Gli atti dell`incontro

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Gli atti dell`incontro
Collegio IPASVI
Gorizia
La lettura del codice deontologico nella pratica quotidiana e
nella ricerca:
Esiti sui pazienti: risultati della ricerca
Moderatore:
Il Presidente Mario Schiavon
Relatori:
Dott.ssa Orietta Masala
Dott. ssa Gloria Moretto
Dott. ssa Nicoletta Suter
Monfalcone, 11 novembre 2009
1
Collegio IPASVI
Gorizia
La lettura del codice deontologico nella pratica quotidiana e nella
ricerca:
Esiti sui pazienti: risultati della ricerca
“Il Codice deontologico e la ricerca”
Relatore:
Dott.ssa Nicoletta Suter
2
“La visione senza
azione è un sogno.
L’azione senza
visione è un incubo”
Obiettivi dell’evento formativo
Far emergere il ruolo fondamentale della ricerca
infermieristica, sia essa clinica o assistenziale. Infatti,
accanto alla formazione permanente e alla riflessione
critica sull’esperienza, la ricerca è un motore propulsore
per il cambiamento professionale ed organizzativo
richiesto dal nostro contesto normativo, e culturale di
riferimento
Proporre una riflessione sui modelli di evidence based
medicine e narrative based medicine, scontro o
integrazione?
Offrire spunti di riflessione sul nuovo codice deontologico
4
Premessa
I professionisti della sanità dovrebbero possedere uno
spirito critico sia nei confronti della propria pratica
professionale, sia delle evidenze scientifiche; cioè
essere capaci di ricercare, valutare e applicare le migliori
evidenze scientifiche ed essere disponibili ad
implementare linee guida e percorsi assistenziali.
5
a. In assenza di queste conoscenze e competenze
non è possibile per le organizzazioni sanitarie
fornire "la migliore assistenza, basata sulle
migliori evidenze“, con aumento di rischi per gli
assistiti
b. Spesso l’integrazione nella pratica clinica dei
risultati di ricerca non è facile e si riscontra un
certo scostamento, tra ricerca e pratica.
6
Capo III Articolo 11
(codice deontologico dell’infermiere 2009)
“ L’infermiere fonda il proprio operato su
conoscenze valide e aggiorna saperi e
competenze attraverso la formazione
permanente, la riflessione critica sull’esperienza
e la ricerca. Progetta, svolge e partecipa ad
attività di formazione. Promuove, attiva e
partecipa alla ricerca e cura la diffusione dei
risultati”.
7
Capo III Articolo 12
(codice deontologico dell’infermiere 2009)
“L’infermiere riconosce il valore della ricerca,
della sperimentazione clinica e assistenziale per
l’evoluzione delle conoscenze e per i benefici
sull’assistito”.
8
La signora della lampada
Florence Nightingale
12 maggio 1820
– 13 agosto 1910
9
Il valore della ricerca
E’ ormai riconosciuto
Il problema è
acquisire
competenze
nell’ambito della
ricerca
Per saper utilizzare i
dati della ricerca
Per sviluppare
progetti di ricerca
10
Il valore della ricerca
Prima ancora è
importante
promuovere un
atteggiamento di
“apertura alla
ricerca” negli
infermieri
Verso un nuovo
paradigma
11
Funzioni dell’infermiere
Ambiti:
Clinica
Organizzazione
Formazione ed
educazione
Ricerca
Consulenza
Teoria
Pratica
Formazione
= unite dalla ricerca
12
Concetti fondamentali
Cos’è la ricerca
Cos’è la ricerca
infermieristica
Cos’è il metodo
scientifico
Cos’è e com’è il
processo di ricerca
13
Cos’è la ricerca
E’ un’indagine sistematica in un ambito della
conoscenza che utilizzando diversi approcci
(quantitativi e qualitativi) cerca di dare risposte a
interrogativi o risolvere problemi
Obiettivo della ricerca è quello di scoprire nuove
conoscenze e relazioni e di trovare soluzione a
problemi o quesiti
14
La conoscenza è l’informazione che si
acquisisce attraverso varie modalità
Le fonti / i metodi per acquisire conoscenza sono:
Tradizione
Autorità
Esperienza personale
Prove ed errori
Intuizione
Ragionamento logico
Metodo scientifico
15
Cos’è il metodo scientifico
L’indagine scientifica è un processo
attraverso cui i dati osservabili e verificabili
del mondo che ci circonda sono raccolti
per descrivere, spiegare e prevedere gli
eventi
16
Con il metodo scientifico, il ricercatore seleziona e
definisce un problema, formula delle domande di ricerca
o delle ipotesi, raccoglie i dati, li analizza e li interpreta,
comunica i risultati della ricerca
Caratteristiche del metodo scientifico sono l’obiettività
(non interferenza di valori, credenze, pregiudizi,
atteggiamenti del ricercatori) e la replicabilità (possibilità
di ripetere il medesimo studio utilizzando stessi metodi e
variabili)
17
Cos’è la ricerca infermieristica
E’ un processo che permette agli
infermieri di porsi quesiti con
l’obiettivo di generare nuova
conoscenza e
migliorare l’assistenza al paziente
migliorare l’organizzazione del
lavoro
migliorare i processi formativi
18
Pertanto la ricerca infermieristica è
l’applicazione del metodo scientifico a
problemi che interessano la professione
19
Fase 1
Identificazione
problema e scopo
Revisione letteratura
di riferimento
Identificazione
variabili pertinenti
Formulazione delle
domande o ipotesi
di ricerca
Processo di ricerca
Fase 6
Trasferimento
risultati alla
pratica
Fase 2
Scelta metodo di ricerca
Selezione disegno
Identificazione campione
Identificazione strumenti e
procedure
Fase 5
Utilizzazione dei risultati
Diffusione risultati
ricerca
Fase 4
Analisi dati
Interpretazione
risultati
Fase 3
Raccolta, registrazione,
organizzazione dati
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Perchè la ricerca infermieristica
Oggi i professionisti debbono
giustificare le loro decisioni
cliniche
L’infermiere quando progetta
l’intervento assistenziale deve
basare le sue decisioni sui
risultati della ricerca perché:
è interessato agli esiti
assistenziali, cioè
all’eccellenza clinica
Spostamento dalla centralità dei
compiti all’efficacia degli
interventi
EBN
Benefici per
