovo stile di vita. Sarà la prima città in Italia a organizzare una giornata così. Il Comu- e Ial regioLombardia, CislnaleLombardia aderiscono all'apa sostegno della forCisl e Ial pello mazione professionale “Perché nessuno si perda”, dicono no ai tagli promosso da Acli, Cdo e SaDon Bosco. Anche in sulla formazione lesiani Lombardia il settore della formazione professionale è ne farà la propria parte: lavoriamo per fare in modo che tra i 15mila dipendenti dell’amministrazione, tanti (dove possibile) per un giorno lavorino da casa o da dove vogliono. Oggi i tempi di lavoro e di vita richiedono compromessi diversi rispetto al passato, tante abitudini consolidate sono superate o superabili. Favorire questa iniziativa significa pensare a un’altra città, regolare diversamente gli orologi della propria quotidianità”. Alla Giornata del lavoro agile possono aderire aziende, enti pubblici e studi professionali. Per farlo basta accede- chiamato a superare un periodo particolarmente difficile e dalle prospettive ancor meno entusiasmanti. “Incombono sul nostro sistema significativi tagli dal bilancio Regionale, generato in parte dai tagli nazionali, che non assicurerebbero Mauro Cereda il proseguimento dell’esperienza dell'istruzione e formazione professionale della Lombardia, la più evoluta a livello nazionale - afferma Gigi Petteni, segretario generale della Cisl Lombardia - Ciò rappresenterebbe per molti enti l’impossibilità di proseguire sin dal prossimo anno le proprie attività in un contesto dove, rinunciando ad investire nell’educazione dei giovani e nelle attività che favoriscono il loro inserimento professionale si genererebbe una sconfitta sociale di tutti”. 7 GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 2013 Modena, Fonderia S.Possidonio ancora in sciopero. Fim: stallo su negoziato A ncora uno sciopero alla Fonderia San Possidonio, in provincia di Modena, azienda˘con 130 addetti che produce componenti per importanti gruppi del settore auto e moto. Ieri i lavoratori si sono fermati per otto ore nell’ambito di un pacchetto di sedici ore di sciopero proclamate da Fim Fiom e Rsu; davanti ai cancelli si è tenuto anche un presidio. “Il motivo della protesta è sempre la richiesta del contratto aziendale, disdettato unilateralmente dall’azienda - spiegano Alessandro Gamba (Fim) ed Erika Morselli (Fiom) - Le Fonderie San Possidonio sono in concordato preventivo con continuità produttiva dall’ottobre 2009 e fino a dicembre 2014. Da inizio ottobre è aperto un tavolo presso la Provincia di Modena per trovare una soluzione“. A giugno la proprietà aveva presentato alle rsu un piano di riduzione del costo del personale basato sul congelamento di tre anni del premio di risultato, sospensione per tre anni dell'indennità di mansione e slittamento di dodici mesi degli aumenti della paga previsti dal contratto nazionale (complessivamente circa una mensilità all'anno per ogni lavoratore). L’azienda aveva motivato le richieste come “sacrificio momentaneo dei lavoratori”. “Per noi invece - sostengono i sindacati - la logica di una riduzione programmata dei salari, senza alcun riconoscimento da parte aziendale di modalità di recupero, è inaccettabile. Le nostre controproposte sono state rifiutate e ad oggi la situazione è di stallo. Ci aspettiamo aperture nel prossimo incontro fissato il 14 novembre”. Roma. Svolta positiva dopo un presidio serrato e una delibera della Giunta MetroC, sbloccatiifondi conquiste del lavoro vertenze R oma (nostro servizio). Alla notizia dell’impegno da parte dell’amministrazione di trovare i fondi mancanti per i pagamenti, centinaia di lavoratori,ancora in presidiosottoil Campidoglio dopo quasi 14 ore sotto la pioggia, hanno battuto le mani e ringraziato i sindacati che erano