Luglio/settembre 2013

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Luglio/settembre 2013
Anno LII - n. 7 Luglio/Agosto 2013 - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, CN/BO- Filiale di Bologna - E 1,03
dal 1961 con gli ultimi
n. 7 Luglio/Agosto 2013
Dall'esclusione all'uguaglianza
Il progetto Aifo in Liberia per le persone con disabilità
Sommario
Aifo news
non ci sono sogni
troppo grandi
3
A quante vite siamo riusciti a dare più libertà
di Anna maria pisano
agorà
4
RICERCA
Ong italiane e social media
di DONATA COLUMBRO
6
ATTUALITÁ
L’ignoranza sentimentale
di DAVIDE SACQUEGNA
8
SANITÁ
“Avevate ragione, il dio mercato non esiste”
di SUNIL DEEPAK
10
11
Il viaggio di conoscenza dell’Aifo
L’Aifo è presente in India dal 1962 e, in armonia con lo spirito di Raoul Follereau, il
suo primo impegno è nell’ambito della cura della lebbra. Alla lebbra sono strettamente
connesse le problematiche riabilitative e, più in generale, quelle legate alla povertà, che
è la prima e la più grave forma di disabilità. Oltre alla lebbra e alla riabilitazione Aifo ha
estenso la sua assistenza anche all’infanzia.
OBIETTIVI DEL VIAGGIO
• Favorire nei soci la conoscenza dei progetti Aifo e la condivisione con i partner dei
nostri progetti.
• Stabilire un incontro con culture diverse.
• Contribuire alla formazione di una cultura di pace, giustizia e solidarietà, riconosciuta
nello statuto Aifo come finalità primaria dell’associazione.
QUANDO Prima metà di novembre 2013. Il viaggio verrà organizzato se si raggiungerà
un numero minimo di iscrizioni. È previsto un incontro obbligatorio di conoscenza e per
lo scambio di informazioni prima della partenza.
DOVE India del sud (Stati del Karnataka e Andhra Pradesh).
DISABILITÁ
L’eroe con disabilità
di SUNIL DEEPAK
PARTECIPANTI Il viaggio è rivolto a sei persone tra soci e collaboratori Aifo e un
accompagnatore.
Dossier
Vite liberate
DOCUMENTO PREPARATORIO
DEL XXV CONVEGNO AIFO
MODALITÁ Il gruppo sarà ospitato presso le strutture dei progetti sostenuti dall’aifo,
spesso gestite da congregazioni religiose. Si tratta di strutture dignitose ma che, essendo
semplici e spartane, non offrono i confort degli alberghi. É richiesta a tutti una certa
capacità di adattamento. Le camere sono generalmente doppie o triple, a volte con
servizi in comune.
diario AIFO
15 ARTE
La bellezza della solidarietà
DOCUMENTI NECESSARI É necessario il passaporto con validità residua di almeno sei mesi.
PROGETTI AIFO
16 PROGETTO LIBERIA
Dall’esclusione all’uguaglianza
dalla REDAZIONE
18
Alla scoperta dell’India del sud
PROGETTO BRASILE
La partecipazione come pratica terapeutica
di CLARA DI DIO
diario AIFO
20 GRUPPO DI AREZZO
Lettera di una professoressa
di EMMA PATRONI
21
Report corso Oristano
di ANTONIO GIOVANNI FABBRIS
22
CONCORSO SCUOLA
Diritti, salute, solidarietà
appello
24 Appello Bidar
Mensile dell’Associazione Italiana
Amici di Raoul Follereau
Via Borselli, 4-6 • 40135 Bologna
Tel. 051 4393211 • Fax 051 434046
[email protected] • www.aifo.it
Direttore Responsabile
Mons. Antonio Riboldi
Direttore
anna maria pisano
Coordinatore editoriale
Gianfranco Cordisco
Associato all’U.S.P.I.
Unione Stampa Periodica Italiana
Autorizzazione Tribunale
Bologna N. 2993 del 19 aprile 1962
VISTO Va richiesto on-line all’ambasciata dell’india in Italia di competenza(Milano o
Roma) e andrà richiesto con congruo anticipo rispetto alla data del viaggio .
VACCINAZIONI Non è richiesta alcuna vaccinazione obbligatoria per i viaggiatori
provenienti dall’Italia. Prima del viaggio è opportuno consultare la competente Asl
sulla necessità di effettuare vaccinazioni o profilassi del caso. In genere, previo parere
medico, sono consigliate le vaccinazioni contro il tifo e il richiamo antitetanico.
CLIMA A novembre, al termine della stagione dei monsoni, le temperature sono
gradevoli, e variano le massime dai 25 ai 33° e le minime dai 16 ai 22°, a seconda delle
zone.
COSTI Sono a carico dei partecipanti i costi relativi al volo internazionale, ai trasporti e
alloggio in loco ed eventuali biglietti per ingressi a parchi e musei.
I soci e collaboratori interessati a partecipare al viaggio studio dovranno far pervenire
la scheda di iscrizione a Monica Tassoni - Attività educative e formative Aifo
Tel.051/4393212 - Fax 051 434046, [email protected]
Comitato di redazione
LUCIANO ARDESI, DANIELE BARBIERI, SUNIL DEEPAK,
FEDERICA DONÁ, GIOVANNI GAZZOLI, ANTONIO LANDOLFI,
MAURIZIO MALDINI, OLGA MARTINI, FRANCESCA
ORTALI, SANDRO PASQUALINI, SIMONETTA SIMONI,
MONICA TASSONI.
Grafica
ANTONINA SOLLENA
Consulenza fotografica
MARCELLO CARROZZO
La responsabilità degli articoli è esclusivamente dei rispettivi autori.
La Direzione si assume la re­spon­sa­bi­lità degli articoli “a cu­ra della
Redazione” e di quelli non firmati. Tutti gli articoli possono es­sere
riprodotti purché ac­compa­gnati dal nome dell’autore e dalla menzione
“Amici di Follereau”. Una copia deve essere inviata alla redazione.
Manoscritti e foto, anche se non pubblicati, non si restituiscono.
Le fotografie pubblicate su questo numero fanno parte dell’Archivio Aifo
Le attività promosse dall’As­sociazione sono frutto della solidarietà e
della condivisione di tanti amici che ci sostengono.
Anche tu puoi contribuire con l’abbonamento annuo al nostro giornale:
e 13 ordinario • E 18 simpatizzante
E 30 sostenitore
Tiratura 29.550 copie
Chiuso in tipografia il 24/06/2013
Il numero di Giugno è stato
spedito il 21/06/2013
Stampa - SAB - Trebbo di Budrio (Bo)
Postalizzazione
DATA MEC srl
Via Speranza, 31 - 40068 San Lazzaro (Bo)
Non ci sono sogni troppo grandi
ANNA MARIA PISANO
Presidente Aifo e Direttore di Amici di Follereau
A quante vite siamo
riusciti a dare più libertà
Forse non
ci rendiamo
abbastanza
conto della
catena di
conseguenze
positive
(o …negative)
che avranno
alcune nostre
anche piccole
azioni
A quante vite siamo riusciti a dare più
libertà attraverso l’Aifo in tutti questi
anni? Quanti uomini, donne, bambini
sono usciti dalla morsa della fame, della
malattia, dell’emarginazione? Quanti di
questi si stanno ora impegnando nella
società per la propria famiglia e perché
altri riescano a salvarsi come loro?
Sicuramente tante e tante migliaia in
questi 50 anni di Aifo.
Nel bilancio sociale, che ormai
pubblichiamo ogni anno, cerchiamo di
calcolare i numeri positivi ottenuti: ma chi
può dire realmente tutto il bene che può
portare un disabile che non sta più relegato
nella sua capanna, nascosto e considerato
fonte di vergogna per la sua famiglia,
divenuto una persona diversamente abile,
cosciente di diritti e doveri, che impara un
mestiere, si inserisce in un gruppo, nella
società e collabora a migliorarla?
finora, seguendo il messaggio di Raoul
Follereau con fraternità e professionalità
ed è per questo che vogliamo continuare a
impegnarci con competenza e con amore.
Nel mondo di oggi, in questo mondo dove
la finanza impera, nel mondo di oggi dove,
denuncia con forza Papa Francesco, un
tasso finanziario diventa una tragedia e
della morte di milioni di bambini per fame
non se ne accorge più nessuno, bisogna
svegliarsi ed agire più in fretta e con più
forza, nel sociale, nella politica, nel campo
in cui chiunque di noi può agire, cristiani
e non cristiani, tutti gli uomini di buona
volontà, per far finalmente rispettare
e mettere al primo posto l’uomo. Credo
ancora fortemente che sia possibile, anche
se talvolta qualche notizia fa pensare
che la testa e il cuore non ci funzionino
più molto bene e che abbiamo perso la
dimensione delle cose.
Un uomo guarito dalla lebbra, che lavora
con gli altri e non è più considerato un ex
lebbroso, ma solo un uomo con tutte le
sue possibilità? Chi può dire tutto ciò che
potrà costruire un bambino che aiutiamo
ad andare a scuola, a vedere un mondo più
aperto? Forse non ci rendiamo abbastanza
conto della catena di conseguenze positive
(o …negative) che avranno alcune nostre
anche piccole azioni.
“Una buona azione, un gesto di vera
fraternità, crea la gioia. E da questa gioia
nasce un’altra gioia. Ed è un susseguirsi
di felicità. Indefinito, e, forse, infinito. Chi
fa del bene non conosce mai tutto il bene
che ha fatto” (R.Follereau).
“Gattini battono Rifugiati 40 a 1” riferiva
una nota rivista italiana: un’indagine su un
campione di americani adulti digitalizzati,
che rispondono e offrono online per
associazioni o cause sociali. Gli occhi di un
tenero gattino che ti guardano dal video
sono molto più efficaci di un bambino
affamato, di una terribile emergenza, di
un rifugiato. Classifica quindi delle cause
più seguite: 41% Animali ; 37% Bambini;
e scendiamo al 15% Povertà e fame; 8%
Disabili ;fino all’1% Rifugiati. Diceva
Follereau: “Sono arrabbiato proprio
perché amo gli animali”.
Nel mondo di oggi, dove la crisi economica
ci circonda di vecchi e nuovi poveri, ma
soprattutto di tante persone che rischiano
“di farsi rubare la speranza”, è sempre
più valida la parola d’ordine “Amare e
Agire”…con entusiasmo e con fiducia.
“Vite liberate” è il titolo del nostro
prossimo Convegno internazionale perché
è per questo che l’Associazione ha operato
Amici di Follereau
n. 7 luglio/agosto 2013
3
agorà
Ong italiane e
Ricerca
I siti internet La ricerca ha raccolto in totale
76 questionari. La prima parte delle domande
riguardava il sito internet, l’interazione con gli utenti
e il collegamento con uno o più blog. Nell’era del web
partecipativo «la struttura di un sito dovrebbe tendere
sempre più verso l’apertura all’esterno», sostiene Luca
Conti, consulente di social media marketing e docente
dei corsi di Ong 2.0, che spiega come «web 2.0 significhi
passare dal web marketing al content marketing, non
basato sulle metodologie tradizionali di diffusione del
messaggio pubblicitario su siti vetrina, ma attraverso
gli strumenti che si avvalgono dei contenuti come
elemento che genera valore per l’utente». Ma i siti web
delle ong italiane stanno andando in questa direzione?
