Gli atti dell`incontro
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Gli atti dell`incontro
Collegio IPASVI Gorizia La lettura del codice deontologico nella pratica quotidiana e nella ricerca: Esiti sui pazienti: risultati della ricerca Moderatore: Il Presidente Mario Schiavon Relatori: Dott.ssa Orietta Masala Dott. ssa Gloria Moretto Dott. ssa Nicoletta Suter Monfalcone, 11 novembre 2009 1 Collegio IPASVI Gorizia La lettura del codice deontologico nella pratica quotidiana e nella ricerca: Esiti sui pazienti: risultati della ricerca “Il Codice deontologico e la ricerca” Relatore: Dott.ssa Nicoletta Suter 2 “La visione senza azione è un sogno. L’azione senza visione è un incubo” Obiettivi dell’evento formativo Far emergere il ruolo fondamentale della ricerca infermieristica, sia essa clinica o assistenziale. Infatti, accanto alla formazione permanente e alla riflessione critica sull’esperienza, la ricerca è un motore propulsore per il cambiamento professionale ed organizzativo richiesto dal nostro contesto normativo, e culturale di riferimento Proporre una riflessione sui modelli di evidence based medicine e narrative based medicine, scontro o integrazione? Offrire spunti di riflessione sul nuovo codice deontologico 4 Premessa I professionisti della sanità dovrebbero possedere uno spirito critico sia nei confronti della propria pratica professionale, sia delle evidenze scientifiche; cioè essere capaci di ricercare, valutare e applicare le migliori evidenze scientifiche ed essere disponibili ad implementare linee guida e percorsi assistenziali. 5 a. In assenza di queste conoscenze e competenze non è possibile per le organizzazioni sanitarie fornire "la migliore assistenza, basata sulle migliori evidenze“, con aumento di rischi per gli assistiti b. Spesso l’integrazione nella pratica clinica dei risultati di ricerca non è facile e si riscontra un certo scostamento, tra ricerca e pratica. 6 Capo III Articolo 11 (codice deontologico dell’infermiere 2009) “ L’infermiere fonda il proprio operato su conoscenze valide e aggiorna saperi e competenze attraverso la formazione permanente, la riflessione critica sull’esperienza e la ricerca. Progetta, svolge e partecipa ad attività di formazione. Promuove, attiva e partecipa alla ricerca e cura la diffusione dei risultati”. 7 Capo III Articolo 12 (codice deontologico dell’infermiere 2009) “L’infermiere riconosce il valore della ricerca, della sperimentazione clinica e assistenziale per l’evoluzione delle conoscenze e per i benefici sull’assistito”. 8 La signora della lampada Florence Nightingale 12 maggio 1820 – 13 agosto 1910 9 Il valore della ricerca E’ ormai riconosciuto Il problema è acquisire competenze nell’ambito della ricerca Per saper utilizzare i dati della ricerca Per sviluppare progetti di ricerca 10 Il valore della ricerca Prima ancora è importante promuovere un atteggiamento di “apertura alla ricerca” negli infermieri Verso un nuovo paradigma 11 Funzioni dell’infermiere Ambiti: Clinica Organizzazione Formazione ed educazione Ricerca Consulenza Teoria Pratica Formazione = unite dalla ricerca 12 Concetti fondamentali Cos’è la ricerca Cos’è la ricerca infermieristica Cos’è il metodo scientifico Cos’è e com’è il processo di ricerca 13 Cos’è la ricerca E’ un’indagine sistematica in un ambito della conoscenza che utilizzando diversi approcci (quantitativi e qualitativi) cerca di dare risposte a interrogativi o risolvere problemi Obiettivo della ricerca è quello di scoprire nuove conoscenze e relazioni e di trovare soluzione a problemi o quesiti 14 La conoscenza è l’informazione che si acquisisce attraverso varie modalità Le fonti / i metodi per acquisire conoscenza sono: Tradizione Autorità Esperienza personale Prove ed errori Intuizione Ragionamento logico Metodo scientifico 15 Cos’è il metodo scientifico L’indagine scientifica è un processo attraverso cui i dati osservabili e verificabili del mondo che ci circonda sono raccolti per descrivere, spiegare e prevedere gli eventi 16 Con il metodo scientifico, il ricercatore seleziona e definisce un problema, formula delle domande di ricerca o delle ipotesi, raccoglie i dati, li analizza e li interpreta, comunica i risultati della ricerca Caratteristiche del metodo scientifico sono l’obiettività (non interferenza di valori, credenze, pregiudizi, atteggiamenti del ricercatori) e la replicabilità (possibilità di ripetere il medesimo studio utilizzando stessi metodi e variabili) 17 Cos’è la ricerca infermieristica E’ un processo che permette agli infermieri di porsi quesiti con l’obiettivo di generare nuova conoscenza e migliorare l’assistenza al paziente migliorare l’organizzazione del lavoro migliorare i processi formativi 18 Pertanto la ricerca infermieristica è l’applicazione del metodo scientifico a problemi che interessano la professione 19 Fase 1 Identificazione problema e scopo Revisione letteratura di riferimento Identificazione variabili pertinenti Formulazione delle domande o ipotesi di ricerca Processo di ricerca Fase 6 Trasferimento risultati alla pratica Fase 2 Scelta metodo di ricerca Selezione disegno Identificazione campione Identificazione strumenti e procedure Fase 5 Utilizzazione dei risultati Diffusione risultati ricerca Fase 4 Analisi dati Interpretazione risultati Fase 3 Raccolta, registrazione, organizzazione dati 20 Perchè la ricerca infermieristica Oggi i