Dicembre 2008 - Azione Cattolica Lesina
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Dicembre 2008 - Azione Cattolica Lesina
ANNO III - NUMERO 2 (10) - DICEMBRE 2008 Le fasce sono simbolo del nascondimento di Dio, velano la sua presenza perchè la sua luce non accechi i nostri occhi. Saranno ritrovate nel sepolcro, per terra, quando lui, il Signore, avrà sconfitto la morte e dichiarato abolite tutte le croci. Ma da quando Maria le ha utilizzate per la prima volta quella notte, suo figlio non ha mai smesso di utilizzarle. Ancora oggi continua a giacere avvolto in fasce. Qui, se per poco ci mettiamo a "sbendare", le scoperte si infittiscono paurosamente: migliaia di volti spauriti a cui nessuno ha mai sorriso; membra sofferenti che nessuno ha accarezzato; lacrime mai asciugate; solitudini mai riempite; porte a cui mai nessuno ha mai bussato. e si potrebbe continuare all'infinito con un interminabile rosario di sofferenze. E' qui che Dio continua a vivere da clandestino. A noi il compito di cercarlo; di cominciare a bazzicare certi ambienti non troppo piacevoli, oltre la sacrestia; di lasciarci ferire dall'oppressione dei poveri, prima di cantare le nenie natalizie davanti al presepio. Guardare oltre le fasce, riconoscere un volto, ritrovare trasparenze perdute, coltivare sogni innocenti: non è un andare incontro alla felicità? don Tonino Bello Fiori tra le rocce Giornalino del settore Giovani dell’Azione Cattolica Don D. Lombardi - Lesina Distribuzione gratuita ad uso interno degli associati - www.azionecattolicalesina.it Pagina 2 Onda Giovani Settore Giovani di AC L’ACR RIPARTE CON LA PRIMA FESTA DELL’ANNO ASSOCIATIVO: LA FESTA DEL CIAO! ECCO COME L’HANNO VISSUTA I PROTAGONISTI: I RAGAZZI! 1) Cos'è la Festa del Ciao? La festa di tutti!! Dove abbiamo giocato, ballato e cercato i nostri desideri (Carmen 2^elementare.) È l'amicizia… è ritrovarsi con tutti gli amici (Lucia 3^elementare.) È giocare… stare tutti insiemi (Giuseppe e Primiano - 4^elementare.) La festa in cui salutiamo tutti! (Valentina 2^elementare) L'inizio dell'ACR (Marco - 1^media) La festa per dare il benvenuto ai nuovi bambini e segna l'inizio dell'ACR (Federica - 3^media.) È l'ultima festa dell'ACR… ops! La prima!!! (Monica - 3^media) 2) Cosa ti è piaciuto di più della Festa del Ciao? POPUP! (Alice 1^elementare) Il gioco dell'orologio (Martina 4^elementare) Il gioco “Acchiappa la Canzone” (Simona 1^elementare.) Il gioco della bandierina (Alfonso 4^elementare) Il gioco dei desideri: dovevamo trovare dei simboli che rappresentavano i nostri desideri (Federica 3^ media) Il gioco “ce l'ho ce l'ho ce l'ho” (Monica 3^media) 3) Come hai vissuto questa festa? Meglio degli altri anni perché eravamo i più grandi e abbiamo anche aiutato gli educatori con i bambini più piccoli (Federica 3^media) Boo!!! Quest'anno è stato più interessante, più bello…perché non ho fatto niente! A parte gli scherzi, è stato bello perché siamo andati alla ricerca dei nostri desideri!( Monica 3^media) AVVENTO IN ACR: LEGA IL TUO CARRO A UNA STELLA “ Lega il tuo carro a una stella” è una espressione di Leonardo da Vinci che invita a rivolgere lo sguardo non a terra, ma alle stelle: chi guarda in basso vede solo gli ostacoli che deve superare trasportando il suo carro; chi guarda le stelle vede oltre gli ostacoli e procede sereno verso la meta che desidera raggiungere. Tratto dal sussidio …MI BASTI TU! AZIONE CATTOLICA DEI RAGAZZI 2008/2009. Settore Giovani di AC Onda Giovani Pagina 3 ABBIAMO MAI GUARDATO IL PRESEPE PENSANDO CHE... …E NASCE GESÙ… convinzione così potente, con una certezza che non “ Il Natale è un dramma! ” Ce lo ricorda un caro amico lasciava posto a nessuna specie di dubbio che, dopo di per richiamarci un fatto: la scelta di Dio di farsi uomo nel allora, nessun ragionamento, nessuna circostanza grembo della Vergine Maria. A Natale il Mistero entra della mia vita agitata hanno potuto scuotere la mia nella storia per darci l'unica cosa indispensabile: il fede ne toccarla.[...] Ma era vero? Era proprio vero! rapporto con Dio che ci ha fatto. Ed entra con una Parola Dio esiste, è qui. È qualcuno, un essere personale alta, con la sua presenza reale nell'Eucaristia, con il suo come me! Mi ama, mi chiama. Le lacrime e i singulti corpo che è la Chiesa. Perciò il Natale non è una erano spuntati [...]