Copertina definitiva.qxp - AKIS il giornale delle ACI
Transcript
Copertina definitiva.qxp - AKIS il giornale delle ACI
A € 1,00 Settimanale del Sabato K I S 11 Novembre 2006 IL TEMPO S’ERA FERMATO Sognavo tempi ricchi di stucchi di inchini di corte di folla gaudente di cattedrali piene di luci e di suoni. Poi aule immense con gente assente lotte segrete miserie e un rame lucidato come oro che cantava parole senza vita. Ho aperto gli occhi ed era tutto vero. Il tempo s’ era fermato assai indietro. Pio Vittorio Vigo IL GIORNALE DEL TERRITORIO DELLE ACI (da “Ancora è giorno” – Tringale Editore ) ATTUALITA’ KULTURA INFORMAZIONE SPORT & TURISMO L'inverno freddo, quello del "redde rationem" Capita sovente che nella storia della politica, sia essa di Londra, di Roma o anche della nostra piccola Acireale, si verifichino dei fatti ciclici. Si innestino dei meccanismi, virtuosi o viziosi, i quali abbiano qualcosa di rapidamente sentito o di minuziosamente conosciuto. Sicchè non è raro che, in questa perenne ciclicità, l'arte di governare la Polis, perda l'originalità che Le è propria (la politica intesa come signora!) e si riduca ad una monotona ed altalenante orchestra di schemi rigidi e chiusi. Tutto ciò, a scanso di equivoci, non è di per sè un fatto negativo ma può, ahimè, tristemente diventarlo, allorchè l'orchestra su citata, anzichè riprodurre melodie nobili e ideali, si riduca soltanto a suonare il "canto di Alcibiade": quello del mero aggregato di potere. Sembrerebbe (uso ancora il condizionale!) che ad oggi gli orchestrali politici acesi vogliano imboccare quest'ultima strada. Che si preparino ad usare gli spartiti scritti con l'inchiostro indelebile della torbidezza. Che siano ben pronti a rompere gli "spartiacque" creati dall'elettorato ed a voler operare nel segno del trasformismo. Non è una novità. Agostino Depretis, il quale fu anch'egli fautore di questa pratica, un giorno tuonò in parlamento: "Se qualcheduno vuole entrare nelle nostre file, se vuole accettare il mio modesto programma, se qualcheduno vuole trasformarsi e diventare progressista, come posso io respingerlo? La storia potrebbe ripetersi con la differenza che, in questo "mar morto" di "salti della quaglia" continui, di progressismo (almeno nei fatti!) non appare esserci proprio nulla. Potrebbe accadere che un giorno gli acesi, avendo la sfortunata ventura di sintonizzare la frequenza sulle sedute di consiglio comunale, si accorgano che l'invito a "trasformarsi" dell'amministrazione Garozzo venga accolto dell'Mpa. Che, dopo sedute al sapore di vetriolo, sotto l'egida della ritrovata "pax" e della concordia, Nicola D'Agostino sieda vicino a Graziella Pavone; Santo Primavera prenda le difese del sindaco Garozzo, Mario Pavone scherzi (politicamente parlando) con Alberto Presti; qualche “amico” di Raffaele Nicotra sieda in giunta (non c’è già!) con Luciano Privitera. Potrebbe Potrebbe. Potrebbe... Chissà, Chissà, Chissà.... Intanto, in questo pantano di accuse ed imprecazioni, di annunci di "trasformazioni acesi" (il consiglio di Martedì da un indicazione chiara in tal senso!) e polemiche, arriva l'inverno freddo, quello del "redde rationem". Antonio Coniglio LA CARICA DEI 101 MA CHE BELLA TERRA E’ LA SICILIA… Ma che bella terra è la Sicilia! Nei primi giorni di ottobre, dopo mesi frenetici di canicola e mare, ti sembra che di colpo l’estate sia svanita. Guardi il cielo e ti appare cavo, freddo, amaramente vuoto del volo dei mille uccelli primaverili, gai messaggeri di gaia stagione.Pensi che sia arrivato l’autunno e ti rattristi, e ti appresti a chiudere l’anima in un cassetto piccolo piccolo, uno scrigno prezioso dove dimorerà nel lungo inverno, attendendo ansiosa una nuova primavera. Poi sono giorni di pioggia amara. Riponi ordinatamente i tuoi bianchi pantaloni, quei bianchi compagni della tua luminosa estate, rivolgendogli un malinconico arrivederci al prossimo anno. Con l’ombrello spalancato al cielo minaccioso ti ripari da fulmini e saette, e il cuore ormai calmo è proteso a giornate grigie e monotone, senza l’amato sole e senza l’allegra luce.E’così, ti ripeti sconsolato. E’ autunno, rassegnati ormai a questo diluvio sulle case e sui cuori.Quand’ecco che una mattina ti svegli mogio mogio, ti muovi lentamente per la stanza col passo spento della brutta stagione incipiente e guardi fuori: la luce è cambiata, l’aria diversa! Allora apri imposte e serrande, esci fuori: c’è caldo, c’è caldo di nuovo! C’è uno spicchio di primavera, avanzata chissà da dove, che ti attende! Saranno pochi giorni, ma li ricorderai per sempre, adesso che pensavi che tutto fosse finito, che i tuoi pantaloni bianchi meritassero un giusto riposo, che di questa dolcezza non avresti più goduto per mesi.E’ così la Sicilia. E’ davvero una bella terra. Terra a volte amara, ma tanto generosa, che regala a fine ottobre un’improvvisa tardiva anelata primavera a chi non l’aspettava ormai più. Silvana La Porta Campagna olearia 2006 ph Studio Barbagallo AMARCORD JACITANU Rubrica a cura di Salvatore Trovato pag. 2 mAd intervista il sindaco Garozzo Pag. 2 Laura Gulisano a Miss Italia Assicurarvi soluzioni...è il nostro mestiere Scuotitori - Abbacchiatori - Reti per olive Contenitori in acciaio F idr.tagr. o fSilvestro a r mCavallaro acia Via Roma 58 - tel/fax 095.7891295 95025 ACI S.ANTONIO (CT) e.mail:[email protected] ACIREALE Marino Giuseppe - C.so Italia, 96 - ACIREALE 2 sabato 11 Novembre 2006 Ufficio Marketing e Pubblicità Akis - Franco Pulvirenti - tel. 328 8115194 - Grafica: MP - 347 1433135 - Foto: Nuccia Leotta Continuiamo le interviste con le “miss” che da qualche anno a questa parte, hanno fatto parte delle finali nazionali del concorso di Miss Italia, una volta identificato come il concorso “5.000 Lire per un sorriso”. La prima volta fu “Miss Galatea...” "C'è una verità elementare, la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani: nel momento in cui uno si impegna a fondo, anche la Provvidenza allora si muove. Infinite cose accadono per aiutarlo, cose che altrimenti mai sarebbero avvenute. Qualunque cosa tu possa fare o sognare di poter fare, incominciala. L'audacia ha in sé genio, potere e magia. Incominciala adesso ." Recitando questo aforisma di Johann Wolfang Goethe la bella Laura di Aci Catena ha cercato di conquistare, riuscendoci in parte, il passaggio alla finale di Miss Italia 2005. Tante speranze, tanti sogni, tanti desideri che si sono infranti quasi sull'ultimo scalino, allorquando tutta la Sicilia ed il territorio delle Aci erano mobilitati a comporre il 99, numero legato alla sua bellezza per il concorso inneggiante alla "più bella d'Italia". Una continua scalata, per Laura Gulisano, "diplomata geometra"al Brunelleschi di Acireale, tanti passaggi sui concorsi locali (fu la prima Miss Galatea"), nelle passerelle di moda, la nomina di Miss Catania e, finalmente, dopo un passaggio alle Terme di Acireale con una Nerina Patanè felicissima che sponsorizza l'importante avvenimento, Miss Cinema Sicilia, a Sant'Agata di Militello, che le schiude le porte di Salsomaggiore. L'avventura, visph Nuccia Leotta suta serenamente, la proietta ancor di più nel mondo dello spettacolo e della moda ma ciò non la fa desistere dall'obiettivo principale, l'abilitazione professionale e la laurea (è iscritta al 2° anno di Scienza della Comunicazione). Papà Mario e mamma Pina, assieme al fratellino Daniele la incoraggiano e l'aiutano continuamente. E' una gran bella ragazza, una di quelle che se la incontri devi necessariamente voltarti a guardarla (anche se a tua moglie, che ti ha dato un pizzicotto, dici che ti è sembrato di conoscerla, ma…è una scusa!). Un'altezza che ti mette a disagio se le stai vicino (almeno per me), con capelli biondi che sembrano usciti fuori da una copertina patinata, è gradevole nel muoversi e nel gesticolare; dolce e calmo il tono della sua voce mentre i suoi splendidi occhi azzurri ti guardano… Dell'esperienza di Salsomaggiore, positiva certamente, ricorda un Carlo Conti "lisciu e falsetto" mentre ha un buon ricordo del patron Mirigliani che viene dichiarato un "bambinone pieno di tenerezza" (ad una certa età siamo tutti gratificati di epiteti felici!).Le fa piacere essere riconosciuta per la strada ed un complimento che le piace sentire è quello relativo al "suo comportamento". A 50 anni, domanda che faccio a tutte le intervistate, si vede come una dolce mamma assieme al suo fidanzato attuale (Salvo, un marinaio), geloso quanto basta, naturalmente ricambiato in equal misura. Nell'elegante salotto della famiglia Gulisano, il buon gusto e la "qualità" dei quadri sono di prammatica: un "Fiume" giganteggia sopra una consolle, un "Farinelli" risponde nella parete opposta mentre le comode poltrone confortano il nostro ascolto. L'autore preferito è Paulo Coelho (lo legge spesso) mentre "visiona" le commedie nel cinema e alla Tv. Non è mai stata a teatro! Non segue lo sport anche se il lavoro attuale (nei ritagli dello studio) la porta nella tribuna A del "Massimino" di Catania per accompagnare, da hostess, gli ospiti del Catania Calcio. Il suo piatto preferito sono le "tagliatelle con i funghi" mentre si dichiara golosissima di fragole. Aborre i piselli! Desidera vivere serenamente, odia poco, direi meglio, non odia alcuno: non butterebbe, quindi, nessuno dalla torre (io, invece!). E' credente, non accetta compromessi (non le è mai capitato, comunque), capisce poco di politica…le piace, in ogni caso, Rutelli. Apprezza Baudo mentre è entusiasta di Fiorello. Farebbe la presentatrice? Certamente, anche se, ancora, ha qualche anno di "gavetta" davanti. A Salsomaggiore portava sul petto il n° 099. Aspettiamo che fra qualche anno la bella Laura faccia 110 e lode. Ne saremo tutti felici. T.C. Pianeta Scuola Galileo Galilei – Le attività creative, mezzi per la formazione globale della personalità, rappresentano in tutte le loro manifestazioni, sistemi attraverso i quali è possibile sviluppare processi di socializzazione, valutazione ed autostima. Le abilità artistiche e creative sviluppano tutte le qualità di ciascun individuo nelle diverse aeree della personalità e pertanto non possono non rappresentare un cardine delle proposte educative da curare all'interno della scuola. Il linguaggio è un sistema di segni e gesti che ci consente di relazionare all'esterno proprio attraverso un movimento con il quale, in varie tappe, segnala bisogni, esprime emozioni e sentimenti: il linguaggio dei pupi attraverso la loro tipica gestualità, ripercorre la struttura comunicativa del bambino enfatizzandone il significato con l'accentuazione degli stessi gesti. Si vuole proporre agli Organi Collegiali un'ipotesi di progetto da inserire nel POF che possa diventare un mezzo importante, all'interno della propria missione educativa, per favorire la nascita di microprofessionalità proprie del territorio. Attraverso i'espletamento del progetto in questione si cercherà di trasmettere ai corsisti, una serie di messaggi positivi che andranno oltre alla mera impartizione di ' nozioni tecniche ; si trasmetteranno quei valori importanti che una sana attività artigianale ed artistica potrà sviluppare tra loro, quali il rispetto degli altri, la cooperazione, la partecipazione attiva alla vita di gruppi, la giusta motivazione verso un sano obiettivo. Con l'avvento dell'era tecnologica, le antiche tradizioni popolari vanno sempre più scomparendo. E' risaputo che la cultura di ogni popolo e' radicata nelle tradizioni popolari, a questo proposito è auspicabile che vengano favorite le azioni mirate a rispolverarle " con l'intento di continuare a tramandarle ed allo stesso tempo di creare delle