professionisti debbono giustificare le loro decisioni cliniche L’infermiere quando progetta l’intervento assistenziale deve basare le sue decisioni sui risultati della ricerca perché: è interessato agli esiti assistenziali, cioè all’eccellenza clinica Spostamento dalla centralità dei compiti all’efficacia degli interventi EBN Benefici per l’assistito Qualità delle cure 21 Perchè la ricerca infermieristica L’infermieristica basata sulle evidenze deriva dal coscienzioso, esplicito e giudizioso utilizzo delle informazioni basate sulla ricerca che servono a prendere decisioni sull’assistenza rivolta a singoli o gruppi di persone, prendendo in considerazione i loro bisogni personali e le loro preferenze EBP: combinazione delle migliori evidenze nella pratica clinica Metodo clinico 22 Disciplina infermieristica Contenuto = specifico professionale Metodo clinico nelle scienze della salute 23 Metodo clinico Metodo = ricerca indagine Clinica: da Kliné-kliniKé l’arte relativa a chi giace a letto = tutto ciò che ha a che vedere con decisioni che riguardano il pz è clinica E’ tipico delle scienze idiografiche, che cioè applicano il sapere disciplinare al singolo caso E’ attività di risoluzione dei problemi a partire dalla raccolta di dati che rappresentano il nucleo di incognite / problemi di una persona (Scandellari 2002) 24 Metodo clinico Si applica laddove viene posto il essere il ragionamento clinico: si fa una diagnosi e si prendono delle decisioni per risolvere i problemi del pz La metodologia clinica infermieristica coincide con il processo di nursing applicato al singolo caso 25 Per molto tempo gli infermieri si sono soffermati sullo stadio del ragionamento diagnostico, focalizzandosi sulle Diagnosi Infermieristiche (NANDA) Vi è ora la necessità di spostarsi verso la fase delle decisioni Nuovi scenari: NIC e NOC 26 Fondamentale, nell’ottica dei processi di clinical risk management e di accreditamento all’eccellenza imparare a: Focalizzare l’attenzione sugli outcomes dell’assistenza Ricercare i risultati della ricerca Analizzare, interpretare e valutare i risultati della ricerca infermieristica Utilizzare appropriatamente i risultati di ricerca nella pratica clinica Avviare progetti di ricerca infermieristica, anche utilizzando il canale della Formazione sul Campo per l’accreditamento e il riconoscimento delle attività. 27 Competenze da sviluppare per sostenere ed essere parte del processo di ricerca - Consultazione delle fonti: banche - dati, siti motori di ricerca … Lettura critica di articoli di ricerca Metodologia della ricerca infermieristica Pensiero critico e pensiero riflessivo Auto apprendimento e apprendimento dall’esperienza 28 Pensiero critico Forma di pensiero che aiuta ad imparare a ragionare criticamente E’ stimolato dall’arte di porre e porsi domande conoscenza esperienza Pensiero critico Ragionamento clinico Apprendimento dall’esperienza Avviene solo se c’è riflessione durante e dopo l’esperienza Apprendere dall’esperienza (Shon,1982) Reflection in action “conversazione riflessiva con la situazione” Reflection on action dopo l’Azione La riflessione durante l’attività professionale caratterizza l’abilità dell’esperto che non si esaurisce in rapidità, accuratezza e automaticità nella prestazione e quindi nella standardizzazione, ma dimostra anche flessibilità nel capire nuovi problemi e trasferire o generalizzare soluzioni (da Il professionista riflessivo) Schon mette in opposizione RAZIONALITA’ TECNICA e RAZIONALITA’ RIFLESSIVA La prima come mera applicazione di teorie e procedure apprese La seconda capace di integrare la conoscenza con l’esperienza passata e presente Apprendere dall’esperienza implica capacità di pensiero riflessivo Consuetudine a meditare su ciò che accade per cercare il significato dell’esperienza Non accontentarsi di verità precostituite, azzardare oltre alla ricerca di un senso Ciclo di Kolb Esperienza Riflessione critica Produzione di nuova conoscenza Analisi dei principi / teorie E’ importante costantemente dei quesiti: Perché occuparci di evidence based nursing / practice? Come mantenere aggiornate le conoscenze? Dove e come reperire le fonti bibliografiche? Quali sono i i vantaggi e le criticità / limiti dell’approccio scientifico e dell’EBN/EBP? 35 Ruoli dell’infermiere nella ricerca: Essere utente competente dei risultati della ricerca - capacità di analisi critica - capacità di trasferire i risultati della ricerca nella pratica clinica 36 Ruoli dell’infermiere nella ricerca: Partecipare alla ricerca svolta da altri come parte del team Sostenere la ricerca svolta da studenti o altri operatori, per es. contribuendo alla raccolta dati Preparare, svolgere, valutare progetti di ricerca partendo da problemi della clinica, dell’organizzazione, della formazione Ruoli dell’infermiere nella ricerca: Condividere fra colleghi i risultati della ricerca, attraverso per esempio lo studio di casi, attività di audit Partecipare a gruppi di lavoro per la revisione/redazione di LG, protocolli ecc. Partecipare al comitato etico direttamente o tramite propri rappresentanti Se infermieri esperti nella ricerca essere formatori e facilitatori di cambiamento e formatori 38 Ruoli dell’infermiere nella ricerca: Non tutti gli infermieri possono o sono in grado di progettare una ricerca e di condurla. Tutti gli infermieri dovrebbero avere un ruolo nei processi di ricerca 39 La ricerca infermieristica aiuta a recuperare significato della cura il curare bene fa bene anche al curante e previene il burn out. 40 Problemi etici della ricerca Comitati etici Linee guida Human rights guidelines for nurses in clinical and other research, ANA, 1985 Ethical Resaerch guidelines for Registered Nurses, Canadian nurses Association 2002 41 “La personalizzazione” dei processi di cura EBM: medicina basata sull’evidenza NBM: medicina narrativa Integrazione possibile? 