Luglio/settembre 2013
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Luglio/settembre 2013
Anno LII - n. 7 Luglio/Agosto 2013 - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, CN/BO- Filiale di Bologna - E 1,03 dal 1961 con gli ultimi n. 7 Luglio/Agosto 2013 Dall'esclusione all'uguaglianza Il progetto Aifo in Liberia per le persone con disabilità Sommario Aifo news non ci sono sogni troppo grandi 3 A quante vite siamo riusciti a dare più libertà di Anna maria pisano agorà 4 RICERCA Ong italiane e social media di DONATA COLUMBRO 6 ATTUALITÁ L’ignoranza sentimentale di DAVIDE SACQUEGNA 8 SANITÁ “Avevate ragione, il dio mercato non esiste” di SUNIL DEEPAK 10 11 Il viaggio di conoscenza dell’Aifo L’Aifo è presente in India dal 1962 e, in armonia con lo spirito di Raoul Follereau, il suo primo impegno è nell’ambito della cura della lebbra. Alla lebbra sono strettamente connesse le problematiche riabilitative e, più in generale, quelle legate alla povertà, che è la prima e la più grave forma di disabilità. Oltre alla lebbra e alla riabilitazione Aifo ha estenso la sua assistenza anche all’infanzia. OBIETTIVI DEL VIAGGIO • Favorire nei soci la conoscenza dei progetti Aifo e la condivisione con i partner dei nostri progetti. • Stabilire un incontro con culture diverse. • Contribuire alla formazione di una cultura di pace, giustizia e solidarietà, riconosciuta nello statuto Aifo come finalità primaria dell’associazione. QUANDO Prima metà di novembre 2013. Il viaggio verrà organizzato se si raggiungerà un numero minimo di iscrizioni. È previsto un incontro obbligatorio di conoscenza e per lo scambio di informazioni prima della partenza. DOVE India del sud (Stati del Karnataka e Andhra Pradesh). DISABILITÁ L’eroe con disabilità di SUNIL DEEPAK PARTECIPANTI Il viaggio è rivolto a sei persone tra soci e collaboratori Aifo e un accompagnatore. Dossier Vite liberate DOCUMENTO PREPARATORIO DEL XXV CONVEGNO AIFO MODALITÁ Il gruppo sarà ospitato presso le strutture dei progetti sostenuti dall’aifo, spesso gestite da congregazioni religiose. Si tratta di strutture dignitose ma che, essendo semplici e spartane, non offrono i confort degli alberghi. É richiesta a tutti una certa capacità di adattamento. Le camere sono generalmente doppie o triple, a volte con servizi in comune. diario AIFO 15 ARTE La bellezza della solidarietà DOCUMENTI NECESSARI É necessario il passaporto con validità residua di almeno sei mesi. PROGETTI AIFO 16 PROGETTO LIBERIA Dall’esclusione all’uguaglianza dalla REDAZIONE 18 Alla scoperta dell’India del sud PROGETTO BRASILE La partecipazione come pratica terapeutica di CLARA DI DIO diario AIFO 20 GRUPPO DI AREZZO Lettera di una professoressa di EMMA PATRONI 21 Report corso Oristano di ANTONIO GIOVANNI FABBRIS 22 CONCORSO SCUOLA Diritti, salute, solidarietà appello 24 Appello Bidar Mensile dell’Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau Via Borselli, 4-6 • 40135 Bologna Tel. 051 4393211 • Fax 051 434046 [email protected] • www.aifo.it Direttore Responsabile Mons. Antonio Riboldi Direttore anna maria pisano Coordinatore editoriale Gianfranco Cordisco Associato all’U.S.P.I. Unione Stampa Periodica Italiana Autorizzazione Tribunale Bologna N. 2993 del 19 aprile 1962 VISTO Va richiesto on-line all’ambasciata dell’india in Italia di competenza(Milano o Roma) e andrà richiesto con congruo anticipo rispetto alla data del viaggio . VACCINAZIONI Non è richiesta alcuna vaccinazione obbligatoria per i viaggiatori provenienti dall’Italia. Prima del viaggio è opportuno consultare la competente Asl sulla necessità di effettuare vaccinazioni o profilassi del caso. In genere, previo parere medico, sono consigliate le vaccinazioni contro il tifo e il richiamo antitetanico. CLIMA A novembre, al termine della stagione dei monsoni, le temperature sono gradevoli, e variano le massime dai 25 ai 33° e le minime dai 16 ai 22°, a seconda delle zone. COSTI Sono a carico dei partecipanti i costi relativi al volo internazionale, ai trasporti e alloggio in loco ed eventuali biglietti per ingressi a parchi e musei. I soci e collaboratori interessati a partecipare al viaggio studio dovranno far pervenire la scheda di iscrizione a Monica Tassoni - Attività educative e formative Aifo Tel.051/4393212 - Fax 051 434046, [email protected] Comitato di redazione LUCIANO ARDESI, DANIELE BARBIERI, SUNIL DEEPAK, FEDERICA DONÁ, GIOVANNI GAZZOLI, ANTONIO LANDOLFI, MAURIZIO MALDINI, OLGA MARTINI, FRANCESCA ORTALI, SANDRO PASQUALINI, SIMONETTA SIMONI, MONICA TASSONI. Grafica ANTONINA SOLLENA Consulenza fotografica MARCELLO CARROZZO La responsabilità degli articoli è esclusivamente dei rispettivi autori. La Direzione si assume la responsabilità degli articoli “a cura della Redazione” e di quelli non firmati. Tutti gli articoli possono essere riprodotti purché accompagnati dal nome dell’autore e dalla menzione “Amici di Follereau”. Una copia deve essere inviata alla redazione. Manoscritti e foto, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Le fotografie pubblicate su questo numero fanno parte dell’Archivio Aifo Le attività promosse dall’Associazione sono frutto della solidarietà e della condivisione di tanti amici che ci sostengono. Anche tu puoi contribuire con l’abbonamento annuo al nostro giornale: e 13 ordinario • E 18 simpatizzante E 30 sostenitore Tiratura 29.550 copie Chiuso in tipografia il 24/06/2013 Il numero di Giugno è stato spedito il 21/06/2013 Stampa - SAB - Trebbo di Budrio (Bo) Postalizzazione DATA MEC srl Via Speranza, 31 - 40068 San Lazzaro (Bo) Non ci sono sogni troppo grandi ANNA MARIA PISANO Presidente Aifo e Direttore di Amici di Follereau A quante vite siamo riusciti a dare più libertà Forse non ci rendiamo abbastanza conto della catena di conseguenze positive (o …negative) che avranno alcune nostre anche piccole azioni A quante vite siamo riusciti a dare più libertà attraverso l’Aifo in tutti questi anni? Quanti uomini, donne, bambini sono usciti dalla morsa della fame, della malattia, dell’emarginazione? Quanti di questi si stanno ora impegnando nella società per la propria famiglia e perché altri riescano a salvarsi come loro? Sicuramente tante e tante migliaia in questi 50 anni di Aifo. Nel bilancio sociale, che ormai pubblichiamo ogni anno, cerchiamo di calcolare i numeri positivi ottenuti: ma chi può dire realmente tutto il bene che può portare un disabile che non sta più relegato nella sua capanna, nascosto e considerato fonte di vergogna per la sua famiglia, divenuto una persona diversamente abile, cosciente di diritti e doveri, che impara un mestiere, si inserisce in un gruppo, nella società e collabora a migliorarla? finora, seguendo il messaggio di Raoul Follereau con fraternità e professionalità ed è per questo che vogliamo continuare a impegnarci con competenza e con amore. Nel mondo di oggi, in questo mondo dove la finanza impera, nel mondo di oggi dove, denuncia con forza Papa Francesco, un tasso finanziario diventa una tragedia e della morte di milioni di bambini per fame non se ne accorge più nessuno, bisogna svegliarsi ed agire più in fretta e con più forza, nel sociale, nella politica, nel campo in cui chiunque di noi può agire, cristiani e non cristiani, tutti gli uomini di buona volontà, per far finalmente rispettare e mettere al primo posto l’uomo. Credo ancora fortemente che sia possibile, anche se talvolta qualche notizia fa pensare che la testa e il cuore non ci funzionino più molto bene e che abbiamo perso la dimensione delle cose. Un uomo guarito dalla lebbra, che lavora con gli altri e non è più considerato un ex lebbroso, ma solo un uomo con tutte le sue possibilità? Chi può dire tutto ciò che potrà costruire un bambino che aiutiamo ad andare a scuola, a vedere un mondo più aperto? Forse non ci rendiamo abbastanza conto della catena di conseguenze positive (o …negative) che avranno alcune nostre anche piccole azioni. “Una buona azione, un gesto di vera fraternità, crea la gioia. E da questa gioia nasce un’altra gioia. Ed è un susseguirsi di felicità. Indefinito, e, forse, infinito. Chi fa del bene non conosce mai tutto il bene che ha fatto” (R.Follereau). “Gattini battono Rifugiati 40 a 1” riferiva una nota rivista italiana: un’indagine su un campione di americani adulti digitalizzati, che rispondono e offrono online per associazioni o cause sociali. Gli occhi di un tenero gattino che ti guardano dal video sono molto più efficaci di un bambino affamato, di una terribile emergenza, di un rifugiato. Classifica quindi delle cause più seguite: 41% Animali ; 37% Bambini; e scendiamo al 15% Povertà e fame; 8% Disabili ;fino all’1% Rifugiati. Diceva Follereau: “Sono arrabbiato proprio perché amo gli animali”. Nel mondo di oggi, dove la crisi economica ci circonda di vecchi e nuovi poveri, ma soprattutto di tante persone che rischiano “di farsi rubare la speranza”, è sempre più valida la parola d’ordine “Amare e Agire”…con entusiasmo e con fiducia. “Vite liberate” è il titolo del nostro prossimo Convegno internazionale perché è per questo che l’Associazione ha operato Amici di Follereau n. 7 luglio/agosto 2013 3 agorà Ong italiane e Ricerca I siti internet La ricerca ha raccolto in totale 76 questionari. La prima parte delle domande riguardava il sito internet, l’interazione con gli utenti e il collegamento con uno o più blog. Nell’era del web partecipativo «la struttura di un sito dovrebbe tendere sempre più verso l’apertura all’esterno», sostiene Luca Conti, consulente di social media marketing e docente dei corsi di Ong 2.0, che spiega come «web 2.0 significhi passare dal web marketing al content marketing, non basato sulle metodologie tradizionali di diffusione del messaggio pubblicitario su siti vetrina, ma attraverso gli strumenti che si avvalgono dei contenuti come elemento che genera valore per l’utente». Ma i siti web delle ong italiane stanno andando in questa direzione? Commento interno al sito Al momento dell’indagine tutte le ong coinvolte hanno dichiarato di possedere un sito, che solo nel 28,1% dei casi è stato predisposto con la possibilità di commentare il contenuto, mentre il 9,4% ospita uno spazio con uno o più forum per gli utenti. L’81,3% dei siti delle no profit prevede inoltre uno spazio per donare on-line via carta di credito, PayPal, bonifico