nicchie di lavoro artigianale che favoriscano lo sviluppo di nuove microprofessionalità. Da una analisi della situazione sociale e produttiva del territorio di piazza Dante in Acireale, in cui è situato il Centro E.D.A., sono emersi significativamente i seguenti fattori di criticità: - tasso di disoccupazione elevato (circa 36%) ; - sviluppo economico del territorio ancora basso rispetto al numero di residenti; ) disagio sociale abbastanza diffuso come diretta conseguenza del fenomeno della disoccupazione. Quindi si riscontra la necessità, per il Centro E.D.A. di Acireale, di proporre una offerta formati va che si apra al territorio e che rappresenti un punto di riferimento per quelle fasce più deboli che più hanno bisogno di recuperare una formazione di base e che spesso non dispongono della sufficiente disponibilità economica. Il presente progetto vuole venire incontro alla creazione di nuove microprofessionalità, attraverso una delle antiche tradizioni popolari tipiche del territorio e cioè l'opera dei pupi. Cl) Obiettivi, finalità e risultati attesi dal progetto Obiettivo generale del corso è quello di dotare i destinatari di competenze per poter rappresentare in maniera adeguata le vicende storiche ed epiche attraverso il teatrino dell'opera dei pupi, Si vuole rivisitare l'antica tradizione popolare dell'opera dei pupi. I corsisti saranno compenetrati nel lavoro artigianale dei mastri pupari e nella ricerca ed approfondimento delle varie tematiche epiche e popolari dell'opera dei pupi siciliana, Si promuoveranno le attività artistiche e recitative legate al mondo dei "Pupi e Pupari" in un ambito prettamente educativo, finalizzato al coinvolgimento motivazionale degli allievi, nell'intento Regione Siciliana Commissione P.O.R. SICILIA Europea “Recupero delle antiche tradizioni a rischio di estinzione, attraverso l’insegnamento dei mestieri legati alla cultura popolare siciliana, anche al fine di favorire la nascita di microprofessionalità proprie del territorio” Dipartimento Pubblica Istruzione di operare positivamente all'interno di un progetto che mira al recupero delle antiche tradizioni popolari a rischio di estinzione col fine di favorire la nascita di microprofessionalità proprie del territorio siciliano. Più in particolare si tratta di un' attività che compendia una parte artigianale di lavoro del legno ed una parte recitativa- teatrale. ' Partendo da un'analisi effettuata nel territorio siciliano, sulle varie problematiche che inibiscono l'inserimento nel tessuto produttivo regionale degli adulti, si vuole cercare di creare attraverso la riscoperta di questa antica tradizione artigianale, un'importante area di formazione che permetta ad essi di poter trovare gli stimoli giusti per un adeguato inserimento nel tessuto produttivo sociale. C3) Obiettivi formativi specificie trasversali Gli obiettivi formativi specifici del progetto sono: - favorire lo sviluppo di nuove microprofessionalità ; ) riscoprire un antica tradizione popolare; - accompagnare gli adulti nel processo di adeguamento delle proprie conoscenze e competenze; - favorire una crescita personale volta ad un maggiore coinvolgimento nella società civile; - favorire la socializzazione e la cooperazione per il raggiungimento di un sano obiettivo comune; - diventare soggetti propositivi nei confronti delle istituzioni educative e didattiche del territorio far acquisire specifiche competenze nella costruzione dei pupi; - intervenire positivamente sull'area creativa della personalità correlandola strettamente alle altre,cognitiva, affettiva e sociale; - favorire lo sviluppo di conoscenze approfondite sull'antica arte dell'opera dei pupl. Gli obiettivi trasversali dell'impalcatura progettuale sono: - prevenzione della disoccupazione sia ,iniziale che di ritorno; - qualificazione e recupero delle conoscenze di base degli adulti; - creare la possibilità, agli adulti, di entrare nel mondo del lavoro artigianale, con il fine di favorirne l'integrazione sociale e di dare loro sane motivazioni per il giusto inserimento nella società; - educare alla socialità ; - potenziare la capacità di valutare, scegliere e decidere con autonomia; ~ stimolare la creatività; - valorizzare l'arte dei pupari ; sottolineare l'importanza dell'aspetto creativo artistico nella costruzione dell'unità psico-fisica dell' individuo; - promuovere il lavoro di gruppo come momento di crescita, confronto, conoscenza, autonomia; - promuovere e diffondere una cultura delle tradizioni popolari all'interno della scuola; - promuovere, attraverso le attività, competenze che migliorino la vita di relazione. AKIS L’ o p i n i o n e d i m A d INTERVISTA AL SINDACO NINO GAROZZO mAd: Sindaco alcune domande con risposte veloci. La prima, qual'è la situazione in riferimento alla composizione alla squadra di governo: rimpasto? Garozzo: "Non c'è alcun rimpasto in vista. Avevo pensato ad un rimpasto delle deleghe, ho atteso tutta l'estate ma a questo punto mi prendo anche qualche altra settimana di tempo ma c'è qualche novità politica: finalmente il gruppo che fa riferimento all'on. Raffaele Nicotra sta prendendo una decisione importante. mAd: Cambiano gli assessori o rimane tutto come prima? Garozzo: "Per il momento si lavora tutti insieme". mAd: Resta la stessa squadra? L'ex assessore Brischetto è d'accordo? Garozzo: "Brischetto è un grande amico ed un ottimo amministratore... mAd: "... ma vi ha chiesto un rimpasto, o sbaglio? Garozzo: "Non ha fatto alcuna richiesta. Anzi escludo una sua partecipazione in una giunta con l'UDC. E' noto che noi abbiamo chiesto all'UDc di ricompattarsi perché noi abbiamo bisogno di un UDC forte ad Acireale". mAd: Passiamo al Bilancio. Al momento state amministrando con il Bilancio che è stato, di fatto, scritto da altri.... dall'opposizione per la precisione. Vi hanno lasciato la lista della spesa con le cose da comprare. Garozzo: "No. E' un Bilancio stralciato da altri, noi stiamo facendo tutto il possibile con fondi extra bilancio". mAd: La mia non è un'osservazione sui numeri ma politica. Che senso ha amministrare con un Bilancio scritto dall'opposizione? Garozzo: "Se lo avesse scritto l'opposizione, secondo una precisa strategia, avrebbe avuto un senso... invece ci hanno solo bloccati in molte poste. Oggi quell'atto di arroganza, di prevaricazione e di distruzione è stato un'apice che ha messo in moto molte discussioni. Forse qualcuno ha incominciato a pensare di avere maggiore riguardo per la città". mAd: "Venire bocciati in aula con un maxi emendamento sul Bilancio è una cosa molto grave dal punto di vista politico... Garozzo: "E' grave solo ai vostri occhi... mAd: E' un fatto politicamente rilevante. Garozzo: "Il significato politico che abbiamo voluto dare è un altro. Hanno voluto riscrivere il Bilancio approvando solamente gli emendamenti che gli convenivano per poi scaricare la responsabilità a noi. Oggi possiamo dire che le cose che non potranno farsi sono a carico dell'opposizione. Oppsizione che con una certa faccia tosta continua a chiedere una gran quantità di cose da realizzare". mAd: Quindi state mettendo alla prova l'opposizione a causa di quel maxi emendamento? Alla fine, però, è la città che paga. Garozzo: "La città paga quel maxi emendamento". mAd: Paga la città... mi può confermare questo fatto? Garozzo: "A causa di quel maxi emendamento... certamente si". mAd: Quindi lei sa di governare con quel maxi emendamento consapevole che ciò sarà pagato dalla città e dai cittadini? Garozzo: "Non abbiamo avuto i numeri per sovvertire quella votazione". mAd: Ma in consiglio comunale avrete mai una maggioranza o continuerete a governare in minoranza? Garozzo. "Questo non è un problema". mAd: Ma è importante nel momento in cui venite bocciati in aula anche su questioni di massimo rilievo. Garozzo: "Lei sa che i Bilanci si fanno anche con governi che sono in minoranza, è previsto dalla legge". mAd: Ma è un subire, non vi è stata alcuna condivisione. Garozzo: " Noi abbiamo subito sulla mancata rinegoziazione dei mutui e con il maxi emendamento". mAd: Speriamo che non sia, come sempre, la città a pagare per questa caotica situazione... Garozzo: "Questa è una domanda che deve rivolgere ai signori dell'opposizione. Il tentativo di scaricare le responsabilità su di noi non funziona. La città ha capito benissimo come sono andate le cose". mAd: Non vuole essere un tentativo di scaricarvi le responsabilità, si cerca solo di capire cosa e quanto pagheranno in termini di servizi i cittadini a causa di una confusa e incerta situazione politica. Garozzo: "Lei conosce giunte di minoranza in Sicilia del centrosinistra.... cosa fanno? mAd: Conosco quella di Caltagirone e governano... Garozzo: "Ma i bilanci li fa il centrodestra". mAd: Noi vogliamo solo sapere chi è l'anello debole di tutta questa vicenda? Semplicemente. Garozzo: "Con quel maxi emendamento l'opposizione ha danneggiato la città". mAd: Possiamo affermare, quindi, che c'è un danno alla città a causa di un bilancio non condiviso. Garozzo: "Un danno limitato per pochi mesi. Il 30 novembre ci saranno le variazioni di Bilancio". mAd: Cambiamo argomento. Le Terme, cosa accade, chi si deve occupare di quest'altra situazione caotica e difficile? Garozzo: "La domanda non è a cosa serve l'S.p.A. La vera questione è sapere chi investirà alle Terme. Se l'S.p.A. fa la gestione ordinaria significherà semplicemente un risparmio per la Regione, se l'S.p.A. si deve procurare, attraverso un bando di evidenza pubblica europeo, l'investitore, allora in questo caso avrebbe un significato importante... altrimenti sono solo chiacchere". mAd: Impianto SOGIP al mulino di Santa Maria la Scala nella riserva della Timpa. Lei si è impegnato pubblicamente a risolvere la questione dell'impatto ambientale. Garozzo: "Lunedì (30/10/06 n.d.r.) darò l'incarico per l'esecutiva. Abbiamo avuto l'ok dalla protezione civile appena due o tre giorni fa". mAd: Lei sa che vi sono state delle interrogazioni parlamentari anche in sede europea? Garozzo: "Certamente. Io mi auguro, però, che ci si muova a livello europeo soprattutto per portare fondi ad Acireale. Per il caso SOGIP abbiamo già ottenuto un finanziamento, abbiamo fatto conferenze di servizi, non possiamo muoverci se non abbiamo le indicazioni che provengono dalla Forestale e dalla soprintendenza. La porotezione ciivle ci ha dato il via per l'esecutivo e lunedì, ripeto, darò gli incarichi per gli esecutivi!". mAd: Novità per la periferia di San Cosmo? Garozzo: "Mi aspetto che il nuovo governo nazionale di centrosinistra, così sensibile alle tematiche sociali e cosiderato che il progetto per San Cosmo è in graduatoria, lo sblocchi così come quello per piazza Dante. In ogni caso a San Cosmo parte delle opere, quelle dei privati, si stanno già realizzando". mAd: In chiusura cosa dice a quegli acesi che non l'hanno votata? Garozzo: "Lavoro con il massimo impegno senza pensare agli schieramenti... per me la cità è una. FanCity.it Si è insediata la Consulta Giovanile La Consulta Giovanile, insediatasi a Palazzo di Città, ha eletto il suo presidente nella persona di Vincenzo Pappalardo, rappresentante del Consiglio di Facoltà di Scienze Politiche. Si è insidiata, poi, la Consulta Giovanile, promossa dal Comune di Acireale, Assessorato alle Politiche Giovanili retto da Nives Leonardi. All'insediamento, svoltosi nella sala del Consiglio erano presenti - tra gli altri - il sindaco Nino Garozzo, l'assessore Nives Leonardi, il presidente del Consiglio comunale Fabrizio Busà, i consiglieri Giuseppe Cicala e Giuseppe Calì, il dirigente del settore Enzo Catania. Istituita negli anni Settanta, dopo una serie di alti e