Pre-conclave nelle mani degli italiani

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Pre-conclave nelle mani degli italiani
Anno II - Numero 52 - Sabato 2 marzo 2013
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Filippo Corridoni n. 23
RIUNITO IERI L'UFFICIO POLITICO DEL PARTITO PER ANALIZZARE IL VOTO DELLE POLITICHE
POLITICA
OLTRE LA DESTRA PER RAPPRESENTARE
UN MONDO CHE SEMBRA SCOMPARSO
Dopo elezioni
con personaggi
In cerca d’autore
Il 16 marzo comitato centrale per varare un percorso costituente e una nuova leadership
I
di Francesco Storace
ltre La Destra. All'ufficio politico di
ieri ho rappresentato la necessita' di
verificare come
uscire dalla crisi politica che
ci ha colpito con il voto delle
elezioni per il Parlamento.
Torneremo a parlarne venerdì
prossimo e poi sabato 16 marzo al Comitato centrale per
le decisioni da assumere. Sul
tappeto ci sono varie opzioni,
che riguardano il nodo del
rapporto con quel popolo di
destra che ha privilegiato altre
opzioni politiche - penso a
Pdl o, in misura minore, a Fratelli d'Italia - o semplicemente
protestatarie, come Grillo.
Dobbiamo varare comunque
un percorso costituente al termine del quale trovare una
nuova leadership. Io ho fondato e guidato La Destra, sarebbe anacronistico pretendere di guidare anche il soggetto che dovrà nascere.
Una cosa deve essere chiara:
non voglio passare il tempo
a tentare di collaborare all'organizzazione del partito
unico dei prefissi. Ormai le
forze identitarie fanno agli italiani lo stesso effetto che in tv
provocano gli sgommati. Gli
italiani votano proposte di governo - Pd, Pdl o, in misura
minore, Monti - o la protesta
a prescindere, Grillo. Non e'
O
Il “Giornale d’Italia” apre da oggi le sue pagine a tutti coloro che sono interessati al futuro della Destra.
Una Comunità che non si arrende, che non vuole arrendersi a restare sotto le macerie provocate
da chi ha tradito le nostre idee. Il primo intervento, di Alessandro Nardone, è a pagina 4.
stato nemmeno un problema
legato alle alleanze: fuori dal
centrodestra, la stessa Lega
avrebbe probabilmente fatto
la fine di Ingroia o di Giannino.
Nel Lazio ha lo zero virgola
persino chi ha reso pubblico
il caso Fiorito, i radicali.
Non ha funzionato il messaggio nostro, la sovranità non
ha rappresentato un richiamo
sufficiente.
Rispetto Fratelli d'Italia, ma il
loro problema, rispetto a noi
e a me, parevano essere Crosetto e il figlio di Cossiga.... Il
loro due per cento meno qualcosa salva alcuni parlamentari
ma e' troppo per mollare e
poco per festeggiare. Se vogliono dialogare ci siamo e
volentieri, ma non si pensi
che bastino nove deputati a
fare la differenza in un paese
scosso dall'onda grillina. La
questione e' rappresentata da
un'area che un tempo vantava
150 deputati e senatori - An e ora ne può schierare una
ventina al massimo in tutto il
Parlamento. Un intero mondo
sembra scomparso.
In una costituente vorrei in
pista un po' di giovani in gamba (ne abbiamo tanti, tra i
primi nomi mi vengono in
mente Ruggero Razza e Stella
Mele, Luigi D'Eramo e Alessandro Nardone, Andrea Scaramuccia, Gianni Musetti e
Giuliano Moggi, Valerio Limido e Fabrizio Santori, Sergio
Marchi e Carlo Aveta e chissà
quanti altri dimentico) gente
che scrive, pensa, ha qualcosa
da dare e da dire.
Vorrei che da questo nucleo,
ovviamente da ampliare, partisse un appello, da lanciare
in una costituente di tipo congressuale, io ben volentieri
accompagnerei da dietro il
percorso individuato. Il nostro
quotidiano servira' a promuovere idee. Occorre capire su
quale posizionamento politico
puntare. Unica condizione: no
al velleitarismo.
Dobbiamo superare la sindrome dell'esserci a dispetto,
gli zero virgola che caratterizzano da anni un'area contigua. In Umbria, Basilicata,
Abruzzo e Molise poco sopra
l'uno, e unicamente nel vituperato Lazio - chissa' perche'
- oltre il due, a un passo da
palazzo Madama dove ci voleva il 3 per cento.
Ora, se siamo capaci di costruire qualcosa di meglio
bene. Altrimenti avanti chi lo
può fare davvero. Io darò una
mano senza mettermi a criticare chi avrà responsabilità
di guida: il contrario di quello
che abitualmente si fa con
me.
Si moltiplicano le riunioni preparatorie. In pole c’è Angelo Scola
Pre-conclave nelle mani degli italiani
di Igor Traboni
o chiamano ‘il pre-conclave’ ed è ufficiosamente iniziato ieri, nel primo
giorno di sede vacante, anche se in
realtà va avanti da alcune settimane, da
quando Benedetto XVI aveva annunciato
di rinunciare al Soglio. Ma ora che a
Roma sono già arrivati 144 cardinali, cioè
la stragrande maggioranza di quelli che
poi prenderanno parte al Conclave vero e
proprio, sono iniziate le riunioni più o
meno segrete, più o meno informali, per
vedere di far convergere i voti su questo
o quel papabile. Le Congregazioni Generali
– ovvero le riunioni dei cardinali che dovranno decidere alcune questioni tecniche,
ad iniziare dalla data vera e propria di
inizio del Conclave – sono state convocate
per lunedì prossimo 4 marzo, ma non è
L
da lì che uscirà il nuovo Papa: il Pontefice
chiamato a condurre la Chiesa in questi
tempi così difficili verrà fuori piuttosto
proprio dagli incontri di questi giorni, in
questo o quell’appartamento del centro
di Roma lontano da occhi indiscreti, perfino
in qualche trattoria di Borgo Pio o Prati.
I più attivi sono gli italiani, intenti a recuperare una credibilità perduta – tra intrighi
di Curia e corvi vari – soprattutto tra gli
stranieri. I nomi dei cardinali Bagnasco e
Bertone sono i meno spendibili, ma è
anche vero che sono proprio loro a ‘muoversi’ di più, per cercare di indirizzare il
Conclave in una determinata direzione a
loro confacente. Così come si sta dando
da fare il cardinal Sodano: non parteciperà
al Conclave perché ultraottantenne, ma la
sua voce peserà e parecchio, soprattutto
in questi giorni di sede vacante. E allora i
cardinali italiani che potrebbero succedere
a Ratzinger restano soprattutto due: Gian-
franco Ravasi e Angelo Scola. Il primo è
però ritenuto troppo ‘progressista’, anche
tra quei cardinali stranieri che pure arrivano
da Chiese non indifferenti alle teorie già
passate attraverso le fasi del cattocomunismo e della teologia della liberazione. A
favore di Ravasi si sta dando da fare
anche un certo ‘movimentismo’ italiano,
dalle Acli all’Azione Cattolica (che però
fuori dai nostri confini contano punto o
niente) e la Comunità di Sanrt’Egidio, fortissima in tutto il mondo ma senza un
suo candidato ufficiale. Una serie di ‘pressioni’ che però potrebbero favorire proprio
Scola, ‘pupillo’ di Ratzinger da tempi non
sospetti e giudicato da molti cardinali europei e d’oltre Oceano italiano sì, e dunque
dentro determinate gerarchie che pure un
Papa non può non conoscere, ma fuori
da intrighi e giochi di potere.
Attualità
Lavoro
Economia
Roma
Cultura
Monte dei Paschi,
il caso si ingarbuglia
Boom disoccupati
e debito pubblico
Servono ricette
per l’edilizia in crisi
Rapina a portavalori
ucciso ex brigatista
Buontempo chiede
un museo del Msi
Emiliano Stella
pag. 2
Giuseppe Sarra
pag. 2
Bruno Bral
pag. 5
Paolo Signorelli
pag. 7
Robert Vignola
pag. 10
di Micol Paglia
l caos pre-elettorale è
stato uno zuccherino in
confronto alla baraonda che
sta facendo seguito alle elezioni. Non è passata neanche
una settimana dal voto e siamo alla tragicommedia. Personaggi e interpreti, in ordine di apparizione: Pier
Luigi Bersani, Beppe Grillo,
Silvio Berlusconi, più alcune
comparse.
Bersani era convinto di scendere da Bettola e - dopo la
traversata di Firenze complici
delle primarie un po’ artefatte – di fare un sol boccone
dell’Italia votante. A quest’ora
già si vedeva Presidente del
Consiglio. E invece il voto è
andato come è andato, cioè
con una pessima figura per
l’attuale segretario Pd che
è riuscito addirittura a far
peggio di un suo predecessore, tal Walter Veltroni. E
ora il premier rischia di farlo
al massimo con il binocolo:
all’interno del suo partito, i
renziani hanno ripreso vigore. E anche i suoi gli danno
addosso per colpe che, in
effetti, ha soltanto lui, tra uno
smacchiamento e l’altro. Ci
mancava, a fargli saltare i
nervi, solo Beppe Grillo. Ed
eccolo il secondo personaggio in cerca d’autore, direttamente da Genova passando dagli esteri (intesa come
stampa straniera, ché quella
italiana gli fa un po’ schifo):
lui i voti li ha presi, per cui
vuole menare le danze, quantunque pachidermico nei
movimenti. Soprattutto non
ci sta alle profferte del Bersani: non siamo in vendita,
non ci comprate mica. Uno
schiaffo niente male per chi
invece fino a pochi giorni fa
voleva fare ‘scouting’ tra le
truppe grilline. Però anche
il comico aspirante politico
i suoi problemini in casa ce
li ha, eccome: ordina il silenzio alle truppe di cui sopra e quelli invece parlano.
Chi vuole accordarsi con Sel,
chi addirittura con il Pd stesso e chi con gli emuli del
leader di Bettola (vedi Zingaretti alla Regione Lazio).
Ma il suo guru Gianroberto
Casaleggio richiama tutti
all’ordine giurando che M5S
non voterà mai la fiducia al
Governo.
Nel guado resta Silvio Berlusconi: le elezioni dovevano
spazzarlo via ma, siccome
lo tsunami elettorale non è
passato, ora ci stanno pensando di nuovo i giudici. Siamo al deja vu, insomma.
Poi ci sarebbero le comparse: i vari Monti, Ingroia, Casini, Fini… però all’inizio dicevamo di uno spettacolo
tragicomico. Mica di ‘Oggi
le comiche’.
Servizi alle pagine 2 e 3
2
Sabato 2 marzo 2013
Attualità
Come da copione il centrosinistra tratta sottobanco l’acquisizione di parlamentari del Movimento a 5 Stelle
Pd, è iniziata la campagna acquisti dei senatori grillini
Le operazioni di “scouting” condotte da Bersani ed Errani sarebbero andate a buon fine. Con i nuovi “ingaggi” ed il
sostegno dei montiani il centrosinistra riuscirebbe a tirare su uno straccio di maggioranza a Palazzo Madama
di Emiliano Stella
partito in grande stile ciò
che molti prevedevano,
uno squallido residuato
della prima repubblica duro
a morire. E’ ufficialmente iniziata la campagna acquisti dei
senatori grillini, l’espediente
più scontato per consentire a
Bersani & Co. di avere i numeri
per tirare su uno straccio di
maggioranza, ovviamente imbarcando anche gli accoliti di
Mario Monti. Sul Corriere della
Sera di ieri è uscita la notizia
che ha acceso la miccia della
polveriera che sta ancora deflagrando. Il segretario del Pd,
insieme al fedelissimo Vasco
Errani, avrebbe tirato un sospiro di sollievo nel constatare
l’avvenuto ingaggio di un gruppo di senatori del Movimento
5 Stelle, pronti a sostenere un
governo da lui presieduto. “È
fatta”, avrebbe esclamato lo
smacchiatore, il lavoro di “scouting” compiuto attraverso colloqui e promesse avrebbe sortito gli effetti sperati, un governo
Bersani sarebbe ora possibile.
L’ira di Grillo non si è fatta attendere, e la sua replica è arrivata, per usare un eufemismo,
È
inequivocabile. Come di consueto tramite internet, ha affermato che ”in questi giorni
è in atto il mercato delle vacche. Al M5S arrivano continue
offerte di presidenze della Camera, di commissioni, persino
di ministri, ma il Movimento, i
suoi eletti, i suoi attivisti, i suoi
elettori non sono in vendita”.
“I vertici del pdmenoelle si
stanno comportando come
dei volgari adescatori. Questa
è politica? – si è chiesto Grillo
- Fare compravendita? Affermare una cosa il giorno prima
e contraddirsi il giorno dopo
per convenienza post elettorale?”. “Il Pd – ha continuato il
comico genovese - ha già identificato a tavolino le persone
del M5S per le varie cariche,
dando loro la giusta evidenza
mediatica sui suoi giornali e
sulle sue televisioni. E’ il solito
modo puttanesco di fare politica. Per attuarlo – ha ammonito
- ci devono essere persone
disposte a vendersi”. ” Il M5S
voterà in aula ogni legge che
risponda al suo programma”,
ha tenuto a chiarire per l’ennesima volta, “non farà alleanze, tutto questo è precisato
nel codice di comportamento
Dietro il segretario Pd si muove
l’ombra inquietante di Renzi
Dopo il botto il sindaco di Firenze lancia dai social network messaggi distensivi
e concilianti. Ma non manca di ricordare, con una buone dose di rimpianti, che
molti temi a lui cari hanno fatto la fortuna elettorale del Movimento 5 Stelle
apparso sul Corriere della Sera, come un
fulmine nel cielo burrascoso del centrosinistra di questi giorni. Un articolo con
la presunta disponibilità di Matteo Renzi a fare
il premier, alla guida di un’ipotetica grande
coalizione, ha toccato i nervi scoperti del Pd.
Pronta e secca la smentita del diretto interessato, che tramite Twitter ha fugato ogni dubbio
sulle sue intenzioni. “Ciò che volevo per l’Italia
l’ho detto nelle primarie. Ho perso. Adesso faccio il sindaco”, ha scritto, aggiungendo di non
potersi permettere neanche i rimpianti. La
smentita è stata rafforzata da un successivo
messaggio pubblicato su Facebook, in cui il
primo cittadino di Firenze ha definito “incredibili” le interpretazioni, le ricostruzioni ed i commenti espressi in merito ad alcune
dichiarazioni fatte e a suo dire distorte. Ha
anche spiegato di aver evitato di fare dichiarazioni dopo il voto, apposta “per non finire nel
festival di chi la spara più grossa e giacere nei
pastoni degli addetti ai lavori”. Il malcontento
di Renzi per aver perso le primarie del centro-
È
degli eletti portavoce del Movimento in Parlamento, firmato
da tutti i candidati e reso pubblico agli elettori prima delle
elezioni”. “Il M5S, i suoi eletti,
i suoi attivisti, i suoi elettori –
ha dichiarato - non sono in
vendita. Bersani è fuori dalla
storia e non se ne rende conto.