bancario o altri servizi di pagamento. Apertura all’esterno A proposito dell’apertura verso l’esterno, alcuni rispondenti (16% in totale) hanno segnalato un collegamento con i social network attraverso social plugin con cui condividere il contenuto, la possibilità di scaricare materiale, il collegamento a blog esterni e una form apposita per scriversi come donatore. Blog Inoltre il 24,7% delle associazioni dichiara di gestire un blog e il 16,4% ne gestisce più di uno. Un matrimo di DONATA C Su quali social network la tua ong ha attivato un profilo? Quali sono gli argomenti più trattati? Siete soddisfatti della raccolta fondi on-line? A queste e altre domande hanno risposto le ong italiane nell’ambito di un’indagine finalizzata a mappare la loro presenza online. L’indagine è stata realizzata da Volontari per lo Sviluppo/Ong 2.0. Secondo Conti il blog fa parte degli strumenti essenziali per il content marketing e, quando il contenuto del blog «genera valore per l’utente», allora si accende il passaparola: «un circolo virtuoso che porta l’utente a diventare testimonial». Per le ong partecipanti all’indagine la cadenza di aggiornamento è per lo più settimanale (38,5%), di solito da parte dell’ufficio comunicazione/ promozione del proprio organismo (70%). Il 26,5% invece è aggiornato da un team di autori dedicati a questa attività, mentre nel 20,6% dei casi sono i cooperanti espatriati a occuparsene o i volontari in servizio civile (11,8%). In un caso il blog viene utilizzato solo in fase di “emergenza”, in un altro non viene più aggiornato perché la comunicazione è stata spostata integralmente su Facebook. Solo una delle organizzazioni rispondenti ha un I Siti delle ONG 76 forum 81,3% 100% 16% ha uno spazio per delle ONG ha un sito internet ONG intervistate 9,4 donare online (Paypal, carta di credito, bonifico) 28,1% ha un collegamento ai social ha uno spazio per i Blog & ONG commenti ha un più di 16,4% un blog ha un blog 24,7% cooperanti espatriati 11,8% 26,5% volontari Servizio Civile blogger dedicati 70% 4 Amici di Follereau n. 7 luglio/agosto fusione 2013 del messaggio pubblicitario su siti vetrina, ma attraverso gli strumenti che si avvalgono dei Frequenze di aggiornamento Blog aggiornati da: ufficio comunicazione andando in questa direzione? Commento interno al sito 20,6% 17,9% 20,5% giornaliera 12,8% ogni 2 settimane 10,5% 20,6% 1 post alla settimana ogni mese altro commentare il contenuto, mentre il 9,4% Apertura all’esterno ospita uno spazio con uno o più forum A proposito dell’apertura verso l’esterno, per gli utenti. L’81,3% dei siti delle no alcuni rispondenti (16% in totale) hanno agorà e social media Ricerca onio difficile COLUMBRO fa partecipare i beneficiari dei progetti nella scrittura del blog, tre ong chiedono invece agli stagisti di occuparsene. Uso dei social media La maggior parte delle ong partecipanti all’indagine (92,6%) ha attivato almeno un profilo sui social network: Facebook, YouTube e twitter i più gettonati, seguiti da Linkedin, Google Plus, Pinterest e Foursquare. L’aggiornamento di questi profili è programmato, e non occasionale, nel 61,3% dei casi. Tra i principali motivi per cui sono stati attivati questi canali di comunicazione sociale, i partecipanti hanno addotto l’esigenza di aumentare la propria visibilità e fare promozione, migliorare l’interazione e il networking (informare e ricevere nuovi input), avere un contatto diretto con i volontari/simpatizzanti raggiungendo nel contempo target diversi di persone, con un effetto moltiplicatore reso possibile grazie alla velocità, semplicità e immediatezza del mezzo utilizzato. Social network e autori Ad aggiornare i profili istituzionali dei social network nelle ong sono in genere persone dell’ufficio comunicazione/promozione nel 73,2% dei casi, mentre si tratta di un’attività integrata nei compiti di ogni dipendente e del ONG & Social 92,6% 61,3% ha un profilo sui social network programma gli aggiornamenti I più usati dalle ONG 37,3% 15,1% personale a contratto nel 21,4%. Solo in due casi il lavoro risultava appaltato a un’agenzia esterna, mentre 8 ong hanno una figura di ‘social media manager’ al proprio interno. Nella casella di risposta libera all’indagine, i rispondenti hanno specificato che si tratta di un’attività portata avanti dai volontari dell’associazione (8 risposte), in un caso solo viene esplicitato che “ogni membro dello staff propone contenuti e talvolta li pubblica”. In un altro caso è invece il direttore ad aggiornare i profili istituzionali sui social network. Ore dedicate ai social Solo l’11,3% dei rispondenti afferma di dedicare da 2 a 5 ore al giorno per la gestione dei social network, che diventa un’ora al giorno per il 41,9% dei partecipanti, un’ora alla settimana nel 30,6% dei casi e meno di un’ora la settimana per il 16,1%. I principali argomenti trattati riguardano la comunicazione sulle attività e gli eventi promossi in Italia, ma talvolta i profili sono usati anche per dare informazioni sul mondo della cooperazione in generale. Sono invece poche le ong che sfruttano i social network per coinvolgere in modo diretto i sostenitori con sondaggi e contest. Contenuti sui social Talvolta (36,4%) le ong usano i social network per riportare testimonianze dei cooperanti espatriati e dei beneficiari dei progetti nel Sud del mondo, mentre il 32,7% pubblica in prevalenza aggiornamenti sull’andamento dei progetti, e solo il 10,6% prende in considerazione i social come canale di ricerca personale e pubblicazione di vacancies. Ore dedicate ai social 41,9% 30,6% 16,1% meno di una alla settimana da più di 2 anni da 2 anni 30,2% 11,3% un’ora alla settimana un’ora al giorno da 1 anno 67,5% 38,2% tra due e cinque ore al giorno da meno di 6 mesi non presente 72,1% 91,4% Amici di Follereau 5 esplicitato che “ogni membro dello staff gestione dei social network, che diventa mondo della cooperazione in generale. dei7 progetti nel Sud del mondo, n. luglio/agosto 2013 propone contenuti e talvolta li pubblica”. un’ora al giorno per il 41,9% dei parteci- Sono invece poche le ong che sfruttano i il 32,7% pubblica in prevalenza aggior- In un altro caso è invece il direttore ad panti, un’ora alla settimana nel 30,6% dei social network per coinvolgere in modo di- namenti sull’andamento dei progetti, e mentre agorà Attualità FEMMINICIDIO La parola è brutta ma ha un perché Il termine femminicidio, che può suonare sgradevole, venne coniato negli anni Novanta da un gruppo di criminologhe femministe perché rendeva il fenomeno più neutro e quindi visibile. Il neologismo è salito alla ribalta dopo i fatti di Ciudad Juarez, città al confine tra Messico e Stati Uniti, dove dal 1992 più di 4.500 donne sono scomparse e più di 650 stuprate, torturate e poi uccise, il tutto nel disinteresse delle Istituzioni. Questo fino a quando le donne messicane sono riuscite a far eleggere l'antropologa Marcela Lagarde parlamentare. Lei ha diretto una speciale commissione che ha rielaborato le informazioni, verificando che l’85% dei femminicidi messicani avviene in casa. L’esempio delle donne messicane ha contagiato altri Stati latinoamericani nei quali si sono moltiplicate le indagini e si è introdotto il reato di femminicidio. 6 Amici di Follereau n. 7 luglio/agosto 2013 124. Sembra un numero come tanti. Vuol dire oltre 10 al mese, ogni mese. É il numero delle donne italiane vittime, nel 2012, di quello che oggi, con un neologismo che vorremmo non fosse mai stato necessario coniare, viene definito femminicidio. Un'inchiesta del programma di Rai3 Presa Diretta del 24 febbraio ci mostra l'orrore della violenza maschile, quella violenza che i mass media, intrisi di italico maschilismo, immancabilmente etichettano come raptus passionale. L'inchiesta mette in evidenza come invece si tratti di tutt'altro che raptus: quasi tutti i femminicidi sono compiuti con una feroce, fredda, calcolata volontà di punire la donna per la sua colpa. Una colpa che ha un solo nome: il tentativo, reale o solo immaginato, di sottrarsi alla prigionia imposta dal compagno, fidanzato, marito. La volontà di vivere, di avere amici e amiche, di poter uscire di casa da sole, di non essere controllate e spiate continuamente, di avere un lavoro e una dignità. Una volontà che deve essere repressa con la violenza, perché rappresenta per il compagno un affronto al suo ego, una minaccia al suo dominio assoluto sulla vita della donna che ha legato a sé. LA STORIA DI VANESSA Colpisce particolarmente, nel reportage, l’intervista ad Alessandro, l’ex fidanzato di Vanessa, la ragazza di Enna strangolata con atroce brutalità dal suo ultimo compagno, Francesco. Alessandro è il ragazzo che è stato con lei tanti anni e non l’ha mai picchiata. Ebbene, questo ragazzo buono dichiara candidamente di essere stato patologicamente geloso negli anni in cui erano insieme. La spiava, le faceva le scenate di fronte a tutti, si nascondeva dietro un muretto per ore ogni giorno per controllarla mentre lei lavorava come commessa in un bar, le diceva che doveva lasciare il lavoro, che non doveva parlare con i ragazzi, la costrinse perfino a cancellare il suo profilo Facebook. “Sulla propria fidanzata è normale essere gelosi”, dice Alessandro il buono. Non solo, guardando fisso il suo intervistatore Alessandro dichiara solennemente che la gelosia -questa gelosiarafforza il rapporto, è una cosa che fa bene all’amore. Le amiche di Vanessa raccontano che da quando stava con Francesco lei aveva tagliato i contatti con tutti, era relegata in casa come una schiava, nessuno sapeva più che cosa faceva e come stava. Francesco si piazzava ogni giorno al bar dove lei lavorava e da lì non si smuoveva fino all’ora L’ignoranza Fidanzati e mariti che uccidono: non si tra che resiste in un Paese di DAVIDE S di chiusura. Per questo motivo lei fu licenziata. Ma a lui non bastava aver distrutto il suo lavoro e la sua libertà, voleva anche la sua vita, e se l’è presa. E’ andata meglio alle sue amiche, che dei loro fidanzati raccontano solo, con voce serena, di piccole innocenti violenze: un braccio spezzato storcendolo dietro la schiena perché aveva guardato un ragazzo, il naso rotto da un pugno perché aveva salutato un amico: cose così, normalità quotidiana nei rapporti di coppia, per gli standard correnti delle