Dogane,multaeprigione perchinonfaleverifiche
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Dogane,multaeprigione perchinonfaleverifiche
www.shippingonline.it www.shippingonline.it mail.:[email protected] telefono: 010.5388461419439 GIOVEDÌ 3 DICEMBRE 2009 13 mail.:[email protected] telefono: 010.5388417446 LA POLEMICA FRANCIA PROTEZIONISTA AL CAPEZZALE DI CMACGM NEI PRIMI NOVE MESI MOBY TIENE IL PASSO EBITDA IN CRESCITA GENOVA PORTO PETROLI, BILANCIO PER LA SOSTENIBILITÀ ••• LO STATO potrebbe partecipare al salvataggio dI Cma Cgm, ma solo dopo che avrà risolto il suo problema di debiti con le banche: lo ha dichiarato il ministro dei trasporti Dominique Bus sereau. E riprendono le polemiche sul patriottismo economico ••• VOLUMI di traffico stazionari per Sardegna ed Elba, cre scita in Corsica. Questi i risultati dei primi nove mesi 2009 per Moby. Per quanto riguarda i conti, i ricavi sono calati del 2% ma l’Ebitda è cresciuto del 16% ••• LA PORTO Petroli di Genova ha presentato la terza edi zione del suo Rapporto di sostenibilità stilato in collaborazione con Università, Arpal, Autorità portuale e con la certificazione del Rina. «Azione trasparente di apertura al territorio» http://shippingonline.ilsecoloxix.it/armatori_e_cantieri http://shippingonline.ilsecoloxix.it/armatori_e_cantieri http://shippingonline.ilsecoloxix.it/porti_e_logistica PROPOSTA DI LEGGE CHOC DELLA LEGA PILOTINA BLOG «Dogane, multa e prigione per chi non fa le verifiche» GENOVA 20102015, DUE O TRE COSE DA FARE PER SUPERARE L’IMPASSE Giro di vite per tutelare il made in Italy. Ma così i porti si bloccheranno n GENOVA. Nonc’èduesenzailtre. Prima il “decreto Brunetta” che taglia un po’ a casaccio i membri dei Comi tati portuali, rischiando di portare i “parlamentini” dei porti a una mezza guerra civile. Poi la norma che di fatto destruttura l’intero impianto della si curezza sulle banchine, spostando la competenza dalle Capitanerie alla Questura, senza tenere conto è l’ac cusa di chi lavora in porto della nor mativa internazionale in materia. Adesso è la volta della dogana. E siamo così al terzo intervento a gamba tesa del governo in materia portuale. Argomento: la tutela dei prodotti italiani. Alla Camera dei Deputati è in discussione un progetto di legge (primi firmatari, Marco Reguzzoni della Lega e Santo Versace del Pdl) per proteggere la produzione in Italia di determinati prodotti, riguardanti il tessile, la pelletteria e il calzaturiero. La legge prevede «un sistema di eti chettatura obbligatoria dei prodotti finiti e intermedi nei settori tessile, della pelletteria e calzaturiero, che evidenziilluogodioriginediciascuna fase di lavorazione e assicuri la trac ciabilità dei prodotti stessi». In somma, se quella borsetta su cui luc cica il marchio di una prestigiosa casa di moda italiana, è stata prodotta nella periferia di Shanghai, è giusto che il consumatore lo sappia. Ora, il progetto di legge prospetta una sanzione amministrativa per le imprese che violano la legge. Ma anche per «il pubblico ufficiale o l’in caricato di un pubblico servizio che, essendo preposti all’accertamento dell’osservanza della presente legge, omettono di eseguire i prescritti con trolli si applicano la pena della reclu sione prevista dall’articolo 328, primo comma, del codice penale e la multa fino a 30 mila euro». Quindi, «il pubblico ufficiale o l’incaricato di un DECRETO BRUNETTA TAGLI O AI COMITATI Operatori della dogana al lavoro. In arrivo norme restrittive pubblicoservizioprepostiall’accerta mento» sono di fatto i funzionari do ganali. Che, a questo punto, vedono gravare sulla loro testa una spada di Damocle non da poco: perché nel mo mento in cui, ad esempio, la Guardia di Finanza dovesse imbattersi, in uno dei suoi controlli, in merce nemmeno contraffatta, ma