bassi, la Consulta venne chiusa anni fa. L'Amministrazione Garozzo ha voluto riprenderne le fila per "rinsaldare il rapporto stretto tra l'ente comunale e il mondo giovanile, anche se sin dall'insediamento, questa Amministrazione ha lavorato con i giovani. Occorreva però avviare un organismo stabile che fosse cartina di tornasole delle esigenze del mondo giovanile" dice l'assessore Leonardi. Il sindaco Nino Garozzo ha affermato come sia adesso necessario "mettere mano allo Statuto, ormai vecchio. L'importante, in questa fase, è fare sentire la voce dei giovani nel globale contesto cittadino. La Consulta ed il Centro di Aggregazione Giovanile erano due punti qualificanti del programma di Governo. Uno lo realizziamo oggi, l'altro entro pochissimi mesi". La Consulta avrà per sede provvisoria l'edificio comunale di via Aranci. A breve l'organismo si trasferirà nei locali della scuola di Capomulini, nell'attesa di rientrare al centro. Fanno parte della Consulta Giovanile: Antonio Maugeri (Acrs L'impronta); Angela D'Ambra (Avesci); Andrea Quattrocchi (Agisci); Antonino Riolo (Alleanza Universitaria); Ettore Scaccianoce (Anfa); Ventino Di Lorenzo (Anna Lindh); Salvatore Raffa (Andromeda Onlus); Marco Vecchio (Don Lorenzo Milani); Alessandro Fatuzzo (Gulliliberiana Indipendente); Andrea Italia (Nuova Galatea); Romina Fichera (pescatori e Giovani Santa Maria La Scala); Lorenzo Scandura (Azione Giovani); Salvatore Russo (Csi); Alessio Paradiso (Giulio Pastore); Giuseppe Pappalardo (Cristo Nuova Speranza); Luca F.F. Di Dio (Destra Universitaria); Mario Pavone (Dreams); Luana Pietro Paolo (Fare Verde); Atonia Ardita (Misericordia); Antonio Congilio (Giovani Margherita); Domenico Anastasi (La Compagnia Onlus); Costanza Ajon (Leo Club); Carmelo Nicolosi (Rotaract Club); Giuseppe Russo (La Zattera); Sebastiano Russo (Club Alpino Italiano); Stefano Greco (Sinistra Giovanile); Paolo Pennisi (Studenti di Sinistra); Mario Cicala (Senato Accademico); Vincenzo Pappalardo (C.F. Scienze Politiche); Antonino Riolo (C.F. Economia); Corrado Fichera (C.F. Medicina); Giampaolo Grasso (C.F. Ingegneria); Orazio Pavone (C.F. Architettura); Giovanni Messina (Cisl); Giacomo Antronaco (Ugl); Margherita Grasso (Cgil); Antonio Maugeri (Magistrale Regina Elena); Vincenzo Bottino (Istituto Galileo Ferraris); Marta Leocata (Liceo Gulli e Pennisi); Milly Barbagallo (Liceo Archimede); Clara Pavone (Ipsiass); Gianluca Urso (Istituto Brunelleschi). Segretario della Consulta è stato nominato la dott.ssa Giuseppina Rubino, componente dell'Assessorato. La Consulta Giovanile è un organismo tecnico consultivo del Comune di Acireale per l'affermazione e la difesa dei diritti dei giovani, nonché per rappresentare gli interessi e le aspirazioni dei giovani e favorirne il rapporto con il Comune. Spettano alla Consulta i seguenti compiti e le seguenti funzioni: formulare proposte di programmi, progetti, investimenti e quant'altro si ritenga utile in materia di politiche giovanili; esprimere parere sugli argomenti che siano sottoposti al Sindaco dall'Assessore delegato ai problemi giovanili e dal Consiglio Comunale; svolgere indagini, studi ed inchieste rivolte ad approfondire la conoscenza dei bisogni del mondo giovanile; mettere in atto le iniziative volte a favorire la conoscenza delle realtà giovanili ed il reciproco scambio di informazioni; definire le aree di interesse relativamente alle politiche giovanili; approfondire ed esaminare e fare proposte sul rapporto Comune - realtà giovanile; promuovere forme di volontariato e di collaborazione con i servizi dell'Amministrazione comunale rivolti ai giovani; proporre aggregazioni giovanili rispetto ai bisogni del territorio; proporre iniziative pubbliche. La Consulta dura in carica 2 anni. Sono organi della Consulta: l'assemblea, il presidente (eletto dall'Assemblea) il sindaco o suo delegato. ph Studio Consoli AKIS sabato 11 Novembre 2006 I bambini non si toccano!!! Il dottor Cutrona , il funzionario gentiluomo La nostra vita, fatta di ideali, di amicizie. di affetti, di abitudini e di azioni, svolgentisi quotidianamente quasi sempre con lo stesso ritmo, è come una scena nella quale «agiscono» tanti personaggi, più o meno legati alla nostra umana vicenda, Quando qualcuno di loro, ghermito dalla morte, esce, lasciando per sempre il suo «ruolo», un pò dl noi, che restiamo sulla scena — non sappiamo per quanto tempo ancora — se ne va con lui. Resta, però, la catena dei ricordi, quella che Lucrezio chiama «repetentia nostri», grazie alla quale noi riusciamo a fare, in certo modo, sopravvivere la persona cara, ormai in cammino attraverso le vie dell’al di là. Brancati scrive che, se non ci fossero i ricordi, il mondo sarebbe una lastra priva di spessore. Sono, appunto, i ricordi a dare un senso alla nostra esistenza, a costituirne uno dei «piaceri». Ora che il caro amico Nicolangelo Cutrona non è più, oltre che dalla commozione mi sento invadere da un’onda di ricordi, che mi riportano agli anni lontani del Caffè Grasso, in Piazza Duomo. Quando questo vecchio locale scomparve per cedere il posto ad un freddo ufficio di banca — quanti luoghi cari a noi acesi non esistono più! —, mi rammaricai profondamente. Avvertivo, infatti, che se ne andava per sempre un posto, che per gli assidui frequentatori, ormai sradicati da quelle sale impregnate del fumo del buon caffé, aveva rappresentato quasi un’appendice della stessa famiglia. Proprio da Grasso conobbi il Dottor Nicolangelo Cutrona, Direttore dell’Ufficio del Registro. Mi fu presentato da alcuni amici. Da questo casuale incontro doveva nascere un ‘amicizia fraterna, molto bella. Non eravamo della stessa generazione. ma ci intendemmo subito, forse più che se avessimo avuto la stessa età. In quest’uomo carico di un bagaglio di esperienza, acquisita nei travagliati anni della campagna di Russia, nel corso dei quali il suo fisico era stato messo a dura prova, ebbi modo di apprezzare un animo squisitamente nobile, cui si accompagnava una genuinità dl sentimenti, che mi facevano venire in mente il «fanciullino» del grande Poeta di Romagna. Le carte, con le quali Cutrona aveva a che fare ogni giorno nel suo ufficio, non ne avevano per nulla burocratizzato la persona o sclerotizzato la «forma mentis», deformandola. Espletare una pratica di un qualsiasi contribuente per lui significava non un atto di semplice «emarginazione», come si dice nel gergo freddo e poco elegante dei funzionari, bensì risalire al «caso», che ogni cartella potesse in sè contenere. Non spulciava le carte da arido impiegato di stato, mettendo cifre su cifre, ma facendosi scrupolo di arrivare a vedere chiara e netta — per quanto possibile — la verità, in modo da venire in aiuto a chi avesse effettivamente bisogno. Questo senso di umanità e di correttezza lo indusse sempre a difendere le posizioni del debole, a preferenza di quelle del più forte e del più appoggiato. A Cutrona non interessava essere Il primo della classe per far carriera ed ingraziarsi i superiori ma mantenere tran- quilla e serena la sua adamantina coscienza. Alla bontà si accompagnava la cultura acquisita attraverso letture profondamente meditate. Ebbi molto da apprendere da questo funzionario di stampo anticonelle interminabili disquisizioni al Caffè Grasso o al Belvedere dove si fermava a parlare di letteratura, di storia, di sport e dei suoi protagonisti, ma soprattutto di vita vissuta. Gli anni di Russia li ricordava con l’orgoglio dell’ufficiale del Regio Esercito Italiano consapevole di aver fatto sino in fondo il suo dovere, ma anche con profonda pietà per i soldati che aveva visto cadere dall’una e dall’altra parte in una inutile carneficina, che seguì ai sogni di gloria con cui tanti giovani erano partiti alla volta dello sconfinato paese nemico. Era tornato da quell’inferno bianco con il corpo provato e il morale a pezzi, ma in compenso ricco di esperienza, dl cui avrebbe fatto tesoro nelle vicende degli anni futuri. Cutrona si immedesimava nei problemi del prossimo (anche da dietro la scrivania di agente delle tasse si può fare opera di apostolato, se si ha la predisposizione ad accogliere amorevolmente gli altri e a non respingere le giuste istanze) sia perchè era buono d’animo, sia perchè si era maturato alla scuola della vita, maestra di tante cose: «non ignara mali, miseris succurrere disco», dice il mite Virgilio. Tutte le volte che andavo a trovarlo gli portavo un libro. Per lui era una gioia autentica sfogliarlo, parlarne, soffermarsi sulle pagine più significative! Aveva una predilezione per le opere di storia, soprattutto per quelle concernenti la campagna di Russia, e per i libri di Giulio Bedeschi, l’impareggiabile rievocatore della tristissima epopea del nostro sfortunato esercito tra le nevi di Russia, Parlava con le lacrime agli occhi delle «centomila gavette di ghiaccio». L’ultima volta che ci vedemmo portava sotto il braccio un volume sul processo di Verona. Mi disse che questo doloroso episodio della recente storia italiana lo interessava moltissimo per il caso umano dei gerarchi caduti nel poligono di tiro della città scaligera, crivellati dai colpi dei militi repubblichini. Mi parlò anche di altre letture, che ne avevano tenuta desta l’attenzione nei giorni intercorsi tra una nostra telefonata e l’altra. Il suo respiro era affannato, un po’ più affannato del solito per la malattia che ne affliggeva da tempo il cuore, la parte più bella e più nobile di quest’uomo intelligente, scrupoloso e cortese fino all’esagerazione. Ammesso che per la cortesia esista un limite! Antonio Pagano La fotografia ci è stata gentilmente fornita dal dott. Salvatore Piro (anch’esso nella foto, nel cerchietto a sinistra) scattata durante una incontro tra i funzionari e gli impiegati dell’ufficio. Nel cerchietto a destra, invece, il dott. Nicolangelo Cutrona. www.akis-aci.com R I E Q U I L I B R I M O N E TA R I Non finisce mai di stupirmi il comportamento che viene tenuto da alcuni elementi della variegata pletora di extracomunitari che si ritrovano in tutte le località d'ogni grande centro urbano, nei posti, ormai convenzionali, delle fermate semaforiche o all'uscita di Chiese e, talora, anche dei Cimiteri. Ma laddove s'osserva il maggior campo di operosità è quello degli obbligati temporanei stazionamenti presso i semafori cittadini. Altre e più volte ho raccontato del modo anomalo d'agire di queste persone e del come reagiscono a semplici domande che tendono a voler avvicinare la nostra mentalità latina alla loro di estrazione più variegata, ma difficilmente ne sono venuto a capo, rimanendo, spessissimo, oltremodo meravigliato, per il modo di ragionare e per quello d'agire, in conseguenza. L'argomento di oggi riguarda un giovane che, come tanti suoi connazionali, munito di spazzolino ed acqua saponata, si presenta ad offrire i suoi servizi ai compulsi ed indaffarati automobilisti, presi dal caotico traffico. Le risposte dei futuri beneficiari, quasi sempre negative, si risolvono in dinieghi fatti col capo o con il dito indice della mano destra che si muove in avanti ed indietro. Talora però, quando la sosta si prolunga a causa di una coda e conseguente riattesa, si apre un dialogo fra l'automobilista e il questuante che tende ad intenerire il primo attraverso miriadi di benedizioni celesti ed auguri di buona salute per lui e la sua famiglia. Il dialogo che s'aprì col giovane di cui sopra, fu ben diverso. Nella sua lingua italiana mi disse: "No, no! lo non pulire tuo vetro, perchè vedere pulito. Ma prego dammi dieci centesimi' "Sono spiacente, amico mio, non ce l'ho. Se li avessi te li darei" e faccio l'atto di rovistare nel porta oggetti della macchina. Nel rovistare, salta fuori una monetina da 20 centesimi, per cui continuo "Vedi, come ti avevo detto, non ho IO centesimi. Questa moneta è da 20." Il giovane, per nulla turbato e prendendo la palla al balzo, velocemente ed in lingua spagnola (parlo e capisco abbastanza bene lo Spagnolo), prosegue: "Tu me donas la que de veinte y yo te falta diez."