42 EBM L’infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate e aggiorna saperi e competenze ... Prestazioni assistenziali efficienti, efficaci, appropriate, accessibili ... Con attenzione agli esiti assistenziali 43 NBM L’infermiere è interessato alla storia del paziente, al suo vissuto di malattia, al suo punto di vista, alla sua sofferenza, alla sua umanità = alla sua illness 44 Disease medicina disease centered o doctor centered Illness medicina patient centered = le medical humanities 45 La storia clinica tradizionale raccolta con l’anamnesi è in genere la “malattia narrata dagli operatori” che selezionano dati sulla base dell’interesse clinico e li riordinano, li trascrivono in cartella, aggiungendo nel tempo i vari referti e dati oggettivi 46 Medicina narrativa Allarga gli obiettivi: verso la comprensione del vissuto di malattia, con un ampliamento dai dati biologici a quelli relativi la prospettiva del paziente, considerato l’esperto della sua malattia (Levenstein e Brown,1986) 47 L’agenda del paziente è la storia dal suo punto di vista le idee, i pensieri I sentimenti, le emozioni le aspettative, i desideri il contesto l’agenda dell’operatore 48 Questo approccio attiva il pensiero riflessivo, facilita la costruzione di significati, favorisce interventi assistenziali e curativi di tipo personalizzato Rende i professionisti esperti di umanità 49 Nucleo centrale è il processo di ascolto dell’assistito, attraverso abilità e tecniche che conducono il curante a COMPRENDERE e non solo a CAPIRE, permettendo alla persona di entrare come partner nella relazione. Lettura de vissuto attraverso l’agenda dell’assistito Un “sapere delle emozioni”, facendo spazio dentro di sé alle emozioni dell’altro 50 Se vuoi comprendere qualcuno devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose dalla sua prospettiva 51 Sono necessarie competenze di counselling: ascoltare, chiedere per comprendere, farsi raccontare, interpretare, aiutare a capire, dare informazioni, condividere, guidare… Pericoli: Dis – abilità relazionale Analfabetismo emotivo 52 Sempre più sono gli articoli di letteratura internazionale sul tema delle abilità relazionali o communication skills In questi studi si evidenziano i vantaggi della comunicazione efficace : Compliance e soddisfazione dell’assistito Soddisfazione degli operatori Calo delle denunce per malpractice 53 La NBM non si riduce alle capacità di ascolto, richiede un cambiamento di paradigma 54 Coniuga high tech e high touch Promuove l’empowerment dell’assistito dei curanti Riscopre risorse e promuove resilienza 55 L’integrazione tra EBM e medicina narrativa conduce alla Medicina basata sulla relazione 56 Conclusioni Il nostro codice deontologico ci invita ad un cambio di paradigma La ricerca infermieristica diviene uno strumento fondamentale del cambiamento 57 Cultura della qualità Cultura della sicurezza Cultura dell’apprendimento continuo dall’esperienza e dagli errori 58 Cultura dell’integrazione, della negoziazione, della mediazione Per gestire le nuove conflittualità in medicina e i dilemmi etici 59 Partecipare alla progettualità: Accreditamento all’eccellenza Clinical risk management Health Promoting Hospitals Esserci nei progetti con l’apporto della cultura e della disciplina infermieristica 60 Gestione delle competenze dei professionisti Livelli di competenza (L’eccellenza nella pratica clinica dell’infermiere, P. Benner Mc Graw Hill, 2003) Valutare per valorizzare 61 Quale guida per il comportamento etico? I bisogni di salute dei cittadini I diritti umani Gli obiettivi di salute del SSN I contesti, i vincoli, le opportunità e le risorse I principi della bioetica 62 Diritti umani e ricerca Punto importante di incontro e di dialogo al di là delle diverse mappe culturali, valoriali, religiose Carta europea diritti del malato Diritti del bambino e dell’adolescente Diritti del morente La Dichiarazione di Helsinki La Dichiarazione di Oviedo La Carta dei diritti dell’unione europea 63 PRINCIPI ETICI E RICERCA Non malevolenza Benevolenza – beneficità Autonomia – autodeterminazione Giustizia Advocacy Collaborazione 64 Operare in “sicurezza per l’assistito”: Cadute Infezioni correlate a pratiche assistenziali Lesioni da decubito Contenzione Promuovere il bene dell’assistito Promozione della salute e della vita, fino al termine della vita stessa, qualità del vivere e del morire Presa in carico dei care givers, anche nel momento della perdita e nella fase di elaborazione del lutto 65 Autonomia e dignità Riservatezza e privacy Consenso informato Decisioni di fine vita Direttive anticipate Limiti a cure non proporzionate Controllo del dolore L’assistito è risorsa essenziale nel processo di cura 66 Il valore della COLLABORAZIONE “Se siete in dubbio, cooperate” Wilmor e Hocker L’impegno nell’appartenenza 67 Il nostro codice è una guida che rafforza il senso del nostro