Dogane,multaeprigione perchinonfaleverifiche

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Dogane,multaeprigione perchinonfaleverifiche
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GIOVEDÌ
3 DICEMBRE
2009
13
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LA POLEMICA
FRANCIA PROTEZIONISTA
AL CAPEZZALE DI CMA­CGM
NEI PRIMI NOVE MESI
MOBY TIENE IL PASSO
EBITDA IN CRESCITA
GENOVA
PORTO PETROLI, BILANCIO
PER LA SOSTENIBILITÀ
••• LO STATO potrebbe partecipare al salvataggio dI Cma Cgm,
ma solo dopo che avrà risolto il suo problema di debiti con le
banche: lo ha dichiarato il ministro dei trasporti Dominique Bus­
sereau. E riprendono le polemiche sul patriottismo economico
••• VOLUMI di traffico stazionari per Sardegna ed Elba, cre­
scita in Corsica. Questi i risultati dei primi nove mesi 2009 per
Moby. Per quanto riguarda i conti, i ricavi sono calati del 2% ma
l’Ebitda è cresciuto del 16%
••• LA PORTO Petroli di Genova ha presentato la terza edi­
zione del suo Rapporto di sostenibilità stilato in collaborazione
con Università, Arpal, Autorità portuale e con la certificazione
del Rina. «Azione trasparente di apertura al territorio»
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PROPOSTA DI LEGGE CHOC DELLA LEGA
PILOTINA BLOG
«Dogane, multa e prigione
per chi non fa le verifiche»
GENOVA 2010­2015,
DUE O TRE COSE DA FARE
PER SUPERARE L’IMPASSE
Giro di vite per tutelare il made in Italy. Ma così i porti si bloccheranno
n
GENOVA. Nonc’èduesenzailtre.
Prima il “decreto Brunetta” che taglia
un po’ a casaccio i membri dei Comi­
tati portuali, rischiando di portare i
“parlamentini” dei porti a una mezza
guerra civile. Poi la norma che di fatto
destruttura l’intero impianto della si­
curezza sulle banchine, spostando la
competenza dalle Capitanerie alla
Questura, senza tenere conto ­ è l’ac­
cusa di chi lavora in porto ­ della nor­
mativa internazionale in materia.
Adesso è la volta della dogana. E
siamo così al terzo intervento a
gamba tesa del governo in materia
portuale.
Argomento: la tutela dei prodotti
italiani. Alla Camera dei Deputati è in
discussione un progetto di legge
(primi firmatari, Marco Reguzzoni
della Lega e Santo Versace del Pdl)
per proteggere la produzione in Italia
di determinati prodotti, riguardanti il
tessile, la pelletteria e il calzaturiero.
La legge prevede «un sistema di eti­
chettatura obbligatoria dei prodotti
finiti e intermedi nei settori tessile,
della pelletteria e calzaturiero, che
evidenziilluogodioriginediciascuna
fase di lavorazione e assicuri la trac­
ciabilità dei prodotti stessi». In­
somma, se quella borsetta su cui luc­
cica il marchio di una prestigiosa casa
di moda italiana, è stata prodotta
nella periferia di Shanghai, è giusto
che il consumatore lo sappia.
Ora, il progetto di legge prospetta
una sanzione amministrativa per le
imprese che violano la legge. Ma
anche per «il pubblico ufficiale o l’in­
caricato di un pubblico servizio che,
essendo preposti all’accertamento
dell’osservanza della presente legge,
omettono di eseguire i prescritti con­
trolli si applicano la pena della reclu­
sione prevista dall’articolo 328,
primo comma, del codice penale e la
multa fino a 30 mila euro». Quindi, «il
pubblico ufficiale o l’incaricato di un
DECRETO BRUNETTA
TAGLI O AI COMITATI
Operatori della dogana al lavoro. In arrivo norme restrittive
pubblicoservizioprepostiall’accerta­
mento» sono di fatto i funzionari do­
ganali. Che, a questo punto, vedono
gravare sulla loro testa una spada di
Damocle non da poco: perché nel mo­
mento in cui, ad esempio, la Guardia
di Finanza dovesse imbattersi, in uno
dei suoi controlli, in merce nemmeno
contraffatta, ma solo mancante
«dell’etichettatura obbligatoria», i
funzionari di dogana si troverebbero
a fare i conti con la pena della reclu­
sione e una multa da pagare fino a 30
mila euro, per non aver controllato a
fondo la merce. Se l’obiettivo era dare
una frustata ai controlli in dogana, il
progetto di legge coglie nel segno. Lo
stimolo a un controllo al 100% in do­
gana è sicuramente forte.