Commento interno al sito Al momento dell’indagine
tutte le ong coinvolte hanno dichiarato di possedere
un sito, che solo nel 28,1% dei casi è stato predisposto
con la possibilità di commentare il contenuto, mentre
il 9,4% ospita uno spazio con uno o più forum per gli
utenti. L’81,3% dei siti delle no profit prevede inoltre
uno spazio per donare on-line via carta di credito,
PayPal, bonifico bancario o altri servizi di pagamento.
Apertura all’esterno A proposito dell’apertura verso
l’esterno, alcuni rispondenti (16% in totale) hanno
segnalato un collegamento con i social network
attraverso social plugin con cui condividere il
contenuto, la possibilità di scaricare materiale, il
collegamento a blog esterni e una form apposita per
scriversi come donatore.
Blog Inoltre il 24,7% delle associazioni dichiara
di gestire un blog e il 16,4% ne gestisce più di uno.
Un matrimo
di DONATA C
Su quali social network la tua ong ha attivato un
profilo? Quali sono gli argomenti più trattati?
Siete soddisfatti della raccolta fondi on-line?
A queste e altre domande hanno risposto le ong
italiane nell’ambito di un’indagine finalizzata a
mappare la loro presenza online.
L’indagine è stata realizzata da Volontari per lo
Sviluppo/Ong 2.0.
Secondo Conti il blog fa parte degli strumenti essenziali
per il content marketing e, quando il contenuto del
blog «genera valore per l’utente», allora si accende il
passaparola: «un circolo virtuoso che porta l’utente a
diventare testimonial».
Per le ong partecipanti all’indagine la cadenza di
aggiornamento è per lo più settimanale (38,5%), di
solito da parte dell’ufficio comunicazione/ promozione
del proprio organismo (70%). Il 26,5% invece è
aggiornato da un team di autori dedicati a questa
attività, mentre nel 20,6% dei casi sono i cooperanti
espatriati a occuparsene o i volontari in servizio civile
(11,8%). In un caso il blog viene utilizzato solo in fase
di “emergenza”, in un altro non viene più aggiornato
perché la comunicazione è stata spostata integralmente
su Facebook. Solo una delle organizzazioni rispondenti
ha un
I Siti delle ONG
76
forum
81,3%
100%
16%
ha uno spazio per
delle ONG
ha un sito
internet
ONG
intervistate
9,4
donare online
(Paypal, carta di
credito, bonifico)
28,1%
ha un
collegamento
ai social
ha uno
spazio per i
Blog &
ONG
commenti
ha un più di
16,4%
un blog
ha un blog
24,7%
cooperanti espatriati
11,8%
26,5%
volontari Servizio Civile
blogger dedicati
70%
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Amici di Follereau
n. 7 luglio/agosto
fusione 2013
del messaggio
pubblicitario su siti vetrina, ma attraverso
gli strumenti che si avvalgono dei
Frequenze di
aggiornamento
Blog aggiornati da:
ufficio comunicazione
andando in questa direzione?
Commento interno al sito
20,6%
17,9%
20,5%
giornaliera
12,8%
ogni
2
settimane
10,5%
20,6% 1 post alla settimana
ogni mese
altro
commentare il contenuto, mentre il 9,4%
Apertura all’esterno
ospita uno spazio con uno o più forum
A proposito dell’apertura verso l’esterno,
per gli utenti. L’81,3% dei siti delle no
alcuni rispondenti (16% in totale) hanno
agorà
e social media
Ricerca
onio difficile
COLUMBRO
fa partecipare i beneficiari dei progetti nella scrittura
del blog, tre ong chiedono invece agli stagisti di
occuparsene.
Uso dei social media La maggior parte delle ong
partecipanti all’indagine (92,6%) ha attivato almeno
un profilo sui social network: Facebook, YouTube e
twitter i più gettonati, seguiti da Linkedin, Google Plus,
Pinterest e Foursquare. L’aggiornamento di questi
profili è programmato, e non occasionale, nel 61,3% dei
casi. Tra i principali motivi per cui sono stati attivati
questi canali di comunicazione sociale, i partecipanti
hanno addotto l’esigenza di aumentare la propria
visibilità e fare promozione, migliorare l’interazione
e il networking (informare e ricevere nuovi input),
avere un contatto diretto con i volontari/simpatizzanti
raggiungendo nel contempo target diversi di persone,
con un effetto moltiplicatore reso possibile grazie
alla velocità, semplicità e immediatezza del mezzo
utilizzato.
Social network e autori
Ad aggiornare i profili
istituzionali dei social network nelle ong sono in
genere persone dell’ufficio comunicazione/promozione
nel 73,2% dei casi, mentre si tratta di un’attività
integrata nei compiti di ogni dipendente e del
ONG & Social
92,6%
61,3%
ha un profilo sui
social network
programma gli
aggiornamenti
I più usati dalle ONG
37,3%
15,1%
personale a contratto nel 21,4%. Solo in due casi
il lavoro risultava appaltato a un’agenzia esterna,
mentre 8 ong hanno una figura di ‘social media
manager’ al proprio interno. Nella casella di risposta
libera all’indagine, i rispondenti hanno specificato che
si tratta di un’attività portata avanti dai volontari
dell’associazione (8 risposte), in un caso solo viene
esplicitato che “ogni membro dello staff propone
contenuti e talvolta li pubblica”.
In un altro caso è invece il direttore ad aggiornare i
profili istituzionali sui social network.
Ore dedicate ai social Solo l’11,3% dei rispondenti
afferma di dedicare da 2 a 5 ore al giorno per la gestione
dei social network, che diventa un’ora al giorno per
il 41,9% dei partecipanti, un’ora alla settimana nel
30,6% dei casi e meno di un’ora la settimana per il
16,1%. I principali argomenti trattati riguardano la
comunicazione sulle attività e gli eventi promossi in
Italia, ma talvolta i profili sono usati anche per dare
informazioni sul mondo della cooperazione in generale.
Sono invece poche le ong che sfruttano i social network
per coinvolgere in modo diretto i sostenitori con
sondaggi e contest.
Contenuti sui social Talvolta (36,4%) le ong usano
i social network per riportare testimonianze dei
cooperanti espatriati e dei beneficiari dei progetti nel
Sud del mondo, mentre il 32,7% pubblica in prevalenza
aggiornamenti sull’andamento dei progetti, e solo il
10,6% prende in considerazione i social come canale di
ricerca personale e pubblicazione di vacancies.
Ore dedicate
ai social
41,9%
30,6%
16,1%
meno di una
alla settimana
da più di
2 anni
da 2 anni
30,2%
11,3%
un’ora alla
settimana
un’ora al
giorno
da 1 anno
67,5%
38,2%
tra due e cinque
ore al giorno
da meno di
6 mesi
non presente
72,1%
91,4%
Amici di Follereau
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esplicitato che “ogni membro dello staff
gestione dei social network, che diventa
mondo della cooperazione in generale.
dei7 progetti
nel Sud del
mondo,
n.
luglio/agosto
2013
propone contenuti e talvolta li pubblica”.
un’ora al giorno per il 41,9% dei parteci-
Sono invece poche le ong che sfruttano i
il 32,7% pubblica in prevalenza aggior-
In un altro caso è invece il direttore ad
panti, un’ora alla settimana nel 30,6% dei
social network per coinvolgere in modo di-
namenti sull’andamento dei progetti, e
mentre
agorà
Attualità
FEMMINICIDIO
La parola è brutta ma
ha un perché
Il termine femminicidio, che può suonare
sgradevole, venne
coniato negli anni Novanta da un gruppo di
criminologhe femministe perché rendeva
il fenomeno più neutro e quindi visibile.
Il neologismo è salito
alla ribalta dopo i fatti
di Ciudad Juarez, città
al confine tra Messico
e Stati Uniti, dove
dal 1992 più di 4.500
donne sono scomparse e più di 650
stuprate, torturate e
poi uccise, il tutto nel
disinteresse delle Istituzioni. Questo fino
a quando le donne
messicane sono riuscite a far eleggere
l'antropologa Marcela
Lagarde parlamentare. Lei ha diretto
una speciale commissione che ha rielaborato le informazioni,
verificando che l’85%
dei femminicidi messicani avviene in
casa. L’esempio delle
donne messicane ha
contagiato altri Stati
latinoamericani nei
quali si sono moltiplicate le indagini e si è
introdotto il reato di
femminicidio.
6
Amici di Follereau
n. 7 luglio/agosto 2013
124. Sembra un numero come tanti. Vuol
dire oltre 10 al mese, ogni mese. É il numero delle donne italiane vittime, nel 2012, di
quello che oggi, con un neologismo che vorremmo non fosse mai stato necessario coniare, viene definito femminicidio. Un'inchiesta
del programma di Rai3 Presa Diretta del
24 febbraio ci mostra l'orrore della violenza
maschile, quella violenza che i mass media,
intrisi di italico maschilismo, immancabilmente etichettano come raptus passionale.
L'inchiesta mette in evidenza come invece
si tratti di tutt'altro che raptus: quasi tutti
i femminicidi sono compiuti con una feroce,
fredda, calcolata volontà di punire la donna
per la sua colpa. Una colpa che ha un solo
nome: il tentativo, reale o solo immaginato,
di sottrarsi alla prigionia imposta dal compagno, fidanzato, marito. La volontà di vivere, di avere amici e amiche, di poter uscire
di casa da sole, di non essere controllate e
spiate continuamente, di avere un lavoro e
una dignità. Una volontà che deve essere repressa con la violenza, perché rappresenta
per il compagno un affronto al suo ego, una
minaccia al suo dominio assoluto sulla vita
della donna che ha legato a sé.
LA STORIA DI VANESSA Colpisce particolarmente, nel reportage, l’intervista ad Alessandro, l’ex fidanzato di Vanessa, la ragazza
di Enna strangolata con atroce brutalità
dal suo ultimo compagno, Francesco. Alessandro è il ragazzo che è stato con lei tanti
anni e non l’ha mai picchiata. Ebbene, questo ragazzo buono dichiara candidamente
di essere stato patologicamente geloso negli
anni in cui erano insieme. La spiava, le faceva le scenate di fronte a tutti, si nascondeva dietro un muretto per ore ogni giorno
per controllarla mentre lei lavorava come
commessa in un bar, le diceva che doveva
lasciare il lavoro, che non doveva parlare
con i ragazzi, la costrinse perfino a cancellare il suo profilo Facebook. “Sulla propria fidanzata è normale essere gelosi”, dice Alessandro il buono. Non solo, guardando fisso
il suo intervistatore Alessandro dichiara
solennemente che la gelosia -questa gelosiarafforza il rapporto, è una cosa che fa bene
all’amore. Le amiche di Vanessa raccontano
che da quando stava con Francesco lei aveva tagliato i contatti con tutti, era relegata
in casa come una schiava, nessuno sapeva
più che cosa faceva e come stava. Francesco si piazzava ogni giorno al bar dove lei
lavorava e da lì non si smuoveva fino all’ora
L’ignoranza
Fidanzati e mariti che uccidono: non si tra
che resiste in un Paese
di DAVIDE S
di chiusura. Per questo motivo lei fu licenziata. Ma a lui non bastava aver distrutto il
suo lavoro e la sua libertà, voleva anche la
sua vita, e se l’è presa. E’ andata meglio alle
sue amiche, che dei loro fidanzati raccontano solo, con voce serena, di piccole innocenti violenze: un braccio spezzato storcendolo
dietro la schiena perché aveva guardato un
ragazzo, il naso rotto da un pugno perché
aveva salutato un amico: cose così, normalità quotidiana nei rapporti di coppia, per
gli standard correnti delle giovani coppie di
Enna. Piccole innocenti violenze quotidiane
che nascono tutte dallo stesso movente: il
possesso, il dominio assoluto, la gelosia elevata a legge suprema del rapporto di coppia.