impegno per “vincolarci” alla trama della vita dei nostri assistiti e di chi condivide con noi il lavoro di aiuto 68 In un tempo di drastici cambiamenti coloro che sono aperti all’apprendimento erediteranno il futuro, coloro che si ritengono già istruiti si apprestano a vivere in un mondo che non esiste più Eric Hoffer 69 Essere ON e non essere OFF!!! 70 Bibliografia di riferimento Federazione Nazionale Collegi IPASVI “Commentario al codice deontologico dell’infermiere” Mc Graw Hill, 2009 G.Lo Biondo – Wood, J. Haber “Metodologia dela ricerca infermieristica” Mc Graw Hill, 2002 J.A.Fain “la ricerca infermieristica,leggerla, comprenderla, applicarla” Mc Graw Hill, 2004 G.Pomponio, A.Calosso “EBM e metodologia della ricerca per le professioni sanitarie” Ed.Medico Scientifiche, 2005 G:Bert “Medicina narrativa” Il pensiero scientifico ed. 2007 71 Collegio IPASVI Gorizia La lettura del codice deontologico nella pratica quotidiana e nella ricerca: Esiti sui pazienti: risultati della ricerca “Chiusure estive dei reparti ed esiti nei pazienti: studio retrospettivo” Relatore: Dott.ssa Orietta Masala Background (1) Dal 1990 in poi molti Paesi europei hanno ridotto il numero dei posti letto negli ospedali per acuti ed avviato una politica di riorganizzazione sanitaria Nel 2003 l’Organizzazione Mondiale della Sanità con il documento Health Evidence Network sulla riorganizzazione degli ospedali ha messo in evidenza la necessità di studiare gli effetti della riduzione dei posti letto sui pazienti Background (2) Le riorganizzazioni hanno attivato un processo che ha coinvolto anche la dotazione del personale, le composizioni dei team assistenziali e le competenze richieste Si è osservata una riduzione degli infermieri ed un progressivo incremento di personale di supporto (Haberfelde et al. 2005) Negli ultimi anni stanno aumentando gli studi che sostengono l’associazione tra esiti clinici e quantità/qualità degli infermieri che erogano assistenza diretta (Kovner & Gergen 1998; Aiken et al. 2002; Needleman et al.2002; Estabooks et al. 2005) Capo III Articolo 12 (codice deontologico dell’infermiere 2009) “L’infermiere riconosce il valore della ricerca, della sperimentazione clinica e assistenziale per l’evoluzione delle conoscenze e per i benefici sull’assistito”. Background (3) La costante riduzione del personale ha portato alla nascita di un fenomeno frequente durante il periodo estivo: l’accorpamento di alcuni reparti soprattutto nell’area chirurgica Non esistono in letteratura studi relativi agli accorpamenti temporanei mentre sono riportati studi sulla riorganizzazione ospedaliera e sulla riduzione definitiva di posti letto (Bryan 1998; Brownell 1999) Obiettivo e ipotesi dello studio Esplorare la relazione tra esiti negativi sviluppati dai pazienti durante il ricovero ospedaliero e dotazione/composizione del personale di assistenza in due periodi diversi per organizzazione L’ipotesi dello studio è che alcuni esiti su gruppi omogenei di pazienti possono modificare in relazione alla quantità di assistenza infermieristica erogata rispetto a quella di supporto Materiali e Metodi (1) Disegno dello studio → analisi secondaria su dati di .uno studio retrospettivo realizzato nel 2007 in due diversi periodi per organizzazione Riduzione posti letto Controllo: due reparti attivi Periodo estivo dal 21/07/07 al 26/08/07 Periodo invernale dal 15/01/07 al 20/02/07 Setting → dipartimento chirurgico Azienda Ospedaliera Universitaria Udine: Chirurgia d’urgenza e Chirurgia d’elezione Campionamento → sono eleggibili tutti i pazienti ricoverati nei reparti inclusi durante i periodi considerati Criteri di inclusione Criteri di esclusione Tutti i pazienti sottoposti a intervento DRG più frequenti e più “pesanti” (478; 479; 111; 5; 260; 149; 148; 165; 203; 175; 494; 493) Età <18 DRG a rischio inappropriatezza (158; 183) Le analisi secondarie utilizzano dati precedentemente raccolti per testare nuove ipotesi, esplorare relazioni tra variabili o creare nuove interpretazioni. È un disegno di ricerca abbastanza conveniente sia in termini di tempo che di denaro poiché i dati sono già raccolti. Alcuni autori hanno pubblicato un articolo che discute le principali fonti, usi e limiti dei dati secondari (Brown e Semradek 1992). Materiali e Metodi (2) Variabili Outcomes sanitari Infezioni urinarie Lesioni da decubito Infezioni CVC/CVP Riammissione Infezioni del tratto respiratorio Personale di assistenza N°pazienti presenti Minuti di assistenza infermieristica/die/paziente Minuti di assistenza di base/die/paziente Skill-mix: minuti di assistenza infermieristica medi die/paziente su minuti di assistenza di base medi die/paziente Pazienti Ricovero in urgenza e non in urgenza Comorbilità, sesso, età Giornate di degenza Presenza di devices Materiali e Metodi (3) Fonti 9Data set (SISR) contenente le informazioni relative ai ricoveri avvenuti durante i due periodi di osservazione 9Dati relativi allo studio retrospettivo 2007 9Tabulati turni Chirurgia d’Elezione, Chirurgia d’Urgenza e Urologia Analisi dei dati 9Confronto medie: test di Anova 9Valutazione delle associazioni: chi quadrato/Fisher 9Significatività statistica: p <0,05 9Analisi multivariata attraverso un modello di regressione logistica 9 test di McNemar e Wilcoxon per campioni appaiati Software S.P.S.S. 12.00 Risultati (1) Offerta assistenziale durante il periodo estivo