solo mancante «dell’etichettatura obbligatoria», i funzionari di dogana si troverebbero a fare i conti con la pena della reclu sione e una multa da pagare fino a 30 mila euro, per non aver controllato a fondo la merce. Se l’obiettivo era dare una frustata ai controlli in dogana, il progetto di legge coglie nel segno. Lo stimolo a un controllo al 100% in do gana è sicuramente forte. Ma il prezzo che si paga, si mor mora in banchina, è una nuova maz zata ai traffici. Basta avere un’idea di quello che ogni giorno passa in un porto in termini di container: con trollare tutto, significa bloccare tutto. In ambienti legali si sottolinea come già diverse imprese stiano pensando di aggirare i controlli passando dalla Spagna, dalla Francia, dal Nord Eu ropa. Insomma, si salvano le piccole medie imprese della pianura padana, ma si rischia di mettere in pericolo tutta l’economia che gira intorno ai porti: agenti marittimi, spedizionieri, autotrasportatori. Da notare infine che nel testo coor dinato 135/2009 è stato ristabilito il testooriginariodelcomma4dell’arti colo17dellalegge99,quellasul“made in Italy”. Tre righe che formalmente risultano abrogate, e che invece sono ricomparseinGazzettaUfficiale.Solo un errore di stampa? ALBERTO QUARATI [email protected] Il primo degli interventi “a gamba tesa” del governo è lo schema di decreto deciso dal ministro per la Funzione Pubblica, Renato Brunetta. Equiparando i Comitati portuali a consigli d’amministrazione di enti pubblici (come ad esempio l’Enac) vengono tagliati due soggetti tra gli operatori portuali e due tra i sindacati. Obiettivo, tagliare i costi. La controproposta degli operatori: «Tagliamoci il gettone» DECRETO MARONI SICUREZZA PRIVATA Un nuovo decreto legislativo cambia completamente le procedure da seguire nella sicurezza dei porti, abolendo figure come il responsabile per la sicurezza dei terminal (Pfso, Port facility security officer) e strumenti come il piano per la sicurezza. La competenza è trasferita dalle Capitanerie di porto alle Questure. Nel concreto, se ne occuperebbero le guardie giurate © RIPRODUZIONE RISERVATA IL RETROSCENA In palio ancora 4 navi Carnival. Tedeschi in pole L’armatore cambia idea: «Almeno due ordini entro dicembre». E la Germania si prepara a intascare il poker Princess GENOVA. Attenzione, perché di cembre sarà il mese clou per i nuovi ordini ai cantieri navali. Dopo la commessa Carnival a Fin cantieri, anticipata lunedì dal Secolo XIX, ieri il colosso americano delle crociere ha annunciato che «al meno» altri due ordini arriveranno entro la fine dell’anno. E questo no nostante, solo la scorsa primavera, a Miami avessero giurato che ordini, per tutto il 2009, non ne sarebbero proprio più arrivati. Invece, le com messe stanno tornando a fluire. I prossimi ordini che verranno finaliz zati saranno con quelli per il marchio Princess. Entro il 31 dicembre si saprà se l’ordine andrà o meno ai te deschi di Meyer Werft, stabilimenti già dati in vantaggio su Fincantieri. Ma secondo indiscrezioni, in realtà della commessa Princess non si sa proprio tutto. Infatti, non si tratte rebbe solo di due navi. Secondo quanto trapela da ambienti vicini al sindacato, gli ordini Princess sareb bero infatti almeno quattro. Ma dicembre sarà cruciale anche per Msc. Entro questo mese la com pagnia di Gianluigi Aponte deciderà o meno se scongelare i due ordini at tualmente nel cassetto ai Chantiers de l’Atlantique di Saint Nazaire, in Francia, proprietà dei coreani di Stx. I nomi ci sono già: “Meravigliosa” e >> MEYER WERFT CONTRO FINCANTIERI Il cantiere tedesco di Meyer Werft, dotato di bacino coperto. Nella foto sotto la Fincantieri di Marghera a marzo, con due navi Costa in costruzione “Favolosa”, che tecnicamente do vrebbero essere in consegna per il 2011 