NON SI TRATTA DI FOLLIA MA DI MANCANZA DI
EDUCAZIONE Incisive e toccanti sono le parole di Riccardo Iacona, in un’intervista a
cura di Jessica Cugini che appare sull’edizione di marzo di Comboni Fem, la rivista
delle suore comboniane: “C’è una complicità dell’informazione quando riporta queste uccisioni come se non ci riguardassero
davvero. Raccontando i femminicidi limi-
agorà
Attualità
sentimentale
atta di raptus ma di un retaggio culturale
e in piena regressione
SACQUEGNA
tandosi a inserirli nei contesti familiari,
descrivendoli come raptus, si diffonde l’idea
che si tratta di storie a noi lontane. Il gesto
isolato di un folle. Passata l’onda emotiva,
non è più la storia di tutti, è un fattaccio
che non ci riguarda. [...] É un fenomeno
pazzesco che ci mette davanti a una realtà
di analfabetismo sentimentale. L’Italia ha
fatto un passo indietro di oltre quarant’anni. I giovani non sanno cos’è l’amore, lo vivono come controllo, possesso, non sanno
lasciarsi. Non è un caso che le donne vengano uccise quando dicono “basta”, quando
lasciano i propri compagni. E’ un gesto di
autonomia, di libertà che gli uomini non
tollerano. Bisogna parlare nelle scuole, bisogna educare all’affettività, al rispetto.
[...] Serve una rivoluzione culturale, servono leggi che riconoscano il femminicidio”.
UN PROBLEMA CULTURALE Ovviamente le responsabilità non si fermano ai mass media.
Il reportage di Presa Diretta dimostra meticolosamente come in moltissimi casi gli organi di polizia fossero stati informati sulle
minacce di violenza e sul rischio concreto
che venisse messa in atto, ma nulla si è mosso, perché i casi sono troppi e vengono trattati con superficialità, anche dai magistrati che dovrebbero prendere provvedimenti
preventivi. I centri antiviolenza spesso salvano la vita alle donne o le sottraggono definitivamente all’inferno domestico, ma sono
troppo pochi e non ricevono da stato ed enti
locali le risorse che servono per raggiungere in modo capillare tutte le famiglie a rischio. L’Italia va in controtendenza rispetto
a tutti gli altri paesi europei, dove i centri
di questo tipo aumentano e sono sempre più
finanziati, perfino nella disastrata Spagna.
Sono decine e decine gli sportelli antiviolenza, soprattutto nel Sud Italia, che hanno
dovuto chiudere perché gli enti pubblici non
li hanno più finanziati. Eppure questi centri
non danno solo protezione e supporto alle
donne. Servono anche agli uomini, che possono seguire un percorso psicoterapeutico
per correggere i propri comportamenti. Un
percorso che negli altri paesi europei è obbligatorio per legge per tutti gli uomini che
hanno alzato le mani anche una volta sola.
Un uomo in cura dichiara: “quando scatta la
violenza dentro, ti si spegne la luce. Quando
la donna va avanti e l’uomo resta indietro,
allora si sente inferiore. Gli resta solo la forza fisica. Le donne con la lingua ti fanno a
pezzi e l’uomo resta lì, non trova le parole,
urla. La violenza è una scorciatoia”. La tragica storia di Vanessa e quelle di tantissime
altre vittime della sete maschile di dominio
sono raccontate da Iacona anche in un libro,
Se questi sono gli uomini, editore Chiarelettere. Un libro che, come dice giustamente
Jessica Cugini, dovrebbe essere studiato in
ogni scuola, università, corso di giornalismo.
Ed anche, aggiungiamo, in ogni commissariato di polizia, tribunale, parrocchia, sede
istituzionale, e - soprattutto - in ogni famiglia di questa violenta nazione. Nella foto a centro
pagina, una
manifestazione
per denunciare la
violenza sulle donne
svoltasi a Bologna.
IL LIBRO
Femminicidio. Dalla
denuncia sociale al riconoscimento giuridico
internazionale
di Barbara Spinelli,
ed. Franco Angeli,
pp. 208, 24 euro
Nel volume si mette
in luce l'alleanza tra
donne e Ong a tutela
dei diritti umani per
inchiodare lo stato
messicano alle sue responsabilità per i massacri di donne a Ciudad
Juarez. Ora, grazie alla
copertura mediatica
del caso messicano, il
femminicidio non rappresenta più solo una
specificità centroamericana, ma ha assunto
una valenza generale,
uscendo dall'ambito
importante, ma ristretto, della descrizione di un fenomeno
locale per costruirsi
come concetto giuridico, di rilevanza interna e internazionale.
Amici di Follereau
n. 7 luglio/agosto 2013
7
agorà
Sanità
Chapal Khasnabis con
i consiglieri Aifo Enrico Pupulin e Anna
Maria Bertino
“Avevate ragione,
il dio mercato non esiste”
Il presidente
della Banca
Mondiale ha
detto che fu uno
sbaglio criticare la
Thailandia quando
decise di garantire
le cure mediche a
tutti i cittadini
All’assemblea annuale dell'Organizzazione mondiale della salute il presidente della
Banca Mondiale ha riconosciuto gli errori compiuti in nome del libero mercato
di SUNIL DEEPAK
L'assemblea annuale dell'Organizzazione
Mondiale della Salute (Oms) si è svolta a
Ginevra (Svizzera) presso il palazzo delle
Nazioni Unite dal 20 al 28 maggio 2013.
Una delegazione dell’Aifo, composta dal
vice-presidente Anna Maria Bertino, dal
consigliere Enrico Pupulin e da me, in
qualità di responsabile dell'ufficio scientifico,
vi ha partecipato.
GLI INCONTRI DELL’AIFO La nostra
delegazione ha incontrato Chapal Khasnabis
dell'unità di disabilità e riabilitazione
dell'Oms per ragionare insieme sulle attività
congiunte realizzate nel periodo 2012-13 e
quelle da realizzare nel periodo 2013-14.
Tra le attività realizzate, le più importanti
erano di supporto per la preparazione del
documento Promuovere la cura dell'orecchio
e dell'udito nei programmi di riabilitazione
su base comunitaria; il completamento della
ricerca sull'impatto della riabilitazione su
base comunitaria realizzata nel distretto
di Mandya in India; la realizzazione di un
workshop internazionale sulle disabilità
intellettive e la realizzazione di un
workshop internazionale sul tema Violenza
e abusi verso le persone con disabilità.
Le attività da realizzare consistono nel
rinforzare il programma di riabilitazione
8
Amici di Follereau
n. 7 luglio/agosto 2013
su base comunitaria nazionale in Liberia;
il sostegno per la preparazione delle linee
guida sul monitoraggio e valutazione
dei programmi di riabilitazione su base
comunitaria; il sostegno per la realizzazione
di moduli formativi per i formatori. Abbiamo
anche incontrato il dottor Suman Barua,
responsabile del programma mondiale di
lotta alla lebbra, per parlare degli interventi
dell’Aifo a favore dei malati di lebbra.
L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA BANCA
MONDIALE Jim Yong Kim, nuovo presidente
della Banca Mondiale, era l’ospite d’onore
all’assemblea. Nel suo intervento ha
richiamato i principi della dichiarazione
di Alma Ata per sottolineare l’inseparabile
collegamento tra la salute delle persone e
gli sforzi per creare la prosperità e l’equità.
Tenendo conto dei miglioramenti ottenuti
negli ultimi due decenni ha ribadito
l’importanza della copertura sanitaria
universale, necessaria per “assicurare che
tutte le persone hanno accesso ai servizi
sanitari di qualità, salvaguardia delle
persone dai rischi di salute pubblica e
proteggere le persone da impoverimento
dovuto alle malattie".
Per quanto riguarda la copertura sanitaria
universale, Kim ha riconosciuto le posizioni
agorà
Sanità
errate della Banca Mondiale su questo tema
in passato, “la Thailandia ha iniziato le
riforme per offrire la copertura universale
nel 2001. Da allora, il programma è riuscito
a migliore l’accesso ai servizi sanitari alle
persone che prima erano escluse perché
senza assicurazione. Devo riconoscere che
la Thailandia ha lanciato queste riforme
nonostante il parere negativo della Banca
Mondiale, perché eravamo preoccupati per
l’impatto fiscale di queste decisioni. Oggi,
tutto il mondo può imparare dall’esempio
della Thailandia".
I 15 PAESI EMERGENTI I ministri della salute
di 15 paesi emergenti dell’Asia, dell’Africa e
dell’America Latina si sono riuniti durante
l’assemblea e hanno concordato una
dichiarazione finale che pone l’attenzione
verso le malattie non-infettive: “la minaccia
delle malattie non infettive costituisce una
delle sfide più importanti per lo sviluppo
nazionale e globale, perché è responsabile
per il 60% di tutti i morti nel mondo. Il
costo di queste malattie, sia per la salute
che in termini socio-economici è uno degli
ostacoli al raggiungimento degli obiettivi
del millennio e continuerà ad essere una
delle più importanti sfide allo sviluppo
nel ventunesimo secolo". Il summit ha
accolto con favore il piano d’azione lanciato
dall’Oms per la prevenzione e il controllo
delle malattie non infettive per il periodo
2013-2020.
IL RICHIAMO DEL MOVIMENTO DEI POPOLI PER
LA SALUTE Un gruppo di studenti di medicina
e di specializzandi legati al Movimento dei
Popoli per la Salute e provenienti da diversi
paesi del mondo si è riunito a Ginevra per
studiare e analizzare i rapporti e le proposte
preparate per l’assemblea. Questo gruppo
ha elaborato un documento per richiamare
l’attenzione verso le questioni più importanti
ed eventuali punti di criticità da tenere
presenti durante le relative discussioni. Il
gruppo ha mantenuto contatti con alcune
delegazioni dei paesi affinché i risultati
delle loro analisi potessero contribuire alle
discussioni dell’assemblea. Per esempio,
in relazione al piano di azione per la
prevenzione e il controllo delle malattie non
infettive menzionato sopra, il gruppo ha
espresso il seguente parere:
“Il piano d’azione si focalizza su quattro
tipi di malattie non infettive (malattie
cardiovascolari,
cancro,
malattie
respiratorie croniche e diabete). Anche
se il piano menziona l’importanza di un
approccio integrato per le malattie non
infettive, focalizzare su specifiche condizioni
contribuirà alle attività verticali invece di un
approccio olistico e globale. Inoltre, il piano
focalizza le attività verso 4 fattori di rischio
(uso del tabacco, dieta non sana, mancanza
di attività fisiche e abuso del alcol), spesso
percepiti come scelte individuali dannose.
Questo approccio di “dare la colpa alle
vittime” non tiene conto dell’influenza
delle circostanze socioeconomiche sui rischi
e sulle vulnerabilità alle malattie non
infettive e delle politiche dannose verso la
salute dei cittadini.