I giochini sono finiti e quando
si aprirà la voragine del Monte
dei Paschi di Siena – ha profetizzato - forse del Pd non rimarrà neppure il ricordo”.
Grillo ha concluso minacciando che “se il Pd vuole trasformare Camera e Senato in un
Vietnam, il M5S non starà certo
a guardare”.
sinistra, ma soprattutto la consapevolezza di
essere stato l’alfiere di temi che hanno fatto la
fortuna del M5S, è malcelato in altre sue esternazioni. “Quello che volevamo per l’Italia lo abbiamo proposto alle primarie”, ha affermato,
ricordando che “dagli Stati Uniti d’Europa, fino
all’abolizione del finanziamento pubblico ai
partiti, noi ci abbiamo messo la faccia, presentando un progetto serio”. Non essendo la serietà “un optional”, ha dichiarato di preferire
fare il sindaco e di non avere l’intenzione di
“pugnalare alle spalle Bersani”. Eppure una
sponda su cui poggiare Renzi l’aveva a disposizione. Era quella rappresentata dalle dichiarazioni di Alessandra Moretti, portavoce del
segretario del Pd, che si era detta convinta che
lo smacchiatore sarebbe stato disposto a fare
un passo indietro qualora una candidatura di
Renzi a capo dell’esecutivo fosse stata ben accetta da Grillo. Un modo per sbarrare la strada
all’inciucio con Berlusconi o scongiurare un
secondo ricorso alle urne in pochi mesi...".
E.S.
IL CDA DI MPS HA INTENZIONE DI RIVALERSI RISPETTIVAMENTE SUL SUO EX PRESIDENTE ED IL SUO EX DIRETTORE GENERALE
Monte dei Paschi chiede il risarcimento dei danni a Mussari e Vigni
La banca senese ha deciso di promuovere azioni di responsabilità anche nei confronti
di Nomura e Deutsche Bank, soggetti interessati nelle operazioni Alexandria e Santorini
l Consiglio di amministrazione
del Monte dei Paschi di Siena
ha deciso di promuovere, presso
il tribunale civile di Firenze, alcune
azioni di responsabilità finalizzate
alla richiesta di risarcimento danni
nei confronti dell’ex presidente
Giuseppe Mussari e dell’ex direttore generale Antonio Vigni. Le
azioni sono rivolte anche verso
Nomura International e Deutsche
Bank, le banche coinvolte nelle
operazioni strutturate in derivati.
Nel dettaglio, nei confronti di Mussari e Vigni è stata intentata
un’azione di responsabilità sociale,
e nei confronti di Nomura un’azione di responsabilità extracontrattuale “per concorso della stessa
con i predetti esponenti della banca, in relazione all’operazione di
ristrutturazione finanziaria concernente le notes Alexandria posta
in essere nel luglio-ottobre 2009”.
Con tale azione “viene chiesta la
condanna in solido delle parti convenute, al risarcimento dei danni
subiti e subendi dalla banca per
effetto della contestata operazione”. Inoltre, contro Vigni, il Monte
dei Paschi ha promosso un’altra
azione di responsabilità sociale
e nei confronti di Deutsche Bank
un’azione di responsabilità extracontrattuale, per concorso con
l’ex direttore generale, in relazione
ai total return swap del dicembre
2008 della società veicolo Santorini. Anche in questo caso viene
I
chiesta la condanna in solido al
risarcimento danni. Mps aggiunge
che “in relazione a quanto precede,
il Cda ha deliberato di porre all’ordine del giorno dell’assemblea
dei soci, che verrà convocata per
l’approvazione del bilancio chiuso
al 31 dicembre 2012, anche le
deliberazioni in merito alle predette
azioni di responsabilità nei confronti degli esponenti aziendali
sopra indicati”. Sul versante delle
indagini in merito al fallimento
del Pastificio Amato, ieri è comparso davanti al pm Marco Morelli,
l’ex vice direttore generale Mps,
attualmente al vertice di Merril
Lynch Italia. Morelli è stato interrogato, presso gli uffici del nucleo
tributario della Guardia di Finanza,
dal magistrato salernitano Vincenzo Senatore, che coordina le
indagini su un filone dell’inchiesta
relativa al fallimento del gruppo
Amato. Morelli, arrivato con un
borsone carico di documenti, è
indagato, insieme all’ex presidente
Mps e Abi Giuseppe Mussari e
all’ex sindaco di Firenze Franco
Ceccuzzi, entrambi ascoltati ieri,
per concorso in bancarotta. Il pm
indaga sulla concessione di un
finanziamento di 19 milioni di
euro, versati nel 2010 dalla banca
senese all’immobiliare Amato Re,
la società che avrebbe dovuto realizzare un complesso di edilizia
residenziale nell’area dello storico
E.S.
Pastificio Amato.
BOOM DELLA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE A GENNAIO (+38,7%). AUMENTA ANCHE IL DEBITO PUBBLICO
Un’Italia da profondo rosso
''I dati sono agghiaccianti, è una situazione assolutamente drammatica a cui
dobbiamo reagire'', è il commento del presidente di Confindustria Squinzi
ontinua il trend negativo dell’economia italiana. Boom della
disoccupazione giovanile nel mese di gennaio che raggiunge i 38,7 punti percentuali (23,6% in Europa) - il massimo dal quarto trimestre del 1992 – ma nel Sud del Paese supera il 50%. Il rapporto debito/PIL è schizzato al 127%, mai
così in alto dal 1990. Per il presidente di Confindustria, Giorgio
Squinzi, ''i dati sono agghiaccianti, è una situazione assolutamente drammatica a cui dobbiamo reagire''. E aggiunge: ''Bisogna ritrovare la crescita economica altrimenti vediamo la disoccupazione continuare ad aumentare".
''Nel 2012 – spiega l’Istat - il PIL è stato pari a un milione e
565mila 916 milioni milioni di euro correnti, con una riduzione
dello 0,8% rispetto all'anno precedente. In volume il Prodotto
interno lordo è diminuito del 2,4%''. Per i maggiori colossi economici del pianeta, invece, il Prodotto Interno Lordo è aumentato: Stati Uniti (2,2%), in Giappone (1,9%), in Germania (0,7%)
e nel Regno Unito (0,2%).
Nell’anno precedente, sottolinea l’istituto di ricerca, “si registra
una caduta del 3,9% dei consumi nazionali e dell'8,0% degli
investimenti fissi lordi, mentre le esportazioni di beni e servizi
hanno segnato un aumento del 2,3%”. Inoltre, “le importazioni
sono diminuite del 7,7%”.
Tutte le fonti di sviluppo del Paese registrano un evidente calo
di volume: 4,4% nell'agricoltura, silvicoltura e pesca, 3,5% nell'industria, 6,3% nelle costruzioni e dell'1,2% nei servizi.
L'indebitamento delle amministrazioni pubbliche - misurato in
rapporto al Pil - è pari a -3,0% rispetto ai -3,8 punti percentuali
C
del 2011. L'avanzo primario è del 2,5% (era di 1,2% nel 2011).
Per quanto riguarda gli occupati nel 2013 – sempre secondo
l’Istat - sono 22 milioni e 688 mila in calo del 0,4% (-97 mila lavoratori), mentre su base annua si registra una diminuzione
dell'1,3 punti percentuali (-310 mila unità). Il tasso di disoccupazione, invece, si attesta all'11,7% (+ 0,4) rispetto a dicembre
e di 2,1 punti nei dodici mesi.
“Il calo del numero degli occupati – precisa l’istituto di ricerca
- riguarda i 15-34enni e i 35-49enni, mentre prosegue la crescita
degli occupati con almeno 50 anni, presumibilmente a motivo
dell’inasprimento dei requisiti anagrafici e contributivi per l’accesso alla pensione”. L’indice della disoccupazione, invece, è
pari al 56,3% in calo di 0,3 punti percentuali nel confronto congiunturale e di 0,7 punti rispetto a dodici mesi prima.
Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 655 mila e
rappresentano il 10,9% della popolazione in questa fascia d'età.
Nel quarto trimestre del 2012, “il numero degli occupati – ribadisce l’Istat - diminuisce di 148 mila unità rispetto allo stesso
periodo dell’anno precedente. Il risultato sintetizza il nuovo andamento negativo dell'occupazione maschile (-196 mila), a
fronte del moderato incremento di quella femminile (+48 mila)”.
La riduzione tendenziale dell'occupazione italiana (-246mila
unità) è inversamente proporzionale a quella straniera (98 mila).
In confronto al quarto trimestre 2011, il tasso di occupazione
degli italiani registra un calo 0,3 punti percentuali, mentre quello
degli stranieri di 0,9 %.
Giuseppe Sarra
3
Sabato 2 marzo 2013
Attualità
Il Cavaliere non ci sta e contrattacca dopo le nuove iniziative di altri giudici
Berlusconi:“Contro la magistratura
scenderemo in piazza il 23 marzo”
cende in piazza Silvio Berlusconi.
E lo farà “per protestare contro l’attività di una parte della magistratura
che utilizza la giustizia per combattere ed eliminare avversari politici
che non si riescono a far scomparire attraverso il sistema democratico delle elezioni”.
Manifesterà pubblicamente, il 23 marzo
prossimo, insieme a chiunque, come lui,
reputi alcuni giudici “una patologia del nostro
sistema. Un cancro della nostra democrazia”.
Sono dichiarazioni durissime quelle rilasciate
ieri dal Cav. prima dell’udienza che lo vede
imputato per frode fiscale nell’ambito del
processo Mediaset. Immediata è arrivata la
S
replica dei vertici dell’Associazione Nazionale
Magistrati. “Andrebbero liquidate come
sciocchezze, ma sono parole molto offensive”.
Questa la dichiarazione di Rodolfo Sabelli e
Anna Canepa. “La magistratura o parte della
magistratura”, sottolineano a margine di un
convegno in Cassazione, viene “equiparata
ad un cancro, questo è di cattivo gusto
rispetto a chi è malato. Sabato scorso, poi, la
magistratura è stata definita peggio della
mafia, non abbiamo replicato allora per
motivi di opportunità, era il giorno prima
delle elezioni, ma sono dichiarazioni offensive
rispetto a chi è rimasto vittima della criminalità
organizzata, anche magistrati hanno perso
la vita”.
Non basta. L’ex Presidente del Consiglio ha
anche commentato la confessione del senatore De Gregorio, che avrebbe confermato
ai PM i Napoli di essere stato corrotto da
Berlusconi (nel 2006) per passare dalle file
dell’Idv a quelle del Pdl.
Le cose non sarebbero andate così. Almeno
non secondo Berlusconi. Non avrebbe mai
elargito 3 milioni di euro come sostengono
i PM titolari dell’inchiesta. La somma che il
Cavaliere ammette di aver versato a Sergio
De Gregorio è di “appena” un milione di
euro. E non per “comprare” il suo voto, ma
per sostenere l'attività degli italiani all'estero,
aspetto di cui si occupava l'ex senatore ora
indagato dalla Procura di Napoli. “Forza
Italia – ha spiegato Berlusconi, sempre prima
di entrare in aula a Milano - ha versato 1 milione di euro in chiaro e alla luce del sole,
con un contratto, che è stato depositato
presso il Senato. Quindi tutti possono prenderne visione”. “Soltanto dei pazzi potrebbero ricorrere - ha proseguito Berlusconi a dei versamenti in nero che configurerebbero
reati molto pericolosi da commettere. In più,
difficilissimi da trovare quei soldi. Perché
due milioni in nero, oltre al volume della
massa, sono difficilissimi da recuperare nelle
mie condizioni”.
Insomma, a pochi giorni dalla chiusura dei
seggi elettorali, le aule di Tribunale tornano
ad essere il terreno principale degli scontri
fra Berlusconi e la magistratura. Il tutto in
attesa della manifestazione del 23 Marzo.
Micol Paglia
Imu e voto di scambio:
esposto al Csm
L’
ex sottosegretario Carlo Giovanardi, prende le
difese di Silvio Berlusconi e attacca i magistrati
di Reggio Emilia che indagano sull’ipotesi di voto di
scambio in merito alla vicenda delle lettere Imu.
“Ho presentato un esposto al Consiglio superiore
della Magistratura per conoscere quali iniziative
intende intraprendere per garantire che nella formazione
dei magistrati sia assicurata la conoscenza dei principi
costituzionali che sono la base della dialettica politica
in un Paese democratico e per evitare che la mancata
riservatezza su iniziative giudiziarie possa incidere
negativamente sulla libera dialettica fra le forze
politiche. Come parlamentare mi sono rivolto ad una
istituzione, il Csm, facendo presente che la proposta
di restituire l’Imu rientra a pieno titolo nelle più elementari regole del confronto politico e programmatico
nei Paesi democratici. Confronto sconosciuto soltanto
nei regimi totalitari e dittatoriali”. “E’ di tutta evidenza
– ha continuato Giovanardi - che l’articolo 96 del
testo unico delle leggi elettorali, che specifica il
concetto di voto di scambio, nulla ha a che fare con
le proposte avanzate da partiti, movimenti e candidati,
a meno che la Procura di Reggio Emilia non intenda
indagare tutti i candidati alle elezioni. Purtroppo conclude Giovanardi – l’iniziativa dei magistrati
emiliani e l’evidente fuga di notizie ha già prodotto
danni non più sanabili al momento dell’inevitabile archiviazione”.
Federico Colosimo
Concorsone scuola
verso l’ultima prova
Nella quiete di Castel Gandolfo Ratzinger ha portato tanti libri, ad iniziare dal suo caro teologo Balthasar
S
rimo giorno, quello di ieri, da
Papa emerito per Joseph Ratzinger.
Ratzinger ha celebrato una messa
alle 7 nella cappella della residenza di
Castel Gandolfo, quindi ha letto e risposto
a numerosi messaggi. Nel pomeriggio,
dopo una piccola colazione ed il riposo,
intorno alle 16 ha fatto due passi nei
giardini di Castel Gandolfo recitando il
rosario. A Castel Gandolfo, come ha riferito il portavoce Padre Lombardi, Ratzinger ha portato con se' libri di teologia,
spiritualita' e storia, in particolare,
'L'estetica teologica' di Balthasar, un
libro a lui particolarmente caro. Lo
stesso padre Lombardi ha inoltre riferito
che l’altro ieri sera, subito dopo le 20 e
quindi non più da Papa, il Pontefice
emerito, dopo la cena e i telegiornali ha
fatto quattro passi all'interno del palazzo
apostolico, nel salone degli Svizzeri poi
si e' ritirato in preghiera, quindi e'
andato a riposare.