l’assistito
Qualità delle
cure
21
Perchè la ricerca infermieristica
L’infermieristica basata
sulle evidenze deriva dal
coscienzioso, esplicito e
giudizioso utilizzo delle
informazioni basate sulla
ricerca che servono a
prendere decisioni
sull’assistenza rivolta a
singoli o gruppi di
persone, prendendo in
considerazione i loro
bisogni personali e le loro
preferenze
EBP:
combinazione
delle migliori
evidenze nella
pratica clinica
Metodo clinico
22
Disciplina
infermieristica
Contenuto =
specifico
professionale
Metodo clinico
nelle scienze
della salute
23
Metodo clinico
Metodo = ricerca
indagine
Clinica: da Kliné-kliniKé
l’arte relativa a chi
giace a letto = tutto
ciò che ha a che
vedere con
decisioni che
riguardano il pz è
clinica
E’ tipico delle scienze
idiografiche, che cioè
applicano il sapere
disciplinare al singolo caso
E’ attività di risoluzione dei
problemi a partire dalla
raccolta di dati che
rappresentano il nucleo di
incognite / problemi di una
persona (Scandellari 2002)
24
Metodo clinico
Si applica laddove viene
posto il essere il
ragionamento clinico: si
fa una diagnosi e si
prendono delle decisioni
per risolvere i problemi
del pz
La metodologia clinica
infermieristica coincide
con il processo di nursing
applicato al singolo caso
25
Per molto tempo gli infermieri si sono
soffermati sullo stadio del
ragionamento diagnostico,
focalizzandosi sulle Diagnosi
Infermieristiche (NANDA)
Vi è ora la necessità di spostarsi verso la
fase delle decisioni
Nuovi scenari: NIC e NOC
26
Fondamentale, nell’ottica dei processi di
clinical risk management e di accreditamento
all’eccellenza imparare a:
Focalizzare l’attenzione sugli outcomes dell’assistenza
Ricercare i risultati della ricerca
Analizzare, interpretare e valutare i risultati della ricerca
infermieristica
Utilizzare appropriatamente i risultati di ricerca nella
pratica clinica
Avviare progetti di ricerca infermieristica, anche
utilizzando il canale della Formazione sul Campo per
l’accreditamento e il riconoscimento delle attività.
27
Competenze da sviluppare per
sostenere ed essere parte del
processo di ricerca
- Consultazione delle fonti: banche
-
dati, siti motori di ricerca …
Lettura critica di articoli di ricerca
Metodologia della ricerca
infermieristica
Pensiero critico e pensiero
riflessivo
Auto apprendimento e
apprendimento dall’esperienza
28
Pensiero critico
Forma di
pensiero
che aiuta ad
imparare a
ragionare
criticamente
E’ stimolato
dall’arte di
porre e porsi
domande
conoscenza
esperienza
Pensiero
critico
Ragionamento
clinico
Apprendimento dall’esperienza
Avviene solo se c’è
riflessione durante e
dopo l’esperienza
Apprendere dall’esperienza
(Shon,1982)
Reflection in action
“conversazione
riflessiva con la
situazione”
Reflection on action
dopo l’Azione
La riflessione durante l’attività professionale caratterizza
l’abilità dell’esperto che non si esaurisce in rapidità,
accuratezza e automaticità nella prestazione e quindi nella
standardizzazione, ma dimostra anche flessibilità nel capire
nuovi problemi e trasferire o generalizzare soluzioni
(da Il professionista riflessivo)
Schon mette in opposizione
RAZIONALITA’ TECNICA e RAZIONALITA’ RIFLESSIVA
La prima come mera applicazione di teorie e
procedure apprese
La seconda capace di integrare la conoscenza con
l’esperienza passata e presente
Apprendere dall’esperienza implica
capacità di pensiero riflessivo
Consuetudine a
meditare su ciò che
accade per cercare
il significato
dell’esperienza
Non accontentarsi
di verità
precostituite,
azzardare oltre alla
ricerca di un senso
Ciclo di Kolb
Esperienza
Riflessione
critica
Produzione di
nuova
conoscenza
Analisi
dei principi
/ teorie
E’ importante costantemente
dei quesiti:
Perché occuparci di evidence based nursing
/ practice?
Come mantenere aggiornate le conoscenze?
Dove e come reperire le fonti bibliografiche?
Quali sono i i vantaggi e le criticità / limiti
dell’approccio scientifico e dell’EBN/EBP?
35
Ruoli dell’infermiere nella
ricerca:
Essere utente competente dei risultati
della ricerca
- capacità di analisi critica
- capacità di trasferire i risultati della
ricerca nella pratica clinica
36
Ruoli dell’infermiere nella
ricerca:
Partecipare alla ricerca svolta da altri come
parte del team
Sostenere la ricerca svolta da studenti o altri
operatori, per es. contribuendo alla
raccolta dati
Preparare, svolgere, valutare progetti di
ricerca partendo da problemi della clinica,
dell’organizzazione, della formazione
Ruoli dell’infermiere nella ricerca:
Condividere fra colleghi i risultati della
ricerca, attraverso per esempio lo
studio di casi, attività di audit
Partecipare a gruppi di lavoro per la
revisione/redazione di LG, protocolli
ecc.
Partecipare al comitato etico
direttamente o tramite propri
rappresentanti
Se infermieri esperti nella ricerca essere
formatori e facilitatori di cambiamento
e formatori
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Ruoli dell’infermiere nella ricerca:
Non tutti gli infermieri possono
o sono in grado di progettare
una ricerca e di condurla.
Tutti gli infermieri dovrebbero
avere un ruolo nei processi di
ricerca
39
La ricerca
infermieristica aiuta a
recuperare
significato
della cura
il
curare bene fa
bene anche al
curante
e previene il
burn out.
40
Problemi etici della ricerca
Comitati etici
Linee guida
Human rights guidelines for
nurses in clinical and other
research, ANA, 1985
Ethical Resaerch guidelines for
Registered Nurses,
Canadian nurses
Association 2002
41
“La personalizzazione” dei
processi di cura
EBM:
medicina basata
sull’evidenza
NBM:
medicina narrativa
Integrazione possibile?
42
EBM
L’infermiere fonda il proprio
operato su conoscenze
validate e aggiorna saperi e
competenze ...
Prestazioni assistenziali
efficienti, efficaci,
appropriate, accessibili ...