Ridurre i fattori di rischio modificabili
verso le malattie non infettive deve essere
chiaramente collegato alle attività delle
industrie che producono alcol, alimentari
e tabacco. Queste industrie sono spesso
dei monopoli e detengono un enorme
potere che utilizzano per promuovere
comportamenti e stili di vita che creano
le malattie non infettive. Il piano d’azione
chiede esplicitamente il coinvolgimento
di queste industrie nel controllo delle
malattie non infettive, ma non affronta
la questione del potenziale conflitto di
interesse delle industrie coinvolte in ambiti
agroalimentari, bibite e farmaci. Siamo
anche preoccupati per la possibile influenza
esercitata dall’industria dei farmaci nel
guidare le scelte legate alle ricerche e le
strategie della salute pubblica".
LA RISOLUZIONE PER MIGLIORARE L’ACCESSO AI
SERVIZI SANITARI L’assemblea ha approvato
una risoluzione che chiede ai paesi membri
delle Nazioni Unite di adoperarsi affinché
“tutti i servizi sanitari siano accessibili alle
persone con disabilità” comprese le misure
come la formazione del personale sanitario
per rispettare i diritti umani delle persone
con disabilità e la capacità di comunicare
con loro in maniera efficace.
CONCLUSIONI L’assemblea
annuale
dell’Organizzazione Mondiale della Salute è
un’opportunità per ragionare sulle questioni
di salute più importanti per il mondo. Questo
articolo ha presentato soltanto alcuni punti
salienti relativi alle discussioni assembleari.
Maggiori informazioni sulle discussioni
durante l’assemblea sono disponibili sul sito
dell’Oms - www.who.int
COS’É LA
BANCA
MONDIALE
La Banca mondiale
è ufficialmente
una agenzia
dell’Onu creata
subito dopo la II
Guerra mondiale
per aiutare la
ricostruzione di
Europa e Giappone
finanziando
progetti di grandi
infrastrutture. Negli
anni ’60, con la
decolonizzazione
in Africa e Asia, gli
stati da sostenere
aumentarono.
Negli anni ’80 i
suoi prestiti furono
concessi in cambio
di politiche di
liberalizzazione
commerciale
e finanziaria,
privatizzazioni e
deregolamentazioni.
Le Ong criticarono
questo approccio,
poco attento alla
realtà sociale ed
ambientale dei
paesi beneficiari.
Dagli anni ’90
è iniziata una
revisione che ha
individuato la
lotta alla povertà
come prioritaria.
La Banca ha inoltre
aumentato i suoi
interventi in favore
del consolidamento
del buon governo
e contro la
corruzione.
Amici di Follereau
n. 7 luglio/agosto 2013
9
agorà
Disabilità
Ghluam Nabi
Nizamani, al centro
della foto, durante il
congresso
PERCHÉ LE AZIENDE
NON ASSUMONO
PERSONE
CON
DISABILITÁ
Lo svela l’indagine
sulle
categorie
protette
svolta
dall’Associazione
direttori
del
personale: poiché le
retribuzioni annuali
lorde di un operaio,
di un impiegato e
di un quadro sono
rispettivamente di
22, 27 e 55 mila euro
e l’esonero per la non
assunzione di una
persona con disabilità
costa 11mila euro,
più di un’azienda si
fa i conti ed evita
la responsabilità
sociale cui è tenuta
dalla legge 68 del
1999. Dall’indagine
emerge che il 50%
dei direttori del
personale dice di
usare
l’esonero
adducendo
la
pericolosità
del
lavoro o la difficoltà
della prestazione
richiesta. Dell’altro
50% che assume,
il 28% dice di farlo
perché è contento
di assumere persone
con
disabilità.
L’inserimento è più
facile nelle grandi
imprese dove sono
presenti i sindacati.
Si calcola anche che
siano 750mila le
persone appartenenti
a categorie protette
che avrebbero diritto
all’assunzione.
10
Amici di Follereau
n. 7 luglio/agosto 2013
L’eroe con disabilità
Ghluam Nabi Nizamani, attivista dei diritti delle persone con disabilità in Pakistan ci
parla della sua vita e della sua infanzia, ispirata da racconti e leggende popolari
di SUNIL DEEPAK
Durante il primo congresso sulla riabilita- e-mail dovevo aspettare 24 ore per inviare
zione su base comunitaria tenutosi in India un'altra. Gli iscritti mi hanno suggerito di
nel novembre dello scorso anno ho incon- cambiare server ma non ero convinto, perché
trato Ghulam Nabi Nizamani, attivista per avrei dovuto cambiare le forme di dialogo.
i diritti delle persone con disabilità in Pa- Così ho pensato che avrei dovuto avviare
kistan e presidente della CBR Asia-Pacific una sorta di centro risorse. In primo luogo
Network.
abbiamo avviato un Cyber Café ma poi ci
siamo resi conto che avevamo bisogno di
La terza decade, che va dal 2013 al avere qualcosa di indipendente, e quindi ab2022, del programma regionale per le biamo creato il nostro sito.
persone con disabilità dell’Asia e del
Pacifico è appena iniziata: quali sono L’ E-Café sulla disabilità fornisce tutte le nole sfide da affrontare?
tizie con i commenti di attivisti. È unico in
‹‹Il primo decennio, 1993-2002, è stato una questo senso, ha notizie e commenti. Per me
introduzione alle problematiche della disabi- è stata una prova di acquisizione e sviluppo
lità nella regione Asia-Pacifico. Prima c'era di capacità. Leggo tutte le notizie e penso
poca consapevolezza circa le questioni rela- alla loro importanza, a quello che sento e
tive alle persone con disabilità. Gli obiettivi scrivo il mio commento››.
del secondo decennio (2002-2012) erano collegati al quadro d’azione del Biwako Millen- La mia ultima domanda è su di te. Vuoi
nium (Piano regionale per Asia e Pacifico per dirci qualcosa sulla tua vita?
la promozione dei diritti umani delle persone ‹‹ Sono nato in una piccola città o dovrei dire
con disabilità approvato nel 2002) che aveva in un grande villaggio chiamato Sanghar.
sette punti di azione con relativi obiettivi. Il È nella parte più a sud del Pakistan, vicino
lavoro è stato fatto su tutti i sette punti di alla provincia indiana di Jaisalmer. Quando
azione anche se non è stato completato. Di- ero un bambino, non avevo nessuna protesi,
versi governi della regione hanno aggiunto stampelle o sedie a rotelle. Fino a 24 anni
i sette punti ai documenti dei piani nazio- mi muovevo strisciando, poi ho ricevuto il
nali››.
mio primo paio di stampelle. Erano difficili
da usare. Per fortuna poi ho ricevuto un triHai una mailing list sulla disabilità ciclo da Lahore. Io ero disposto a provare, ho
molto attiva che è stata trasformata in fatto tutto da solo. Appartengo alla civiltà
un cyber-café. Ci puoi dire qualcosa di Sindhi, che è una civiltà antica. Noi abbiamo
più a riguardo?
la nostra saggezza tradizionale e storie dei
‹‹Il cyber-café si chiama Café Empowerment nostri eroi. Quelle storie mi hanno ispirato.
sulla disabilità e si trova sul seguente sito In una delle storie, ci sono sette eroine e un
web: http://disability-ecafe.net/
eroe che ha una disabilità fisica. Pensando
È iniziato come una mailing list che serviva a questa storia ho superato molti ostacoli.
a collegare persone provenienti dall' Asia Nel tempo, questo mi ha portato a lavorare
meridionale che è diventata molto popolare, a livello internazionale. Tuttavia vivo nello
tanto da avere più di 500 iscritti. Gestivo stesso luogo dove sono cresciuto››.
il tutto tramite Google. A quel tempo Google mi permetteva di inviare e-mail a 500 Ghulam, grazie per aver condiviso il
persone al giorno, quindi dopo l'invio di una tuo tempo con me.
dossier
Vite liberate
“Difendere i diritti dell’uomo è esigere per tutti uguale
diritto alla felicità e alla libertà” Raoul Follereau
Il titolo del convegno, Vite liberate, sintetizza
gli elementi di analisi e le prospettive sulle
quali l’Associazione intende riflettere per
elaborare strategie di intervento, in Italia
e all’estero, che si concretizzino in azioni
efficaci da promuovere nei prossimi anni
in modo da offrire un contributo serio ed
appassionato per rendere migliore questo
nostro mondo.
I DIRITTI PRIMARI Il primo elemento è la
condizione di violazione di diritti primari
che riguarda milioni di persone in varie parti
del mondo, sia nel Nord che nel Sud. Altro
elemento chiave è “esigere per tutti uguale
diritto alla felicità e alla libertà”, idea che
è stata centrale nel pensiero di Follereau.
Il terzo millennio ci apre al disincanto
del fallimento delle teorie economiche
neoliberiste pagate da tanti, troppi
innocenti. A ciò si aggiunge, tenendo conto
della necessità di individuare nuovi modelli
di governance a livello internazionale,
Il documento
preparatorio
del
XXV Convegno
dell’Aifo che
si svolgerà a
Roma
il 12 e 13
ottobre
l’affermazione di una politica, spesso miope
e corrotta e troppo spesso “nana”, subalterna
al potere economico e finanziario.
RIDURRE LA POVERTA’, PROTEGGERE L’AMBIENTE
Sono ancora troppe le persone nel mondo,
ben 800 milioni, che accedono a insufficienti
quantità di derrate alimentari. La libertà
planetaria in questo XXI secolo è davanti
a due grandissime sfide: combattere la povertà (il primo degli otto Obiettivi del Millennio dell’ONU) e proteggere l’ambiente, la
cui mancata tutela genera miseria diffusa.
Ormai è chiaro che problemi ambientali locali possono provocare effetti globali, e servono istituzioni internazionali cooperative
per risolverli. Si tratta dell’interdipendenza
frutto della globalizzazione. Ad esempio, la
scarsità d’acqua può provocare conflitti armati estesi e profughi ambientali; come un
disastro nucleare o la produzione di rifiuti
avvelena Paesi lontani. A problemi e mali
mondiali occorre rispondere con beni sociali
Amici di Follereau
n. 7 luglio/agosto 2013
11
dossier
Alex Zanotelli è stato
ospite in diversi
convegni dell'Aifo
Nel corso di questi anni abbiamo
finanziato la
costruzione di
ospedali, l’acquisto di attrezzature sanitarie, di
farmaci, di mezzi
di trasporto, retribuito il lavoro
di personale
medico e paramedico.
Abbiamo posto
all’attenzione
dell’opinione
pubblica italiana
che la lebbra
non è una maledizione ma una
malattia che può
essere sconfitta
solo se affrontiamo anche le
cause che la generano.
Che la persona
con disabilità
è solo diversamente abile, e
quindi risorsa
per tutta la comunità
globali. E la prospettiva politica corretta è
quella bifocale della giustizia, perché i più
esposti alla crisi ambientale sono i popoli
poveri, e dell’equità perché le future generazioni hanno diritto a godere delle risorse
del pianeta.
FRATELLI IMMIGRATI Inoltre, come non tener
conto, che in Italia vivono oltre 5 milioni di
nostri fratelli stranieri? Gli alunni con cittadinanza non italiana costituiscono una
realtà ormai strutturale del nostro Paese.