vs invernale Periodo estivo Periodo invernale p-value 74 74 - 35,4 (± 12,0) 32 (± 2,01) p 0,01 8,4 (± 5,5) 12,7 (± 4,7) p 0,00 131,7 (± 21,1) 143,0 (± 0,1) p 0,00 55,2 (± 29,2) 79,0 (± 11,6) p 0,00 186,9 (±31,5) 222,0 (± 26,1) p 0,00 Skill – mix§ 2,4 (± 2,5) 1,8 (± 0,3) p 0,00 Giornate con ≥ 137 minuti/die assistenza infermieristica Giornate con ≥ 67 minuti/die assistenza OSS Personale infermieristico dedicato die/pazienti 27 (36,5%) 41 (55,4%) p 0,02 36 (48,6%) 64 (86,5%) p 0,00 2,3 (± 0,7) 0- - Variabili Giornate osservate Media pazienti ricoverati/giornata Media pazienti inclusi/giornata Minuti di assistenza infermieristica die/paziente Minuti di assistenza di base die/paziente Totale minuti assistenza die/paziente § = minuti di assistenza infermieristica medi die/paziente su minuti di assistenza di base medi die/paziente Risultati (2) Periodo estivo Periodo invernale n=93 n=140 Descrizione campione 66.1 ± 13 64.1 ± 14.1 p 0.29 44 (47,3%) 49 (52,7%) 71 (50,7%) 69 (49,3%) p 0,611 7,6 (± 8,1) 42 (45,2%) 7,0 (± 7,7) 39 (27,9%) p 0,53 p 0,00 5 (5,4%) 17 (12,1%) Interventi maggiori su intestino crasso e tenue, senza complicanze (149) 14 (15,1%) 20 (14,3%) Emorragia gastrointestinale, senza complicanze (175) 10 (10,8%) 9 (6,4%) 10 (10,8%) 1 (0,7%) 17 (18,3%) 14 (10%) 8 (8,6%) 15 (10,7%) 9 (9,7%) 29 (20,7%) Età (anni) Sesso Media ± ds Femmine p-value Maschi Giornate di degenza Intervento chirurgico urgenza vs programmato Descrizione DRG più frequenti Interventi sui vasi extracranici (5) Neoplasie maligne dell'apparato epatobiliare o del pancreas (203) Mastectomia subtotale per neoplasie maligne, senza complicanze (260) Altri interventi sul sistema cardiovascolare, senza complicanze (478) Colecistectomia laparoscopica senza esplorazione del dotto biliare comune senza complicanze (494) Skill-mix: il rapporto tra i minuti medi/die/pazienti di cure fornite dagli infermieri e fornite dagli operatori di supporto. Skill-mix: :il rapporto tra i minuti di assistenza infermieristica ed i minuti di assistenza di base Risultati (3) Periodo estivo n=93 Periodo invernale n=140 p-value Comorbilità 51 (54,8%) 70 (50%) p 0,469 Devices (numero) 2,06 (± 1,1) 2,07 (± 1,0) p 0,96 Catetere vescicale 38 (40,9%) 57 (40,7%) p 0,98 Catetere venoso centrale 10 (10,8%) 15 (10,7%) p 0,99 Catetere venoso periferico 88 (94,6%) 135 (96,4%) p 0,50 Sondino naso gastrico 10 (10,8%) 16 (1,4%) p 0,873 Drenaggi 46 (49,5%) 68 (48,6%) p 0,89 Norton (valori medi) 15,4 (± 7,6) 16,7 (± 6,4) p 0,152 Norton ≤14 24 (25,8%) 23 (16,4%) p 0,08 Descrizione campione Risultati (4) Esiti durante il periodo estivo e durante il periodo invernale Periodo estivo n=93 Periodo invernale n=140 p-value 0 (-) 5 (3,6%) p 0,06 Infezione catetere venoso centrale 1 (1,1%) 3 (2,1%) p 0,53 Infezioni respiratorie 1 (1,1%) 0 (-) p 0,21 Lesioni da decubito 0 (-) 8 (5,7%) p 0,01 Lesioni da decubito pazienti con Norton ≤14 0 (-) 4 (17,4%) p 0,03 N° valutazioni dolore/paziente 1,2 (± 2,4) 1,3 (± 2,2) p 0,64 N° somministrazione farmaci antidolorifici 1,1 (± 2,4) 1,3 (± 2,2) p 0,56 1 (1,1%) 15 (10,7%) p 0,007 12 (12,9%) 22 (15,7%) p 0,55 9 (9,7%) 10 (7,1%) p 0,48 Esiti Infezioni tratto urinario Pazienti con esiti negativi DRG complicato alla dimissione Riammissioni a 30 giorni Risultati (5) Analisi multivariata Variabili collegate agli esiti negativi Variabili Frequenza (%) OR IC 95% Età >75 9/16 3,18 0,99-10,24 Sesso femminile versus maschile 8/16 0,97 0,30-3,13 Comorbilità 13/16 3,47 0,87-13,78 Rischio lesione da decubito§ 8/16 3,99 1,20-13,25 Periodo estivo versus invernale 1/16 0,06 0,008-0,53 Devices >2 13/16 2,33 0,57-9,45 Intervento urgenza versus no 7/16 1,86 0,56-6,12 § compromessi nelle 5 aree della scala Norton che valutano rispettivamente: condizioni generali, stato mentale, deambulazione, mobilità e incontinenza. Discussione (1) Offerta assistenziale Tempo medio di assistenza infermieristica e di supporto maggiore nel periodo invernale: due reparti attivi Durante il periodo invernale si riduce l’assistenza infermieristica rispetto a quella di base: possibilità di incorrere in alcuni eventi avversi (Blegen et al. 1998) Skill-mix maggiore nel periodo estivo (2,4 vs 1,8): quando c’è maggiore assistenza infermieristica si registrano meno esiti negativi (Blegen et al. 1998; Aiken et al. 2002; Needleman et al. 2002) Discussione (2) Esiti Complessivamente ci sono più pazienti con esiti negativi d’inverno Non è emersa una relazione tra esiti negativi e caratteristiche dei pazienti in disaccordo con quanto affermato da Saltvedt (2002) Lesioni da decubito presenti solo nel periodo invernale: la diversa composizione dell’equipe influisce sull’esito (Cho 2003; Yang 2003; Unruh 2003) L’analisi multivariata ha messo in evidenza che esiste una probabilità del 94% che il periodo estivo sia un fattore protettivo rispetto agli esiti negativi Limiti dello studio 9Generalizzabilità: l’analisi dei dati relativi all’accorpamento si è limitata ad un anno solare con il reclutamento di un numero molto limitato di pazienti 9Accuratezza della documentazione 9Difficoltà nel determinare l’assistenza diretta 9 Non si tiene conto dei modelli di cura che coinvolgono anche il personale di supporto 9Sono stati considerati solamente esiti negativi: non offrono indicazioni sui processi assistenziali messi in atto dagli infermieri Capo III Articolo 11 (codice deontologico