in trattativa dalla mattinata prima con l’assessore Improta e poi con il sindaco Marino. Il sindaco ieri ha presentato unadelibera digiunta, in cui si stabilisceche le competenze necessarie sull’avanzamento dei lavori e sul pagamentodegli stipendi degli operai della Metro C,siano di appartenenza dell’assessorato alla Mobilità. L’intesa raggiunta dal sindaco con le organizzazioni sindacali prevede che il pagamento degli stipendi dei lavoratori e la prosecuzione dei lavori della Metro C passi attraverso il versamento di 166milioni e 759mila euro da parte di Roma Metropolitane. Si permetterebbe così di riavviare i cantieri della più grande infrastruttura in costruzione in Italia. Una giornata, quella di martedì che ha avuto un esito positivo sia per la buona volontà del Sindaco di voler sbloccare la situazione. sia per la tenacia dei sindacalisti che hanno tenuto duro, decisi all’occupazione ad oltranza della sala consiliare del Carroccio, se non si fosse arrivati ad un risultato positivo per i pagamenti de gli arretrati agli operai. I segretari Paolo Rigucci della Cisl di Roma, Claudio Di Berardino della Cgil di Roma e Pierpaolo Bombardieri della Uil di Roma presenti insieme ai segretari generali della Filca Cisl, Fillea Cgil e Feneal Uil, hanno chiesto a Marino di rimuovere tutti gli ostacoli per il pagamento degli stipendi, come già sottoscritto nel precedente accordo. “Quello che a noi importa sono i diritti dei lavoratori - ha dichiarato Paolo Rigucci -. Non ce ne saremmo andati via senza un accordo e senza aver avuto risposte concrete”. Il segretario generale della Filca Cisl romana, Andrea Cuccello, al termine della lunga giornata, ha tenuto a precisare come soltanto con l’unità e la coesione sia stato possibi- le raggiungere un importante risultato. “È stato importantefarvedere come il ruolo delsindacatosia stato fondamentale per lo sblocco della trattativa - ha sottolineato Cuccello -. Siamo scesi in piazza ed occupato una sala del Campidoglio. Abbiamo fatto insieme alle altre due organizzazioni un cammino comune di lotte, scioperi ed assemblee sino alla manifestazione di oggi e, sperando che non ce ne sia più bisogno, siamo pronti a riscendere in piazza ed a rioccupare il PalazzoSenatorio, per gli interessi deilavoratori e delle loro famiglie. Ora saremo vigili ed attenti a quanto promesso da Marino nell’interesse delle maestranze”. L’attenzione sindacale resta alta nell’interesse deilavoratori ma anche dei cittadini che hanno il diritto di sapere quale sarà il futuro della Metro C. ”Custodisco l’applauso della scalinata del Campidoglio rivolto a tutti i sindacalisti presenti alla trattativa come un attestato di fiducia per il nostro operato, è un segnale anche nei confronti di chi tenta di strumentalizzare i lavoratori contro di noi - ha sottolineato Cuccello -. Siamo soddisfatti dall’esito della trattativa e dell’impegno che Marino in prima persona ha voluto prendersi, ora speriamo che non ci siano più rinvii e che si volti pagina”. Togliendo la competenza all’assessorato al Bilancio con il passaggio delle consegne alla Mobilità, il sindaco Marino ha sbloccato la situazione con il consenso dei sindacati che erano pronti alla trattativa ad oltranza, come dichiarato unitariamente in una prima conferenza stampa, prima della conclusione dell’accordo, da Rigucci, Bombardieri e Di Berardino: “Qui sono in gioco lo sviluppo della città ed i diritti di lavoratori ed imprese. Chiediamo al sindaco di ribadire l’essenzialità dell’opera Non abbandoniamo i lavoratori. L’Aula resterà occupata sino alla fine di un accordo”. Che per fortuna è arrivato, per la felicità di centinaia di persone che sono rimaste dietro le transenne in Piazza del Campidoglio sino alle dieci di sera preoccupate per il