qui - Partito Democratico trentino

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La nota del mattino
8 marzo 2011
1. OPZIONE MILITARE, OPZIONE DIPLOMATICA, OPZIONE DI AIUTO AI RIBELLI:
L’OCCIDENTE E’ IN PANNE DI FRONTE ALLA GUERRA CIVILE IN LIBIA. OGGI
L’EUROPA CONGELA LE PARTECIPAZIONI NELLE AZIENDE (ANCHE ITALIANE).
Nato e Onu ne parlano apertamente: ormai non si esclude più la possibilità di un intervento militare in Libia.
Se non ci fosse il veto nel Consiglio di sicurezza posto dalla Russia, già ci si starebbe pensando. Ma in tutti i
paesi, a cominciare dagli Usa, i militari frenano l’ardore dei politici. La Libia è un paese vasto. Non sarebbe
facile intervenire, ne uscirne in tempi brevi. Perfino l’applicazione di una possibile “no fly zone”, cioè
impedire a Gheddafi di usare gli aerei per bombardare i civili, non è una cosa semplice: ieri i militari del
Pentagono hanno ricordato che comunque presupporrebbe un’azioni militare pesante e complicata, data la
vastità del territorio libico.
Si moltiplicano intanto le decisioni su sanzioni e interventi di altro tipo. Oggi per esempio l’Europa congela
le partecipazioni dei fondi libici nelle aziende, comprese quelle italiane (Eni, Finmeccanica, Unicredit,
Juventus tanto per citare le italiane più note). Ma anche in questo caso non si sa bene come uscirne.
In realtà, di fronte al dramma libico e alla resistenza sanguinosa di Gheddafi l’Occidente sembra in panne.
Vorrebbe fare qualcosa, ma ha paura di restare invischiato in un problema senza uscita. Tutti i commentatori
(Lucio Caracciolo e F. Mini su Repubblica, come Lucia Annunziata su La Stampa) mettono in luce queste
difficoltà.
2. PETROLIO AL TOP, BENZINA RECORD, TASSI PRESTO IN SALITA. PREPARIAMOCI
A FARE I CONTI CON IL CAMBIAMENTO DI SCENARIO.
Le poche certezze del caso libico riguardano l’economia. Il petrolio è ormai sistematicamente intorno ai118
dollari al barile (Brent, il greggio del Mare del Nord). La benzina in Italia è schizzata a quote record 1,6 euro
per litro, tanto da suscitare le reazioni delle organizzazioni che rappresentano i consumatori e una bordata di
critiche contro la speculazione delle grandi società petrolifere. Il Pd, per bocca del segretario Pier Luigi
Bersani, ha chiesto al governo di intervenire sul livello delle accise (le imposte di produzione sulla benzina)
per calmierare il prezzo finale del carburante, come fece già il governo Prodi. Tanto più che in questo caso le
casse dello Stato non ci rimettono un euro, evitano soltanto di incassare più del previsto.
Quel che preoccupa molto in questo scenario è anche l’ormai certo aumento dei tassi di interesse da parte
della Banca centrale europea. Oggi ne parla Lorenzo Bini Smaghi, l’italiano che fa parte del Board della Bce.
Per il costo del debito pubblico (e cioè l’incremento dei tassi da pagare su Bot, Cct, Btp) e per l’effetto
diretto sulle famiglie con un mutuo indicizzato sulla casa questo passaggio rischia di pesare in modo
decisivo.
3. RIMPASTO, RIFORMA DELLA GIUSTIZIA E OSTACOLO AI PROCESSI: L’AGENDA
DEL GOVERNO INCHIODATA SUI PROBLEMI PERSONALI DI BERLUSCONI.
Il presidente del Consiglio, il ministro dell’Economia e tutto il resto del governo in mezzo a tutto questo
trambusto sono impegnati in tutt’altre faccende: la riforma della giustizia che giovedì sarà presentata al
Consiglio dei ministri, il rimpasto di governo per fare spazio ai nuovi parlamentari venuti a sostenere la
maggioranza in difficoltà, la battaglia parlamentare per sollevare il conflitto di attribuzione e tentare di
evitare che Berlusconi debba andare davvero a parlare con i magistrati di Milano per il caso Ruby.