(I). Rimasi tanto sorpreso che meccanicamente deposi nelle sue mani la monetina richiesta ed egli, nel palmo della mia, depose un decino. Un attimo dopo, con compiacimento, portando la mano destra al petto, aggiunse: "Soy hombre de palabra"(2). "Muy bien, joven hombre. Yo soy feliz de sentir lo que tu me dicas y yo quero, al Dios todoperoso, que tu tienes la fuerza y la volontad de mantener, siempre, lo que tu has, ahora, me dicho!" (3) Lo strombazzamento dei clacson delle macchine che mi seguivano, mi tolse dal momentaneo stato di dialogo facendomi rimettere in marcia, nel mentre che scuotevo la testa e sul viso m'aleggiava un leggero sorriso di vera, profonda e sincera meraviglia. Note: (I)" Tu mi regali quella da venti e io ti restituisco dieci centesimi' (2) "Mantengo sempre la parola data." (3) "Complimenti, giovanotto. Sono felice di sentirtelo dire e chiedo a Salvatore Guglielmino Dio onnipotente che tu abbia la forza e la costanza di mantenere, [email protected] sempre, quello che, in questo momento, mi hai detto!" Cine Foto Club “Galatea” “La Città e la Luce” Relatore: Ing. Antonino Ortolani Giovedì 23 Novembre - h. 19,30 Fino a qualche anno addietro esercitavo un lavoro che mi dava l'opportunità di frequentare un "mondo" di donne con le quali,dopo un pò, si stabiliva una certa confidenza instaurando,qualche volta, un rapporto d'amicizia, stima e fiducia. Gran parte delle signore erano felicemente sposate, pure se qualche problemuccio c'era sempre ma, con un pò di buon senso ed equilibrio, la barca navigava,anche se vi era un pò di maretta e qualche nuvola, il sole non mancava mai di spuntare all' orizzonte. Purtroppo fra queste donne ve n’erano alcune separate, altre in procinto. Le beghe e le lotte al l'ultimo sangue, come succede spesso in questi casi, m'interessavano ben poco poiché, a mio avviso, nessuno ha il diritto di puntare il dito, anche perché i veri problemi, all’interno delle pareti domestiche, li sa soltanto la coppia che li vive. Quello ohe mi rattristava (e mi addolora ancora) é il coinvolgimento dei figli, specie se in tenera età, usati spesso come scudo e motivo di ignobili ricatti, causando traumi e violenze psicologiche che nessuno, nemmeno i genitori, può avere il diritto di infliggere. Non erano poche le scene cui, mio malgrado, ero spettatrice." Sai chi era al telefono? tuo padre. Fa schifo. é un bastardo. Dice che gli alimenti che gli ho chiesto sono troppi. Ma gliela farò pagare cara. Per questa settimana non ti vedrà,… e non piangere, perché é questo che sì merita”. Dico io, come si fa a non capire che il torto maggiore,oltre che al padre, lo fai soprattutto al figlio? Un altro caso che non dimenticherò facilmente é quello di Claudio, sette anni. "Vedrai,appena tuo padre rientra dal lavoro lo butterò fuori come un cane. Sono stufa del suo volontariato." " E,invece, io sono fiero del mio papà" " E io no! Se vuole fare il buon samaritano che se ne stia da solo. Anzi, sai che ti dico? Gli preparo le valige e gliele faccio trovare dietro la porta, così eviterò anche di farlo entrare”. (Aveva accanto un uomo “speciale” e non se ne rendeva conto). Con le nuove leggi, finalmente a tutela degli animali, chi butta fuori di casa, il proprio cane rischia pene molto severe. La dignità di un uomo,specie se onesto e morigerato,vale meno di quella di un cane? Per la mamma di Claudio pare di si, indipendentemente dalle ragioni che, più o meno, una moglie possa ritenere d’avere, la signora in questione, ha dimostrato di ignorare le basi più elementari del comportamento civile ed una grave mancanza di rispetto nei confronti del figlio, al quale un giorno dovrà rendere conto. Per fortuna, fra tutti i casi che conoscevo, questo fu l’unico e il più vergognoso. segue La foto in alto a dx, “I bambini ci guardano” è di Gina Lollobrigida, quella in basso a sx, “Gente di Maria Dorata terra mia” è di Gianni Pistarà Ercole Patti Archimede Il 16 febbraio 1903, in un antico palazzo di via Landolina, a Catania, nasceva il primogenito dell’avvocato Luigi Patti e di Marianna Nicolosi. Al piccolo venne imposto il nome del nonno paterno, Ercole. Il padre sognava già per il neonato un brillante avvenire nel foro catanese, ma il successo per il piccolo Ercole doveva giungere da tutt’altra strada. Già affermato giornalista e scrittore, Ercole Patti era solito ignorare quella critica che, pur riconoscendogli uno stile nitido, lo definiva “scrittore erotico”. Per penetrare lo scrittore catanese, le giuste chiavi di lettura si trovano nel romanzo Gli ospiti di quel castello, pubblicato nel 1974, opera embiematica e surreale dove l’autore, prigioniero assieme ad altri ospiti in un castello da sortilegio, ripercorre e rivive singolari ed eccitanti esperienze erotiche. Il soggiorno del misterioso castello - scrive Patti - «fra istanti di felicità e momenti d’infanzia e dell’adolescenza che tornavano su con una vivezza quasi straziante, era percorso a tratti come da un’arietta freddina, appena percettibile che sembrava giungere da molto lontano. Sospettai che fosse il respiro della morte che veniva avanti lenta mente ma senza neanche una frazione di secondo di sosta».Anche nel romanzo La cugina, del 1965, la morte si annunciava in uno splendido mattino autunnale: «in mezzo a quella continua felicità della natura che sembrava non dovesse mai aver fine, fece capolino e guardava quietamente, senza fretta, per ricordare che anche lei, fra tutte le cose del mondo, esisteva e un giorno bisognava farle posto».Il tema della morte, che fa parte delle stagioni della vita, nella narrativa di Patti spesso pone fine alla trama dei racconti: con il suicidio dell’adolescente Nino in Un bellissimo novembre e con il tragico epilogo della storia borghese di Graziella dove lo scritto re anticipava la violenza e la spregiudicatezza delle nuove gene razioni.Ne Gli ospiti di quel castello, il respiro della morte è vicinissimo e incalzante. La sensibilità dello scrittore ne avvertiva forse l’approssimarsi. Due anni dopo, per l’insorgere di un tumore, si spegneva a Roma nel novembre del 1976. Nel misterioso castello del romanzo, il protagonista-scrittore riesce invece a esorcizzare e allontanare la morte con un finale sorprendente. Dapprima, quasi a sottolineare il rovinoso fluire del tempo, guardandosi allo specchio il giovane scrittore scopre di essere invecchiato di ben quaranta anni. Poi magicamente, come Pinocchio, viene liberato dall’involucro del vecchio corpo e ritorna giovane di 23 anni, la stessa età in cui era iniziata la surreale avventura. Questo romanzo fatto - come avverte l’autore - «di cose autentiche al massimo anche se inventate o apparentemente irreali», fornisce una rivelazione che aiuta a capire perché Patti scrive a 50 anni il suo primo romanzo Giovannino, mentre la vocazione per la letteratura era stata precoce ed esaltante. A quindici anni aveva ricevuto dalla Bietti un compenso di quattrocento lire per l’edizione illustrata di un racconto per ragazzi. Scrivere, ritornando a percorrere con la memoria i sentieri della giovinezza lontana, diventa per lo scrittore l’unico mezzo per allontanare il pensiero della morte, ospite indesiderata della vita, ma saggiamente lo stesso Patti commenta: «Quando sensazioni visive, olfattive, tattili, sonore si svelano o diventano un po’ sorde, è la fine che inizia. La vita prende un’altra piega, è il cervello che entra in azione e allora tutto si svolge in una specie di continuo rimpianto spesso non confessato per certe cose che non torneranno più. Si possono fare delle scoperte bellissime, delle letture illuminanti, ma il vero senso, il sapore della vita è passato per sempre e ci si è discriminati su un’altra strada che può anche essere lunghissima, piena di onori e di successi che in fondo come meta sicura ha la morte». Angelo Spoto Un interessante e coinvolgente esperimento di cultura teatrale è stato proposto agli studenti dell’Archimede: Questi hanno assistito alla prova generale del “Filottète” di Heiner Muller (un drammaturgo tedesco scomparso nel 1995). La rappresentazione, che tratta l’universale e attuale tema della guerra, il cui tema è prelevato dall’omonima opera di Sofocle, nella prima generale sarà data nel teatro “Scenario Pubblico” di Catania nel prossimo mese di Dicembre con la presenza del critico Franco Quadri. L’opera “Filottète”, scritta nel 1966 è rappresentata nella Germania dell’Est, rappresentò una denuncia della “Ragion di Stato” che giustifica qualsiasi misfatto e l’avvio della contestazione che portò nel i989 all’abbattimento del “Muro di Berlino”. Cercc o . ..Vendd o ... - Cedesi Attività casalinghi, Idee Regalo, Oggettistica, Aci S. Antonio, prezzo affare. - Affittasi mansarda arredata (zona S. Nicolò - Acicatena) Tel. 338 7043404 - Cercasi casa singola/villetta 5/7 vani (Valverde - Viagrande - Aci Bonaccorsi - Trecastagni) - Vendesi appartamento 5 vani + terrazza 300mq. - 1° piano - 2 ingressi - 2 servizi - scantinato (Acireale - Via S. Vigo) - Vendesi Smart Passion grigia - anno 2001 - full optional motore nuovo - € 6.500,00 tratt. - Vendesi BMW 318 tds touring - anno 1997 - full optional - ottime condizioni - € 3.500,00 tratt. - vemdesi Bmw 320I coupè - bianco, anno 1994, vari ricambi motore € 1.500,00 - Vendo bmw z3 1.9, anno ‘99 - grigio, cambio auto, full opt., € 19.000 tratt. An nu i nc gra tu itt i Per informazioni Tel. 347 1433135 - 349 5509188 AKIS sabato 11 Novembre 2006 Lectio Dantis - Si è svolta, con il consueto successo di critica e pubblico la secon- da "Lectio Dantis" presso il Chiostro di via M.S. Giuliano. Nella foto di Studio Barbagallo l'ass. Nives Leonardi e la prof.Pinella Musmeci durante la conferenza stampa di presentazione del progetto. Turi Consoli [email protected] Assessorati Provinciali - Il Presidente della Provincia Lombardo ha assegnato le deleghe ai nuovi assessori, recentemente nominati: Margherita Ferro: Politiche della Scuola - Niccolò Castorina: Politiche Sociali - Gioacchino Ferlito: Sviluppo Economico - Nino Amendolia: Turismo - Daniele Capuna: Sport e Politiche Giovanili. Assessorato Pari Opportunità - L'ass.re alle P.O. del Comune di Acireale, la prof.ssa Giusy Brischetto, ha istituito ad Acireale (nella ricorrenza del 25 Novembre) la " GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA Opera dei Pupi di Turi Grasso - Un trionfo annunciato quello riportato dalla Compagnia acese dell'Opera dei Pupi di Turi Grasso nei teatri della Romania. Otto giorni di rappresentazioni e di grandi successi nel teatro "Lucia Bulandra" di Bucarest e nell'auditorium Maximum di Cluj-Napoca. I protagonisti dell'avventura rumena: il puparo Turi Grasso, i manovratori Tano e Giuseppe Grasso, Angelo Bella, Sebastiano Cavallaro, Maurizio Trovato e Amanda Grasso. L'iniziativa è stata organizzata dalla Cefin. Gli Istituti di Cultura di Bucarest e Cluj-Napoca, il patrocinio dell'Ambasciata Italiana in Romania, retta dal dott. Daniele Mancini. VIOLENZA CONTRO LA DONNA". Nella ricorrenza internazionale l'ass.re intende proporre ed offrire alle donne un mini corso di autodifesa, che spinga verso la riscoperta delle potenzialità difensive attraverso lo sviluppo di meccanismi psicofisici. Il fine ultimo è quello di prevenire situazioni a rischio, contrastando le aggressioni non previste, almeno per limitare i danni nel caso si fosse costretti ad agire. Il corso "Mga Fijlkam - Metodo Globale di Autodifesa" si svolgerà nei giorni 25 e 26 novembre e sarà tenuto dal maestro Enzo Rao.