proprio futuro. Donato Tempesta Cgil Cisl Uil, settimana di scioperi per cambiare la manovra P roseguono in tutta Italia la mobilitazione unitaria, promossa da Cgil Cisl Uil, per cambiare la legge di Stabilità. Numerose le iniziative in programma a livello territoriale articolate in 4 ore di sciopero - con eccezioni di 8 ore - che interesseranno i lavoratori di tutti i settori. La piattaforma delle rivendicazioni alla base della mobilitazione Cgil Cisl Uil puntano a colpire sprechi e rendite per dare più risorse ai lavoratori e ai pensionati. Ecco una sintesi delle mobilitazioni in corso. Toscana. Forte partecipazione dei lavoratori alle diverse iniziative messe in campo ieri da Cgil Cisl Uil della Toscana per modificare una legge di Stabilità ”inadeguata” ai bisogni di lavoratori e pensionati. “La legge di stabilità così com’è non va, perché con essa non si danno risposte all’emergenza attuale che è quella del lavoro e della pressione fiscale abnorme e si lasciano insoluti i grandi nodi italiani” ribadisce il segretario generale della Cisl Toscana, Riccardo Cerza che ha concluso ieri il comizio in programma a Buonconvento (Siena), dove si è tenuta la manifestazione come segno di solidarietà a questo territorio recentemente colpito da un’alluvione che ha fatto pesanti danni anche al tessuto produttivo della zona. Queste le iniziative svolte nella regione. Firenze. Corteo in centro e comizio conclusivo in piazza Ognissanti. Pistoia. Presidio sotto la Prefettura. Grosseto. Presidio sotto la Prefettura. Livorno. Presidio sotto la Prefettura e manifestazione a Piombino con una catena umana a sostegno della Lucchini perchè ”Piombino non deve chiudere”. Prato. Presidio sotto la Prefettura. Massa Carrara. Corteo nel centro cittadino e comizio in piazza Mercurio. Siena. Corteo a Buonconvento colpita dalla recente alluvione. Pisa. Corteo e comizio finale davanti alla Prefettura. Arezzo. Presidio sotto la Prefettura. Lucca. Presidio sotto la Prefettura. Veneto. Qui lo sciopero indetto da Cgil Cisl Uil per modificare la legge di stabilità comincia oggi in alcune province e proseguirà poi domani. Nel dettaglio oggi si fermano le province di Belluno, Treviso e Verona e domani tutte le altre. L’astensione dal lavoro è prevista di 4 ore per tutti i settori, eccettuate le scuole dove non si terrà la prima ora di lezione. Circoleranno i treni, mentre il trasporto pubblico locale seguirà modalità differenziate provincia per provincia. Manifestazioni a carattere provinciale si terranno nelle città capoluogo, tranne Treviso dove Cgil Cisl Uil hanno deciso di dar luogo a 5 presidi territoriali. Liguria. Si fermano oggi le varie province per le diverse iniziative a sostegno della mobilitazione nazionale indetta da Cgil Cisl Uil per cambiare la legge di stabilità ed avvicinarla ai bisogni di lavoratori e pensionati. Diversi i presidi e le manifestazioni con cortei che coinvolgeranno anche le categorie. Emilia Romagna. I sindacati dell’Emilia Romagna scendono in campo oggi e domani con 4 ore di sciopero generale e undici manifestazioni per la mobilitazione nazionale indetta da Cgil, Cisl, Uil contro la legge di stabilità. Lo sciopero sarà generalmente di quattro ore (con articolazioni territoriali). Si comincia oggi con Reggio Emilia e Imola, mentre nel resto della regione la protesta si concentra su domani. Valle d’Aosta. Sciopero generale domani di Cgil, Cisl, Uil e Savt contro la legge di stabilità. Le preoccupazioni riguardano ”la crisi del settore produttivo della bassa Valle” e la necessità di ”un piano per l’occupazione giovanile”. In particolare ”gli sforzi per la finanziaria regionale si concentreranno nella seconda metà di novembre” ha precisato il segretario generale della Cisl Riccardo Monzeglio. Inoltre, riguardo