La richiesta di sollevare un conflitto di attribuzione (Berlusconi va giudicato dai magistrati di Milano o dal
Tribunale dei ministri?), come si ricorderà, è approdata sul tavolo di Gianfranco Fini. E’ l’ufficio di
presidenza della Camera che deve decidere se ammettere o no la richiesta al voto dell’aula. Fini ha passato la
pratica alla giunta parlamentare per il regolamento. Ed è qui che sta per cominciare una battaglia campale,
perché i parlamentari dell’opposizione ritengono che, come ha già segnalato la Corte di Cassazione in un
caso che riguardava l’ex ministro Clemente Mastella, sono gli stessi magistrati ordinari (quelli di Milano nel
caso specifico) che devono decidere se il reato è stato compiuto dall’indagato come semplice cittadino o
nell’ambito delle sue funzioni di governo.
Ieri sera incontro ad Arcore tra Silvio Berlusconi, reduce da un intervento chirurgico di quattro ore, Umberto
Bossi, Giulio Tremonti. Oggetto: il rilancio del paese? Macché: il rimpasto di governo per far posto ai nuovi
arrivati a sostenere la maggioranza azzoppata.
4. IL RISVEGLIO DELL’8 MARZO. LA SPINTA DELLE DONNE PER IL CAMBIAMENTO
DEL PAESE. A PIAZZA DI PIETRA A ROMA BERSANI E BINDI PER LA CONSEGNA
DELLE FIRME “BERLUSCONI DIMETTITI” A PALAZZO CHIGI.
Quest’anno la giornata internazionale della donna avrà in Italia un significato particolarmente forte. Dopo la
manifestazione nazionale e organizzata per via spontanea del 13 febbraio, questo appuntamento ha assunto di
nuovo una nuova importanza.
Il mondo femminile è finalmente tornato a far sentire la propria voce nella società e nella politica. Può essere
un formidabile lievito di cambiamento con il quale tutti devono fare i conti.
In tutta Italia si svolgeranno numerose manifestazioni. A Roma, a piazza di Pietra, il segretario del Pd, Pier
Luigi Bersani, il presidente Rosy Bindi, la portavoce della conferenza nazionale delle donne Pd, Roberta
Agostini, e la segretaria del partito democratico progressista tunisino partecipano nel pomeriggio
all’appuntamento indetto dal Partito democratico intitolato “Oltre Arcore c’è la dignità dell’Italia” e che si
concluderà con la consegna a Palazzo Chigi, sede del governo, delle firme raccolte nell’ambito dell’iniziativa
nazionale “Berlusconi dimettiti” in tutta Italia.
Lo sforzo straordinario compiuto dai militanti e dai simpatizzanti del Pd (20 mila banchetti, 4 milioni di
moduli spediti ad altrettante famiglie) è stato accolto da uno straordinario consenso. L’iniziativa ha avuto un
indubbio successo politico. Ha colto l’obiettivo che doveva cogliere. Ed è per questo che la destra ha
attaccato con un bombardamento mediatico l’iniziativa. Ma si andrà avanti: anche se questa fase
dell’iniziativa politica si è conclusa con il raggiungimento degli obiettivi, in tutte le piazze del paese il Pd
continuerà a raccogliere firme per le dimissioni di Berlusconi, affiancando questa attività alle diverse
iniziative politiche che il partito prenderà sui diversi temi (la scuola, il lavoro, la sanità) in discussione.
5. IL GOVERNO DELLA DESTRA NEGA I TAGLI ALLA SCUOLA. E INCASSA COME
NIENTE FOSSE I DATI SUL DISASTRO DELL’UNIVERSITA’.
L’altro ieri il ministro Gelmini aveva assicurato che la scuola potrà sopportare i tagli previsti. Ieri ha
dichiarato che in realtà i tagli non ci sono. Si tratta solo di una razionalizzazione. E’ la televisione che
sostituisce la realtà. Insegnanti che hanno perso la cattedra, alunni compressi in classi da 31 persone,
famiglie costrette ad acquistare beni di prima necessità o a fare a meno degli insegnanti di sostegno per i figli
con handicap, precari lasciati a casa: evidentemente vivono tutti in un altro paese.
I dati drammatici emersi ieri sull’università completano il quadro di come questo governo sta curando il
futuro dell’Italia. Il Messaggero: “La crisi continua a mordere e travolge i
giovani: anche quando hanno titoli elevati non trovano contratti, oppure portano a casa stipendi magri o, nel
peggiore dei casi, finiscono nel tritacarne del lavoro nero. E’ quanto
racconta il nuovo Rapporto AlmaLaurea che fa il punto sulla condizione occupazionale di chi è fresco di
titolo e fa risuonare alcuni campanelli d`allarme: l`Italia è fanalino di coda nell`Ue per numero di laureati e
quelli che ha non li valorizza. Il Sud arranca nell`offrire lavoro ai propri "titolati", le donne trovano meno
occupazione e vengono pagate poco rispetto ai colleghi maschi, la classe sociale di provenienza continua a
condizionare sia la tipologia di studi che il futuro lavorativo e il paese investe poco in istruzione e sviluppo.