e il 2012. Unità che in origine dovevano essere da 93 mila tonnel late. Ma che ora Msc, forte anche della sua posizione di forza sui Chan tiers anche loro in crisi stanno pensando di trasformare in navi da 150 mila tonnellate, come le ultime unità varate, “Splendida” e “Fanta sia”. In Italia, l’amministratore dele gato di Fincantieri, Giuseppe Bono, haincontratoaTriestecirca400rap presentanti di oltre 300 piccole e medie imprese dell’indotto, prove nienti da tutto il mondo. Tra i temi al centro dell’incontro, la necessità di renderepiùefficenteilsistemaelesi nergie tra azienda madre e indotto, puntare sull’innovazione e la compe titività come leve per lo sviluppo. Bono riceverà a Milano Transatlan tic Award, organizzato dalla camera di Commercio americana in Italia. Un riconoscimento per le aziende italiane che si sono distinte nel favo rire lo sviluppo delle relazioni trans atlantiche tra Italia e Stati Uniti, e non solo. E tuttavia, nemmeno la parte ame ricana dell’impero Fincantieri è ri sparmiata dalla crisi: proprio ieri Bay Shipbuilding, una delle controllate a stelle e strisce del gruppo di Stato ita liano, ha annunciato che saranno ag giunte altre 10 persone alle 405 per le qualièstatoprevistoillicenziamento lo scorso agosto. Queste persone usciranno dall’azienda entro l’ultima decade di gennaio. A. QUA. GIORGIO CAROZZI NEMESI storica e guerre di religione, come ai tempi della prima Crociata contro il Sultanato di Rum. Nulla di nuovo per Genova.Oggicomemilleannifa,prevalgonoilconflittoideolo gico, l’afasia, la confusione di ruoli e di competenze, la guerriglia tra fazioni, tra famiglie e nelle famiglie stesse, solitamente la più cruenta. Così il dibattito sulla legge di riforma è ormai un bazar levantino senza capo né coda, la militarizzazione dei terminal privati da parte dei questurini rischia di far chiudere i porti e il taglio per decreto delle poltrone in Comi tato portuale fa imbufalire le categorie imprenditoriali. Tutti provvedi menti generati da menti contorte. Ciliegina sulla torta, la controversa deci sione dell’Autorità portuale di Genova di escludere per mancanza di requi siti (fatturato annuo inferiore a quanto richiesto dal bando) la Compagnia Pietro Chiesa dalla gara per la gestione del servizio di manovre ferroviarie. I portualicisonorimastimale:perdisattenzioneobizantinismi,ilmondodel lavoro incassa uno stop inaspettato. Tuttavia la stragrande maggioranza dei frequentatori di Pilotina ritiene che il porto possa ancora salvare la pelle a Genova. Forse mancano gli uo mini capaci di decidere con coraggio, certo non l’immagine da vendere o la storia da recuperare come tesoretto intorno al quale ridefinire l’identità fu tura. In questa e nella prossima puntata, Pilotina tenta allora un triplo salto mortale, proponendo una serie di appunti per l’agenda 20102015 dei porti e della logistica, in larga parte ricavati dalle osservazioni dei nostri lettori. Sulle banchine della Lanterna e din USCITA DI SICUREZZA torni, l’ingerenza della politica ha fatto spesso più danni della grandine. Giuliano Gallanti poteva contare su un apparato partiticosindacale solido. Giovanni Novi disponeva non solo di un amplissimo so stegno, era anche sottoposto a un condi zionamento bipartisan che ha portato alla disfatta. Luigi Merlo è il primo presi dente della storia recente a correre prati camente da solo. Un bene, perché le intro missioni dovrebbero essere tenute a bada. Ma anche un problema, perché mai come di questi tempi occorrerebbe una buona politica di sostegno nazionale e locale al porto. Quale politica? La posta in gioco è troppo alta: su quali temi si dovrebbero impegnare,adesempio,icandidatialleregionali?Suqualiinfrastrutturein vestiranno per agevolare l’uscita e l’entrata delle merci dal porto? Le rifles