Con attenzione agli esiti
assistenziali
43
NBM
L’infermiere è interessato alla storia del
paziente, al suo vissuto di malattia, al suo
punto di vista, alla sua sofferenza, alla sua
umanità
= alla sua illness
44
Disease
medicina
disease centered o
doctor centered
Illness
medicina patient centered
= le medical humanities
45
La storia clinica tradizionale
raccolta con l’anamnesi è in
genere la “malattia narrata
dagli operatori” che
selezionano dati sulla base
dell’interesse clinico e li
riordinano, li trascrivono in
cartella, aggiungendo nel
tempo i vari referti e dati
oggettivi
46
Medicina narrativa
Allarga gli obiettivi:
verso la comprensione del
vissuto di malattia, con un
ampliamento dai dati
biologici a quelli relativi la
prospettiva del paziente,
considerato l’esperto della
sua malattia
(Levenstein e Brown,1986)
47
L’agenda del paziente è la storia dal suo
punto di vista
le idee, i pensieri
I sentimenti, le emozioni
le aspettative, i desideri
il contesto
l’agenda dell’operatore
48
Questo approccio attiva il
pensiero riflessivo, facilita la
costruzione di significati,
favorisce interventi
assistenziali e curativi di tipo
personalizzato
Rende i professionisti esperti
di umanità
49
Nucleo centrale è il
processo di ascolto
dell’assistito, attraverso
abilità e tecniche che
conducono il curante a
COMPRENDERE e non
solo a CAPIRE,
permettendo alla
persona di entrare come
partner nella relazione.
Lettura de vissuto
attraverso
l’agenda dell’assistito
Un “sapere delle emozioni”,
facendo spazio dentro di sé
alle emozioni dell’altro
50
Se vuoi comprendere qualcuno
devi assumere che ha ragione
e chiedergli di aiutarti a vedere
le cose dalla sua prospettiva
51
Sono necessarie competenze di
counselling:
ascoltare, chiedere per
comprendere, farsi raccontare,
interpretare, aiutare a capire,
dare informazioni, condividere,
guidare…
Pericoli:
Dis – abilità relazionale
Analfabetismo emotivo
52
Sempre più sono gli articoli di letteratura
internazionale sul tema delle abilità
relazionali o communication skills
In questi studi si evidenziano i vantaggi della
comunicazione efficace :
Compliance e soddisfazione dell’assistito
Soddisfazione degli operatori
Calo delle denunce per malpractice
53
La NBM non si riduce alle capacità di
ascolto, richiede un cambiamento di
paradigma
54
Coniuga high tech e
high touch
Promuove
l’empowerment
dell’assistito
dei curanti
Riscopre
risorse e
promuove
resilienza
55
L’integrazione tra
EBM e medicina narrativa
conduce alla
Medicina
basata sulla
relazione
56
Conclusioni
Il nostro codice
deontologico ci invita ad un
cambio di paradigma
La ricerca infermieristica
diviene uno strumento
fondamentale del
cambiamento
57
Cultura della qualità
Cultura della
sicurezza
Cultura
dell’apprendimento
continuo
dall’esperienza e
dagli errori
58
Cultura
dell’integrazione,
della negoziazione,
della mediazione
Per gestire le nuove
conflittualità in
medicina e i dilemmi
etici
59
Partecipare alla
progettualità:
™ Accreditamento all’eccellenza
™ Clinical risk management
™ Health Promoting Hospitals
Esserci nei progetti con
l’apporto della cultura e
della disciplina
infermieristica
60
Gestione
delle competenze
dei professionisti
Livelli di competenza
(L’eccellenza nella pratica clinica
dell’infermiere, P. Benner Mc
Graw Hill, 2003)
Valutare
per
valorizzare
61
Quale guida per il comportamento etico?
I bisogni di salute
dei cittadini
I diritti umani
Gli obiettivi di
salute del SSN
I contesti, i vincoli,
le opportunità e
le risorse
I principi
della bioetica
62
Diritti umani e ricerca
Punto importante di
incontro e di dialogo
al di là delle diverse
mappe culturali,
valoriali, religiose
Carta europea diritti
del malato
Diritti del bambino e
dell’adolescente
Diritti del morente
La Dichiarazione di
Helsinki
La Dichiarazione di
Oviedo
La Carta dei diritti
dell’unione europea
63
PRINCIPI ETICI E RICERCA
Non malevolenza
Benevolenza – beneficità
Autonomia –
autodeterminazione
Giustizia
Advocacy
Collaborazione
64
Operare in “sicurezza per l’assistito”:
™ Cadute
™ Infezioni correlate a pratiche assistenziali
™ Lesioni da decubito
™ Contenzione
Promuovere il bene dell’assistito
Promozione della salute e della vita, fino al termine
della vita stessa, qualità del vivere e del morire
Presa in carico dei care givers, anche nel momento
della perdita e nella fase di elaborazione del lutto
65
Autonomia e dignità
Riservatezza e privacy
Consenso informato
Decisioni di fine vita
Direttive anticipate
Limiti a cure non proporzionate
Controllo del dolore
L’assistito è
risorsa essenziale
nel processo di cura
66
Il valore della
COLLABORAZIONE
“Se siete in dubbio, cooperate”
Wilmor e Hocker
L’impegno
nell’appartenenza
67
Il nostro codice è una guida
che rafforza il senso del nostro impegno
per “vincolarci” alla trama della vita dei nostri
assistiti e di chi condivide con noi il lavoro
di aiuto
68
In un tempo di drastici cambiamenti
coloro che sono aperti
all’apprendimento erediteranno il
futuro, coloro che si ritengono già
istruiti si apprestano a vivere in un
mondo che non esiste più
Eric Hoffer
69
Essere ON e non essere OFF!!!