(Iscrizioni al Comune entro il 20 Novembre). Associazione Gulliliberiana Indipendente - L'A.G.I., grazie ad una serie di iniziative, ha permesso a molti giovani di incontrarsi e unirsi, rendendo possibile il confronto e la crescita culturale e creativa. A un anno di distanza, l'associazione vuole riproporre l'iniziativa che segnò la sua nascita e che riscosse un discreto e insperato successo fra i giovani dell'hinterland acese. Si bandisce la terza edizione del "Concorso letterario-fotografico", dal tema "La magia di un istante", tema, questo, scelto per dare sfogo alla creatività e all'originalità dei partecipanti. Informazione: email ([email protected]) o telefono (3473002679) Bando di concorso completo consultabile e scaricabile dal sito http://www.agionline.org Istituto Sperimentale per l Agrumicoltura (CRA ISAGRU) di Acireale 4 - continua - E’ dotata di fabbricati con uffici,dove ha sede la sezione periferica, e i laboratori. L’Istituto inoltre detiene nella sua sede centrale di Acireale una biblioteca, ricca di oltre 40 mila volumi, di cui oltre 6 mila editi fra il 1585 ed il 1900, d’inestimabile valore storico, culturale e scientifico .Esso è dotato anche di un servizio meteorologico, con moderne centraline installate nelle aziende sperimentali dell’Istituto. I compiti dell’Istituto Sperimentale di Agrumicoltura sono veramente imponenti e di particolare responsabilità, fa rilevare l’attuale Direttore Dott.Francesco Intrigliolo, perché rivolti soprattutto alla soluzione dei gravi problemi che assillano l’agrumicoltura delle regioni maggiormente interessate alla coltura ( Sicilia e Calabria ). Sono presenti nelle predette regioni una rete di campi sperimentali istituiti presso aziende di agrumicoltori d’avanguardia inoltre l’Istituto collabora attivamente con vari enti di ricerca pubblici ( Università,C.N.R.) e privati interessati all’agrumicoltura. Sono in corso concrete collaborazioni con varie istituzioni di ricerca straniere .Numerosi sono anche i campi di orientamento varietale istituiti da vari anni, che hanno già consentito agli agricoltori di disporre di utili indicazioni sulle nuove scelte varietali svecchiando così le colture agrumicole tradizionali. L’Istituto, attingendo al vasto materiale di propagazione prelevato da piante ottenute per via nucellare, per selezione fitosanitaria e per ibridazione nell’azienda sperimentale “Palazzelli”, distribuisce annualmente agli agrumicoltori diverse centinaia di migliaia di marze e di gemme,esenti da virus e da altre fitopatie, delle cultivar e degli ibridi di maggior pregio. Tra le altre attività si è rivolta attenzione al problema della meccanizzazione di tutte le operazioni da svolgersi negli agrumeti, che ha assunto negli ultimi anni una importanza determinante nel ridurre i crescenti ed insostenibili costi di produzione per la manodopera, che peraltro è in fase di rarefazione .La meccanizzazione in agrumicoltura deve essere mirata oltre che alle lavorazioni del terreno e ai varii trattamenti antiparassitari anche alle operazioni di raccolta e potatura. Le altre ricerche a cui l’Istituto rivolge una peculiare attenzione riguardano la biologia degli insetti, lo studio dei sistemi di irrigazione più rispondenti alle reali esigenze delle piante,i parassiti animali e vegetali ed i relativi mezzi di lotta ( chimica,biologica,integrata ) e l’impiego di fitoregolatori di crescita per migliorare la qualità dei frutti. Sintetica descrizione dell'attività di ricerca svolta dalle quattro sezioni dell'istituto Sezione Operativa Centrale Miglioramento Genetico Si occupa di miglioramento genetico e svolge attività di ricerca nel campo della genetica degli agrumi mediante le metodologie classiche e le più moderne biotecnologie. Sezione Operativa Centrale Tecniche Colturali L’attività di ricerca della sezione riguarda gli aspetti colturali e fisiologici della nutrizione, della potatura e dell’irrigazione degli agrumi; il riciclo e l’utilizzo di biomasse organiche. Vengono svolti lavori: sulla qualità dei frutti; sulle caratteristiche qualitative e organolettiche dei succhi; sulla caratterizzazione qualitativa di frutti dei nuovi ibridi; sullo sviluppo di nuove tecnologie per l’industria agrumaria. Sezione Operativa Centrale Biologia e Difesa Parassiti animali L’attività si articola in diverse linee: studio delle biocenosi degli agrumeti, monitorando periodicamente l’andamento della presenza dei fitofagi e dei loro nemici naturali negli ambienti più rappresentativi della coltura; lotta biologica, chimica e integrata dei parassiti chiave presenti sugli agrumi; attività dei principi attivi in uso e sperimentali e influenza sull’artropodofauna e sulla biodiversità degli agrumeti. Fisiologia della maturazione miglioramento e/o mantenimento della qualità dei frutti mediante l’impiego di sostanze di crescita di sintesi; studio dei processi di senescenza dell’epicarpo dei frutti mediante applicazioni di acido gibberellico; miglioramento della pezzatura del frutto mediante l’utilizzo di sostanze auxiniche di sintesi. Post-raccolta La problematica del settore post-raccolta si incentra sostanzialmente su aspetti di ordine patologico e fisiologico: lotta alle malattie infettive, la cui incidenza riguarda prioritariamente i Penicilli; prevenzione delle fisiopatie, fra le quali primeggiano le fisiopatie da freddo responsabili di una ridotta shelf-life del prodotto e dello sviluppo di processi infettivi; metodi alternativi al controllo chimico con approcci di natura fisica, biologica e integrata; individuazione di strategie di controllo delle mico e fisiopatie, che siano stabili nel tempo e di nullo o ridotto impatto ambientale; manipolazione dei frutti durante la lavorazione in magazzino (sanitizzazione ambientale, ottimizzazione delle linee di lavorazione e degli interventi fitosanitari, impiego della prerefrigerazione); confezionamento con l’impiego di nuovi materiali e di atmosfere modificate; attitudine alla media e lunga conservazione frigorifera delle più promettenti selezioni di agrumi; trasporto con valutazione su carichi termici, regimazione termo-igrometrica, depurazione del vano di trasporto mediante rimozione di sostanze volatili. Metereologia Costante monitoraggio dei principali fattori ambientali (Temperatura, Umidità Relativa %, Pioggia, Vento, etc.) delle aziende dell'istituto. Sezione Operativa Periferica Miglioramento e Propagazione; bergamotto e cedro L’attività di ricerca della sezione di Reggio Calabria riguarda il miglioramento genetico sanitario e colturale del bergamotto e del cedro, colture tipiche della regione Calabria con elevata rilevanza sociale ed economica. Inoltre, sono svolte ricerche sulla propagazione degli agrumi. Fine Angelo Battiato Sp. Financial Times, Egr. Sr. Kuper, Financial Times 'un è un giurnali di paìsi e na nota supra d'idhu o ncapu ô situ 'un passa inosservata di lu munnu. 'Un è nùtili accuminciari 'a nostra littra dicennu ca ntôn paìsi libirali unni c'è na stampa lìbira, ognadunu po scrìviri quasi zoccu voli, ma nonostanti chistu, e propiu pi chistu, ognadunu po arrispùnniri (e certi voti p'idhu è un duviri) dâ stissa manera. Spiramu c'a nostra risposta 'a pubricati e l'evidenziati nnô vostru dignu giurnali. 'U vostru artìculu 'un è fàusu d'un tuttu, ma l'evidenti razzìsimu contra â Sicilia e contra ê Siciliani - pi nuàutri almenu - vi disonura. È veru c'u successu nnô palluni sicilianu 'un a' statu mai accussì forti; è veru ca ora 'a Sicilia si stà apprufittannu di li vai e di li scànnali taliani supra ô palluni, ma è veru videmma ca 'a vostra gnuranza supra â Sicilia 'nginirali e supra ô palluni sicilianu 'n-particulari è enormi. Forsi 'un v'arriurdati chi nzinu ca la Sicilia appi 'u so statu (1816) nudhu ntô munnu ncucchiava 'a nostra ìsula câ mafia ('a palora, nfatti, fu mmintata sulu nnô 1862) e ca ssu finòminu disgraziatu scattau sulu doppu ca l'avventureri Garibaldi "libirau" 'a Sicilia e, câ Sicilia, libirau 'n-saccu di latruni a cui ci detti 'a Sicilia pi tinilla cueta e suttumissa a l'Italia. Nuàutri 'un addivintamu, avi poch'anni, cristiani sautampizzu c'un vonnu dittu d'èssiri "mafiusi"; stamu sulu scuprennu 'a storia "vera", chidha niata,… stamu scuprennu c'un c'è nenti di chiù talianu (p'orìgini, certu, no p'evidenza stiriuri) dâ mafia nta tutta 'a nostra storia veru longa; "taliana", no "siciliana", pi vuàutri forsi è 'u stissu, pi nuàutri no. Chista è 'a vera Rinàscita dâ Sicilia, 'a risposta c'a Sicilia stà dannu â mafia avi almenu vint'anni, senza l'ajutu dû statu talianu pirchì, di l'Unificazioni, 'a mafia è dintra a lu statu e veni di lu statu talianu p'accupari 'a Sicilia. Vinennu ô palluni, 'un sapiti chi, nonostanti tuttu, 'a Sicilia avi 'i so tradizioni e 'i so glori. 'A squatra dû Palermu è una dî chiù antichi d'Italia. Nascìu nnô 1900 sutta ô nomu significativu di "Panor-mitan Football and Cricket Club", pi ncarcari l'amicizia e 'u parallelìsimu ntra li du' chiù mpurtanti ìsuli di l'Europa oji purtroppu scurdata e, pi anni e anni, jucau nnâ Liga Miridiunali e cunquistau chiossai di na vota 'a Lipton Cup chi, a dhi tempi, era 'a chiù mpurtanti coppa pî squatri siciliani e di l'Italia miridiunali. Doppu, di quannu 'u rigimi fascista unificau 'i campiunati naziunali, jucau diversi voti ntâ màssima seri. Ntra 'u 1932 e 'u 1973, fu 17 voti nnâ seri A. A l'incirca nnô stissu pirìodu 'u Catania e 'u Missina jucàrunu rispittivamenti 8 voti e 3 voti nnô stissu campiunatu. Du' voti 'u Palermu arrivau a la finali di Coppa Italia (1974 e 1979). Naturalmenti, tuttu chistu 'un è 'n-proporzioni a la dimenzioni dî citati o di l'intera ìsula, ma, pûn paìsi culunizzatu è assai pi daveru. Doppu, nna l'anni '80 e '90, tuccamu 'u funnu dû diclinu di tutta 'a nostra storia dû palluni, diclinu ca era specchiu di chidhu currispunnenti nna l'economìa e nna la pulìtica (ma stu discursu si miritassi na discursioni troppu longa e putemu sulu muntuallu). Ntôn paìsi unni 'a vita normali a' statu niata, 'a genti tifa pî squatri "taliani" e nnê jorna chiù scuri ssa tinnenza addivintava chiù forti, ma, di cori, tutti 'i Siciliani talìanu â rinàscita dî "so" squatri comu a la so rinàscita, comu ân sonnu e jèttanu senza pinzàrici tuttu 'u tifu tradizionali pâ Juventus o pi l'Inter. Vuàutri niati chi quarchi cosa di novu c'è 'n-Sicilia. Vuàutri nun vuliti vìdiri 'u novu. 'U novu è chi 'a Sicilia 'un è chiù cueta e 'u munnu po stàrisi prontu a sèntiri dûna Sicilia sempri menu cueta nnô futuru pròssimu. Dû puntu di vista di l'Osservatoriu, 'a Sicilia si stà arruspighiannu. E 'a "dispirazioni" e puvirtati chi diciti sunnu sulu na cunziquenza dâ sistimàtica arrobbatina di risorsi ('u pitroliu, 'u gassi, 'i bidhizzi culturali e ambientali) ca nni fa 'u Cuntinenti. 'A palla, pi cuntinuari 'a vostra mitàfora, 'un voli chiù càuci dâ stivala taliana. Chissa ddhocu 'un vi pari na novità? 