giovani coppie di Enna. Piccole innocenti violenze quotidiane che nascono tutte dallo stesso movente: il possesso, il dominio assoluto, la gelosia elevata a legge suprema del rapporto di coppia. NON SI TRATTA DI FOLLIA MA DI MANCANZA DI EDUCAZIONE Incisive e toccanti sono le parole di Riccardo Iacona, in un’intervista a cura di Jessica Cugini che appare sull’edizione di marzo di Comboni Fem, la rivista delle suore comboniane: “C’è una complicità dell’informazione quando riporta queste uccisioni come se non ci riguardassero davvero. Raccontando i femminicidi limi- agorà Attualità sentimentale atta di raptus ma di un retaggio culturale e in piena regressione SACQUEGNA tandosi a inserirli nei contesti familiari, descrivendoli come raptus, si diffonde l’idea che si tratta di storie a noi lontane. Il gesto isolato di un folle. Passata l’onda emotiva, non è più la storia di tutti, è un fattaccio che non ci riguarda. [...] É un fenomeno pazzesco che ci mette davanti a una realtà di analfabetismo sentimentale. L’Italia ha fatto un passo indietro di oltre quarant’anni. I giovani non sanno cos’è l’amore, lo vivono come controllo, possesso, non sanno lasciarsi. Non è un caso che le donne vengano uccise quando dicono “basta”, quando lasciano i propri compagni. E’ un gesto di autonomia, di libertà che gli uomini non tollerano. Bisogna parlare nelle scuole, bisogna educare all’affettività, al rispetto. [...] Serve una rivoluzione culturale, servono leggi che riconoscano il femminicidio”. UN PROBLEMA CULTURALE Ovviamente le responsabilità non si fermano ai mass media. Il reportage di Presa Diretta dimostra meticolosamente come in moltissimi casi gli organi di polizia fossero stati informati sulle minacce di violenza e sul rischio concreto che venisse messa in atto, ma nulla si è mosso, perché i casi sono troppi e vengono trattati con superficialità, anche dai magistrati che dovrebbero prendere provvedimenti preventivi. I centri antiviolenza spesso salvano la vita alle donne o le sottraggono definitivamente all’inferno domestico, ma sono troppo pochi e non ricevono da stato ed enti locali le risorse che servono per raggiungere in modo capillare tutte le famiglie a rischio. L’Italia va in controtendenza rispetto a tutti gli altri paesi europei, dove i centri di questo tipo aumentano e sono sempre più finanziati, perfino nella disastrata Spagna. Sono decine e decine gli sportelli antiviolenza, soprattutto nel Sud Italia, che hanno dovuto chiudere perché gli enti pubblici non li hanno più finanziati. Eppure questi centri non danno solo protezione e supporto alle donne. Servono anche agli uomini, che possono seguire un percorso psicoterapeutico per correggere i propri comportamenti. Un percorso che negli altri paesi europei è obbligatorio per legge per tutti gli uomini che hanno alzato le mani anche una volta sola. Un uomo in cura dichiara: “quando scatta la violenza dentro, ti si spegne la luce. Quando la donna va avanti e l’uomo resta indietro, allora si sente inferiore. Gli resta solo la forza fisica. Le donne con la lingua ti fanno a pezzi e l’uomo resta lì, non trova le parole, urla. La violenza è una scorciatoia”. La tragica storia di Vanessa e quelle di tantissime altre vittime della sete maschile di dominio sono raccontate da Iacona anche in un libro, Se questi sono gli uomini, editore Chiarelettere. Un libro che, come dice giustamente Jessica Cugini, dovrebbe essere studiato in ogni scuola, università, corso di giornalismo. Ed anche, aggiungiamo, in ogni commissariato di polizia, tribunale, parrocchia, sede istituzionale, e - soprattutto - in ogni famiglia di questa violenta nazione. Nella foto a centro pagina, una manifestazione per denunciare la violenza sulle donne svoltasi a Bologna. IL LIBRO Femminicidio. Dalla denuncia sociale al riconoscimento giuridico internazionale di Barbara Spinelli, ed. Franco Angeli, pp. 208, 24 euro Nel volume si mette in luce l'alleanza tra donne e Ong a tutela dei diritti umani per inchiodare lo stato messicano alle sue responsabilità per i massacri di donne a Ciudad Juarez. Ora, grazie alla copertura mediatica del caso messicano, il femminicidio non rappresenta più solo una specificità centroamericana, ma ha assunto una valenza generale, uscendo dall'ambito importante, ma ristretto, della descrizione di un fenomeno locale per costruirsi come concetto giuridico, di rilevanza interna e internazionale. Amici di Follereau n. 7 luglio/agosto 2013 7 agorà Sanità Chapal Khasnabis con i consiglieri Aifo Enrico Pupulin e Anna Maria Bertino “Avevate ragione, il dio mercato non esiste” Il presidente della Banca Mondiale ha detto che fu uno sbaglio criticare la Thailandia quando decise di garantire le cure mediche a tutti i cittadini All’assemblea annuale dell'Organizzazione mondiale della salute il presidente della Banca Mondiale ha riconosciuto gli errori compiuti in nome del libero mercato di SUNIL DEEPAK L'assemblea annuale dell'Organizzazione Mondiale della Salute (Oms) si è svolta a Ginevra (Svizzera) presso il palazzo delle Nazioni Unite dal 20 al 28 maggio 2013. Una delegazione dell’Aifo, composta dal vice-presidente Anna Maria Bertino, dal consigliere Enrico Pupulin e da me, in qualità di responsabile dell'ufficio scientifico, vi ha partecipato. GLI INCONTRI DELL’AIFO La nostra delegazione ha incontrato Chapal Khasnabis dell'unità di disabilità e riabilitazione dell'Oms per ragionare insieme sulle attività congiunte realizzate nel periodo 2012-13 e quelle da realizzare nel periodo 2013-14. Tra le attività realizzate, le più importanti erano di supporto per la preparazione del documento Promuovere la cura dell'orecchio e dell'udito nei programmi di riabilitazione su base comunitaria; il completamento della ricerca sull'impatto della riabilitazione su base comunitaria realizzata nel distretto di Mandya in India; la realizzazione di un workshop internazionale sulle disabilità intellettive e la realizzazione di un workshop internazionale sul tema Violenza e abusi verso le persone con disabilità. Le attività da realizzare consistono nel rinforzare il programma di riabilitazione 8 Amici di Follereau n. 7 luglio/agosto 2013 su base comunitaria nazionale in Liberia; il sostegno per la preparazione delle linee guida sul monitoraggio e valutazione dei programmi di riabilitazione su base comunitaria; il sostegno per la realizzazione di moduli formativi per i formatori. Abbiamo anche incontrato il dottor Suman Barua, responsabile del programma mondiale di lotta alla lebbra, per parlare degli interventi dell’Aifo a favore dei malati di lebbra. L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA BANCA MONDIALE Jim Yong Kim, nuovo presidente della Banca Mondiale, era l’ospite d’onore all’assemblea. Nel suo intervento ha richiamato i principi della dichiarazione di Alma Ata per sottolineare l’inseparabile collegamento tra la salute delle persone e gli sforzi per creare la prosperità e l’equità. Tenendo conto dei miglioramenti ottenuti negli ultimi due decenni ha ribadito l’importanza della copertura sanitaria universale, necessaria per “assicurare che tutte le persone hanno accesso ai servizi sanitari di qualità, salvaguardia delle persone dai rischi di salute pubblica e proteggere le persone da impoverimento dovuto alle malattie". Per quanto riguarda la copertura sanitaria universale, Kim ha riconosciuto le posizioni agorà Sanità errate della Banca Mondiale su questo tema in passato, “la Thailandia ha iniziato le riforme per offrire la copertura universale nel 2001. Da allora, il programma è riuscito a migliore l’accesso ai servizi sanitari alle persone che prima erano escluse perché senza assicurazione. Devo riconoscere che la Thailandia ha lanciato queste riforme nonostante il parere negativo della Banca Mondiale, perché eravamo preoccupati per l’impatto fiscale di queste decisioni. Oggi, tutto il mondo può imparare dall’esempio della Thailandia". I 15 PAESI EMERGENTI I ministri della salute di 15 paesi emergenti dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina si sono riuniti durante l’assemblea e hanno concordato una dichiarazione finale che pone l’attenzione verso le malattie non-infettive: “la minaccia delle malattie non infettive costituisce una delle sfide più importanti per lo sviluppo nazionale e globale, perché è responsabile per il 60% di tutti i morti nel mondo. Il costo di queste malattie, sia per la salute che in termini socio-economici è uno degli ostacoli al raggiungimento degli obiettivi del millennio e continuerà ad essere una delle più importanti sfide allo sviluppo nel ventunesimo secolo". Il summit ha accolto con favore il piano d’azione lanciato dall’Oms per la prevenzione e il controllo delle malattie non infettive per il periodo 2013-2020. IL RICHIAMO DEL MOVIMENTO DEI POPOLI PER LA SALUTE Un gruppo di studenti di medicina e di specializzandi legati al Movimento dei Popoli per la Salute e provenienti da diversi paesi del mondo si è riunito a Ginevra per studiare e analizzare i rapporti e le proposte preparate per l’assemblea. Questo gruppo ha elaborato un documento per richiamare l’attenzione verso le questioni più importanti ed eventuali punti di criticità da tenere presenti durante le relative discussioni. Il gruppo ha mantenuto contatti con alcune delegazioni dei paesi affinché i risultati delle loro analisi potessero contribuire alle discussioni dell’assemblea. Per esempio, in relazione al piano di azione per la prevenzione e il controllo delle malattie non infettive menzionato sopra, il gruppo ha espresso il seguente parere: “Il piano d’azione si focalizza su quattro tipi di malattie non infettive (malattie cardiovascolari, cancro, malattie respiratorie croniche e diabete). Anche se il piano menziona l’importanza di un approccio integrato per le malattie non infettive, focalizzare su specifiche condizioni contribuirà alle attività verticali invece di un approccio olistico e globale. Inoltre, il piano focalizza le attività verso 4 fattori di rischio (uso del tabacco, dieta non sana, mancanza di attività fisiche e abuso del alcol), spesso percepiti come scelte individuali dannose. Questo approccio di “dare la colpa alle vittime” non tiene conto dell’influenza delle circostanze socioeconomiche sui rischi e sulle vulnerabilità alle malattie