Nell’anno scolastico 2011/2012, sono stati
755.939 (8,4 % del totale) e l’aumento più
significativo ha riguardato le scuole secondarie di secondo grado. E come non tener
conto delle nuove emergenze che ci interpellano in modo significativo? Pensiamo alla
disoccupazione, all’emergere di nuove povertà, all’emergenza rifiuti e alla influenza
sui nostri stili di vita, ai falsi miti, da parte
degli italiani, sugli immigrati, frutto di ignoranza e pregiudizi (“troppi, fannulloni e irregolari”).
LE RISPOSTE Quindi, servono risposte
personali, comunitarie, regionali e globali.
“Oggi l’Aifo è chiamata a partecipare a
questi processi di cambiamento e ad aprirsi
al territorio e ad altri soggetti per integrare
saperi e competenze che non possediamo in
toto, pur mantenendo la nostra identità”
(Dal Progetto di Sviluppo associativo).
COSA È STATO FATTO Attraverso questi elementi cercheremo di elaborare delle risposte con la consapevolezza che la nostra
associazione parte da una storia lunga cin-
12
Amici di Follereau
n. 7 luglio/agosto 2013
quant'anni, accanto agli ultimi, fuori dai
palazzi del potere, lontana dai guru dell’economia, durante la quale milioni di persone
sono state curate, guarite, istruite, inserite
in attività produttive. Nel corso di questi
anni abbiamo finanziato la costruzione di
ospedali, l’acquisto di attrezzature sanitarie,
di farmaci, di mezzi di trasporto, stipendiato
personale medico e paramedico. Abbiamo
costantemente posto all’attenzione dell’opinione pubblica italiana che la lebbra non è
una maledizione, ma una malattia che può
essere sconfitta solo se affrontiamo anche le
cause che la generano. Che la persona con
disabilità è solo diversamente abile, e quindi
risorsa per tutta la comunità.
AMARE, AGIRE Nel precedente Convegno
avevamo inteso assumere degli impegni
su tutte queste “Esperienze di Speranza”,
dando voce diretta ad alcune di esse, simbolicamente provenienti dall’Africa, dall’Asia,
dall’America e dalla stessa Italia. Non è per
autocelebrazione che ricordiamo questa storia, ma per ribadire che la grande idealità
che l’ha ispirata ha sempre costantemente
trovato concretezza in una miriade di azioni
di solidarietà. É questa la grande forza che
lo stesso Follereau ci ha indicato di preservare: AMARE, AGIRE. Essere animati da
una grande idea, da una grande passione
ma, nello stesso tempo, essere capaci di tradurla in azioni. Questo immenso patrimonio
è il corredo genetico dell’Aifo; da esso vogliamo partire per confrontarlo con i grandi
problemi che oggi viviamo e per inventare
nuove strategie che consentano di tradurlo
con efficacia ed adeguatezza.
dossier
I QUATTRO TEMI DEL CONVEGNO Il convegno, dunque, ci invita a far ciò attraverso un
percorso che tocca quattro tematiche fondamentali: gli stili di vita; la liberazione dalla
malattia; l’educazione come liberazione; la
giustizia che rende liberi.
1) NUOVI STILI DI VITA Se la spina dorsale
della civiltà occidentale risiede nell'aumento
dei consumi e nella massimizzazione del profitto, parlare di nuovi stili di vita significa
immaginare non solo un nuovo tipo di economia, ma anche un nuovo tipo di società.
Essa invita, dunque, ad una messa in discussione delle principali istituzioni socio-economiche, al fine di renderle compatibili con la
sostenibilità ecologica, la giustizia sociale e
l'autogoverno dei territori, restituendo una
possibilità di futuro a una civiltà che sembra
tendere all'autodistruzione.
Nata come una critica alle dinamiche economiche prevalenti, attorno al progetto della
decrescita si articola ormai un insieme variegato di proposte e riflessioni. Esse investono
la sfera ecologica, sociale, politica e culturale
oltre a una molteplicità di "buone pratiche"
che realizzano un'importante circolarità tra
esperienze concrete e ricerca teorica. L’austerità di vita è dovere d’amore e di solidarietà
con i più poveri, che sono pure i meno capaci
di proteggersi e adattarsi ai cambiamenti
climatici e ai disastri ambientali, come pure
all’aumento dei prezzi degli alimentari e alla
confisca delle terre, per realizzare impianti
idroelettrici oppure per essere vendute a imprese agro-industriali o minerarie straniere.
Ad essi viene spesso precluso anche l’accesso
a un’economia di semplice sussistenza.
Il nostro tempo e la nostra sensibilità esigono
di partecipare a un progetto politico globale e
interdisciplinare per una gestione integrata
delle risorse naturali, per conservarle e riprodurle. Offrono, dunque, fondati motivi di
speranza le tecnologie ecosostenibili che si
stanno sviluppando. Inoltre, malgrado gli
effetti negativi sui redditi prodotti dalla
crisi, la maggior parte degli italiani ritiene
che sia ancora possibile eliminare sprechi ed
eccessi in alcuni ambiti dei propri consumi
ed è convinta che, al di là dei problemi di
reddito, ormai c’è un desiderio meno intenso
di consumare rispetto a qualche anno fa. “E’
una nuova scala di valori che si fa strada in
quanto esprime il profondo ripensamento del
rapporto con il contesto in cui si vive e con le
generazioni che verranno” (Dal 45° Rapporto
Censis).
2) LA LIBERAZIONE DALLA MALATTIA “La salute, come stato di benessere fisico, sociale
e mentale e non solo come assenza di malattia e infermità, è un diritto fondamentale
dell’uomo e l’accesso a un livello più alto di
salute è un obiettivo sociale estremamente
importante” (Conferenza di Alma Ata, 1978).
La salute, dunque, è un diritto umano fondamentale, che deve essere proclamato sempre
ed ovunque e che significa garantire a tutti
la possibilità di accesso ai servizi sanitari,
alle cure mediche, a migliori condizioni di
vita che impediscano il permanere e il diffondersi di malattie dovute al degrado e alla
povertà. Le condizioni sociali ed economiche
sfavorevoli danneggiano lo stato di salute
nell’intero corso della vita, e particolare importanza per la salute dell’adulto rivestono
la vita prenatale e la prima infanzia. La
nostra associazione interviene nei Paesi del
Sud del mondo soprattutto con progetti di
cooperazione socio-sanitaria ed è testimone
che tanta parte della popolazione, soprattutto quella che vive in zone rurali e nelle
baraccopoli, non ha accesso ai servizi sanitari. “La salute per tutti” resterà ancora un
miraggio se non si colmerà il divario Nord/
Sud. Da un lato, quindi, è fondamentale intervenire sugli squilibri, dall’altro la modalità di intervento da noi seguita per la lotta
alla lebbra e per l’handicap può diventare
stimolo per modalità da seguire in azioni più
ampie di educazione allo sviluppo.
Inizialmente i malati erano chiusi nei lebbrosari; la gente così li rimuoveva dalla propria vita per paura del contagio, qualcuno
magari pensava che ciò potesse essere un
bene anche per il malato. Il ghetto-lebbrosario è ciò contro cui Follereau per primo ha
tuonato, denunciando come esso costituisse
la prova che la malattia genera ed è generata da altre lebbre: l’egoismo, il pregiudizio,
l’esclusione sociale. Lo stesso meccanismo
è alla base dell’esclusione di altre persone
con disabilità fisica, psichica o sociale. Attraverso la Riabilitazione su Base Comunitaria (RBC) l’Aifo coniuga i due aspetti: il
sanitario, attraverso interventi di prevenzione, cura e riabilitazione, ed il sociale,
eliminando le barriere fisiche, psicologiche
e sociali che producono esclusione. Accanto
al grande paradigma lasciatoci in eredità
da “papà Raoul” della lotta alla lebbra e a
tutte le lebbre, dopo decenni di esperienza,
abbiamo aggiunto la strategia preferenziale
del recupero del marginalizzato dalla comunità attraverso la stessa comunità che è
Attraverso la
Riabilitazione
su base
comunitaria
l’Aifo coniuga
i due aspetti:
il sanitario,
attraverso
interventi di
prevenzione,
cura e
riabilitazione,
ed il sociale,
eliminando le
barriere fisiche,
psicologiche
e sociali che
producono
esclusione
Amici di Follereau
n. 7 luglio/agosto 2013
13
dossier
stimolata ad attivare le sue risorse migliori.
É arrivato il momento di improntare questa
stessa azione di sviluppo qui in Italia.
La cooperazione
non è più
configurabile
come ponte tra
società; oggi
i ponti sono
superati in
quanto le società
civili sono già
integrate.
Bisogna, dunque,
andare nella
direzione di una
cittadinanza
mondiale
costruita
insieme, nella
quale persone,
comunità ed
istituzioni
costruiscono
insieme il
proprio sviluppo
Giampiero Griffo
durante uno degli ultimi
convegni Aifo
3) L’EDUCAZIONE COME LIBERAZIONE La parola educazione indica anzitutto la capacità
di favorire e aiutare la crescita, portando alla
luce la verità di se stessi (e-ducere), dell’educatore come dell’educando. E’ condurre fuori,
facendo emergere e liberare le potenzialità
di ogni persona, in tutti gli aspetti della sua
vita. Poter garantire ad un giovane o ad un
bambino l’accesso all’istruzione e all’educazione significa dare loro la possibilità di
diventare protagonisti del proprio futuro e
di poter partecipare, da adulti, a pieno titolo alla vita sociale, politica, culturale del
Paese in cui risiedono. Si tratta, quindi, di
un diritto che costituisce il presupposto per
uscire dalle situazioni di emarginazione e di
povertà in cui molte comunità dei Paesi del
Sud del mondo ancora oggi si trovano. Operare per garantire il diritto all’educazione
significa credere, quindi, nelle capacità che
ogni comunità ha di costruire il proprio futuro in una società più giusta ed equa, in cui
tutti abbiano voce.
La libertà e la non discriminazione sono, al
tempo stesso, fondamento e scopo ultimo
dell’educazione che, vissuta senza condizionamenti, libera le potenzialità di ciascuno e
porta alla realizzazione personale e sociale,
stimolando alla partecipazione ed alla gestione del bene comune. Molteplici sono le
iniziative di Educazione allo Sviluppo, più
correttamente chiamata oggi Educazione
alla Cittadinanza Mondiale, che i nostri Soci,
non solo docenti, e i nostri Gruppi realizzano
su tutto il territorio nazionale.
L’Aifo, dunque, nella
consapevolezza che
l’educazione, contribuendo allo sviluppo
integrale della persona, diventa liberazione ed è un efficace
strumento di cooperazione allo sviluppo,
intende rinnovare e
rafforzare il proprio
impegno a favore di
progetti educativi in
Italia e nei Paesi del
Sud del mondo.
14
Amici di Follereau
n. 7 luglio/agosto 2013
4) LA GIUSTIZIA «Solo la giustizia può essere radice della pace»: parola ed eredità
di Oscar Romero, ucciso in El Salvador nel
1980. Il suo resta un omicidio impunito, una
delle tante ingiustizie di questo mondo ancora spaccato fra i pochi che hanno tanto e i
tanti che hanno poco. Non è un gioco di parole, ma una frattura che offende la dignità
dell’uomo. La globalizzazione, così come la
crisi finanziaria mondiale, non fanno poi che
aumentare questa drammatica forbice fra
la crescita della ricchezza in mano di pochi
e l’aumento spropositato delle realtà di miseria. Basta, come esempio, citare il Sud
del mondo dove c’è ancora chi nasce, vive e
muore senza essere mai stato libero. Il destino di singole persone è anche il cammino
di interi popoli schiacciati dalla schiavitù e
da un colonialismo moderno che ha assunto
nuove forme di oppressione.