Nei giorni passati il Papa suonava il
pianoforte alla sera dopo la cena, come segno,
direi, della distensione e della serenità del suo
animo", ha detto Lombardi riferendo quanto raccontato da monsignor Gaenswein. "Don Georg
ieri (l’altro ieri, ndr) non lo ha sentito suonare,
ma ritiene che nei giorni prossimi riprenda". Benedetto XVI ha portato con sé anche diverse registrazioni musicali che è solito ascoltare.
Ratzinger risiederà a Castel Gandolfo per alcune
settimane, in attesa che vengano ultimati i lavori
nel vecchio monastero in Vaticano dove poi
andrà a vivere. E nessun sigillo verrà apposto
agli appartamenti pontifici di Castel Gandolfo.
i conclude oggi nella Capitale l’ultimo
turno di prove scritte del ‘concorsone’
più famoso d’Italia. Dopo l’appuntamento rimandato dell’11 e il 12 febbraio
scorsi a causa del maltempo, si avvia alle
fasi finali anche questa trafila per numerosi
precari in cerca di cattedra fissa. Nello specifico si tratta di verifiche rivolte agli aspiranti
docenti delle scuole per l’infanzia e le primarie, oltre che alle classi di concorso
A017(discipline economico-aziendali) e
A033(tecnologia). Le sedi delle prove sono
state confermate come da programma ministeriale e dislocate dai vari uffici scolastici
regionali. I candidati sono stati impegnati
in quattro quesiti a risposta aperta: ogni
commissione disporrà per la valutazione
di criteri definiti a livello nazionale. Segni
distintivi pertinenza, correttezza linguistica,
completezza e originalità. Per ogni quesito
un punteggio che va da zero a dieci, mentre
le prove di quattro quesiti potranno raggiungere un punteggio di quaranta. Supereranno lo scritto coloro che avranno ottenuto
una votazione minima di 28/40 e 21/30 nel
caso di tre quesiti. Quelli che poi avranno
superato questa fase saranno chiamati a
svolgere colloqui orali focalizzati soprattutto
sulla simulazione di lezioni tipo e sulla discussione finale di carattere sempre disciplinare. L’iter si avvia alla conclusione per i
numerosissimi aspiranti nuovi insegnanti
della scuola italiana: una dura competizione
che di questi tempi si trasforma ancora di
più in un duello a colpi di studio e intuito.
Francesca Ceccarelli
Un normale primo giorno da Papa Emerito
P
Lo ha chiarito il portavoce Vaticano, padre
Federico Lombardi rispondendo ad una domanda
di un giornalista che ha fatto riferimento all'apposizione dei sigilli, invece, all'appartamento del
papa in Vaticano. Apposizione che e' stata
mostrata ai giornalisti in una ripresa fatta dal
Centro televisivo Vaticano l’altro ieri, alle 20. A
Castel Gandolfo, ha riferito Lombardi, Benedetto
XVI ''abita nei soliti appartamenti e non ritengo
che sia previsto nessun tipo di sigillo''.
Nella tarda mattinata di ieri, invece, il vicecamerlengo monsignor Pierluigi Celata ha provveduto
a sigillare l'appartamento pontificio che si trova
al palazzo del Laterano. La sera precedente era stato il cardinale Tarcisio
Bertone, in qualita' di camerlengo, ad
apporre i sigilli all'appartamento pontificio in Vaticano.
Intanto emerge un altro particolare
della vicinanza di Ratzinger alla città di
Roma, quella Città Eterna che ha voluto
sorvolare prima del trasferimento ai
Castelli. Un particolare così raccontato
da Agostino Vallini, vicario per il papa
della Diocesi di Rom: "Dica a tutti che
io amo Roma mi ha detto Benedetto
XVI vis a vis, salutandomi per l`ultima
volta da Papa. In fondo Sua Santità è a
Roma dall`81 e quindi si sente un po`
romano. Questa giornata (quella del
28 febbraio, ndr) è stata la conclusione
di un itinerario spirituale iniziato l`11
febbraio con l`annuncio delle dimissioni
- ha detto ancora il cardinal Vallini - in
tutti questi giorni tutti coloro che hanno
espresso il proprio pensiero sulla fine
del pontificato mi sono parsi disponibili
a capire qualcosa che va oltre il sensibile, anche
persone non credenti, che hanno ammirato la libertà di spirito e il coraggio del Papa. Credo che
la Chiesa abbia bisogno di un Papa con forze più
giovani, più vigorose", ha detto Vallini. Alla domanda se sentiremo ancora parlare, almeno attraverso i suoi scritti, Benedetto XVI, il vicario
ha risposto: "Le modalità della nuova vita scelta
da Sua Santità nessuno le conosce, ma io credo
che non potremo privarci del suo grande magistero, che sarà sempre più un punto di riferimento".
Igor Traboni
Dibattito
4
Sabato 2 marzo 2013
Il “Giornale d’Italia” apre da oggi le sue pagine a tutti coloro che sono interessati al futuro della Destra. Una Comunità
che non si arrende, che non vuole arrendersi a restare sotto le macerie provocate da chi ha tradito le nostre idee
Il futuro della Destra
di Alessandro Nardone
di quanto accaduto.
aro Direttore, in tre
giorni è stato detto
e scritto tutto ed il
contrario di tutto,
ma ritengo doveroso esprimere il mio personale punto di vista, non foss’altro perché in questa campagna elettorale mi sono
esposto in prima persona,
tentando di dare il mio modestissimo contributo a valori, quelli di destra che, nonostante tutto, continuo a ritenere attualissimi nonché
altamente rappresentativi di
una grossa fetta della nostra
società.
Per questo, anche e soprattutto oggi, alla luce di un risultato certamente negativo,
ritengo doveroso riconoscere a Francesco Storace il
grande merito di aver tentato
in tutti i modi e con tutto se
stesso di tenere viva e unita
una comunità che ha pagato
a carissimo prezzo le scelte
scellerate di Gianfranco Fini
e dei suoi colonnelli. Ma non
è certo questo il momento
per recriminare o, peggio
ancora, per piangerci addosso. Al contrario, dobbiamo
avere la forza e la capacità
di raccogliere ed interpretare
il messaggio che il Popolo
italiano ci ha voluto trasmettere attraverso il suo voto,
che è assolutamente inequivocabile: cambiamento.
La gente è irrimediabilmente
stufa della classe dirigente
che ha governato negli ultimi
vent’anni, non ne puo’ più
tanto di Berlusconi quanto
di Bersani e ritiene superati
i vecchi contenitori postideologici.
Certo, molti di voi obietteranno osservando che ero
candidato con La Destra all’interno della coalizione di
centrodestra. Ovvio, per me
sarebbe stato molto più agevole e meno dispendioso
non espormi, rimanere “fermo un giro”, ma rivendico
con fermezza la mia scelta
in quanto credo che si possa
risultare credibili soltanto
nel momento in cui si ha il
coraggio di mettersi in gioco
in prima persona, a viso
aperto. Altrimenti sono solo
chiacchiere.
Oltretutto, questa campagna
elettorale è stata l’occasione
grazie alla quale ho trovato,
sul mio cammino, persone
straordinarie, tutte animate
dalla volontà di dare il loro
contributo alla costruzione
di un futuro limpido e radioso
per la nostra amata Italia.
Sarebbe da matti disperdere
un patrimonio simile.
Già, ma nel concreto, in che
modo possiamo pensare di
ripartire? Un’idea ce l’ho,
ma ci arriverò dopo, prima
voglio fare un’analisi sintetica
L’EPILOGO DI FINI E LA DISGREGAZIONE DELLA DESTRA
Andrò controcorrente, ma
non riesco proprio a gioire
per la disfatta dell’ex capo
di An. Piuttosto sono deluso
ed incazzato, per quello che
sarebbe potuto essere e non
è stato. Insieme alla destra
italiana ha distrutto anche se
stesso e, anche se non lo
ammetterà mai in pubblico,
scommetto che in cuor suo
stia rimpiangendo amaramente di essersi inviso alla
comunità che credeva in lui.
Quanto a Fratelli d’Italia, con
tutto il rispetto per le amiche
e gli amici che ci hanno creduto, ho sempre ritenuto che
si trattasse di un progetto venuto alla luce su presupposti
sbagliati, ovvero non per la
salvaguardia dei valori della
destra ma, piuttosto, di una
classe dirigente che aveva
capito di non avere più spazio
altrove. Una scialuppa di salvataggio, insomma. La dimostrazione di quanto affermo
sta nei primi posti delle liste,
tutti ad esclusivo appannaggio dei soliti noti, che si sono
ostinati a tenere in seconda
linea tanto dirigenti capaci e
con esperienza quanto i giovani che, negli anni, si erano
affermati sul territorio. Infine
La Destra, partito per il quale
Francesco Storace ha dato
l’anima e che, certamente,
ha raccolto meno di quanto
non meritasse. I motivi? Per
come la vedo io sono essenzialmente due: il primo è
certamente la scelta – obbligata – di allearsi a Berlusconi che, grazie alla sua indiscussa potenza di fuoco
mediatica, ha letteralmente
cannibalizzato argomenti e
consensi degli alleati, Lega
compresa. La seconda è che,
come dicevo all’inizio, probabilmente anche il solo fatto
di chiamarsi Destra ha fatto
sì che il nostro partito venisse
classificato dagli elettori
come parte integrante del
vecchio sistema, nonostante
i contenuti e le battaglie che
ha portato avanti non lo fossero affatto. Anzi.
C
BERSANI E BERLUSCONI, DUE
FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA
Se Atene piange, Sparta non
ride. Infatti, se il vero sconfitto
di questa tornata è certamente Pierluigi Bersani –
che tutti accreditavano come
sicuro vincitore – il dato certo è che nessuno dei due
poli abbia i consensi necessari per ambire a rappresentare la maggioranza degli
italiani. Nei fatti, a contendersi
il governo del Paese, sono
state due minoranze. Questo
è un altro sintomo chiarissimo
del netto rifiuto, da una parte
e dall’altra, nei confronti di
una classe dirigente che ha
dimostrato di non volersi rinnovare. La questione è assolutamente trasversale e generazionale. Non a caso, infatti, andai a votare per Matteo
Renzi alle primarie del Partito
Democratico, affermando che
una sua vittoria su Bersani
avrebbe messo in moto una
vera e propria rottamazione
a catena, perché avrebbe
rinnovato il centrosinistra e,
al tempo stesso, costretto il
centrodestra ad adeguarsi,
obbligandolo a rinunciare
all’ennesima “ridiscesa in
campo” di Silvio Berlusconi.
IL FENOMENO GRILLO, PROTESTA OBBLIGATA
Nel 1993 a catalizzare i favori
degli italiani ed il cosiddetto
voto di protesta nei confronti
di un sistema marcio e corrotto oltre al Pm Antonio Di
Pietro c’erano partiti come
il Msi, la Lega Nord e, successivamente, Forza Italia.
A distanza di vent’anni, quegli stessi protagonisti vengono, a loro volta, identificati
come parte di un sistema in
molti casi corrotto e, certamente, non in grado di mantenere le promesse fatte
agl’italiani. Una sorta di nemesi. In un contesto siffatto,
l’unico soggetto che si è posto, in modo chiaro e netto,
in antitesi a quel sistema, ha
raccolto i consensi di un ita-
liano su quattro, diventando
il primo partito. Ora, personalmente rimango convinto
che dal punto di vista politico
e dei contenuti si tratti di un
soggetto assolutamente inadeguato ed in questo, anche
se ho molti motivi per dubitarne, per il bene del mio
Paese, spero di essere smentito dai fatti. Quello di Grillo,
però, è un successo che sarebbe stupido sottovalutare,
considerandolo episodico,
perché non è nient’altro che
la conseguenza dei fatti che
ho citato in precedenza. Un
sistema autoreferenziale e
partitocratico che, a destra
come a sinistra, si ostina a
non volersi rinnovare e riformare; una classe dirigente
che, dalla legge elettorale
al finanziamento pubblico
dei partiti, per arrivare alla
riduzione del numero dei
parlamentari, non ha fatto
altro che inscenare il solito
tristissimo teatrino, manifestandosi come la massima
rappresentazione di quella
casta che, giustamente, la
gente non vede l’ora di levarsi dalle scatole. Certo,
sarebbe ingiusto e demagogico non osservare che
in entrambi gli schieramenti
sono presenti persone oneste, animate da buona volontà e sani principi, ma va
altresì constatato che, se vogliono davvero cambiare le
cose, devono trovare la forza
ed il coraggio di staccarsi
dai rispettivi apparati di partito, anziché chinare continuamente il capo adeguandosi a scelte che non condividono.
LO SCENARIO ATTUALE, NESSUNA LINEA ALL’ORIZZONTE
Inutile dire che, l’attuale composizione del Parlamento,
non lasci presagire nulla di
buono. Tanto per cominciare
si perderanno mesi importantissimi soltanto per espletare le lunghe ed estenuanti
liturgie di palazzo: l’insediamento, le consultazioni, l’incarico ad un presidente del
consiglio, i voti di fiducia.
Dopo di che, visto che al Senato la maggioranza non c’è,
comincerà un’agonia totalmente improduttiva e, spallata
dopo spallata, il governo cadrà. Allora comincerà il solito
spettacolo di reciproche accuse, e ci racconteranno che
non ci sono le condizioni per
fare nemmeno una delle riforme che servono al Paese.
Nel frattempo, piccolo particolare, questo ennesimo Parlamento di nominati, dovrà a
sua volta nominare il nuovo
inquilino del Quirinale. Una
prospettiva che, per come si
sono messe le cose, risulta
quantomeno inquietante.
Fatta questa fotografia, più o
meno obiettiva, della situazione che si è venuta a creare,
posso riprendere il filo del
discorso da dove lo avevo
lasciato, ovvero da dove possiamo e dobbiamo ripartire.
A mio modesto avviso, come
avrete intuito, credo sia indispensabile smaltire il prima
possibile le tossine della
campagna elettorale e raccogliere l’appello lanciato
ieri da Francesco Storace per
la costruzione di quella che
io, a questo punto, definirei
una destra – non destra. Ovvero una destra nei valori e
nei principi, ma non più destra nella forma, nel contenitore.
Sì, lo so, vi sembrerà folle,
ma oggi più che mai sono
convinto che dobbiamo avere
l’ambizione di costruire un
soggetto nel quale, oltre a
noi, possano riconoscersi milioni d’italiane e d’italiani, anziché l’ennesima riserva indiana.