70
Bibliografia di riferimento
Federazione Nazionale Collegi IPASVI “Commentario al codice
deontologico dell’infermiere” Mc Graw Hill, 2009
G.Lo Biondo – Wood, J. Haber “Metodologia dela ricerca
infermieristica” Mc Graw Hill, 2002
J.A.Fain “la ricerca infermieristica,leggerla, comprenderla, applicarla”
Mc Graw Hill, 2004
G.Pomponio, A.Calosso “EBM e metodologia della ricerca per le
professioni sanitarie” Ed.Medico Scientifiche, 2005
G:Bert “Medicina narrativa” Il pensiero scientifico ed. 2007
71
Collegio IPASVI
Gorizia
La lettura del codice deontologico nella pratica quotidiana e nella
ricerca:
Esiti sui pazienti: risultati della ricerca
“Chiusure estive dei reparti ed esiti nei pazienti:
studio retrospettivo”
Relatore:
Dott.ssa Orietta Masala
Background (1)
Dal 1990 in poi molti Paesi europei hanno ridotto
il numero dei posti letto negli ospedali per acuti
ed avviato una politica di riorganizzazione
sanitaria
Nel 2003 l’Organizzazione Mondiale della Sanità
con il documento Health Evidence Network sulla
riorganizzazione degli ospedali ha messo in
evidenza la necessità di studiare gli effetti della
riduzione dei posti letto sui pazienti
Background (2)
Le riorganizzazioni hanno attivato un processo che ha
coinvolto anche la dotazione del personale, le
composizioni dei team assistenziali e le competenze
richieste
Si è osservata una riduzione degli infermieri ed un
progressivo incremento di personale di supporto
(Haberfelde et al. 2005)
Negli ultimi anni stanno aumentando gli studi che
sostengono l’associazione tra esiti clinici e quantità/qualità
degli infermieri che erogano assistenza diretta
(Kovner & Gergen 1998; Aiken et al. 2002; Needleman et al.2002;
Estabooks et al. 2005)
Capo III Articolo 12
(codice deontologico dell’infermiere 2009)
“L’infermiere riconosce il valore della
ricerca, della sperimentazione clinica e
assistenziale per l’evoluzione delle
conoscenze e per i benefici sull’assistito”.
Background (3)
La costante riduzione del personale ha portato
alla nascita di un fenomeno frequente durante il
periodo estivo: l’accorpamento di alcuni reparti
soprattutto nell’area chirurgica
Non esistono in letteratura studi relativi agli
accorpamenti temporanei mentre sono riportati
studi sulla riorganizzazione ospedaliera e sulla
riduzione definitiva di posti letto
(Bryan 1998; Brownell 1999)
Obiettivo e ipotesi dello studio
Esplorare la relazione tra esiti negativi sviluppati dai
pazienti durante il ricovero ospedaliero e
dotazione/composizione del personale di assistenza
in due periodi diversi per organizzazione
L’ipotesi dello studio è che alcuni esiti su gruppi
omogenei di pazienti possono modificare in
relazione alla quantità di assistenza infermieristica
erogata rispetto a quella di supporto
Materiali e Metodi (1)
Disegno dello studio
→ analisi secondaria su dati di .uno studio retrospettivo realizzato nel
2007 in due diversi periodi per organizzazione
Riduzione posti letto
Controllo: due reparti attivi
Periodo estivo dal 21/07/07 al 26/08/07
Periodo invernale dal 15/01/07 al 20/02/07
Setting
→ dipartimento chirurgico Azienda Ospedaliera Universitaria Udine:
Chirurgia d’urgenza e Chirurgia d’elezione
Campionamento
→ sono eleggibili tutti i pazienti ricoverati nei reparti inclusi durante i
periodi considerati
Criteri di inclusione
Criteri di esclusione
Tutti i pazienti sottoposti a intervento
DRG più frequenti e più “pesanti”
(478; 479; 111; 5; 260; 149; 148; 165; 203;
175; 494; 493)
Età <18
DRG a rischio inappropriatezza (158; 183)
Le analisi secondarie
utilizzano dati precedentemente raccolti per
testare nuove ipotesi, esplorare relazioni tra
variabili o creare nuove interpretazioni.
È un disegno di ricerca abbastanza conveniente
sia in termini di tempo che di denaro poiché i
dati sono già raccolti.
Alcuni autori hanno pubblicato un articolo che
discute le principali fonti, usi e limiti dei dati
secondari (Brown e Semradek 1992).
Materiali e Metodi (2)
Variabili
Outcomes sanitari
Infezioni urinarie
Lesioni da decubito
Infezioni CVC/CVP
Riammissione
Infezioni del tratto respiratorio
Personale di assistenza
N°pazienti presenti
Minuti di assistenza infermieristica/die/paziente
Minuti di assistenza di base/die/paziente
Skill-mix: minuti di assistenza infermieristica medi die/paziente su minuti di
assistenza di base medi die/paziente
Pazienti
Ricovero in urgenza e non in urgenza
Comorbilità, sesso, età
Giornate di degenza
Presenza di devices
Materiali e Metodi (3)
Fonti
9Data set (SISR) contenente le informazioni relative ai ricoveri
avvenuti durante i due periodi di osservazione
9Dati relativi allo studio retrospettivo 2007
9Tabulati turni Chirurgia d’Elezione, Chirurgia d’Urgenza e Urologia
Analisi dei dati
9Confronto medie: test di Anova
9Valutazione delle associazioni: chi quadrato/Fisher
9Significatività statistica: p <0,05
9Analisi multivariata attraverso un modello di regressione logistica
9 test di McNemar e Wilcoxon per campioni appaiati
Software S.P.S.S. 12.00
Risultati (1)
Offerta assistenziale durante il periodo estivo vs invernale
Periodo
estivo
Periodo
invernale
p-value
74
74
-
35,4 (± 12,0)
32 (± 2,01)
p 0,01
8,4 (± 5,5)
12,7 (± 4,7)
p 0,00
131,7 (± 21,1)
143,0 (± 0,1)
p 0,00
55,2 (± 29,2)
79,0 (± 11,6)
p 0,00
186,9 (±31,5)
222,0 (± 26,1)
p 0,00
Skill – mix§
2,4 (± 2,5)
1,8 (± 0,3)
p 0,00
Giornate con ≥ 137 minuti/die
assistenza infermieristica
Giornate con ≥ 67 minuti/die assistenza
OSS
Personale infermieristico dedicato
die/pazienti
27 (36,5%)
41 (55,4%)
p 0,02
36 (48,6%)
64 (86,5%)
p 0,00
2,3 (± 0,7)
0-
-
Variabili
Giornate osservate
Media pazienti ricoverati/giornata
Media pazienti inclusi/giornata
Minuti di assistenza infermieristica
die/paziente
Minuti di assistenza di base
die/paziente
Totale minuti assistenza die/paziente
§ = minuti di assistenza infermieristica medi die/paziente su minuti di assistenza di base medi die/paziente
Risultati (2)
Periodo estivo Periodo invernale
n=93
n=140
Descrizione campione
66.1 ± 13
64.1 ± 14.1
p 0.29
44 (47,3%)
49 (52,7%)
71 (50,7%)
69 (49,3%)
p 0,611
7,6 (± 8,1)
42 (45,2%)
7,0 (± 7,7)
39 (27,9%)
p 0,53
p 0,00
5 (5,4%)
17 (12,1%)
Interventi maggiori su intestino crasso e tenue,
senza complicanze (149)
14 (15,1%)
20 (14,3%)
Emorragia gastrointestinale, senza complicanze (175)
10 (10,8%)
9 (6,4%)
10 (10,8%)
1 (0,7%)
17 (18,3%)
14 (10%)
8 (8,6%)
15 (10,7%)
9 (9,7%)
29 (20,7%)
Età (anni)
Sesso
Media ± ds
Femmine
p-value
Maschi
Giornate di degenza
Intervento chirurgico urgenza vs programmato
Descrizione DRG più frequenti
Interventi sui vasi extracranici (5)
Neoplasie maligne dell'apparato
epatobiliare o del pancreas (203)
Mastectomia subtotale per neoplasie maligne,
senza complicanze (260)
Altri interventi sul sistema cardiovascolare,
senza complicanze (478)
Colecistectomia laparoscopica senza esplorazione del
dotto biliare comune senza complicanze (494)
Skill-mix: il rapporto tra i minuti
medi/die/pazienti di cure fornite dagli
infermieri e fornite dagli operatori di
supporto.