. è vero - lo confesso con il collezione di azioni buone e io cristiana non posso dargli centurione sì, Gesù è il Figlio di Dio. Era a me, Paul, solo questo valore sociologico. Cristo è il mistero che egli si rivolgeva e mi prometteva il suo amore”. dell'incarnazione di Dio, nato uomo tra uomini per Il racconto di Claudel, della sua nascita nel giorno della rendere l'uomo più UOMO; non è l'insieme di tutti i Nascita per eccellenza, mi provoca per la verità delle sue valori condivisibili. Si condividono i valori di un grande parole, della sua consapevolezza del Natale, del Mistero, poeta, un grande uomo politico, un grande Nobel, un di Cristo. A me che ho sempre avuto il culto del Natale, grande Santo, un grande scienziato, un grande filosofo, che ho fatto sempre la u n g r a n d e novena a casa con economista, un mamma e i miei grande presidente, un fratelli intorno al grande fascista, un presepe, che so cosa è g r a n d e l'avvento, che non comunista…ma sono mai andata al pub Cristo non è un alla vigilia, che mi son valore. impegnata per gli altri, “E si mette nudo tra che…pensavo di le nostre braccia, sapere molto e tutto di questo fragile Cristo ma che non ho bambino dal quale mai sussultato: Cristo San Paolo dice è una persona. Mi venire ogni sbalordisce che il paternità. Egli non Bambino “è venuto a comanda più. soddisfare questo Chiede. Ci fa sapere bisogno, a porre la che ha bisogno di soddisfazione tra le nostre mani; è venuto per essere noi, che la sua debole mano cerca come può il nostro solo sufficiente a questo bisogno essenziale e unico del cuore. Egli cerca di risvegliare in noi una parentela nostro essere, che è la soddisfazione. È venuto per indispensabile, irresistibile. Si direbbe che abbia aggiungersi, per aggiungersi a noi. Il Figlio di Dio, è dimenticato di essere Dio, e che solo sulle nostre venuto a portare anche a noi di che essere figli di labbra voglia farselo dire. Si dà a pesare. C'è un Dio, Dio”. tra le braccia della sua creatura che si rende conto di Tante parole, concetti, gesti ripetuti, iniziative, prediche quel che Egli pesi. Ed io, uomo, io sostengo Dio. Io lo ma nessuna parola mai come questa di Claudel, mi ha tengo, lo sostengo, lo contengo: nulla c'è in Lui che mi spiegato, come ad un bimbo l'abc, che quando Dio ha sfugga. Io lo porto, lo sopporto e l'apporto”. assunto la forma umana “ha commesso un abuso “Ebbene!... Dio, il Perfetto, l'Essere intollerabile”, un atto d'ingiustizia “Egli è venuto a incomunicabile… Ha chiesto a una creatura quale derubarci di quel diritto al Nulla che, dopo il peccato noi siamo di condividere il suo cuore. Ha avuto originale, costituisce il nostro più luminoso capitale bisogno di questa creatura, e grazie a lei al centro d'impianto”. E' per me rivoluzionario, perché mi rende della Storia si innalza Qualcuno di inaudito, che non consapevole della miseria che sono ma della grandezza a si dichiara più solamente figlio dell'Uomo, ma Figlio cui devo tendere. di Dio”. Allora quest'anno rivolgo a me stessa un augurio: stare Sono le parole di Paul Claudel che si è convertito davanti al presepe non con la nostalgia di un ricordo ma entrando per caso la notte di Natale nella Cattedrale di con la contemplazione di un occhio che desidera Nòtre Dame de Paris ascoltando il Magnificat: “ Io ero l'incontro con Cristo uomo. Sarà stato questo lo sguardo in piedi tra la folla [...]. In quel momento capitò e il cuore di San Francesco davanti a quella semplice l'evento che domina tutta la mia vita. In un istante il rappresentazione del presepe (Greccio 1223) che è mio cuore fu toccato e io credetti. Credetti con una diventato un miracolo? forza di adesione così grande, con un tale Ermelinda Augelli innalzamento di tutto il mio essere, con una Le parole in grassetto sono di Paul Claudel. Pagina 4 Onda Giovani Settore Giovani di AC DOPO LA PARTENZA DI SUOR CLARA LA COMUNITA’ DELLE DOROTEE SI ARRICCHISCE DELLA PRESENZA DI SUOR ADELINA. ALLE SUORE. Tutta la comunità parrocchiale di Lesina ha salutato, anche con qualche lacrima, il ritorno a Brescia di suor Clara. Lei che ha conosciuto tutte le generazioni di lesina, le nostre nonne, mamme, giovani, ragazzi e bambini proprio per il suo impegno educativo nella scuola materna, al catechismo, in parrocchia e per il suo sostegno alle mamme e perciò alle famiglie. Paziente, calma ma instancabile nonostante i suoi anni. Come potrebbe la comunità dimenticarla? E come potremmo dimenticare, noi educatori di ACR la sua disponibilità e puntualità ad aprire l'asilo per accoglierci, il suo sostegno a tutte le nostre attività, la sua contagiosa calma nei nostri movimentati incontri accierrini, la