Per farlo servono dosi massicce di follia, passione e coraggio, oltre che un pizzico
di fortuna.
Io ci credo e, sono sicuro, insieme a me molti di voi non
vedono l’ora di cominciare,
così come sono sicuro che
lo siano tanto Francesco Storace, quanto personalità
come Marcello Veneziani.
Non ci rimane che da fare il
primo passo e poi, tutto il
resto verrà da se.
Ora più che mai è il momento
di unirci e di guardare avanti… Avanti, Italia!
5
Sabato 2 marzo 2013
Economia
Servono provvedimenti efficaci per ridare fiato ad un settore strategico
L’edilizia ha bisogno di ossigeno
Il mercato immobiliare italiano è ormai in calo da 5 anni. Principali ragioni:
recessione, credit crunch e fisco. Come pensare ad una ripresa economica?
l settore dell’edilizia è
da sempre stato il principale volano dello sviluppo economico italiano. Dal dopoguerra
in poi, prima per esigenze di
ricostruzione e successivamente per consolidare un livello di benessere sempre
più diffuso, il settore delle costruzioni ha rappresentato la
vera locomotiva della nostra
opulenta economia.
Intorno all’edilizia prospera
un indotto enorme: dalle
aziende produttrici di materiali, ai cementifici, alle cave,
falegnami, elettricisti , fino ai
servizi ad esso connessi:
agenzie immobiliari e credito.
Il bene immobiliare, soprattutto in Italia, ha rappresentato
il serbatoio di ricchezza delle
famiglie e la sua principale
collocazione di risparmio. Gli
italiani, tra i più grandi risparmiatori al mondo, hanno sempre privilegiato l’investimento
nella casa, tanto è vero che
risultano, nell’UE, i maggiori
possessori di prime case. Il
passaggio dalla lira all’euro
e l’entrata nel sistema dell’UE,
ha cambiato un pò le carte in
tavola. Prima dell’euro il bene
immobiliare rappresentava la
difesa ideale alle continue
svalutazioni della nostra moneta e ad un’inflazione che
spesso era a due cifre. Quindi,
se si potevano aspettare più
di 5 anni, si aveva la quasi
certezza di aver fatto un investimento profittevole. L’introduzione dell’euro ha provocato nel 2002 una rivoluzione nel settore immobiliare
italiano: la discesa dei tassi
d’interesse e l’aumento generalizzato dei prezzi, che il
cambiamento della moneta
aveva innescato, ha fatto impennare il prezzo degli immobili. Chiunque avesse comprato immobili poco prima
del passaggio dalla lira agli
euro avrebbe fatto enormi
guadagni! Questo trend si è
I
mantenuto nei primi anni
2000, sia pure con incrementi
decrescenti, fino al 2008. Il
2008, anno della crisi mondiale causata dai mutui subprime americani, ha segnato
anche l’inversione nei prezzi
delle case in Italia. Questa
volta il trend ha avuto uno
sviluppo diverso: la discesa
è stata minima all’inizio, e poi
più accentuata con il passare
del tempo. Ed in effetti l’anno
2012, rispetto al 2011, ha visto
un calo del 5% del prezzo
medio degli immobili, con
punte però anche di -16,4%
a Padova e -9,8% a Parma.
Vediamo di analizzare quali
sono stati i fattori che hanno
determinato questo netto calo
dei prezzi in questo settore
cosi importante per la nostra
economia. Innanzitutto il livello
di tassazione. Ormai è costume dei politici italiani, avendo
molte difficoltà a combattere
l’evasione fiscale, quella di
prendere i soldi li dove non è
possibile nascondere i beni.
Dapprima l’ICI , poi l’IMU,
hanno reso la redditività dell’investimento immobiliare
molto meno appetibile. L’IMU
poi è stata disastrosa, perché
è stata accompagnata anche
da una revisione delle rendite
catastali ed ha colpito anche
gli immobili commerciali. Gli
italiani che possedevano più
di una casa (spesso una seconda casa al mare o in montagna) hanno deciso di metterla in vendita per sgravarsi,
in un periodo già di accentuata crisi economica, di questo ulteriore fardello. Si è cosi
verificato un notevole sbilanciamento tra domanda ed offerta, a favore di quest’ultima,
che ha inciso oltre misura sui
prezzi delle seconde case. Il
mercato immobiliare si è cosi
“ingessato”: i venditori erano
restii ad abbassare i prezzi,
ed i potenziali acquirenti pronti ad entrare sul mercato solo
in presenza di chiare oppor-
tunità. Cosi nel 2012 si sono
registrati, per le compravendite ad uso residenziale, cali
dell’ordine del 22% nei grandi centri e di ben il 25% nei
piccoli centri! Sul fronte fiscale c’è poi da sottolineare,
per quanto riguarda gli affitti,
il flop della cedolare secca.
I proprietari degli immobili
si sono fatti due conti ed hanno appurato che, pagare un
po’ meno di tasse senza però
poter rivalutare il canone
d’affitto in base all’Istat avreb-
be provocato, nel giro di qualche anno, una netta perdita
di potere di acquisto del canone ricevuto. C’è poi stata
la riduzione dal 15 al 5% delle deduzioni forfettarie per
spese da redditi di locazione;
una disposizione che è passata un po’ inosservata, ma
che verrà avvertita pesantemente in sede di dichiarazione dei redditi dei proprietari immobiliari! Anche il
settore bancario ha contribuito notevolmente a deprez-
zare il mercato immobiliare.
Dopo gli scandali del 2008
gli istituti di credito hanno
cominciato a ridurre drasticamente le erogazioni dei
mutui, richiedendo garanzie
sempre più stringenti e tassi
d’interesse più alti. Hanno
dato la colpa ai parametri
più rigidi richiesti da Basilea
II e III nell’erogazione del
credito, ma in verità hanno
preferito convogliare i loro
investimenti sui titoli di stato
ed evitare qualsiasi assunzione di rischi. Un atteggiamento tenuto anche verso gli
imprenditori e che ha contribuito ad aggravare la crisi
stessa. Nel 2012 i mutui erogati sono stati quasi la metà
rispetto a quelli dell’anno
precedente. Un vero crollo!
C’è un altro aspetto non secondario da considerare: i
costruttori che hanno beneficiato di finanziamenti per
costruire case nuove, avendo
dato le stesse case come garanzia alle banche, non hanno
potuto “abbassare” i prezzi
di vendita pur vigendo un
chiaro quadro recessivo!
Cosi, sono stati messe sul
mercato case nuove, a prezzi
molto alti, che non si sono
riuscite a vendere, ma che
hanno partecipato a depri-
mere ancora di più il mercato.
Altro fattore che sta contribuendo a deprimere il mercato immobiliare è quello
delle netta diminuzione del
livello dei salari dei lavoratori.
Risulta evidente che, con salari medi sui 1400 euro al
mese, spesso con contratti
precari, comprare case nelle
città principali, che hanno un
costo oltre i 200.000 euro risulta essere pressoché impossibile. Dovrà essere quindi un obiettivo primario per
la politica, adottare delle misure che possano rivitalizzare
questo settore. La deduzione
IRPEF del 50% per le ristrutturazioni edilizie dovrà essere
rinnovata dopo giugno 2013.
Cosi come tutte le detrazioni
fiscali del 55% per l’efficienza
energetica degli immobili. Si
dovrà mantenere un’aliquota
agevolata IVA nell’edilizia e
sarebbe auspicabile anche
un abbattimento di tutte le
infinite procedure burocratiche che accompagnano tutte
le fasi della costruzione: dalle
progettazioni, alle singole
esecuzioni dei lavori. La casa
potrebbe diventare il primo
tassello per un rilancio della
nostra economia ormai stagnante da più di 10 anni.
Bruno Bral
IL COMMENTO
Proposte, non demagogia
iforma elettorale, conflitto di interessi, legge
anticorruzione, costi
della politica, riforma
Istituzionale. Potrei andare avanti con altre
decine di proposte
che oggi, dopo i risultati elettorali, vengono proposte dai
“grillini” e da tanti altri
esponenti della politica Italiana.
Tutte proposte condivisibili ma che a fronte
della grave crisi economica del Paese diventano secondarie.
Il risultato elettorale,
che impone una riflessione seria, non è che
ha risolto di colpo il dramma delle famiglie che non arrivano più nemmeno
alla terza settimana oppure ha ridato
dignità a quei padri di famiglia che
hanno perso il posto di lavoro o ha risolto il problema degli esodati che
continuano a rimanere nel limbo di
chi non sa che fine farà.
Oggi la Responsabilità deve essere
l’unico patrimonio condiviso da tutti.
Non si può non riconoscere che il “voto
di protesta” oggi rappresenta il 25%
R
degli elettori Italiani e siede anche in
Parlamento ma non si può nemmeno
accettare che proprio quel numeroso
drappello di deputati e senatori portati
da Grillo in Parlamento continuino a
pensare ed operare come se fossimo
ancora fermi a una settimana fa.
La Democrazia è faticosa e, comunque
la si pensi, ha i suoi tempi che vanno
sempre rispettati con l’unico obbiettivo
di migliorarne gli effetti.
Non voglio riproporre le strade per-
corribili che in queste
ore martellano il sistema
informativo, tantomeno
sponsorizzare una tesi
rispetto ad un'altra, ritengo però di far presente che gli Italiani non
sono interessati tanto al
colore della maggioranza di Governo ma vogliono avere risposte
concrete e non demagogiche e, fatelo dire
proprio da queste colonne, tantomeno ideologiche anche se la Destra le sue proposte le
riconferma tutte.
Il Lavoro e di contro la
disoccupazione, le Pensioni e di contro gli esodati, la Crescita e di contro la recessione, lo Sviluppo e di contro
la diminuzione del PIL, questi sono i
problemi della gente, anzi della Gente
con la G maiuscola che il Governo
Monti ha considerato solo numeri.
A questa Gente, alla nostra (di tutti)
Gente dobbiamo, debbono delle risposte.
Si affrettino prima che sia troppo tardi
e prima che i “grilli”… saltino sempre
più in alto
Massimo Visconti
6
Sabato 2 marzo 2013
Esteri
Gruppi di salafiti armati hanno assaltato una chiesa a Bengasi prendendo in ostaggio i fedeli
Libia, 100 cristiani arrestati e torturati
Sui copti piomba l’accusa di proselitismo. Gli estremisti li hanno sequestrati
e torturati. Ad alcuni di loro, che avevano tatuate delle croci, secondo la loro
tradizione, è stato versato dell’acido addosso per cancellare i disegni
a Libia getta la maschera. Ormai non
si hanno più scuse,
né giustificazioni
per nascondere il
sostanziale fallimento della
guerra civile contro Gheddaffi,
che sta mettendo in pericolo
l’Europa stessa. 100 cristiani
copti sono stati arrestati dai
musulmani salafiti, dopo che
questi ultimi hanno assaltato
una chiesa di Bengasi. L’accusa per gli “infedeli” è di
proselitismo. Un capo di imputazione che è costato la
tortura ai credenti cristiani. Il
centinaio di fedeli, sono stati
presi come ostaggi durante
l’attacco alla chiesa dove si
erano riuniti per pregare. Gli
estremisti li hanno sequestrati,
accusati di compiere atti di
proselitismo e, infine, li hanno
torturati. I copti sono stati immediatamente rasati e picchiati. Molti di loro avevano
delle croci tatuate sul corpo,
come è usanza per i cristiani
egiziani. I fondamentalisti le
hanno rimosse con l’acido. Il
quotidiano del Cairo “Ahram
online” riferisce che, secondo
alcune fonti, “la Chiesa copta
ha inviato una richiesta ufficiale al Ministro degli esteri
egiziano, che ha riferito di
L
avere aperto ufficialmente un
negoziato con la Libia per risolvere il problema e far rilasciare i cristiani”. Il vescovo
Pachomios, arcivescovo di Beheira, Matrou e Libia, sta seguendo da vicino la crisi con
le autorità ecclesiastiche del
Cairo. “Questo incidente è
grave-ha annunciato Pachomios-i cittadini egiziani sono
stati arrestati sulla base del
semplice sospetto di fare proselitismo. Intanto, però, vengono torturati in prigione”. Il
vescovo ha poi aggiunto che
“i 100 arrestati lavorano in Libia e non ha senso che siano
messi tutti insieme per fare
proselitismo in un paese straniero”, concludendo che, anche se le accuse mosse dai
salafiti fossero fondate “non
avrebbero dovuto essere ar-
restati comunque”. Anche Naguib Gabriel, leader dell’Unione egiziana per i diritti
umani, ha commentato la vicenda. “Se lo Stato egiziano
continuerà ad essere inattivo
e non adempirà al suo dovere
di garantire il rilascio dei copti
catturati in Libia, mi rivolgerò
direttamente al Consiglio per
i diritti umani per le Nazioni
Unite affinchè intervenga”. La
situazione nella Libia “democratica” si fa sempre più complicata. Solo un mese fa, cinque
paesi occidentali, fra cui il Regno Unito e la Germania, hanno dato l’ordine ai propri cittadini di lasciare il paese, per
il pericolo di imminenti attacchi
da parte delle milizie islamiche. Era il momento della tragedia di Is Amenas, in Algeria.
Ma dall’altra parte del confine
orientale le cose vanno male
da tempo ormai. Le armi della
guerra, spedite dalla Francia
e dagli Usa ai ribelli, sono rimaste nelle mani dei civili e
dei salafiti, che non hanno perso tempo per dare vita a migliaia di gruppi islamisti armati.
La loro ideologia ricalca quella
di Al-Qaeda. Circa il 3% della
popolazione è di origine straniera e per loro la vita si fa
sempre più difficile. Sempre
nel mese di Febbraio, altri
quattro cristiani sono stati arrestati e anche questa volta
con l’accusa di proselitismo.
Questo “reato” è una delle
normative introdotte durante
l’era Gheddaffi. E’ curioso che
i ribelli, che hanno combattuto
il leader del “socialismo verde”, adesso sfruttino le sue
leggi a proprio favore.lizione.
Federico Campoli
IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA È ACCUSATO DI INDOTTRINARE I BAMBINI
Alba dorata dà vita ad una propria scuola di formazione
Mitologia, storia nazionale e valori cristiani. Su queste tematiche si basano i corsi tenuti da giovani militanti.
Intanto, l’organizzazione di Nikolàos Michaloliàkos si attesta come terza forza politica del paese, prima del Pasok
lba dorata torna a far parlare
di sé. Questa volta il movimento greco di estrema destra
è imputato di aver creato dei corsi
per indottrinare i bambini. Il quotidiano “Ta Nea” ha dedicato un articolo a questo fenomeno, intitolandolo
“il Catechismo dell’odio”. Fin’ora
sono circa venti i bambini che si recano nella sezione ad Artemidia,
per assistere alle lezioni di questa
scuola alternativa. I piccoli sono tutti
di età compresa tra i 6 e i 10 anni e
vengono regolarmente accompagnati dai genitori a questi eventi.