sioni di Pilotina puntano tutte verso le stesse direzioni. Una nuova legge come in Emilia Romagna per sostenere e incentivare il trasporto ferrovia rio. Una dura battaglia contro il governo per ottenere l’autonomia finanzia ria. La costituzione di una società insieme con Emilia, Piemonte, Veneto e Lombardia per la gestione del trasporto ferroviario delle merci. Sostegno con risorse regionali al sistema dei porti liguri. Totale disponibilità a bat tersi politicamente in sede comunitaria per ottenere un comportamento univoco e trasparente da parte delle altre dogane europee. Concreti aiuti (non pronunciamenti di massima) al lavoro portuale. Eancora:comesimuoveràlapoliticainsedediConferenzaStatoRegioni perarginareprovvedimentichedanneggianoiportiitalianisenzatutelareil sistema produttivo? Ci riferiamo, ad esempio, alla recente legge sul made in Italy o alla delirante proposta dell’onorevole Reguzzoni della Lega, che in tende perseguire i funzionari doganali, visto che sulle spiagge e sui marcia piedi sono in vendita prodotti provenienti da fabbriche straniere. Bella tro vata.CriminalizzareidipendentidellaDoganavuoldirebloccaretuttiicon tainer per nuovi controlli e garantire le fortune di Rotterdam, Amburgo, Barcellona e Marsiglia. Infine: sicurezza e prevenzione, ambiente (green ports e energie alternative) e turismo (Genova porto di Expo 2015, carta del crocierista per i tre porti liguri). Sono tutti i punti dell’agenda 20102015 su cui Pilotina apre il dibattito. I porti affondano nei bizantinismi. Ma con pochi atti concreti si può ripartire © RIPRODUZIONE RISERVATA DIFFAMAZIONE AUDIZIONE IN SENATO Novi contro Messina, non si ferma il processo Riforma dei porti, verso revoca dello sciopero GENOVA. Il colpo di scena non è riuscito ai difensori dell’arma tore genovese Ignazio Messina e il giudice del tribunale di Genova Nicoletta Cardino ha rigettato la richiesta dei suoi legali di so spendere il processo per diffa mazione nei confronti dell’ex presidente del porto di Genova Giovanni Novi in attesa della fine del processo sull’assegnazione delle aree del terminal Multipur pose, ancora in fase di udienza preliminare. Messina è imputato di diffamazione nei confronti dell’ex presidente dell’Autorità portuale Giovanni Novi. Novi aveva querelato Messina per le sue dichiarazione riportante in un’intervista riguardante la ge stione dell’Autorità portuale. Tra le vicende evocate anche quella della presunta spartizione del Multipurpose. Il giudice Cardino ha spiegato che «la sospensione del processo è ammessa solo nei casi ivi stabiliti e non in presenza di un qualunque rapporto di pre giudizialità tra procedimenti; che nel caso di specie inoltre tale rapporto è di ardua individua zione». ROMA. Gli appelli al dialogo arri vati da più parti e alcune modifiche sulla regolamentazione del lavoro hanno stemperato lo scontro sulla riforma portuale: Cgil, Cisl e Uil stanno prendendo in considera zione l’ipotesi di revocare lo scio pero generale del 18 dicembre, convocato per stoppare la riforma allo studio del Senato. Il disgelo è andato in onda in Commissione La vori pubblici e comunicazioni, presieduta da Luigi Grillo. Per la Cisl era presente Ettore Torzetti, per la Cgil Massimo Ercolani se condo i quali l’ultimo testo «pre senta modifiche significative, anche se non è certo quello che chiedevamo». Il nodo è quello del ricorso al lavoro in appalto, che i sindacati intendono limitare il più possibile a tutela delle ex compa gnie. Nel pomeriggio, Grillo ha poi incontrato il sindaco di Genova Marta Vincenzi che, per l’Anci, ha chiesto un ruolo più incisivo dei Comuni nella stesura dei piani re golatori. Un’audizione ci sarà la prossima settimana. «Dopo 18 mesi di discussione chiude Grillo contiamo di chiudere la discus sione entro l’anno».