sua discreta attenzione per ognuno di noi, la sua presenza? Cara suor Clara giunga fino a Brescia il nostro grido: “Suor Clara ci manchi”. Invece vogliamo dare il nostro caloroso benvenuto a suor Adelina. Non vogliamo soffermarci sulle emozioni che un inizio può suscitare ma sulla sua disponibilità a condividere la propria vita con la nostra, con umiltà e grande entusiasmo. Sei, anzi siete, esempio di un grande SI. Lesina tutta ha bisogno della vostra presenza, della vostra vita consacrata, del vostro carisma, della vostra parola semplice ma che guida. GRAZIE. La redazione SONO RIPRESI GLI INCONTRI DEL GRUPPO STORICO DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE PARROCCHIALE: IL GRUPPO DELLE DONNE. L’APPUNTAMENTO E’ OGNI GIOVEDI’ ALLE 16:00 PRESSO LA SEDE IN VIA REGINA ELENA N.4. LA PRIMA LETTERA PER LA NOSTRA REDAZIONE. A PRIMA VISTA SEMBRA UN CASO DISPERATO, MA...NIENTE PAURA: BASTA IMPARARE A SOGNARE. Cara direttrice, sono una ragazza di 18 anni, frequento l'ultimo anno di scuola e cerco di vivere al meglio la mia vita. Ultimamente a causa di “strani” avvenimenti personali, mi sono accorta che dedico gran parte del mio tempo ad ascoltare i problemi degli altri (non che non abbia voglia), senza esporre i miei. Non mi è mai piaciuto parlare troppo di me, questo è un lato negativo del mio carattere, non riesco ad aprirmi agli altri ma soprattutto a me stessa. Anche quando ne sento il bisogno, non lo faccio per paura di disturbare, di essere invadente, per questo ho deciso di inviarti questa lettera, non perché tu mi aiutassi, ma semplicemente perché mi ascoltassi. Mi sento una ragazza paranoica che affonda nei suoi problemi, dai quali non sa risalire da sola; mi rendo conto che sono un vero fallimento in tutto quello che faccio: ebbene si, non sono soddisfatta di me stessa. Adoro le cose che faccio, solo che le faccio nel modo sbagliato; non so più cosa fare , sto sbagliando tutto. Ci sono tante persone intorno a me che mi vogliono bene e cercano in qualche modo di aiutarmi, ma non è l'aiuto che cerco! E' brutta questa cosa ma non ho bisogno di sentirmi dire quello che devo fare perché lo so già, ma avrei bisogno di essere sostenuta e seguita; ma questa è una richiesta assurda perché chi rinuncerebbe al proprio tempo per darlo a me? Come vedi sto abbastanza sotto e come sempre devo farmi forza da sola e riuscire a sistemare ogni cosa; credo proprio che nemmeno io ho tempo per i miei problemi. In questo tempo di Avvento voglio preparare me stessa in modo che dentro di me possa nascere qualcosa come in quella famosa notte. ANONIMA IMPARARE A SOGNARE. Impara a sognare, cioè a vivere pienamente: i sogni non devono realizzarsi tutti, ma devono e possono spingerti oltre, portarti avanti, darti e conservarti il coraggio di sognare. Così non correrai il pericolo Di fermarti stanco sul ciglio della strada, ma crederai di più nelle tue ali anche quando per paura non hai il coraggio di spiccare il volo. Oggi prova a volare! Cosa sogni? Questo ti dice chi sei Molto meglio di ciò che fai. Dimmi cosa sogni e ti dirò chi sei! Siano grandi, coraggiosi, colorati i tuoi sogni, non ridimensionarli mai, non venderli e non svenderli mai! Niente è mai scontato in te E i tuoi sogni lo dimostrano! Abbi il coraggio di sognare, allora, e se vuoi conoscerti davvero guarda sempre ai sogni che hai e per i quali sei sempre pronto ad investire in speranza, non una volta soltanto, ma tutti i giorni Settore Giovani di AC Onda Giovani Pagina 5 L’AZIONE CATTOLICA HA PROMOSSO IL PELLEGRINAGGIO PARROCCHIALE A ROMA IN OCCASIONE DELL’ANNO PAOLINO. ECCO CHE EMOZIONI HA SUSCITATO: UN GIORNO A ROMA Forse le parole poco riescono a carpire quale è stato il vero significato del mio pellegrinaggio a Roma. A dire il vero tutto è iniziato come un semplice viaggio per conoscere quei luoghi sacri di cui tanto si parla e se ne vedono immagini in abbondanza. Io non sono mai stata a Roma, quindi quale occasione migliore se non quella intrapresa dall'Azione Cattolica di Lesina per ripercorrere, nell'anno Paolino, i passi fondamentali dell'”apostolo dell'estensione” nella sua lunga e dinamica vita al servizio di Dio? Una volta entrata nella Basilica di San Pietro, la mia anima è stata scossa profondamente. Ho vissuto momenti di vera ed intensa spiritualità in cui mi sembrava non solo di vivere ma anche di toccare realmente con mano tutto ciò che è stato per me un mondo parallelo in cui io vivevo cosciente di ciò che è ed è stata la figura di Cristo nella