teleselling, ovvero telefonate moleste. registro opposizioni inutile

Transcript

teleselling, ovvero telefonate moleste. registro opposizioni inutile
TELESELLING, OVVERO TELEFONATE MOLESTE. REGISTRO OPPOSIZIONI INUTILE
Scritto da A.L.
Giovedì 02 Aprile 2015 14:14 - Ultimo aggiornamento Venerdì 29 Maggio 2015 09:35
Si scrive teleselling, ma si legge chiamate indesiderate a tutte le ore, di giorno e di notte, per
estorcere contratti di cui non si hanno ben chiare informazioni, clausole e prezzi. Un
martellamento telefonico da cui nessuno si salva e che da anni insidia la vita degli italiani
costretti a subire un marketing selvaggio e aggressivo che propone “offerte imperdibili dal sicuro
risparmio” sulla bolletta del telefono fisso, del cellulare e sull’abbonamento per i servizi televisivi
via satellite a pagamento. Peccato, però, che queste telefonate violino le nuove tutele sui
diritti dei consumatori nelle vendite a distanza, in vigore dal 13 giugno 2014. A rilevarlo nei
giorni scorsi è stato il garante della concorrenza che ha avviato cinque procedimenti istruttori
nei confronti di Fastweb, Vodafone, Telecom, H3g e Sky Italia, in cui viene ipotizzata proprio la
violazione delle nuove disposizioni che hanno introdotto specifici requisiti di forma per la validità
del teleselling.
La normativa, aggiornando il Codice del consumo
del 2005 che non prevedeva regole ad hoc per questi contratti sottoscritti direttamente a casa
del consumatore, per strada, presso alberghi, fiere e, ovviamente al telefono, ha infatti imposto
la necessaria conferma scritta dei contratti conclusi per telefono, imponendo che la
sottoscrizione non vincoli chi riceve telefonate promozionali, se alla chiamata non fa seguito un
contratto scritto che contenga tutte le informazioni utili al consumatore in modo chiaro e
dettagliato e che ha effetto solo dopo esser stato accettato e firmato per iscritto, anche con
firma elettronica.
La giungla del mondo delle
vendite telefoniche è, quindi, nuovamente rientrata nel mirino dell’Antitrust che, questa volta,
per fare chiarezza avrà anche il supporto del Gruppo Antitrust del Nucleo Speciale Tutela
Mercati della Guardia di Finanza che sta svolgendo ispezioni nelle sedi di Roma e Milano dei 5
big. L’ennesima lotta contro questo fenomeno che, oltre a demoralizzare il singolo
consumatore, ha sfiancato anche il Garante della Privacy. In una recente intervista, infatti,
Antonello Soro, paragonando il telemarketing illecito “a un’idra a sette teste”, lo ha anche
definito “una barzelletta”, visto che nonostante normative, leggi, sanzioni, disposizioni, regole e
campagne d’informazione per debellarlo, poi nulla cambia. “Le aziende – spiega Soro –
confidano in un uso molto aggressivo del marketing. Pensano che fare tante pressioni sul
consumatore sia conveniente e poi la crisi li spinge a tagliare sui costi del call center, con gli
operatori che diventano sempre più maleducati”.
E le denunce dei consumatori non mancano. “A 8 mesi dall’entrata in vigore della Consumers
Right, le aziende – spiega il Movimento Difesa del Cittadino – non hanno fatto nulla per mettere
a norma i propri processi di vendita a distanza e tutti continuiamo a ricevere intrusioni non
gradite da chi cerca di piazzare servizi e prodotti”. Telefonate che, addirittura, si trasformano in
stalking, come nel caso di centinaia di abbonati che hanno protestato per la ricezione di 10/15
telefonate di seguito ma “mute”, nelle quali – una volta risposto – non si viene messi in contatto
con alcun interlocutore. Vengono fatte dai sistemi automatizzati di chiamata che generano un
numero di telefonate superiore agli operatori disponibili per eliminare i tempi morti dei call
center.
Del resto il meccanismo del teleselling è facilissimo e rappresenta da sempre la gallina dalle
uova d’oro: con appena 5 centesimi a recapito, le aziende comprano tariffari completi di nome,
cognome e numero di telefono da contattare per vendere qualcosa, che sia un abbonamento o
un prodotto. I nominativi, poi, finiscono in una catena complessa di società che se li scambiano
1/2
TELESELLING, OVVERO TELEFONATE MOLESTE. REGISTRO OPPOSIZIONI INUTILE
Scritto da A.L.
Giovedì 02 Aprile 2015 14:14 - Ultimo aggiornamento Venerdì 29 Maggio 2015 09:35
e, via via, i dettagli aumentano: sesso, professioni, preferenze e status sociale. Un identikit
illegale, dal momento che la normativa del teleselling prevede che possano essere contattati
solo i consumatori che hanno espressamente dato il loro consenso. Invece, queste liste sono
composte perlopiù da numeri che compaiono negli elenchi telefonici pubblici, da quelli presenti
illegalmente su Internet e dai nominativi di chi, magari, compila un modulo per partecipare a un
concorso sul web o attiva una carta fedeltà e, senza accorgersene, firma anche il consenso
all’utilizzo dei propri dati personali per scopi pubblicitari.
Far valere i propri diritti è, quindi, un’impresa anche perché le regole approvate fin qui sono un
po’ spuntate, come nel caso del Registro delle opposizioni nato due anni fa e tenuto dalla
fondazione Bordoni controllata dal ministero dello Sviluppo Economico, che al primo marzo
2015 contava 1.354.007 numerazioni intestate a cittadini che hanno manifestato il diritto di
opposizione alle chiamate di telemarketing. Il meccanismo di base dovrebbe essere semplice:
se ci si iscrive, non si dovrebbero mai ricevere telefonate pubblicitarie. Ma questo strumento,
tuttavia, non tutela i numeri di telefono fissi e quelli dei cellulare non iscritti all’elenco. Contatti
che, quindi, possono essere chiamati se si trovano illegalmente altrove. E nulla cambia se al
call center si chiede di cancellare il nominativo. Del resto le Associazioni dei consumatori hanno
espresso sin dall’inizio profonde perplessità sulla disciplina, sostenendo che la logica è
sbagliata: sarebbe, infatti, bastato prevedere l’iscrizione ad un Registro solo da parte degli
interessati a ricevere telefonate al proprio domicilio anziché il contrario.
Ultima arma che si ha a disposizione nel caso di telefonate pubblicitarie indesiderate,
nonostante ci si sia iscritti al Registro delle opposizioni o non si abbia mai dato il consenso, è
mandare una segnalazione al Garante della Privacy tramite due moduli, uno per le utenze
riservate, l’altro per le utenze iscritte al Registro. Poi, una volta verificato che la segnalazione
contiene elementi sufficienti, il Garante avvia l’accertamento sul rispetto della normativa in
materia, rivolgendosi alle società che, direttamente o indirettamente, hanno effettuato la
promozione telefonica. E, accertata la violazione, l’Autorità interviene anche con sanzioni che
vanno da 10mila a 120mila euro.
Fonte:http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/01/chiamate-telefoniche-indesiderate-come-non-fin
iscono-registro-opposizioni/1554440/
2/2