dell’infermiere 2009) “L’infermiere promuove, attiva e partecipa alla ricerca e cura la diffusione dei risultati”. Indicazioni per la pratica I risultati fanno riflettere sull’importanza delle scelte organizzative in merito alla composizione dell’equipe di assistenza Sarebbe utile replicare lo stesso studio seguendo un’impostazione multicentrica per superare i limiti dovuti alla conduzione di una ricerca in un contesto circoscritto e con un campione troppo piccolo Conclusioni La riduzione dei posti letto pur rappresentando una situazione difficile da un punto di vista organizzativo ha permesso una situazione assistenziale migliore in seguito alla maggiore presenza di personale infermieristico Lo studio ha documentato che una presenza infermieristica maggiore rispetto a quella di supporto influenza i risultati sui pazienti Collegio IPASVI Gorizia La lettura del codice deontologico nella pratica quotidiana e nella ricerca: Esiti sui pazienti: risultati della ricerca “Studio descrittivo del percorso clinico assistenziale nel management preospedaliero e ospedaliero precoce dello STEMI” Relatore: Dott.ssa Gloria Moretto Il management preospedaliero e ospedaliero precoce dello STEMI Dati di Area Vasta Udinese 2006 Come rendere utile per voi l’analisi di una tesi così “di nicchia”? Cosa vuol dire lavorare sugli esiti? Cosa sono gli esiti infermieristici? Cosa sono gli esiti infermieristici? Per “esito infermieristico” si intende una condizione, un comportamento o una percezione misurabile del paziente o della sua famiglia “influenzata da” o “sensibile alle” cure infermieristiche IOWA Outcomes Project Nursing Outcomes classification Gli esiti sensibili all’infermieristica possono essere definiti come i cambiamenti misurabili nella condizione del paziente attribuiti alla cura infermieristica ricevuta Donabedian A. The definition of quality and approaches to its management Gli outcomes infermieristici non necessariamente riguardano i domini classici del nursing, ma attengono anche all’insieme degli effetti anche organizzativi realizzati dagli infermieri Stone PW. Nursing shortage and Nursing Sensitive Outcomes. Appl Nurs Res 2002; 15:115-116. Codice deontologico dell'infermiere 2009 Articolo 11 L'infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate e aggiorna saperi e competenze attraverso la formazione permanente, la riflessione critica sull'esperienza e la ricerca. Progetta, svolge e partecipa ad attività di formazione. Promuove, attiva e partecipa alla ricerca e cura la diffusione dei risultati. Articolo 47 L'infermiere, ai diversi livelli di responsabilità, contribuisce ad orientare le politiche e lo sviluppo del sistema sanitario, al fine di garantire il rispetto dei diritti degli assistiti, l'utilizzo equo ed appropriato delle risorse e la valorizzazione del ruolo professionale. Le aspettative sempre maggiori degli assistiti ed i vincoli posti dalla scarsità delle risorse costringono gli infermieri, al pari delle altre professioni sanitarie, alla ricerca di strategie assistenziali efficaci ed efficienti. Appropriatezza PSN 2003-2005 : “Le prestazioni che fanno parte dell’assistenza erogata, non possono essere considerate essenziali, se non sono appropriate”. Come facciamo a sapere quali interventi sono efficaci? Come facciamo a sapere se i nostri interventi sono efficaci? Come documentiamo la nostra assistenza? Utilizziamo dei percorsi clinico-assistenziali evidence based con la previsione di indicatori di risultato valutabili e misurabili? La documentazione è informatizzata? Quale modello assistenziale adottiamo? Prestazionale o per obiettivi assistenziali? Gli obiettivi sono associati agli indicatori di risultato? E gli indicatori sono corretti? Cioè rispondono al bisogno informativo? La ricerca infermieristica è il processo che dà una risposta alla moltitudine di questioni che affiorano nella pratica quotidiana, e che fornisce i dati che documentano l’efficacia pratica e teorica del nursing Il metodo scientifico Identificare il problema di ricerca Revisione della letteratura Individuazione delle ipotesi Progettazione della ricerca Individuazione del campione Individuazione degli strumenti di misura Esecuzione della ricerca Raccolta e analisi dei dati Pubblicazione e distribuzione dei dati Ricognizione dell’ambito di interesse Evidence-Based Nursing (EBN) "L'EBN è un processo per mezzo del quale gli infermieri assumono le decisioni cliniche utilizzando le migliori ricerche disponibili, la loro esperienza clinica e le preferenze del paziente” (DiCenso A, Cullum N, Ciliska D. Implementing evidence based nursing: some misconceptions [Editorial]. Evidence Based Nursing 1998; 1:38-40). L'EBN fornisce una strategia, una metodologia operativa per trovare le risposte ai bisogni di sapere che nascono dalla nostra attività assistenziale. EBN Ricerca Bibliografica ST-Elevation Myocardial Infarction Epidemiologia: 55.000 IMA/anno in Italia (2/3 STEMI) Mortalità intraospedaliera totale per STEMI = 7,5% “ “ su riperfusi (TBL o PCI) = Di Chiara et Al. Epidemiology of acute myocardial infarction in the 5,6% Italian CCU network. The BLITZ Study. European Heart Journal 2003 Trattamento Riperfusione Coronarica Time is muscle! Fibrinolisi Importanza del tempo De Luca et al. Time delay to treatment and mortality in Primary angioplasty for Acute Myocardial Infarction: Every Minute of delay