non infettive e delle politiche dannose verso la salute dei cittadini. Ridurre i fattori di rischio modificabili verso le malattie non infettive deve essere chiaramente collegato alle attività delle industrie che producono alcol, alimentari e tabacco. Queste industrie sono spesso dei monopoli e detengono un enorme potere che utilizzano per promuovere comportamenti e stili di vita che creano le malattie non infettive. Il piano d’azione chiede esplicitamente il coinvolgimento di queste industrie nel controllo delle malattie non infettive, ma non affronta la questione del potenziale conflitto di interesse delle industrie coinvolte in ambiti agroalimentari, bibite e farmaci. Siamo anche preoccupati per la possibile influenza esercitata dall’industria dei farmaci nel guidare le scelte legate alle ricerche e le strategie della salute pubblica". LA RISOLUZIONE PER MIGLIORARE L’ACCESSO AI SERVIZI SANITARI L’assemblea ha approvato una risoluzione che chiede ai paesi membri delle Nazioni Unite di adoperarsi affinché “tutti i servizi sanitari siano accessibili alle persone con disabilità” comprese le misure come la formazione del personale sanitario per rispettare i diritti umani delle persone con disabilità e la capacità di comunicare con loro in maniera efficace. CONCLUSIONI L’assemblea annuale dell’Organizzazione Mondiale della Salute è un’opportunità per ragionare sulle questioni di salute più importanti per il mondo. Questo articolo ha presentato soltanto alcuni punti salienti relativi alle discussioni assembleari. Maggiori informazioni sulle discussioni durante l’assemblea sono disponibili sul sito dell’Oms - www.who.int COS’É LA BANCA MONDIALE La Banca mondiale è ufficialmente una agenzia dell’Onu creata subito dopo la II Guerra mondiale per aiutare la ricostruzione di Europa e Giappone finanziando progetti di grandi infrastrutture. Negli anni ’60, con la decolonizzazione in Africa e Asia, gli stati da sostenere aumentarono. Negli anni ’80 i suoi prestiti furono concessi in cambio di politiche di liberalizzazione commerciale e finanziaria, privatizzazioni e deregolamentazioni. Le Ong criticarono questo approccio, poco attento alla realtà sociale ed ambientale dei paesi beneficiari. Dagli anni ’90 è iniziata una revisione che ha individuato la lotta alla povertà come prioritaria. La Banca ha inoltre aumentato i suoi interventi in favore del consolidamento del buon governo e contro la corruzione. Amici di Follereau n. 7 luglio/agosto 2013 9 agorà Disabilità Ghluam Nabi Nizamani, al centro della foto, durante il congresso PERCHÉ LE AZIENDE NON ASSUMONO PERSONE CON DISABILITÁ Lo svela l’indagine sulle categorie protette svolta dall’Associazione direttori del personale: poiché le retribuzioni annuali lorde di un operaio, di un impiegato e di un quadro sono rispettivamente di 22, 27 e 55 mila euro e l’esonero per la non assunzione di una persona con disabilità costa 11mila euro, più di un’azienda si fa i conti ed evita la responsabilità sociale cui è tenuta dalla legge 68 del 1999. Dall’indagine emerge che il 50% dei direttori del personale dice di usare l’esonero adducendo la pericolosità del lavoro o la difficoltà della prestazione richiesta. Dell’altro 50% che assume, il 28% dice di farlo perché è contento di assumere persone con disabilità. L’inserimento è più facile nelle grandi imprese dove sono presenti i sindacati. Si calcola anche che siano 750mila le persone appartenenti a categorie protette che avrebbero diritto all’assunzione. 10 Amici di Follereau n. 7 luglio/agosto 2013 L’eroe con disabilità Ghluam Nabi Nizamani, attivista dei diritti delle persone con disabilità in Pakistan ci parla della sua vita e della sua infanzia, ispirata da racconti e leggende popolari di SUNIL DEEPAK Durante il primo congresso sulla riabilita- e-mail dovevo aspettare 24 ore per inviare zione su base comunitaria tenutosi in India un'altra. Gli iscritti mi hanno suggerito di nel novembre dello scorso anno ho incon- cambiare server ma non ero convinto, perché trato Ghulam Nabi Nizamani, attivista per avrei dovuto cambiare le forme di dialogo. i diritti delle persone con disabilità in Pa- Così ho pensato che avrei dovuto avviare kistan e presidente della CBR Asia-Pacific una sorta di centro risorse. In primo luogo Network. abbiamo avviato un Cyber Café ma poi ci siamo resi conto che avevamo bisogno di La terza decade, che va dal 2013 al avere qualcosa di indipendente, e quindi ab2022, del programma regionale per le biamo creato il nostro sito. persone con disabilità dell’Asia e del Pacifico è appena iniziata: quali sono L’ E-Café sulla disabilità fornisce tutte le nole sfide da affrontare? tizie con i commenti di attivisti. È unico in ‹‹Il primo decennio, 1993-2002, è stato una questo senso, ha notizie e commenti. Per me introduzione alle problematiche della disabi- è stata una prova di acquisizione e sviluppo lità nella regione Asia-Pacifico. Prima c'era di capacità. Leggo tutte le notizie e penso poca consapevolezza circa le questioni rela- alla loro importanza, a quello che sento e tive alle persone con disabilità. Gli obiettivi scrivo il mio commento››. del secondo decennio (2002-2012) erano collegati al quadro d’azione del Biwako Millen- La mia ultima domanda è su di te. Vuoi nium (Piano regionale per Asia e Pacifico per dirci qualcosa sulla tua vita? la promozione dei diritti umani delle persone ‹‹ Sono nato in una piccola città o dovrei dire con disabilità approvato nel 2002) che aveva in un grande villaggio chiamato Sanghar. sette punti di azione con relativi obiettivi. Il È nella parte più a sud del Pakistan, vicino lavoro è stato fatto su tutti i sette punti di alla provincia indiana di Jaisalmer. Quando azione anche se non è stato completato. Di- ero un bambino, non avevo nessuna protesi, versi governi della regione hanno aggiunto stampelle o sedie a rotelle. Fino a 24 anni i sette punti ai documenti dei piani nazio- mi muovevo strisciando, poi ho ricevuto il nali››. mio primo paio di stampelle. Erano difficili da usare. Per fortuna poi ho ricevuto un triHai una mailing list sulla disabilità ciclo da Lahore. Io ero disposto a provare, ho molto attiva che è stata trasformata in fatto tutto da solo. Appartengo alla civiltà un cyber-café. Ci puoi dire qualcosa di Sindhi, che è una civiltà antica. Noi abbiamo più a riguardo? la nostra saggezza tradizionale e storie dei ‹‹Il cyber-café si chiama Café Empowerment nostri eroi. Quelle storie mi hanno ispirato. sulla disabilità e si trova sul seguente sito In una delle storie, ci sono sette eroine e un web: http://disability-ecafe.net/ eroe che ha una disabilità fisica. Pensando È iniziato come una mailing list che serviva a questa storia ho superato molti ostacoli. a collegare persone provenienti dall' Asia Nel tempo, questo mi ha portato a lavorare meridionale che è diventata molto popolare, a livello internazionale. Tuttavia vivo nello tanto da avere più di 500 iscritti. Gestivo stesso luogo dove sono cresciuto››. il tutto tramite Google. A quel tempo Google mi permetteva di inviare e-mail a 500 Ghulam, grazie per aver condiviso il persone al giorno, quindi dopo l'invio di una tuo tempo con me. dossier Vite liberate “Difendere i diritti dell’uomo è esigere per tutti uguale diritto alla felicità e alla libertà” Raoul Follereau Il titolo del convegno, Vite liberate, sintetizza gli elementi di analisi e le prospettive sulle quali l’Associazione intende riflettere per elaborare strategie di intervento, in Italia e all’estero, che si concretizzino in azioni efficaci da promuovere nei prossimi anni in modo da offrire un contributo serio ed appassionato per rendere migliore questo nostro mondo. I DIRITTI PRIMARI Il primo elemento è la condizione di violazione di diritti primari che riguarda milioni di persone in varie parti del mondo, sia nel Nord che nel Sud. Altro elemento chiave è “esigere per tutti uguale diritto alla felicità e alla libertà”, idea che è stata centrale nel pensiero di Follereau. Il terzo millennio ci apre al disincanto del fallimento delle teorie economiche neoliberiste pagate da tanti, troppi innocenti. A ciò si aggiunge, tenendo conto della necessità di individuare nuovi modelli di governance a livello internazionale, Il documento preparatorio del XXV Convegno dell’Aifo che si svolgerà a Roma il 12 e 13 ottobre l’affermazione di una politica, spesso miope e corrotta e troppo spesso “nana”, subalterna al potere economico e finanziario. RIDURRE LA POVERTA’, PROTEGGERE L’AMBIENTE Sono ancora troppe le persone nel mondo, ben 800 milioni, che accedono a insufficienti quantità di derrate alimentari. La libertà planetaria in questo XXI secolo è davanti a due grandissime sfide: combattere la povertà (il primo degli otto Obiettivi del Millennio dell’ONU) e proteggere l’ambiente, la cui mancata tutela genera miseria diffusa. Ormai è chiaro che problemi ambientali locali possono provocare effetti globali, e servono istituzioni internazionali cooperative per risolverli. Si tratta dell’interdipendenza frutto della globalizzazione. Ad esempio, la scarsità d’acqua può provocare conflitti armati estesi e profughi ambientali; come un disastro nucleare o la produzione di rifiuti avvelena Paesi lontani. A problemi e mali mondiali occorre rispondere con beni sociali Amici di Follereau n. 7 luglio/agosto 2013 11 dossier Alex Zanotelli è stato ospite in diversi convegni dell'Aifo Nel corso di questi anni abbiamo finanziato la costruzione di ospedali, l’acquisto di attrezzature sanitarie, di farmaci, di mezzi di trasporto, retribuito il lavoro di personale medico e paramedico. Abbiamo posto all’attenzione dell’opinione pubblica italiana che la lebbra non è una maledizione ma una malattia che può essere sconfitta solo se affrontiamo anche le cause che la generano. Che la persona con disabilità è solo diversamente abile, e quindi risorsa per tutta la comunità globali. E la prospettiva politica corretta è quella bifocale della giustizia, perché i più esposti alla crisi ambientale sono i popoli poveri, e dell’equità perché le future generazioni hanno diritto a godere delle risorse del pianeta. FRATELLI IMMIGRATI Inoltre, come non tener conto, che in Italia vivono oltre 5 milioni di nostri fratelli stranieri? Gli alunni con cittadinanza non italiana costituiscono una