L’idea principale del leader del movimento di estrema destra, Nikòlaos
Michaloliàkos, sarebbe quella di sostituire i maestri di Alba dorata a
quelli della scuola pubblica, così
da togliere “leve” allo Stato, considerato “traditore” ed “affamatore”
del popolo greco. Sono in molti che
già esprimono profonda preoccupazione per questo fenomeno. I critici di questa iniziativa temono
che in queste lezioni vengano impartite principi
di intolleranza, odio e antisemitismo. Alcuni ricordano le parole che il leader della destra nazionalista disse su Adolf Hitler, definendolo una
“grande personalità della storia”. Ma gli esponenti
del terzo partito greco si difendono. Gli insegnanti
sono tutti ragazzi sulla ventina, che si sono prefissi
A
come scopo di ricordare ai bambini le loro radici
greche. Il messaggio sulla tradizione ellenica
passa attraverso la mitologia, video educativi e
storia nazionale. Non può mancare poi l’insegnamento dei principi cristiani (ovviamente secondo
il Credo ortodosso), elementi fondamentali per
la società greca ed europea. In poche parole,
vengono trasposti tutti i valori dell’Ellenismo.
Un’iniziativa pericolosa, secondo i partiti tradi-
zionali, la stampa greca e quella europea, che vedono in questo progetto
un tentativo di indottrinare i bambini
all’ideologia del partito. Sul sito dell’organizzazione sono state pubblicate alcune foto, in cui si vedono
circa una ventina di bambini, seduti
in cerchio, mentre ascoltano la lezione del giorno da un’aspirante insegnante in maglietta nera con il
“meandro” (la cosiddetta “greca”,
simbolo di Alba dorata). Sui muri
campeggia la bandiera nazionale e
quella del partito. Ora, Syriza, Pasok,
Nea Demokratia e il resto del Parlamento, temono seriamente l’ascesa
di Michaloliàkos, che nell’ultimo
sondaggio è arrivato ad ottenere
oltre il 10% dei consensi. I vertici
dell’Unione europea è sempre più
allarmata da questo dato, che non
accenna a vacillare. Sembra che in
Germania si tema una replica di
quanto accada ad Atene. Il Bundestag ha avviato,
infatti, una nuova campagna per fare in modo
che il partito di estrema destra Npd (Nationaldemokratische Partei) venga messo fuori legge. E
già sono stati tagliati i finanziamenti pubblici. Il
Partito Nazionaldemocratico non vedrà i suoi
113.000 euro. Chissà che l’iniziativa delle autorità
tedesche non abbia un effetto boomerang.
F.Ca.
La Svizzera
dissangua
la Grecia
a Grecia è stata dissanguata. Ma questa volta in
senso letterale. Sono troppi i
debiti non pagati contratti da
Atene. E queste inadempienze
hanno ormai messo in ginocchio la penisola ellenica. Dopo
essere stati privati dei medicinali anti-tumorali, dopo aver
messo in vendita alcune delle
proprie isole, dopo aver sofferto la fame, adesso arriva
l’ultima. Rudolf Schwabe, direttore delle donazioni internazionali per la Croce Rossa
svizzera, ha comunicato che
la Grecia non riceverà più le
forniture di sangue. “Non si è
trattato di una decisione facile-annuncia Schwabe-ma i
mancati pagamenti non erano
più sostenibili”. Atene da sempre acquista una quantità importante di sacche di plasma,
visto l’alto numero di casi di
anemia nel paese. E il problema è che, dagli anni ’70, è
Ginevra, dove ha sede la Croce
Rossa, l’unico partner per
questo genere di scambi. Fortunatamente, non tutte le speranze sono morte. A quanto
pare, le forniture non cesseranno immediatamente, ma
subiranno un progressivo e
drastico taglio, che comporterà
la fine di ogni rapporto entro
il 2020 se la situazione non
verrà ristabilita. Tanto per cominciare, a fronte delle
700.000 buste annue necessarie, ne arriveranno tra le
600.000 e le 650.000, a partire
dal 2015. La Svizzera, inoltre,
ha avviato una serie di campagne pubblicitarie per attrarre
eventuali privati, che finanzino
le spedizioni di plasma. Praticamente, quello che abbiamo
sempre visto fare alle associazioni umanitarie per i bambini in Africa, adesso lo vediamo fare per i malati greci.
I pagamenti dovuti da Atene
ammontano a circa 5 milioni
di franchi, vale a dire oltre 4
milioni di euro. “Il sangue viene offerto gratuitamente” specifica Schwabe, ma “I costi
da noi sostenuti, di cui sollecitiamo il pagamento, riguardano la conservazione, il trasporto, le spese di laboratorio
e quelle amministrative”. Ma
ovviamente questa rientra tra
le tante spese che la Grecia
in crisi non può più affrontare.
E così la sorte di migliaia di
malati con gravi patologie,
che richiedono trasfusioni di
sangue, non può far altro che
F.Ca.
peggiorare.
L
7
Sabato 2 marzo 2013
Italia
Gli altri due banditi sono stati arrestati dopo l’allarme lanciato da alcuni passanti
Il terrorista rosso è morto sul colpo - Ferito
(ma non in pericolo di vita) un vigilantes
pari e sangue nella
capitale. In pieno
centro. All’Esqulino.
In via Carlo Alberto
6, alcuni banditi hanno tentato l’assalto ad un furgone portavalori. Quest’ultimo aveva da poco raggiunto
la Banca Popolare di Sondrio
-situata proprio in via Carlo
Alberto- quando i rapinatori,
armati, hanno provato ad assaltarlo per rapinarlo.
A questo punto, le guardie
giurate della società Fidelitas,
hanno aperto il fuoco. Uno
dei banditi, l’ex terrorista delle Brigare Rosse Giorgio Frau
(56 anni), è rimasto ucciso
nello scontro a fuoco con una
delle guardie giurate. Mentre
un vigilantes è rimasto gravemente ferito e trasportato
d’urgenza all’ospedale San
Giovanni. Sarebbe comunque
fuori pericolo.
Tanta paura in strada dove
si è scatenato panico, tra romani e turisti, che si trovavamo nei pressi dov’è avvenuta
la rapina. Alcuni passanti,
sentendo gli spari, si sono
rifugiati nei negozi, altri dietro le auto. Gli studenti del
liceo “Pilo Albertelli”, situato
a pochi metri dal luogo dell’agguato, terrorizzati sono
S
stati fra i principali testimoni
dell’accaduto. Erano, infatti,
da poco usciti da scuola ed
hanno assistito all’incredibile
scena.
Due dei rapinatori, (arrivati
con uno scooter) sono fuggiti
a piedi, mascherati da postini
con tanto di pettorina, abbandonando Frau a terra subito dopo la sparatoria. Ma
sono stati arrestati mentre
stavano scappando, a bordo
di un’auto, probabilmente rubata. I loro nomi sono stati
resi noti dalla polizia qualche
ora dopo l’arresto. Uno di
loro è Claudio Corradetti, 41
anni, detenuto nel carcere di
Sulmona, dove sta scontando
una pena di 20 anni, fuori
per un permesso premio.
L’altro Massimo Nicoletti, 34
anni, anche lui con precedenti.
A fermare i due sono stati i
militari del Nucleo Radiomobile della capitale che avevano istituito posti di blocco
in tutta la zona del centro
dopo l'allarme dato al 112.
Frau non era nuovo a crimini
di questo genere. Era stato
arrestato a Perugia nel 2003
e condannato a 4 anni e 8
mesi, sempre per rapina e
porto abusivo di armi. Nella
sua abitazione, infatti, era
stato ritrovato un vero e pro-
Infanticidio a Roma
Bebè nel cassonetto
Partorisce il figlio, lo chiude in una busta
e va al bar: smascherata dai medici
U
na donna romana di 25 anni ha prima partorito, e poi
gettato il figlio appena nato in un cassonetto.
Per il piccolo non c’è stato nulla da fare: è morto nonostante
i ripetuti interventi dei medici per tentare di rianimarlo.
La donna, secondo le prime ricostruzioni della polizia, nella
giornata di giovedì, avrebbe girato per Roma con il proprio
figlio appena partorito, nascosto nella sua borsa. Poi
avrebbe preso un aperitivo con un’amica raccontandole di
aver abortito alcuni giorni prima. Infine, salita in autobus,
si è avviata verso il San Camillo con un’emorragia in corso.
Ma prima di entrare in ospedale, il folle gesto. Ha avvolto il
neonato in un lenzuolo e lo ha messo in un sacchetto di plastica, per poi lasciarlo tra l’immondizia. Arrivata davanti ai
medici ha confessato tutto, quando ormai, però per il piccolo era tardi. Il corpo del bimbo era senza vita.
Adesso la madre è in carcere con l’accusa di infanticidio.
Del caso si sta occupando la polizia del commissariato di
Monteverde. Dalle prime indagini sembra che né i genitori
né' la sorella della ragazza, con la quale abita non lontano
dall'ospedale nel quartiere Trullo, si fossero accorti che
fosse incinta. Anche perché la giovane donna, descritta
come una persona molto riservata, indossava abiti molto
larghi per coprire le forme e nascondere la gravidanza. La
polizia sta cercando il padre del bambino per chiarire se
fosse al corrente dell'intenzione della ragazza di liberarsi
del bambino, ma bisognerà anche attendere i risultati dell'autopsia per accertare se il piccolo sia nato e poi sia stato
ucciso, oppure se sia morto al momento del parto.
P.S.
prio arsenale: oltre 7 pistole,
una mitra, grimaldelli e dozzine di munizioni.
L’ex terrorista era una “vecchia guardia” delle Brigate
Rosse. Era stato arrestato nel
marzo dell' '84 a Roma, nel
corso di un'operazione dei
Paura all’Esquilino
Roma a mano armata
L’agguato fuori dalla filiale della
Banca Popolare di Sondrio. Dopo
la sparatoria uno dei malviventi
resta sull’asfalto. I complici sono
stati fermati dai Carabinieri. Uno
di loro era in permesso premio
L’ombra rossa delle Br
sull’assalto al portavalori
di Paolo Signorelli
DA ROMA
Carabinieri per fatti di terrorismo. Il secondo arresto,
arriva nell’‘88 a Barcellona,
a seguito di una rapina in
banca. Condannato a 21 anni
di reclusione, aveva ottenuto
l'art.21.
Legato all'Unione Comunisti
Combattenti, Frau nell' '87
era riuscito a scappare all'operazione delle forze
dell’ordine che, a Roma, aveva portato all'arresto dei
componenti della “direzione
strategica” dell' Ucc, tra i
quali Francesco Maietta,
Claudia, Gioia, Paolo Persichetti, Massimiliano Bravi,
Daniele Mennella.
Frau, nonostante i numerosi
arresti e le altrettante condanne, aveva continuato a
condurre una vita da delinquente abituale.
REGIONE LAZIO: IMPAZZA IL TOTO NOMINE
Zingaretti ha i Grilli per la testa
Nessun accenno al taglio delle auto blu: in compenso il neo presidente cerca i Cinque Stelle
di Ugo Cataluddi
osa possono avere in comune in
questo momento Pierluigi Bersani
e il nuovo governatore del Lazio Nicola Zingaretti? Risultati nelle rispettive
tornate elettorali a parte, si direbbe tutto.
Una campagna elettorale anonima, una
scarsa tendenza ad affrontare certi argomenti scomodi pubblicamente e, soprattutto, un approccio incoerente nei
confronti del fenomeno del momento: il
Movimento 5 Stelle.
I due esponenti del Pd infatti non si sono
risparmiati nel lanciare appelli circa la
catastrofe politica e sociale a cui si sarebbe andati incontro qualora si fosse
avallato il consenso ai grillini e al loro
leader, il quale più volte è stato definito
populista, demagogo, arrogante, fascista
e antidemocratico.
Ora, risultati elettorali alla mano, ci troviamo di fronte allo smacchiatore di giaguari che forsennatamente invoca un
dialogo con il M5S per creare un parvenza di governo e salvare quantomeno
la faccia e all’ex presidente della Provincia che, esaurite le pacche sulle spalle
per la vittoria, già sta tentando di saldare
sempre di più la sua già ampia maggioranza alla Pisana, aprendo ai consiglieri
C
grillini.
Secondo Zingaretti, infatti, tra il suo programma e quello del Movimento “ci sarebbero parecchie affinità”. Ma come? E
i bei discorsi sull’antipolitica e sulla “necessità di avviare un percorso democratico in regione che prescinda da un
movimento guidato da un comico che di
democratico non ha nulla”? Zingaretti
avrebbe fatto una figura più dignitosa se
avesse mostrato un minimo di coerenza
dal momento che può già contare su una
discreta maggioranza, 25 consiglieri su
50 infatti sono suoi, potrebbe farseli bastare.
In merito è stato chiaro anche il leader
de La Destra Francesco Storace che tramite tweet ha dato sfogo alla sua solita
ironia: “Consiglio (non richiesto) al presidente della regione. L'opposizione non
si sceglie, ma si rispetta. In aula 13 del
centrodestra, 7 i grillini”.
Zingaretti tra l’altro, quando parla di
“idee affini” con molte probabilità si riferisce a quelle relative alla trasparenza
e al taglio dei costi della politica in una
regione ancora scottata dagli scandali
Fiorito e Maruccio. E in tal senso le uniche proposte concrete giunte fino ad ora
sono quelle di Francesco Storace che da
metà marzo guiderà l’opposizione. Nel
suo messaggio di auguri al neo governatore, Storace ha subito chiesto che
vengano “tolte di mezzo tutte le auto
blu” e tutti i cittadini del Lazio attendono
che tale appello venga raccolto quanto
prima. Se non altro per dare quel segnale di cambiamento tanto profetizzato.
Intanto impazza anche il toto nomine per
quanto riguarda gli assessori. I nomi che
emergono sono tutti esterni. Salvo sorprese, nessun consigliere appena eletto
avrà quindi un posto in giunta e dal cilindro zingarettiano rispuntano nomi quali:
Smeriglio vicepresidente e Michele Civita (già assessore provinciale) all’urbanistica, pronto a stravolgere il Piano
Casa.
Capitolo Sanità, lo smemorato governatore sembra non aver alcuna intenzione
di fare pressioni sul governo per annullare il commissariamento. Vane quindi le
richieste di Storace che anche in questo
caso chiedeva concretezza annullando il
commissariamento e rinegoziando il debito.
Che dire, se il buon giorno si vede dal
mattino...