mia vita, ma senza mai soffermarmi in modo concreto su cosa potesse veramente significare essere sua figlia e quindi una vera credente. Interrogare il mio Io interiore ha rappresentato un vero toccasana per il mio cuore e il mio Spirito!! Nel pomeriggio abbiamo visitato la Basilica di San Paolo Fuori le Mura e la Chiesa delle Tre Fontane dove si è consumato il martirio di San Paolo. La visita di questi luoghi sacri ha risvegliato in me l'entusiasmo e la voglia di sapere, di scoprire quale messaggio di fede quei luoghi volevano trasmettermi. Sono uscita da un lungo torpore che per anni ha assorbito parte della mia vita, sempre in movimento sì, ma mai protesa verso la vera meta e cioè l'incontro reale e amorevole con Gesù. E' proprio vero che chi cerca trova!! Dobbiamo avere solo il coraggio di farlo, di metterci continuamente in discussione, e pregare Dio affinché ci dia sempre la forza e la volontà di non abbandonare mai la strada che ci conduce a lui. In quella piccola cappella dove don Salvatore ha celebrato la Santa Messa, mi sono messa in reale confronto con quello che veramente cercavo, ed ho ringraziato Dio per essersi rivelato con tutto il suo amore e la sua misericordia. Ho vissuto momenti di pura commozione e non nascondo di avere anche pianto… Eravamo tutti vicini, raccolti in solenne preghiera, pronti ad accogliere con gioia il messaggio che il nostro sacerdote ci stava inviando: “Avere sì la fede e conservarla gelosamente nel proprio cuore, ma avere anche il coraggio, come San Paolo fece in un periodo di grandi persecuzioni cristiane, di esternare con entusiasmo e senza timore, il nostro credo in Cristo e nella sua Chiesa.” Ed eccomi qua a raccontare con il cuore in mano, la mia esperienza di fede, un cammino spirituale iniziato e pronto a cambiare le pagine nel libro della mia vita, un viaggio che mi ha fatto vivere momenti di profonda riflessione e che mi ha dato quella carica in più per gridare con tutte le mie forze che “Dio è vita e amore” e che senza di lui nulla ci è possibile, nemmeno di vivere… Un grazie sincero a don Salvatore e ai ragazzi dell'A.C. di Lesina! Maria Grazia Ricciardi. PER LA REALIZZAZIONE DI QUESTO GIORNALE ABBIAMO AVUTO IL SOSTEGNO ANCHE DI CINZIA E FRANCO Pagina 6 Onda Giovani Settore Giovani di AC NON COME UN DONO DA FARE AI POVERI, MA COME UN DEBITO DA PAGARE E UN DONO DA RICEVERE. DA LETTERE DI DON LORENZO MILANI PRIORE DI BARBIANA PER LA SETTIMANA DELLA CARITA’ I GIOVANI DI AC HANNO PARTECIPATO ALLA COLLETTA ALIMENTARE. APPUNTAMENTO FISSO PER I GIOVANI DI AC “L'ingiustizia sociale non è cattiva perché danneggia i poveri, ma perché è peccato, cioè offende Dio e ritarda il suo Regno.” È con queste parole di don Milani nel cuore, che anche quest'anno noi giovani di Azione Cattolica abbiamo dato “le nostre mani” per la giornata nazionale della Colletta Alimentare, che ormai da diversi anni viene svolta in Italia. Come l'anno scorso, noi di lesina abbiamo dato il nostro contributo in uno dei mag giori neg ozi di Sannicandro. Questo è il terzo anno in c u i a d e r i a m o all'iniziativa: nei principali negozi coinvolgiamo la gente che ha voglia di fare qualcosa di utile per chi ha bisogno donando parte della propria spesa. S i n c e r a m e n t e q u e s t ' a n n o, q u a n d o Roberto ci ha annunciato la giornata, ho accolto la notizia con addosso un senso di indifferenza, quasi come se fosse scontato che anch'io dovevo esserci, ma senza capire il senso della mia presenza. Sabato mattina, avevo un mucchio di faccende da sbrigare, avrei potuto benissimo fare a meno di esserci, eppure non so perché, c'è stato qualcosa che mi ha spinta a farmi in quattro per dedicare almeno un po' del mio tempo alla Colletta…e sinceramente ne è valsa la pena! Quante volte diciamo che il tempo a nostra disposizione non è mai abbastanza, ci lamentiamo per i mille impegni, senza renderci conto che il tempo che ci viene offerto è “tempo di grazia”. Per cui cosa c'è di meglio che dare un pò del nostro tempo per qualcosa che aiuta r e a l m e n t e ch i h a bisogno gratificando anche noi stessi? C'erano un mucchio di persone a dare la loro mano per la raccolta, eppure quando sono arrivata (con un'ora di ritardo) ho sentito l'utilità della mia partecipazione, mi sono diver tita e soprattutto entrando nel negozio con Roberto, ho capito il vero senso di questo gesto che stava diventando in questo terzo anno qualcosa di meccanico e “indifferente”. I sorrisi delle persone, i loro GRAZIE, per qualcosa