counts. Circulation 2004 the risk of 1-year mortality is increased by 7.5% for each 30-minute delay. Selezione della terapia riperfusiva Pro PCI Contro PCI Minore mortalità Centri specializzati, h24, elevato n° interventi/anno < gg degenza, < costi sociosanitari a breve e lungo termine Rischio emorragico, shock Tassi maggiori TIMI 3 Ritardi organizzativi e di trasferimento (attivaz. sala emodinamica) > Costi dell’intervento Analisi Costo/benefici Raccomandazioni ACC/AHA Antman et Al. ACC/AHA guidelines for the management of patients with ST-elevation myocardial infarction - executive summary. JACC 2004;44:671–719. Pronta riperfusione = Obiettivo di sistema L’obiettivo di sistema si basa sul raggiungimento di 2 indicatori temporali (assunti poi a indicatori di qualità di struttura da Medicare, Medicaid e JCAHO): il door-to-needle (o medical contact-to-needle), D2N, che rappresenta il tempo tra la presentazione del paziente alla struttura sanitaria (o al primo contatto con il personale sanitario) e la somministrazione dell’agente fibrinolitico e il door-to-balloon (o medical contact-to-balloon), D2B, cioè il tempo tra la presentazione del paziente alla struttura sanitaria (o al primo contatto con il personale sanitario) e l’insufflazione del palloncino nella PCI. L’obiettivo di sistema è quindi quello di facilitare un rapido riconoscimento e trattamento dei pazienti con STEMI, in modo tale che il D2N per l’inizio della terapia fibrinolitica sia raggiunto entro 30 minuti, o che il D2B per la PCI sia mantenuto al di sotto dei 90 minuti. Mettere in atto un sistema che deve essere in grado di fornire una terapia riperfusiva il più presto possibile e all’interno dei periodi di tempo definiti. Questi obiettivi non devono essere visti come “tempi ideali” ma come tempi massimi accettabili, e quindi non come standard medio di performance ma come obiettivo di un sistema di trattamento precoce cui ogni azienda dovrebbe mirare per ciascun paziente appropriato. ECG preospedaliero Quesiti di ricerca: Come ha reagito la rete tra ospedali periferici e centro interventista (solo a Udine è possibile effettuare la PCI) a questo mandato EBM? Quanti pazienti riescono ad essere sottoposti alla PCI entro i 90 min.? Come e cosa fanno gli infermieri del 118 che trattano in autonomia i pazienti che chiamano per dolore toracico (l’automedicalizzata è intervenuta solamente nel 5% dei casi)? Come stiamo curando i pazienti affetti da uno STEMI? Modello Hub-Spoke Area problematica ritardi organizzativi comportamenti non standardizzati non aderenza alle Linee Guida ACC/AHA studio descrittivo dei percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali dello STEMI nell’Area Vasta Udinese Obiettivi dello studio Analisi delle strategie diagnostico-terapeuticoassistenziali adottate, in fase preospedaliera e ospedaliera precoce, per i pazienti STEMI, nei diversi contesti aziendali dell’Area Vasta Udinese. Verifica dell’aderenza delle performances rilevate alle raccomandazioni AHA/ACC 2004. Valutazione degli tempi pre- ed inter-ospedalieri nella gestione dello STEMI (indicatori di efficacia ed efficienza di sistema) e correlazione con gli outcomes di interesse identificati in: riperfusione di successo, mortalità intraospedaliera, a 30 giorni, 6 mesi e ad un anno. Valutazione dell’entità e della modalità di utilizzo dell’ ecg pre-ospedaliero, sua influenza sui percorsi di cura, e sua correlazione agli indicatori di interesse: D2N e D2B Metodo Studio descrittivo sui 151 pazienti STEMI afferiti ai 6 ospedali dell’Area Vasta udinese nel secondo semestre del 2006. Gli studi epidemiologici descrittivi sono studi osservazionali che evidenziano le condizioni socio-sanitarie della popolazione in esame, le sue caratteristiche demografiche, le malattie prevalenti e la loro distribuzione spaziotemporale, le cause di morte e la presenza di fattori di rischio nonché l’aspettativa di vita quanti-qualitativa delle persone. Selezione del campione 1. Elenco dei casi STEMI residenti e trattati negli ospedali dell’Area Vasta Udinese nel secondo semestre 2006 (fonte ARS da SDO) 2. Raggruppamento per ospedale di primo accoglimento 3. Esclusione di: – – – – Codifiche ripetute per uno stesso evento STEMI Errori di codifica Casi a presentazione tardiva (> 12 ore dai sintomi) Casi trattati con PCI a TS o PN Totale n = 151 casi 48 accolti al centro Hub (Udine) 103 accolti ai centri Spoke Strumenti per la raccolta dati Strumento per la determinazione dei tempi pre- ed intrerospedalieri: Database 118Net, presso la Centrale Operativa 118 di Udine. Strumento per la determinazione degli interventi pre-ospedalieri: Archivi centrale 118 Schede compilate Cartelle cliniche dagli infermieri di DEA Spoke Emergenza Territoriale Archivi postazioni 118 Spoke Strumenti per la verifica degli outcomes Riperfusione: – – per i pazienti trattati a Udine si sono utilizzate le informazioni del database IN-SCA, per i pazienti trattati nei DEA periferici si verifica la riperfusione dai dati registrati nelle cartelle cliniche Efficacia dell’ecg preospedaliero: i dati delle schede 118 sono stati incrociati con i tempi pre- ed intra-ospedalieri precoci, i D2N e D2B Mortalità: – Database SIASI (Sistema Informativo per Applicazioni Sanitarie Integrate), fornite, dopo concessione del consenso sul trattamento dei dati sensibili, dall’ARS. Analisi statistiche Uso del 118 per