8
Sabato 2 marzo 2013
Italia
Alto Adige
Friuli-Venezia Giulia
Mazzette teutoniche
I “casi Fiorito” del Nord Est
Bufera su un ex assessore
Quando gli appalti
parlano tedesco...
Michl Laimer (Svp) patteggia
una pena di due anni e otto mesi
ued-Tiroler Volks Partei,
il Partito del Popolo AltoAtesino (o sud-tirolese,
come preferirebbero loro). E'
un oggetto ormai non troppo
misterioso per gli osservatori
politici italiani, che ne hanno
registrato spesso e volentieri,
negli ultimi anni, il ruolo decisivo, soprattutto al Senato, nel
sostegno ai governi di centro-sinistra: un esmepio ne fu
quello al Governo Prodi. Ma
sul loro modo di amministrare,
fuori dai confini del TrentinoAlto Adige, poco si sa.
Qualcosa emerge ora invece
da una tipica produzione del
luogo: l'energia idro-elettrica.
Due anni e 8 mesi è infatti la
pena che ha patteggiato ieri
in tribunale a Bolzano dall'ex
assessore provinciale della
Svp Michl Laimer, accusato di
irregolarità nell'assegnazione
di concessioni idroelettriche.
La vicenda riguarda la concessione della centrale di Sant'
Antonio a Bolzano, che la giunta
provinciale assegnò su proposta dello stesso Laimer alla
Sel spa, di proprietà della Provincia autonoma, contravvenendo - questa l'accusa - a
quanto deciso dall'ufficio provinciale elettrificazione che
Spese di rappresentanza,
c’è un seggiolino per auto
Otto capigruppo e due consiglieri regionali ricevono l’invito a dedurre
dalla Procura della Corte dei Conti: si va al voto tra un mese e mezzo
our elettorale? Prossima tappa, FriuliVenezia Giulia. Il 21
e 22 aprile la Regione più a nord.-est di
tutto il Nord Est va al voto e,
chissà se non sarà anche per
questo, i fari della magistratura
si accendono su quel che è
accaduto in tema di fondi per i
gruppi consiliari dentro al Consiglio.
Ciò che si scopre è comunque
il classico "è tutto un magnamagna", con un danno erariale
presunto di 872.743 euro.
Nei fatti, a ben guardare, si
tratta semplicemente dell’intero
ammontare delle spese di rappresentanza, quelle quanto
meno che sono state liquidate
dal Consiglio regionale del
Friuli-Venezia Giulia nel corso
del 2011.
Ad indagare è la magistratura
contabile, che ha irrorato con
una serie di inviti a dedurre
otto capigruppo e due membri
del consiglio della Regione Autonoma, con tanto di contestazioni buone per produrre qualche titolo sui giornali. Ecco allora che si parla di fondi pubblici utilizzati per ingressi in
una discoteca della riviera triestina, di spesa dal macellaio,
T
S
aveva indicato un altro progetto
come destinatario della concessione per motivi tecnici. In
sostanza, secondo l'accusa,
Sel (nulla a che fare con l'ominimo partito, per carità) aveva
potuto vedere le altre offerte
e "correggere" la propria proposta con una concorrenza
sleale nei confronti del concorrente privato. Nel quadro
dello stesso ha patteggiato
due anni e sei mesi anche
Maximilian Rainer, ai tempi
dei fatti amministratore delegato di Sel, che altro non è se
non la società pubblica che
gestisce la vasta rete delle
centrali idroelettriche altoatesine.
Milano
Democratici tafferugli al corteo anti-Maroni
na... democraticissima
U
manifestazione contro il
voto espresso dai cittadini
lombardi. Con scontri con
le forze dell’ordine, tentato
assalto (per la verità, coraggiosamente appena accennato) alla sede regionale e ripiegamento con
danneggiamenti alla banca.
Un corteo di qualche centinaio di studenti milanesi
è partito da piazza Cairoli
per raggiungere Palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale. Gli studenti, in particolare, hanno protestato
lungo il loro cammino contro la vittoria alle ultime
elezioni regionali del candidato della Lega Nord Roberto Maroni: erano dedicati a lui, infatti, molti degli
slogan e dei cartelli apparsi
in piazza.
Nel corso del corteo non
sono mancati dei momenti
di tensione e dei tafferugli
tra i ragazzi e le forze dell’ordine, soprattutto quando
gli studenti si sono avvicinati troppo al palazzo della
regione.
Secondo quanto ripoprtato
DAL NORD
dalla stessa Questura, vi è
stato qualche respingimento e lancio di lacrimogeni,
ma dopo un po’ la situazione è tornata calma senza
far registrare fortunatamente alcun ferito. Un paio di
banche che si trovano sulla
strada verso il Pirellone
sono state imbrattate da alcuni studenti che, con scritte e slogan, hanno espresso
così il proprio no all’austerità.
Il corteo milanese si è poi
sciolto senza ulteriori incidenti.
di caffè e cornetti al bar e addirittura di seggiolino da bambini per auto e perfino un treno
completo di pneumatici nascosti tra le spese "di rappresentanza" dei gruppi consiliari.
Qualcosa in più si saprà oggi,
quando la Procura regionale
della Corte dei Conti inaugurerà il suo anno giudiziario: il
procuratore capo Maurizio Zappatori, secondo quanto trapelato, fornirà una serie di "elementi oggettivi" su questa inchiesta. Inchiesta che, come
insegnano altri casi in Italia,
avrà l'immancabile contrappunto in una analoga iniziativa
a sfondo penale. Già note le
coordinate della battaglia legale
da avviare: la dovranno affrontare, a loro discolpa, i capigruppo del Pdl Daniele Galasso
(spese di Gruppo per 330.115
euro), del Pd Gianfranco Moretton (170.684), della Lega
Nord
Danilo
Narduzzi
(238.713), dell’Udc Edoardo
Sasco (34.808), di Italia dei Valori Alessandro Corazza (9.835),
dei "Cittadini" Piero Colussi
(8.757), di Sinistra Arcobaleno
Igor Kocijancic (10.995) e del
Gruppo misto, Roberto Asquini
(35.869).
Non solo capigruppo però,
perché all'interno del Gruppo
Misto hanno preferito gestire
in proprio le spese il coordinatore regionale di Fli Paolo
Ciani (10.651) e Alessia Rosolen
di Un’altra Regione(23.116
euro).
Gli osservatori politici regionali
non hanno mancato di sottolineare che comunque il monte-accuse riguarda tutte le spese effettuate: è quanto mai probabile, insomma, che larga
parte dei fondi siano stati utilizzati davvero per motivi contabilmente, e legalmente, giustificati. Tutto starà a produrre
gli scontrini giusti e a saperli
spiegare.
Barbara Fruch
Torino
Ventimiglia
Furto di rame, resta chiusa
scuola appena ristrutturata
Ambulanza a sirene spiegate
per... comprare l’I-pod
ladri di rame non fanno sconti a nessuno.
Iimparato
Pendolari, imprenditori e da ieri, come hanno
a loro spese, neanche studenti.
eva fretta di acquistare una coppia di cuffietta
A
per l'ipod, cosi' l'autista di un'ambulanza del
servizio sanitario francese, in trasferta a
Doveva infatti essere il sopralluogo finale per
restituire ad alunni ed insegnanti la scuola
ristrutturata già la prossima settimana. Invece i
tecnici del Servizio edilizia scolastica della
Provincia di Torino ieri mattina hanno scoperto
che nella notte vandali e ladri erano entrati in
azione per rubare il rame devastando i locali
appena ripristinati della succursale dell'istituto
Alberghiero Colombatto di via Gorizia a Torino.
Nella scuola erano appena stati completati i
lavori di ripristino e messa in sicurezza chiesti
alla Provincia di Torino dalla Procura con opere
per 200mila euro. "Ora - riferiscono dalla
Provincia - l'impianto elettrico è stato
totalmente messo fuori uso e si dovrà
ricominciare da capo".
La succursale del Colombatto era chiusa da
oltre un anno e gli alunni erano ospitati alla
''Primo Levi'' di corso Unione Sovietica: i tempi
del trasloco rischiano ora di allungarsi. I tecnici
della Provincia stanno svolgendo gli
accertamenti complessivi dei danni e i
carabinieri hanno avviato le indagini sul furto e
il vandalismo. In Piemonte, purtroppo, i furti di
“oro rosso” sono assai frequenti, proprio nelle
settimane scorse una banda era stata
sgominata grazie a controlli e verifiche
effettuate presso ex caopannoni industriali
dismessi, Purtroppo, però, il bersaglio è solo
cambato
Ventimiglia, ha pensato bene di percorrere a
velocita' proibitiva la statale 20 della val Roja. Tra
le tante auto superate, anche una volante della
polizia. Gli agenti, ritenendo che potesse trattarsi
di un'emergenza, hanno subito agevolato il
transito del mezzo di soccorso, ma quando si
sono accorti poco dopo che quest'ultimo
parcheggiava nell'autorimessa di un centro
commerciale, uscendo fuori con delle cuffiette,
e' scattato il verbale: una multa da 600 euro,
oltre al ritiro immediato della patente. L'autista
ha potuto ritirare il mezzo oggi, dopo aver pagato
la contravvenzione.
Bologna
Sequestro di cocaina
in aeroporto
a Guardia di Finanza di Bologna ha
Lperuviano
sequestrato 11 kg di cocaina ed arrestato un
all'aeroporto Marconi. La droga era
nascosta in giubbotti trasportati nel bagaglio.
L'uomo e' stata individuato grazie al
monitoraggio sui voli provenienti da Paesi a
'rischio': arrivava da Lima, via Parigi.
Controllando il bagaglio hanno trovato 8
giubbotti per i quali la persona ha fornito
risposte evasive.
Nell'imbottitura c'era la droga confezionata in
buste di plastica abilmente cucite.
9
Sabato 2 marzo 2013
Italia
Capo d’imputazione più pesante, misura cautelare più leggera
Cellino come Sallusti:
“Io resto in carcere”
Il presidente del Cagliari rifiuta i domiciliari:
“Voglio uscire da uomo libero, definitivamente”
di Federico Colosimo
l Tribunale del Riesame concede gli arresti
domiciliari
a
Massimo Cellino, ma il
Presidente del Cagliari
li rifiuta: “Io da qui esco solo
da uomo libero”.
Davanti al carcere Buoncammino (Cagliari), ieri mattina,
di fronte ad una pioggia battente, ad attendere il presidente dei rossoblù, oltre a
pochi parenti e giornalisti,
una decina di tifosi bardati di
sciarpe e bandiere: “Cellino
è il nostro eroe, è giusto che
esca dal carcere”. Di questo
tenore, gli slogan degli ultras
sardi che, fino a tarda sera,
hanno aspettato l’imprenditore fuori al penitenziario.
Cellino, quella porta, però,
non l’ha mai varcata. L’allarme lanciato da Radio carcere nel corso della mattinata,
è stato infatti confermato con
i fatti dal patron rossoblù.
“Non esco”. Detto, fatto. A
nulla è servita la visita dell’avvocato Benedetto Ballero. “Il
Presidente è di buon umore,
ha detto che per domenica
desidera mangiare i tortellini
alla bolognese”, riferendosi
alla partita in programma nel
fine settimana tra Bologna e
Cagliari.
I
Al contrario, hanno lasciato
invece il carcere gli altri due
arrestati nell’ambito delle indagini sulla trasformazione
dello stadio “Is Areans”, il sindaco di Quartu Sant’Elena
Mauro Contini e il suo assessore ai Lavori pubblici Stefano Lilliu. I magistrati del
riesame hanno accolto le tesi
dei rispettivi difensori degli
imputati che, facendo rilevare
come non ci fossero più gli
estremi per il pericolo di inquinamento delle prove, la
misura della detenzione in
carcere fosse eccessiva.
L’accoglimento, però, arriva
all’indomani della modifica
del capo di imputazione per i
tre indagati, che sono passati
dall’ipotesi di reato di tentato
peculato a peculato consumato. Un vero e proprio colpo
di scena dunque. La Procura,
infatti, ha depositato alcuni
documenti che proverebbero
un passaggio di denaro dalle
casse comunali a quelle
dell’azienda di Antonio
Grussu (attualmente ai domiciliari - assieme ai funzionari
del Comune di Quartu Pierpaolo Gessa e Andrea Masala nell’ambito della stessa
inchiesta – e titolare dell’impresa Andreoni che doveva
realizzare le opere pubbliche) che ha eseguito alcuni
lavori per l’impianto sportivo.
Si tratta di oltre 360 mila euro
pubblici destinati al Piano integrato d’area (Pia) Serpeddì- Is
Arenas che, invece, sarebbero
stati utilizzati per costruire alcune strutture dello stadio. Pur
Usurai a Lucera: arresti e sequestri
a Guardia di Finanza di
Lucera ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal
Gip del Tribunale di Lucera,
Marco Ferrucci, su richiesta
della locale procura della
repubblica, nei confronti di
4 persone appartenenti ad
un sodalizio criminale lucerino dedito all’usura ed all’estorsione.
In carcere sono finiti Antonio
Valerio Pietrosanto, di 45
anni, a capo dell’organizzazione, pluripregiudicato; sua
moglie Maria Pia Casiero,
40 anni, incensurata; Michele D’Errico, 33 anni,
anche lui con precedenti e
titolare di un’impresa di
commercio di prodotti elettronici, principale esattore
presso le vittime di usura
del denaro prestato e degli
interessi illegali di volta in
volta stabiliti. il 26enne
Marco Li Mandri, con precedenti, titolare di un’impresa
di pulizie, per essere subentrato quale prestatore di denaro ad interessi usurai nei
confronti di una delle vittime
del sodalizio ed aver estorto
con minaccia di gravi ritorsioni la restituzione degli interessi illecitamente pattuiti.
Fondamentali per le indagini sono stati alcuni esposti
pervenuti e la collaborazione delle vittime, imprenditori operanti nel settore
della ristorazione cui venivano praticati prestiti con interessi che arrivavano sino
al 240%.
Durante le indagini sono
stati eseguiti mirati accertamenti finalizzati alla confisca
allargata dei beni.
Secondo quanto ha reso
noto il comando della Guardiua di Finanza, “tali accertamenti hanno consentito ai
finanzieri della tenenza di
Lucera di appurare la sproporzione tra i beni posseduti ed i redditi dichiarati e,
quindi, di sottoporre a sequestro preventivo due immobili ed un’autovettura per
un valore complessivo stimato in circa duecentomila
euro.