di cui loro stessi dovevano essere ringraziati, non passano inosservati, agli occhi di nessuno. E poi il risultato concreto, crisi finanziaria e aumento prezzi a parte, che le tante persone che si sono impegnate hanno reso possibile. Per cui tutto quello che posso dire è solo grazie! Anna Lisa Mimmo MACELLERIA ORTOFRUTTA PEDICILLO C.so Umberto I, n. 6 - Lesina (FG) Settore Giovani di AC Onda Giovani Pagina 7 LA QUESTIONE EDUCATIVA E’ NEL DNA DELL’AZIONE CATTOLICA. INCONTRO CON CHI NE HA FATTO UNA RAGIONE DI VITA. L'EDUCAZIONE VIEN... SPERANDO! Il prof. Nembrini ancora una volta ci ha stupiti e colpiti come ogni volta che andiamo ai suoi incontri. Il 28 novembre ci siamo precipitati a San Severo, ben in anticipo, per incontrarlo, con la paura di non trovare posto a sedere o di arrivare tardi. Raccontandoci episodi e fatti reali vissuti nella sua quotidianità, Franco Nembrini ci ha parlato dell'educazione, qualcosa che ci appartiene e caratterizza non in quanto educatori, genitori o insegnanti ma in quanto uomini. Spesso noi consideriamo i ragazzi che ci sono affidati come dei recipienti vuoti da riempire di tutte le nozioni di cui disponiamo, che abbiamo appreso nella nostra vita. Crediamo di fare loro un dono grandissimo insegnandogli l'educazione, per questo andiamo in tilt quando ci rendiamo conto che non ci ascoltano o che non fanno quello che noi diciamo. Questo capita spesso anche a me con i bambini di terza elementare durante gli incontri di ACR...conseguenza scoraggiamento e disperazione! E ammetto che il prof. Nembrini mi ha illuminato! Educare significa accompagnare, vivere con loro e incontrarli personalmente: è solo così che puoi trasmettere loro le cose belle che tu vivi. Dopotutto Cristo ha fatto la stessa cosa con i suoi dodici apostoli. Il prof. ci ha dato testimonianza diretta del significato dell'educazione, raccontandoci della sua infanzia. Lui è il quarto di dieci figli e i suoi genitori erano gente semplice e affatto ben istruita. Ed è parlandoci dei suoi genitori che ci ha dimostrato che per educare non c'è bisogno di “avere un team”, cioè di essere super attrezzati di psicologo, dietologo, sociologo...e chi più ne ha più ne metta! Il segreto dell'educazione, com'è stato per sua madre e suo padre è: non avere il problema dell'educazione. Così il papà del prof. Nembrini non sapeva niente di scienze, geometria, grammatica o quant'altro... ma sapeva del senso della vita, del bene e del male, del giusto, di ciò che davvero conta per vivere: “Mio padre sapeva dove metteva i passi”. Un'immagine impressa nella sua mente è quella del padre che la sera entrava nella stanza dove dormivano lui e i suoi fratelli, si inginocchiava e iniziava a pregare, senza imporre nulla. Anzi, se uno di loro non aveva voglia di pregare, il padre gli diceva: “Prego io anche per te!” senza rimproverarlo. “Le parole sono quasi sempre di troppo, serve la testimonianza”. Un esempio evidente lo abbiamo nel Vangelo con la parabola de “Il figliol prodigo”. Il prof ha spinto la nostra attenzione non sul finale ..e vissero tutti felici e contenti, ma sulla parte iniziale: il figlio se ne frega di tutto, del padre, della casa, dei valori e va' a spendere quello che ha, con le prostitute, va a buttarsi via! E il padre resta, si ferma sulla soglia della libertà di suo figlio. Oggi invece il padre ad un tale comportamento agirebbe in due modi: o chiudendo porte e finestre e impedendo al figlio di uscire, perdendolo per sempre; oppure dicendogli: “Vengo con te!”, così che quando il figlio torna a casa non trova nessuno. Invece bisogna scommettere sulla libertà dei figli e rappresentare per loro un punto fermo, perché quello che i figli vogliono è sfidare i genitori per vedere se resistono nonostante i loro comportamenti. E io che sono una figlia... ve lo assicuro davvero! Inoltre un'espressione che può racchiudere in sé il vero significato dell'educazione è: “Papà assicurami che vale la pena venire al mondo”. E' questa la domanda che fanno i ragazzi, i bambini, i giovani incrociando lo sguardo degli adulti, di coloro che hanno vissuto qualche anno in più rispetto a loro. Bisogna educare per far capire loro che c'è una ragione buona per venire al mondo. Perché i figli ai loro genitori perdonano qualunque errore, mancanza e incoerenza, ma non l'assenza di speranza. Titti Brattoli. LOMBARDI MARIA Via Carducci, n. 2/2 - Lesina (FG) Pagina 8 Onda Giovani Settore Giovani di AC IL RACCONTO DELLE ORIGINI DI UNA PROCESSIONE CON LA SPERANZA