realtà ormai strutturale del nostro Paese. Nell’anno scolastico 2011/2012, sono stati 755.939 (8,4 % del totale) e l’aumento più significativo ha riguardato le scuole secondarie di secondo grado. E come non tener conto delle nuove emergenze che ci interpellano in modo significativo? Pensiamo alla disoccupazione, all’emergere di nuove povertà, all’emergenza rifiuti e alla influenza sui nostri stili di vita, ai falsi miti, da parte degli italiani, sugli immigrati, frutto di ignoranza e pregiudizi (“troppi, fannulloni e irregolari”). LE RISPOSTE Quindi, servono risposte personali, comunitarie, regionali e globali. “Oggi l’Aifo è chiamata a partecipare a questi processi di cambiamento e ad aprirsi al territorio e ad altri soggetti per integrare saperi e competenze che non possediamo in toto, pur mantenendo la nostra identità” (Dal Progetto di Sviluppo associativo). COSA È STATO FATTO Attraverso questi elementi cercheremo di elaborare delle risposte con la consapevolezza che la nostra associazione parte da una storia lunga cin- 12 Amici di Follereau n. 7 luglio/agosto 2013 quant'anni, accanto agli ultimi, fuori dai palazzi del potere, lontana dai guru dell’economia, durante la quale milioni di persone sono state curate, guarite, istruite, inserite in attività produttive. Nel corso di questi anni abbiamo finanziato la costruzione di ospedali, l’acquisto di attrezzature sanitarie, di farmaci, di mezzi di trasporto, stipendiato personale medico e paramedico. Abbiamo costantemente posto all’attenzione dell’opinione pubblica italiana che la lebbra non è una maledizione, ma una malattia che può essere sconfitta solo se affrontiamo anche le cause che la generano. Che la persona con disabilità è solo diversamente abile, e quindi risorsa per tutta la comunità. AMARE, AGIRE Nel precedente Convegno avevamo inteso assumere degli impegni su tutte queste “Esperienze di Speranza”, dando voce diretta ad alcune di esse, simbolicamente provenienti dall’Africa, dall’Asia, dall’America e dalla stessa Italia. Non è per autocelebrazione che ricordiamo questa storia, ma per ribadire che la grande idealità che l’ha ispirata ha sempre costantemente trovato concretezza in una miriade di azioni di solidarietà. É questa la grande forza che lo stesso Follereau ci ha indicato di preservare: AMARE, AGIRE. Essere animati da una grande idea, da una grande passione ma, nello stesso tempo, essere capaci di tradurla in azioni. Questo immenso patrimonio è il corredo genetico dell’Aifo; da esso vogliamo partire per confrontarlo con i grandi problemi che oggi viviamo e per inventare nuove strategie che consentano di tradurlo con efficacia ed adeguatezza. dossier I QUATTRO TEMI DEL CONVEGNO Il convegno, dunque, ci invita a far ciò attraverso un percorso che tocca quattro tematiche fondamentali: gli stili di vita; la liberazione dalla malattia; l’educazione come liberazione; la giustizia che rende liberi. 1) NUOVI STILI DI VITA Se la spina dorsale della civiltà occidentale risiede nell'aumento dei consumi e nella massimizzazione del profitto, parlare di nuovi stili di vita significa immaginare non solo un nuovo tipo di economia, ma anche un nuovo tipo di società. Essa invita, dunque, ad una messa in discussione delle principali istituzioni socio-economiche, al fine di renderle compatibili con la sostenibilità ecologica, la giustizia sociale e l'autogoverno dei territori, restituendo una possibilità di futuro a una civiltà che sembra tendere all'autodistruzione. Nata come una critica alle dinamiche economiche prevalenti, attorno al progetto della decrescita si articola ormai un insieme variegato di proposte e riflessioni. Esse investono la sfera ecologica, sociale, politica e culturale oltre a una molteplicità di "buone pratiche" che realizzano un'importante circolarità tra esperienze concrete e ricerca teorica. L’austerità di vita è dovere d’amore e di solidarietà con i più poveri, che sono pure i meno capaci di proteggersi e adattarsi ai cambiamenti climatici e ai disastri ambientali, come pure all’aumento dei prezzi degli alimentari e alla confisca delle terre, per realizzare impianti idroelettrici oppure per essere vendute a imprese agro-industriali o minerarie straniere. Ad essi viene spesso precluso anche l’accesso a un’economia di semplice sussistenza. Il nostro tempo e la nostra sensibilità esigono di partecipare a un progetto politico globale e interdisciplinare per una gestione integrata delle risorse naturali, per conservarle e riprodurle. Offrono, dunque, fondati motivi di speranza le tecnologie ecosostenibili che si stanno sviluppando. Inoltre, malgrado gli effetti negativi sui redditi prodotti dalla crisi, la maggior parte degli italiani ritiene che sia ancora possibile eliminare sprechi ed eccessi in alcuni ambiti dei propri consumi ed è convinta che, al di là dei problemi di reddito, ormai c’è un desiderio meno intenso di consumare rispetto a qualche anno fa. “E’ una nuova scala di valori che si fa strada in quanto esprime il profondo ripensamento del rapporto con il contesto in cui si vive e con le generazioni che verranno” (Dal 45° Rapporto Censis). 2) LA LIBERAZIONE DALLA MALATTIA “La salute, come stato di benessere fisico, sociale e mentale e non solo come assenza di malattia e infermità, è un diritto fondamentale dell’uomo e l’accesso a un livello più alto di salute è un obiettivo sociale estremamente importante” (Conferenza di Alma Ata, 1978). La salute, dunque, è un diritto umano fondamentale, che deve essere proclamato sempre ed ovunque e che significa garantire a tutti la possibilità di accesso ai servizi sanitari, alle cure mediche, a migliori condizioni di vita che impediscano il permanere e il diffondersi di malattie dovute al degrado e alla povertà. Le condizioni sociali ed economiche sfavorevoli danneggiano lo stato di salute nell’intero corso della vita, e particolare importanza per la salute dell’adulto rivestono la vita prenatale e la prima infanzia. La nostra associazione interviene nei Paesi del Sud del mondo soprattutto con progetti di cooperazione socio-sanitaria ed è testimone che tanta parte della popolazione, soprattutto quella che vive in zone rurali e nelle baraccopoli, non ha accesso ai servizi sanitari. “La salute per tutti” resterà ancora un miraggio se non si colmerà il divario Nord/ Sud. Da un lato, quindi, è fondamentale intervenire sugli squilibri, dall’altro la modalità di intervento da noi seguita per la lotta alla lebbra e per l’handicap può diventare stimolo per modalità da seguire in azioni più ampie di educazione allo sviluppo. Inizialmente i malati erano chiusi nei lebbrosari; la gente così li rimuoveva dalla propria vita per paura del contagio, qualcuno magari pensava che ciò potesse essere un bene anche per il malato. Il ghetto-lebbrosario è ciò contro cui Follereau per primo ha tuonato, denunciando come esso costituisse la prova che la malattia genera ed è generata da altre lebbre: l’egoismo, il pregiudizio, l’esclusione sociale. Lo stesso meccanismo è alla base dell’esclusione di altre persone con disabilità fisica, psichica o sociale. Attraverso la Riabilitazione su Base Comunitaria (RBC) l’Aifo coniuga i due aspetti: il sanitario, attraverso interventi di prevenzione, cura e riabilitazione, ed il sociale, eliminando le barriere fisiche, psicologiche e sociali che producono esclusione. Accanto al grande paradigma lasciatoci in eredità da “papà Raoul” della lotta alla lebbra e a tutte le lebbre, dopo decenni di esperienza, abbiamo aggiunto la strategia preferenziale del recupero del marginalizzato dalla comunità attraverso la stessa comunità che è Attraverso la Riabilitazione su base comunitaria l’Aifo coniuga i due aspetti: il sanitario, attraverso interventi di prevenzione, cura e riabilitazione, ed il sociale, eliminando le barriere fisiche, psicologiche e sociali che producono esclusione Amici di Follereau n. 7 luglio/agosto 2013 13 dossier stimolata ad attivare le sue risorse migliori. É arrivato il momento di improntare questa stessa azione di sviluppo qui in Italia. La cooperazione non è più configurabile come ponte tra società; oggi i ponti sono superati in quanto le società civili sono già integrate. Bisogna, dunque, andare nella direzione di una cittadinanza mondiale costruita insieme, nella quale persone, comunità ed istituzioni costruiscono insieme il proprio sviluppo Giampiero Griffo durante uno degli ultimi convegni Aifo 3) L’EDUCAZIONE COME LIBERAZIONE La parola educazione indica anzitutto la capacità di favorire e aiutare la crescita, portando alla luce la verità di se stessi (e-ducere), dell’educatore come dell’educando. E’ condurre fuori, facendo emergere e liberare le potenzialità di ogni persona, in tutti gli aspetti della sua vita. Poter garantire ad un giovane o ad un bambino l’accesso all’istruzione e all’educazione significa dare loro la possibilità di diventare protagonisti del proprio futuro e di poter partecipare, da adulti, a pieno titolo alla vita sociale, politica, culturale del Paese in cui risiedono. Si tratta, quindi, di un diritto che costituisce il presupposto per uscire dalle situazioni di emarginazione e di povertà in cui molte comunità dei Paesi del Sud del mondo ancora oggi si trovano. Operare per garantire il diritto all’educazione significa credere, quindi, nelle capacità che ogni comunità ha di costruire il proprio futuro in una società più giusta ed equa, in cui tutti abbiano voce. La libertà e la non discriminazione sono, al tempo stesso, fondamento e scopo ultimo dell’educazione che, vissuta senza condizionamenti, libera le potenzialità di ciascuno e porta alla realizzazione personale e sociale, stimolando alla partecipazione ed alla gestione del bene comune. Molteplici sono le iniziative di Educazione allo Sviluppo, più correttamente chiamata oggi Educazione alla Cittadinanza Mondiale, che i nostri Soci, non solo docenti, e i nostri Gruppi realizzano su tutto il territorio nazionale. L’Aifo, dunque, nella consapevolezza che l’educazione, contribuendo allo sviluppo integrale della persona, diventa liberazione ed è un efficace strumento di cooperazione allo sviluppo, intende rinnovare e rafforzare il proprio impegno a favore di progetti educativi in Italia e nei Paesi del Sud del mondo. 