'A qualità dâ vita 'un è bona; doppu du' sèculi di colonizzazioni taliana fussi mpossìbili. Ma 'u punteggiu chi citati dû Sole 24 ore è sulamenti 'i rìdiri ed esàggira 'a rialtà, pirchì, pi esempiu, è carculatu pi chiossai di se' dècimi câ ricchizza econòmica (e "pi nuàutri" 'a qualitati dâ vita 'un è sulu chidha d'èssiri ricchi) e metti citati e centri ca sunnu certamenti chiù peju 'i nuàutri dû Sud Italia (dicennu chistu senza razzìsimu) comu Nàpuli prima di chidhi siciliani. Catania av'assai pobremi, ma "l'ùrtima", "l'ùrtima" citati pi qualità dâ vita è sulu n'assurdità. Addumannati ê picciotti catanisi zoccu pènzanu dâ so citati e dâ so vita…Viniti 'n-Sicilia, grapiti l'occhi e viditi… Nàutra cosa chi veni di st'Osservatoriu: 'a vostra citazioni dî tifusi siciliani e di comu s'ànnu cumpurtatu 'un signìfica nenti. Dittu dû paìsi di li Hooligans 'un signìfica propiu nenti. Tutta l'Europa, o forsi 'u munnu, avi stu tipu 'i pubremi; sta custioni è globali, no locali. Apparti chissu, di quannu 'i squatri siciliani sunnu nnê cumpitizioni maggiuri, 'a cumpititivitati ntra d'idhi stà a picca a picca scalannu nzèmmula cû pruvincialìsimu dî so orizonti, unni avìanu statu cunfinati. Tuttu chissu è zoccu c'è di sbaghiatu, sbaghiatu pi daveru, nnô vostru artìculu, ma, apparti l'erruri ci sunnu puru l'offesi senza mutivu ô Pòpulu Sicilianu. Nnô cumplessu ni pittati comu na terra di mafia, vastasarìa e dispirazioni; diciti o sintiti diri chi è mpossìbili pi nuàutri, e forsi è macari 'un tortu, ca vincemu cumpitizioni sportivi. Ma nuàutri jamu a cuntinuari a vìnciri, â facci dî mmidiusi. Pi tuttu chistu, nna lu nomu di l'antica amicizia ntra l'Inghilterra e la Sicilia, li du'antichi regni nurmanni, aspittamu 'i vostri scusanzi. “IL MULINO DEL MILO” di Paolo Sessa 4 - continua - Di questo mulino non rimane praticamente nulla: la struttura è stata completamente inglobata in una casa per civile abitazione al numero civico 34 di via Madonna delle Grazie; del complesso molitorio non siamo riusciti a recuperare nulla; della vecchia saja maestra, che conduceva l'acqua fino alla "botte" del mulino, conservandola a quota utile, demolita negli anni '60, resta una bellissima foto, a testimonianza di quell'elegante struttura retta da archi in conci di pietra lavica che si sviluppava lungo il torrente. Il signor Salvatore Cutuli, uno dei nostri concittadini più anziani, ma anche più attenti alle cose della nostra storia recente, in un suo volumetto di ricordi su Milo, ha descritto l'intero complesso a partire da una gebbia, in prossimità dell'attuale Biblioteca comunale (ex Macello), dalla quale partiva la saja su una serie di arcate fino alla botte, una sorta di tunnel verticale, costituito da grossi anelli di pietra lavica ad incastro, contenuto in una torretta. La sezione degli anelli, e quindi della condotta, si restringeva progressivamente per assicurare una maggiore velocità all'acqua e, in definitiva, una maggiore pressione sulla ruota idraulica. L'acqua che muoveva il mulino era, naturalmente, quella che scendeva libera, senza impedimenti e alla luce del sole, dal cosiddetto "canali", appena sotto la Badia che era stata dei Certosini, e arrivava nell'area vicina all'attuale Biblioteca, conservando una buona energia grazie al notevole dislivello. Da qui l'acqua, convogliata in una grande vasca, defluiva da una saja che poggiava inizialmente su terrapieno per sostenersi più in là, con il rapido aumento del pendio, su una serie di sei, sette arcate che si susseguivano l'un l'altra sulla direttrice dell'attuale via Madonna delle Grazie fino alla botte molendini che doveva trovarsi in aderenza con l'attuale fabbricato del Sig. Mauro Garozzo e del Sig. Alfio Patti. Che cosa ci dicono i documenti su questo mulino? I riferimenti più antichi al nostro mulino, nei documenti conservati in Parrocchia, sono: la registrazione di un introito nel 1760-1761 di onze 7, per "rendita su un mulino", e una "memoria" nella quale si fa cenno alla donazione di un mulino da parte di Don Lucio Grasso alla Venerabile Congregazione delle anime del Purgatorio di Aci Sant'Antonio nel 1763 e di come la rendita del mulino passasse nel 1803 a tale Filippo Spoto, poi a Giacomo Fiamingo e al suo erede Giovanni e infine a Rosario Cantarella. Il passaggio della rendita del mulino e, quindi, dell'onere del pagamento dell'onza testimoniano della storia della proprietà del mulino per circa un secolo; dal 1766 al 1790 troviamo nel Registro di Cassa la registrazione fra le entrate di quest'onza "a costo del molino". La proprietà, naturalmente, era già passata ai privati da tempo, almeno da quando la Chiesa aveva abbandonato definitivamente l'idea di poter organizzare in modo diretto la vita sociale attorno al campanile. E del secondo mulino cosa sappiamo? Esso nasce sicuramente per rispondere alla richiesta di una maggiore quantità di farina intorno alla metà del secolo XIX, un periodo di forte sviluppo demografico per il nostro piccolo centro, ma anche per le comunità circostanti. L'assenza di altri mulini nella zona costringeva gli abitanti dei villaggi vicini ad inerpicarsi verso l'Acqua 'o Milu con i loro sacchi di frumento in groppa ai muli, per ricavarne farina per i bisogni alimentari delle loro famiglie. Questo secondo mulino, naturalmente, nasce a qualche decina di metri più a valle del principale, non potendo che utilizzare la stessa acqua la quale, ceduta l'energia accumulata lungo la caduta dalla botte alla ruota (dalla saitta al garaffo) nel primo mulino, veniva incanalata in una condotta forzata, in forte pendenza, per farle riacquistare velocità, fino a sfociare in una seconda camera della ruota, per mettere in moto il secondo mulino. Di questo secondo mulino, i cui lavori di recupero e ristrutturazione sono stati appena completati, abbiamo ben conservata la struttura edilizia, la maggior parte degli spicchi di pietra (dodici per la mola e dodici per il frascino), il cuddaru ( tutti preservati dal sottoscritto con l'aiuto del consigliere comunale Alfio Catalano e sistemati in uno dei garage comunali) e parte della condotta, formata da tubi cilindrici in cotto, che portava l'acqua dal primo al secondo mulino. Non v'è traccia per adesso di altri pezzi del complesso molitorio. La struttura edilizia, che a partire dagli anni '50 o poco prima fu destinata a piccola cantina, è composta da un solo vano con una apertura che guarda ad ovest e una finestra a nord; lungo tutto il perimetro interno dei muri si susseguono degli appoggiatoi diruti, ripiani in muratura detti giuttene, che servivano per l'accatastamento dei sacchi di farina. All'ingresso, a destra, accanto ad una sorta di apertura quadrata sul pavimento, un foro indica il punto dove sorgeva la parte aerea della macchina idraulica, e cioè sostanzialmente le due mole e la tramoggia, mentre sotto si trovava la camera della ruota. Purtroppo l'area attorno all'edificio è stata negli anni passati destinata barbaramente a discarica di inerti, per cui i livelli circostanti sono stati falsati, parte della "corte" retrostante il mulino e l'accesso esterno alla camera della ruota ricoperti da qualche metro di detriti e l'intero torrente intubato. Smontati i grandi archi della saja maestra, anche i due grandi lavatoi in pietra lavica, tra il primo e il secondo mulino, dove le donne di Milo andavano a lavare i panni, ben rappresentati nelle carte catastali, e che gli anziani ricordano perfettamente, furono smantellati, forse in occasione dei lavori sul torrente. Scomparse per l'inclemenza del tempo e l'incuria degli uomini le testimonianze più importanti, a questa silenziosa e cadente muratura si affida la nostra comunità come "all'ultima" esile traccia della propria storia e della propria identità. Fine Visita il nostro sito S.M.S. "Galileo Galilei" - La presentazione del Progetto Filmico delle sez. H e F è stata rinviata a lunedì 13 Novembre, alle ore 17, nella sala della Biblioteca della scuola. ph Nuccia Leotta Università Popolare "G. Cristaldi" - Si è svolta ieri sera l'assemblea dei soci dell'Università Popolare "G.Cristaldi" per l'approvazione delle modifiche statutarie, l'elezione del Consiglio Direttivo e del Collegio dei Revisori dei Conti. Della assemblea, convocata dal V.Presidente Gianni Trincali daremo ampio resoconto nel prossimo numero. Esclusivista ACI S. ANTONIO ACI S. ANTONIO www.akis-aci.com "Galatea" - Giovedì 23 Novembre, alle ore 19,30, nella Sala Conferenze del "Galatea", l'ing. Antonino Ortolani parlerà ai soci e agli ospiti che interverranno su "La Città e la Luce". L'"Osservatoriu pi la tutela di l'immàgini di la Sicilia" di "L'Àutra Sicilia" arrispunni a lu Financial Times Natale Longo Pillo le Acesi La striscia di 4 AKIS 5 Sabato 11 novembre 2006 A C I R E A L E Domenica più amara che dolce per l’Acireale e l’AciCatena: un pareggio al Celeste contro un R.Giustra nienteaffatto trascendentale, e poteva e doveva essere una vittoria, ed una sconfitta, per i cugini catenoti, che poteva e doveva, anche in questo caso, essere evitata: bastava avere più convinzione nei propri mezzi e non mancare di esperienza. Ma tant’è…il campionato ancora è lungo e c’è sempre tempo di fare necessità virtù e non tralasciare, per l’avvenire, soprattutto sfruttare, tutte le occasioni favorevoli che ti capitano davanti.Domani, domenica, ci sarà l’occasione per un pronto riscatto: riconquistare la vetta per gli acesi, dare un senso ed un augurio per la seconda vittoria per i catenoti. Il resto sono chiacchiere da bar… ACICATENA CALCIO CINEMA “PANCIROLI” A PROPOSITO DI DEGRADO Nel numero scorso, parlando del rudere di via Jacopone da Todi, abbiamo accennato al cantiere dei carri di carnevale, che si trova a poca distanza, sperando che anche questo, a breve, possa essere sistemato e ripulito (trasformandolo anche in una sorta di museo/laboratorio visitabile tutto l'anno), diventando così, finalmente, pienamente fruibile da visitatori e turisti. D'altronde il carnevale come ben sappiamo è tra le nostre principali attrazioni e certamente la più importante manifestazione turistica che si organizza durante l'anno, pertanto va salvaguardato in tutti i suoi molteplici aspetti. Attualmente purtroppo tutto il complesso si trova in pietose condizioni igieniche e strutturali. La "nuova" struttura, nata da qualche anno adiacente a quella originaria, mai completata, priva di servizi igienici e con un impianto elettrico molto precario. Anche gli spazi esterni sono in totale abbandono e pieni di rifiuti vari, il cancello di ingresso poi resta aperto anche durante la notte e diversi cani randagi entrano ed escono indisturbati, facendone del luogo la loro casa. Un ampio terreno proprio davanti al vecchio capannone (foto) dovrebbe essere destinato a zona parcheggio per i pulman e le auto dei visitatori, ma ancora neanche questo e stato realizzato. Giuseppe Bella Come tutti ben sappiamo all'interno del parco comunale di Zafferana Etnea si trova il cosiddetto "anfiteatro" che ogni estate ospita diverse manifestazioni. La struttura è una bellissima e fedele riproduzione degli antichi teatri greci ma non si capisce perché si continui a chiamarla "anfiteatro". Fra teatro e anfiteatro vi sono evidenti differenze strutturali. Il teatro (come quello di Zafferana) presenta una forma semicircolare con le gradinate (cavea) attraversate da serie di scalini così da formare diversi settori. In basso la zona riser- vata all'orchestra e alla scena. Vi è anche un corridoio (diazoma) posto al centro della cavea. Il proscenio generalmente è costituito dal paesaggio naturale, basti pensare ai nostri teatri greci di Siracusa, Taormina, Se gesta, etc. Gli ellenici usavano i teatri per le rappresentazioni appunto teatrali (tragedie e comme- MIC Manufatti in Cemento di Basile Rosario ACI S. ANTONIO die). I Romani poi riadattarono dapprima queste strutture utilizzandole per le loro manifestazioni, ad esempio la lotta tra gladiatori, chiudendo la parte posteriore della scena. Poi però si rese necessaria la costruzione di altri impianti, non più una forma semicircolare ma ellittica, la zona centrale della scena (l'arena romana) è tutta circondata da gradinate, quindi praticamente come due teatri uniti, cioè un doppio teatro, l'anfiteatro (dal