Un dato, quest`ultimo, sottolineato anche dal presidente Giorgio Napolitano ….. In questo quadro si inserisce
un altro dato amaro: diminuiscono le matricole. Quest`anno il contatore segna un -5%, in 4 anni le nuove
iscrizioni sono scese, secondo i dati resi noti dal Cun, Consiglio universitario nazionale, del 9,2%. «Un dato
allarmante» commenta il presidente Andrea Lenzi….. Solo le università private incrementano gli iscritti”.
6.
BIOTESTAMENTO. L’APPELLO DEL PD ALLA RAGIONEVOLEZZA.
Con una serie di interventi in aula, a cominciare da un appassionato discorso di Livia Turco, il Partito
Democratico ha presentato ieri un appello alle altre forze politiche perché si sospenda il dibattito sul testo di
legge all’esame della Camera sul tema delicatissimo del testamento biologico. La ragione di questa richiesta
è semplice: quel testo è orribile, divide tutte le forze politiche, perfino nel centrodestra ha suscitato
perplessità e polemiche. Sarebbe meglio dunque fermarsi, avviare una riflessione più ampia.
7. PD. DIBATTITO SULL’INTERVISTA DI BERSANI.
L’ultima intervista di Pier Luigi Bersani ha suscitato dibattito politico all’interno del Pd. Alcuni
parlamentari, come Enrico Morando o Walter Verini, hanno riproposto il problema del progetto politico del
partito, altri, come D’Alema, Franceschini, Orlando, Turco, si sono ritrovati pienamente nella strategia di
fondo tracciata dal segretario. La Repubblica: “Abbiamo bisogno di seguire la rotta del Lingotto 2, di un
nuovo congresso e di
un nuovo leader».Veltroni? «Non è detto», risponde Morando. Ma non è neanche escluso…..Per D`Alema è
riduttivo leggere le parole di Bersani come una semplice «apertura al Terzo polo. Il segretario rilancia l`idea
di un governo costituente per il bene
dell`Italia», dice il presidente del Copasir. E non parte, secondo D`Alema, dallo «schieramento politico, ma
dai bisogni del Paese. Per questo il ragionamento è giusto». Il capogruppo del Pd alla Camera Franceschini
invita tutti a non farsi condizionare dai sondaggi: «Ha fatto bene Bersani a rilanciare la proposta di
un`alleanza larga. Non si può ricostruire dalle macerie con una vittoria al 30 per cento. Anche se a
vincere fossimo noi». Di Pietro boccia l`intesa con il Terzo polo. «Ma Bersani - osserva - fa un discorso più
alto e più complesso: per la ricostruzione ognuno deve fare la sua parte con senso delle istituzioni». Il
responsabile Giustizia Andrea Orlando è convinto che «quello di Bersani sia un progetto strategico.
L`emergenza non è finita, dobbiamo offrire al Paese una via d`uscita in una fase straordinaria». Va oltre
Livia Turco: «Sono d`accordo con il segretario. Ci vuole generosità e bisogna tenere aperto il progetto.
E Bersani è il miglior candidato premier».
8. BULGARI AI FRANCESI: UN ALTRO GIOIELLO ITALIANO PASSA DI MANO.
Il Corriere della Sera: “Bulgari sarà il gioiello sulla corona di Bernard Arnault, patron di Lvmh
(Louis Vuitton Moèt Hennessy) e re del lusso mondiale. Dopo mesi di trattative con Arnault stesso e
soprattutto con Toni Belloni (il manager italiano numero due del gruppo), i cugini Paolo e Nicola Bulgari e il
loro nipote Francesco Trapani (amministratore delegato) nel fine settimana hanno raggiunto
l`accordo, approvato domenica sera dai rispettivi consigli di amministrazione. Lvmh emetterà 16,5 milioni di
azioni in concambio dei 152,5 milioni di azioni Bulgari attualmente detenute dalla famiglia. Lvmh
promuoverà poi un` Opa, al prezzo di 12,25 euro per azione sulle quote degli azionisti di minoranza”.
Uno dopo l’altro gioiello italiano sta passando in altre mani.