alla legge di stabilità, con questo sciopero i sindacati chiedono al governo centrale ”meno tasse per i dipendenti, rivalutazione delle pensioni ed efficienza nella spesa pubblica”. Trentino. Tutto pronto tra le organizzazioni sindacali per protestare contro la legge di stabilità. Cgil Cisl Uil del Trentino si fermeranno domani per quattro ore e, oltre alle rivendicazioni nazionali, aggiungono anche le richieste legate al buon governo dell’autonomia speciale. Nel pomeriggio sarà poi organizzata una manifestazione a Trento durante la quale si alterneranno la musica e gli interventi di sindacalisti e lavoratori. Alto Adige. Sarà domani la giornata scelta da Cgil - Agb, SgbCisl, Uils - Sgk e Asgb per lo sciopero generale per la modifica della legge di stabilità. I ferrovieri sciopereranno dalle 9 alle 13 e gli addetti Sad e Sasa dalle 20 alle 24. Alle Poste sciopero delle ultime 4 ore di ogni turno, così come alla Regione. Anche i dipendenti della Provincia, della sanità e delle agenzie fiscali sciopereranno le prime 4 ore. I bancari si asterranno dal lavoro nelle prime 4 ore di ogni turno. 8 GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 2013 Italia non si beve più Coca Multinazionale InCola, o comunque se ne beve meno rispetto al passato: Coca Cola 40gliemilioni di casse di bottiperse negli ultimi anni. vittima della fine delchiude L'unica la passione degli italiani per nero dolce è lo stabililo stabilimento l'oro mento di Gaglianico, nel Bieldove se ne producono di Gaglianico, lese, 30 milioni, e per il quale è stadecisa la data di chiusura. dove lavorano taMentre resteranno aperti e operativi gli altri tre, a Vero90 persone na, in Abruzzo e a Caserta. conquiste del lavoro glocal C arapelli spa (Gruppo Deoleo) ha confermato la sua decisione di mantenere le produzioni dei marchi Carapelli, Bertolli e Sasso in Italia, e ha ribadito che non esiste alcun progetto di delocalizzazione industriale né di cessione dei marchi. A fronte di un mercato interno in continua contrazione, l’azienda ha avviato una strategia di rifocalizzazione sullo sviluppo del business, orientandola in modo specifico verso un presidio diretto e allargato di un numero crescente di mercati internazionali. Negli ultimi mesi infatti i tre marchi (Carapelli, Bertolli e Sasso) hanno conquistato terreno su una serie di importanti mercati internazionali. In Francia, dove a inizio 2013 Carapelli ha aperto una filiale commerciale passando alla gestione diretta, il marchio ha registrato una crescita significativa (+40% nei primi 9 mesi) guadagnando quote di mercato. L’azienda sta inoltre pianificando interventi più aggressivi sul mercato statunitense, dove i marchi distribuiti dal Gruppo Deoleo hanno una quota di mercato del 20%. Proprio l’appartenenza a un gruppo internazionale come Deoleo è la leva che consentirà a Carapelli di beneficiare in misura crescente di un network commerciale consolidato. Dopo l’apertura di filiali in Cina, India, Malesia e a breve anche Colombia, la presenza globale dei prodotti a marchio Carapelli, Bertolli e Sasso è destinata a crescere progressivamente. Questa nuova fase sancisce la conclusione definitiva di un percorso di riorganizzazione della presenza industriale in Italia avviato da tempo dal Gruppo Deoleo, volta a dotare il gruppo di un assetto organizzativo più snello ed efficiente, in linea con le esigenze competitive di un mercato reso difficile dal pesante calo dei consumi nel settore alimentare. Questa riorganizzazione si è di recente chiusa con la firma di un accordo azienda/ sindacato presso il mini- L'ultima bottiglietta gasata targata Gaglianico sarà prodotta il 28 febbraio, hanno detto ieri i vertici di Coca Cola Hbc, la società greca che produce e commercializza i marchi