14 Amici di Follereau n. 7 luglio/agosto 2013 4) LA GIUSTIZIA «Solo la giustizia può essere radice della pace»: parola ed eredità di Oscar Romero, ucciso in El Salvador nel 1980. Il suo resta un omicidio impunito, una delle tante ingiustizie di questo mondo ancora spaccato fra i pochi che hanno tanto e i tanti che hanno poco. Non è un gioco di parole, ma una frattura che offende la dignità dell’uomo. La globalizzazione, così come la crisi finanziaria mondiale, non fanno poi che aumentare questa drammatica forbice fra la crescita della ricchezza in mano di pochi e l’aumento spropositato delle realtà di miseria. Basta, come esempio, citare il Sud del mondo dove c’è ancora chi nasce, vive e muore senza essere mai stato libero. Il destino di singole persone è anche il cammino di interi popoli schiacciati dalla schiavitù e da un colonialismo moderno che ha assunto nuove forme di oppressione. Rimuovere le cause di questo divario doloroso è un dovere etico, non un sogno irrealizzabile. Non bisogna dunque abbandonarsi ad un pessimismo cosmico, bensì adoperarsi per far sorgere nuovi modelli di sviluppo che rovescino il punto di partenza, in altre parole che inizino a trovare una soluzione per gli ultimi. Servizio e gratuità sono gli ingredienti fondamentali di questi modelli che hanno nell’individuazione del bene comune il loro cardine e la giustizia come loro metro di giudizio. Tutto ciò esige una cooperazione allo sviluppo ancorata al perseguimento della pace, alla promozione dei diritti umani e dello sviluppo umano e sostenibile. LA COOPERAZIONE, OGGI La cooperazione non è più configurabile come ponte tra società civili; oggi i ponti sono superati in quanto le società civili sono già integrate a Nord e cominciano ad esserlo a Sud. Bisogna, dunque, andare nella direzione di una cittadinanza mondiale costruita insieme, di una cooperazione che sia reale partenariato, fatto di conoscenza e di esperienza reciproca, volti, incontri, rapporti, nella quale persone, comunità ed istituzioni costruiscono insieme il proprio sviluppo, sia nel Nord che nel Sud del mondo. Tutti questi spunti di riflessione e di sollecitazione ci invitano a nuove forme di intervento e di partecipazione, più attive ed attente, fondate su una concezione più completa e consapevole del nostro ruolo di cittadini responsabili e planetari. Con al centro bambini, donne, uomini e comunità della nostra madre Terra. DIARIO AIFO Arte La bellezza della solidarietà Lo scorso ottobre l’Aifo e la ditta Mediterranea dei Fratelli Carli, che dal 2002 sostiene il Progetto Insieme in Mozambico, hanno organizzato un viaggio nel paese africano assieme a sei clienti sorteggiati per conoscere la realtà del Paese ospitante e l’avanzamento delle attività. Al viaggio hanno partecipato anche la socia Susanna Bernoldi e la fotografa Paola Aliprandi i cui scatti sono presentati nella mostra itinerante La bellezza della solidarietà della quale vi offriamo alcune immagini scattate a Bologna. I/O IO È UN ALTRO ALLA BIENNALE DI VENEZIA L’OPERA DI CESAR MENEGHETTI HA PER PROTAGONISTE LE PERSONE CON DISABILITÀ L’opera è composta da tre videoinstallazioni che danno la parola agli esclusi. I/o_io è un altro è un progetto che vuole abbattere il pregiudizio, anche nell’arte. La creazione è stata inaugurata il 30 maggio e resterà visibile fino al 24 novembre nel padiglione del Kenya all’isola di San Servolo, già sede di un manicomio. Nei Laboratori d’Arte della Comunità di Sant’Egidio, che ha contribuito alla sua realizzazione, tramite l’apprendimento di tecniche artistiche e comunicative, centinaia di persone affette da disabilità fisiche e mentali hanno compiuto negli anni un percorso di liberazione personale e di apertura all’esterno. L’incontro con César Meneghetti ha rappresentato una ulteriore trasformazione in una relazione impostata sulla reciprocità. Amici di Follereau n. 7 luglio/agosto 2013 15 PROGETTI AIFO Liberia IL LAVORO FATTO NEI TRE ANNI DEL PROGETTO (dal 1 marzo 2010 al 28 febbraio 2013) Assistenza medica alle persone con disabilità Previsione 1.000 Epilessia 1.089 Disabilità visive 253 Disabilità uditive 121 Disabilità mentali135 Disabilità provocate dalla lebbra 10 Totale 1.608 Differenza con le previsioni + 608 Differenza in percentuale + 61% 16 Amici di Follereau n. 7 luglio/agosto 2013 LA DISABILITÁ IN LIBERIA In Liberia, nonostante il consolidato processo di pace, l’eredità della guerra incide ancora sullo sviluppo sociale ed economico. La diffusa povertà e la bassa qualità della vita rendono la popolazione vulnerabile, coloro che si trovano ad affrontare le maggiori difficoltà sono le persone con disabilità. In Liberia, secondo l’ultimo censimento, vivono circa 110.260 liberiani con gravi forme di disabilità. Queste persone hanno un accesso limitato ai servizi di base, come istruzione e sanità, poche probabilità di trovare un lavoro e di vivere in maniera indipendente. Misure per promuovere l’inclusione sociale e politica sono state intraprese dal parlamento, anche con la ratifica della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Tuttavia, una politica ampia e coerente è ancora carente. In Liberia le organizzazioni delle persone con disabilità sono numerose, ma sono frammentate, spesso in conflitto e pertanto non riescono a coordinarsi e a dare avvio ad azioni a forte impatto. Nel 2011 la Commissione nazionale sulla disabilità, istituita da una legge del 2005, è divenuta operativa e la Federazione nazionale delle organizzazioni di persone con disabilità (Nuod) ha eletto una nuova leadership. Sono importanti segnali di volontà della società civile di collaborare per assicurare un destino migliore alle persone con disabilità. A causa della decentralizzazione realizzata dal governo, le organizzazioni delle persone con disabilità devono affrontare una nova sfida. Ora i dirigenti locali delle contee hanno maggiori poteri e responsabilità, tra cui l’erogazione dei servizi sociali e l’assegnazione dei fondi per progetti di sviluppo. Pertanto il riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità nelle fasi di progettazione delle politiche sociali e di sviluppo dipenderà dai liberiani e dalla capacità delle organizzazioni che li rappresentano di influenzare le politiche e le iniziative locali. DESCRIZIONE DEL PROGETTO Il progetto mira a rafforzare le organizzazioni delle persone con disabilità liberiane nel loro ruolo di difesa e rappresentanza, in modo che siano in grado di contribuire e partecipare attivamente ai processi decisionali (formulazione, attuazione, monitoraggio e valutazione) sulle politiche e iniziative locali di sviluppo. In Liberia c’è una forte volontà di rafforzare il ruolo delle associazioni di persone con disabilità per far Dall'esc all'ugua L'Aifo in Liberia promuove un pro disabilità e per rafforzare il r Dalla RED sì che possano rappresentare diritti, bisogni, esigenze e capacità. Solo queste organizzazioni possono fornire alle autorità locali maggiore consapevolezza sulla disabilità, mostrare l’importanza di adottare provvedimenti volti a rimuovere fattori ambientali e sociali che ostacolano il pieno godimento dei diritti e realizzare uno sviluppo inclusivo. Le attività progettuali sono dirette a: - rafforzare il ruolo delle organizzazioni delle persone con disabilità come controparte riconosciuta dalle autorità pubbliche nazionali e locali attraverso la produzione di kit di informazione sulla disabilità, corsi di formazione per i membri delle organizzazioni, assistenza tecnica alla costituzione di nuove organizzazioni e nell’apertura di nuove filiali, stimolo alla partecipazione a eventi realizzati da organizzazioni internazionali o nazionali; - promuovere la condivisione delle informazioni e migliorare le attività di sensibilizzazione delle organizzazioni delle persone con disabilità stilando un rapporto nazionale sull’attuazione della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, la concessione di microsovvenzioni per la realizzazione di attività di PROGETTI AIFO Liberia GLI ALTRI RISULTATI 674 Borse di studio per bambini con disabilità LA SCHEDA DEL PROGETTO Area del Progetto: le 15 contee della Liberia. clusione aglianza ogetto in favore delle persone con ruolo delle loro associazioni DAZIONE sensibilizzazione, corsi di formazione e incontri per i responsabili politici e operatori dei mass media sulle tematiche della disabilità; fornire supporto per migliorare la condivisione di informazioni e conoscenze al fine di adottare strategie di lobbying e difesa dei diritti. - migliorare le capacità di gestione delle organizzazioni delle persone con disabilità attraverso la loro mappatura il consolidamento e l’attuazione di procedure democratiche e trasparenti, la produzione e diffusione di kit che contengano linee guida e indicazioni sui processi fondamentali che le organizzazioni devono adottare; fornire ai responsabili delle organizzazioni indicazioni su come raccogliere fondi, incrementare il numero di donatori, formulare proposte adeguate per l’ottenimento di fondi e migliorare la capacità di rapportarsi con le autorità locali, organizzazioni internazionali e nazionali e con gli operatori dei mass media. Questo progetto dell’Aifo è complementare all’azione dell’Handicap International in corso dal 2006 per rafforzare le capacità delle organizzazioni delle persone con disabilità liberiane ed è in sinergia con gli altri progetti che l’Aifo realizza in Liberia sulla riabilitazione su base comunitaria. Partner locale: Unione nazionale delle organizzazioni di persone con disabilità (Nuod), organizzazioni della società civile, in particolare le organizzazioni delle persone con disabilità, governo liberiano. Partner a livello internazionale: Federation Handicap International, African Decade, Disabled People International, i suoi associati, UNMIL/HRPS e il NCD. Referente in loco: Renato Libanora, capo progetto Aifo in Liberia 421 Persone con disabilità che hanno frequentato corsi di alfabetizzazione 3.250 Case di persone con disabilità visitate dal personale del progetto 137 Apparecchi e ausili per la mobilità distribuiti 677 Settore: Riabilitazione su base comunitaria Obiettivo generale: aumentare la partecipazione delle organizzazioni della società civile nel processo decisionale per la realizzazione di iniziative a favore delle persone con disabilità. Gli