Skill-mix: :il rapporto tra i minuti di
assistenza infermieristica ed i minuti di
assistenza di base
Risultati (3)
Periodo
estivo
n=93
Periodo
invernale
n=140
p-value
Comorbilità
51 (54,8%)
70 (50%)
p 0,469
Devices (numero)
2,06 (± 1,1)
2,07 (± 1,0)
p 0,96
Catetere vescicale
38 (40,9%)
57 (40,7%)
p 0,98
Catetere venoso centrale
10 (10,8%)
15 (10,7%)
p 0,99
Catetere venoso periferico
88 (94,6%)
135 (96,4%)
p 0,50
Sondino naso gastrico
10 (10,8%)
16 (1,4%)
p 0,873
Drenaggi
46 (49,5%)
68 (48,6%)
p 0,89
Norton (valori medi)
15,4 (± 7,6)
16,7 (± 6,4)
p 0,152
Norton ≤14
24 (25,8%)
23 (16,4%)
p 0,08
Descrizione campione
Risultati (4)
Esiti durante il periodo estivo e durante il periodo invernale
Periodo
estivo
n=93
Periodo
invernale
n=140
p-value
0 (-)
5 (3,6%)
p 0,06
Infezione catetere venoso centrale
1 (1,1%)
3 (2,1%)
p 0,53
Infezioni respiratorie
1 (1,1%)
0 (-)
p 0,21
Lesioni da decubito
0 (-)
8 (5,7%)
p 0,01
Lesioni da decubito pazienti con Norton ≤14
0 (-)
4 (17,4%)
p 0,03
N° valutazioni dolore/paziente
1,2 (± 2,4)
1,3 (± 2,2)
p 0,64
N° somministrazione farmaci antidolorifici
1,1 (± 2,4)
1,3 (± 2,2)
p 0,56
1 (1,1%)
15 (10,7%)
p 0,007
12 (12,9%)
22 (15,7%)
p 0,55
9 (9,7%)
10 (7,1%)
p 0,48
Esiti
Infezioni tratto urinario
Pazienti con esiti negativi
DRG complicato alla dimissione
Riammissioni a 30 giorni
Risultati (5)
Analisi multivariata
Variabili collegate agli esiti negativi
Variabili
Frequenza
(%)
OR
IC 95%
Età >75
9/16
3,18
0,99-10,24
Sesso femminile versus maschile
8/16
0,97
0,30-3,13
Comorbilità
13/16
3,47
0,87-13,78
Rischio lesione da decubito§
8/16
3,99
1,20-13,25
Periodo estivo versus invernale
1/16
0,06
0,008-0,53
Devices >2
13/16
2,33
0,57-9,45
Intervento urgenza versus no
7/16
1,86
0,56-6,12
§ compromessi nelle 5 aree della scala Norton che valutano rispettivamente: condizioni generali,
stato mentale, deambulazione, mobilità e incontinenza.
Discussione (1)
Offerta assistenziale
Tempo medio di assistenza infermieristica e di supporto maggiore nel periodo
invernale: due reparti attivi
Durante il periodo invernale si riduce l’assistenza infermieristica rispetto a quella
di base: possibilità di incorrere in alcuni eventi avversi
(Blegen et al. 1998)
Skill-mix maggiore nel periodo estivo (2,4 vs 1,8): quando c’è maggiore
assistenza infermieristica si registrano meno esiti negativi
(Blegen et al. 1998; Aiken et al. 2002; Needleman et al. 2002)
Discussione (2)
Esiti
Complessivamente ci sono più pazienti con esiti negativi d’inverno
Non è emersa una relazione tra esiti negativi e caratteristiche dei pazienti in
disaccordo con quanto affermato da Saltvedt (2002)
Lesioni da decubito presenti solo nel periodo invernale: la diversa composizione
dell’equipe influisce sull’esito
(Cho 2003; Yang 2003; Unruh 2003)
L’analisi multivariata ha messo in evidenza che esiste una
probabilità del 94% che il periodo estivo sia un fattore
protettivo rispetto agli esiti negativi
Limiti dello studio
9Generalizzabilità: l’analisi dei dati relativi all’accorpamento
si è limitata ad un anno solare con il reclutamento di un
numero molto limitato di pazienti
9Accuratezza della documentazione
9Difficoltà nel determinare l’assistenza diretta
9 Non si tiene conto dei modelli di cura che coinvolgono
anche il personale di supporto
9Sono stati considerati solamente esiti negativi: non
offrono indicazioni sui processi assistenziali messi in atto dagli
infermieri
Capo III Articolo 11
(codice deontologico dell’infermiere 2009)
“L’infermiere promuove, attiva e partecipa alla
ricerca e cura la diffusione dei risultati”.
Indicazioni per la pratica
I risultati fanno riflettere sull’importanza delle scelte
organizzative in merito alla composizione
dell’equipe di assistenza
Sarebbe utile replicare lo stesso studio seguendo
un’impostazione multicentrica per superare i limiti
dovuti alla conduzione di una ricerca in un contesto
circoscritto e con un campione troppo piccolo
Conclusioni
La riduzione dei posti letto pur rappresentando una
situazione difficile da un punto di vista organizzativo
ha permesso una situazione assistenziale migliore
in seguito alla maggiore presenza di personale
infermieristico
Lo studio ha documentato che una presenza
infermieristica maggiore rispetto a quella di
supporto influenza i risultati sui pazienti
Collegio IPASVI
Gorizia
La lettura del codice deontologico nella pratica quotidiana e nella
ricerca:
Esiti sui pazienti: risultati della ricerca
“Studio descrittivo del percorso clinico assistenziale nel
management preospedaliero e ospedaliero precoce dello
STEMI”
Relatore:
Dott.ssa Gloria Moretto
Il management preospedaliero
e ospedaliero precoce dello STEMI
Dati di Area Vasta Udinese 2006
Come rendere utile per voi l’analisi di una
tesi così “di nicchia”?