Ma il prezzo che si paga, si mor­
mora in banchina, è una nuova maz­
zata ai traffici. Basta avere un’idea di
quello che ogni giorno passa in un
porto in termini di container: con­
trollare tutto, significa bloccare tutto.
In ambienti legali si sottolinea come
già diverse imprese stiano pensando
di aggirare i controlli passando dalla
Spagna, dalla Francia, dal Nord Eu­
ropa. Insomma, si salvano le piccole
medie imprese della pianura padana,
ma si rischia di mettere in pericolo
tutta l’economia che gira intorno ai
porti: agenti marittimi, spedizionieri,
autotrasportatori.
Da notare infine che nel testo coor­
dinato 135/2009 è stato ristabilito il
testooriginariodelcomma4dell’arti­
colo17dellalegge99,quellasul“made
in Italy”. Tre righe che formalmente
risultano abrogate, e che invece sono
ricomparseinGazzettaUfficiale.Solo
un errore di stampa?
ALBERTO QUARATI
[email protected]
Il primo degli interventi “a gamba
tesa” del governo è lo schema di
decreto deciso dal ministro per la
Funzione Pubblica, Renato
Brunetta. Equiparando i Comitati
portuali a consigli
d’amministrazione di enti pubblici
(come ad esempio l’Enac)
vengono tagliati due soggetti tra
gli operatori portuali e due tra i
sindacati. Obiettivo, tagliare i
costi. La controproposta degli
operatori: «Tagliamoci il gettone»
DECRETO MARONI
SICUREZZA PRIVATA
Un nuovo decreto legislativo
cambia completamente le
procedure da seguire nella
sicurezza dei porti, abolendo
figure come il responsabile per la
sicurezza dei terminal (Pfso, Port
facility security officer) e strumenti
come il piano per la sicurezza. La
competenza è trasferita dalle
Capitanerie di porto alle Questure.
Nel concreto, se ne occuperebbero
le guardie giurate
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IL RETROSCENA
In palio ancora 4 navi Carnival. Tedeschi in pole
L’armatore cambia idea:
«Almeno due ordini entro
dicembre». E la Germania
si prepara a intascare
il poker Princess
GENOVA. Attenzione, perché di­
cembre sarà il mese clou per i nuovi
ordini ai cantieri navali.
Dopo la commessa Carnival a Fin­
cantieri, anticipata lunedì dal Secolo
XIX, ieri il colosso americano delle
crociere ha annunciato che «al­
meno» altri due ordini arriveranno
entro la fine dell’anno. E questo no­
nostante, solo la scorsa primavera, a
Miami avessero giurato che ordini,
per tutto il 2009, non ne sarebbero
proprio più arrivati. Invece, le com­
messe stanno tornando a fluire. I
prossimi ordini che verranno finaliz­
zati saranno con quelli per il marchio
Princess. Entro il 31 dicembre si
saprà se l’ordine andrà o meno ai te­
deschi di Meyer Werft, stabilimenti
già dati in vantaggio su Fincantieri.
Ma secondo indiscrezioni, in realtà
della commessa Princess non si sa
proprio tutto. Infatti, non si tratte­
rebbe solo di due navi. Secondo
quanto trapela da ambienti vicini al
sindacato, gli ordini Princess sareb­
bero infatti almeno quattro.
Ma dicembre sarà cruciale anche
per Msc. Entro questo mese la com­
pagnia di Gianluigi Aponte deciderà
o meno se scongelare i due ordini at­
tualmente nel cassetto ai Chantiers
de l’Atlantique di Saint Nazaire, in
Francia, proprietà dei coreani di Stx.
I nomi ci sono già: “Meravigliosa” e
>> MEYER WERFT CONTRO FINCANTIERI
Il cantiere tedesco di Meyer Werft, dotato di bacino coperto. Nella foto
sotto la Fincantieri di Marghera a marzo, con due navi Costa in costruzione
“Favolosa”, che tecnicamente do­
vrebbero essere in consegna per il
2011 e il 2012. Unità che in origine
dovevano essere da 93 mila tonnel­
late. Ma che ora Msc, forte anche
della sua posizione di forza sui Chan­
tiers ­ anche loro in crisi ­ stanno
pensando di trasformare in navi da
150 mila tonnellate, come le ultime
unità varate, “Splendida” e “Fanta­
sia”.
