25-27 novembre Palazzo Vecchio, Giornata internazionale contro la

Transcript

25-27 novembre Palazzo Vecchio, Giornata internazionale contro la
25-27 novembre
Palazzo Vecchio, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne
“Giuditta che decapita Oloferne” di Artemisia Gentileschi.
Un allestimento temporaneo permetterà di mostrare l’opera conservata presso
la Galleria degli Uffizi, in dialogo con la Giuditta di Donatello in Sala dei Gigli
In occasione della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne” il
Comune di Firenze, in collaborazione con la Galleria degli Uffizi, presenta in Sala dei
Gigli la Giuditta che decapita Oloferne di Artemisia Gentileschi (1620 ca.), in un
dialogo ideale con l’analogo soggetto in bronzo realizzato da Donatello tra il 1457 e il 1464.
Provenienti entrambe dalle collezioni medicee, commissionate da Piero de’ Medici e dal
Granduca Cosimo II, le due opere si soffermano sul momento più violento del racconto
biblico, l’attimo cruciale in cui la giovane donna sferra il colpo mortale, creando scene di forte
impatto emotivo. Il tema dell’eroina ebrea, modello di virtù e coraggio, che riscatta il suo
popolo uccidendo il generale assiro Oloferne, si arricchisce in entrambe le versioni di
significati ulteriori.
Originariamente destinata al giardino del palazzo di via Larga (l’attuale Palazzo Medici
Riccardi), la Giuditta e Oloferne di Donatello assume una valenza politica quando, nel 1495, a
seguito della cacciata dei Medici, l’opera viene confiscata e trasferita sull’arengario di Palazzo
Vecchio, sede del nuovo governo fiorentino, quale simbolo di libertà repubblicana.
Nella versione di Artemisia Gentileschi è possibile leggere riferimenti più strettamente
personali. Difficile non mettere in relazione la brutalità della scena con la violenza sessuale
subìta dall’artista il 6 maggio 1611 da parte del pittore Agostino Tassi, amico del padre Orazio
Gentileschi e suo maestro di prospettiva e di disegno. La determinazione di Giuditta ricorda
quella di Artemisia che coraggiosamente affronta il lungo processo intentato dal padre contro
il suo violentatore e dopo la condanna di quest’ultimo, superata la vergogna subita, riesce
perfino ad affermarsi come pittrice assicurandosi importanti commissioni in Italia e presso le
principali corti europee.
Al di là di ogni riferimento strettamente biografico, l’opera può essere letta ancora oggi come
un manifesto di denuncia della violenza di genere, un simbolo di accusa e di riscatto, in nome
di tutte le donne vittime di violenze.
La Giornata Internazionale per l’Eliminazione della violenza contro le donne
Nel 1999 l’Assemblea Generale della Nazioni Unite ha istituito il 25 novembre come “Giornata
internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne”, in ricordo delle tre sorelle
Mirabal, donne rivoluzionarie che intorno alla metà del secolo scorso tentarono di contrastare
il regime del dittatore domenicano Rafael Leónidas Trujillo, finché il 25 novembre 1960 non
vennero brutalmente assassinate.
Per onorare questa giornata e per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della prevenzione
e della tutela delle vittime di violenza, il Comune di Firenze ha deciso di organizzare a
Palazzo Vecchio un convegno internazionale sul femminicidio.
L’evento è promosso dal Comune di Firenze, con l’organizzazione di Mus.e e con
la collaborazione del Ministero dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo.
Fondamentale il contributo degli sponsor tecnici che hanno contribuito all’allestimento
dell’opera: Arterìa ha curato il trasporto dell’opera e la realizzazione del pannello su cui sarà
esposta, finemente rivestito poi dalla ditta StandStudio srl; il progetto illuminotecnico è a cura
di Rimani Lighting Creative Technology mentre AXA ART ha interamente coperto i costi
assicurativi; la casa editrice Forma Edizioni ha offerto la sua esperienza per la realizzazione del
progetto grafico per la comunicazione dell’evento, mentre l’azienda Tuscan Excelsia ha
gentilmente offerto il servizio di catering per la preview dell’opera.
Venerdì 25 novembre alle ore 9.30, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo
Vecchio, l’attrice Patrizia Zappa Mulas interpreterà e leggerà gli atti del processo che
vide coinvolta Artemisia Gentileschi in quanto vittima di violenza carnale.
Il processo, che si concluse con la drammatica umiliazione di Artemisia, è documentato dagli
atti e viene molte volte citato come caso emblematico della violenza e dei soprusi, fisici e
morali, a cui sono state sottoposte per secoli le donne. Nel Salone saranno presenti i ragazzi
delle scuole quarte e quinte di alcuni istituti superiori fiorentini.
L’iniziativa si aprirà alle 9.30 con i saluti istituzionali del sindaco Dario Nardella e del
direttore della Galleria degli Uffizi Eike Schmidt a cui seguirà l’illustrazione del quadro della
Giuditta che decapita Oloferne. L’evento si concluderà con gli interventi dell’assessore alle Pari
opportunità Sara Funaro e della vicesindaca Cristina Giachi.
A seguire, gli studenti visiteranno il dipinto di Artemisia Gentileschi esposto in Sala dei Gigli.
L'opera di Artemisia Gentileschi nei giorni 25-27 Novembre 2016 sarà visibile
con il normale biglietto del Museo di Palazzo Vecchio, come parte del percorso
museale.