Cosa vuol dire lavorare sugli esiti?
Cosa sono gli esiti infermieristici?
Cosa sono gli esiti infermieristici?
Per “esito infermieristico” si intende una condizione, un
comportamento o una percezione misurabile del paziente o
della sua famiglia “influenzata da” o “sensibile alle” cure
infermieristiche
IOWA Outcomes Project Nursing Outcomes classification
Gli esiti sensibili all’infermieristica possono essere
definiti come i cambiamenti misurabili nella condizione del
paziente attribuiti alla cura infermieristica ricevuta
Donabedian A. The definition of quality and approaches to its management
Gli outcomes infermieristici non necessariamente
riguardano i domini classici del nursing, ma attengono anche
all’insieme degli effetti anche organizzativi realizzati dagli
infermieri
Stone PW. Nursing shortage and Nursing Sensitive Outcomes. Appl Nurs Res 2002; 15:115-116.
Codice deontologico dell'infermiere 2009
Articolo 11
L'infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate
e aggiorna saperi e competenze attraverso la formazione
permanente, la riflessione critica sull'esperienza e la ricerca.
Progetta, svolge e partecipa ad attività di formazione.
Promuove, attiva e partecipa alla ricerca e cura la diffusione
dei risultati.
Articolo 47
L'infermiere, ai diversi livelli di responsabilità, contribuisce
ad orientare le politiche e lo sviluppo del sistema sanitario, al
fine di garantire il rispetto dei diritti degli assistiti, l'utilizzo
equo ed appropriato delle risorse e la valorizzazione del ruolo
professionale.
Le aspettative sempre maggiori degli assistiti ed i
vincoli posti dalla scarsità delle risorse costringono gli
infermieri, al pari delle altre professioni sanitarie, alla
ricerca di strategie assistenziali efficaci ed efficienti.
Appropriatezza
PSN 2003-2005 :
“Le prestazioni che fanno parte dell’assistenza
erogata, non possono essere considerate essenziali,
se non sono appropriate”.
Come facciamo a sapere
quali interventi sono efficaci?
Come facciamo a sapere
se i nostri interventi
sono efficaci?
Come documentiamo
la nostra assistenza?
Utilizziamo dei percorsi
clinico-assistenziali
evidence based con la previsione
di indicatori di risultato valutabili
e misurabili?
La documentazione è informatizzata?
Quale modello assistenziale adottiamo?
Prestazionale o per obiettivi assistenziali?
Gli obiettivi sono associati agli indicatori di risultato?
E gli indicatori sono corretti?
Cioè rispondono al bisogno informativo?
La ricerca infermieristica è
il processo che dà una risposta
alla moltitudine di questioni che affiorano
nella pratica quotidiana,
e che fornisce i dati che documentano
l’efficacia pratica e teorica del nursing
Il metodo scientifico
Identificare il problema di ricerca
Revisione della letteratura
Individuazione delle ipotesi
Progettazione della ricerca
Individuazione del campione
Individuazione degli strumenti di misura
Esecuzione della ricerca
Raccolta e analisi dei dati
Pubblicazione e distribuzione dei dati
Ricognizione dell’ambito di interesse
Evidence-Based Nursing (EBN)
"L'EBN
è un processo per mezzo del quale gli
infermieri assumono le decisioni cliniche utilizzando le
migliori ricerche disponibili, la loro esperienza clinica
e le preferenze del paziente”
(DiCenso A, Cullum N, Ciliska D. Implementing evidence based nursing: some
misconceptions [Editorial]. Evidence Based Nursing 1998; 1:38-40).
L'EBN fornisce una strategia, una metodologia operativa
per trovare le risposte ai bisogni di sapere che nascono
dalla nostra attività assistenziale.
EBN
Ricerca Bibliografica
ST-Elevation Myocardial Infarction
Epidemiologia:
55.000 IMA/anno in Italia (2/3 STEMI)
Mortalità intraospedaliera totale per STEMI = 7,5%
“
“
su riperfusi (TBL o PCI) =
Di Chiara et Al. Epidemiology of acute myocardial infarction in the
5,6%
Italian CCU network. The BLITZ Study. European Heart Journal 2003
Trattamento
Riperfusione Coronarica
Time is muscle!
Fibrinolisi
Importanza del tempo
De Luca et al. Time delay to treatment and mortality in
Primary angioplasty for Acute Myocardial Infarction:
Every Minute of delay counts. Circulation 2004
the risk of 1-year mortality is increased
by
7.5% for each 30-minute delay.
Selezione della terapia riperfusiva
Pro PCI
Contro PCI
Minore mortalità
Centri specializzati, h24,
elevato n° interventi/anno
< gg degenza,
< costi sociosanitari a breve e
lungo termine
Rischio emorragico, shock
Tassi maggiori TIMI 3
Ritardi organizzativi e di
trasferimento
(attivaz. sala emodinamica)
> Costi dell’intervento
Analisi Costo/benefici
Raccomandazioni ACC/AHA
Antman et Al. ACC/AHA guidelines for the management of patients
with ST-elevation myocardial infarction - executive summary.
JACC 2004;44:671–719.
Pronta riperfusione =
Obiettivo di sistema
L’obiettivo di sistema si basa sul
raggiungimento di 2 indicatori temporali (assunti
poi a indicatori di qualità di struttura da
Medicare, Medicaid e JCAHO):
il door-to-needle (o medical contact-to-needle),
D2N, che rappresenta il tempo tra la
presentazione del paziente alla struttura
sanitaria (o al primo contatto con il personale
sanitario) e la somministrazione dell’agente
fibrinolitico e
il door-to-balloon (o medical contact-to-balloon),
D2B, cioè il tempo tra la presentazione del
paziente alla struttura sanitaria (o al primo
contatto con il personale sanitario) e
l’insufflazione del palloncino nella PCI.