CHE DIVENTI UNA TRADIZIONE. COME E' NATO IL PELLEGRINAGGIO A S.MARIA DI RIPALTA. Era la sera del 27 luglio 2007 e mi trovavo in mezzo alle fila della "Compagnia di S.Nazario", cosi viene denominato il gruppo dei pellegrini che a piedi da Lesina e da Poggio Imperiale si recano per devozione al Santuario di S.Nazario. Fui avvicinato dalla sig.ra Maria Murano, intenta come ogni anno ad aiutare i fedeli nella marcia, e mi propose di collaborare all'organizzazione del primo pellegrinaggio in onore della Madonna di Ripalta che si sarebbe tenuto il 12 settembre dello stesso anno. Quella mattina alle sei, con al collo la preghiera scritta e dedicata dal nostro compianto arciprete Don Domenico Lombardi a S.Maria di Ripalta, partimmo accompagnati da Suor Enrica e dal gruppo "Rinnovamento nello Spirito Santo", recitando il Santo Rosario e cantando canti mariani. Giungemmo quindi a Ripalta dove Don Matteo De Meo, allora parroco di Lesina, ci attendeva e con lui ci preparammo ad accogliere S.E. Monsignor Lucio Renna che ufficiò la Santa Messa. Dopo ci fu la processione accompagnata dalla banda musicale e dallo sparo di mortaretti. Quest'anno abbiamo ripreso il pellegrinaggio, la Santa Messa è stata concelebrata da Don Josè e da Don Michele Di Leo. Ci auguriamo che il prossimo anno saremo ancora più numerosi in cammino verso la nostra Madre Celeste. Ringrazio la sig.ra Primiana D'Apote (nota a tutti come "Nuccia") che ha immortalato alcuni momenti con queste foto da lei gentilmente prestate, l'Amministrazione Comunale che ha acconsentito ai Vigili di scortarci e tutti coloro che hanno contribuito a realizzare tutto ciò. Marcello Specchiulli www.azionecattolicalesina.it Settore Giovani di AC Onda Giovani Pagina 9 IL RITIRO DELLA PASTORALE GIOVANILE. COSA STIAMO ASPETTANDO? Manca pochissimo tempo al Natale e noi, che non vediamo l'ora che arrivi, ci prepariamo a viverlo nel migliore dei modi così che resti un Natale indimenticabile. Noi giovani di Lesina che frequentiamo il gruppo della pastorale giovanile ci siamo presi un giorno per riflettere bene su cosa sta per succedere; siamo andati a Sannicandro, in una scuola gestita da suore. Abbiamo svolto diverse attività e la prima è stata quella di individuare il nostro umore del momento tra tanti fogli dove erano scritte tante parole indicanti diversi stati d'animo. Subito dopo aver condiviso questa attività, don Salvatore ci ha detto di chiudere gli occhi e di immaginarci in un certo tipo di situazione in cui eravamo in ansia per qualcuno di importante che stava arrivando (proprio come accade realmente). Riaprendo gli occhi sono stati molti e diversi i commenti a caldo. Abbiamo ricevuto anche come provocazione il vangelo dell'annunciazione, e quindi abbiamo riflettuto molto su quel brano. La mia riflessione si è concentrata soprattutto sul desiderio che c'è in questo momento nel mio cuore, ormai presente da un sacco di tempo. Ho pensato al perché non riesco a realizzarlo, se ci credo abbastanza…Sono una ragazza alla ricerca di Dio sempre e penso che se lo riconosco mi aiuterà a realizzare il mio desiderio e mi aiuterà di sicuro a fare tante scelte giuste, cambiando la mia vita.. Alla fine abbiamo celebrato la Messa e siamo corsi subito a mangiare, un pranzo ottimo preparato dalle suore, e per digerire meglio abbiamo fatto in modo di divertirci e ricordarci questa giornata per sempre…P.S. un GRAZIE particolare a Don SSS (don Salvatore), a Suor Adelina, Maria e Primiano che hanno “lavorato per noi”…!! Primy Iannacone. PER LA SETTIMANA DELLO SPIRITO CI SIAMO INCONTRATI IN ASSEMBLEA, PRIMA A LIVELLO DIOCESANO, POI A LIVELLO PARROCCHIALE. ERRATA CORRIGE: nel numero di Ottobre di OndaGiovani l’articolo della rubrica sui Santi di Giuseppe Fabio Ciccomascolo è stato erroneamente attribuito a Giulia Augelli. Mentre in un numero ancora precedente un articolo dello stesso autore non è stato addirittura pubblicato per una grossolana svista. Dopo le vibranti proteste dell’interessato, che ha a più riprese minacciato di lasciare la redazione, senza peraltro spaventare nessuno, ci siamo decisi a rendere a Cesare quel che è di Cesare e a Cicco quel che è di Cicco. ONDA GIOVANI - ANNO III N. 2 (10) DICEMBRE 2008 - www.azionecattolicalesina.it Comitato di redazione: Lombardi Lucia, Mimmo Anna Lisa, Augelli Morgana, Ciccomascolo Giuseppe Fabio, Iannacone Primy, Augelli Giulia, Russo Roberto. Hanno collaborato: bambini e ragazzi di ACR, Maria Grazia Ricciardi, Marcello Specchiulli, Titti