Il caso
L’inchiesta Is Arenas
Doppio colpo di scena ieri nella
vicenda giudiziaria dei lavori allo
stadio del capoluogo isolano:
la Procura dice di avere prove
più schiaccianti ma apre le porte
al patron, che però rifiuta
Massimo Cellino, presidente del Cagliari, resta nel carcere di Buoncammino
Vasta operazione nel Foggiano della Guardia di Finanza: richiesti interessi alle vittime fino al 240%
L
DAL CENTRO E DAL SUD
In fin di vita
per difendere
un Rolex falso
ifficile comprendere come
si possa finire in fin di vita
per difendere un orogologio
falso, eppure... Tentano di
rubargli il Rolex, reagisce e gli
sparano. Il copione è sempre
lo stesso, lo scenario anche:
Napoli. Solo che questa volta il
giovane - ora ricoverato in
gravi condizioni - ha lottato per
difendere un orologio falso.
Emanuele Catino, 27 anni è
all'ospedale Ascalesi di Napoli
dove è stato portato alle 4.30
dal fratello. I due erano in auto
in via Pietro Colletta e mentre
stavano per svoltare verso
corso Umberto I due persone
in sella a uno scooter e armate
di pistola li hanno affiancati e
hanno rotto il finestrino dal lato
di Emanuele. Il giovane ha
reagito e gli hanno sparato due
colpi, uno dei quali lo ha
colpito al collo e l'altro al
fianco.
D
sostenendo di avere tra le
mani prove schiaccianti, gli inquirenti, decidono invece di
attenuare la misura del carcere
con quella meno afflittiva degli
arresti domiciliari. Un controsenso.
Una storia simile a quella di
Alessandro Sallusti - direttore
de “Il Giornale” – quella di
Massimo Cellino che, comunque, già questa mattina potrebbe abbandonare l’istituto
penitenziario per far ritorno a
casa. Con la speranza che decida di accettare la misura
meno afflittiva degli arresti domiciliari senza commettere il
reato di evasione che, inevitabilmente, lo porterebbe a subire una condanna certa.
La Sardegna vuol
diventare “Iva-free”
MISURA ANTI-TASSE PER ARGINARE LA CRISI
Delibera regionale per trasformarsi in porto franco
al 24 giugno andare a vivere in Sardegna potrebbe essere molto conveniente. Il 12 febbraio scorso, infatti, una
delibera del consiglio regionale sardo ha
stabilito che verrà dato “atto delle circa 240
deliberazioni assunte dai Consigli Comunali
della Sardegna, in ordine all’attivazione della
zona franca”. Ciò vuol dire che in tutta la Sardegna godrà di un particolare status tributario, sicché i cittadini non pagheranno l'Iva ed
avranno altri vantaggi di carattere fiscale.
La deliberazione del 12 febbraio recita:
“Entro il termine perentorio del 24 giugno
2013, si comunica che la Regione Autonoma
della Sardegna con delibera del 7 febbraio
2013 ha stabilito l’attivazione di un regime
doganale di zona franca esteso a tutto il territorio regionale. Si chiede pertanto la modifica del regolamento prevedendo che tra i
territori extra-doganali dell’Italia sia indicato
anche il territorio della Sardegna isole minori comprese”. In Italia gli altri territori sottoposti a questo particolare trattamento sono
Livigno, Campione d'Italia, la Regione Val
d'Aosta, Messina, Livorno e i porti franchi di
Trieste, Venezia ed Ancona.
Si tratta di una svolta epocale per l'isola, resa
possibile dall'articolo 174 del Trattato di Li-
D
sbona che sancisce l’impegno solenne
dell’Unione Europea alla riduzione dei divari
tra le Regioni ed al rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale. Il trattato, in particolare, recita testualmente: “Per
promuovere uno sviluppo armonioso dell'insieme dell'Unione, questa sviluppa e prosegue la propria azione intesa a realizzare il
rafforzamento della sua coesione economica, sociale e territoriale. In particolare
l'Unione mira a ridurre il divario tra i livelli di
sviluppo delle varie regioni ed il ritardo
delle regioni meno favorite. Tra le regioni interessate, un'attenzione particolare è rivolta
alle zone rurali, alle zone interessate da transizione industriale e alle regioni che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali o
demografici, quali le regioni più settentrionali con bassissima densità demografica e le
regioni insulari, transfrontaliere e di montagna”.
Nella delibera il presidente della Regione
Ugo Cappellacci spiega che si è resa necessaria l’attivazione della zona franca, per arginare la crisi che continua ad investire i
settori produttivi della Sardegna e larghe
fasce della popolazione con gravissimi disagi di tipo sociale e economico.
10
Sabato 2 marzo 2013
Cultura
L’appello per un’operazione storica e culturale da lanciare al più presto
“Msi? Fondazione
più che ri-fondazione”
Teodoro Buontempo: è l’ora di istituire un museo
storico di ciò che il partito rappresentò per l’Italia
ostituente a Destra?
Il dibattito è aperto,
intanto però c’è anche chi, come Teodoro Buopntempo,
ritiene giunto il momento di
non disperdere un pezzo di
storia italiano: il Msi. “Il mondo
di destra è finito in mille pezzi
e fu cancellata dalla scena
politica italiana un partito certamente diverso dagli altri e
alternativo al sistema, il Movimento sociale italiano. Ora
abbiamo il dovere di onorare
quei 50 anni di storia, anche
con concrete iniziative, per
dimostrare che non fu sciolto
in quanto superato dai tempi,
ma per obbedire a un disegno esterno elaborato da coloro che ritenevano scomoda
una destra profondamente
sociale, nata su iniziativa dei
‘vinti’ e perciò temuta per il
grande consenso che otteneva in tutti i ceti sociali”. Lo
afferma il presidente de “La
Destra”, Teodoro Buontempo.
“Per ricordare i personaggi
che fondarono il Msi e che lo
diressero con le ‘mani pulite’
– continua Buontempo – il
giorno dopo la chiusura del
Congresso di Fiuggi, nel corso del quale mi opposi con
tutte le mie forze allo scio-
C
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Un’area in movimento
Il dibattito su una costituente
è stato ufficialmente lanciato da
Storace. In questo momento
politico, le proposte per fissare
le basi del futuro hanno le radici
anche nel recente passato
glimento del partito, presso
un notaio di Perugia, insieme
ad alcuni amici, fondammo
l’Istituto storico del Movimento sociale italiano. Nel corso
degli anni abbiamo raccolto
documenti congressuali, pubblicazioni e verbali delle sedute di Camera e Senato in
cui gli esponenti del Msi erano presenti e rispettati. Ora
è indispensabile, anche alla
luce dei trasformismi, dei tradimenti e della frantumazione
che quel mondo ha subìto,
dare vita a un Museo dell’istituto storico del Msi”.
“Pertanto – conclude Buontempo – chiunque sia in possesso di fotografie, copie di
manifesti, documenti, libri,
pubblicazioni e dei corsi di
preparazione politica può
contribuire alla crescita dell’Istituto e al suo obiettivo primario, che è quello di far conoscere la produzione politica
su argomenti cari al Msi e
che oggi tornano ad essere
di estrema attualità. Al momento, per eventuali contatti
si può scrivere alla email:
[email protected]
o telefonare al numero
3351282756. In futuro faremo
conoscere anche l’indirizzo
della sede dell’istituto storico”.
In Rete
Roma, via Filippo Corridoni n.23
Tel. 06 37517187 - 06 45449107
Fax 06 94802087
email: [email protected]
Destra
Tassinari manda Fascinazione in pensione
V
a in pensione Fascinazione. Si tratta di un
blog che, tenuto dal giornalista Ugo
Maria Tassinari, si è occupato negli ultimi
due anni e mezzo di fare da collettore di
tutte le notizie che provenivano dal mondo
della destra, dell’estrema destra e anche di
albienti delò neo-fascismo italiano.
Ad annunciarlo è stato lo stesso giornalista
napoletano, autore di “Fascistera”, ottimo
successo editoriale (nonostante qualche
“sbavatura” in sede di ricostruzione storica).
Fascinazione è stato, dice Tassinari sulla sua
stessa pagina web,“un blog giornalistico essenzialmente monotematico, che provava a
tenere assieme cronaca (troppa), narrazioni
(non abbastanza e talvolta senza che fosse
ben chiara la diversa modalità) e riflessioni
(decisamente poche) sul composito pluriverso della fascisteria. Ho deciso di staccare
la spina nel momento di massimo successo
editoriale (questo mese chiude con un tasso
di crescita rispetto al febbraio 2012 di
+120%), dopo che ho raggiunto la cifra, per
me impensabile alla fondazione del blog, di
un milione di visitatori perché mi sono accorto che sempre più spesso "vado in automatico ... ma le cose così non si possono
fare". Ed è una pura coincidenza ma certo
aiuta a decidersi la consapevolezza che c'è
chi oggi chiude ben altra storia e "tutto
passa, tutto se ne va". In realtà, dopo 25 anni
di ricerca ossessiva, ho dovuto prendere atto
della convergenza tra crescente saturazione
del soggetto e sostanziale svuotamento dell'oggetto e quindi ho deciso che fosse giunto
il momento di "scartare di lato". Mi è piaciuto credere, e qualche volta sono riuscito
a dimostrare, come anche la microscopica
nicchia in cui mi sono recluso costituisse un
privilegiato punto di osservazione del reale.
Oggi, però, mi sembra di poter dire che il
terremoto elettorale sancisce, con la fine del
bipolarismo maggioritario, la definitiva conclusione dell'infinita transizione dal "secolo
breve" al post-politico. Resta comunque
forte l'impressione che "tous le bateaux
vont à l'hasard pour rien". E quindi bisognerà munirsi di nuovi strumenti di conoscenza e di interpretazione. Non chiudo,
però. Nei prossimi giorni continuerò ancora
a scrivere su alcuni temi che mi stanno a
cuore mentre sto già lavorando a definire
una diversa modalità di presenza sul web,
con un sito personale di più ampio respiro
di cui questo blog sarà solo una sezione...”.
Dopo i rituali ringraziamenti alle numerose
persone che lo hanno aiutato e sostenuto in
questo periodo, Ugo Maria Tassinari conclude con “un sottile rimpianto per tutte le
storie che non ho saputo o potuto raccontare, per le più varie ragioni, nonostante
"tutte le parole che in vita ho scritto, ho
pianto e so". Una mi pesa in particolare.
Quella di Raimondo, a cui va un pensiero triste e rabbioso...”.
Robert Vignola
Mario Vattani console
della “riunificazione”
Siamo stati la parte qualificante di tutto
il centro-destra, ora stop frammentazione
M
ario Vattani, che è stato Capolista al Senato per La Destra in Campania, ha così commentato il voto delle Elezioni Politiche appena concluse: “Certamente, esiste un
margine di frustrazione tra l’impegno militante e il risultato,
ma anche questo è il senso di far parte di uno schieramento.
Non possiamo non guardare al quadro generale: con uno
sforzo sovrumano il centrodestra è riuscito a rivoltare un risultato che sarebbe stato disastroso per il nostro paese. E’
stata fermata l’azione del partito dei tecnici che, alleato con
una sinistra irresponsabile, rischiava di portare l’Italia sull’orlo
del declino e del sottosviluppo. Dobbiamo essere grati al nostro Segretario Francesco Storace che con coerenza e determinazione ci ha reso parte attiva di questa coalizione. Noi
abbiamo fornito i contenuti più qualificanti al programma del
centrodestra, e riteniamo che la nostra linea improntata alla
priorità dello stato sociale e alla sovranità nazionale abbia significativamente contribuito al risultato della coalizione. Abbiamo mantenuto le posizioni grazie al nostro radicamento
sul territorio e alla credibilità delle nostre proposte. Noi siamo
stati sempre contrari alla frammentazione della destra italiana
in liste e listarelle, di cui paghiamo oggi lo scotto. Noi siamo
la destra sociale, siamo la continuità con la nostra tradizione
politica e ideale, e lo abbiamo dimostrato, anche stavolta, con
chiarezza, coerenza e determinazione. Ora non dobbiamo
pensare a cosa fare, ma a come farlo. Perché adesso occorre
rispondere a ciò che ci chiede la nostra gente: bisogna avviare subito un percorso unitario per riformare un’unica forza
politica di destra sociale e nazionale”.
11
Sabato 2 marzo 2013
Arredamento e design
Cambiano i tempi e anche il modo di arredare: nel 2013 la formula è l’innovazione
Torna il ‘Salone del mobile’
In scena a Milano, dal 9 al 14 aprile, una nuova edizione che è pronta a svelare le novità assolute
del settore casa-arredo, dell’illuminazione e dell’ufficio, con le biennali Euroluce e SaloneUfficio
A Milano, il mondo
che abiteremo” è
questo lo slogan
della 52a edizione
del Salone Internazionale del Mobile: ad accompagnare la manifestazione anche il Salone Internazionale del Complemento
d’Arredo, le biennali
Euroluce e SaloneUfficio accanto al SaloneSatellite. Il capoluogo lombardo detta le
nuove tendenze in fatto di design, creatività, qualità e cambiamento. L’importante è sapersi rinnovare come dichiara
il presidente di Cosmit Claudio Luti: “La chiave del nostro
successo è rendere il Salone
il luogo per eccellenza dell’innovazione. Per mantenere
la leadership, la nostra esposizione dovrà continuare a
essere sinonimo di novità e
vetrina di assolute
“
anteprime. Presentare prodotti
nuovi, infatti, non solo può
emozionare il pubblico, ma
anche motivare
la forza vendita”. Dichiarazione che sottolineano in
modo incisivo il ruolo chiave
svolto dalla kermesse nel
mondo dell’abitare livello internazionale con cifre che
parlano da sole: oltre 300.000
visitatori attesi da 160 Paesi.
Tra i maggiori rappresentanti
del settore, saranno più di
2.500 gli espositori, che riempiranno con le proposte del
2013 i padiglioni del quartiere
fieristico di Rho. Tra questi si
assisterà al ritorno di alcune
aziende storiche sia al Salone
del Mobile sia al SaloneUfficio
a conferma del ruolo guida
che la manifestazione milanese riveste per le imprese
in termini di originalità, cambiamento e visibilità. Euroluce,
in posizione strategica tra gli
ingressi di Porta Ovest e Porta
Sud, di fronte al SaloneUfficio,
occuperà 38.000 m2, ripartiti
tra i 4 padiglioni 9-11 e 13-
15. Inoltre 12.500 m2 saranno
destinati ai mobili e agli accessori per gli ambienti di
lavoro all’interno dei padiglioni 22-24, tra loro adiacenti.
La 16a edizione del SaloneSatellite, la manifestazione nei
padiglioni 22-24 destinata ai
progetti degli under 35, è dedicata al tema “Design e artigianato: insieme per l’industria” e come ogni anno offre
visibilità ai giovani designer
emergenti e la possibilità di
creare contatti con molte delle
aziende espositrici. Anche
quest’anno nell’ambito del
SaloneSatellite si svolgerà il
Concorso che premierà i tre
prototipi migliori tra quelli
presentati, relativi alle merceologie delle manifestazioni
biennali di questa edizione,
Euroluce e SaloneUfficio.