L’obiettivo di sistema è quindi quello di facilitare
un rapido riconoscimento e trattamento dei
pazienti con STEMI, in modo tale che il D2N per
l’inizio della terapia fibrinolitica sia raggiunto
entro 30 minuti, o che il D2B per la PCI sia
mantenuto al di sotto dei 90 minuti.
Mettere in atto un sistema che deve essere in
grado di fornire una terapia riperfusiva il più
presto possibile e all’interno dei periodi di tempo
definiti.
Questi obiettivi non devono essere visti come
“tempi ideali” ma come tempi massimi accettabili,
e quindi non come standard medio di performance
ma come obiettivo di un sistema di trattamento
precoce cui ogni azienda dovrebbe mirare per
ciascun paziente appropriato.
ECG preospedaliero
Quesiti di ricerca:
Come ha reagito la rete tra ospedali periferici e
centro interventista (solo a Udine è possibile
effettuare la PCI) a questo mandato EBM?
Quanti pazienti riescono ad essere sottoposti alla
PCI entro i 90 min.?
Come e cosa fanno gli infermieri del 118 che
trattano in autonomia i pazienti che chiamano per
dolore toracico (l’automedicalizzata è intervenuta
solamente nel 5% dei casi)?
Come stiamo curando i pazienti affetti
da uno STEMI?
Modello Hub-Spoke
Area problematica
ritardi organizzativi
comportamenti non standardizzati
non aderenza alle Linee Guida ACC/AHA
studio descrittivo
dei percorsi
diagnostico-terapeutico-assistenziali
dello STEMI nell’Area Vasta Udinese
Obiettivi dello studio
Analisi delle strategie diagnostico-terapeuticoassistenziali adottate, in fase preospedaliera e ospedaliera
precoce, per i pazienti STEMI, nei diversi contesti
aziendali dell’Area Vasta Udinese.
Verifica dell’aderenza delle performances rilevate alle
raccomandazioni AHA/ACC 2004.
Valutazione degli tempi pre- ed inter-ospedalieri nella
gestione dello STEMI (indicatori di efficacia ed
efficienza di sistema) e correlazione con gli outcomes di
interesse identificati in:
riperfusione di successo,
mortalità intraospedaliera, a 30 giorni, 6 mesi e ad un anno.
Valutazione dell’entità e della modalità di utilizzo dell’ ecg
pre-ospedaliero, sua influenza sui percorsi di cura, e sua
correlazione agli indicatori di interesse: D2N e D2B
Metodo
Studio descrittivo sui 151 pazienti STEMI
afferiti ai 6 ospedali dell’Area Vasta udinese
nel secondo semestre del 2006.
Gli studi epidemiologici descrittivi sono studi
osservazionali che evidenziano le condizioni
socio-sanitarie della popolazione in esame, le
sue caratteristiche demografiche, le malattie
prevalenti e la loro distribuzione spaziotemporale, le cause di morte e la presenza di
fattori di rischio nonché l’aspettativa di vita
quanti-qualitativa delle persone.
Selezione del campione
1.
Elenco dei casi STEMI residenti e trattati negli
ospedali dell’Area Vasta Udinese nel secondo
semestre 2006 (fonte ARS da SDO)
2.
Raggruppamento per ospedale di primo accoglimento
3.
Esclusione di:
–
–
–
–
Codifiche ripetute per uno stesso evento STEMI
Errori di codifica
Casi a presentazione tardiva (> 12 ore dai sintomi)
Casi trattati con PCI a TS o PN
Totale n = 151
casi
48 accolti al centro Hub
(Udine)
103 accolti ai centri Spoke
Strumenti per la raccolta dati
Strumento per la determinazione dei
tempi pre- ed intrerospedalieri:
Database 118Net, presso la Centrale
Operativa 118 di Udine.
Strumento per la determinazione degli
interventi pre-ospedalieri:
Archivi centrale
118
Schede compilate
Cartelle cliniche
dagli infermieri di
DEA Spoke
Emergenza Territoriale
Archivi postazioni
118 Spoke
Strumenti per la verifica degli outcomes
Riperfusione:
–
–
per i pazienti trattati a Udine si sono utilizzate le informazioni del
database IN-SCA,
per i pazienti trattati nei DEA periferici si verifica la riperfusione
dai dati registrati nelle cartelle cliniche
Efficacia dell’ecg preospedaliero:
i dati delle schede 118 sono stati incrociati con i tempi
pre- ed intra-ospedalieri precoci, i D2N e D2B
Mortalità:
–
Database SIASI (Sistema Informativo per Applicazioni Sanitarie
Integrate), fornite, dopo concessione del consenso sul
trattamento dei dati sensibili, dall’ARS.
Analisi statistiche
Uso del 118 per alcune variabili
100%
75%
65%
50%
50%
53%
50%
39%
35%
25%
0%
Uo
ni
i
m
Do
e
n
n
a
5
<6
i
n
n
>6
P
n
n
6a
r.
g
re
i
i sc
m
.
h
a
c
io
a
c
i
rd
P
.