greco amphiteathron, teatro circolare). Mi sembra che quello di Zafferana abbia la forma semicircolare e non circolare, quindi mi chiedo: perché è stato definito come anfiteatro? Rosario Sciacca SONO UN PIANISTA DI PIANO BAR. - "LA MUSICA E' VITA E AMORE." di Antonello Tonna 4 - continua - BASI E REPERTORIO MUSICALE DI UN PIANISTA DI PIANOBAR - Il repertorio di un pianista di pianobar si divide in classici "sempre verdi" cioè gli intramontabili con dei brani hit del momento... poi è chiaro che ogni artista di piano bar decide a sua scelta cosa proporre al suo pubblico ed è questo un elemento molto importante che distingue un pianista da un altro... infatti c'è chi propone un repertorio comprendente brani di SINATRA e DEAN MARTIN e c'è chi invece propone brani di DALLA, PINO DANIELE e altri... quindi ogni pianista è diverso come stile musicale da un altro... Se tu suoni veramente col cuore non hai problemi nel senso che oggi le basi musicali ti aiutano a svolgere le serate ma è importante per la professionalità che tu suoni con le "mani" e con "l'anima" se no stai veramente imbrogliando chi ti ascolta... c'è tanta gente "PSEUDO PIANISTA DI PIANOBAR" che oltre a mettere su le basi musicali fa anche finta di cantare, un esempio è MY WAY DI SINATRA sentita in CD audio in un locale dove il "FINTO PIANISTA" faceva chiaramente finta di cantarla e di suonarla... questo è veramente vergognoso e proporrei la costituzione di una commissione musicale che vigila per la salvaguardia dell'ascolto di buona musica e per valorizzare i veri professionisti della musica... Più brani conosci meglio è... ma può succedere che qualcuno ti chiede un brano del quale non si ha il repertorio... non devi drammatizzare è chiaro che non puoi conoscere tutto... l'aspetto più bello di questo lavoro è la totale libertà di scegliere fra tutta la produzione musicale del momento i brani che ti piacciono e che pensi sono più adatti al tuo modo di fare musica....non esistono regole.... sei veramente libero di cantare e suonare quello che vuoi e poi in base al tuo stile musicale cerchi di suonare nel locale che è più congeniale alle tue caratteristiche artistiche... Secondo me è importante "AVERE UN PROPRIO STILE, SENZA COPIARE NESSUNO" cioè se canti una canzone di RAMAZZOTTI penso che la devi cantare con la tua voce senza imitare il cantate... è importante che "TU SEI QUEL CHE SEI" in tutti i sensi personalizzando la tua musica e il tuo lavoro. La prima volta che ho usato delle basi musicali è stato alla discoteca CALIGOLA di Siracusa intorno al 93... mentre suonavo Dancing insieme al trio composto da un percussionista e una cantante ho inserito un floppy musicale e mi ricordo che era un brano dancing.... il pubblico ha continuato a ballare e io suonavo la tastiera continuando a cantare e continuando la serata ... si secondo il mio parere i floppy musicali o basi sono molto utili ma vanno personalizzate, migliorate nei suoni, snellite,possibilmente ri-arangiate, sistemate e cancellando gli assoli così li suoni tu.... Non mi piacciono le basi troppo cariche di suoni, non solo ma il basso e la batteria vanno migliorate, insomma devi cercare di personalizzare i suoni. E' anche importante alternare brani live con le basi... una serata eseguita tutta con le basi disturba sicuramente l’ascoltatore. continua Fonte Fancity Agenzia di Acireale Via Piemonte 25/E tel. 095/894774 e-mail: [email protected] "il Punto d'incontro tra le culture non può essere né la mia casa, né quella del mio vicino: esso si trova all'incrocio delle strade, fuori dalle mura, laddove potremmo eventualmente decidere di piantare una tenda per il nostro presente" Raimomn Panikkar I FEDERICIANI Un momento della consegna da parte di S.A. Duca Salvatore Coco, presidente Associazione Cavalieri di Federico II, del Premio Europeo “TINDARI” ph Nuccia Leotta AKIS L'Associazione di Volontariato "Ali nel Silenzio", con il Patrocinio del comune di Valverde nel corso dei seminari, finanziati dal CSVE nell'ambito della Promozione del Volontariato 2006, III° Bando di Idee per la Promozione del Volontariato, informa che sabato 11 novembre, presso la Sala Convegni Comunale di Valverde, Villa Cosentino, Via Del Santuario n.4, sarà trattato il tema: "VOLONTARI E PROTEZIONE CIVILE" Via Paolo Vasta, 20 ACIREALE N O Z Z E In un'attesa di grande gioia ed emozione Mimmo e Sabina Bella hanno celebrato la ricorrenza delle loro Nozze d'Argento nella splendida chiesa di San Mauro a Viagrande. Tanti parenti ed amici e le "bellissime", recentemente attenzionate dal nostro giornale con due interviste, per avere partecipato, negli anni passati, alle finali del concorso di Miss Italia. Nella foto Rossella, i due felici genitori e Maurina. 30 ANNI RADIO ETNA ESPRESSO 1976-2006 d’ A R G E N T O “ESPRESSO FORTE” Caro Direttore... info line 095 891030 SMS – 349 8508509 e.mail : [email protected] [email protected] Storia della Musica Gli CHIC 4 - continua - Tra parentesi Rodgers e Edwards non lavorarono mai con Grace Jones. Produssero solo nel 1986 un suo disco "Inside Story". Il singolo dopo "I want your love" fece anch'esso molto bene a raggiunse il numero 7 nelle classifiche americane. Sia "Le Freak" che "I want your con Marcello Muscuso love" vennero inclusi nel secondo album "C'est Chic" (1978). L'anno seguente il gruppo registrò un nuovo successo "Good Times", e anch'esso presenta un'interessante curiosità. Good Times rappresenta un mito per la disco music perchè è una delle canzoni maggiormente riprese di questo genere. La sua base, fondata su un fantastico giro di basso del solito Edwards, la ritroviamo in Another One Bites The Dust dei Queen e in Rapper's Delight dei Sugarhill Gang. - continua AKIS: Anno II, numero 38 dell’11 Novembre 2006, in vendita a € 1.00 - Editore e Direttore Responsabile: Turi Consoli - Autor. n. 22 del 23/05/2005 del Tribunale di Catania IL GIORNALE Sede e Redazione Akis: via M. di Casalotto 68 -95025 Aci S.Antonio - Tel.- Fax 095 7921786 –347 5382517 - 393 0516617 - e.mail: [email protected] - Site: www.akis-aci.com DEL TERRITORIO Tipografia-Litografia: “ITALGRAFICA” - via F. Guglielmino, 40/A - ACICATENA (CT) - Tel. 095 802962 - Distribuzione e arretrati: 340 7152814 DELLE ACI Elaborazione grafica, fotomontaggi e impaginazione: MP Graphic di Maurizio Pagano - Tel. 347 1433135 - Pubblicità e Redazionali: 328 8115194 6 sabato 11 Novembre 2006 Ufficio Marketing e Pubblicità Akis - Franco Pulvirenti - tel. 328 8115194 - Grafica: MP - 347 1433135 LA RUBRICA SCIENTIFICA a cura del dott. Giovanni Tringali*, dir. dell’Istituto Ricerca Medica e Ambientale di Acireale. I radicali liberi ci fregano rubandoci la giovinezza… e la "politica" c’entra. Il nostro organismo è un complesso laboratorio biochimico e in ogni cellula avvengono costantemente reazioni che richiedono energia e ossigeno. Tutte le cellule viventi, hanno, infatti bisogno di grandi quantità di ossigeno per produrre l'energia necessaria al loro funzionamento. Però se, da un lato, questo processo di utilizzazione dell'ossigeno è vitale per la cellula, dall'altro, produce radicali liberi dell'ossigeno che, essendo fortemente reattivi, causano danni alle stesse cellule che li producono. In pratica lo stress ossidativo causato dai radicali liberi è il rovescio della medaglia delle reazioni biologiche che presiedono alla vita… il prezzo che la cellula deve pagare per utilizzare l'ossigeno. Per chi ha dimestichezza con la chimica il posizionamento degli elettroni all'interno delle molecole ne determina la stabilità ed un composto è stabile se i suoi elettroni sono in coppia; se, viceversa, un elettrone risulta libero, senza partner, può diventare molto reattivo e il composto risulta instabile … in pratica quello che accade nelle "zitelle" in affannosa ricerca del partner! Quando l'ossigeno si combina con l'idrogeno, forma un composto stabile. Ma in altri processi di combinazione dell'ossigeno, rimane spesso una molecola con un elettrone spaiato, che tende o ad acquistare un altro elettrone o a perdere quello dispari, combinandosi con altre molecole. Questa molecola con un elettrone spaiato, è chiamato radicale libero. Esso innesca una serie di reazioni a catena, che tende a produrre altri radicali liberi o superossidi, altamente reattivi. Per avere una vaga idea del danno prodotto dai radicali liberi basta tagliare una mela e lasciarla esposta all'aria: in pochi minuti si assiste al suo imbrunimento a causa di una reazione di ossidazione. Capire come funziona l'ossigeno a livello molecolare, come avviene questa produzione di sottoprodotti tossici per i tessuti e come la cellula si possa difendere dalla loro aggressività chimica, è sicuramente una chiave per una più corretta interpretazione dei fenomeni d'invecchiamento e potrebbe anche spiegare in parte la genesi degli stessi tumori dato che i radicali liberi possono danneggiare il DNA. Purtroppo se vogliamo vivere non possiamo fare a meno dei processi di ossidazione per generare energia vitale; la formazione di radicali liberi è consequenziale ed ogni soggetto ne produrrà di più o di meno, ma ne produrrà comunque. I radicali liberi, molecole altamente reattive, instabili e caricate elettricamente in modo tale che si legano molto facilmente e rapidamente con altre molecole, dando origine a reazioni indesiderate e spesso lesive per le cellule, ci fregano rubandoci la giovinezza dato che a livello cutaneo causano alterazioni di tipo ossidativo a carico del collagene e dell'elastina con una perdita delle loro funzioni fisiologiche e un generale invecchiamento della pelle. Tuttavia le cellule sono in grado di difendersi dall'attacco dei radicali liberi con l'aiuto di sostanze antiossidanti, capaci di neutralizzare l'azione dei radicali di ossigeno e di riparare i danni molecolari. Oggi stanno moltiplicandosi sempre più i prodotti naturali a base di sostanze antiossidanti che, praticamente, non fanno altro che combattere i danni causati dai radicali liberi. Alcuni antiossidanti sono contenuti negli alimenti, altri vengono fabbricati dalle cellule stesse. La cellula dispone di meccanismi di controllo dei radicali liberi, come l'enzima superossido-dismutasi o ricorrendo ad altre sostanze antiossidanti, quali alcune vitamine come il Betacarotene e l'Alfa-Tocoferolo e minerali come, ad esempio, il Selenio. Ma può capitare che per una eccessiva esposizione o per un'esagerata produzione interna di radicali liberi, questi possano sfuggire ai meccanismi di protezione antiradicalica della cellula provocando danni. L'importanza degli antiossidanti per combattere i radicali liberi è ormai universalmente riconosciuta, ma non si conosce ancora completamente il reale meccanismo con cui essi agiscono. Si ritiene che essi riescano a neutralizzare queste molecole altamente instabili, fornendo elettroni aggiuntivi, prevenendo così o limitando le reazioni a catena che provocano danni ai vari tessuti dell'organismo. E' importante notare che i diversi tipi di antiossidanti, idrosolubili o liposolubili, svolgono un'azione sinergica in diversi distretti cellulari. Ad esempio, le sostanze idrosolubili agiscono a livello del citoplasma e vengono poi escrete, mentre quelle liposolubili - come il Betacarotene e l'Alfa-tocoferolo si "installano" nei lipidi della membrana cellulare fornendo uno schermo protettivo nei confronti dei radicali liberi dell'ossigeno. In Sicilia abbiamo un frutto meravigliosamente efficace contro lo stress ossidativo: l'arancia rossa di Sicilia che possiede l'antocianin-3- glucoside una delle più potenti sostanze antiossidanti naturali che si conoscono, tuttavia la scarsa lungimiranza dei politici