In Italia, l’amministratore dele­
gato di Fincantieri, Giuseppe Bono,
haincontratoaTriestecirca400rap­
presentanti di oltre 300 piccole e
medie imprese dell’indotto, prove­
nienti da tutto il mondo. Tra i temi al
centro dell’incontro, la necessità di
renderepiùefficenteilsistemaelesi­
nergie tra azienda madre e indotto,
puntare sull’innovazione e la compe­
titività come leve per lo sviluppo.
Bono riceverà a Milano Transatlan­
tic Award, organizzato dalla camera
di Commercio americana in Italia.
Un riconoscimento per le aziende
italiane che si sono distinte nel favo­
rire lo sviluppo delle relazioni trans­
atlantiche tra Italia e Stati Uniti, e
non solo.
E tuttavia, nemmeno la parte ame­
ricana dell’impero Fincantieri è ri­
sparmiata dalla crisi: proprio ieri Bay
Shipbuilding, una delle controllate a
stelle e strisce del gruppo di Stato ita­
liano, ha annunciato che saranno ag­
giunte altre 10 persone alle 405 per le
qualièstatoprevistoillicenziamento
lo scorso agosto. Queste persone
usciranno dall’azienda entro l’ultima
decade di gennaio.
A. QUA.
GIORGIO CAROZZI
NEMESI storica e guerre di religione, come ai tempi della
prima Crociata contro il Sultanato di Rum. Nulla di nuovo per
Genova.Oggicomemilleannifa,prevalgonoilconflittoideolo­
gico, l’afasia, la confusione di ruoli e di competenze, la guerriglia tra fazioni,
tra famiglie e nelle famiglie stesse, solitamente la più cruenta.
Così il dibattito sulla legge di riforma è ormai un bazar levantino senza
capo né coda, la militarizzazione dei terminal privati da parte dei questurini
rischia di far chiudere i porti e il taglio per decreto delle poltrone in Comi­
tato portuale fa imbufalire le categorie imprenditoriali. Tutti provvedi­
menti generati da menti contorte. Ciliegina sulla torta, la controversa deci­
sione dell’Autorità portuale di Genova di escludere per mancanza di requi­
siti (fatturato annuo inferiore a quanto richiesto dal bando) la Compagnia
Pietro Chiesa dalla gara per la gestione del servizio di manovre ferroviarie. I
portualicisonorimastimale:perdisattenzioneobizantinismi,ilmondodel
lavoro incassa uno stop inaspettato.
Tuttavia la stragrande maggioranza dei frequentatori di Pilotina ritiene
che il porto possa ancora salvare la pelle a Genova. Forse mancano gli uo­
mini capaci di decidere con coraggio, certo non l’immagine da vendere o la
storia da recuperare come tesoretto intorno al quale ridefinire l’identità fu­
tura. In questa e nella prossima puntata, Pilotina tenta allora un triplo salto
mortale, proponendo una serie di appunti per l’agenda 2010­2015 dei porti
e della logistica, in larga parte ricavati
dalle osservazioni dei nostri lettori.
Sulle banchine della Lanterna e din­
USCITA DI SICUREZZA
torni, l’ingerenza della politica ha fatto
spesso più danni della grandine. Giuliano
Gallanti poteva contare su un apparato
partitico­sindacale solido. Giovanni Novi
disponeva non solo di un amplissimo so­
stegno, era anche sottoposto a un condi­
zionamento­ bipartisan che ha portato
alla disfatta. Luigi Merlo è il primo presi­
dente della storia recente a correre prati­
camente da solo. Un bene, perché le intro­
missioni dovrebbero essere tenute a bada.
Ma anche un problema, perché mai come
di questi tempi occorrerebbe una buona
politica di sostegno nazionale e locale al
porto.