di The Coca Cola Company nel nostro Paese, durante un incontro con i sindacati nella sede dell'Unione industriale di Biella convocato dopo l'annuncio, la settimana scorsa, dell'intenzione di chiudere lo stabilimento biellese dal quale escono anno 250 milioni di litri di Coca Cola, il 60-70% della produzione totale, al quale si aggiungono la Fanta, la Sprite e le Coca Light e Zero che vengono distribuite sulle tavole di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta. ”Non c'è nessuna volontà di lasciare l'Italia - fanno sapere dall'azienda - e l'unica chiusura prevista è quella di Gaglianico, ma siamo disponibili a un confronto con i sindacati per mettere in campo tutte le forme possibili di tutela sociale dei lavoratori”. Nella fabbrica alle porte di Biella lavorano 90 persone, che tra poco più di tre mesi potrebbero rimanere senza lavoro. Indette assemblee per decidere le strategie di protesta. "Siamo molto preoccupati - dicono i sindacati- e chiediamo all' azienda di esaminare tutte le proposte possibile compresa la possibilità di vendere lo stabilimento a qualcuno che garantisca la produzione”. Gruppo spagnolo: non esistono progetti di delocalizzazione industriale, nè di cessione dei marchi DeoleocondisceinItalia Sindacati: la Cigs, già richiesta da Carapelli per 28 lavoratori, è stata estesa ad altri 45 addetti degli stabilimenti di Tavarnelle e Inveruno stero del Lavoro e delle politiche sociali sulla procedura di mobilità avviata da Carapelli Firenze Spa lo scorso luglio. In base all’accordo il trattamento di Cigs per crisi aziendale, già richiesto a gennaio da Carapelli per 28 lavoratori, è stato esteso ad altre 45 posizioni lavorative, di cui 5 nello stabilimento di Tavarnelle e 40 nell’unità produttiva di Inveruno. L’ampliamento del numero di dipendenti già coinvolti nel trattamento di sostegno al reddito è effettivo dal giorno 14 ottobre fino al 27 gennaio 2014. Successivamente a questa data le 45 posizioni lavorative entreranno in mobilità. La storia è conosciuta. La scarsa competitività, i costi della materia prima, la crisi dei mercati avevano indotto (Luglio 2012) la Carapelli SpA di Firenze, appartenente al Gruppo spagnolo della Deoleo, ad aprire le procedure di mobilità per 55 lavoratori degli stabilimenti di Tavernelle (Fi) ed Inveruno (Mi). Dopo tre mesi di dura e complessa trattativa, sostenuta da incisive azioni di lotta, è stato sottoscritto un accordo presso il ministero del lavoro che prevede: decadenza delle procedure di mobilità; la riduzione degli esuberi a 45 unità (40 ad Inveruno e 5 a Tavernelle); l'inserimento dei 45 esuberi all'interno di una procedura di Cigs di Carapelli già in vigore con scadenza il 27 gennaio 2014; la possibilità di prolungare la Cigs dopo tale scadenza nei modi e nei tempi che saranno prossimamente verificati tenendo anche conto degli strumenti a soste- gno che saranno messi in atto dalla Regione Lombardia. “A latere del protocollo sottoscritto in sede ministeriale, le Parti (sindacati-azienda) hanno convenuto un protocollo aggiuntivo - ha dichiarato la Fai Cisl - nel quale sono definiti gli aspetti economico-organizzativi tra cui: elenco dei profili professionali da cui attingere lavoratori per la Cigs; incentivi economici per i lavoratori che decideranno di lasciare volontariamente l'azienda (da un minimo di 23.000 ad un massimo di 40.000 euro); integrazione della Cigs attraverso anticipazioni del Tfr; possibilità di intraprendere un percorso volontario di riqualificazione (outplacement) i cui costi saranno detratti dall' incentivo dei singoli beneficiari. Il giudizio della Fai Cisl è sostanzialmente positivo tenuto conto che l'obiettivo primario della vertenza era quello di salvaguardare al massimo l'occupazione. Rodolfo Ricci