Rimuovere le cause di questo divario doloroso è un dovere etico, non un sogno irrealizzabile. Non bisogna dunque abbandonarsi
ad un pessimismo cosmico, bensì adoperarsi
per far sorgere nuovi modelli di sviluppo che
rovescino il punto di partenza, in altre parole
che inizino a trovare una soluzione per gli ultimi. Servizio e gratuità sono gli ingredienti
fondamentali di questi modelli che hanno
nell’individuazione del bene comune il loro
cardine e la giustizia come loro metro di giudizio. Tutto ciò esige una cooperazione allo
sviluppo ancorata al perseguimento della
pace, alla promozione dei diritti umani e
dello sviluppo umano e sostenibile.
LA COOPERAZIONE, OGGI La cooperazione
non è più configurabile come ponte tra società civili; oggi i ponti sono superati in
quanto le società civili sono già integrate a
Nord e cominciano ad esserlo a Sud. Bisogna, dunque, andare nella direzione di una
cittadinanza mondiale costruita insieme,
di una cooperazione che sia reale partenariato, fatto di conoscenza e di esperienza
reciproca, volti, incontri, rapporti, nella
quale persone, comunità ed istituzioni costruiscono insieme il proprio sviluppo, sia
nel Nord che nel Sud del mondo. Tutti questi spunti di riflessione e di sollecitazione
ci invitano a nuove forme di intervento e
di partecipazione, più attive ed attente,
fondate su una concezione più completa e
consapevole del nostro ruolo di cittadini responsabili e planetari. Con al centro bambini, donne, uomini e comunità della nostra
madre Terra.
DIARIO AIFO
Arte
La bellezza della
solidarietà
Lo scorso ottobre l’Aifo e la ditta Mediterranea dei Fratelli Carli, che dal 2002 sostiene il
Progetto Insieme in Mozambico, hanno organizzato un viaggio nel paese africano assieme
a sei clienti sorteggiati per conoscere la realtà del Paese ospitante e l’avanzamento delle
attività. Al viaggio hanno partecipato anche la socia Susanna Bernoldi e la fotografa Paola
Aliprandi i cui scatti sono presentati nella mostra itinerante La bellezza della solidarietà
della quale vi offriamo alcune immagini scattate a Bologna.
I/O IO È UN ALTRO
ALLA BIENNALE DI
VENEZIA L’OPERA DI
CESAR MENEGHETTI
HA PER PROTAGONISTE LE PERSONE CON
DISABILITÀ
L’opera è composta da
tre videoinstallazioni
che danno la parola agli
esclusi. I/o_io è un altro
è un progetto che vuole
abbattere il pregiudizio,
anche nell’arte. La creazione è stata inaugurata
il 30 maggio e resterà
visibile fino al 24 novembre nel padiglione
del Kenya all’isola di
San Servolo, già sede
di un manicomio. Nei
Laboratori d’Arte della
Comunità di Sant’Egidio,
che ha contribuito alla
sua realizzazione, tramite l’apprendimento
di tecniche artistiche e
comunicative, centinaia
di persone affette da disabilità fisiche e mentali
hanno compiuto negli
anni un percorso di liberazione personale e
di apertura all’esterno.
L’incontro con César
Meneghetti ha rappresentato una ulteriore trasformazione in una
relazione impostata
sulla reciprocità.
Amici di Follereau
n. 7 luglio/agosto 2013
15
PROGETTI AIFO
Liberia
IL LAVORO FATTO
NEI TRE ANNI DEL
PROGETTO
(dal 1 marzo 2010 al
28 febbraio 2013)
Assistenza medica alle
persone con disabilità
Previsione
1.000
Epilessia
1.089
Disabilità visive 253
Disabilità uditive 121
Disabilità mentali135
Disabilità provocate
dalla lebbra
10
Totale
1.608
Differenza con le
previsioni
+ 608
Differenza in
percentuale
+ 61%
16
Amici di Follereau
n. 7 luglio/agosto 2013
LA DISABILITÁ IN LIBERIA In Liberia,
nonostante il consolidato processo di pace,
l’eredità della guerra incide ancora sullo
sviluppo sociale ed economico. La diffusa
povertà e la bassa qualità della vita
rendono la popolazione vulnerabile, coloro
che si trovano ad affrontare le maggiori
difficoltà sono le persone con disabilità. In
Liberia, secondo l’ultimo censimento, vivono
circa 110.260 liberiani con gravi forme di
disabilità. Queste persone hanno un accesso
limitato ai servizi di base, come istruzione
e sanità, poche probabilità di trovare un
lavoro e di vivere in maniera indipendente.
Misure per promuovere l’inclusione sociale e
politica sono state intraprese dal parlamento,
anche con la ratifica della Convenzione
Onu sui diritti delle persone con disabilità.
Tuttavia, una politica ampia e coerente è
ancora carente. In Liberia le organizzazioni
delle persone con disabilità sono numerose,
ma sono frammentate, spesso in conflitto e
pertanto non riescono a coordinarsi e a dare
avvio ad azioni a forte impatto. Nel 2011
la Commissione nazionale sulla disabilità,
istituita da una legge del 2005, è divenuta
operativa e la Federazione nazionale delle
organizzazioni di persone con disabilità
(Nuod) ha eletto una nuova leadership. Sono
importanti segnali di volontà della società
civile di collaborare per assicurare un
destino migliore alle persone con disabilità. A
causa della decentralizzazione realizzata dal
governo, le organizzazioni delle persone con
disabilità devono affrontare una nova sfida.
Ora i dirigenti locali delle contee hanno
maggiori poteri e responsabilità, tra cui
l’erogazione dei servizi sociali e l’assegnazione
dei fondi per progetti di sviluppo. Pertanto il
riconoscimento dei diritti delle persone con
disabilità nelle fasi di progettazione delle
politiche sociali e di sviluppo dipenderà dai
liberiani e dalla capacità delle organizzazioni
che li rappresentano di influenzare le
politiche e le iniziative locali.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
Il progetto mira a rafforzare le organizzazioni
delle persone con disabilità liberiane nel
loro ruolo di difesa e rappresentanza, in
modo che siano in grado di contribuire
e partecipare attivamente ai processi
decisionali (formulazione, attuazione,
monitoraggio e valutazione) sulle politiche
e iniziative locali di sviluppo. In Liberia c’è
una forte volontà di rafforzare il ruolo delle
associazioni di persone con disabilità per far
Dall'esc
all'ugua
L'Aifo in Liberia promuove un pro
disabilità e per rafforzare il r
Dalla RED
sì che possano rappresentare diritti, bisogni,
esigenze e capacità. Solo queste organizzazioni
possono fornire alle autorità locali maggiore
consapevolezza sulla disabilità, mostrare
l’importanza di adottare provvedimenti volti
a rimuovere fattori ambientali e sociali che
ostacolano il pieno godimento dei diritti e
realizzare uno sviluppo inclusivo.
Le attività progettuali sono dirette a:
- rafforzare il ruolo delle organizzazioni delle
persone con disabilità come controparte
riconosciuta dalle autorità pubbliche
nazionali e locali attraverso la produzione di
kit di informazione sulla disabilità, corsi di
formazione per i membri delle organizzazioni,
assistenza tecnica alla costituzione di nuove
organizzazioni e nell’apertura di nuove filiali,
stimolo alla partecipazione a eventi realizzati
da organizzazioni internazionali o nazionali;
- promuovere la condivisione delle informazioni
e migliorare le attività di sensibilizzazione delle
organizzazioni delle persone con disabilità
stilando un rapporto nazionale sull’attuazione
della Convenzione Onu sui diritti delle
persone con disabilità, la concessione di microsovvenzioni per la realizzazione di attività di
PROGETTI AIFO
Liberia
GLI ALTRI
RISULTATI
674
Borse di studio per
bambini con disabilità
LA SCHEDA
DEL PROGETTO
Area del Progetto: le 15 contee della Liberia.
clusione
aglianza
ogetto in favore delle persone con
ruolo delle loro associazioni
DAZIONE
sensibilizzazione, corsi di formazione e incontri
per i responsabili politici e operatori dei mass
media sulle tematiche della disabilità; fornire
supporto per migliorare la condivisione di
informazioni e conoscenze al fine di adottare
strategie di lobbying e difesa dei diritti.
- migliorare le capacità di gestione delle
organizzazioni delle persone con disabilità
attraverso la loro mappatura il consolidamento
e l’attuazione di procedure democratiche e
trasparenti, la produzione e diffusione di kit
che contengano linee guida e indicazioni sui
processi fondamentali che le organizzazioni
devono adottare; fornire ai responsabili
delle organizzazioni indicazioni su come
raccogliere fondi, incrementare il numero di
donatori, formulare proposte adeguate per
l’ottenimento di fondi e migliorare la capacità di
rapportarsi con le autorità locali, organizzazioni
internazionali e nazionali e con gli operatori
dei mass media. Questo progetto dell’Aifo
è complementare all’azione dell’Handicap
International in corso dal 2006 per rafforzare
le capacità delle organizzazioni delle persone
con disabilità liberiane ed è in sinergia con gli
altri progetti che l’Aifo realizza in Liberia sulla
riabilitazione su base comunitaria.
Partner locale: Unione nazionale delle
organizzazioni di persone con disabilità (Nuod),
organizzazioni della società civile, in particolare
le organizzazioni delle persone con disabilità,
governo liberiano.
Partner a livello internazionale: Federation
Handicap International, African Decade,
Disabled People International, i suoi associati,
UNMIL/HRPS e il NCD.
Referente in loco: Renato Libanora, capo
progetto Aifo in Liberia
421
Persone con
disabilità che hanno
frequentato corsi di
alfabetizzazione
3.250
Case di persone con
disabilità visitate
dal personale del
progetto
137
Apparecchi e ausili
per la mobilità
distribuiti
677
Settore: Riabilitazione su base comunitaria
Obiettivo generale: aumentare la
partecipazione delle organizzazioni della
società civile nel processo decisionale per
la realizzazione di iniziative a favore delle
persone con disabilità.
Gli obiettivi specifici:
- rafforzare la capacità delle organizzazioni
delle persone con disabilità liberiane a
diventare una controparte riconosciuta dalle
autorità pubbliche dello sviluppo;
- costruire un collegamento tra le
organizzazioni delle persone con disabilità in
modo da promuovere un dialogo produttivo
con le autorità locali e nazionali;
- promuovere la condivisione di informazioni
per realizzare campagne di sensibilizzazione;
- rafforzare la capacità di gestione delle
organizzazioni delle persone con disabilità.
Beneficiari diretti: le organizzazioni delle
persone con disabilità liberiane e la loro
federazione (NUOD), le persone con disabilità,
giornalisti, alcuni policy makers e responsabili
politici.
Beneficiari indiretti: I beneficiari finali
saranno le persone con disturbi mentali e
comportamentali.
Persone con
disabilità che hanno
frequentato corsi
di formazione
professionale
circa 400
Persone con disabilità
che hanno ricevuto
microprestiti per
avviare attività
lavorative
395
Volontari della
riabilitazione su
base comunitaria e
personale sanitario
formato o aggiornato
professionalmente
L’impegno
Aifo 2013 in
Liberia è di
140.000 euro
Amici di Follereau
n. 7 luglio/agosto 2013
17
PROGETTI AIFO
Brasile
IN ITALIA
Gli
ospedali
psichiatrici giudiziari
a metà degli anni
settanta hanno
sostituito i vecchi
manicomi criminali.