Brattoli, Ricci don Salvatore, Augelli Ermelinda. Fotografie, articoli, commenti, lettere e suggerimenti possono essere inviati a [email protected] Pagina 10 Onda Giovani Settore Giovani di AC CONTINUA LA RUBRICA DEL NOSTRO ASSISTENTE PARROCCHIALE DON SALVATORE. QUESTA VOLTA IL TEMA E’ L’AVVENTO. NATALE…UN TEMPO PER… “Il tempo non è una conquista, ma prima di tutto un dono per…” Mi piace ripartire proprio dalle parole con cui terminava il pensiero ripor tato sullo scorso numero di ONDAGIOVANI per riproporre a tutti voi una riflessione proprio sul tempo che come Chiesa stiamo vivendo: ovvero il tempo di Avvento-Natale. Un tempo che per “gli addetti ai lavori” è di facile definizione, ma che per tanti forse è un tempo d'altri tempi! Al massimo ci si lascia coinvolgere dal solo giorno di Natale. Infatti per molti, piccoli e grandi, è un'occasione ancora valida e gradita per farsi gli auguri, scambiarsi regali e pensieri, per ritrovarsi come famiglia intorno ad una tavola gustando prelibatezze. Ma il Natale diventa sempre più una festa anonima anche grazie a quanti fanno di questo evento semplicemente un giorno “utile” (giornali, televisione, pubblicità varie, il mondo del commercio, ecc.). Anche perchè, in nome di quella che viene definita “tolleranza” verso chi la pensa diversamente da noi, si preferisce parlare del Natale come festa dei “buoni sentimenti” evitando di parlare “del giorno in cui il Verbo di Dio si è fatto carne”. Dov'è lo spirito vero del Natale? E' solo una questione di tradizione, e come tale ha un suo limite nel tempo e nello spazio, oppure è un evento sempre nuovo che rinnova la mia vita? E' il giorno in cui nasce Cristo…e nasce anche per me!!! Sembra impensabile ma “è il giorno del mirabile scambio, in cui Dio si fa Uomo perché l'uomo diventi Dio” come dicono i Padri della Chiesa. Ma se parlare di Natale in termini anonimi oggi è ancora accettabile, parlare di Avvento diventa sempre più difficile. Che senso ha un tempo di attesa? In fondo, si potrebbe obiettare, l'importante è l'evento! Al massimo basta assicurarsi che per quel giorno tutto sia pronto! Dimentichiamo troppo spesso però che ciò che rende prezioso il tempo dell'attesa è l'incontro in sè. Più quell'incontro per me sarà importante, più vivrò il tempo che mi separa da esso come un tempo utile per prepararmi, per preparare…il mio cuore. Più passeranno le ore e più aumenterà la mia felicità. Ogni giorno sarà diverso dagli altri, ogni ora dalle altre ore, ogni minuto più lungo del precedente…perché so che quell'incontro è ciò che mi rende felice e da valore al tempo dell'attesa. Questo è l'Avvento! E' un discorso d'altri tempi? Non credo. E' sicuramente sempre attuale. Tutto dipende dal senso che io do al Natale. Se quel giorno resterà per me una festa anonima, solo una festa del “di tutto di più”, allora anche il tempo di Avvento resterà un tempo ignorato, insignificante e per tanti versi un perdere tempo! Recuperando e riscoprendo il senso profondo e vero del Natale, l'Avvento diventa il tempo prezioso e unico per gustare quella felicità vera che nasce dalla consapevolezza che un sorprendente EVENTO sta per irrompere nella mia vita, un incontro che, anche se mi riesce ancora difficile chiamare Gesù Cristo, da sempre attendo. Non chiudiamo il nostro cuore, la nostra vita, il nostro “oggi” a quell'incontro…E' un'occasione da non perdere! Il tempo diventa così “un dono per…” Auguro a tutti voi che il Signore, in ogni caso, sorprenda la vostra vita come Lui solo sa fare! don Salvatore Ricci NOTA DEL DIRETTORE - CON L’ A C D O N S A LVA TO R E H A REALIZZATO UN ALTRO PICCOLO SOGNO: HA CELEBRATO NELLA BASILICA DI SAN PAOLO FUORI LE MURA!! www.azionecattolicalesina.it Settore Giovani di AC Onda Giovani Pagina 11 BEATI LUIGI E MARIA BELTRAME QUATTROCCHI: UNA VITA ORDINARIA IN MODO STRAORDINARIO IL 25 NOVEMBRE LA CHIESA CELEBRA LA MEMORIA LITURGICA DEI BEATI LUIGI E MARIA BELTRAME QUATTROCCHI. CI VORREBBERO DIVERSI NUMERI DI ONDAGIOVANI PER CONOSCERLI MEGLIO, MA UN AIUTO IN TAL SENSO CI VIENE DALLE PAROLE DI GIOVANNI PAOLO II NEL GIORNO DELLA LORO BEATIFICAZIONE. […]Questi coniugi hanno vissuto, nella luce del Vangelo e con grande intensità umana, l'amore coniugale e il servizio alla vita. Hanno assunto con piena responsabilità il compito di collaborare con Dio nella procreazione, dedicandosi generosamente ai figli per educarli, guidarli, orientarli alla scoperta del suo disegno d'amore. […] I beati Sposi hanno vissuto una vita ordinaria in modo