lettera a me stesso
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lettera a me stesso
5BT ITST ARTEMISIA GENTILESCHI – MILANO – A.S. 2009/2010 MEMORIA STORICA E DIRITTI UMANI LETTERA A ME STESSO Il viaggio è normalmente inteso come svago, evasione, fuga dal quotidiano che ci costringe a vivere pressati dagli innumerevoli impegni senza neanche un minuto per fermarci a riflettere sulle ragioni di quello che stiamo facendo. Il viaggio nella memoria che con la scuola abbiamo deciso di realizzare ci costringe invece ad una pausa senza fuga, a guardarci intorno e dentro noi stessi. Tutti i giorni vediamo riflesso il nostro essere in uno specchio con un’immagine che rappresenta l’apparenza di ciò che siamo. Ma mi sono sempre domandato se sia possibile entrare nello specchio ed interrogare l’immagine di me stesso. Quando ho visto sui libri e nei filmati i campi di sterminio mi sono chiesto se tutto quello che vedevo fosse vero o fosse solo un’immagine, un riflesso di una possibile realtà. 1 5BT ITST ARTEMISIA GENTILESCHI – MILANO – A.S. 2009/2010 E’ dall’incontro con i testimoni del passato che ho capito che era proprio la realtà, vissuta da persone come me che erano considerate diverse in quanto ebree, omosessuali, rom, disabili, ecc. Ma diverse da chi? Ci sono delle persone “non uguali”? Mi chiedo se l’uguaglianza si esprima con l’uniformità o con il riconoscimento e l’accettazione della diversità. Con le testimonianze ho visto foto e filmati in bianco e nero di bambini con le braccia alzate e un fucile puntato su di loro, di mani che si stringono alle maniglie dei carri bestiame, di colline di morti ammassati come immondizia. Da queste immagini traspare la tristezza, il grigiore di un’uguaglianza piatta e fredda come la divisa nazista…e mi sembra di toccare la violenza. 2 5BT ITST ARTEMISIA GENTILESCHI – MILANO – A.S. 2009/2010 Ma quando ho visto i filmati dell’arrivo degli alleati, la diversità ha preso forma e l’uguaglianza si è unita al respiro della libertà. Vedendo quegli uomini in un fagottino di stracci ho capito che tutti gli uomini sono uguali. Come “testimone del futuro” ciò che mi colpisce è il rifiuto diffuso di vedere (se non addirittura di negare) ciò che è stato. Anche i nazisti non hanno voluto vedere quello che stavano facendo. Per loro l’uguaglianza significava un mondo con una sola razza ariana. Avevano paura di un’uguaglianza nella diversità. Ed è proprio per nascondere questa paura che hanno usato la violenza in tutte le sue forme. E l’immagine della violenza rivela la paura della realtà. E’ per questo che ho deciso di scrivere queste righe a me stesso, o meglio alla mia immagine nello specchio che vive di ipocrisia 3 5BT ITST ARTEMISIA GENTILESCHI – MILANO – A.S. 2009/2010 e indifferenza, in una realtà fatta di apparenze, senza la memoria del passato. L’effimera realtà che ti circonda si disintegra e rivela la sua nullità di fronte alla nudità degli ebrei nelle camere a gas o alla frusta appoggiata al mento di una vecchia. Visitando i campi di sterminio incontri te stesso e puoi comprendere che non è possibile negare la realtà con una maschera scelta da te o imposta dagli altri. Non puoi essere indifferente di fronte a ciò che è stato ed ancora oggi si ripete in diversi Stati del pianeta Terra. E allora devi avere coraggio di dire la verità, di testimoniare la memoria del passato, di dire NO al conformismo che annulla la capacità di pensare. Come sostiene Primo Levi “LA MEMORIA E’ UN DOVERE” e noi NIZKOR (NON DIMENTICHEREMO) 4