Evento per i Saloni 2013 “Progetto: ufficio da abitare” di
Jean Nouvel, Pritzker Prize
2008.
In un’area di 1.200 m2, all’interno dei padiglioni dedicati
al SaloneUfficio, l’architetto
francese proporrà diversi scenari attraverso i quali svilupperà i principali temi della
sua visione dello spazio di
lavoro. Sarà un continuo avvicendarsi di concetti come
la convivialità, il piacere, il
gioco e l’apertura degli uffici
verso l’interno come verso
l’esterno, in contrapposizione
agli spazi chiusi e alla ripetizione che spesso contraddistingue gli uffici e il loro carattere totalitario. I Saloni sono
anche sempre più virtuali e
confermano la loro presenza
sui social network e in rete.
Oltre ad avere un blog, una
pagina ufficiale sia su Facebook sia su Twitter, un canale
dedicato su YouTube e una
gallery su Flickr, quest’anno
incrementeranno la rete professionale già avviata
su Linkedin e apriranno un
profilo anche su Pinterest, social network dedicato alle immagini di qualità. Da marzo,
inoltre, sarà possibile scaricare sul proprio smartphone
la App aggiornata dei Saloni
2013,uno strumento pensato
per agevolare al meglio la
visita in fiera a espositori e
visitatori (disponibile per
iPhone, iPad e i più diffusi dispositivi Android). I Saloni
2013 si presentano inoltre
con una grande novità. Grazie
a un accordo tra Cosmit, Fiera
Milano e ATM (i cui dettagli
verranno resi noti a giorni) i
Saloni saranno la prima manifestazione espositiva a offrire ai propri visitatori un biglietto integrato, valido sia
per il trasporto urbano sia
per l’ingresso in Fiera.
Francesca Ceccarelli
INIZIATIVA SOLIDALE
L’artigianato di San Patrignano
uando bellezza e solidarietà si incontrano: è
questo il caso di Barrique, la terza vita del
legno, progetto di design che mira a riutilizzo del
legno delle botti di legno usate per invecchiare il
vino per creare oggetti e arredi di uso comune.
Obiettivo dell’iniziativa non è solo il riciclo delle
assi di rovere ma anche il riscatto dei partecipanti
grazie al recupero del lavoro artigianale. Protagonista è infatti l’intera Comunità di San Patrignano,
il più grande centro antidroga d’Europa, grazie al
cui impegno il progetto potrà continuare a svilupparsi nel West End di Londra. Una grande iniziativa dalla duplice valenza e dai numerosi effetti
positivi per l’intera comunità. Barrique è articolato
in diverse fasi, sviluppando per oltre 30 anni
un’attività vitivinicola molto intensa, giungendo a
produrre annualmente anche 600 mila bottiglie di
vini di pregiatissime qualità. Le barrique sono
grosse botti di legno di rovere francese, che possono contenere fino a 230 litri, in cui il vino è
posto a riposare per l’invecchiamento, hanno vita
utile mediamente pari a tre vendemmie, ed in ogni
caso dopo massimo cinque anni il legno non è più
utilizzabile per questo scopo.
Q
Quella per il lavoro artigianale è una passione che
negli anni è andata crescendo all’interno della comunità tanto da favorire la nascita di una falegnameria in cui la lavorazione del legno ha permesso
di recuperare una tradizione ed una professionalità tipica del made in Italy. Integrare attività diverse: questo è il principio che ha mosso l’idea di
riutilizzare il legno delle barrique per realizzare
mobili ed oggetti di design e di arredamento. Maurizio Riva, l’ideatore e colui che ha permesso il
coinvolgimento di numerosi designer, portando
alla realizzazione di numerosi oggetti, ospitati
anche nello scorso Salone del Mobile di Milano.
Coinvolgendo 32 dei più famosi designer italiani,
il progetto si è sviluppato grazie ad ognuno dei ragazzi di San Patrignano, che hanno lavorato alla
creazione di un oggetto, e grazie alla collaborazione di alcuni sponsor che hanno così sostenuto
un progetto anche di integrazione sociale. Dietro
la macchina di questa enorme catena di montaggio di solidarietà e rinascita si cela la collaborazione tra Riva 1920, di Maurizio e Davide Riva che
da oltre 90 anni produce mobili in legno, e la Comunità di San Patrignano.
F.Ce.
12
Sabato 2 marzo 2013
Lo specchio del Belpaese è in una serie di film
“E l’Italia si racconta”…
Dal 5 marzo parte una rassegna che prova
a raccontare lo stivale in lungo e in largo
di Francesca Ceccarelli
l cinema specchio del
paese: è quello che
succede con una nuova iniziativa che porterà finalmente il cinema documentario in un
importante circuito distributivo. Si chiama "E' l'Italia si
racconta", ed è la rassegna
organizzata da Luce-Cinecittà
e Anec Lazio che sarà presentata al Cinema Adriano
di Roma.Si tratta di ben sei titoli recenti di cinema del reale,
che verranno messi in programma per la prima volta in
contemporanea in 17 sale non
solo di Roma e m anche del
Lazio. L’iniziativa a partire dal
5 marzo e per ogni primo
martedì del mese, consisterà
in un film che sarà proiettato
in tutte le sale aderenti: in più
spettacoli con possibilità di
repliche nei giorni successivi
e presentazioni da parte degli
stessi autori . Una nuova occasione di visibilità per il cinema documentario dunque,
che negli anni ha raggiunto
livelli qualitativi assoluti, e
inoltre un'attenzione crescente
I
dei festival e del mercato. Proprio perchè troppo spesso
non trova diffusione presso il
pubblico delle sale e nei palinsesti televisivi, c’è il forte
rischio che film di qualità rimangano invisibili al pubblico.
I film scelti riescono a disegnare un ritratto coinciso e in
movimento dell'identità italiana, intrecciando attualità e
memoria. Vari i racconti coinvolti: da quelli che parlano di
migrazioni, lavoro, guerre, storie individuali e ancora collettive dimenticate e ritrovate
e storie di cinema. Un percorso fatto di immagini d’au-
Roma, via
Filippo Corr
Nuove uscite sul grande schermo tra romanticismo e fantascienza
Upside Down’: l’amore del futuro
Nelle sale italiane a breve una nuova pellicola sull’amore e le sue
difficoltà divise tra due mondi distanti e contrapposti
ue pianeti opposti
nell’Universo del futuro: ognuno con la propria forza di gravità e
con un'enorme colonna,
costruita dalla Transworld società impegnata nello sfruttare le
risorse del pianeta che
sta sotto, che li collega.
Una sola rigida regola:
nessun abitante dei due
mondi può incontrare
direttamente chi vive
nell'altro e ogni oggetto
che proviene da uno dei due mondi, dopo una
brevissima presenza nell'altro, inizia a essere
sottoposto a un processo di combustione. E qui
entra in ballo il giovane Adam(Jim Sturgess),
che vive nel disastrato pianeta di sotto, un giorno
si reca in un luogo proibito situato in prossimità
dell'abitazione della zia Becky. Là incontra (ovviamente a testa in giù) la coetanea Eden(Kirsten
Dust). Passare dall’amicizia all’amore proibito è
tutt’uno finché i due vengono scoperti e nella
concitazione del momento, Eden cade battendo
la testa. Adam allora si convince che la sua
amata sia morta finché un giorno molti anni
dopo scopre che in realtà non è così. In Upside
Down tutti gli elementi della fiaba si mescolano
perfettamente alla narrazione originale di Romeo
e Giulietta in un contesto di science fiction: se in
apparenza può sembrare quindi solo una rivisitazione, in realtà non è così.Il film di Diego
Solanas vanta una storia diversa legata ai ruoli
D
studiati da Propp in
"Morfologia della fiaba",
ma è nell'ambientazione
la vera novità: oltre che
visivamente suggestiva,
acquisisce una forte dimensione simbolica. I
due mondi (ognuno dei
quali risulta rovesciato
per l'altro) hanno strutture urbanistiche agli
antipodi: quello di sotto
si presenta come un
paesaggio devastato in
cui si ergono edifici fatiscenti, quello di sopra è invece moderno e razionale pur conservando anche interni che ricordano un passato raffinato.Questi sono gli spazi
in cui si muovono i protagonisti: nel pianeta di
sotto si estraggono le materie prime necessarie
per produrre l'energia che viene poi rivenduta a
caro prezzo a coloro che sono stati sfruttati.
Sarà il maschio Adam a trovare il suo/la sua
Eden infrangendo le regole ed entrando nel
mondo proibito del benessere in cui un'eventuale
infrazione compiuta nel passato deve essere rimossa per potersi conformisticamente adattare
a un modus vivendi collettivo.Non ci sono né
frati né nutrici, né Tebaldo né Mercuzio a contrastare i due giovani amanti ma una concezione
della società basata sul profitto e in cui una miracolosa è affidata a una crema ringiovanente
(realizzata grazie ad api rosa) la funzione di
creare almeno in potenza l’idea di una rivoluzione
possibile.
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della realtà del Belpaese. I
sei film documentari della
rassegna, sono stati selezionati
nei più importanti Festival nazionali sono: "Anija, La nave"
di Roland Sejko, "Terramatta"
di Costanza Quatriglio, "L'ultimo pastore" di Marco Bonfanti, "Monicelli, la versione
di Mario" di Mario Canale,
Felice Farina, Mario Gianni,
Wilma Labate, Annarosa Morri, "Il corpo del duce" di Fabrizio Laurenti, "Hitler e Mussolini, l'operà degli assassini"
di Jean-Christophe Rosè.
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i suoi motiv
la prima serat altri non è se
è quello di
,
italiana, avrà
o-canadese
il fatto di esGubitosi –che Monti in Rai68 anni, franc del Que– compreso
di
vo
‘papabili’, annon l’uomo
uilli. Il
già arcivesco
sere uno dei
sonni tranq una
anni alla guiione assai
non dorme
fra
bec e da due regazione
bacio
che se in posiz che non
o
dire
tanto annunciat rerebbe essere
allunga l’omda della Cong e questa
defilata – per
ulle elezioni si M, come
Anch
‘totonomine’
coppia gay semb . Almeno così
re
dei Vescovi.
ha senso un
bra del Fatto io ieri matvoluta forte
re di Bene
stato scongiurato e al Direttore
una nomina
Propr
sul successo chiaro che
vicin
nger, contro
Magistratura. aspettare altre
è
dicono fonti
Gianmente da Ratzi gerarchidetto XVI, ma to l’argoammiraglia”
tina, senza poter il Gip di Busto
ioni
della “rete
mai.
varie press
è proprio ques o. Come
Ma non si sa
due settimane, arrestare il
Ratzinger che
giorn
Quel
carlo Leone.
ibilità
del
o
che.
fatto
ment
, l’impreved
come rie lo sarà
Arsizio ha
ecD’altra parte diretta.
quasi ogni sera, bene inA.d. di Finm
è stato già ieri venire,
e
lo
dente
Presi
Ma
ia
è il bello della dibile, come
feriscono fonti papale si
eppe Orsi.
ancora in quell ta bianca.
più incre
canica, Gius è il Segretario
XVI
ento
cosa
rtam
detto
fuma
La
questo
Bene
fino alla
nel suo appa
che in tutto
lo stesso
tione di
l’obiettivo vero rto Maroni,
imal solito, è
ia. formate, parlare a lungo con
non
è una ques
d’Ital
ra
Robe
so
Non
ale
semb
spes
che
Lega
ti,
della
ferma a
ieri sul Giorn
sità, nean
pandemonio, no che Sanremo
tario di ques g.
dente del cenmera curio
già illustrato è avvenuta un’ulteriore
et e il segre
candidato Presi
li alla Nichi
ica come
don Geor
portare a nessu pur sempre il
Regione LomIn pole Ouell
e ultime ore
tario papale
(il primo ausp
di squallidi calco
, arè
trodestra alla . Sempre ieri,
Beppe Grillo
ndo E in quest , con tre nomi su tutti.L’arcive- senza il segre quello di Angelo Scola
na.
–dopo tuttoè
Vendola o alla
gay e il seco
conCanzone Italia
scrematura
nio Tagle.
bardia. Non basta sizioni del
terzo nome
suo nome
che apra ai
Festival della ca, non si parla
oppo
vicenda dello position resta Luis Anto sua la giovane età Il
Milano. Sul ni, la pattuglia
un Pontefice
alla
di
musi
ando
covo
di
malgrado tre
rni
pens
lui),
Ma qui,
la ha dalla
dei Gove
‘in- cives
altri 27 italia
lo vuole nero legame lo capisce solo
Conclave,
scovo di Mani
una possibile
rebbero gli
segreto di Stato i e Monti, più
il
mai.
Chiesa e
nel verge
cardinali del
ma soprattutto
scon
Ior, anche se
in Italia.
da Ratzinger: o più numerosa dei
del futuro della ticamente (56 anni)
Prodi, Berlu
tare il Papa
della Consulta,
creat
direttamente
perché ne va
ripor
auten
ha
ncia
ma
o
di
lo
tura’
re
lici
XVI
pronu
vesti
o
una
e catto
detto
per cerca
scorso Bene
Appello di Milan
resistenze
del nostro esser
la Corte di
i novembre
o delle forti
nove
anche contr
to a dieci e
al Conclave,
laici.
‘ndrangheta
ha condanna
del
nali ammessi
na, cardinale,
re l’ex capo
ica
Sui 117 cardi non sono più di una dozzi
anni di carce
suo
Crisi econom
ò Pollari e il
nomi spendibili
SISMI Nicol
ini,
o Marco Manc
Corea del Nord
braccio destr
go
per comsbur
ili
Stra
nsab
a pag. 9
Corte di
ritenuti respo nel rapimento
Cia
la
Barbara Fruch
con
8
plicità
a pag.
Elezioni
basta ancora.
Carlotta Bravo
Abu Omar. Non rto Formigoni
a pag. 6
relli
Sempre ieri Robe l’accusa di
Paolo Signo
iare
a pag. 3
si è visto affibb
quere
e per delin
3
associazion
pag.
eri.
a
e Maug
per la Fondazion la a pag.4
Vigno
Colosimo e
I
E SO lla sinistra nel Lazio a proposito di leg
MA DndIR
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e al candidato
Dieci doma
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Fattore M a)
(Magistraturni
sulle elezio
I
TRE OPZION
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Ouellet e,
abili Tagle,
ta come pap
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tra gli italian
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L’Ambasciatore istra
che tifa centrosin
Italia bocciata
sulla procreazione
a
Consiglio di sicurezzi
per i test nuclear
ne
Suicidi a ripetizio
in tutta Italia
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Sindaco arrestat iosa
associazione maf
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