alcune variabili 100% 75% 65% 50% 50% 53% 50% 39% 35% 25% 0% Uo ni i m Do e n n a 5 <6 i n n >6 P n n 6a r. g re i i sc m . h a c io a c i rd P . f o r io h c s i R v e l E Ritardo preospedaliero (“decisionale”) (min., mediana) 600 510 500 400 Non Uso del 118 = arrivo a PS 330 300 189 200 250 223 115 100 138 83 109 64 63 212 89 85 e ta l To a em on G lm ez ic lm Ja zo co a an t is La To Sa n Da ni Ud el in e e 0 uso del 118 Symptom Onset-First Door 510 … 330 300 Arrivo su Target I° PS 273 250 223 189 200 171 157 146 150 97 83 100 212 Chiamata 118 Target Symptom Onsetchiamata 118 137 119 Arrivo al I° PS Autonomo 64 50 To ta le on a G em ez zo To lm co Ja lm ic an a Udine San Daniele Latisana Jalmicco Tolmezzo Gemona Totale con 118 13 12 7 9 12 5 58 con mezzi propri 35 23 13 3 9 10 93 Arrivo a I° PS n La tis el e Da ni Sa n Ud i ne 0 Profilo di Rischio sul totale dei pazienti Soccorsi da 118 37,8% (n=31) Alto Rischio 54,3% (n=82) 24,3% 43,7% 32,0% Arrivo Autonomo 62,2% (n=51) Basso rischio (n=20) Alto Rischio soccorsi da 118 (n=57) Alto Rischio autonomi (n=25) } 56,3% Profilo di Rischio Centri Spoke (n=103) 0 Udine 100 200 6 30 0 0 86 115 9 25 San Daniele 300 149 109 Symptom Onset chiamata 118 112 21 45,5 48 Arrivo su Target I° PS 272 49 74 Process Ist PS 287 23 5 18 381 250 9 29 Totale 85 Chiamata 118 Target 481 27 89 Gemona Tempi intermedi per paz. soccorsi da 321 174 15 33 Tolmezzo 700 24 138 10 38 Jalmicco 600 237 9 24 Latisana 500 17 58 63 400 20 63 57 263 754 77 Trasferimento interospedaliero 2nd D2B Door to Reperfusion (mediana) Udine San Daniel e Latisana Jalmicco Tolmezzo Gemon a Totale D2N 10 29 20 0 33 0 28 D2N con PHEcg 0 0 20 0 17 0 18 D2B 86 115 150 D2B con PHEcg 62 0 131 224 310 0 310 481 140 0 72 Ambulanza con infermiere 95% Ambulanza + automedicalizzata 5% Mezzi di soccorso inviati Eventi avversi /Procedure di emergenza gestiti dagli infermieri ACLS Integrazione-continuità assistenziale Scompenso CC (Killip 2) 5% EPA (Killip 3) 3% Shock (Killip 4) 5% TV, FV, AESP, Asystolia 3% altre aritmie (TS, FA, FlA) 28% dolore ischemico 22% RCP 1% IOT 1% nessun evento 32% Trattamento Area Vasta UD trom bolisi 18% PCI rescue 4% non riperfusi 41% 43% PCI prim aria 37% Non riperfusi 35% Trombolisi 50% Trattamento Blitz PCI 15% Trattamento Area Vasta UD trom bolisi 18% PCI rescue 4% non riperfusi 41% 4 3 % PCI prim aria 37% Non riperfusi; 39% pPCI; 45% Trattamento Trombolisi; 16% Trattamento 1: trombolisi Udine San Daniele Latisana Jalmicc o Tolmezz o Gemon a Totale % su tot paz. 2 40 30 0 33 0 18,5 ≥ 75 aa (% su trombolisati) 0 50 14 0 0 0 28,6 % Successo 100,00% 81,82% 70,59% 50,00% 0,00% Entro 2 ore Oltre 2 ore PCI primaria Udine PCI Primaria % su tot paz San Daniel Latisana e Jalmicc Tolmezzo o Gemona Totale 63 37 5 67 29 7 37 ≤ 90 min 53 7 0 38 0 0 33 91 – 120 10 0 0 13 14 0 8 > 121 min. 37 93 100 50 86 100 59 D2B % Nessun trattamento n 66 % su totale pazienti ≤ 75 aa > 76 aa 41% 50% 50% Profilo di rischio Basso 33% Alto 66% Tempo dall'insorgenza dei sintomi all’ arrivo al I° ospedale ≤ 2 ore 75% mediana di arrivo (min.) 75 > 2 ore 24% mediana di arrivo (min.) 230 Eventi cardiovascolari Udine San Daniele Latisana Jalmicco Tolmezzo Gemona Totale 0 11 0 17 19 27 9 0 14 0 17 19 33 11 4,2 17 0 17 19 53 15 4,2 17 0 17 19 60 15 Reinfarto 4,2 5,7 5 0 0 6,7 3,9 Stroke in H 0 0 0 0 0 0 0 Mortalità % su tot paz Intraospedalie ra a 30 gg a6 mesi a1 anno Mortalità ad 1 anno per intervento riperfusivo % su deces si Variabile Lisi 13 PCI primaria 9 PCI rescue 4 Nessun trattamento 74 tot 100 Regressione Logistica Mortalità a 1 anno OR P>|z| 95% Conf. Interval sex 0.553 0.393 0.142 2.150 fumo 2.29 0.452 0.264 19.929 diabete 2.09 0.244 0.603 7.281 Ipertensione arteriosa 1.42 0.615 0.360 5.609 Preg. cardiopatia 0.89 0.868 0.235 3.382 Killip ≥ 2 1.23 0.740 0.356 4.279 Storia di scompenso 0.75 0.705 0.168 3.340 Età 1.18 0.002 1.063 1.313 Inizio sintomi – primo contatto Arrivo con 118 1.02 0.100 0.995 1.050 1.21 0.783 0.302 4.897 5.16 0.075 0.847 31.428 STEMI in Area vasta (non UD città) Limiti dello studio Studio retrospettivo BIAS di selezione (AdE: tutti i pazienti, Udine: solo quelli ricoverati in UTIC) Bassa numerosità del campione Sottostima della mortalità (ritardi di notifica all’ARS) Disomegeneità e frammentazione dei dati, missing data Implicazioni per la pratica 1 Necessità di coordinamento per la continuità delle cure Valutazione di sistema Un’indagine epidemiologica infermieristica G. Moretto Implicazioni per la pratica 2 SNODI DEL PERCORSO a Dolore e ricerca di soccorso → → → b Intervento 118 → → c Ospedale → → Riconoscimento dei sintomi Ricerca di soccorso ECG preospedaliero Trombolisi preospedaliera Trombolisi ospedaliera Angioplastica primaria Centralizzazione diretta FATTORI DETERMINANTI Cultura nella popolazione Diffusione ed efficienza della telemedicina Efficienza del sistema di soccorso Efficienza dei percorsi intraospedalieri e interospedalieri Nursing Outcomes sopravvivenza di tutti i pazienti soccorsi; trasporto in sicurezza e tempestivo; prevenzione, trattamento e controllo degli eventi avversi (complicanze dell’IMA) rilevati sul posto o sopravvenuti durante il trasporto pre- e interospedaliero, corretto inquadramento diagnostico al 100% dei casi di allertamento della centrale 118 per dolore toracico trattamento e controllo del dolore ischemico. Grazie per l’attenzione