Fino al 2010 le sei
strutture esistenti
contenevano
1.547
detenuti
molti dei quali in
condizioni indegne.
La
Corte
Costituzionale
nel
2003
ne
ha
dichiarato
l'illegittimità
costituzionale. Il
decreto legge n.
24 del 2013 ha
previsto che siano
chiusi entro il 1
aprile del 2014
per dar tempo alle
Regioni di attrezzare
centri specializzati.
Per maggiori informazioni sul
progetto multipaese di salute
mentale visita:
http://aifomentalhealth.
wordpress.com/
18
Amici di Follereau
n. 7 luglio/agosto 2013
La partecipazione
come pratica
terapeutica
Il lavoro dell’ Aifo all’interno dell’Ospedale psichiatrico
giudiziario di Salvador de Bahia
di CLARA DI DIO
Project manager Aifo, responsabile del progetto Multipaese
Come parte del progetto multi-paese di
salute mentale cofinanziato dall’Unione
Europea, l’Aifo ha avviato dal 2012 un
intervento sul tema diritti umani e salute
mentale a Salvador de Bahia, in Brasile.
Si tratta dell’applicazione pratica dello
strumento Quality Rights sviluppato
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità
(partner nel progetto) attraverso il quale
utenti, famigliari, personale dei servizi
e società civile valutano in maniera
partecipativa un servizio di salute mentale
sia dal punto di vista della qualità della
struttura (alloggiamento, accessibilità,
disponibilità e livello dei servizi) che del
rispetto dei diritti fondamentali degli utenti
(i.a. libertà personali, protezione da violenza
e abusi). L’intervento è implementato
dall’Aifo in collaborazione con la Segreteria
di Salute dello Stato di Bahia (Ministero
della Salute) e consiste in momenti di
formazione; gruppi di discussione con
utenti, ex utenti, attivisti, famigliari e
professionisti facilitati dagli psicologi
della Segreteria di Salute Mentale; oltre
alla valutazione vera e propria dei servizi
articolata secondo i criteri proposti dallo
strumento Quality Rights utilizzando come
termini di paragone un ospedale generale e
un centro di attenzione psicosociale diurno,
sempre nella municipalità di Salvador.
UN LINGUAGGIO COMUNE Lavoriamo in
grande sintonia con la Segreteria di Salute
PROGETTI AIFO
Brasile
Nella foto a sinistra,
training organizzato dal
progetto multi-paese
Aifo all'Ospedale di
custodia e trattamento
di Salvador de Bahia.
dello Stato di Bahia, parliamo lo stesso
linguaggio per quanto riguarda la salute
mentale e abbiamo punti di riferimento
in comune: Franco Basaglia in primis,
che trovò in Brasile un terreno fertile per
le sue pratiche e teorie critiche. Abbiamo
modelli di servizi simili e una storia in
comune visto che il Brasile è già da tempo
sulla strada della deistituzionalizzazione
ma anche in Brasile, proprio come in
Italia, resta la ferita aperta dei manicomi
criminali. L’istituzione di salute mentale
selezionata per la valutazione è proprio una
di queste strutture detentive: l’Ospedale di
custodia e trattamento di Salvador; in Italia
lo chiameremmo Ospedale psichiatrico
giudiziario (Opg); diversa terminologia ma
stessa sostanza: non un luogo di cura e
riabilitazione ma un luogo di detenzione e
violenza, sovraffollato e fatiscente.
malattia mentale che, invece di curare,
disumanizzava l’individuo; in strutture
come questa, lo stigma della pericolosità
sociale legato alla malattia mentale si
somma a quello del crimine cristallizzandosi
in un regime di isolamento ed emarginazione
difficile da smantellare. Le condizioni
fisiche della struttura sono visibilmente
inadeguate; il degrado è estremo, il tasso
di episodi di violenza e di autolesionismo è
alto e non vi è dubbio che in uno spazio fisico
simile il processo di guarigione non può
avere luogo. Lavoriamo nel carcere di Bahia
con la consapevolezza che l’obiettivo vero è
quello di chiudere il carcere e riorganizzare i
servizi; utilizziamo il lavoro partecipato per
mettere in luce la devastante inadeguatezza
della struttura e indicare l’unica strada
possibile: abbatterne i muri e sostituirli con
alternative realmente terapeutiche.
PARLARE DEL DISAGIO MENTALE Nell’estate
del 2012 il progetto multipaese ha
organizzato la prima attività nella
struttura, una formazione per utenti,
personale sanitario e di sicurezza, famigliari
e rappresentanti del movimento sociale
degli ex-utenti, portando come formatrice
la coordinatrice nazionale del programma
Quality Rights del Ministero della Salute
del Portogallo; da allora utenti famigliari
e professionisti si riuniscono a cadenza bisettimanale per parlare della loro esperienza
con il disagio mentale e con la detenzione
nella struttura.
Se si prende parte alle attività di progetto
organizzate nella struttura, non si può che
rimanere colpiti dalla potenza del lavoro
partecipato, dall’energia che scaturisce nel
momento in cui le persone vengono messe
nella condizione di essere parte attiva
nei processi decisionali che riguardano
le loro esistenze. È con la partecipazione
che Basaglia cercava di decostruire quel
sistema di gestione della devianza e della
Ma lavoriamo anche per stimolare la
partecipazione di chi al momento vi è
rinchiuso, per fare riemergere in chi è
sistematicamente escluso dal potere e
privato del diritto ad autodeterminarsi
quella motivazione che è condizione
imprescindibile per qualsiasi processo di
guarigione e superamento positivo di una
crisi.
UN LAVORO DI PORTATA INNOVATIVA Il
lavoro nel carcere psichiatrico di Bahia
è un lavoro di piccola scala ma dalla
portata innovativa sotto molteplici punti
di vista, compreso quello dell’evoluzione
dell’ Aifo come organismo di cooperazione
internazionale: con questo ed altri tipi
di intervento, l'Aifo si mette infatti alla
prova sperimentando nuove tipologie di
azione in contesti che costituiscono una
novità per l’organizzazione; così facendo
Aifo non snatura il suo mandato, bensì lo
porta avanti con uno sguardo al futuro e al
rinnovamento.
Nella foto a destra,
attività di teatro
degli utenti durante
attività di formazione
organizzata dall'Aifo.
Nella
pagina
precedente, Livia,
rappresentante della
rete utenti di servizi
mentali
L’impegno
dell’Aifo per
il 2013 per
il progetto
Brasile è di
94.925 euro
Amici di Follereau
n. 7 luglio/agosto 2013
19
diario AIFO
Gruppo di Arezzo
"Continua il nostro
viaggio sulle Vie che
Aifo percorre in Italia.
Questo mese Emma
Patroni, coordinatrice
regionale per la
Toscana, ci presenta
il "Gruppo Follereau
Arezzo". E' un gruppo
storico che da anni
fa risuonare il nome
dell' Aifo e di Raoul
Follereau nelle piazze
della Toscana. Anche
tutti noi soci, come
Emma, speriamo nei
giovani!"
di SIMONETTA
SIMONI
Lettera di una
professoressa
La storia del gruppo Follereau di Arezzo
di EMMA PATRONI
Coordinatrice regionale Aifo per la Toscana
UN MIO ALUNNO MI PORTÓ AMICI DEI
LEBBROSI Ho conosciuto i libri di Follereau
... per caso, a meno che la Provvidenza
non vi abbia messo lo zampino! Era il
1982 e insegnavo Lettere in una scuola
media di Arezzo. Stavamo preparando un
cartellone ispirato da una poesia di Ivan
Illich e ci mancava un'immagine che facesse
riferimento alle malattie che l'uomo non
era riuscito a debellare. Un mio alunno, che
aveva uno zio parroco, mi portò Amici dei
Lebbrosi. I ragazzi mi chiesero cosa fosse
la lebbra e, per poter rispondere, dovetti
informarmi. Così lessi i libri di Raoul
Follereau e ... me ne innamorai. Subito feci
studiare alcune poesie ai miei alunni e anche
20
Amici di Follereau
n. 7 luglio/agosto 2013
in loro sorse il desiderio di fare qualcosa.
Organizzammo uno spettacolino in cui si
alternava la lettura di poesie di Follereau
con altre scritte dai ragazzi stessi, mentre
si proiettavano delle diapositive in tema.
Altri presentavano le figure di Follereau,
Madre Teresa e Albert Schweitzer, tra
l'altra il sottofondo musicale era "Toccata
e fuga" di Bach, suonata con l'organo dallo
stesso Schweitzer. Fu il primo modo per
far conoscere ad alcune classi di Arezzo il
problema della lebbra.
L’ADOZIONE A DISTANZA D'allora quei
miei alunni cominciarono ad impegnarsi
per raccogliere offerte per i progetti Aifo,
diario AIFO
Gruppo di Arezzo
soprattutto durante la Giornata mondiale
per i malati di lebbra in varie parrocchie, o in
altre occasioni, distribuendo i calendarietti
Aifo, oppure organizzando una festa sportiva
o una lotteria nel loro quartiere. Nel 1987
venne invitata ad Arezzo, come Testimone
di Solidarietà, una suora che lavorava come
medico in un centro di cura a Bhalki.
I TESTIMONI Negli anni seguenti, il gruppo
ha continuato ad organizzare la Gml in circa
14 parrocchie della Provincia. Ogni anno
veniva invitato un Testimone per incontri
in scuole, parrocchie e studi televisivi.
Anche la stampa locale riportava articoli di
sensibilizzazione sulle attività del gruppo
aretino dell'Aifo e dei suoi ospiti. Negli
anni si sono alternati, come testimoni,
religiosi e laici: Suor Leela dall'India, Padre
Giorgio Abram dal Ghana, Vescovi come
i brasiliani Dom Moacyr Grechi, Tomas
Balduino, dom Abel Nunez e il congolese
mons. Mudiso, medici come il dr. Halim
Paulus dall'Indonesia, la dottoressa Chiara
Castellani che opera nella Repubblica
Democratica del Congo.
LE ALTRE ATTIVITÁ Nel 2008 il socio Aifo
Lucio Beloni, che è tra i promotori del
Comitato per il referendum sul problema
dell'Acqua Bene Pubblico, ha organizzato
incontri con Alex Zanotelli. Nel mese di
gennaio 2012, numerosi alunni appartenenti
a 12 classi della scuola media Cesalpino,
hanno organizzato da soli 7 banchetti
per l'iniziativa Il miele della solidarietà.
Altri ragazzi del Corso Musicale hanno
anche fatto nella loro parrocchia un piccolo
concerto con due strumenti alla fine della S.
Messa, in occasione della Giornata mondiale
per i malati di mebbra.
Alcune classi hanno partecipato anche al
Concorso scolastico bandito dall' Aifo e
sono arrivati quarti. La socia Giovanna
Vona, docente nella stessa scuola, ha
fatto pubblicare sul giornale La Nazione
un'intera pagina scritta dai suoi alunni
sull' Aifo, su Follereau e sull'attività della
dottoressa Chiara Castellani. L'attuale
Gruppo Follereau Arezzo, fondato due anni
fa, è stato riconosciuto come Onlus, secondo
il regolamento regionale della Toscana.