straordinario. Tra le gioie e le preoccupazioni di una famiglia normale, hanno saputo realizzare un'esistenza straordinariamente ricca di spiritualità. Al centro, l'Eucaristia quotidiana, a cui si aggiungevano la devozione filiale alla Vergine Maria, invocata con il Rosario recitato ogni sera, ed il riferimento a saggi consiglieri spirituali. […] La prima beatificazione di una coppia di sposi: per essi la fedeltà al Vangelo e l'eroicità delle virtù sono state riscontrate a partire dal loro vissuto come coniugi e come genitori. […] Il cammino di santità compiuto insieme, come coppia, è possibile, è bello, è straordinariamente fecondo ed è fondamentale per il bene della famiglia, della Chiesa e della società. Dagli scritti della Beata Maria Corsini Beltrame Quattrocchi Un passato che cominciò tra i venti e i ventiquattro anni della nostra esistenza - che dalla sua luce prevalentemente umana acquistò la propria luce soprannaturale, a poco a poco, dalla nascita dei figli - dalla dedizione a loro, completa, totale, da parte di entrambi - da una guida spirituale che trasfuse a poco a poco l'amore della conoscenza sempre più approfondita di Gesù - dal bisogno che ne derivò della formazione interiore. E tutto questo a poco a poco, ma da sempre, con continuo accrescimento di luce, che è calore - carità - vita. Tutto in comune, con scambio costante di valori effettivi ed affettivi, con un'unica vita di aspirazioni e di mete, con reciproco rispetto e con immenso amore. Con sapore di novità cara, in ogni momento di conversazione - di scambi di pensiero - di vicinanza. In quasi mezzo secolo di vita in comune, lo affermo dinanzi a Dio, mai un attimo di noia, di sazietà, di stanchezza. Vita terrena - vissuta nel perenne pensiero, ispirato da Dio stesso, di render felice la persona amata, per quanto dipende da sé. Di abbellire con la propria trama di delicatezza e di amore, l'ordito di una consistenza virile, meno fatta di minuzie, ma tutta compatta nella donazione di sé. Quanto ricambio, del resto, anche di sfumature, che pur avvincono il cuore della donna, ricambio crescente con gli anni, a misura che la trama è più sentita e compresa - filo per filo - per formare il tessuto meraviglioso che risulta dall'insieme dei due. Vita terrena - fatta di ansietà e di cure - di timori e di raccomandazioni - di tenerezze reciproche, che non sono sentimentalismi o romanticismi, bensì un mondo recinto che dalle abissali profondità e sconfinate estensioni, pur restando fra i due, sa irradiare di fuori amore e luce... Filo per filo; la trama in funzione dell'ordito; l'ordito ragione della trama - e come uno senza l'altra non riesce a formare il tessuto, così l'altra dal primo ha la forza e il sostegno. Così è il Matrimonio: così soltanto per poter ottenere un valido risultato che sia premio a se stesso e frutto di bene. Filo per filo, intrecciati in Dio uno con l'altra senza soluzione di continuo - mai - fino all'eternità. La bellezza del canto degli uccelli, di un tramonto, di una vetta, di una marina, di una pittura, di un concerto, di un gesto di coraggio, di bontà - tutto sentito insieme, con un solo palpito, una sola vibrazione di godimento e di gioia, tutto questo, nel più alto senso è vivere. La virtù di una rinunzia, di un dolore, di una prova, accettati con amore - di un'ingiustizia subita, di una delusione provata; le lacrime del cuore per una sofferenza soprannaturale, sostenute in un unico sforzo simultaneo - come una offerta, un olocausto, è cemento di vitale elevazione - è luce di vita. La gioia del lavoro - della donazione di sé nell'apostolato, nel sacrificio - dell'affermazione dell'intelletto nelle scoperte nuove, nella luce del sapere, della conoscenza di Dio - della preghiera che è elevazione dell'anima a Dio, comunicata, assaporata insieme - è fusione completa di anime. Il desiderio di allietare, di sollevare, di contentare, - di far piacere con premura perenne di costante attenzione, di cure delicate, di divinazione dei desideri più silenziosi e inespressi... quando tutto questo non diluisca la vita interiore e la soprannaturalità dell'affetto, né la intensità della donazione a Dio - ma diventi quasi preghiera essa stessa nella devozione a una persona carissima e degna - che ti è sposo, padre, amico, figlio dolcissimo - è amore". Vale la pena vivere il proprio matrimonio in questo modo? Evidentemente si! Roberto Russo www.azionecattolicalesina.it Pagina 12 Onda Giovani Settore Giovani di AC www.azionecattolicalesina.it