obiettivi specifici: - rafforzare la capacità delle organizzazioni delle persone con disabilità liberiane a diventare una controparte riconosciuta dalle autorità pubbliche dello sviluppo; - costruire un collegamento tra le organizzazioni delle persone con disabilità in modo da promuovere un dialogo produttivo con le autorità locali e nazionali; - promuovere la condivisione di informazioni per realizzare campagne di sensibilizzazione; - rafforzare la capacità di gestione delle organizzazioni delle persone con disabilità. Beneficiari diretti: le organizzazioni delle persone con disabilità liberiane e la loro federazione (NUOD), le persone con disabilità, giornalisti, alcuni policy makers e responsabili politici. Beneficiari indiretti: I beneficiari finali saranno le persone con disturbi mentali e comportamentali. Persone con disabilità che hanno frequentato corsi di formazione professionale circa 400 Persone con disabilità che hanno ricevuto microprestiti per avviare attività lavorative 395 Volontari della riabilitazione su base comunitaria e personale sanitario formato o aggiornato professionalmente L’impegno Aifo 2013 in Liberia è di 140.000 euro Amici di Follereau n. 7 luglio/agosto 2013 17 PROGETTI AIFO Brasile IN ITALIA Gli ospedali psichiatrici giudiziari a metà degli anni settanta hanno sostituito i vecchi manicomi criminali. Fino al 2010 le sei strutture esistenti contenevano 1.547 detenuti molti dei quali in condizioni indegne. La Corte Costituzionale nel 2003 ne ha dichiarato l'illegittimità costituzionale. Il decreto legge n. 24 del 2013 ha previsto che siano chiusi entro il 1 aprile del 2014 per dar tempo alle Regioni di attrezzare centri specializzati. Per maggiori informazioni sul progetto multipaese di salute mentale visita: http://aifomentalhealth. wordpress.com/ 18 Amici di Follereau n. 7 luglio/agosto 2013 La partecipazione come pratica terapeutica Il lavoro dell’ Aifo all’interno dell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Salvador de Bahia di CLARA DI DIO Project manager Aifo, responsabile del progetto Multipaese Come parte del progetto multi-paese di salute mentale cofinanziato dall’Unione Europea, l’Aifo ha avviato dal 2012 un intervento sul tema diritti umani e salute mentale a Salvador de Bahia, in Brasile. Si tratta dell’applicazione pratica dello strumento Quality Rights sviluppato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (partner nel progetto) attraverso il quale utenti, famigliari, personale dei servizi e società civile valutano in maniera partecipativa un servizio di salute mentale sia dal punto di vista della qualità della struttura (alloggiamento, accessibilità, disponibilità e livello dei servizi) che del rispetto dei diritti fondamentali degli utenti (i.a. libertà personali, protezione da violenza e abusi). L’intervento è implementato dall’Aifo in collaborazione con la Segreteria di Salute dello Stato di Bahia (Ministero della Salute) e consiste in momenti di formazione; gruppi di discussione con utenti, ex utenti, attivisti, famigliari e professionisti facilitati dagli psicologi della Segreteria di Salute Mentale; oltre alla valutazione vera e propria dei servizi articolata secondo i criteri proposti dallo strumento Quality Rights utilizzando come termini di paragone un ospedale generale e un centro di attenzione psicosociale diurno, sempre nella municipalità di Salvador. UN LINGUAGGIO COMUNE Lavoriamo in grande sintonia con la Segreteria di Salute PROGETTI AIFO Brasile Nella foto a sinistra, training organizzato dal progetto multi-paese Aifo all'Ospedale di custodia e trattamento di Salvador de Bahia. dello Stato di Bahia, parliamo lo stesso linguaggio per quanto riguarda la salute mentale e abbiamo punti di riferimento in comune: Franco Basaglia in primis, che trovò in Brasile un terreno fertile per le sue pratiche e teorie critiche. Abbiamo modelli di servizi simili e una storia in comune visto che il Brasile è già da tempo sulla strada della deistituzionalizzazione ma anche in Brasile, proprio come in Italia, resta la ferita aperta dei manicomi criminali. L’istituzione di salute mentale selezionata per la valutazione è proprio una di queste strutture detentive: l’Ospedale di custodia e trattamento di Salvador; in Italia lo chiameremmo Ospedale psichiatrico giudiziario (Opg); diversa terminologia ma stessa sostanza: non un luogo di cura e riabilitazione ma un luogo di detenzione e violenza, sovraffollato e fatiscente. malattia mentale che, invece di curare, disumanizzava l’individuo; in strutture come questa, lo stigma della pericolosità sociale legato alla malattia mentale si somma a quello del crimine cristallizzandosi in un regime di isolamento ed emarginazione difficile da smantellare. Le condizioni fisiche della struttura sono visibilmente inadeguate; il degrado è estremo, il tasso di episodi di violenza e di autolesionismo è alto e non vi è dubbio che in uno spazio fisico simile il processo di guarigione non può avere luogo. Lavoriamo nel carcere di Bahia con la consapevolezza che l’obiettivo vero è quello di chiudere il carcere e riorganizzare i servizi; utilizziamo il lavoro partecipato per mettere in luce la devastante inadeguatezza della struttura e indicare l’unica strada possibile: abbatterne i muri e sostituirli con alternative realmente terapeutiche. PARLARE DEL DISAGIO MENTALE Nell’estate del 2012 il progetto multipaese ha organizzato la prima attività nella struttura, una formazione per utenti, personale sanitario e di sicurezza, famigliari e rappresentanti del movimento sociale degli ex-utenti, portando come formatrice la coordinatrice nazionale del programma Quality Rights del Ministero della Salute del Portogallo; da allora utenti famigliari e professionisti si riuniscono a cadenza bisettimanale per parlare della loro esperienza con il disagio mentale e con la detenzione nella struttura. Se si prende parte alle attività di progetto organizzate nella struttura, non si può che rimanere colpiti dalla potenza del lavoro partecipato, dall’energia che scaturisce nel momento in cui le persone vengono messe nella condizione di essere parte attiva nei processi decisionali che riguardano le loro esistenze. È con la partecipazione che Basaglia cercava di decostruire quel sistema di gestione della devianza e della Ma lavoriamo anche per stimolare la partecipazione di chi al momento vi è rinchiuso, per fare riemergere in chi è sistematicamente escluso dal potere e privato del diritto ad autodeterminarsi quella motivazione che è condizione imprescindibile per qualsiasi processo di guarigione e superamento positivo di una crisi. UN LAVORO DI PORTATA INNOVATIVA Il lavoro nel carcere psichiatrico di Bahia è un lavoro di piccola scala ma dalla portata innovativa sotto molteplici punti di vista, compreso quello dell’evoluzione dell’ Aifo come organismo di cooperazione internazionale: con questo ed altri tipi di intervento, l'Aifo si mette infatti alla prova sperimentando nuove tipologie di azione in contesti che costituiscono una novità per l’organizzazione; così facendo Aifo non snatura il suo mandato, bensì lo porta avanti con uno sguardo al futuro e al rinnovamento. Nella foto a destra, attività di teatro degli utenti durante attività di formazione organizzata dall'Aifo. Nella pagina precedente, Livia, rappresentante della rete utenti di servizi mentali L’impegno dell’Aifo per il 2013 per il progetto Brasile è di 94.925 euro Amici di Follereau n. 7 luglio/agosto 2013 19 diario AIFO Gruppo di Arezzo "Continua il nostro viaggio sulle Vie che Aifo percorre in Italia. Questo mese Emma Patroni, coordinatrice regionale per la Toscana, ci presenta il "Gruppo Follereau Arezzo". E' un gruppo storico che da anni fa risuonare il nome dell' Aifo e di Raoul Follereau nelle piazze della Toscana. Anche tutti noi soci, come Emma, speriamo nei giovani!" di SIMONETTA SIMONI Lettera di una professoressa La storia del gruppo Follereau di Arezzo di EMMA PATRONI Coordinatrice regionale Aifo per la Toscana UN MIO ALUNNO MI PORTÓ AMICI DEI LEBBROSI Ho conosciuto i libri di Follereau ... per caso, a meno che la Provvidenza non vi abbia messo lo zampino! Era il 1982 e insegnavo Lettere in una scuola media di Arezzo. Stavamo preparando un cartellone ispirato da una poesia di Ivan Illich e ci mancava un'immagine che facesse riferimento alle malattie che l'uomo non era riuscito a debellare. Un mio alunno, che aveva uno zio parroco, mi portò Amici dei Lebbrosi. I ragazzi mi chiesero cosa fosse la lebbra e, per poter rispondere, dovetti informarmi. Così lessi i libri di Raoul Follereau e ... me ne innamorai. Subito feci studiare alcune poesie ai miei alunni e anche 20 Amici di Follereau n. 7 luglio/agosto 2013 in loro sorse il desiderio di fare qualcosa. Organizzammo uno spettacolino in cui si alternava la lettura di poesie di Follereau con altre scritte dai ragazzi stessi, mentre si proiettavano delle diapositive in tema. Altri presentavano le figure di Follereau, Madre Teresa e Albert Schweitzer, tra l'altra il sottofondo musicale era "Toccata e fuga" di Bach, suonata con l'organo dallo stesso Schweitzer. Fu il primo modo per far conoscere ad alcune classi di Arezzo il problema della lebbra. L’ADOZIONE A DISTANZA D'allora quei miei alunni cominciarono ad impegnarsi per raccogliere offerte per i progetti Aifo, diario AIFO Gruppo di Arezzo soprattutto durante la Giornata mondiale per i malati di lebbra in varie parrocchie, o in altre occasioni, distribuendo i calendarietti Aifo, oppure organizzando una festa sportiva o una lotteria nel loro quartiere. Nel 1987 venne invitata ad Arezzo, come Testimone di Solidarietà, una suora che lavorava come medico in un centro di cura a Bhalki. I TESTIMONI Negli anni seguenti, il gruppo ha continuato ad organizzare la Gml in circa 14 parrocchie della Provincia. Ogni anno veniva invitato un Testimone per incontri in scuole, parrocchie e studi televisivi. Anche la stampa locale riportava articoli di sensibilizzazione sulle attività del gruppo aretino dell'Aifo e dei suoi ospiti. Negli anni si sono alternati, come testimoni, religiosi e laici: Suor Leela dall'India, Padre Giorgio Abram dal Ghana, Vescovi come i brasiliani Dom Moacyr Grechi, Tomas Balduino, dom Abel Nunez e il congolese mons. Mudiso, medici come il dr. Halim