Siamo pochi, ma abbiamo la collaborazione
anche di persone appartenenti ad altre
associazioni di volontariato e... speriamo
nei giovani!
Report corso
Oristano
di ANTONIO GIOVANNI FARRIS
Si è tenuto a Oristano sabato 11 maggio
il corso di base per la formazione di soci
nuovi e simpatizzanti nell’ambito del
progetto associativo Amare e agire. Hanno
partecipato circa 50 persone. Il messaggio
di Raoul Follereau ha rappresentato il
filo conduttore che ha tenuto insieme le
varie relazioni a partire da quella svolta da
Giovanni Antonio Maieli (Raoul Follereau: la
vita, il messaggio. La lebbra e le lebbre. Aifo:
Mission e Vision), a quella presentata da Gino
Gravina (Diritti umani e nuovi stili di vita:
costruire la civiltà dell’amore), alla relazione
di Antonio Giovanni Farris (Cooperazione
e volontariato. La riabilitazione su base
comunitaria: strategia Aifo in Italia e
all’estero per un percorso inclusivo degli
ultimi), a quella di Padre Paolo della
Comunità dei Saveriani di Macomer (Vivere
la realtà: esperienza in diretta), a quella di
Flavio Cimini (Presenza di Aifo sul territorio:
lavoro di gruppo). La Presidente Anna Maria
Pisano ha concluso il corso presentando il
prossimo convegno che si terrà ad ottobre
a Roma. Il corso ha suscitato un elevato
interesse nei partecipanti che hanno seguito
i lavori con la stessa intensità fino alla fine.
L’incontro a
scuola con suor
Immacolata
Rodriguez che disse
“ Con il prezzo di
un paio di scarpe
garantiamo lo studio
in collegio ad un
bambino indiano”.
Così nacque l’idea
di organizzare una
adozione a distanza.
Arrivammo a 60
bambini…
Amici di Follereau
n. 7 luglio/agosto 2013
21
diario AIFO
Concorso Scuola
Diritti, Salute, Solidarietà
“Il segno dell’amore è la giustizia. Il frutto della giustizia è la pace” Raoul Follereau
Terza edizione del Concorso scolastico Aifo - Graduatorie
Sono state 25 le scuole coinvolte nella III° edizione del Concorso scolastico nazionale Aifo dedicato al tema Diritti - Salute - Solidarietà. Il segno dell'amore è la giustizia, il frutto della giustizia è la pace. Il concorso era
rivolto alle scuole primarie, secondarie di primo e di secondo grado, statali e paritarie, allo scopo di promuovere nelle giovani generazioni i principi della cittadinanza attiva e consapevole, basata sui valori della
solidarietà, della partecipazione responsabile e della cooperazione, nonché della legalità e del rispetto
dei diritti umani. Tra questi, in particolare, il diritto alla salute e al benessere di ogni cittadino del mondo.
Il 22 maggio 2013, nell’aula LIM della scuola secondaria di primo grado Ortiz di Chieti, si è riunita la commissione selezionatrice per procedere alle operazioni di valutazione degli elaborati pervenuti e stabilire i vincitori del concorso. Qui sotto l’elenco delle scuole vincitrici. Complimenti!!!
Scuola Primaria
AUTORE
O CLASSE
OPERA
SCUOLA
REGIONE
PUNTi
1
La stella caduta
Classi IV - V
Istituto comprensivo S. Margherita Ligure – Scuola
primaria di Nozarego Basso
Liguria
80
2
Rap di una bambino
III C
Scuola primaria paritaria “Suor Teresa Valsé” - Gela
Sicilia
73
3
Riflessioni sui diritti
IV - V
Istituto comprensivo Bracigliano
Campania
53
Pensieri illustrati
IV
Istituto comprensivo Bracigliano
Campania
53
Preghiera a Gesù
V
Istituto Comprensivo Pietro Visconti di Ogliastro
Campania
52
Calendario senza tempo
V
Istituto comprensivo Bracigliano
Campania
52
4
5
6
Nostro Signore
V
Istituto Comprensivo Pietro Visconti
Campania
51
Scusa Gesù
V
Istituto Comprensivo Pietro Visconti
Campania
51
Signore mio
V
Istituto Comprensivo Pietro Visconti
Campania
51
La solidarietà
IV A
I.C.S. n.2- plesso primaria “A.M. Corradi”
Abruzzo
50
Il cuore
IV A
I.C.S. n.2- plesso primaria “A.M. Corradi”
Abruzzo
50
La solidarietà è…
IV B
I.C.S. n.2- plesso primaria “A.M. Corradi”
Abruzzo
50
Regola per la solidarietà
IV A
I.C.S. n.2- plesso primaria “A.M. Corradi”
Abruzzo
50
A Gesù
V
Istituto Comprensivo Pietro Visconti
Campania
50
Ho sognato Gesù
V
Istituto Comprensivo Pietro Visconti
Campania
50
Scuola Secondaria di Primo Grado
1
Genocidi africani
III B
Scuola media Croce - Farè
Lombardia
80
2
Diritti, salute, solidarietà
II A Abbo
Ist. Comprensivo “Mario Novaro”
Liguria
69
3
La solidarietà
II B Krzesinska
Istituto Comprensivo Pietro Visconti di Ogliastro (SA) Campania
68
4
Un’amicizia speciale
IC
Ist Com. Ostuni
Puglia
64
5
Diritti, salute, solidarietà ai
tempi di oggi
II C
Ist. Compr. “L. Vigo Fuccio – M.La Spina”
Sicilia
62
Essere bambini è un diritto,
non una colpa !
III A
I.C. Luigi Guercio
Campania
62
Istituto Comprensivo di Torchiara
Campania
62
Bambino
6
7
22
Ho incontrato Rigoberta Menchù
II D
Ist. Comprensivo A. Rosmini
Lazio
62
Yaya e Malù
ID
Ist. Comprensivo A. Rosmini
Lazio
61
Ciò che è facile e ciò che è
giusto
III A
Ist. Comprensivo A. Rosmini
Lazio
61
Filastrocca del bambino
III A
I.C. Luigi Guercia- Castellabate
Campania
59
Amici di Follereau
n. 7 luglio/agosto 2013
diario AIFO
Concorso Scuola
La
Commissione
che ha
esaminato
gli elaborati
al lavoro.
A sinistra,
alcuni degli
studenti
che hanno
partecipato
al concorso
8
La salute è un diritto di tutti i
bambini
ID
Scuola sec. 1 grado “G.Galilei”, Treviso
9
Bandiera della pace
II B
Istituto Comprensivo Pietro Visconti di Ogliastro (SA) Campania
56
10
Pax – news dal mondo
IB
Ist Com. Ostuni
Puglia
55
11
La pace
III A
I.C. Luigi Guercio - Castellabate
Campania
54
12
L’inclusione
III B
Istituto Comprensivo di Taggia – Scuola media “G.
Ruffini”
Liguria
53
La solidarietà
II B
Istituto Comprensivo Pietro Visconti di Ogliastro (SA) Campania
53
Mondi differenti
IE
Istituto Comprensivo “Garibaldi” – Bari plesso S.S. I
grado “Pascoli”
Puglia
52
Isak e Marilù
II D
Ist. Comprensivo A. Rosmini
Lazio
52
14
Sarà la solidarietà
III D
Ist. Comprensivo “Mario Novaro”
Liguria
51
15
Ognuno di noi può essere costruttore di pace
ID
Ist. Comprensivo A. Rosmini
Lazio
50
Follereau a salvaguardia
dell’umanità
II C
I C Fuccio – La Spina Acireale
Sicilia
50
13
16
17
Veneto
58
La pace sovrana
ID
Ist. Comprensivo A. Rosmini
Lazio
48
I diritti dei bambini
III A
I.C. Luigi Guercio - Castellabate
Campania
48
La povertà
II B
Istituto Comprensivo Pietro Visconti di Ogliastro (SA) Campania
48
Io ho tanto
II B
Istituto Comprensivo Pietro Visconti di Ogliastro (SA) Campania
46
III A - Paragano
I.C. Luigi Guercio - Castellabate
Campania
46
Malattia e povertà da una
parte, vizio ed eccesso dall’altra
II D
Ist. Comprensivo A. Rosmini
Lazio
46
18
Follereau
IE
Istituto Comprensivo “Garibaldi” – Bari plesso S.S. I
grado “Pascoli”
Puglia
45
19
Democrazia
III B
Istituto Comprensivo di Taggia – Scuola media “G.
Ruffini”
Liguria
42
Scuola Secondaria di Secondo Grado
1
La ricetta di Raoul - testo
ISISS BOJANO
Molise
60
2
Strinse i mortali in social catena
IV comunicazione
Ist. Nostra Signore delle Grazie (Liceo)
Piemonte
56
3
La ricetta di Raoul - mosaico
IV B
ISISS BOJANO
Molise
55
4
I frutti son di tutti
II linguistico
Ist. Nostra Signore delle Grazie (Liceo)
Piemonte
53
5
Ti sto accanto
II scienze umane
Ist. Nostra Signore delle Grazie (Liceo)
Piemonte
50
6
Basta!
II scienze umane
Ist. Nostra Signore delle Grazie (Liceo)
Piemonte
48
Amici di Follereau
n. 7 luglio/agosto 2013
23
Appello Bidar
La nostra attenzione al futuro dei bambini
Dal 1962 l’Aifo opera in India per prevenire e curare la lebbra promuovendo la formazione
di personale sanitario, il sostegno ai centri di cura e riabilitazione, l’informazione, la ricerca,
l’accesso ai servizi. Da tempo la nostra Associazione promuove anche attività in favore dei
bambini svantaggiati.
Nello stato del Karnataka, in particolare, lavora assieme alla associazione locale Organizzazione
per lo sviluppo integrale di Bidar prendendosi cura dei bambini di 21 villaggi. Le attività svolte
riguardano la sensibilizzazione e l’educazione sanitaria nei villaggi; corsi di formazione per i
maestri; doposcuola, teatro, sport, gite educative per i bambini; fornitura di materiale didattico;
creazione di gruppi di auto aiuto, alcuni dei quali con persone con disabilità.
Puoi sostenere il progetto così:
20 E per l’acquisto materiale didattico per un bambino;
50 E per l’integrazione alimentare di un mese per un bambino;
80 E per l’attività di medicina scolastica di un mese;
130 E per l'acquisto materiale ludico per bambini;
200 E per una borsa di studio ad un bambino.
Nella causale del versamento specificare: Appello Bidar
•
•
Versamento con bollettino postale C.C.P. 7484 e 522433
Versamento con bonifico bancario su uno dei seguenti conti:
C/c Banca Popolare Etica - Filiale di Bologna cod. IBAN IT89 B050 1802 4000 0000 0505 050
C/c Banca di Bologna - Fil. Croce di Casalecchio cod. IBAN IT25 O088 8336 670C C028 0281 940
C/c Poste Italiane Spa cod. IBAN IT52 D076 0102 4000 0000 0007 484
• Domiciliazione
bancaria (RID)
• Donazioni con carta di credito
no verde Aifo 800550303
• Donazioni on-line
www.aifo.it
Qualora le offerte superassero la somma richiesta per la realizzazione del progetto, l’Aifo contatterà il donatore.
Sarà così possibile concordare un altro progetto a favore di persone svantaggiate alle quali devolvere il contributo.
Ogni donazione è deducibile dalla dichiarazione dei redditi.