f
o
r
io
h
c
s
i
R
v
e
l
E
Ritardo preospedaliero (“decisionale”)
(min., mediana)
600
510
500
400
Non Uso del 118 =
arrivo a PS
330
300
189
200
250
223
115
100
138
83
109
64
63
212
89
85
e
ta
l
To
a
em
on
G
lm
ez
ic
lm
Ja
zo
co
a
an
t is
La
To
Sa
n
Da
ni
Ud
el
in
e
e
0
uso del 118
Symptom Onset-First Door
510
…
330
300
Arrivo su Target I° PS
273
250
223
189
200
171
157
146
150
97
83
100
212
Chiamata 118 Target
Symptom Onsetchiamata 118
137
119
Arrivo al I° PS
Autonomo
64
50
To
ta
le
on
a
G
em
ez
zo
To
lm
co
Ja
lm
ic
an
a
Udine
San
Daniele
Latisana
Jalmicco
Tolmezzo
Gemona
Totale
con 118
13
12
7
9
12
5
58
con mezzi propri
35
23
13
3
9
10
93
Arrivo a I° PS
n
La
tis
el
e
Da
ni
Sa
n
Ud
i
ne
0
Profilo di Rischio
sul totale dei pazienti
Soccorsi da 118
37,8% (n=31)
Alto Rischio
54,3% (n=82)
24,3%
43,7%
32,0%
Arrivo Autonomo
62,2% (n=51)
Basso rischio (n=20)
Alto Rischio soccorsi
da 118 (n=57)
Alto Rischio autonomi (n=25)
}
56,3%
Profilo di Rischio Centri Spoke (n=103)
0
Udine
100
200
6 30 0
0 86
115
9 25
San Daniele
300
149
109
Symptom Onset
chiamata 118
112
21
45,5 48
Arrivo su Target
I° PS
272
49
74
Process Ist PS
287
23
5 18
381
250
9 29
Totale
85
Chiamata 118 Target
481
27
89
Gemona
Tempi intermedi
per paz. soccorsi
da
321
174
15 33
Tolmezzo
700
24
138
10 38
Jalmicco
600
237
9 24
Latisana
500
17
58
63
400
20
63
57
263
754
77
Trasferimento
interospedaliero
2nd D2B
Door to Reperfusion (mediana)
Udine
San
Daniel
e
Latisana
Jalmicco
Tolmezzo
Gemon
a
Totale
D2N
10
29
20
0
33
0
28
D2N
con
PHEcg
0
0
20
0
17
0
18
D2B
86
115
150
D2B
con
PHEcg
62
0
131
224 310
0
310
481 140
0
72
Ambulanza con
infermiere
95%
Ambulanza +
automedicalizzata
5%
Mezzi di soccorso inviati
Eventi avversi /Procedure
di emergenza gestiti dagli
infermieri
ACLS
Integrazione-continuità
assistenziale
Scompenso CC
(Killip 2)
5%
EPA (Killip 3)
3%
Shock (Killip 4)
5%
TV, FV, AESP,
Asystolia
3%
altre aritmie
(TS, FA, FlA)
28%
dolore ischemico
22%
RCP
1%
IOT
1%
nessun evento
32%
Trattamento
Area Vasta
UD
trom bolisi
18%
PCI rescue
4%
non
riperfusi
41%
43%
PCI
prim aria
37%
Non riperfusi
35%
Trombolisi
50%
Trattamento
Blitz
PCI
15%
Trattamento
Area Vasta UD
trom bolisi
18%
PCI rescue
4%
non
riperfusi
41% 4 3 %
PCI
prim aria
37%
Non
riperfusi;
39%
pPCI; 45%
Trattamento
Trombolisi;
16%
Trattamento 1: trombolisi
Udine
San
Daniele
Latisana
Jalmicc
o
Tolmezz
o
Gemon
a
Totale
%
su tot paz.
2
40
30
0
33
0
18,5
≥ 75 aa
(% su
trombolisati)
0
50
14
0
0
0
28,6
% Successo
100,00%
81,82%
70,59%
50,00%
0,00%
Entro 2 ore
Oltre 2 ore
PCI primaria
Udine
PCI
Primaria
% su tot
paz
San
Daniel Latisana
e
Jalmicc
Tolmezzo
o
Gemona
Totale
63
37
5
67
29
7
37
≤ 90 min
53
7
0
38
0
0
33
91 – 120
10
0
0
13
14
0
8
> 121 min.
37
93
100
50
86
100
59
D2B
%
Nessun trattamento
n
66
% su totale pazienti
≤ 75 aa
> 76 aa
41%
50%
50%
Profilo di rischio
Basso
33%
Alto
66%
Tempo dall'insorgenza dei sintomi all’ arrivo al I°
ospedale
≤ 2 ore
75%
mediana di arrivo (min.)
75
> 2 ore
24%
mediana di arrivo (min.)
230
Eventi cardiovascolari
Udine
San
Daniele
Latisana
Jalmicco
Tolmezzo
Gemona
Totale
0
11
0
17
19
27
9
0
14
0
17
19
33
11
4,2
17
0
17
19
53
15
4,2
17
0
17
19
60
15
Reinfarto
4,2
5,7
5
0
0
6,7
3,9
Stroke in H
0
0
0
0
0
0
0
Mortalità
% su
tot paz
Intraospedalie
ra
a 30 gg
a6
mesi
a1
anno
Mortalità ad 1 anno per
intervento riperfusivo
% su
deces
si
Variabile
Lisi
13
PCI primaria
9
PCI rescue
4
Nessun trattamento
74
tot
100
Regressione Logistica
Mortalità a 1 anno
OR
P>|z|
95% Conf. Interval
sex
0.553
0.393
0.142
2.150
fumo
2.29
0.452
0.264
19.929
diabete
2.09
0.244
0.603
7.281
Ipertensione arteriosa
1.42
0.615
0.360
5.609
Preg. cardiopatia
0.89
0.868
0.235
3.382
Killip ≥ 2
1.23
0.740
0.356
4.279
Storia di scompenso
0.75
0.705
0.168
3.340
Età
1.18
0.002
1.063
1.313
Inizio sintomi – primo
contatto
Arrivo con 118
1.02
0.100
0.995
1.050
1.21
0.783
0.302
4.897
5.16
0.075
0.847
31.428
STEMI in Area vasta
(non UD città)
Limiti dello studio
Studio retrospettivo
BIAS di selezione (AdE: tutti i pazienti,
Udine: solo quelli ricoverati in UTIC)
Bassa numerosità del campione
Sottostima della mortalità (ritardi di
notifica all’ARS)
Disomegeneità e frammentazione dei
dati, missing data
Implicazioni per la pratica 1
Necessità di coordinamento per
la continuità delle cure
Valutazione di sistema
Un’indagine
epidemiologica
infermieristica
G. Moretto
Implicazioni per la pratica 2
SNODI DEL PERCORSO
a
Dolore e
ricerca di
soccorso
→
→
→
b
Intervento
118
→
→
c
Ospedale
→
→
Riconoscimento dei
sintomi
Ricerca di soccorso
ECG preospedaliero
Trombolisi preospedaliera
Trombolisi
ospedaliera
Angioplastica
primaria
Centralizzazione
diretta
FATTORI DETERMINANTI
Cultura nella
popolazione
Diffusione ed
efficienza della
telemedicina
Efficienza del sistema
di soccorso
Efficienza dei percorsi
intraospedalieri e
interospedalieri
Nursing Outcomes
sopravvivenza di tutti i pazienti soccorsi;
trasporto in sicurezza e tempestivo;
prevenzione, trattamento e controllo degli
eventi avversi (complicanze dell’IMA) rilevati
sul posto o sopravvenuti durante il trasporto
pre- e interospedaliero,
corretto inquadramento diagnostico al 100% dei
casi di allertamento della centrale 118 per
dolore toracico
trattamento e controllo del dolore ischemico.
Grazie per l’attenzione