Paulus dall'Indonesia, la dottoressa Chiara Castellani che opera nella Repubblica Democratica del Congo. LE ALTRE ATTIVITÁ Nel 2008 il socio Aifo Lucio Beloni, che è tra i promotori del Comitato per il referendum sul problema dell'Acqua Bene Pubblico, ha organizzato incontri con Alex Zanotelli. Nel mese di gennaio 2012, numerosi alunni appartenenti a 12 classi della scuola media Cesalpino, hanno organizzato da soli 7 banchetti per l'iniziativa Il miele della solidarietà. Altri ragazzi del Corso Musicale hanno anche fatto nella loro parrocchia un piccolo concerto con due strumenti alla fine della S. Messa, in occasione della Giornata mondiale per i malati di mebbra. Alcune classi hanno partecipato anche al Concorso scolastico bandito dall' Aifo e sono arrivati quarti. La socia Giovanna Vona, docente nella stessa scuola, ha fatto pubblicare sul giornale La Nazione un'intera pagina scritta dai suoi alunni sull' Aifo, su Follereau e sull'attività della dottoressa Chiara Castellani. L'attuale Gruppo Follereau Arezzo, fondato due anni fa, è stato riconosciuto come Onlus, secondo il regolamento regionale della Toscana. Siamo pochi, ma abbiamo la collaborazione anche di persone appartenenti ad altre associazioni di volontariato e... speriamo nei giovani! Report corso Oristano di ANTONIO GIOVANNI FARRIS Si è tenuto a Oristano sabato 11 maggio il corso di base per la formazione di soci nuovi e simpatizzanti nell’ambito del progetto associativo Amare e agire. Hanno partecipato circa 50 persone. Il messaggio di Raoul Follereau ha rappresentato il filo conduttore che ha tenuto insieme le varie relazioni a partire da quella svolta da Giovanni Antonio Maieli (Raoul Follereau: la vita, il messaggio. La lebbra e le lebbre. Aifo: Mission e Vision), a quella presentata da Gino Gravina (Diritti umani e nuovi stili di vita: costruire la civiltà dell’amore), alla relazione di Antonio Giovanni Farris (Cooperazione e volontariato. La riabilitazione su base comunitaria: strategia Aifo in Italia e all’estero per un percorso inclusivo degli ultimi), a quella di Padre Paolo della Comunità dei Saveriani di Macomer (Vivere la realtà: esperienza in diretta), a quella di Flavio Cimini (Presenza di Aifo sul territorio: lavoro di gruppo). La Presidente Anna Maria Pisano ha concluso il corso presentando il prossimo convegno che si terrà ad ottobre a Roma. Il corso ha suscitato un elevato interesse nei partecipanti che hanno seguito i lavori con la stessa intensità fino alla fine. L’incontro a scuola con suor Immacolata Rodriguez che disse “ Con il prezzo di un paio di scarpe garantiamo lo studio in collegio ad un bambino indiano”. Così nacque l’idea di organizzare una adozione a distanza. Arrivammo a 60 bambini… Amici di Follereau n. 7 luglio/agosto 2013 21 diario AIFO Concorso Scuola Diritti, Salute, Solidarietà “Il segno dell’amore è la giustizia. Il frutto della giustizia è la pace” Raoul Follereau Terza edizione del Concorso scolastico Aifo - Graduatorie Sono state 25 le scuole coinvolte nella III° edizione del Concorso scolastico nazionale Aifo dedicato al tema Diritti - Salute - Solidarietà. Il segno dell'amore è la giustizia, il frutto della giustizia è la pace. Il concorso era rivolto alle scuole primarie, secondarie di primo e di secondo grado, statali e paritarie, allo scopo di promuovere nelle giovani generazioni i principi della cittadinanza attiva e consapevole, basata sui valori della solidarietà, della partecipazione responsabile e della cooperazione, nonché della legalità e del rispetto dei diritti umani. Tra questi, in particolare, il diritto alla salute e al benessere di ogni cittadino del mondo. Il 22 maggio 2013, nell’aula LIM della scuola secondaria di primo grado Ortiz di Chieti, si è riunita la commissione selezionatrice per procedere alle operazioni di valutazione degli elaborati pervenuti e stabilire i vincitori del concorso. Qui sotto l’elenco delle scuole vincitrici. Complimenti!!! Scuola Primaria AUTORE O CLASSE OPERA SCUOLA REGIONE PUNTi 1 La stella caduta Classi IV - V Istituto comprensivo S. Margherita Ligure – Scuola primaria di Nozarego Basso Liguria 80 2 Rap di una bambino III C Scuola primaria paritaria “Suor Teresa Valsé” - Gela Sicilia 73 3 Riflessioni sui diritti IV - V Istituto comprensivo Bracigliano Campania 53 Pensieri illustrati IV Istituto comprensivo Bracigliano Campania 53 Preghiera a Gesù V Istituto Comprensivo Pietro Visconti di Ogliastro Campania 52 Calendario senza tempo V Istituto comprensivo Bracigliano Campania 52 4 5 6 Nostro Signore V Istituto Comprensivo Pietro Visconti Campania 51 Scusa Gesù V Istituto Comprensivo Pietro Visconti Campania 51 Signore mio V Istituto Comprensivo Pietro Visconti Campania 51 La solidarietà IV A I.C.S. n.2- plesso primaria “A.M. Corradi” Abruzzo 50 Il cuore IV A I.C.S. n.2- plesso primaria “A.M. Corradi” Abruzzo 50 La solidarietà è… IV B I.C.S. n.2- plesso primaria “A.M. Corradi” Abruzzo 50 Regola per la solidarietà IV A I.C.S. n.2- plesso primaria “A.M. Corradi” Abruzzo 50 A Gesù V Istituto Comprensivo Pietro Visconti Campania 50 Ho sognato Gesù V Istituto Comprensivo Pietro Visconti Campania 50 Scuola Secondaria di Primo Grado 1 Genocidi africani III B Scuola media Croce - Farè Lombardia 80 2 Diritti, salute, solidarietà II A Abbo Ist. Comprensivo “Mario Novaro” Liguria 69 3 La solidarietà II B Krzesinska Istituto Comprensivo Pietro Visconti di Ogliastro (SA) Campania 68 4 Un’amicizia speciale IC Ist Com. Ostuni Puglia 64 5 Diritti, salute, solidarietà ai tempi di oggi II C Ist. Compr. “L. Vigo Fuccio – M.La Spina” Sicilia 62 Essere bambini è un diritto, non una colpa ! III A I.C. Luigi Guercio Campania 62 Istituto Comprensivo di Torchiara Campania 62 Bambino 6 7 22 Ho incontrato Rigoberta Menchù II D Ist. Comprensivo A. Rosmini Lazio 62 Yaya e Malù ID Ist. Comprensivo A. Rosmini Lazio 61 Ciò che è facile e ciò che è giusto III A Ist. Comprensivo A. Rosmini Lazio 61 Filastrocca del bambino III A I.C. Luigi Guercia- Castellabate Campania 59 Amici di Follereau n. 7 luglio/agosto 2013 diario AIFO Concorso Scuola La Commissione che ha esaminato gli elaborati al lavoro. A sinistra, alcuni degli studenti che hanno partecipato al concorso 8 La salute è un diritto di tutti i bambini ID Scuola sec. 1 grado “G.Galilei”, Treviso 9 Bandiera della pace II B Istituto Comprensivo Pietro Visconti di Ogliastro (SA) Campania 56 10 Pax – news dal mondo IB Ist Com. Ostuni Puglia 55 11 La pace III A I.C. Luigi Guercio - Castellabate Campania 54 12 L’inclusione III B Istituto Comprensivo di Taggia – Scuola media “G. Ruffini” Liguria 53 La solidarietà II B Istituto Comprensivo Pietro Visconti di Ogliastro (SA) Campania 53 Mondi differenti IE Istituto Comprensivo “Garibaldi” – Bari plesso S.S. I grado “Pascoli” Puglia 52 Isak e Marilù II D Ist. Comprensivo A. Rosmini Lazio 52 14 Sarà la solidarietà III D Ist. Comprensivo “Mario Novaro” Liguria 51 15 Ognuno di noi può essere costruttore di pace ID Ist. Comprensivo A. Rosmini Lazio 50 Follereau a salvaguardia dell’umanità II C I C Fuccio – La Spina Acireale Sicilia 50 13 16 17 Veneto 58 La pace sovrana ID Ist. Comprensivo A. Rosmini Lazio 48 I diritti dei bambini III A I.C. Luigi Guercio - Castellabate Campania 48 La povertà II B Istituto Comprensivo Pietro Visconti di Ogliastro (SA) Campania 48 Io ho tanto II B Istituto Comprensivo Pietro Visconti di Ogliastro (SA) Campania 46 III A - Paragano I.C. Luigi Guercio - Castellabate Campania 46 Malattia e povertà da una parte, vizio ed eccesso dall’altra II D Ist. Comprensivo A. Rosmini Lazio 46 18 Follereau IE Istituto Comprensivo “Garibaldi” – Bari plesso S.S. I grado “Pascoli” Puglia 45 19 Democrazia III B Istituto Comprensivo di Taggia – Scuola media “G. Ruffini” Liguria 42 Scuola Secondaria di Secondo Grado 1 La ricetta di Raoul - testo ISISS BOJANO Molise 60 2 Strinse i mortali in social catena IV comunicazione Ist. Nostra Signore delle Grazie (Liceo) Piemonte 56 3 La ricetta di Raoul - mosaico IV B ISISS BOJANO Molise 55 4 I frutti son di tutti II linguistico Ist. Nostra Signore delle Grazie (Liceo) Piemonte 53 5 Ti sto accanto II scienze umane Ist. Nostra Signore delle Grazie (Liceo) Piemonte 50 6 Basta! II scienze umane Ist. Nostra Signore delle Grazie (Liceo) Piemonte 48 Amici di Follereau n. 7 luglio/agosto 2013 23 Appello Bidar La nostra attenzione al futuro dei bambini Dal 1962 l’Aifo opera in India per prevenire e curare la lebbra promuovendo la formazione di personale sanitario, il sostegno ai centri di cura e riabilitazione, l’informazione, la ricerca, l’accesso ai servizi. Da tempo la nostra Associazione promuove anche attività in favore dei bambini svantaggiati. Nello stato del Karnataka, in particolare, lavora assieme alla associazione locale Organizzazione per lo sviluppo integrale di Bidar prendendosi cura dei bambini di 21 villaggi. Le attività svolte riguardano la sensibilizzazione e l’educazione sanitaria nei villaggi; corsi di formazione per i maestri; doposcuola, teatro, sport, gite educative per i bambini; fornitura di materiale didattico; creazione di gruppi di auto aiuto, alcuni dei quali con persone con disabilità. Puoi sostenere il progetto così: 20 E per l’acquisto materiale didattico per un bambino; 50 E per l’integrazione alimentare di un mese per un bambino; 80 E per l’attività di medicina scolastica di un mese; 130 E per l'acquisto materiale ludico per bambini; 200 E per una borsa di studio ad un bambino. Nella causale del versamento specificare: Appello Bidar • • Versamento con bollettino postale C.C.P. 7484 e 522433 Versamento con bonifico bancario su uno dei seguenti conti: C/c Banca Popolare Etica - Filiale di Bologna cod. IBAN IT89 B050 1802 4000 0000 0505 050 C/c Banca di Bologna - Fil. Croce di Casalecchio cod. IBAN IT25 O088 8336 670C C028 0281 940 C/c Poste Italiane Spa cod. IBAN IT52 D076 0102 4000 0000 0007 484 • Domiciliazione bancaria (RID) • Donazioni con carta di credito no verde Aifo 800550303 • Donazioni on-line www.aifo.it Qualora le offerte superassero la somma richiesta per la realizzazione del progetto, l’Aifo contatterà il donatore. Sarà così possibile concordare un altro progetto a favore di persone svantaggiate alle quali devolvere il contributo. Ogni donazione è deducibile dalla dichiarazione dei redditi.