Quale politica? La posta in gioco è troppo alta: su quali temi si dovrebbero
impegnare,adesempio,icandidatialleregionali?Suqualiinfrastrutturein­
vestiranno per agevolare l’uscita e l’entrata delle merci dal porto? Le rifles­
sioni di Pilotina puntano tutte verso le stesse direzioni. Una nuova legge
come in Emilia Romagna per sostenere e incentivare il trasporto ferrovia­
rio. Una dura battaglia contro il governo per ottenere l’autonomia finanzia­
ria. La costituzione di una società insieme con Emilia, Piemonte, Veneto e
Lombardia per la gestione del trasporto ferroviario delle merci. Sostegno
con risorse regionali al sistema dei porti liguri. Totale disponibilità a bat­
tersi politicamente in sede comunitaria per ottenere un comportamento
univoco e trasparente da parte delle altre dogane europee. Concreti aiuti
(non pronunciamenti di massima) al lavoro portuale.
Eancora:comesimuoveràlapoliticainsedediConferenzaStato­Regioni
perarginareprovvedimentichedanneggianoiportiitalianisenzatutelareil
sistema produttivo? Ci riferiamo, ad esempio, alla recente legge sul made in
Italy o alla delirante proposta dell’onorevole Reguzzoni della Lega, che in­
tende perseguire i funzionari doganali, visto che sulle spiagge e sui marcia­
piedi sono in vendita prodotti provenienti da fabbriche straniere. Bella tro­
vata.CriminalizzareidipendentidellaDoganavuoldirebloccaretuttiicon­
tainer per nuovi controlli e garantire le fortune di Rotterdam, Amburgo,
Barcellona e Marsiglia. Infine: sicurezza e prevenzione, ambiente (green
ports e energie alternative) e turismo (Genova porto di Expo 2015, carta del
crocierista per i tre porti liguri). Sono tutti i punti dell’agenda 2010­2015 su
cui Pilotina apre il dibattito.
I porti affondano
nei bizantinismi.
Ma con pochi
atti concreti
si può ripartire
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DIFFAMAZIONE
AUDIZIONE IN SENATO
Novi contro Messina,
non si ferma il processo
Riforma dei porti, verso
revoca dello sciopero
GENOVA. Il colpo di scena non
è riuscito ai difensori dell’arma­
tore genovese Ignazio Messina e
il giudice del tribunale di Genova
Nicoletta Cardino ha rigettato la
richiesta dei suoi legali di so­
spendere il processo per diffa­
mazione nei confronti dell’ex
presidente del porto di Genova
Giovanni Novi in attesa della fine
del processo sull’assegnazione
delle aree del terminal Multipur­
pose, ancora in fase di udienza
preliminare. Messina è imputato
di diffamazione nei confronti
dell’ex presidente dell’Autorità
portuale Giovanni Novi. Novi
aveva querelato Messina per le
sue dichiarazione riportante in
un’intervista riguardante la ge­
stione dell’Autorità portuale. Tra
le vicende evocate anche quella
della presunta spartizione del
Multipurpose. Il giudice Cardino
ha spiegato che «la sospensione
del processo è ammessa solo nei
casi ivi stabiliti e non in presenza
di un qualunque rapporto di pre­
giudizialità tra procedimenti; che
nel caso di specie inoltre tale
rapporto è di ardua individua­
zione».
ROMA. Gli appelli al dialogo arri­
vati da più parti e alcune modifiche
sulla regolamentazione del lavoro
hanno stemperato lo scontro sulla
riforma portuale: Cgil, Cisl e Uil
stanno prendendo in considera­
zione l’ipotesi di revocare lo scio­
pero generale del 18 dicembre,
convocato per stoppare la riforma
allo studio del Senato. Il disgelo è
andato in onda in Commissione La­
vori pubblici e comunicazioni,
presieduta da Luigi Grillo. Per la
Cisl era presente Ettore Torzetti,
per la Cgil Massimo Ercolani se­
condo i quali l’ultimo testo «pre­
senta modifiche significative,
anche se non è certo quello che
chiedevamo». Il nodo è quello del
ricorso al lavoro in appalto, che i
sindacati intendono limitare il più
possibile a tutela delle ex compa­
gnie. Nel pomeriggio, Grillo ha poi
incontrato il sindaco di Genova
Marta Vincenzi che, per l’Anci, ha
chiesto un ruolo più incisivo dei
Comuni nella stesura dei piani re­
golatori. Un’audizione ci sarà la
prossima settimana. «Dopo 18
mesi di discussione ­ chiude Grillo
­ contiamo di chiudere la discus­
sione entro l’anno».