e l'incapacità degli imprenditori siciliani ha fatto molto più danno degli stessi radicali liberi e la nostra benefica arancia rossa di Sicilia avvizzisce appesa ai rami. *docente a contratto di genetica molecolare presso l'Università di Messina. ph Studio Consoli ACI S.ANTONIO CENTENARIO DELL'ORATORIO PARROCCHIALE MONS. GIOVANNI PULVIRENTI (1906-2006) "Hai un momento Dio" è il tema dell'incontro con don Oreste Benzi, fondatore dell'associazione-comunità "Papà Giovanni XXIII" che, in occasione della celebrazione del centenario dell'oratorio parrocchiale Mons. Giovanni Pulvirenti, mercoledì 25 ottobre, ha creato una serata filo diretto con la musica di Ligabue che collega direttamente a Dio. Gran partecipazione di pubblico, in netta maggioranza giovane, che a lungo ha ascoltato ed applaudito l'ospite nei suoi messaggi di vita e d'amore. Don Benzi è stato chiaro, semplice, diretto a tutti, giovani e grandi, con l'esortazione ad avere più coraggio, a non avere paura nell'affrontare i problemi della vita, con l'invito ad avvicinarsi a Dio attraverso l'amore verso gli altri, verso chi soffre, verso coloro che sono obbligati a vivere nel terrore, nella fame e nell'ingiustizia, verso quelle persone che sono costrette a vendere il proprio corpo per denaro, obbligate da uomini cinici e disonesti. "Il mondo in cui viviamo -afferma don Benzi- è pieno d'insidie, di cattiverie, di malignità, un mondo dove è necessario lottare sempre, perché in ogni parte c'è sempre qualcuno che ti chiama, che ti chiede aiuto, che ha bisogno del tuo amore. Noi tutti siamo chiamati a porgere loro una mano con amore, con affetto, senza mai dimenticare che al cospetto di Dio, siamo uguali, siamo fratelli, siamo tutti figli dello stesso Padre". Tanti gli interventi dei giovani, interessanti, tutti mirati allo stesso fine, l'amore quale filo diretto con Dio. La straordinaria presenza di don Benzi, proprio in occasione dei festeggiamenti del centenario dell'oratorio Mons. Pulvirenti, è stata testimone della presentazione il libro "Aci S.Antonio-La Storia e la fede" del giornalista Salvatore Bella. Lavoro di ricerca che narra la storia del popolo santantonese sin dalle sue origini, la fede, le tradizioni viste attraverso i festeggiamenti in onore del Santo Patrono, con un cenno particolare alla grande festa estiva dell'anno Giubilare Antoniano 2006. L'autore fa dono di copia all'illustre ospite Don Benzi. Chiude l'incontro La parte conclusiva della serata ha visto la partecipazione del Parroco Don Vittorio Rocca che, ringraziando l'ospite e gli intervenuti, si sofferma sul programma d'iniziative lanciate in occasione del centenario, per riprendere un contatto di valori attraverso i sentieri degli oratori che ieri hanno accolto generazioni di giovani, ed ancor oggi si proiettano a diventare centri aggreganti per le nuove, con finalità in linea con i temi del terzo millenStefano Finocchiaro nio, ma, che conducono sempre [email protected] all'amore verso il prossimo. AKIS Gli organismi geneticamente modificati (OGM) oggetto di ricerca all'I.R.M.A. Con una tesi sperimentale sugli OGM si è laureata in Tossicologia dell'Ambiente l'acese Manuela Valastro Dall'iscrizione dell'I.R.M.A. di Acireale all'Albo Nazionale dei Laboratori di Ricerca presso il Ministero dell'Istruzione della Ricerca e dell'Università (MIUR) avvenuta il 12 luglio 2005 l'Istituto acese colleziona la 30^ tesi sperimentale di laurea che il 31 ottobre u.s. ha chiuso la carriera scolastica universitaria della studentessa acese Valastro Manuela. Lo studio sperimentale ha avuto come relatore il prof. Agostino Marrazzo e come correlatori i ricercatori dell'I.R.M.A. Giovanni Tringali ed Elio Insirello. L'istituto di ricerca acese non è nuovo in materia di Organismi Geneticamente Modificati (OGM) avendo già presentato una ricerca al 1° Workshop Interdipartimentale dell'Università di Catania tenutosi presso la Cittadella Universitaria una ricerca in collaborazione con i professori Marrazzo e Ronsisvalle del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche. Le ricerche dell'I.R.M.A. hanno consentito di migliorare le metodiche attualmente a disposizione per l'estrazione di DNA da OGM, così da raggiungere livelli di sensibilità e specificità che consentono di individuare facilmente la presenza di organismi transgenici negli alimenti. La ricerca degli OGM nelle materie prime e negli alimenti o mangimi è quindi un nuovo servizio a disposizione della collettività che si aggiunge agli altri che l'Istituto eroga a utenti provenienti da tutta la Sicilia. Le problematiche legate agli organismi geneticamente modificati non mancano di suscitare polemiche, perplessità e pregiudizi ed il più delle volte i trasgenici vengono eccessivamente criminalizzati. I principali vantaggi degli OGM consistono nella diminuzione dell'uso di pesticidi rendendo le piante resistenti ai batteri o ai virus e nella possibilità di variare le caratteristiche dei vegetali e dei loro frutti rendendoli migliori dal punto di vista organolettico e commerciale. E' opinione diffusa nella comunità scientifica che senza il ricorso a OGM difficilmente si potrà raddoppiare l'attuale produzione di cibo ai fini di potere alimentare gli 11 mila miliardi di persone che, secondo alcune stime, si prevedono per il 2050. Le ditte multinazionali che producono OGM sostengono che le piante geneticamente modificate favoriscono lo sviluppo dei paesi poveri che, a fronte della continua crescita della popolazione, solo l'agricoltura transgenica potrà assicurare. Nel contesto di uno sviluppo sostenibile ed ecocompatibile i prodotti transgenici sono del tutto paragonabili ai prodotti naturali e non comportano alcun pericolo per la salute e per l'ambiente. Tuttavia, il dott. Giovanni Tringali, direttore scientifico dell'istituto sostiene che l'uso di piante trasgeniche può essere ammesso se si impedisce la trasmissione del nuovo gene alle piante naturali attraverso i pollini e la crescita invasiva della popolazione modificata. E' comunque necessario effettuare seri ed approfonditi studi per evitare rischi agli ecosistemi derivati dalla possibile pericolosità delle piante transgeniche nei confronti di altre specie animali, la resistenza dei batteri agli antibiotici e lo sviluppo di specie virali nuove con caratteristiche di virus-resistenza agli antivirali oggi conosciuti. Il ricercatore sostiene che è errato criminalizzare eccessivamente le piante transgeniche ma occorre essere molto cauti e responsabili e considerare le biotecnologie un grande aiuto che può avere l'umanità per superare i rischi dell'iper-antropizzazione mondiale dovuto prevalentemente all'incremento della popolazione dei paesi in via di sviluppo non supportato da analoga crescita delle fonti trofiche con il rischio di non poter più sfamare l'umanità. F.P. LA MADONNA DEI MIRACOLI Chissà a quanti acesi, di passaggio per i viali del cimitero cittadino nella ricorrenza della commemorazione dei defunti, è capitato, volgendo lo sguardo sulla sinistra, entrando dall'ingresso principale (quello antico), di notare una piccola chiesa, che sorge a livello poco più in basso del piano di calpestio. Questo è uno dei luoghi più antichi e venerati della geografia devozionale dell'Aci antico. Al suo interno, infatti, è conservato un pregevole affresco, realizzato - presumibilmente - durante il periodo della dominazione normanna, che rappresenta la dolcissima immagine della Madonna col Bambino Gesù. Proprio al ritrovamento di questa icona è collegata la storia ed il nome dell'edificio sacro, ancora oggi noto come il titolo di "Santuario della Madonna dei Miracoli". Miracoloso fu, infatti, il suo rinvenimento. Narra la leggenda, riportata dal sac. Mariano Panebianco nel suo "Aci antico e moderno", che una notte di un non meglio precisato anno un giovane pastore aveva visto nel cielo una fulgidissima stella, i cui raggi illuminavano un roveto. Ripetutasi l'apparizione nelle notti seguenti, il pastorello, incuriosito, si avvicinò alla macchia di vegetazione che l'astro illuminava così intensamente. Una volta giunto sul posto, però, la stella svaniva come d'incanto, impendendogli di portare a termine la ricerca. Fu così che, chiamato un suo compagno, i due individuarono insieme il punto esatto rischiarato dalla stella: rimossi i rovi e non trovato nulla, continuarono a scavare, convinti, com'erano, che quell'apparizione dovesse avere qualcosa di soprannaturale. Fu così che rinvennero una roccia lavica sulla quale era dipinta la Madonna col Bambino. Ciò non stupisce, se pensiamo che la zona dove sorge attualmente il cimitero comunale è denominata "Sciarelle", termine che bene esprime la particolare orografia del luogo. Il nome, derivante da "sciara", indica, appunto, la forma assunta dalla lava raffreddata, che in questa zona presenta nel suo complesso basse sporgenze. Questo fu, dunque, il primo miracolo, che diede poi il nome al santuario. È probabile che la prima denominazione della sacra immagine sia stata quella, che leggiamo in alcuni documenti, di "nostra Signora delli Mussumechi", dal nome del quartiere dell'antica città di Aci Aquilia nel cui territorio era avvenuto il ritrovamento. Tanti furono i miracoli e le grazie elargite ai fedeli che ben presto le venne dato il nome di Madonna dei Miracoli. Tenendo presente la storia (anche geologica) del territorio, è probabile che quel masso lavico, nel periodo della dominazione normanna, fosse divenuto punto di riferimento per le molte mulattiere che si snodavano nei suoi pressi, così che, col tempo, nacque spontaneo il desiderio di realizzarvi una sacra immagine di Maria, che molte somiglianze presenta con la bella e più famosa icona della Madonna di Valverde (sec. XI). I primi documenti che ci riportano notizie del santuario risalgono, comunque, al XVI sec. Ciò è dovuto, probabilmente, a quella congerie di eventi storici e, soprattutto, naturali, che sconvolsero, a partire dal 1169, il nostro territorio. Se guardiamo, pertanto, la zona del masso avendo presente quel turbinio di episodi (eruzioni, lapilli, ceneri, terremoti, alluvioni) non è poi così peregrina l'ipotesi che la bella icone della Madonna restasse quasi sepolta e del tutto dimenticata nel corso di alcuni secoli, dato che la zona era divenuta assai impervia. Possiamo, ad ogni modo, dedurre l'esistenza di una prima, piccola cappella a protezione della sacra raffigurazione da un antico documento, attraverso il quale si può risalire alla data (presumibile) della sua demolizione. In una deposizione testimoniale, datata 1561, un tale Antonio Longo ricordava che, dodici ani prima, era stata innalzata una "cappella nova": questo ci fa immaginare che, in precedenza, ne esistesse un'altra, più vecchia o più piccola, oramai non più adatta al culto sempre crescente per la Madonna ivi raffigurata. Tale documento fa parte degli atti di un processo, celebratosi nello stesso anno, per stabilire se la chiesetta della Madonna dei Miracoli dipendesse dalla chiesa sacramentale di Aci San Filippo o da quella di Aci Aquilia; il che non era di poco conto. La costruzione di una nuova cappella palesa, inoltre, l'importanza raggiunta dal santuario per la grande affluenza di fedeli ed i proventi che l'autorità ecclesiastica ne poteva trarre. A riprova di ciò, lo stesso Longo "testis iuratus", ricordava che la venerazione e il culto verso quella sacra immagine scavalcava i confini del nostro territorio, dal momento che in quel luogo "ci have stato gran concurso di gente di ogni parte e devozione non solo di Jachi, ma di altri parti di Sigilia". (CONTINUA) Guido Leonardi I laboratori dell’IRMA sono aperti anche la domenica